Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    09/06/2023    1 recensioni
Akane non sa nulla di sé. Né da dove viene, né il suo vero nome.
Non appena apre gli occhi e si ritrova al buio, l'istinto le dice di scappare ed ignorare il dolore lancinante che la sta divorando dall'interno.
Quando incontra lo sguardo di due iridi d'argento, tutto inizia ad essere ancor più intricato.
Ma la domanda è sempre la stessa: chi è lei, in realtà?

"Il tempo è qualcosa di ineluttabile, non si può andare incontro ad esso.
Il tempo non scende a compromessi, il tempo è intoccabile, il tempo non è un gioco."
Genere: Malinconico, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruno, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Yusei Fudo, Z-one
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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7

Vetro scarlatto


Era domenica sera. Akane aveva il vestito lilla addosso e le scarpe ai piedi.
Ed era seduta sul pavimento del bagno in una posizione tutt'altro che elegante, con i capelli che andavano completamente per conto loro, sparsi per terra. Si fissava le ginocchia, perdendosi nei solchi tra le ossa sporgenti. Non sapeva da quanto fosse lì, ma una cosa era certa: al gala non ci voleva andare.
Un rumore alla porta la fece voltare, qualcuno stava bussando.

- Akane, sei pronta? Faremo tardi...!- Carly.
- Vai senza di me.- Rispose lei.
- Eh? Ma perché?-
- Non voglio venire.-
- Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per trovarti un vestito?-
- Già.-
- "Già"? Basta, io entro.- La maniglia si alzò ed abbassò un paio di volte, fallendo nell'aprirsi.
- È chiusa a chiave.-

Ci furono un paio di secondi di silenzio, poi un rumore di tacchi che si allontanavano. Akane pensò di essere riuscita a farla desistere, ma ormai aveva imparato a proprie spese che non si può sottovalutare una giornalista, né tantomeno se di nome fa Carly e di cognome Nagisa.
Infatti, passò poco che il ticchettio delle scarpe si palesò nuovamente e, subito dopo, la chiave nella serratura venne spinta fuori e cadde sul pavimento con un suono metallico. La porta si spalancò di colpo, rivelando la giornalista in un lungo vestito azzurro, con una delle spalline irrimediabilmente scesa.

- Pensavi di fregarmi? Tutte le chiavi di questa casa sono uguali. – Si avvicinò a lei con lunghe e goffe falcate, la prese per le braccia e, come un sacco di patate, riuscì a rimetterla in piedi. – Su, andiamo...! Ma ti sei pettinata? – Akane la guardò dritta negli occhi, muta. – ... Cos'hai?-
- Non voglio venire, l'ho detto.-
- Perché? Almeno dimmi il motivo.-
- È inutile, non riesco a sentirmi a mio agio vestita così. Non sembro io, la mia immagine riflessa è ancora più alienante del solito.-
- Akane...-
- Lo so, me lo ha già detto Aki che è normale e che bisogna abituarcisi, ma per me è tutto così amplificato...-
- Ma perché non dovresti venire? Ascolta, nemmeno io sono portata per gala, bei vestiti e gente snob, ma non possiamo sempre scappare davanti alle difficoltà.-
- È che ho paura di essere fissata da tutti...-
- Fissata? Per quale motivo dovrebbero fissarti?-
- Perché sono strana...?-
- Akane, l'unico motivo per cui qualcuno dovrebbe fissarti è che sei bellissima vestita così. Sarà pieno di gente, accalcata per intervistare le più famose figure del mondo dei duelli turbo, a nessuno interessa di una ragazza a caso, a meno che non sia la fidanzata di una celebrità o sia famosa lei stessa. E tu non sei nessuna delle due.-

Anche questo glielo avevano già detto, stavolta a ridondarle in testa era il discorso di Bruno... che, maledetto, non si sarebbe presentato a soccorre— no, di nuovo, non era il suo cane, non aveva alcun obbligo nei suoi confronti, non poteva costringerlo a seguirla ovunque.
A malincuore si fece trascinare fin fuori dall'appartamento e poi sulla macchina di Carly, la quale si era portata dietro anche una spazzola perché ormai non c'era più tempo. Mentre, durante il viaggio, si pettinava i capelli, Akane ripensò a quello che successe il venerdì prima.
Come di consueto, dopo il lavoro era andata a trovare i ragazzi per sapere se c'erano novità sul famigerato Ghost e in generale passare un po' di tempo in loro compagnia. Non si aspettava, però, di trovarsi improvvisamente davanti ad un mortorio, con tutti estremamente giù di morale, compresi Aki ed i gemelli, e Yusei più cupo che mai.
Confusa, aveva subito chiesto cosa fosse successo e, prendendola da parte, Crow le aveva riferito che Yusei si era scontrato proprio con Ghost e che, nonostante avesse vinto, il duello era stato terrificante. Il mostro composto da cinque parti poteva davvero rubare i Synchro e così aveva fatto con Drago Polvere di Stelle, il suo nome era "Imperatore Macchina Wisel Infinito". La cosa peggiore, le disse, era che a comandarlo fosse un duelbot rubato alla pubblica sicurezza, quindi il nemico risultava ancora essere nascosto nell'ombra.
Da quel momento non aveva più visto nessuno di loro, ma era preoccupata per Yusei, il quale era rimasto davvero sconvolto da quella sfida; si trattava di una persona così stoica, non credeva che qualcosa o qualcuno fosse in grado di scalfirlo.

