Le risposte ai commenti, le trovate il fondo! Buona lettura!
CAPITOLO
3:
DEBOLEZZA
Il
suono della sveglia gli fece aprire gli occhi mentre quell'urlo, il
suo urlo, finalmente si spezzò.
I
pugni che stringevano convulsamente il lenzuolo, la gola che
bruciava, il respiro rotto e gli occhi stranamente velati. Velati da
quelle che, scoprì, erano lacrime che rigavano il suo viso,
andando
a ricadere sul cuscino. Gli occhi bruciavano e il naso pizzicava,
mentre dalla gola sfuggivano piccoli singhiozzi.
Appena
si accorse di stare piangendo, Watanuki si asciugò
velocemente gli
occhi con le maniche del pigiama. Chissà da quanto tempo era
in
quello stato... e perché la gola gli bruciava in quel modo,
come se
avesse davvero urlato tutta la notte?
Insomma
era del tutto inutile piangere per un sogno ma soprattutto era idiota
piangere per quello scemo di Doumeki! Perché ora l'aveva
capito...
anche nel sogno precedente era lui la voce familiare che aveva
sentito.
Due
notti, due incubi e in entrambi l'arciere mor... faceva una brutta
fine.
Watanuki,
ancora disteso sul futon, alzò fiaccamente la mano per
spegnere la
sveglia, pensando a quegli strani sogni...
Poi
un pensiero diverso gli attraversò la mente. “Un
momento...”
sussurrò.
“SI
PUO' SAPERE PERCHE' SOGNO QUEL DEFICIENTE?!?! ANCHE NEI SOGNI DEVE
ROMPERE LE SCATOLE?!?” urlò alzandosi a sedere di
scatto.
“Insomma
fra tutte le persone che conosco proprio quella che odio di
più?! Ci
credo che poi sono incubi!!” continuò, cominciando
ad agitarsi
come a suo solito, scuotendo i pugni davanti al viso.
Finalmente
si alzò, il sogno quasi dimenticato, troppo concentrato a
maledire
il compagno.
Si
diresse in bagno. La sua faccia era anche peggiore del giorno prima:
gli occhi rossi e leggermente gonfi per il pianto sovrastavano una
pelle più pallida del normale. Se la sciacquò
bene, migliorando un
po' lo stato in cui si trovava. Poi si diresse in cucina.
Watanuki
però, non si soffermò a pensare perché
fra tutte le
persone, sognasse proprio Doumeki.
***
“Sei sicuro?”.
Non visto, Doumeki aveva smesso di mangiare, per ascoltare il discorso dei due compagni.
Aveva già fatto quella domanda a Watanuki ma, come al solito, non gli aveva risposto. Forse con Himawari si sarebbe aperto di più.
Pensando
questo avvertì una spiacevole stretta allo stomaco che
ignorò, come
era abituato a fare.
“Si
ma certo! È solo che non riesco a dormire molto bene
ultimamente...”.
Dopo
questa affermazione, l'arciere decise di intervenire. “Ancora
incubi?”.
Watanuki
si girò verso di lui ma, mentre rispondeva, non
riuscì a guardarlo
negli occhi. “No... Il rumore dei temporali non mi fa
dormire...”.
Era
una scusa bella e buona ma credibile, considerando che era da giorni
che continuava a tuonare... e che la pioggia aveva davvero smesso di
piacergli.
“Davvero?”
intervenne Himawari. “Anche a me non piacevano i tuoni!... Ma
ero
davvero piccola!” continuò con una risatina.
A
Watanuki sprofondò il cuore quando capì di essere
caduto veramente
in basso se persino la dolce Kunogi lo prendeva in giro.
Si
era appena rifugiato in un angolo facendo cerchietti sul pavimento,
un alone di depressione che lo circondava, quando anche Doumeki si
sentì in dovere di dire la propria.
“È
una cosa comune avere paura dei temporali. Anche se solo gli idioti
lo ammettono.” affermò mentre, con voce atona,
dava con
disinvoltura dell'idiota a Watanuki.
Il quale saltò su iniziando a
urlare, ovviamente.
Il suo scarso auto-controllo ai soliti insulti dell'arciere
stava per fargli rivelare da solo la bugia, quando il più
grande lo
interruppe (per somma fortuna dello scemo dalla bocca larga).
