Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: KaronMigarashi    21/06/2023    0 recensioni
[ fandom: Predator//Mass Effect Andromeda ]
Il Clan yautja Red Star ha scoperto recentemente che la Galassia di Andromeda è stata presa d'assalto da numerosi coloni multi-specie appartenenti alla lontana Via Lattea. Dopo un disastroso incontro alla stazione Nexus, il giovane gruppo di yautja stringe con i nuovi abitanti un patto di tolleranza avendo un nemico in comune: i Kett.
Finché i Kett resteranno la maggior preoccupazione dell'intera Galassia è stato vietato qualunque scontro tra Yautja e il resto degli alieni.
Nora Ternion, umana operaia, e Viper, l'ultimo giovane blooded del Clan, saranno i primi ad avvicinarsi e instaurare così un rapporto goffo e bizzarro di amicizia inter-specie.
( Tutti i termini in asterisco sono presi e tradotti in italiano dalla lingua ufficiale yautjana dei Predatori. )
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Red Star'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Al riparo da occhi indiscreti, assieme a Nora, Viper si era rifugiato sulla sua nave personale. Con solo la galassia ad illuminare i contorni della donna, nel caldo tepore dei motori accesi e trascinato la pelle di un Galorn sul pavimento metallico, si era avvinghiato a lei non appena messo piede dentro l'ampia cabina di pilotaggio. Dall'attacco dei Roekar erano passati alcuni giorni e da allora fu come se su di lui si fosse acceso un interruttore: non riusciva a non fare a meno di Nora. Sentiva il costante bisogno di averla a sé, di toccarla e sentirla. Bastion lo aveva definito una specie di imprinting amoroso, usando le parole degli umani. Un'attrazione inspiegabile verso il muschio che Nora inconsapevolmente emetteva soltanto in sua presenza. Non era forte da risvegliare in anticipo il corpo alieno oltre la stagione riproduttiva, ma era abbastanza da eccitarlo mentalmente. Non poteva unirsi a lei fisicamente, ma possedeva mani e lingua come qualunque altro essere umano...

“ Viper. “

L'aveva schiacciata contro la Cupola, intrappolandola tra le sue braccia e con i palmi aperti ben premuti sul finestrone circolare che decorava una delle pareti della cabina. Attraverso di essa intravedeva il riflesso dell'umana e non distolse mai lo sguardo da esso, bloccandola sia con il corpo che con gli occhi. E lei non fuggì. Sentiva la sua tensione attraverso i muscoli, ma non la vide mai accennare a muoversi lontano da lui. 

“ M-di H'dlak*. “

“ Non è quello... io... non ho mai... “

Le passò le mani sui seni, notando quanto fossero troppo piccoli per le sue dimensioni, e la sentì sospirare. Strinse appena la presa, faceva fatica ad ammettere perfino a se stesso che stava provando paura nel poterle fare del male in qualsiasi maniera. Non era ottuso, per quanto Nora fingesse sicurezza, lui era comunque costretto a ridimensionare la propria forza di molto. Se abbassava la guardia i morsi potevano diventare squarci e le semplici carezze spezzarle le ossa. Tra i due a tremare di più era lui. 

“ Fiducia, Norah. “

Quello che le stava chiedendo non era poco: completa fiducia in un alieno grande il doppio di lei e con una forza superiore a qualsiasi altra creatura esistente. Viper andava orgoglioso di ciò che era, della propria diversità anche nell'aspetto fisico. Ma non sarebbe stato quel dettaglio insignificante ad allontanarlo dall'umana. E Bastion e tutti gli altri del Clan potevano ciarlare quanto volevano al riguardo: che era malato o un depravato, che era sbagliato e che stava superando il limite consentito. La sua mente voleva Nora e il suo corpo la bramava come mai gli era successo con le femmine della sua razza. E quando sentì la sua umana cedere sotto il proprio peso in una dolce resa, lui non riuscì a reprimere un ringhio di vittoria mentre le allargava l'apertura della tuta termica sul davanti e affondava la lingua biforcuta tra i seni esposti.  
 

Nexus, QG dei Pionieri.