Akane aveva continuato a guardare le luci dei grattacieli scorrerle come saette davanti agli occhi, finché l'auto di Carly non si inabissò in un parcheggio sotterraneo. Era uno spazio enorme, illuminato quasi a giorno, pieno di duel runner di tutti i tipi, non credeva esistessero così tante varianti; ce n'erano di minuscole, enormi, alcune "cattivissime" -ovvero piene di spuntoni, teschi e metallo capace solo di appesantirle-, altre talmente strane e con talmente tante ruote da farle dubitare che potessero entrare nella categoria "moto". Sembrava che bastasse avere un motore ed un duel disk funzionante per poter fare un duello turbo.
Le due ragazze scesero dal veicolo e la giornalista -quella vera- le si avvicinò per darle la fotocamera, per poi dirigersi verso l'edificio vero e proprio per prendere l'ascensore.

- Con i capelli pettinati stai molto meglio, prima sembravi una scappata di casa.- Carly ridacchiò, armeggiando con la sua macchina fotografica.
- Beh... non siamo molto lontani.-
- In effetti... sai, avrei voluto vederti schiantarti contro il lampione. Devi averlo preso proprio bene, a giudicare da come correvi forte all'ospedale.-
- No, meglio così, davvero. – Akane incrociò le braccia, appoggiandosi allo specchio sul muro dell'ascensore. – È stato tremendamente imbarazzante. Per fortuna la nebbia mi ha salvata, nemmeno Bruno ha visto bene l'impatto, nonostante fosse a pochi metri.-
- Peccato, non posso chiederlo nemmeno a lui... piuttosto, ora sei più calma? Tra poco l'ascensore si fermerà e ci troveremo in mezzo a tanta gente.-
- Sì, adesso sto bene, quel senso alienante se n'è andato, dovevo solo pensare ad altro.-
- Sicura? Non voglio vederti fuggire di nuovo.-
- Non ho intenzione di fuggire, Carly. Ho promesso che ti avrei aiutata con le foto.-
- Non eri obbligata ad accettare.-
- Con tutto quello che hai fatto e stai facendo per me, è il minimo che possa fare per ripagarti, oltre a contribuire per metà dell'affitto.-

L'ascensore rallentò la sua corsa fino a fermarsi e le porte si aprirono. Carly si avviò fuori da esso ed Akane la seguì, tenendo stretta tra le mani la macchina fotografica.
Il gala si svolgeva all'ultimo piano di un edificio altissimo, in una stanza enorme, circolare e perimetrata da giganteschi finestroni che offrivano un'ampia visione sia della città, sia dell'autostrada che serpeggiava sospesa attorno ad esso. Lunghi tavoli imbanditi permettevano di servirsi al buffet guardando il panorama e, verso il centro, si scorgevano orde di flash ed un gran via vai di persone, quasi tutte vestite eleganti, mentre altre indossavano letteralmente tute di pelle piene di sponsor... che fossero i fantomatici partecipanti al Grand Prix?

La giornalista iniziò subito ad approcciare qualcuno di quei tizi -perché loro potevano vestirsi come volevano e lei no?! Ingiustizia!-, dandole il compito di scattare delle foto mentre lei poneva loro le domande e ne trascriveva le risposte. Akane si beccò più di uno sguardo ammiccante, ma per fortuna niente di più -o sarebbero volati calci negli stinchi-.
Quando finirono di parlare con un team di duellanti, una coppia familiare si avvicinò a loro. Erano un uomo alto, muscoloso, che si aiutava a camminare con un bastone, mentre l'altra era una donna dai capelli color cobalto che lanciò un'occhiataccia verso Carly.

- Capo Investigatore Mikage, vicecapo Trudge! L'hanno dimessa!- Akane si avvicinò in fretta alla coppia, mostrando finalmente il primo vero sorriso della serata.
- Sono ancora acciaccato, ma come vedi presto tornerò pienamente operativo.- Rispose lui, con un ghigno.
- Su questo non ci giurerei. "Presto" è un parolone. – Disse la donna, mettendosi le mani sui fianchi. – È stato un azzardo farti venire qui.-
Il viso abbronzato di Trudge prese improvvisamente un colorito rosso acceso, guardò Mikage e deglutì, per poi posare di nuovo gli occhi su Akane.
- E tu, che ci fai qui? Non sapevo ti fossi interessata al Grand Prix.- Le sembrò di vedere per un attimo un flash di preoccupazione nel suo sguardo. Dopotutto le aveva detto più volte di stare lontana da quel mondo.
- Infatti no... non ho la più pallida idea di chi sia questa gente. Sono solo qui in veste di aiutante fotografa. – Disse, alzando la macchina fotografica che aveva in mano. – Comunque sono felice di vederla fuori dall'ospedale, spero possa tornare presto a camminare come prima.-
- Heh, sei troppo gentile. – Il poliziotto le posò una mano sul capo. – Fai delle belle foto, mi raccomando. – Prima di lasciarla, le fece l'occhiolino. – Ci vediamo!- E se ne andò con la sua superiore.
- Credo che Trudge abbia un debole per te.- Bisbigliò Carly, guardandoli mentre si allontanavano.
- Mi vede come un gattino smarrito, me lo ha detto chiaramente, più volte.- Rispose lei, facendo ridere la sua amica.