“Vieni
al tempio, dopo aver finito di lavorare da Yuuko-san. Potresti
dormire meglio.”.
Dopo
un attimo di shockato silenzio, il moro poté finalmente
riprendere
ad urlare.
“Ma
che diavolo ti salta in mente, RAZZA DI PERVERTITO!!! Ti sembrano
proposte da fare ad un ragazzo?! Qualcuno potrebbe
fraintend...”
neanche terminò la frase che: “Siete davvero
ottimo amici voi due,
vero Doumeki-kun, Watanuki-kun?” esclamò felice
Himawari, facendo
avverare la frase del giovane.
“NOOOO!
Mia dolce Himawari-chan non ascoltate le blasfemie che questo demente
dice! Le poche volte che apre bocca è solo per dire cose
idiote!!”.
“Guarda
che quello sei tu.” ribatté Doumeki, leggermente
piccato dalle
parole di Watanuki.
“CHE
COSA?!? Ma che dici, non è affatto vero! E non cercare di
rivoltare
contro di me le cose che io stesso dico!”.
La
discussione continuò così, apparentemente normale.
In
realtà entrambi i ragazzi, nascondendosi dietro ai litigi,
celavano
i loro reali pensieri: Doumeki cercava di ignorare l'ennesima stretta
allo stomaco che aveva seguito il rifiuto di Watanuki, mentre questo
evitava di pensare alle conseguenze che ci sarebbero potute essere
se, per caso, l'arciere lo avesse visto nelle condizioni di quella
mattina.
“Accidenti,
avrei potuto inventarmi una scusa migliore! Ora la dolce
Himawari-chan penserà che io sia un fifone!”
pensò mentre grosse
lacrime seguivano quelle parole, mentre nella mente del ragazzo si
formava l'immagine di una Kunogi che scappava da lui, in piedi su un
altare, mentre gridava, piangendo, che non poteva sposare qualcuno
che avesse paura dei tuoni.
“Nooo!
Ti prego mia dolce Himawari torna indietrooo!!”
pensò Watanuki.
“Perché,
dove dovrebbe andare?” la voce di Yuuko spezzò
quelle fantasie, un
sorrisetto stampato sulle labbra.
Il
ragazzo maledisse per l'ennesima volta la sua brutta abitudine di
pensare ad alta voce.
“N-niente
niente... Stavo solo pensando!”
“Solo
gli idioti pensano ad alta voce.” rispose con voce fintamente
atona
Mokona, ripetendo le parole che aveva detto una volta Doumeki.
“Ora
che per una volta non ho tra i piedi quel seccatore, ti ci metti
tu?!” urlò Watanuki, iniziando a rincorrere la
palletta nera.
Lo
sguardo della strega, improvvisamente serio, non si staccò
dal viso
stanco del suo assistente.
Lo
chiamò. Watanuki, sentendo il suo tono, la
guardò, interrompendo di
strizzare il kuro-manjou, finalmente catturato, che piagnucolava con
voce lamentosa.
Si
avvicinò e si sedette accanto a lei, seguendo il suo invito.
“Watanuki,
come stai dormendo in questo periodo?” sembrava una domanda
qualsiasi, ma la strega aveva come al solito centrato il problema.
“Male...”.
Decise di dire la verità.
“Ti
spiacerebbe raccontarmi i tuoi incubi?”.
Non
sorprendendosi che la strega lo sapesse (lo aveva già
accennato il
giorno prima), iniziò a raccontare.
“Quindi,
in entrambi i sogni c'era Doumeki-kun.” disse infine la
donna,
guardando il ragazzo con insistenza.
Il
quale arrossì un po'. Sentirlo dire da lei e con quello
sguardo lo
aveva imbarazzato. Chissà perché poi, in fondo
era solo uno
stupido sogno!
“Nel
primo non ne sono tanto sicuro ma...”
“Si,
era lui.” lo interruppe la strega.
“Se
lo sapeva già, perché me li ha fatti
raccontare?!” ribatte
seccato Watanuki.
“È
importante che tu prenda piena coscienza del contenuto dei tuoi
sogni. E non c'è modo migliore se non
raccontandoli.” spiegò
seriamente la strega.
