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Autore: Nessie95    14/09/2009    2 recensioni
-Hai davvero intenzione di aiutarmi?- chiesi, con una punta di incredulità nella voce.
-Se sono qui, perché dubitarne?- ribatté pacata lei continuando a camminare, i capelli biondi che ondeggiavano sulle spalle magre.
-Stiamo andando a Volterra?- chiesi, dopo una pausa in cui camminavamo velocemente in silenzio.
-E dove pensi che siano rinchiusi i Cullen, sentiamo? Nel Castello delle Fate?- ridacchiò Jane, ammiccando verso di me, con una punta maliziosa nella voce.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
L’ora era quasi giunta. Tra poco sarei arrivata all’aeroporto di Seattle, dove mi aspettava mio padre Charlie. Lui abitava a Forks, una cittadina dello Stato di Washington dove mi aveva scaricato mia madre per godersi la vita da risposata con il suo amato Phil. Non potevo biasimarla. Le avevo dato troppe preoccupazioni, ed inoltre la città di Phoenix mi aveva ridotta molte volte allo stremo delle forze. Se avevo 17 anni ed ero una malata di cuore in fondo era anche un po’ colpa sua!  Sorrisi tra me e me. Ero  una povera sfigata malata di cuore, ecco cosa sono.  Non potevo nemmeno correre, pensate un po’. Il mio cuoricino era debole, non avrebbe resistito. Non potevo stressarmi perché ne avrei pagato le conseguenze. Mio padre era  molto apprensivo nei miei riguardi da quando avevamo saputo della mia malattia. Non voleva vivessi a Phoenix. Il caldo soffocante e l’umidità potevano mandare all’altro mondo me e il mio cuore, e appena la mamma si era risposata con Phil mi ha rivoluto nel suo ovile, come dico sempre io. Ero una ragazza normale, all’apparenza. Non potevo correre o sottopormi a stress troppo grandi, ma per il resto non soffrivo di alcuna altra stranezza genetica. Non lo sapeva nessuno di questa mia malattia, a parte i miei genitori e i professori della mia nuova e vecchia scuola. Altrimenti non sarei più considerata una normale, e nessuno mi vorrebbe perché sto simpatica, ma perché faccio compassione. E questa proprio era la prima cosa che non volevo che accadesse mai, nella mia vita.
I passeggeri sono pregati di prepararsi all’atterraggio.
Basta fantasticherie! Si torna sulla terra ferma! L’atterraggio andò a segno perfettamente, senza problemi, e in una decina di minuti ero già fuori con valigia in mano e beautycase nell’altra.
-Bells! Bella!-
La voce di mio padre Charlie riecheggiò nel parcheggio. E notai la sagoma scura di lui accanto alla volante della polizia. Mio padre era l’ispettore capo del commissariato di Forks, e il suo era un evidente bisogno di venire all’aeroporto con la volante, visto che gli avevo esplicitamente detto di non farlo. Gli feci un cenno di assenso e attraversai il parcheggio con passo svelto.
-Ciao Cha… ehm, papà.-
-Ciao Bella.-
Mio padre mi abbracciò e mi baciò i capelli, prendendo la mia valigia e caricandola con immediatezza sull’auto.  Il suo sguardo era dolce. Mio padre è sempre stato un uomo burbero, fino a due anni fa. Quel giorno in cui mi colpì un arresto cardiaco ero in vacanza da lui. C’era qualcosa nella foresta, che mi attirava inesorabilmente. Corsi a perdifiato. E tutto ciò che ricordo è un colpo al petto talmente forte da farmi cadere, e poi la sensazione di nulla, l’assenza totale della mente. Ricordo le foglie sotto di me. E il cuore che si fermava. Poi subito dopo, come in un salto temporale, il defibrillatore che scuoteva forte il mio petto e mi richiamava alla vita. Dopo una serie di analisi scoprimmo che ero affetta dalla rara Sindrome del QT lungo, che colpiva le giovani donne e le ragazzine in via di sviluppo. Rimasi a vivere da mamma per il resto dei due anni, e mio padre veniva a trovarmi nella calda Phoenix.
Salii in auto senza proferire parola, abituata al silenzio sincero di Charlie. Quel giorno di inizio febbraio non prometteva nulla di buono: le nubi coprivano il cielo che da terso a Phoenix diventava plumbeo in Forks e dintorni. Mentre viaggiavamo cominciò a piovere. Ma ormai non potevo lamentarmi: avevo detto addio al sole. Anche se il sole era quello che mi destabilizzava maggiormente, ero affezionata al calore sulla pelle. Mio padre tossicchiò e lo presi come un preannuncio del fatto che mio padre stava per parlare. Rimassi in silenzio, in attesa che elaborasse la frase.
-Bella… voglio che tu sappia una cosa. Sono molto felice che tu venga a vivere con me… ma devo raccomandarti di stare attenta… soprattutto nella nuova scuola in cui ti ho iscritto.-
Fece una pausa e mi guardò torvo.
-Hai intenzione di stare attenta vero?- mi chiese senza smettere di guardarmi.
Se mio padre poteva comprendere perché ero venuta a Forks ero sicura che potesse comprendere che non ero una masochista!
-Certo papà.-  risposi innocentemente – Però anche tu promettimi una cosa: mi lascerai comprare una auto nuova!-
 Charlie rimase interdetto, ma poi da un lato della sua bocca spuntò un sorrisetto compiaciuto.
-A quello ho già provveduto io.-
Aveva provveduto?! In che senso?! Che razza di gusti poteva avere mio..
-Aaaah!-
-Bella calmati, è solo un pick-up!- ride mio padre Charlie parcheggiando con lentezza calcolata di fronte a casa.
Accanto alla volante era posteggiato un pick-up rosso e lucente  nuovo di pacca. Non avevo la benché minima idea di che marca fosse, ma non mi importava un accidente, detto tra noi!
-Papà! Ma quanto hai speso per questo pick up?!- chiesi incredula.
-Se te lo dicessi che regalo sarebbe?-
-Grazie papà!-
Sprizzavo felicità fa tutti i pori, l’avrebbe notato anche un cieco che da come mi muovevo per scendere dall’auto non vedevo l’ora di guidare il mio pick up.
Quando mio padre scese dall’auto lo abbracciai stretto, cosa che lo mise in imbarazzo. Ma se avessi corso fino al pick up il mio cuore non avrebbe retto, perciò meglio lasciare da parte l’euforia e concentrarmi sulla razionalità. Calma e sangue freddo.
-Bella, non ti lascerò certo guidare il pick up in queste condizioni! Sei troppo eccitata. Finiresti fuori strada. E con il tuo problema non credo che sia la cosa migliore.- mi rimproverò dolcemente Charlie, ma nei suoi occhi vedevo quello sfondo di preoccupazione che lo lacerava da due anni a quella parte. Distolsi velocemente lo sguardo. In quel modo sembravo una bambina capricciosa, che voleva provare il suo giocattolo nuovo: ero felicissima, ma non così spericolata da far preoccupare mio padre per provare un’auto che avrei provato la mattina dopo, in ogni caso. Perciò sorrisi, e raggiunsi la porta come se non fosse successo nulla, e aspettai che lui entrasse in casa per concedermi un ultimo sguardo fuori. Poi, silenziosamente, mi chiusi la porta dietro le spalle.