Successivamente Carly voleva andare da un certo Team Unicorn, ma al momento erano seppelliti da un muro di giornalisti talmente spesso da farli sparire. Akane li aveva visti per mezzo secondo prima che un'orda di persone si fosse messa davanti a loro. Quindi si guardò attorno, scorgendo altri volti familiari poco più in là. Il primo era Crow, vestito come al solito, che sembrava tremendamente spazientito, continuava a battere un piede per terra a braccia incrociate. Poi vide Yusei, anche lui nei suoi soliti abiti -e lei era ancora invidiosa-, con la stessa faccia da funerale, forse con l'aggiunta di un po' di rabbia, dell'ultima volta. Aki era bellissima, più del solito, nel suo lungo vestito rosso ed i guanti bianchi, i gemelli invece erano adorabili nei loro completini.
Akane prima attirò la loro attenzione sbracciandosi, poi le due si avvicinarono.

- Ci siete anche voi! – Esclamò Leo. – Credevo fosse un evento esclusivo...- Crow borbottò.
- Siamo qui in veste di giornaliste.- Rispose lei.
- Uh? Ma Jack dov'è?- Carly si guardò attorno, cercandolo.
- Vorrei saperlo anch'io! – Sbottò il rosso, ancor più arrabbiato di prima. – Se scopro che ha speso altri soldi per un inutile vestito io—-
- Calma, Crow, cerca di non dare di matto. – Disse Aki, sospirando. – Forse è solo in ritardo...-
- Stavate parlando di me?-

Jack apparve all'improvviso, facendo voltare tutti al suono della sua voce. Akane rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
Se lo stava sognando, quello spettacolo ridicolo? Non riusciva a credere che avesse davvero avuto il coraggio di vestirsi in quel modo, con un completo bianco ricamato in oro, il gilet viola ed un orrendo enorme cappello con tanto di piuma. Fu costretta a coprirsi la bocca con la mano per non scoppiare a ridergli in faccia.
Poi guardò Carly e dovette fare un sospiro esasperato, visto che lei era rimasta a fissarlo come imbambolata – se fossero stati in un cartone animato, le sarebbero saltati gli occhi  a cuore fuori dalle orbite, trapassandole gli occhiali. Il viso di Crow era invece diventato più rosso del vestito di Aki.

- Non l'ho mai visto quel vestito, da dove salta fuori?!- Disse, avvicinandosi a Jack con fare minaccioso -il che era alquanto esilarante, considerando la differenza di altezza-.
- È su misura, ovviamente. Questo è un evento importante.- Rispose fieramente il biondo, sistemandosi il gilet.
- Addirittura! Dannazione Jack, quando ti metterai in testa che non hai più Godwin a pagare tutti i tuoi capricci? Tu vuoi fare la bella vita, ma caro, ti ricordo che non ti trovi più sulla vetta, se continuerai a sperperare i nostri soldi finiremo a fare la fame! E Grand Prix arrivederci!-

Mentre Jack subiva la strigliata di Crow a testa alta, Akane vide tre persone che aveva identificato come il Team Unicorn avvicinarsi a Yusei. L'uomo che lo approcciò aveva i capelli castani, ma per qualche ridicolo motivo un ciuffo si protraeva in avanti -era per questo che si chiamavano "Unicorn"?-, un altro aveva i capelli neri, gli mancavano le sopracciglia e la pelle era di un colorito ancor meno sano del suo bianco cadavere, mentre l'ultimo aveva l'aspetto più normale di tutti: capelli biondi di media lunghezza, occhi azzurri ed un accenno di barba. Giurò che per un secondo le posò lo sguardo addosso.

- Tu sei Yusei Fudo, non è vero? Ho sentito molto parlare di te.- Disse il tizio unicorno, sorridendo.
- Sì, sono io.- Disse Yusei, monocorde. Si vedeva a chilometri di distanza che non volesse parlare con lui.
- Io sono André, mentre loro sono i miei compagni Jean e Breo. È un piacere fare la tua conoscenza.-
- Voi siete il Team Unicorn, i campioni di Atlantis? È un onore incontrarvi!- Crow, non appena li aveva visti, aveva mollato Jack, fiondandosi subito da loro.
- E tu chi sei?- Domandò André.
- Crow, faccio parte della squadra di Yusei. Noi—-
- Vogliate scusarmi.- Lo interruppe il moro, il quale se ne andò.-
- Dove vai?! Vi chiedo scusa, di solito non fa così—!- Il rosso gli corse dietro ed i due sparirono, lasciando Akane e Carly sole con quei tre.

Approfittando della situazione, Carly approcciò il ridicolissimo uomo con il corno, chiedendo se potesse intervistare il suo team. Lui accettò e, mentre lei poneva le domande, Akane scattò loro qualche foto per l'articolo. Quando la fece al biondo, subito dopo lui le si avvicinò, mostrandole un sorriso smagliante.