Dopo
un attimo di silenzio, dove il ragazzo cercava di comprendere quelle
parole, “P-perché è cosi
importante?”
domandò
Watanuki, inquieto dal tono usato da Yuuko.
“Solo
capendo cosa cerca di dirti il tuo cuore, eviterai di venire
sopraffatto.”
“Da
che cosa?” chiese allora il giovane, cercando un modo per
interpretare quelle frasi incomprensibili.
“Questo
dovrai capirlo da solo, Watanuki.” poi cambiando
improvvisamente
tono “Ma ora... altro
sakèèè!” esclamò
allegra, sventolando
la bottiglietta ormai vuota.
Watanuki
preso in contropiede, non poté far altro che avviarsi
borbottando in
cucina, capendo che non avrebbe più cavato un ragno dal buco.
Quando
fu rimasta sola, Yuuko sospirò, accarezzando le morbide
orecchiette
di Mokona.
“Ma
dovrai capirlo in fretta. O altrimenti sarà troppo tardi,
Watanuki
Kimihiro. Per te. Per voi.”
Aveva
deciso di tornare a casa, sebbene fosse molto tardi. Maru e Moro
avevano insistito parecchio per farlo rimanere a dormire in negozio,
cosa che, di solito , avrebbe fatto.
Ma
non se la sentiva di passare la notte lì, con quei incubi
che non
gli davano tregua e le parole della strega ancora impresse nella
mente.
Non
poteva fare a meno di pensarci, anche se non le aveva capite.
Quell'insopportabile
vizio delle frasi incomprensibili aveva ancora il potere di far
infuriare Watanuki, sebbene ormai di frasi di quel tipo ne avesse
sentite a centinaia...
Capire
cosa cercava di dirgli il cuore...
“Che
diavolo vuol dire, eh?!” urlò il ragazzo.
Le poche finestre aperte
a quell'ora e con quella pioggia sbatterono, ma non dopo che i
proprietari avessero espresso ad alta voce il proprio disappunto per
quel ragazzo che strillava nel bel mezzo della notte.
“Tsk...-
borbottò Watanuki abbassando la voce – sono solo
incubi in fondo!
E poi perché diavolo IL MIO CUORE DOVREBBE ANCHE SOLO
PENSARE A
QUELL'IDIOTA DI DOUMEKI?!” strillò, alzando
nuovamente la voce.
“Ma
la pianti? Qui si cerca di dormire!”
“Se
hai problemi con il tuo ragazzo, risolviteli da un'altra
parte!”
“Già,
parlane con lui invece di svegliare noi!!”
Watanuki
borbottò che mai quello scemo sarebbe potuto essere il suo
ragazzo,
che non ci pensava neanche, ma affrettò il passo, scappando
prima di
ritrovarsi inseguito da una folla inferocita.
Arrivato
finalmente davanti al suo palazzo, chiuse l'ombrello e si diresse
verso l' appartamento, sperando ardentemente che il suo cuore non
avesse nulla da digli, quella notte.
***
Erano ormai passati quattro giorni dal discorso con Yuuko, e ogni notte qualche altro incubo faceva visita al ragazzo, portando ogni volta scene sempre più agghiaccianti e sanguinose, dove Doumeki faceva sempre una bruttissima fine. E dove Watanuki era un sempre più disperato osservatore.
Ma
i sogno non erano l'unico problema.
Infatti,
ogni volta che si svegliava, spesso con insensate lacrime che
correvano lungo le guance, si sentiva sempre più stanco.
Il
volto ogni giorno più pallido, le occhiaia che avevano ormai
messo
radici sotto i suoi occhi affaticati.
Era
anche dimagrito di un paio di chili.
Diventava
sempre più difficile evitare le domande, sempre
più insistenti,
dell'arciere e comunque ogni volta che stavano insieme Watanuki
percepiva i suoi occhi puntati costantemente addosso.
Anche
Himawari era davvero preoccupata per le condizioni del ragazzo, che
continuavano a peggiorare.
L'unica
che non faceva domande era Yuuko. Lei si limitava a guardarlo, gli
occhi sempre più seri man mano che le notti passavano.
