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Autore: Justice Gundam    27/06/2023    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI

Capitolo 18 – Fuori dal Grigiore 

 

Riprendendo fiato dopo lo scontro con Vreeg, Devargo e i loro scagnozzi, la Compagnia del Draco si era presa un momento per rimettere in sesto i feriti - in particolare Fedra, che era appena uscita vincitrice da un duro scontro con il Re dei Ragni in persona. Krea, ancora frustrata per essersi fatta scappare Vreeg da sotto il naso, attese comunque con pazienza che Runyar finisse di curare i feriti. Il nano chierico di Abadar si era messo in una posizione di meditazione e aveva fatto scorrere un'ondata di energia positiva attorno a sè - come aveva fatto per affrontare i non-morti che li avevano aggrediti all'inizio della spedizione, ma nel caso dei suoi compagni di squadra, tale energia aveva avuto l'effetto di guarire le loro ferite e lenire i dolori della battaglia. Nel frattempo, i fratelli Vancaskerkin avevan fatto in modo di tenere separato il braccio tatuato del golem carogna, una parte del corpo del ragazzo Shoanti che erano stati inviati a recuperare.

"Uff... grazie tante, Runyar. Adesso va decisamente meglio." affermò la caligni, guardandosi le braccia ora intatte. Rilo guardò la sua coetanea con espressione preoccupata, ma si tranquillizzò quando quest'ultima gli fece un sorriso e un segno dell'okay. "Allora, che aspettiamo? Quel piccolo bastardo di un derro non può essere andato tanto lontano. Secondo me, se ci sbrighiamo possiamo ancora prenderlo."

"Stai attenta, Fedra. Quel mostriciattolo non è uno sprovveduto. Potrebbe ancora avere qualche scagnozzo non-morto qui in giro." la avvertì Krea. La caligni fece cenno di aver capito prima che lei, Rilo e Majenko si dirigessero con prudenza fuori dalla stanza, cercando di seguire le tracce che il derro negromante aveva lasciato - impresa non facile, in quei corridoi angusti e scarsamente illuminati. Tuttavia, grazie alla sua vista perfettamente adattata a quelle condizioni di luce, Fedra riuscì a distinguere alcune deboli tracce che il vile Vreeg si era lasciato dietro.

I due ragazzi e Majenko seguirono la traccia che Fedra era riuscita a trovare, passando per la stessa strada che Vreeg aveva percorso poco prima nel frenetico tentativo di sfuggire agli agenti della corona. Tuttavia, mentre si avvicinavano all'uscita, si resero presto conto che c'era qualcosa di strano - alcuni derro giacevano a terra senza vita, uccisi in maniera rapida e brutale, e i tre compagni sapevano per certo di non essere mai passati per quella zona del covo di Rolth Lamm.

"Ma che è successo qui?" si chiese il piccolo Majenko, svolazzando per dare un'occhiata di sfuggita al corpo senza vita di un derro che giaceva sul pavimento con una larga ferita al torace. "Guardate questo! Ho l'impressione che qualcuno l'abbia pugnalato! C'è stato qualcuno qui, prima di noi?"

"Non ne ho la più pallida idea..." commentò il giovane Rilo, mentre evitava per un pelo di inciampare nel corpo di un altro derro. Il terzetto svoltò un angolo, dirigendosi verso quella che sembrava essere un'uscita verso il Grigiore... ma Rilo si fermò di colpo con un'esclamazione di paura e sorpresa, trovandosi all'improvviso faccia a faccia con una visione agghiacciante!

Davanti ai suoi occhi, appeso per i piedi al soffitto si trovava Vreeg ormai cadavere, la gola tagliata da un orecchio all'altro, e il volto contorto in un'espressione di orrore e raccapriccio, la bocca rimasta aperta per sempre in un silenzioso grido di terrore, gli occhi vitrei e fissi nel vuoto. Quel poco che rimaneva della sua sudicia toga era intrisa di sangue uscito da varie ferite sul torace di Vreeg, segno che il suo assassino doveva avere del livore personale nei suoi confronti. Di fronte a quella vista scioccante, Rilo fece un rapido passo indietro e, credendo di essere in pericolo, sguainò il suo pugnale e lo puntò contro la minaccia... solo per rendersi conto che in effetti non era una minaccia.

