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Autore: Amiba    11/06/2023    3 recensioni
Big Mom adora ogni genere di dolce, tranne uno: i cupcakes. Nessuno dei suoi figli sa per che motivo li detesti tanto e nessuno di loro ha mai effettivamente cercato risposta a questa domanda. Tuttavia quando un fantasma del passato della donna si presenta alla porta della famiglia Charlotte in cerca di aiuto, forse la risposta arriverà da sola e insieme ad essa un po' di pace per lei e per i suoi figli.
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!!!!Qualche spoiler post Wano.
Genere: Avventura, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Big Mom, Charlotte Cracker, Charlotte Katakuri, Charlotte Prospero, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Mio piccolo dolce Cupcake -
 
 
Era tremendo, essere innamorati era tremendo.
Da quando aveva realizzato di essersi effettivamente innamorata di Jonathan, Linlin era entrata in una spirale verso il basso tremenda: più il tempo passava più i sentimenti si intensificavano, più si sforzava di non pensare al pasticciere più i suoi pensieri andavano al suo sorriso, più si sforzava di non chiamarlo più era tentata di avvicinarsi alla Den Den Mushi.
Fortunatamente per lei scoprì di essere incinta poche settimane dopo; quindi, riuscì ad evitare fastidiosi intoppi con la propria ciurma.
L’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era che Edward notasse la cosa e che il resto dei suoi commilitoni cominciassero a sospettare che qualcosa non andava.
Sdraiata a letto lasciò affondare il capo nel cuscino accarezzandosi la pancia ormai gonfia: da quella notte erano ormai passati diversi mesi, il parto era prossimo e Linlin pensava sempre più ad andare a trovare Jonathan non appena si fosse disfatta del peso della gravidanza.
La piratessa era una donna oltremodo orgogliosa, testarda ed egocentrica, ammettere che le parole che Barbabianca le aveva rivolto circa un anno prima erano vere era un enorme peso per lei, ma aveva avuto modo di rifletterci ed aveva realizzato che quello che il biondo diceva era vero: Jonathan la rendeva felice, terribilmente felice, felice come non lo era mai stata in vita sua e lei non voleva rinunciare in nessun modo a quella felicità.
Ovviamente non avrebbe mai reso pubblica la relazione col ragazzo, ne andava della sua reputazione, ma era decisa a farlo suo più che mai, nessun’altra donna avrebbe mai potuto averlo, Charlotte Linlin non avrebbe mai permesso che qualcosa che lei desiderava così ardentemente finisse fra le mani di un’altra persona e tutto questo, naturalmente, lo aveva metabolizzato e pensato senza considerare nemmeno per un’istante se il Jonathan condividesse o meno i suoi sentimenti.
Si voltò verso la piccola lumaca di mare quando la sentì squillare, avvicinò la mano e alzò la cornetta; le chiamate erano diventate così frequenti in quel periodo che spesso il corvino non aspettava nemmeno più che fosse lei a chiamare, ma la contattava direttamente lui, anche se, come sempre, le conversazioni veicolavano regolarmente sulla giornata o sui problemi di Linlin, in quel periodo tutti concentrati sui fastidi che una gravidanza di tre gemelli portava.
 
- Ti sei deciso a chiamare eh? La volta scorsa avevi detto che mi avresti chiamato per le tre di pomeriggio e sei in ritardo di ben mezz’ora! – protestò la donna con veemenza, sorvolando completamente sul fatto che lei invece lo chiamava quando voleva, anche in piena notte.
- Scusami Linlin è che oggi è stata una giornata pesante in pasticcieria, son entrati dei pirati ed han provato a rapinarci, per questo ho tardato. –
Le palpebre di lei tremarono di rabbia per un’istante.
- Chi erano Jonathan? – chiese glaciale, lasciando ben intendere le sue intenzioni.
- Sai, sei sempre molto dolce quando ti preoccupi per me. – ridacchiò lui – ma non temere, mio padre è arrivato qualche istante dopo e la cosa si è risolta in pochi secondi, l’unico problema è stato il dover rimettere tutto a posto e spiegare ai marine la situazione. –
La pirata tirò un sospirò di sollievo nel sapere che tutto si era risolto per il meglio senza che Jonathan si fosse ferito, ma questo non l’avrebbe fermata dall’indagare su chi erano quegli uomini che avevano osato tanto e se mai Raian non li avesse eliminati ci avrebbe pensato lei, facendoli uccidere nelle prigioni in cui erano rinchiusi.
- Piuttosto come procede la gravidanza? –
- È terribilmente fastidiosa, ma ne ho affrontante tante e non mi farò sicuramente abbattere da questa. –
- Ah, su questo non avevo alcun dubbio “Big Mom” – la prese in giro con una risata chiamandola col nome che i marine le avevano affibbiato.
- Jonathan! Falla finita o giuro che quando ci vediamo te la faccio pagare! –
- Va bene, va bene. – sospirò divertito – Quando hai intenzione di passare a trovarmi? Mi manchi Linlin, è passato parecchio tempo dall’ultima volta. –
 