- È un piacere vedere all'opera una giornalista così carina.-
- Io non sono una giornalista.- Gli disse, abbassando la fotocamera ed indietreggiando di un passo. Lui ne fece uno in avanti.
- Mi chiamo Breo. Posso sapere il tuo nome?-
- Akane.-
- Wow, particolare... ha un bel suono, ti sta d'incanto.-
- Vuol dire "Profondo Rosso". Come l'horror. Horror che capiterà se non mi lascerai respirare.-
Lui scoppiò a ridere, mettendosi le mani sui fianchi. Il suo stare chinato in avanti la faceva sentire ancora più bassa, nonostante i tacchi.
- Bella ed anche simpatica!-

Come se le sue preghiere si fossero avverate, lei e Carly vennero travolte da un'ennesima orda di giornalisti che le separarono dal Team Unicorn. Stavolta c'erano pure macchine da presa ed addetti con lunghissimi microfoni, doveva essere la televisione.
Akane era già pronta ad andarsene -anche perché voleva capire cosa fosse successo a Yusei-, ma quando guardò la sua amica capì che di lì non si sarebbe allontanata tanto facilmente.

- Che hai?- Le chiese, mettendole una mano sulla spalla. Sembrava arrabbiata.
- È sempre così. Se Angela ha l'occasione di ridicolizzarmi, Angela lo fa. Perché lei è Angela, Angela lavora in tv, quindi Angela vale più di Carly, la poraccia che meno di un anno fa viveva nella sua auto.
... Non avevano nemmeno finito di rispondermi.-
- Ma chi, il parruccone che sta davanti alle telecamere? – Carly annuì. – Che stronza.-

La giornalista non riuscì a stupirsi della parolaccia che Akane si era già ficcata nella folla, nuotandoci dentro e spostando persone in modo poco garbato, fino a raggiungere la prima fila. Ad intervistare il Team Unicorn c'era una donna bionda, con grossi e voluminosi boccoli, alta e con un abito lungo color borgogna, dalla profonda scollatura ed il corsetto stretto in vita. Stava parlando con André in particolare e, completamente assorta nel discorso, non si era accorta di cosa stava succedendo alle sue spalle.
Akane scansò un tizio che aveva cercato di trattenerla e, quatta quatta, come un felino, apparve dietro alla reporter, ticchettandole sulla spalla con l'indice. Lei si girò, guardandola in un misto di confusione e disprezzo, accigliata.
Akane la fissò per qualche secondo, decidendo che fare, mentre la donna si stava probabilmente chiedendo cosa volesse da lei quel gremlin. Anche il Team Unicorn era confuso.
Sul momento si ricordò della rabbia espressa da Carly, la quale si estese irrimediabilmente anche a lei, al punto che il solo guardare in faccia quella tizia le faceva venire voglia di schiaffeggiarla.
... E così fece. Le stampò la mano sinistra dritta sulla guancia, prendendola di sorpresa e facendole volare il microfono dalle mani.
Angela sbatté un paio di volte le palpebre e si sfiorò il punto colpito; ancora non aveva realizzato cosa le fosse successo.

- I colleghi si rispettano. Hai umiliato la mia amica, e visto che io non sono una giornalista, ho deciso di fartela pagare al suo posto.

La bionda era gradualmente diventata sempre più rossa in volto (non solo nel punto in cui l'aveva colpita), colma di rabbia. Digrignò i denti e strinse forte i pugni, alzò il destro, probabilmente per colpirla a sua volta, ma, ricordatasi di essere ripresa e, soprattutto, in diretta, lo abbassò, cambiando completamente atteggiamento ed iniziando ad urlare.

- Prendete questa vigliacca, mi ha colpita, è una pazza! Mi ha minacciata!

Si scatenò il panico. Un addetto alla sicurezza si fiondò addosso ad Akane per cercare di immobilizzarla, ma lei fece subito ciò che sapeva fare meglio: fuggire, darsela a gambe, correre sui tacchi, seminare chiunque provasse a prenderla. Aveva già vinto.
Con la fotocamera ancora nella mano destra, sgusciò via dal muro a forma di troupe televisiva, lasciando tutti scioccati dalla sua abilità nonostante gli abiti scomodi. Alché si aggiunsero dei poliziotti, che però non erano capaci di sostenere la sua corsa a zigzag e, soprattutto, i suoi improvvisi dietrofront atti a confonderli: si girava di colpo, gli correva incontro e poi li sorpassava tranquillamente. Era quasi divertente, avrebbe potuto farlo per tutta la notte!
Ma prima o poi quelle scarpe non avrebbero più retto, sentiva già il tacco faticare a sostenerla, non erano certo i suoi stivali da guerra...
Il problema era che non sapeva dove fosse l'uscita, o almeno, quella che non prevedeva l'ascensore; il suo obiettivo erano le scale, ma dove diamine erano?
La strada davanti a sé era sgombra, perciò poté permettersi di guardare verso i suoi inseguitori, ma per qualche motivo si schiantò -e allora era un'abitudine! Doveva smetterla di girarsi mentre correva- contro quello che sembrava un muro... in realtà la sua testa era finita contro il petto di un tizio, il suo corpo rimbalzò all'indietro ed inavvertitamente la macchina fotografica scattò una foto con il flash. Lui la afferrò per le spalle per evitarle la caduta ma, subito dopo averla rimessa in piedi, invece di lasciarla la tirò a sé ed indietreggiò velocemente, sollevandola da terra di qualche centimetro.
Akane fece per urlare credendolo uno degli inseguitori, ma nello stesso istante un fortissimo boato assordò lei e tutti i presenti. Il finestrone più vicino a loro esplose a causa dell'impatto con una gigantesca duel runner, la quale passò letteralmente a pochi centimetri dalla sua schiena. Se non fosse stata tirata via, l'avrebbe sicuramente presa in pieno e schiacciata.
A guidare il mostro di ferro e lamiera c'era un tizio altrettanto grosso, con gli stessi marchi dorati che avevano Yusei e Crow sul viso. Akane era ancora scossa e non riuscì ad ascoltarlo, ma dai suoi strepiti capì solo che il Grand Prix non aveva bisogno di un gala o simili. Ora la polizia aveva di meglio da fare piuttosto che correre dietro a lei.
Il suo salvatore la lasciò lentamente andare, assicurandosi che potesse stare in piedi da sola, e così riuscì finalmente a vederlo. Era un uomo molto alto, forse raggiungeva i due metri, i suoi capelli erano blu, tutti tirati all'indietro ma voluminosi. Indossava una tuta da motociclista color cobalto con alcuni dettagli gialli, su spalle e petto portava delle spesse e dure -lo aveva capito sbattendoci la testa contro- protezioni grigie, con guanti dello stesso colore. Aveva la pelle chiara ed il viso squadrato, ma non poté vedere i suoi occhi perché la maggior parte del volto era nascosto da un paio di occhiali rossi a specchio, perciò tutto ciò che riusciva a guardare era il suo stesso faccione confuso e deformato sulla loro superficie ricurva.