Tutti stavano discutendo animatamente tra di loro, parlandosi sopra come pescivendoli di strada: Tann, Kesh, Addison e perfino Kandros, il più pacato del gruppo. L'unico che taceva era Ryder, il Pioniere umano. Passava lo sguardo su ognuno di loro, ma non li vedeva realmente. Se ne stava in disparte, in piedi, tra le mani teneva il casco N7 del padre, che aveva fatto riparare e che aveva poi indossato sul resto dell'armatura senza più sostituirlo con altri. Passava i pollici sulla vernice sbeccata con gesti lenti, sentendone ogni minima sfaccettatura. E pensava. Non riusciva a non rivivere ciò che era accaduto su Havarl sotto i propri occhi. Un'umana era riuscita a calmare la furia di uno yautja. Ryder conosceva quegli alieni come una delle razze più sanguinarie della Galassia Andromeda, ma si era ben visto dall'averci qualcosa a che fare. Era lì con uno scopo: ripopolare e studiare. Non serviva l'ennesimo scontro mortale tra umani e alieni, la storia era ben costellata di pessimi esempi. Turian, Krogan, Razziatori, Cerberus... aveva avuto il poco piacere di conoscere gli yautja tramite il Capo Clan dei Red Star piantonati al porto spaziale, gli era bastato sapere che odiavano i Kett tanto quanto loro quindi non era stato difficile tenerseli “ buoni “, se così poteva dire. Com'era quel motto che sentiva spesso da Cora? “ Il nemico del mio nemico è mio amico. “, una sola frase per descrivere il tipo di relazione che il Nexus aveva intrecciato con quegli alieni. Fin'ora entrambe le fazioni avevano evitato di calpestarsi i piedi a vicenda, ma quanto poteva durare? E quando i Kett sarebbero stati sconfitti? A confronto con tale dubbio la piccola vittoria ottenuta sui ribelli Angara era di ben magra consolazione. 

“ Pioniere, qual è la sua opinione in tutto questo? Non crede anche lei che a lungo andare possa rivelarsi tutto troppo pericoloso? “

Tann come al solito cercava in tutti i modi di portarlo dalla sua parte, ma stavolta ammise, non senza una punta di rammarico, di pensarla allo stesso modo. Un'umana e uno yautja assieme era un ricettacolo instabile e pericoloso. Come potevano due razze tanto diverse poter anche solo restare nella stessa stanza senza ammazzarsi? Senza astio o sospetti l'uno verso l'altra? Non era fattibile dal suo punto di vista. E anche suo padre sarebbe stato d'accordo con lui, ne era sicuro.

“ Quello che non capisco, Tann, è come ha fatto una semplice operaia edile ad avvicinare un predatore. “

Gli sventolò in faccia il datapad che usava per lavorare, sull'oloschermo arancione era stato aperto il fascicolo di Nora. Il suo passato e il suo presente erano nelle proprie mani adesso, aperti e chiari come la luce del giorno. Una giovane donna, una lavoratrice che non aveva mai dato problemi se non un recente incidente sul posto di lavoro e neanche per colpa sua.

“ Ryder, abbiamo davanti a noi un esempio lampante di come è davvero possibile creare un legame tra specie diverse. E non siamo su Andromeda proprio per questo? Signori, vi dico soltanto che se voi continuate a vedere in loro minacce e sotterfugi allora l'intero Progetto possiamo buttarlo nel cesso. E chi si è sacrificato per esso sarà morto invano. “

Kesh parlò con durezza, ma sempre con quella sincerità che non dava modo di replicare in alcuna maniera. E come sempre aveva ragione. 

“ E cosa dovremmo fare? “

“ Lasciare che questo legame si sviluppi! “

“ E se esplode? Non metterò a rischio l'incolumità delle nostre colonie per due incoscienti con gli ormoni alle stelle. C'è troppo in gioco, Kesh. “

Per assurdo, a mettere tutti d'accordo sul da farsi fu Kandros che, seppur incerto, propose l'unica soluzione sensata a quel nodo da sciogliere. 