"Rilo, che succede... Ah!" Fedra iniziò a chiedere, interrompendosi di colpo davanti al corpo senza vita di Vreeg.

"Questo succede, Fedra. Qualcuno ha fatto fuori quel derro prima che noi potessimo beccarlo." rispose il giovanissimo stregone. Majenko svolazzò verso il corpo di Vreeg, guardandolo con espressione disgustata. "Da una parte, non posso dire che mi dispiaccia per lui. Dall'altra... speravo che avremmo potuto cavargli qualche informazione."

Majenko strinse gli occhi mentre guardava più da vicino il cadavere appeso per i piedi al soffitto basso, e notò qualcosa che i suoi compagni non avevano ancora visto - un piccolo foglio attaccato ai rimasugli della veste di Vreeg, dove qualcuno aveva scritto qualcosa in bella grafia. Pensando che potesse trattarsi qualcosa di importante, il draco domestico staccò il foglio e lo portò a Rilo.

"Padroncino Rilo! Signorina Fedra! Guardate cosa ha trovato Majenko qui!" esclamò il draghetto. Stupito ed incuriosito, Rilo ricevette il biglietto dalle zampette del suo amico - ancora macchiate del sangue del suo ex-aguzzino - e si mise sotto una delle luci magiche appese ai muri, in modo da poter leggere il messaggio.

E quello che lesse lo lasciò interdetto. Il comunicato era rivolto a Rolth Lamm, e suonava al tempo stesso sibillino e minaccioso...

 

Rolth, vieni a pescare con noi. Ci manca giusto un Lamm.

 

"Hm? Ma... che diamine..." commentò Fedra, sorpresa da quello strano messaggio. "E... ovviamente non si firma. Sarebbe stato chiedere un po' troppo, immagino."

Rilo e Majenko fecero una breve risata per la battuta della loro compagna, per poi concentrarsi di nuovo sulla situazione che avevano per le mani. "Credo... che dovremo occuparci di questo problema una volta che avremo completato la nostra missione. Dobbiamo trovare e rimettere assieme il corpo di quel ragazzo Shoanti, prima che la sua gente venga a cercare vendetta su Korvosa. Lo sciamano Mille Ossa non sarà in grado di farli stare calmi per sempre, dopo quello che è successo."

"E' vero..." ammise Fedra. "Ma questo messaggio è comunque un'altra pista che non possiamo ignorare. Dobbiamo starci attenti."

Rilo annuì con decisione e si mise in tasca il messaggio, facendosi un appunto mentale di farlo vedere quanto prima a sua sorella e a Kostur, non appena fossero riusciti a rimettere assieme il corpo di Gaekhen...

 

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"Quindi... qualcuno ha fatto fuori quel derro prima che potessimo agguantarlo?" chiese Krea con percettibile frustrazione. Anche lei, evidentemente, sperava che Vreeg potesse dare loro un po' di informazioni utili, che magari potessero portare alla cattura di Rolth Lamm. "Beh, questa è un'altra pista sulla quale dovremo indagare. Chiunque sia stato... ho la sensazione che ce lo ritroveremo ancora sulla strada."

"Potreste dirmi dove avete trovato il corpo del derro?" chiese Kostur ai due avventurieri più giovani.

Rilo disse di sì con la testa - essendo un investigatore della guardia cittadina di Korvosa, sicuramente Kostur sarebbe stato più abile di loro nel trovare degli indizi che potessero dire loro qualcosa di più sul misterioso individuo che aveva ucciso Vreeg e gli altri derro. Indicò a Kostur la strada che lui, Fedra e Majenko avevano fatto, e il mezzorco, accompagnato dalla caligni nel caso ci fosse stata qualche altra insidia nascosta, si diresse nel punto indicato, mentre il resto del gruppo si occupava di cercare e recuperare il resto del corpo di Gaekhen, nella speranza che non fossero andati perduti...

 

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In una orrida stanza che dava l'impressione di una sala operatoria, e nella quale si erano sicuramente succeduti abominevoli esperimenti contro natura, gli agenti della corona avevano trovato una delle rivoltanti creazioni di Rolth Lamm. Un umanoide alto più di due metri era disteso sul tavolo operatorio, composto da pezzi di cadaveri pazientemente saldati e ricuciti assieme, e collegato a degli inquietanti meccanismi, sicuramente intesi per infondere vita nella creatura una volta che la sua creazione fosse stata completata.