- Ti sei fatta male?

La sua voce profonda la risvegliò dal torpore. Aveva un tono particolare, basso, quasi modulato, tanto da sembrare finto. Riuscì solo a scuotere il capo lentamente. La postura rigida di lui parve rilassarsi, ma non abbastanza da sembrare vulnerabile.
Chi diamine era quel tizio? Perché indossava gli occhiali da sole di notte?
Lui guardò in direzione del trambusto che stava provocando il vandalo e così fece anche lei. Vide Aki evocare Drago Rosa Nera, il suo mostro più potente, dal duel disk, il quale con le sue liane spinate respinse la moto impazzita con così tanta violenza da ribaltarla e scagliarla verso un'altra delle vetrate.
Successivamente, il misterioso motociclista si rivolse nuovamente ad Akane.

- È meglio se te ne vai da qui, dopo di lui ricominceranno ad inseguirti. Hai seminato un bel po' di panico.-
- Stavo cercando l'uscita anche prima...! Ma ti sei messo in mezzo—-

A quel punto la afferrò di colpo per un polso, prendendola di sorpresa. Per un istante strinse talmente forte da farle male, ma a quanto pare se ne accorse, perché la sua presa si allentò subito, fino a diventare un tocco fin troppo delicato. Iniziò poi a trascinarla, ma lei tentava di puntare i piedi.

- H—Hey! La mia amica, l'ho persa nel caos!-
- Sta bene, ora vieni con me, o passerai dei guai con la sicurezza.- Non la mollò.
- Chi ti dice che stia bene?-
- Lo so e basta. Andiamo.-

A suo malgrado, cedette e si fece condurre fino all'ascensore, ormai aveva capito che non l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente. Ma quali erano le sue intenzioni? Se lo domandò mentre i piani scendevano.
Si era andata a cacciare nell'ennesimo guaio ed il seguirlo era l'equivalente di entrare nella tana del leone, oppure nelle sue azioni non vi era alcuna malizia?
Lo guardò, era appoggiato contro al muro con le braccia incrociate, il volto era di profilo. Probabilmente sentendosi osservato, girò la testa in sua direzione, facendola sussultare.

- Ti faccio paura?

La sua espressione estremamente seria si trasformò in un ghigno ed in quel momento le porte dell'ascensore si aprirono. Grazie, pensò.

- Non sono qui per farti del male, che tu mi creda o no.

Detto ciò, si voltò nella direzione opposta ed entrambi uscirono, ritrovandosi nel parcheggio sotterraneo da cui Akane era arrivata con Carly.
Il silenzio era tombale ed ora che si guardava intorno, quel luogo sembrava l'ennesimo spazio liminale che tanto le metteva ansia. Uno dei neon sfarfallava ed i musi delle moto, tutti rivolti verso la strada, sembravano creature dagli occhi malvagi intenti ad osservarla, ad aspettare che facesse un passo falso per attaccarla. Senza rendersene conto aveva accelerato il passo facendo un gran rumore con le scarpe; infatti l'uomo si fermò all'improvviso e sembrò lanciarle un'occhiataccia -che in realtà non vide a causa degli occhiali-. Akane si congelò, tremendamente in imbarazzo. Ecco, si stava rendendo ridicola per l'ennesima volta!
... Senza dire niente, lui ricominciò a camminare e lei a seguirlo -per non si sa quale motivo-, finché entrambi non iniziarono a sentire più rumori di passi sovrapposti, tutti provenienti da un'unica direzione. Dall'uscita di emergenza comparvero Yusei, Jack, Crow, Aki, Leo e Luna; il primo, soprattutto, sembrava di fretta, ma il motociclista senza nome si mise in mezzo, bloccando a tutti la strada.

- E tu che cavolo vuoi?! Levati!

Jack gli urlò contro, e quando la vide la sua espressione mutò in una estremamente sospettosa.
Il gruppo li superò, ma a quel punto il tizio si voltò, parlando con la sua voce profonda.