“ Posso incaricare uno dei miei per tenere d'occhio l'umana. Se le cose dovessero andare di male in peggio non esiterà ad intervenire. “

E non gli era di certo sfuggito il sottinteso all'ultima parola. Intervenire... praticamente gli stava comunicando che pur di tenere al sicuro la loro gente era capace di uccidere uno yautja. Erano pronti a correre il rischio?

“ Molto bene. Ma che sia fatto tutto con discrezione, non abbiamo bisogno di dare altro materiale a T'Vessa con cui giocare. “

Con quelle ultime parole decise di averne avuto abbastanza e, indossando il casco N7 sul capo, mise fine ad ogni possibile discussione al riguardo. 
 

Più di duecento anni lontano da casa. Yautja Prime. Anni usati per colonizzare pianeti, cacciare e dare vita ai futuri predatori. I Red Star erano partiti dal loro pianeta natale con nient'altro che una nave madre spoglia, con una manciata di razioni in scatola e pellicce per coperte, adesso possedevano trofei, nuove tecnologie e un bagaglio di conoscenze immenso. Ma un senso di nostalgia iniziava a farsi sentire, così come anche la vecchiaia. Elder strinse il pugno con tutta la sua forza, ma quando le dita squamate iniziarono a tremare, non riuscì a chiuderlo del tutto. Corrugò le spine sopraccigliari in un'espressione di disappunto, per la prima volta era preoccupato. Alcuni membri più giovani del Clan iniziavano ad essere irrequieti e non avevano torto: la loro nave era ferma per via un'alleanza che stava stretta a molti di loro, ma sapeva che era necessaria. L'intromissione dei Kett nella loro Caccia non poteva continuare in eterno, ma i Red Star erano pochi, almeno per quanto riguardava i cacciatori... cuccioli e femmine erano esclusi da tutto ciò che non li riguardava direttamente e mai un singolo maschio di quel Clan avrebbe fatto qualcosa per metterli in pericolo. Erano il loro futuro, e andavano protetti. A ogni costo. Quindi l'alleanza con il Nexus era accettata, almeno finché sarebbe rimasta proficua per loro. Elder era un capo di larghe vedute, ma il suo popolo veniva prima di ogni altra forma di vita esistente, e se anche solo un estraneo si sarebbe rivelato una minaccia allora non avrebbe esitato ad alzare le armi e a dichiarare guerra a tutta la Galassia.
Fino a quel momento però poteva dirsi compiaciuto dei risultati ottenuti. L'unico grattacapo imminente da risolvere aveva una natura alquanto bizzarra. 

“ Anziano. “

Ancora prima di sentire la sua voce, Elder aveva avvertito Bastion entrare nella Sala delle Mappe dalla pesantezza dei passi. Inconfondibili fra tutti gli altri. 

“ Eccoti. “

Dopo essersi scambiati i segni di rispetto reciproci, Elder aveva sempre meno voglia di perdere tempo e andare invece dritto alla fonte del problema. Sul tavolo ovale posto al centro della stanza, la mappa olografica del Nexus si aprì ai loro occhi e illuminò di azzurro luminescente i contorni dei due corpi imponenti. 

“ Bastion, cos'hai visto su Havarl? Dobbiamo preoccuparci del giovane Viper? “

“ Potrei dire che Viper sta' sviluppando un forte interesse per gli Andromediani, ma non è così. Ad interessarlo è soltanto un'umana in particolare e questo è più preoccupante. “

“ Immagino che sia la stessa ooman con cui ha perso il controllo. “

“ Esatto. “

“ Anziano, con tutto il rispetto, ma credo che un allontanamento da questo spazio porto gli sarà utile. Mandiamolo in uno dei nostri avamposti nella Galassia, lasciamo che si spenga da sé questa... malsana attrazione. “

Elder non riuscì a reprimere un borbottio di disappunto al riguardo. Aveva adottato il giovane blooded alla morte della madre, una creatura gloriosa e magnifica e che ricordava con estremo piacere, e l'aveva cresciuto come suo. Sangue del suo sangue. Aveva condiviso cibo ed esperienza con lui, gli aveva donato la conoscenza e un ottimo addestramento. Ora era ad un passo dal diventare un adulto fatto e finito, ma i continui problemi che accompagnavano il suo cammino erano via via sempre più estenuanti. Ciò che Bastion gli stava chiedendo di fare non era facile, praticamente un esilio forzato dalla nave principale della flotta... ma era davvero il passo giusto da compiere? 