La rosa si morse il labbro per un’istante, avrebbe voluto ammettere che pure lui le era mancato terribilmente e che avrebbe voluto andare a trovarlo il prima possibile, ma il suo orgoglio le impedì di confessare ciò.
- Partorirò a breve, fra qualche settimana, lascerò i gemelli alle balie e verrò da te Jonathan, vedi di farmi trovare i cupcakes pronti. –
- Certamente Linlin, come sempre. –
Parlarono per circa un’altra ora buona e Jonathan le raccontò com’era cresciuta rigogliosa la pianta di vaniglia che lei gli aveva regalato promettendole che l’avrebbe usata per farle i cupcakes la prossima volta che sarebbe passata di lì.
Quando si salutarono e la chiamata si chiuse, le labbra di Linlin si piegarono in un leggero sorriso involontario e le sue gote si tinsero di un rosa allegro.
 
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Così, dopo alcune settimane e un parto in nave, Linlin sbarcò sull’isola di Jonathan decisa a reclamarlo per sé stessa; aveva ordinato ai suoi uomini di rimanere sull’imbarcazione e di non venire a cercarla per nessuna ragione.
Ogni tanto, mentre si dirigeva dal molo alla locanda del pasticciere ricambiava con distrazione e svogliatezza i saluti che gli abitanti dell’isola le rivolgevano, ormai più che abituati alla sua presenza.
Era tardo pomeriggio ormai, questa volta ci aveva messo più del doppio a prepararsi per la partenza e più rimuginava sui suoi pensieri più si malediceva per provarli, perché la portavano ad andare contro a ciò che aveva sempre creduto: ovvero che l’amore fosse una debolezza, un sentimento falso ed effimero che l’unica cosa che poteva portare erano dolore e fallimento.
Ed infondo lo pensava ancora, rimaneva per lei una regola universale quella, ma una regola dalla quale Jonathan era esente: con lui era diverso, con lui poteva non aver paura.
Jonathan era un uomo di una bontà incredibile, una persona che vedeva del buono in chiunque e non avrebbe mai portato rancore per nessuno, emanava un calore umano disarmante e il suo sorriso era incantevole, con lui non aveva mai avuto bisogno di dimostrare nulla.
Era assurdo da dire, in quanto lei fosse decisamente più potente di lui, ma al fianco di Jonathan, Linlin si sentiva terribilmente al sicuro.
Arrivata alla porta della pasticceria prese un grosso respiro ed entrò, pronta a riscuotere ciò che le apparteneva di diritto, ma ciò che vide la fece pietrificare sul posto; un’altra donna, dai lunghi capelli biondi era stretta fra le braccia del ragazzo e rideva assieme a lui e Linlin, in quel preciso instante, conobbe un’altra nuova emozione, fino a quel giorno a lei completamente estranea: la gelosia.
Sentì il proprio corpo tremare e il petto dolerle, mentre la vista si assottigliava sempre più, non poteva credere che Jonathan stesse stringendo un’altra donna fra le braccia, che quella stretta in quell’abbraccio non fosse lei, come osava farle questo? Come si permetteva dopo tutto quello che aveva fatto? Dopo tutto quello che si erano detti?
Ed ecco qualcos’altro fare capolino nel cuore della donna, qualcosa che la fece infuriare ancora di più, ovvero l’invidia, l’invidia nei confronti di un’altra donna che in quel momento godeva di ciò di cui avrebbe voluto godere lei nel profondo del suo piccolo cuore.
Il peso di tutte quelle nuove emozioni presto si fece troppo pesante da sopportare e la piratessa scoppiò in un impeto d’ira.
 