"Per la miseria... ma che razza di spostato è questo negromante?" chiese Verik, osservando con disgusto quell'accozzaglia di pezzi umani. Mancavano soltanto alcune parti al completamento del mostruoso costrutto. "Questo... questo è un altro golem carogna... o qualcos'altro?"

Krea esaminò rapidamente i macchinari accanto al tavolo operatorio. "Hmm... no, questo mi dà l'impressione di essere un golem di carne vero e proprio. Molto più pericoloso di un golem carogna, e soprattutto, costruito con una tecnica di gran lunga superiore." rispose la ragazzina Varisiana.  "Comunque, meglio dare un'occhiata anche a questa cosa. Quel Rolph potrebbe aver usato qualche parte del corpo di Gaekhen per costruirlo."

I fratelli Vancaskerkin e Krea, con un po' di comprensibile riluttanza, cominciarono a dare un'occhiata più da vicino al golem lasciato incompiuto, tenendo sempre una mano sulle loro armi come se avessero paura che da un momento all'altro la creatura si sarebbe alzata e li avrebbe agguantati. Per fortuna, il costrutto era ancora del tutto inerte, e non fece alcuna mossa mentre gli agenti del Trono Cremisi esaminavano attentamente ogni sua parte.

Finalmente, Krea arrivò alla testa del golem: stranamente piccola rispetto al corpo, aveva un aspetto giovanile, con i capelli castani arruffati... e una cicatrice piuttosto profonda sulla guancia sinistra, che ad una prima occhiata sembrava essere stata fatta dall'artiglio di qualche strana bestia. La giovane magus annuì tra sè e fece un piccolo sorriso soddisfatto. Si trattava quasi sicuramente della testa di Gaekhen.

"Okay. La testa è quello che stiamo cercando." affermò Krea dopo averla osservata attentamente. "Perfetto. Taglia pure, Orik."

Il mercenario di Riddleport sollevò la sua spada e, con un brillio di vittoria negli occhi, la abbattè sul collo del golem ancora incompleto. Poichè la magia necessaria per attivarlo non era ancora stata completata, il costrutto non era più resistente di un comune ammasso di cadaveri, e la lama di Orik affondò senza problemi nella carne e separò la testa di Gaekhen dal corpo del golem. Krea afferrò la testa, reprimendo un brivido di orrore, e fece un cenno di approvazione ai due fratelli.

"Okay, e questa è fatta. Però ci manca ancora un bel pezzo del corpo di quel giovane Shoanti." disse Verik. "Andiamo a cercare negli altri laboratori?"

Krea ed Orik annuirono rapidamente e, dopo aver messo al sicuro la testa del ragazzo Shoanti ucciso, fecero per dirigersi in un'altra sala di quel posto lugubre...

 

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Da parte sua, Kostur aveva raggiunto un'altra caverna - una spelonca umida e puzzolente ai cui bordi erano scavate tre fosse, ciascuna profonda almeno tre metri e dalle quali saliva un nauseante odore di escrementi e putrefazione. Il mezzorco non era certo uno schizzinoso, visto che durante il suo lavoro come investigatore della guardia cittadina aveva visto scene che avrebbero fatto venire la nausea alla maggior parte delle persone. Tuttavia, anche lui si trovò a storcere il naso per il fetore nauseabondo di quel luogo.

"Scommetto quello che volete che questo... è il luogo dove Rolth tiene le vittime che gli servono per i suoi esperimenti di necromanzia." sussurrò tra sè, aprendo bocca il meno possibile per non respirare l'aria imputridita più del necessario. "Non so se qui troverò qualche parte del corpo di Gaekhen, ma tanto vale tentare."