- Yusei Fudo, perderesti solo tempo. Tu non sei pronto per combattere Ghost.

Il suo tono era di nuovo fermo, rigido, come la prima volta che lo aveva sentito parlare. Tutti si fermarono.
Yusei fece qualche passo in avanti, la sua espressione era seria.

- Chi sei?-
- La mia identità non ha importanza. Conta solo ciò che ho da dirti.-
- Senti, non ho tempo per le sciocchezze, Ghost è riapparso, devo scoprire—-
- È tardi. Lui se n'è già andato, la moto del suo avversario è ormai carbone.-
- Cosa...- Fu Aki a dirlo, ma probabilmente avevano pensato tutti la stessa cosa. Un'altra vittima...?
- Yusei, se vuoi avere una speranza, devi conoscere l'Accel Synchro.-
- "Accel Synchro"...? Di che si tratta?-
- Seguimi e lo scoprirai.-

Senza dire altro, il motociclista si avviò verso una moto in particolare. Era molto bassa, quasi a sfiorare il pavimento, la ruota anteriore sembrava in procinto di scomparire dentro il veicolo stesso, mentre quella posteriore era allontanata dalla coda mediante una lunga barra di metallo.
La scocca era viola scuro tendente al blu, con alcune aste metalliche di un acquamarina molto acceso, quasi un pugno in un occhio. Parte del muso, di forma estremamente aerodinamica, era invece di colore nero, così come alcune "ali" posizionate poco più avanti dei pedali i quali, assieme a qualche altro dettaglio di cui Akane non capiva l'utilità, erano color argento. L'intera seduta era invece bordeaux, quasi vinaccia, mentre qua e là saltavano all'occhio alcuni dettagli giallo pallido, tra le ruote e nelle aste su cui erano montate le manopole di freno ed acceleratore. Il duel disk era nero e quasi scompariva. Sia sul davanti che sulla coda, Akane notò, nello stesso acquamarina visto prima, il perimetro di un triangolo isoscele, riconducibile alla lettera greca Delta. Lei non era affatto un'esperta, ma quella duel runner era davvero strana, soprattutto perché, essendo tanto bassa, sembrava quasi un giocattolo, ma quando il suo proprietario ci montò sopra la strana differenza svanì, perché effettivamente in lunghezza era come una normalissima moto -salvo per quella ruota lontanissima dal resto del veicolo-.

Anche Yusei montò in sella alla sua moto, i due avviarono i motori e scesero in strada, mentre Crow portò fuori la Blackbird, collegandosi al computer dell'amico per seguire al meglio l'imminente duello.
Lei ed Aki erano appoggiate alla ringhiera e li guardavano dall'alto, con la rossa particolarmente interessata alla duel runner del moro – Akane aveva capito che lei aveva un debole per lui, ma stavolta c'era qualcosa di diverso.

- Hai visto qualcosa di strano?- Le chiese, avvicinandosi di un passo.
- No... sono solo curiosa. – La ragazza si voltò, rivolgendosi agli altri. – Siamo sicuri di poterci fidare? E se fosse una trappola?-
- Se Yusei si è fidato, allora possiamo rimanere tranquilli.- Rispose Crow.
- Come fai a dirlo?-
- Sono sensazioni che solo un duellante turbo può comprendere. Su, non preoccuparti, conosci bene Yusei, se non possiamo fidarci di quel tizio, fidiamoci almeno di lui.-
Duellante... turbo... uhm, ho capito.- Aki tornò a guardare in strada, mormorando parole che Akane non decifrò.

Dopo essersi preparati, al suono del rumore di motori, i due partirono, con lo sconosciuto in testa. Il rombo della sua moto parve quasi un'esplosione, talmente potente che Akane si dimenticò di respirare per qualche secondo.
Non iniziarono subito a duellare come tutti si aspettavano, invece quella tra loro sembrava una gara di velocità... l'uomo senza nome accelerava e Yusei gli teneva dietro, sempre più veloce, sempre più difficoltoso -la duel runner di quest'ultimo aveva sbandato più volte, ma fortunatamente l'aveva sempre tenuta in equilibrio-. Akane li guardava imbambolata, soprattutto lo sconosciuto; guidava come non aveva mai visto nessuno fare – quei pochi, sembrava che il suo corpo comprendesse anche la due ruote, uomo e macchina fusi in un centauro distopico.
Solo dopo che fu soddisfatto, concesse finalmente questa benedetta partita a Yusei.
Mondo Velocità 2 si attivò e tutto divenne ancor più strano.
Akane non ne sapeva nulla di Duel Monsters, non conosceva le regole ed a malapena sapeva cosa fossero mostri, magie, trappole e Synchro, eppure percepiva chiaramente che qualcosa non andasse, sensazione alimentata dal vociare dei ragazzi dietro di lei: a quanto pare il deck di quel duellante era sconosciuto e le sue carte avevano effetti ancor più unici. Ma a lei quelle questioni tecniche non interessavano, lei le vedeva strane e basta, a quanto pare senza motivo alcuno. O forse il motivo lo conosceva, ma era insito nei meandri della sua mente, tanto in profondità da provocarle il mal di testa se solo avesse tentato di tirarlo fuori con la forza.
Le sue dita erano strette attorno alla ringhiera, così forte da sbiancarle le nocche. Ad ogni mossa dei duellanti si bloccava, come il nastro di una musicassetta inceppata, si dimenticava di sbattere le palpebre, poi tornava lucida di colpo grazie alle voci di Jack e Crow, così in un circolo vizioso.
Fino a quando il motociclista non evocò un mostro chiamato "Maga Meravigliosa Tecnogene". Crow si era agitato parecchio, mentre Jack era incredulo.