- Jonathan! – tuonò infuriata scagliandosi contro di loro pronta ad aggredire la sua rivale – Come osi farmi questo! –
- Linlin cosa succed… - il pasticciere si voltò in tempo per vedere la scena e di scatto spostò la ragazza dietro di sé per proteggerla col suo corpo, aveva visto Linlin in quello stato solo in quella locanda quando si era scagliata contro quel pirata che l’aveva aggredito.
Fortunatamente per lui i riflessi della donna erano quasi istantanei e, di conseguenza, appena il ragazzo si parò davanti a lei per far da scudo alla bionda la rosa fermò il suo attacco, arrestandosi proprio a pochi centimetri dal volto di Jonathan.
- Cosa stai facendo Linlin?! Sei impazzita?! –
- Cosa faccio io? Cosa fai tu! Come osi!? – tuonò infuriata, mentre stringeva i pugni con tanta forza da rischiare che le unghie si conficcassero nella carne.
- Fare cosa? Di cosa stai parlando Linlin? –
La pirata divenne sempre più rossa di rabbia, non sopportava che facesse il finto tonto.
- Parlo di quella sgualdrina dietro di te Jonathan! A quanto pare nonostante io ti mancassi tanto come avevi detto non ti sei fatto mancare nulla eh?! –
Il pasticciere sgranò gli occhi completamente sopraffatto da quella rivelazione, aveva sempre scherzato con lei, soprattutto su come Linlin cercasse in tutti i modi di nascondere l’evidente affetto che provava nei suoi confronti, ma mai avrebbe pensato di assistere ad una scenata di gelosia da parte della donna.
- Sgualdrina sarai tu brutta stronza psicotica! – gridò la bionda dietro Jonathan – Credi che non si sappia che passi il tempo a trombarti più uomini possibile? –
- Dopo questa sei una donna morta! –
- Adesso basta tutte e due! – urlò il ragazzo, per una volta genuinamente arrabbiato – Helen! Vedi di darti una calmata e non peggiorare questa situazione! Smettila di essere una testa calda dannazione! E tu Linlin di cosa diavolo stai parlando? Questa è mia sorella, è tornata da Wano dove aveva studiato gli scorsi tre anni la cucina locale! –
Per un’istante la rosa rilassò completamente ogni singolo muscolo del suo corpo e tirò un sospiro di sollievo, ma poi la rabbia tornò a farsi sentire violentemente.
- Non parlarmi in questo tono!  È colpa tua che non mi avevi avvisato! –
- Linlin si può sapere di cosa stai parlando? DI cosa avrei dovuto avvisarti? E poi, anche se fosse stata la mia ragazza? Dannazione Linlin cosa diavolo te ne sarebbe fregato? Hai appena partorito tre gemelli! –
Il sentirsi urlare contro quelle parole da Jonathan la mandò completamente in tilt, non voleva ammettere ad alta voce i suoi sentimenti e non voleva nemmeno abbassarsi a chiedere scusa, ma allo stesso tempo non voleva nemmeno perderlo.
- Io…tu…non… -
Il ragazzo prese un grosso sospiro e si calmò, aveva già vagamente intuito quale fosse il punto e da un lato la cosa lo rendeva estremamente felice, perché Linlin aveva rubato il suo cuore tanto tempo prima, ma dall’altro era necessario che la donna capisse che ciò che aveva fatto.
Con tenerezza prese le mani della piratessa fra le sue con un gesto delicato e la fissò negli occhi con dolcezza.
- Linlin, sai benissimo che puoi dirmi tutto quello che vuoi, ma non puoi lasciarti andare a scatti d’ira simili, per un nonnulla poi, lo sai che per me sei importante, se ti dico che mi sei mancata molto è la verità, non ti mentirei mai… -
A quel punto la tensione per la piratessa si fece troppo pensante e non riuscendo più a sopportare quel nuovo vortice di sensazioni estranee in cui era piombata spinse via Jonathan con violenza, facendolo ruzzolare a terra.
- Smettila! –
 