Dopo che una prima occhiata alla luce di una torcia non rivelò nella di particolare, Kostur si avvicinò con circospezione alle fosse ai lati della sala, immaginando di trovare qualche scena rivoltante - e infatti, come pensava, le fosse erano piene di ossa ingiallite e pezzi di cadaveri in putrefazione, con qualche ammasso di paglia umida sparsi sul pavimento, una sorta di trogolo di legno riempito di acqua sporca... e soprattutto, cosa che allarmò immediatamente il mezzorco, alcuni prigionieri ancora vivi. Sentendo arrivare Kostur, alcuni di loro alzarono lo sguardo, e Kostur vide che mentre alcuni di loro avevano ancora una parvenza di desiderio di lotta, o provavano ancora paura, altri avevano un'aria spenta e rassegnata, come se non aspettassero altro che la morte. Quelli che ancora sembravano non essersi rassegnati scattarono in piedi e si misero in guardia, frse pensando che Kostur fosse il loro carceriere.

"Eccolo... Guardate, è tornato, quel dannato mezzo-ogre!" mormorò una voce femminile. Kostur guardò verso la persona che aveva parlato, e per un attimo rimase scioccato, pensando che si trattasse di Trinia... ma non appena la sua vista acuta riuscì a distinguere la figura femminile mezza nascosta sul fondo della fossa, si rese conto con suo grande sollievo che non si trattava della sua amata, anche se in effetti le assomigliava abbastanza: sembrava avere qualche anno di più, i suoi capelli erano più lunghi, e indossava soltanto una camicia lurida e un paio di pantaloni stracciati che le arrivavano fino al ginocchio.

Kostur vide un paio di prigionieri afferrare qualche oggetto dal fondo delle fosse, sperando di usarle come armi improvvisate. Senza scomporsi, sollevò le mani in aria, in modo che vedessero che non era armato e non aveva intenzioni ostili.

"Eh? Che cosa..." sentì mormorare un altro prigioniero. "Hey, Tiora, guardalo meglio... non è Testadicavolo! Mi sembra più piccolo... e anche meno repellente."

"Cosa?" chiese la voce della donna di nome Tiora, la cui espressione si fece di colpo più calma e controllata. "Ma come... oh, per le brache profumate di Calistria, avete ragione! Quel tizio non assomiglia così tanto a Testadicavolo!"

"Vorrei ben vedere!" rispose Kostur, non senza un po' di fastidio. "Ad ogni modo... no, non sono uno dei vostri aguzzini! Se parlate di quel disgustoso mezzo-ogre, lo abbiamo già impacchettato, e lo assicureremo alla giustizia. E quel derro che lo comandava è morto. Io e i miei compagni siamo qui per liberarvi."

Queste parole infusero un po' di speranza in tutti i prigionieri, che si alzarono in piedi con espressioni ravvivate. "Cosa? Dite sul serio? Li avete sistemati?" esclamò un halfling incrostato di sporcizia, con i capelli neri arruffati e una larga cicatrice sulla fronte. "Non... non è un altro trucco di quel maledetto Lamm, vero?"

"E Lamm? Dov'è quel bastardo?" chiese la giovane donna di nome Tiora.

Kostur scosse la testa mentre recuperava una corda dal suo equipaggiamento. "Non abbiamo incontrato Rolth Lamm, se è questo di cui vi preoccupate." rispose. "Evidentemente, è da qualche altra parte, ragione in più per cui è il caso di sbrigarsi e fuggire da questo postaccio. Okay, signori, vi calo una corda. Riuscite ad arrampicarvi fin qui?"

"Io sì, ce la posso fare." rispose Tiora. "Ma... credo che alcuni dei miei compagni abbiano bisogno di aiuto. Sono troppo deboli per issarsi fin lì."

"Capisco. Tranquilli, vi daremo una mano noi." rispose il mezzorco. Sentì il suono di passi che si avvicinavano, e poco dopo vide Rilo, Fedra e Majenko che entravano nella spelonca, storcendo il naso per il fetore pestilenziale. "Ah, capitate a proposito, ragazzi. Avrei bisogno di una mano qui!"       

"Kostur! Cosa sta succedendo qui? Ci sono dei prigionieri?" chiese Fedra, mentre i tre si avvicinavano trattenendo il fiato quanto più possibile.

"Sì... sono persone che Rolth Lamm tiene qui per i suoi orribili esperimenti." rispose Kostur. "Cerchiamo di tirarli fuori di qui. Ho bisogno del vostro aiuto, però. Alcuni di loro non sono in grado di arrampicarsi fuori di qui."

