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Autore: Kokus    19/06/2023    1 recensioni
«Non ti preoccupare» sussurrò Chifuyu. «Domani mattina, quando ti sveglierai, io sarò ancora qui, accanto a te».
{Cinque Drabbles in un unico capitolo}
{Questa storia partecipa alla Corsa delle 24 ore – XI Edizione indetta dal forum Torre di Carta}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chifuyu Matsuno, Kazutora Hanemiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1torafuyu


92. Sfiorarsi di mani

Erano pronti.
Ormai mancava poco a quello che poteva rivelarsi lo scontro tra gang più grande di tutti i tempi e Chifuyu faticava ancora a crederci.

L'aria era pregna di tensione, vibrava di un'intensa elettricità che rischiava di esplodere da un momento all'altro e solo per un attimo, per un piccolissimo istante, Chifuyu si domandò se Kazutora si trovasse ancora al suo fianco.
Era come impietrito, stranamente impossibilitato a voltarsi alla sua sinistra per constatare se il suo ragazzo fosse ancora lì, quando avvertì una mano sfiorare impercettibilmente la propria.

Ricambiò quel gesto, quasi non capendo cosa stesse facendo, ma consapevole di avere la persona giusta accanto a sé.

E allora sarebbe potuto succedere di tutto e lui avrebbe avuto la forza di affrontarlo.



96. Grandine

«Cazzo, cazzo, cazzo!»

Kazutora imprecò altre cinque o sei volte prima di trovare le chiavi di casa.
Chifuyu, accanto a lui, si trattenne dall'imprecare a sua volta.

Non avrebbe mai pensato che quello che doveva essere lo scontro tra gang più incredibile di tutti i tempi si fosse ridotto a un nulla di fatto a causa di una violenta grandine scoppiata all'improvviso.
Roba da non crederci, sul serio… si sentiva quasi uno sfigato.

«Dovremmo asciugarci e cambiarci» disse Kazutora una volta entrati in casa. «Poi magari cuciniamo qualcosa, ti va? Io ho fame».

Chifuyu ridacchiò.
Fino a cinque minuti addietro, Kazutora era sul piede di guerra, pronto a fare il culo a chiunque.
Ora, invece, pareva talmente ammansito da risultare irriconoscibile.

«Ci sto».

(Ma in fondo andava bene così).




97. Cuore che batte

Aveva ormai smesso di grandinare ma, in compenso, il pomeriggio stava proseguendo con un violento acquazzone.
Dopo essersi cambiati e aver mangiato qualcosa, Chifuyu e Kazutora si erano accoccolati sul divano, intenti a guardare qualche programma divertente in televisione.

Chifuyu in realtà non stava seguendo nulla poiché era distratto da qualcos'altro: aveva il capo poggiato sul petto di Kazutora e non poteva non lasciarsi cullare dal dolce suono del suo cuore che batteva placido nella cassa toracica.
Eppure c'era qualcosa che stonava in tutto ciò, ed era il modo in cui Kazutora lo stringeva forte a sé, disperato.

Così Chifuyu decise di staccarsi da lui — con non poche difficoltà — e lo guardò dritto negli occhi.
«Qualcosa non va?»




98. Libro aperto

Kazutora ricambiò lo sguardo e un sorriso rassegnato gli incurvò le labbra sottili.
«Te ne sei accorto?»

«Certo che sì. Se come un libro aperto, per me. Lo sai».
Kazutora sorrise un'altra volta. «Certo che lo so».

«Allora?» lo incalzò Chifuyu. «Cos'è successo?»
Il ragazzo si morse il labbro inferiore, gli occhi colmi di terrore.
«Ti stavano per accoltellare» ammise in un soffio. «Durante lo scontro. Me ne sono accorto quasi all'ultimo, tu eri girato di spalle e…»
Si interruppe, lo sguardo fisso nel vuoto.
«Ho avuto paura. E non volevo più pensarci, ma mi è tornato tutto in mente nel giro di un attimo».

Chifuyu deglutì a fatica.
Cielo, aveva davvero rischiato così tanto?

Si avvicinò a Kazutora, sfiorandogli le labbra con le proprie.
«Grazie per avermi protetto».




94. A letto, l'uno di fronte all'altro

Nonostante Chifuyu avesse giurato a se stesso che mai più nella vita sarebbe entrato nella camera di Kazutora (la quale era, per essere gentili, un vero e proprio pugno nell'occhio in fatto di colori e arredamento), alla fine quella notte l'avrebbe trascorsa con lui, nel suo letto.

E aveva deciso di farlo soprattutto perché Kazutora aveva bisogno di essere rassicurato dopo quanto era accaduto quel giorno.
(Sono qui e lo devo a te).

Erano stesi l'uno di fronte all'altro e nessuno dei due era intenzionato a chiudere gli occhi per primo, anche se Kazutora stava pian piano cedendo al sonno.

«Non ti preoccupare» sussurrò Chifuyu. «Domani mattina, quando ti sveglierai, io sarò ancora qui, accanto a te».

(Non sarebbe altrimenti se tu non mi avessi salvato oggi).
(Grazie).
   
 
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