Solo pochi istanti dopo si accorse di aver usato troppa forza; quando abbassando lo sguardo vide Jonathan a terra massaggiarsi la testa sanguinante e la sorella che cercava di soccorrerlo tamponando la ferita con uno straccio: cadendo il ragazzo aveva sbattuto la testa contro lo spigolo del bancone.
A quel punto, sopraffatta e sconfitta dalle proprie emozioni Linlin si voltò e fuggi via verso la propria nave.
- Sarebbe questo la ragazza di cui ti sei innamorato fratellone? – lo fissò interdetta e preoccupata Helen
- Già, è proprio lei. –  
 
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Era pronta a tornare a Tottoland e non mettere mai più piede su quell’isola, a non vedere mai più Jonathan in vita sua, Linlin era impulsiva, soprattutto quando la rabbia prendeva il sopravvento ed invece si ritrovò a tarda sera a fare capolino dai cespugli che portavano sulla scogliera dove si sedevano sempre lei e Jonathan, sapendo bene che l’avrebbe trovato lì.
Non le importava nulla se rimanendo avrebbe corso il rischio di incappare nell’ira di Raian, lei aveva tutto il diritto di trovarsi in quel luogo, almeno finché non fosse stato Jonathan stesso a cacciarla.
Rimase ferma immobile dietro di lui, fissando la sua schiena e il telo sul quale aveva già fatto posto per lei e sopra il quale aveva appoggiato un cesto pieno di cupcakes.
Sapeva che sarebbe venuta nonostante tutto e la stava aspettando di conseguenza.
- Allora? Ti siedi, guarda che i Cupcakes non resteranno caldi per sempre. – sorrise appena voltandosi.
Linlin sospirò e prese coraggio.
- Scusami. – nemmeno lei poteva credere alle sue orecchie
- Come prego? – rise leggermente lui alzando le sopracciglia completamente stupito da quell’evento più unico che raro – Charlotte Linlin che si scusa? –
- Ho sbagliato non dovevo accusarti. – ripeté imbarazzata
Jonathan le regalò uno di quei sorrisi che solo lui sapeva fare e dopo essersi alzato si avvicinò alla rosa accarezzandole appena la guancia.
- Allora, dimmi, perché prima ti sei comportata così? Dovevi dirmi qualcosa? –
Le gote della piratessa si fecero porpora immediatamente, questa volta in modo tale da impedirle di nasconderlo in alcun modo, ma le parole che voleva confessare al pasticciere non le uscirono in alcun modo dalla bocca.
- Al diavolo! – imprecò stufa e dopo aver afferrato Jonathan per la maglia lo trascinò verso di sé, coinvolgendolo in un bacio piuttosto rude, ma carico di sentimento, un bacio come Linlin non aveva mai dato e per la prima volta in vita sua, baciare qualcuno le piacque, le piacque da moire.
Sentiva il cuore batterle all’impazzata, come se avesse potuto da un momento all’altro uscirle dalla gola, il sapore delle labbra di Jonathan poi era così dolce e buono che nemmeno i suoi cupcakes potevano reggere il confronto.
Si separarono dopo qualche secondo, per riprendere fiato da quel lungo e intenso bacio, ma, dopo un veloce sguardo reciproco, le loro labbra tornarono ad unirsi, questa volta con più delicatezza.
- Ti amo – sussurrò a fior di labbra lui – credo di amarti dal primo giorno Linlin –
Lei sorrise continuando a baciarlo con energia, sfilandogli la maglietta per poi spingerlo sul telo: questa volta non avrebbe resistito e non si sarebbe fatta scrupoli, avrebbe dato sfogo a tutta la passione che provava per Jonathan su quella scogliera e così fece.
Non avrebbe saputo descrivere quanto avesse amato lasciarsi andare quei tocchi e quelle carezze, a quanto avesse adorato sentire le delicate mani di Jonathan passare sul suo corpo nudo, a quando l’avessero mandata in estasi le sue labbra, che poggiavano dolci e leggeri baci sulla sua pelle, non curanti minimamente delle cicatrici da cui era coperta.
Per Linlin il sesso era sempre stato puramente procreativo, non l’aveva mai visto come espressione dell’amore, al massimo come sfogo o come divertimento, almeno fino a quel giorno: quella sera Linlin sentì di poter toccare il cielo con un dito, si sentì felice come non lo era mai stata, tanto da non vergognarsi minimamente nel chiamare il nome del ragazzo più volte durante l’amplesso e persino lei riuscì a ricambiare i gesti delicati di lui, sfiorandolo appena, stringendolo al proprio petto.
Così quella notte sotto le stelle Jonathan e Linlin fecero l’amore diverse volte, senza preoccuparsi di nulla, in quel momento al mondo esistevano solo loro due e nient’altro importava più.
Infine, esausta, la pirata si stese al fianco del pasticciere, passando con delicatezza le dita sul petto di lui.
 