"Il padrone di casa non ne sarà contento. Peggio per lui." scherzò Rilo. "Okay, ragazzi, mettiamoci subito al lavoro."

Fedra e Majenko annuirono con decisione, e si diressero verso Kostur per aiutarlo a salvare le persone imprigionate da Rolth Lamm...

 

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Gli occhi abituati all'oscurità di Runyar si strinsero in un'espressione al tempo stesso rabbiosa e disgustata quando entrò nel laboratorio, trovandosi di fronte una piccola camera asciutta e ben ordinata che dava l'impressione di essere un piccolo laboratorio. L'arredamento consisteva in niente più che uno scaffale relativamente vuoto, che conteneva soltanto alcuni libri, una manciata di ossa e teschi... e una lunga panca di legno sulla quale il nano vide qualcosa di orribile che ancora si dimenava. Quando Runyar lo aveva notato per la prima volta, aveva pensato che si trattasse di qualche disgustosa creatura dei sotterranei che Vreeg (o Rolth) aveva catturato per fare qualche altro esperimento...

Solo quando si era avvicinato per vederlo meglio, Runyar si era accorto dell'orribile verità. Si trattava di un torso umano, privato del bacino, delle gambe, della testa e del braccio destro, e animato tramite la necromanzia! L'orrendo rimasuglio si agitava scompostamente, sferrando una raffica di colpi alla cieca con il suo unico arto, e la sua pelle era diventata di un malato colore giallastro, punteggiato di lesioni ed ematomi che lo rendevano ancora più orribile.

Con un brivido, il nano chierico si avvicinò ai resti rianimati. Tramite qualche senso soprannaturale, il torso decapitato si accorse che stava arrivando qualche creatura a sangue caldo, e cominciò a tendere aggressivamente il braccio verso di lui, bramoso di carne che non aveva modo di consumare. Runyar, pur sapendo di non essere in pericolo, rabbrividì ancora di più e fece un passo indietro, lo sguardo come incollato a quello spettacolo grottesco.

Ma una volta passata la nausea, il chierico di Abadar sapeva cosa fosse necessario fare. Tenne stretto il suo simbolo sacro, e cominciò a levare una preghiera al suo dio.

"Abadar, Padre Facoltoso, il tuo servitore ti chiede umilmente assistenza per riparare a questa violazione delle leggi del mondo. Che ciò che non doveva rinascere torni alla quiete." pregò, per poi alzare il suo simbolo sacro ed inviare un flusso benefico di energia curativa tutt'attorno a sè. L'energia positiva, sotto forma di anelli di luce dorata che si dipartivano dal corpo del chierico, avvolse completamente il torso rianimato, che venne percorso da un brivido violento ed artigliò l'aria attorno a sè un paio di volte, per poi giacere immobile allorchè l'energia negativa che lo sosteneva venne dissipata del tutto.

"Bene. almeno questo è sistemato. Adesso... sono curioso di vedere di cosa si trattava." disse tra sè il nano chierico. Si avvicinò ai resti umani ora immobili e li osservò con attenzione, senza badare alla sensazione di nausea che la loro vista gli procurava. Quando fu ad una certa distanza, riuscì a vedere con chiarezza i tatuaggi incisi sul braccio e sulla spalla... tatuaggi di chiara origine Shoanti! "Hmm... beh, non è esattamente come me l'aspettavo... ma credo che abbiamo trovato un altro pezzo del corpo del giovane Gaekhen. Meglio provvedere subito a metterlo al sicuro, e poi a riunirlo agli altri. E' stata una giornata intensa... e prima riportiamo il corpo di Gaekhen alla sua tribù, meglio sarà per tutti."

Con attenzione, il chierico di Abadar raccolse il torso decapitato e quasi completamente smembrato, e cominciò a trasportarlo con attenzione e rispetto fuori dal laboratorio. Mormorò una breve preghiera di benedizione, augurando all'anima del giovane deceduto di trovare presto la pace, e poi se ne andò da quel posto orribile, in cerca dei suoi compagni.

