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Autore: aelfgifu    20/06/2023    4 recensioni
Durante il viaggio di ritorno in Germania dopo l’eliminazione della nazionale tedesca dal torneo olimpico, Karl-Heinz ammazza il tempo pensando all’incontro di poche ore prima con i suoi due migliori amici [Ispirato dai capitoli 117-119 di Rising Sun].
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tre amici'
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A Farewell to Our Green Years - Karl-Heinz 

 

Gli aerei saranno il mezzo di spostamento più veloce che esista finora al mondo, ma non sono il teletrasporto. Perciò, volare dall’estremo Occidente d’Europa al cuore del Continente vuole dire anche perdere circa cinque ore, tra il volo charter dalla Galizia a Madrid e il volo di linea da Madrid a Monaco.

Sull’aereo nessuno ha voglia di parlare, ognuno si occupa dei fatti suoi. Schweil si dedica a un videogioco, Manfred ascolta musica, Müller guarda un film, altri dormono. Si sente la mancanza di Hermann, che di solito è l’anima di tutte le trasferte, con la sua vitalità e la sua resistenza al sonno. Lo staff tecnico si è riunito nel salottino di prima classe con una serie di scartoffie, per discutere di schemi e miglioramenti tattici e progettazione del team. 

Karl non può prevedere il futuro, non sa che tra qualche anno ripercorrerà lo stesso cielo come vincitore della Champions League, proprio dopo aver sconfitto Tsubasa, circonfuso di un alone di gloria sportiva e con il polso della mano sinistra fratturato. 

 

1.  Il video 

 

Non accetterò mai più scommesse del genere. Certo, mi hanno visto mezzo nudo in milioni di altre occasioni, ma così è stato proprio imbarazzante. Cioè, in realtà mi sono anche divertito a fare finta di essere uno stripper, ma ho una dignità da difendere.  Speriamo che qualche cretino non posti il video sul web! Quando gliel’ho fatto presente, il nostro social media manager s’è fatto quattro risate, secondo lui un video di Schneider che si spoglia a suon di musica potrebbe essere un booster fenomenale (parole sue) per il rimbalzo pubblicitario mio, della squadra e della società. “Ricordati che un bel ragazzo nudo vende sempre” ha detto. Quell’uomo è un mostro! 

 

2.  La maglia a brandelli 

 

La maglia di Genzo era ridotta a brandelli, con uno squarcio diagonale e tanti piccoli strappi sparsi sulla schiena. I segni di come ho letteralmente calpestato Gen, che è più alto e più massiccio di me, ma questo non mi ha impedito di passargli sopra come un carro armato. Dovevamo essere usciti di senno, tutti. Come certi animali, che quando sentono l’odore del sangue diventano furiosi e attaccano, mordono e sbranano qualsiasi cosa si metta sulla loro strada. Avrei potuto ferire Genzo anche peggio di così, avrei potuto procurargli ferite irreversibili. Non posso non pensarci e la sola idea mi fa star male. Ha ragione Hermann, dovremmo tutti darci una calmata. 

 

3. L’annuncio di Genzo 

 

Mi ha lasciato senza fiato. Dicono che io sia una specie di concionatore, ma quando si arriva ai proclami ad effetto lui mi straccia. “Sfideremo Tsubasa”. (E a proposito, Ozora è il numero uno, è imbattibile nei proclami a effetto e nelle concioni motivazionali. Di fronte a lui, Genzo e io facciamo ridere i polli).

Una cosa è certa: per Genzo, Tsubasa Ozora  è il leader del Giappone, è un collega sulla ribalta internazionale, ed è anche la sua infanzia, l’immagine dei suoi dodici anni, la fiamma accesa quand’era bambino che lo ha portato fin qui: ma la sua vita, i suoi affetti e il suo lavoro sono in Germania. Quando ha detto “noi”, intendeva me e lui, noi e la nostra squadra.

 

4. Gli occhi di Hermann 

 

Quando due occhi allegri per definizione si intristiscono improvvisamente. Come un cielo sereno in cui non preannunciate e rapide si adunano nubi scure, e si sente il tuono che romba a distanza: un temporale è vicino. L’annuncio di Genzo ha ferito Hermann, gli ha fatto profondamente male. Eppure lui lo sapeva prima e meglio di me che il modo in cui è stato trattato avrebbe spinto Genzo a rompere con l’HSV. Solo non ha potuto fare a meno di soffrirne. Il suo fraterno amico che se ne va. Ha ragione, è uno strappo che non si ricuce, sono i nostri quattordici anni che non torneranno più. Ci restano i ricordi, un percorso comune, l’amicizia, ma ora siamo uomini soli col loro destino.  Genzo e io siamo troppo orgogliosi per confessarlo, a noi stessi e agli altri, mentre Hermann ha sempre avuto la forza di dire quello che gli suggerisce il cuore: siamo pronti ad affrontare la vita eccetera eccetera, ma quanto ci mancano quegli anni! 

 

… anch’io vi voglio bene, ragazzi

  
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