Lui
continuava a rassicurare tutti, dicendo che stava bene e che non
faceva niente di faticoso.
Ma
ogni volta che riapriva gli occhi, passata la notte, faceva sempre
più fatica ad alzare il braccio e spegnere la sveglia.
Il
quinto giorno non sentì la campanella del pranzo. Non che si
fosse
addormentato, stava ben attento a non farlo! Era semplicemente caduto
in uno stato semi-comatoso, la testa appoggiata alle braccia
incrociate sul banco, lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Doumeki,
vedendo l'altro in ritardo e Kunogi che si preoccupava sempre
più
ogni minuto che passava, decise che era giunto il momento di
intervenire.
A
passo spedito, si diresse verso la classe del compagno, ormai
deserta.
Lo
trovò lì, solo, lo sguardo fisso e vuoto.
Il
panico per un attimo si impossessò di lui, ma velocemente lo
respinse nel profondo del suo animo.
Lo
chiamò, usando di proposito il solito
“Oi” che lo faceva
imbestialire. Non ci fu reazione.
Si
avvicinò. Osò chiamarlo per cognome ma non
successe niente.
La
paura era sempre più difficile da tenere a bada.
Si
inginocchiò, posizionandosi davanti a lui e gli
appoggiò la mano su
un braccio.
Ancora
niente.
Avvicinò
il viso al suo e, con molta poca gentilezza, gli diede un brusco
scossone.
“Oi!”
ripeté di nuovo, la voce più espressiva del
solito. Finalmente, gli
occhi di Watanuki ripresero a focalizzare il mondo intorno a lui. E
la prima cosa che videro fu Doumeki, che non si era ancora mosso, la
mano appoggiata sul suo braccio e il naso a pochi, decisamente
troppo pochi, centimetri da quello dell'altro.
Watanuki,
anche se indebolito, riusciva ad avere sempre le stesse reazioni con
il compagno.
Si
sentì arrossire di botto e, per la sorpresa e l'imbarazzante
vicinanza, cadde dalla sedia, con un piccolo grido.
L'arciere,
sollevato, sporse la testa oltre il banco, fissando quell'intrigo di
gambe che, ora, era Watanuki.
Mordendosi
l'interno guancia per non ridere, disse nel modo più
impassibile
possibile: “tutto bene?”
Watanuki
si tirò su come sparato da un razzo.
“M-ma
si può sapere che fai, RAZZA DI PERVERTITO?!?”
guardandolo
malissimo, il sangue che ancora gli correva verso le guance.
Doumeki
si incupì.
L'imbarazzo
era tanto e di solito lo avrebbe fatto diventare color peperone,
mentre ora lo faceva solo avvicinare vagamente ad il suo colorito
normale.
“Dobbiamo
parlare”. Questa volta era deciso a sapere la
verità e ci sarebbe
riuscito.
“N-non
ho niente da dirti!”. Questa volta si sarebbe dovuto
impegnare per
nasconderla, quella verità.
“È
da una settimana che sei strano- Watanuki fece per aprire bocca ma il
compagno continuò deciso- e non dire che non è
così, si vede
lontano un miglio che sei debole.” Il più piccolo
indietreggiò,
come per sfuggire a quelle domande.
“Hai
iniziato ad avere gli incubi da quel giorno in cui mi hai aspettato,
vero? Che cosa è successo quella sera?”
Accidenti,
questa volta era in trappola! Ormai spalle al muro, non c'era alcun
modo per evitare l'interrogatorio dell'arciere!
“Dai
andiamo... Himawari-chan ci starà aspettando!”
parecchio debole
come scusa.
L'unica
via di salvezza, ormai, era ormai solo la fuga.
Come
se gli avesse letto nel pensiero, Doumeki sbatté entrambe le
mani
contro la parete dietro all'altro, bloccando ogni via d'uscita.
Era
intrappolato dal forte corpo del più grande. Quella
situazione gli
ricordò molto il giorno in cui aveva dato l'occhio destro
per
liberare il compagno dalla vendetta del ragno. In quel caso l'arciere
era parecchio preoccupato... che lo fosse anche in quel momento?
Ma
perché? Questa volta Doumeki non c'entrava nulla! Il
problema era...
solo suo! Perché si... preoccupava per lui?