- Non è possibile!- Esclamò il rosso.
- Che sia un errore del computer? Prova a riavviarlo.- Disse il biondo, con le mani sui fianchi.
- Faccio un tentativo. – Trafficò qualche secondo con i tasti. – Vediamo... niente, non cambia! È davvero sia un Synchro che un Tuner!- I suoi occhi grigi erano spalancati, sembrava un cervo abbagliato dai fari di un'auto.
- Woah, forte! – Disse Leo. – Non sapevo esistessero mostri del genere, è un nuovo set?- Lui sembrava euforico invece.
- Se fossero carte nuove non credi avrebbero fatto un sacco di pubblicità? – Rispose sua sorella. – È strano che non ne abbiamo mai sentito parlare...-
- Beh, è vero... forse lavora per l'Industrial Illusions e devono ancora uscire sul mercato!-
- Avrebbe senso, – Disse Jack. – ma a cosa serve evocare un mostro del genere quando esistono i Tuner normali?-
- Per chiamare Synchro ancora più potenti? – Chiese Akane, staccando finalmente gli occhi dalla moto viola e voltandosi. – Mostri che possono essere evocati solo così.-
- ... Ma che ne vuoi sapere tu— – Le rispose bruscamente, non riuscendo però a finire la frase perché l'urlo di Crow lo interruppe. – che c'è?!-
- A—Akane ha ragione, g—guarda, cosa sta facendo?!-

La ragazza si girò di scatto, nuovamente verso il duello, trovandosi davanti ad una scena ancor più strana di quelle precedenti: era il turno di Yusei, stava per attaccare con uno dei suoi mostri, ma l'avversario aveva improvvisamente iniziato ad accelerare a dismisura, cogliendolo di sorpresa. Akane si ricordò quindi di avere ancora con sé la macchina fotografica, perciò iniziò a filmare.
La duel runner viola scomparve con tutto il conducente in un lampo accecante, lasciando Yusei da solo sulla strada, ma un istante dopo gli riapparve alle spalle in un'altra bomba di luce. I due mostri Synchro erano stati sostituiti da uno solo, molto più grande e dall'aspetto potente. Era un robot umanoide, verde ed arancione, con grandi occhi rossi ed un fucile con tanto di baionetta luminescente come arma.
"Fuciliere Lama Tecnogene", questo era il nome che aveva udito alle sue spalle dalla moto di Crow: il prodotto dell'Accel Synchro. Ma sì, "Accel", "Accelerazione"... fare un'evocazione Synchro superando la barriera del suono – ma perché? Ora aveva capito il motivo del nome, però erano sorte altre domande sul senso della procedura. Non ce n'era uno, o forse erano cose da "duellante turbo", come diceva Crow.
Fatto sta che il tizio perse comunque, nonostante il mostrone, ma esso sembrava soddisfatto, anzi, a quanto pare faceva tutto parte della sua strategia.
Lui e Yusei si scambiarono qualche parola -a quel punto non poterono più sentire nulla dal computer, essendo terminata la sfida-, poi se ne andò sgommando.

- Quel tizio non mi convince, è troppo sospetto. Mostri mai visti? Si fa sconfiggere di proposito e poi se ne va senza presentarsi? Non me la racconta giusta.- Disse Jack.
- Secondo me non è una cattiva persona, forse c'è un motivo se non ci ha detto come si chiama.- Rispose Akane, spegnendo la videocamera.
- Ma certo, simpatizza pure. Nemmeno tu ci hai detto il tuo vero nome.-
- Forse perché non lo conosco? Sono sicura che quell'uomo stia dalla nostra parte. Mi ha salvato la vita! Se non ci fosse stato lui, ora sarei morta sotto quella duel runner enorme, un nemico mi ci avrebbe spinta sotto quell'ammasso di ferraglia!-
- Solo perché ha salvato te è automaticamente affidabile per noi? Ma che coincidenza, ha aiutato proprio l'ultima arrivata, quella che si è aggiunta al gruppo senza nemmeno chiedere ed in circostanze ambigue.-
- Cosa ti ho fatto, Jack?! Che bisogno c'è di essere tanto cattivo con me?!- Akane strinse i pugni al punto da piantarsi le unghie nei palmi delle mani.
Cosa c'è, chiedi? C'è che puoi smetterla di sprecare fiato con me, puoi incantare tutti gli idioti che ti pare usando la tua storiella strappalacrime ed un faccino ad hoc, ma non me, non Jack Atlas! Ascoltami bene: io. Non. Ti. Crederò. Mai. Chiaro?
Per quanto mi riguarda sei un nemico, e come tale non avrai mai la mia fiducia. Sparisci.-

Finito di sputare veleno, se ne andò via, lasciandosi alle spalle un silenzio tombale.
Akane era immobile, incapace di emettere alcun suono. La gola bruciava come se l'avessero accoltellata dall'interno, le labbra tremavano, la vista si appannava velocemente. Finché non sentì le guance bagnarsi e capì di star piangendo.
Le ginocchia cedettero e si ritrovò seduta sull'asfalto in una posizione che la faceva sembrare una bambola rotta, il naso colava e ad ogni singhiozzo era costretta a tirare su in modo poco elegante, ma non le importava, non ora che era appena stata trattata come il peggior sacco dell'immondizia. Si mise i dorsi delle mani sugli occhi in un tentativo a vuoto di fermare le lacrime, ad ogni spasmo del suo corpo la gola faceva sempre più male, gli arti si intorpidivano.