 

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Pochi minuti dopo, il gruppo si era riunito, e Krea aveva notato con sorpresa che Kostur era accompagnato da alcune persone vestite di stracci, che recavano evidenti segni di percosse e malnutrizione sui loro corpi. Il mezzorco investigatore aveva spiegato che lui, Rilo, Fedra e Majenko avevano trovato quelle persone in una spelonca non troppo lontana da lì, e per Krea non era stato difficile immaginare che si trattava di cavie sulle quali Rolth e Vreeg contavano di fare qualche orribile esperimento.

"Avete visto per caso Rolth Lamm, di recente?" stava chiedendo Krea in quel momento, mentre lei e i suoi compagni condividevano le loro provviste da viaggio e le loro borracce d'acqua con i prigionieri del crudele negromante.

Tiora, la ragazza che assomigliava in maniera notevole a Trinia, aveva spiegato che avevano visto raramente Rolth Lamm da quelle parti, e anche in quelle rare occasioni, Rolth non era stato molto interessato a loro. Certo, non avevano avuto molte possibilità di vedere nessuno dei malfattori - tranne il rivoltante mezzo-ogre che ora se ne stava in piedi in silenzio dietro ad Orik e Verik, con i polsi legati da robuste corde e una benda nera attorno agli occhi in modo da renderlo quanto più innocuo possibile.

Ma in ogni caso, Rolth visitava raramente da quelle parti, e i suoi prigionieri non lo avevano sentito dire nulla di compromettente. Krea annuì tra sè. Dopotutto, non poteva certo pretendere che un criminale incallito come Rolth Lamm parlasse così alla leggera dei suoi piani. E comunque, aver salvato quelle persone da una fine atroce era già una vittoria in sè e per sè.

"Va bene. Non importa, signori. Per adesso, l'importante è uscire di qui, e ricomporre anche il corpo che siamo stati mandati a ritrovare." rispose infine Kostur. "Avete nascosto bene le parti del corpo di Gaekhen che siamo riusciti a trovare finora, giusto?"

"Sì... abbiamo fatto in modo che non ci intralciassero nel corso dell'esplorazione, e che non ci fosse il caso che qualcun altro li prendesse." affermò Rilo. "Comunque... adesso, abbiamo due cose da fare. Riportare i prigionieri alle loro case, e portare il corpo di Gaekhen alla comandante Kroft. E così anche questa missione sarà conclusa."

Krea sospirò e flettè le dita di una mano, permettendosi un piccolo sorriso nel bel mezzo di quell'ambiente lugubre ed oscuro. Tuttavia, c'era ancora un fattore che non la faceva sentire tranquilla. Non sapevano chi avesse ucciso Vreeg, nè che intenzioni avesse. Se non altro, sembrava che non fosse ostile nei loro confronti... ma non sapere nulla di chi fosse quella persona li lasciava comunque incerti.

Oh beh, decise. Si trattava di un problema che avrebbero potuto risolvere in seguito, se poi si fosse davvero rivelato un problema. Per adesso, la cosa più importante era completare la loro missione e riportare i prigionieri di Rolth Lamm alla loro vita di tutti i giorni.

"Ehm... scusate me, signori..." mormorò una voce cavernosa dietro di loro. I due fratelli Varisiani si voltarono sorpresi... e videro Testadicavolo che, con le mani legate e la testa bassa, affiancato dai fratelli Vancaskerkin, cercava disperatamente di darsi un tono. "Che cosa fare voi di Testadicavolo, ora? Lui... non più ha padrone..."

Kostur sospirò. Data la sua sfortunata origine, sarebbe stato difficile trovare qualcuno che gli avrebbe accordato un giusto processo. Era molto più probabile che sarebbe stato linciato da qualche folla inferocita o giustiziato sommariamente da qualche guardia troppo zelante, o da qualcuno dei Cavalieri Infernali che pattugliavano le strade di Korvosa. Non gli piaceva l'idea di abbandonare il mezzo-ogre al suo destino, ma non gli andava neanche di lasciare che la passasse liscia per essere stato complice di Rolth e di Vreeg.