“Rispondimi!”
Watanuki riemerse dai suoi pensieri per tornare alla disperata
situazione in cui si trovava. “Che cosa è successo
quel giorno?”
ripeté la domanda, con voce più forte,
avvicinandosi ancora di più
all'altro.
Lui
non voleva... non voleva dirgli che ogni notte... lo vedeva morire...
e che piangeva per lui...
Decise
di urlargli contro. Gli avrebbe detto che... non erano aff... affari
suoi...
Aprì
la bocca da cui però non uscì nemmeno un suono.
Le
gambe iniziarono a tremargli, mentre si sforzava di parlare.
“N-non
sono... cose che ti... riguard...” sussurrò.
La
stanza iniziò a girare.
Improvvisamente
notò che l'arciere stava in una strana posizione diagonale.
E che
tutto era sfocato.
Un
forte dolore alla testa e la sua visuale si riempì di gambe
di
tavoli e sedie.
“Watanuki...
Oi! Watanuki!”
L'ultima
cosa che sentì furono le urla di Doumeki che ripeteva il suo
nome,
poi delle braccia che lo sollevavano.
Infine tutto si fece buio.
CONTINUA
***
Note dell'autrice
Ecco il terzo capitolo... Alla fine Watanuki, facendo almeno una cosa giusta nella vita, ha deciso di parlare con Yuuko.
Ma, ovviamente, è stato inutile, perché l'idiota non ha capito una beneameta mazza... Come al solito! U_U"
Ecco gli effetti collaterali di cui parlavo... Perché come dice anche Kimi-chan, il problema non è Doumeki, ma lui stesso (come al solito, di nuovo)...
Ma perché? Che significato hanno quei sogni? E Doumeki riuscirà a scoprire qualcosa?
E ora, saltellando, si va a rispondere ai commenti ^^:
Ayla: Grazie per il "davvero bello"! Sono felice che i sogni ti siano piaciuti... Ho avuto qualche problema con il secondo... non mi sembrava molto espressivo, ma, a quanto pare, mi è riuscito! Sicura sicura che sia Doumeki da salvare? Eh eh... Spero che continuerai a seguirmi e che mi renderai partecipe dele tue varie ipotesi per la storia!
naco chan: ci hai azzeccato! *una strana macchina uscita dal nulla inizia a sparare scintille entusiaste. Yuki, dopo uno sguardo shoccato, decide di ignorarla*
Gli incubi non sono MAI solo incubi! (puoi provare a spiegarlo tu a quello scemo di Watanuki? Io ci ho provato tanto...)... ma chissà per chi dei due saranno pericolosi? E per una volta nella storia Kimi-chan ha seguito un consiglio, il tuo! Ha parlato con Yuuko! Beh, a volte bisogna pure farne qualcuna di giusta, no?
Mi sono stupita del fatto che qualcuno abbia capito il titolo... dopo questo capitolo lo pensi ancora? Spero che vorrai rivelarmi se le tue ipotesi sono rimaste invariate! Sono curiosa! ^^
Yusaki: Grazie per i complimenti! Sono contenta che ti piaccia la storia e lo stile! ^///^ Non ti preoccupare per il mancato commento, poi l'hai fatto no? Grazie ancora!
Brava comunque! Non so se l'hai fatto apposta ma hai detto, prima di inciampare (ah, spero che non ti sia fatta male!), "vi salvo io, tutti e due!"... Quindi anche Watanuki! Brava, hai colto nel segno!
Per i sogni, il mio scopo era proprio quello di strapparti il cuore! Muah ah ah ah! (risata malvagia)... Ma a parte gli scherzi, sono contenta davvero che ti siano piaciuti!
Poi ti volevo fare una domanda, che non centra un accidenti... Ho visto un tuo commento nella sezione di HunterxHunter! Ti piace? A me moltissimo! Fammi sapere, sono curiosa! ^^
Quindi l'angst nello scorso capitolo era abbastanza... angstoso !
Yuppy! Vi ringrazio davvero tanto per l'appoggio e i commenti! ^^
Spero che continuerete a seguirmi e a commentare!
Al prossimo aggiornamento!
Yuki Ishimori