Mio padre si rintanò nel suo studio a sbrigare qualche faccenda burocratica, e io invece esplorai casa. Il corridoio e la scala erano rimasti identici, i muri avorio e la scaletta in legno ancora lucido dopo il tempo. Giunta di fronte alla porta della mia camera indugiai qualche attimo. Secondo mia madre il posto ideale dove vivere con una malattia come la mia era proprio Forks: li’ la tranquillità regnava sovrana. In fondo però, ad aprire quella stanza che era rimasta un tabù come la cittadina intera, mi sentivo un po’ in colpa.
-Ma chissene importa…- dissi sottovoce tra me e me. In fondo la mia nuova vita partiva da li’. Spinsi la maniglia e la porta si aprì cigolando dolcemente.
La mia stanza era come la ricordavo: pulita, disordinata e soprattutto calda, come la mia Phoenix. Al posto del piccolo letto c’era un singolo con un piumone viola e una scrivania dall’altro lato della stanza. Era tutto come mi ricordavo: identico, sarebbe mancato quel tocco … la voce di Charlie…
-Bella, che ci fai ad occhi chiusi in mezzo alla tua stanza?-
La voce di Charlie. Aprii gli occhi e sorrisi.
-Hai intenzione di farmi venire un attacco di cuore?- chiesi sarcastica, poggiando la valigia e oltrepassando mio padre basito.
-Con te non sarebbe molto difficile…- lo sentii dire mentre scendevo le scale.
Sorrisi ancora, mentre fuori gli scrosci della pioggia erano violenti.

Autrice
Ciao a tutti, questo è il primo capitolo. E' un capitolo di passaggio, che forse aiuterà a capire com'è più o meno la vita di Bella prima del suo arrivo. 
Al prossimo capitolo *_*
Vanessa

  
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