- Akane...!- Udì la voce di Luna, coperta dai suoi stessi singhiozzi.
- Non piangere, per favore!- Ora era il turno di Leo.
- Ah, dannazione, ma cosa gli è passato per la testa? Idiota di un Jack! – Crow imprecò. – Aki, tu va a chiamare Yusei, io cerco Carly. Leo, Luna, rimanete con lei.-

Akane udì il suono di passi che si allontanavano da ambe le direzioni e, dopo poco, sentì due braccia avvolgersi attorno a lei e poi altre due. Lentamente si tolse le mani dal viso -non vedeva niente, né a causa del cambio di luce, né per le lacrime agli occhi- e si accorse che entrambi i gemelli la stavano abbracciando forte, Leo alla sua destra e Luna a sinistra.

- Sono... sono davvero così sospetta?- Mormorò Akane, con la bocca impastata. Luna fece no con la testa contro la sua spalla.
- Assolutamente no, è Jack ad essere paranoico, credimi! Nessuno crede che tu sia una nemica, o non avresti nemmeno accesso al garage.- Disse il gemello.
- Leo ha ragione. – Una terza voce si aggiunse. Era quella di Yusei. – Nel garage ci sono tantissime cose di valore, soprattutto il prototipo ed il programma del nuovo motore, non permetterei mai che qualcuno di cui non mi fido ci si avvicini. Parlo per me, ma anche per Crow e Bruno. Mi dispiace tanto che Jack non la pensi allo stesso modo, vedrai che prima o poi si ravvedrà, è sempre stato testardo e brusco.-
- Tu... cosa ne pensi di quel duellante? Ti fidi?- Chiese lei, a bassa voce.
- "Fidarsi" è un parolone ora come ora, avrei voluto conoscerlo meglio, ma non lo vedo come un nemico. Sono molto felice che ti abbia salvata, se non ci fosse stato lui chissà cosa ti sarebbe successo...-
- Akaaaaneeee—!-

Tutti si voltarono verso la direzione dell'urlo, vedendo Carly correre verso di loro e tirandosi continuamente su la spallina del vestito. Dietro di lei Trudge, rallentato dal bastone, e Crow, che teneva lo stesso passo del poliziotto.
La giornalista le si fiondò addosso, le prese il viso con le mani e lo strizzò con forza, le girò attorno, la prese per le spalle, controllò ogni centimetro del suo corpo ed infine la stritolò in un abbraccio come un boa.

- Dimmi che stai bene, ero preoccupatissima, sei scappata, poi non ti ho più vista, eri proprio nel punto in cui la finestra è stata sfondata, ti credevo morta!-
- Sto bene... almeno finché non esaurirò l'aria nei polmoni— mi stai— stritolando—-
- Ah, scusa! – La lasciò, allontanandosi per guardarla negli occhi. – Crow mi ha riferito di Jack...- La sua voce divenne quasi un sussurro.

Akane abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. Pensava di stare bene, ma non era così. Aveva smesso di piangere solo perché era stata distratta, ma il dolore, la rabbia, la frustrazione, si erano espanse a macchia d'olio dal suo cuore al resto del corpo. Non sapeva perché stava avendo una reazione tanto esagerata, ma non riusciva a calmarsi del tutto, a lasciarsi quelle parole alle spalle.
Era stata ferita nel profondo e stava sanguinando copiosamente, un'emorragia che nemmeno la presenza di tutti i suoi amici riusciva a fermare.
Akane, senza nemmeno accorgersene, aveva ricominciato a piangere come una bambina.

***

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Angolo autrice
Hellooo. Qualche precisazione di fine capitolo giusto per dirvi che non mi sono rincretinita.
Primo: lo so, la Delta Eagle non è fatta così. Ma è la moto più brutta di tutto 5D's e, visto che ricoprirà un ruolo importante in futuro, ho deciso di farci un redesign che avesse senso con il suo scopo (infatti dietro è molto lunga per sostenere le forti velocità e non impennarsi in accelerazioni improvvise). Più avanti ve la illustrerò pure. Intanto pensatela come un Kawasaki Ninja H2R ribassata, allungata dietro e con il manubrio poco pratico della Delta Eagle originale.
Secondo: ho voluto tradurre i T.G. in "Tecnogene" perché "Tecno Genio" non ha un cazzo di senso. Non è una traduzione proprio giusta di "Tech Genus" ("tecno genere"), ma trovo sia più azzeccata (e "genere" non mi piaceva, potete fingere sia un'abbreviazione se proprio vi sta sulle palle).
E con questo adieu (goodbye, auf Wiedersehen... Den letzten Weg musst du alleine gehen), vi lascio con il remake dell'illustrazione di questo capitolo. Bacioni. :3

Jigokuko

 

   
 
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