- Dovrai procurati un letto più grande nella tua stanza, non possiamo certo continuare a farlo qui, è scomodo, intanto, per questi giorni, potremmo usare la mia cabina, lì non ci disturberà certo nessuno. –
Il ragazzo si voltò verso di lei, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
- Lo farò, ma ti prego cerca di venirmi a trovare più spesso. –
La donna esitò per un’stante, ma a quel punto fingere non aveva senso, non con lui, non con il suo Jonathan.
- Farò il possibile Jonathan e ti prometto che d’ora in poi sarai tu l’uomo con cui costruirò il mio sogno. –
- Ed io ti prometto che resterò al tuo fianco per sempre Linlin, non dovrai mai più aver paura di restare da sola, non dovrai mai più temere di essere abbandonata, te lo prometto. –
- Grazie… - si limitò a rispondere lei, andando ad unire le loro labbra nuovamente.
- Lo sai Linlin, quando sorridi in quel modo, sei meravigliosa. –
- Io sono sempre meravigliosa! Come ti permetti! –
- Lo so, ma quando hai quel dolce sorriso lo sei particolarmente. –
- Beh, sentiti onorato, nessun’altro al mondo ha mai avuto o avrà mai l’onore di vedere questo sorriso. – ed era vero.
- Sono più che onorato Linlin. –
 
La donna fece un leggero sospiro andandosi a coprire con il telo per poi fissare le stelle che ora brillavano alte nel cielo notturno.
Si chiedeva come avrebbe fatto adesso, ora che c’era qualcuno a cui teneva veramente, ora che anche lei aveva qualcuno da proteggere, ora che nella sua vita non c’era più solo lei, ma si era unita un’altra persona.
I suoi figli c’erano è vero, ma non erano mai stati effettivamente importanti ai suoi occhi, non a livello emotivo quantomeno, aveva gli strumenti per farne altri nel caso peggiore, Jonathan invece era unico, ciò che le faceva provare era unico, ma la vita che lei conduceva non era adatta ad un uomo dolce come lui.
In quel momento Linlin era felice, ma anche estremamente preoccupata, per questo era sempre più convinta che avrebbe portato Jonathan via da lì prima o poi, perché mai avrebbe permesso a qualcuno di strapparle questa felicità che aveva appena trovato.
- A cosa pensi Linlin? –
- Nulla. – mentì
- Lo sai vero di essere una pessima bugiarda? – ripeté a cantilena lui ricevendo in risposta un’occhiataccia seguita da un ringhio e un sospiro.
- Penso a come faremo ora, Jonathan il mio mondo non è adatto ad una persona come te, come faremo a…a far funzionare tutto questo? Per quanto io lo voglia e nonostante debba inghiottire il mio orgoglio per ammetterlo…lo voglio veramente, come potremo far conciliare i nostri due mondi? –
- Io Linlin non ho risposte alle tue domand,, forse ho solo altre domande, quello che posso dirti però, quello che posso prometterti è che qualsiasi cosa accadrà d’ora in poi l’affronteremo assieme, mio piccolo dolce Cupcake. –
La donna strabuzzò gli occhi facendosi completamente rossa in volto per quel nomignolo sdolcinato.
- Come mi hai chiamato? –
- Sei il mio piccolo dolce Cupcake! – sghignazzò lui
- Sei un idiota! –
- Sì, me lo hai già detto. – rispose allegro andando a prendere un cupcake dalla cesta per porgerglielo – Vuoi? Son fatti con la vaniglia che mi hai portato. –
Linlin non rispose nemmeno, si limitò a strappare il dolcetto dalle mani del ragazzo per addentarlo in silenzio, senza però separare il dolce contatto dei loro corpi nudi.
Rimasero in silenzio per diverso tempo, godendosi solamente le carezze l’una dell’altro e mangiando i dolci che Jonathan aveva preparato con le sue stesse mani.
La rosa rimuginò su ciò che era appena successo, a come si fosse esposta, a come si fosse resa vulnerabile per la prima volta in vita sua e al contrario di ciò che temeva non se ne pentiva minimamente, anzi era estremamente felice di averlo fatto.
 