“ Lasciami pensare. “

Aveva bisogno di tempo. Non poteva fare altro al momento. Pensare e meditare su ciò che era giusto fare. E non era mai facile.

“ Tienilo occupato. Anche a costo di affidargli gli incarichi più indegni al suo rango militare. Fai in modo che si allontani dalla ooman di sua spontanea volontà. Ma senza infrangere il Codice. “

“ Sarà fatto. “
 

Nora si rivestì in silenzio, accompagnata soltanto dal ronzio dei motori e il basso ringhio russante di Viper alle sue spalle. Si sistemò la stoffa morbida della tuta bianca sul corpo, facendola aderire su di sé come una seconda pelle, e quando chiuse la cerniera dell'apertura sul davanti ogni segno del passaggio dell'alieno sul suo corpo venne nascosto. Per la prima volta non aveva pensieri ingarbugliati nella testa, sentiva un vuoto che però non le dispiaceva. Una leggerezza che non aveva mai provato prima. E arrossì per l'ennesima volta nel ricordare ciò che aveva condiviso con Viper. 
 

Si fermò ad ammirare lo spettacolo mozzafiato che lo spazio le donava: pianeti, stazioni sospese, luci. E un manto nero come la notte. Il rapporto con lo yautja si era evoluto di un altro passo, ma non sapeva ancora dare un nome specifico. Una definizione a ciò che erano adesso. Cosa rappresentavano? Amici? Amanti? Erano entrambe le cose e al tempo stesso erano di più di quello. Provò ad immedesimarsi in altre persone, chiedendosi come avrebbe reagito Niarala ad esempio. Sarebbe andata fuori di testa al solo pensiero! Le fece male perfino pensarlo, ma decise di tenere per sé quella notte. Era un ricordo prezioso che apparteneva soltanto a lei. Con le dita affusolate accarezzò la minuscola fiala che aveva appesa al collo come collana. Le ghiandole luminescenti del Galorn rilucevano di un bagliore azzurrognolo quasi inquietante sul poliestere dei guanti bianchi che indossava. Il ricordo di un altro cambiamento. Adesso che ci pensava era ironico che avesse così tanti doni di Viper quando invece di Vorlan non possedeva nulla. Ed era stata la sua relazione più importante. E unica e diversa. Un piccolo timido sorriso si espanse sulle labbra rosee nel pensare che il suo vecchio amore non avrebbe mai osato toccarla come aveva fatto Viper quel giorno. E il cuore prese a battere impazzito, tamburellando pesante nel suo petto. 

“ Stai bene, dahdtoudi**? Il tuo cuore è veloce. “

Il traduttore vocale gracchiò nell'oscurità senza più spaventarla. Il fruscio delle pellicce che venivano scostate sul pavimento le fece immaginare ciò che già sapeva: un Viper in piedi dietro di lei e completamente nudo.

“ Io... stavo solo pensando. “

E lo trovò maledettamente difficile da fare con lui che affollava ogni suo pensiero. Peccato che il traduttore non riuscì ad interpretare il tono compiaciuto dell'alieno quando parlò di nuovo. 

“ Lo vedo bene. “

“ C-come? “

“ Il tuo sangue. Ruggisce nelle vene. Pensieri buoni? “

“ Ora non fare il maschio alpha! “

“ Parlo ciò che vedo, Norah. “

“ Già, ed è maledettamente seccante. “

“ Ti piace. “

“ Il suono della tua voce? Soltanto a te, yautjano. “

E continuarono così, a punzecchiarsi a vicenda in un gioco da bambini, tra risate umane e ticchettii alieni, mentre la piccola navicella li riportava al Nexus. A casa.



NOTE D'AUTRICE

* letteralmente “ Nessuna paura. “
** letteralmente “ piccola lama “. Viene usata dai maschi yautja come soprannome vezzeggiativo da dare alle proprie compagne o ai cuccioli del clan. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: KaronMigarashi