- Sai, credo che questa volta mi fermerò per più tempo. – I Rocks avrebbero potuto aspettare, lei non aveva alcuna fretta di tornare, anche perché aveva il vago dubbio che Newgate avrebbe intuito qualcosa e Linlin non ava alcuna intenzione di sentirlo gongolare e prenderla in giro.
- Mi fa estremamente piacere sentirtelo dire. –
- Naturalmente resto solo per i cupcakes! – sorrise lei
- Ho anche l’onore di ascoltare Charlotte Linlin scherzare? Devo essere veramente un pasticciere eccezionale! –
- Sei solo molto fortunato. –
- Già, forse hai ragione. – rise lui – cosa ne dici se ora ci ritiriamo? Per questa sera potremmo dormire da me, il letto è un po' piccolo per te, ma è comunque sufficientemente spazioso, per una notte dovrebbe andar bene. –
- D’accordo. –
 
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Quando i primi deboli raggi solari filtrando dalla finestra la svegliarono, la prima cosa che Linlin vide fu il viso sereno di Jonathan addormentato contro il suo petto.
La notte precedente dopo essersi rivestiti erano tornati alla casa del pasticciere dove, colti nuovamente dalla passione, avevano fatto l’amore un’ultima volta prima di crollare stremati.
Quello forse era stato il giorno più bello della vita di Linlin finora; anche se lei non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Passò le lunghe braccia attorno al corpo del ragazzo e lo strinse a sé, in un gesto incredibilmente dolce e delicato, completamente estraneo ad una persona come lei.
- Hey, svegliati, ho fame voglio che mi prepari dei dolci! –
- Buon giorno anche a tè mio piccolo dolce Cupcake. – rispose lui aprendo pigramente gli occhi e ricevendo in risposta uno sbuffo imbarazzato.
-  È un soprannome veramente stupido e smielato! Ti proibisco di usarlo! –
- Altrimenti? – la provocò con un ghigno furbo e divertito lui
- Altrimenti te la farò pagare! –
- Tremo tutto. –
- Sai che potrei stritolarti con pochissimo sforzo vero? –
- Già…potresti. – Jonathan spostò leggermente in avanti il capo sul cuscino, andando ad allacciare a sua volta le braccia dietro la schiena nuda della pirata per poi poggiarle un delicato bacio del buon giorno sulle labbra e lei, nuovamente sconfitta, arrossì e distolse lo sguardo per un istante.
- Vuoi sempre dei cupcakes a colazione? –
- Sì, al cioccolato. –
- Perfetto, vestiamoci e scendiamo in laboratorio, così te li preparo, poi abbiam la giornata tutta per noi, oggi sono libero. –
 
Trovarsi tutti gli occhi della famiglia Tew al completo su di sé era una sensazione che a Linlin non piaceva nemmeno un po', Helen la fissava con disprezzo, Raian ci aggiungeva un misto di rabbia e minaccia e quella che doveva essere la madre, spostava costantemente lo sguardo fra lei e il figlio, intento a cucinarle i dolci che lei tanto amava ai fornelli, con uno sguardo carico di preoccupazione.
Voleva urlare loro di piantarla di fissarla, ma tacque, onde evitare di peggiorare ulteriormente la situazione, soprattutto dopo ciò che era successo il giorno prima e che sicuramente quella stronza della sorella di Jonathan non aveva mancato di comunicare a Raian.
Fortunatamente il corvino era un pasticciere molto abile e i dolci furono pronti in brevissimo tempo, così da permettere loro di consumare la loro colazione in una stanza separata, come una vera coppia.
Già una coppia: le faceva così strano pensarci, lo erano diventati ufficialmente? Probabilmente sì, forse lo erano già da prima, semplicemente lei non se ne era ancora resa conto, infondo le promesse che si erano scambiati la sera prima avevano una notevole importanza.
- Ha aperto una nuova locanda in riva al mare, dicono sia squisita, potremmo andarci a pranzo! Poi nel pomeriggio potremmo andare alle terme, cosa ne dici? –
- Finché ci portiamo dietro qualche dolce da mangiare mi va bene tutto. –
- Perfetto! Allora vado a prendere tutto il necessario in casa e torno subito, così possiamo partire! –
Quando Jonathan uscì dalla stanza, pochi istanti dopo vi entrò Helen, che senza alcuna esitazione andò a sedersi dove poco prima era seduto il ragazzo.
L’espressione di Linlin cambiò immediatamente, tornando a irrigidirsi in uno sguardo carico di rabbia e odio.
- Cosa diavolo vuoi? –
- Cosa voglio? – sibilò la bionda -Vorrei che tu sparissi dalla vita di mio fratello, perché lo farai solo soffrire e una come te non porta nulla di buono, né sarà mai in grado di amare veramente, ma non voglio che mio fratello soffra, perché non se lo merita e per qualche ragione lui ti ama. – sputò velenosa – Non sono una stupida non mi ci vuole molto a capire cosa sia successo fra voi, mio padre mi ha raccontato tutto e Jonathan non perdeva occasione di parlarmi di te quando mi chiamava; però sappi questo: mio padre si fiderà anche del giudizio di mio fratello, ma io no, lui è troppo buono e tu non lo meriti, farò di tutto perché lo capisca e ti abbandoni, ma fino ad allora sappi che se lo farai soffrire te la farò pagare molto cara. –
- Come ti permetti tu brutta… -
- Eccomi qua! –
Fortunatamente il corvino fece capolino nella stanza con uno zaino sulle spalle impendendo alla situazione di degenerare ulteriormente.
- Oh, Helen, che ci fai qui? –
- Nulla volevo solo conoscere un po' meglio la fidanzata di mio fratello! Volevo rimediare al nostro primo pessimo incontro di ieri! – rispose lei alzandosi e tirandogli una pacca sulla spalla facendolo arrossire appena alla parola “fidanzata” – Coraggio avrete impegni per la giornata andata pure! Ci pensiamo io e papà qui! -
- Grazie mille Helen! Coraggio Linlin andiamo! –
La pirata senza aggiungere altro si avviò verso la porta assieme al pasticciere chiedendosi come avesse potuto bersi una simile bugia nonostante riuscisse a scoprire immediatamente quando era lei a mentire.
E così quella bastarda avrebbe fatto di tutto per strappargli via Jonathan? Perché lei non lo meritava? Ci doveva solo provare, perché ora che aveva trovato la sua felicità Charlotte Linlin non l’avrebbe lasciata andare per nulla al mondo.
 
 
 
Angolo autore: Niente alla fine è successo! Finalmente questi due non solo si sono baciati, ma si son spinti proprio oltre! Devo dire che non ho resistito e ho spinto sul pedale per questo capitolo, non vedovo l’ora di far iniziare la loro storia d’amore, non mi aspettavo di innamorarmi tanto di una coppia che io stesso ho creato XD
So che Linlin è OOC, purtroppo però, ponendola in un contesto romantico, era inevitabile che succedesse, me la gioco semplicemente sul fatto che si tratta di una Linlin giovane; quindi, può essere plausibile che avesse un carattere diverso aahahah, in tutti i casi ho scelto apposta di mettere l’avvertimento di OOC nelle note sapendo che sarebbe successo!
Detto questo son comunque soddisfatto di come è uscito il capitolo e spero che piaccia anche a voi!
Ringrazio come sempre Giuly, Yumi e Fenris che ogni volta recensiscono con bellissime parole di incoraggiamento! Significa davvero tanto per me!
Grazie mille anche a tutti voi, lettori silenziosi <3
 
Alla prossima!
- Amiba
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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