"Per il momento, credo che la cosa migliore da fare sia consegnare questo mezzo-ogre alla guardia cittadina, e raccomandarsi che lo tengano sotto stretta sorveglianza, in modo che non possa fare altri danni." si raccomandò Kostur. "Poi, per il resto... credo che farei bene a dare un'occhiata più attenta a questo posto. Avrei bisogno che qualcuno di voi mi desse una mano... potreste dare una mano ai prigionieri ad uscire di qui e aiutarli a tornare alle loro case? Intanto, magari qualcun altro resta qui e mi dà una mano a cercare qualcosa di interessante."

"Per me va bene." disse Krea annuendo con soddisfazione. "Allora... Rilo, Majenko, Orik, Verik... voi venite con me, e riaccompagnamo gli ostaggi di Rolth fino alla salvezza. Runyar, Fedra... voi potete restare qui e dare una mano a Kostur con le sue ricerche. Con la vostra capacità di vedere meglio al buio, credo che voi siate i più indicati ad aiutare Kostur nelle sue ricerche."

"Va bene." rispose Runyar. "Quando avete finito, ci incontriamo fuori da questo posto... e allora riporteremo il corpo di Gaekhen alla sua tribù. Sperando che il venerabile Mille Ossa sia riuscito a trattenere la collera del suo quah..."

Verik annuì lentamente, condividendo la speranza e i timori del nano chierico.

 

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Krea, Rilo, Majenko e i fratelli Vancaskerkin avevano guidato il gruppetto di prigionieri laceri e disorientati attraverso i cunicoli e gli angusti passaggi del Grigiore, fino a raggiungere finalmente una zona un po' meno pericolosa della città. A quel punto, gli ostaggi liberati erano stati in grado di capire meglio dove si trovassero, e avevano potuto dare alla giovanissima magus e ai suoi compagni migliori indicazioni per essere riportati alle loro case.

Da lì in poi, era stato tutto un correre qua e là per le vie di Korvosa... ma anche se si era trattato di un lavoro estenuante, soprattutto dopo le battaglie che avevano sostenuto nel covo di Lamm, era stato enormemente ripagato dalla soddisfazione di vedere famiglie riunite e amici che si ritrovavano, un simbolo di speranza nel caos che percorreva Korvosa in quel difficile periodo. Finalmente, l'ultima rimasta era stata proprio Tiora, che aveva voluto in effetti essere accompagnata per ultima... perchè non aveva una famiglia a cui tornare.

"Vi ringrazio ancora... per tutto quello che avete fatto per noi." disse la giovane donna, mentre toccava con una mano la porta in legno marcio della sua casa. Era un posto umido e non certo confortevole... ma per Tiora, era il miglior rifugio a cui lei riuscisse a pensare per trovare un po' di sollievo dalla sua vita difficile. "Se devo essere sincera... il motivo per cui mi trovavo lì era perchè quel dannato negromante mi ha pescato a rovistare tra le sue cianfrusaglie alla ricerca di qualcosa di valore. Voglio dire, non poteva davvero rinunciare a qualche veletta d'oro per donarla ad una persona che ne ha bisogno?"

"Beh, in effetti si tratta pur sempre di rubare... ma considerato quello che ti stava facendo, non me la sento proprio di difendere quel bastardo di Lamm. Spero che lo acchiappino presto e lo facciano ballare da una forca." commentò Rilo.

"Lo piglieremo. Voi stare tranquilli." Majenko volle rassicurare tutti quanti.

Tiora rise brevemente, a denti stretti, delle rassicurazioni del draghetto. "Ah, ma ora ho imparato la lezione. Niente più furti per me." disse la giovane donna. "Ora ho imparato che si finisce solo per cacciarsi nei guai. Quindi... ho deciso di darci un taglio con la mia vita di borseggiatrice, e trovarmi un lavoro onesto."

"Ti auguriamo la migliore delle fortune, Tiora." affermò Krea con fare incoraggiante.

"Capisco anch'io cosa vuole dire, signorina." affermò Orik. "Diciamo che anch'io ho dovuto arrangiarmi per sopravvivere, dopo certe cazzate che ho fatto nella mia vita. E anch'io ho avuto delle esperienze non proprio edificanti. Sono finito anch'io con la gente sbagliata... ma ho avuto la fortuna di incontrare qualcuno che mi ha fatto capire che stavo gettando via la mia vita, e che avrei fatto meglio ad usare le mie capacità per degli scopi... un po' più nobili."

Verik fece un sospiro e sorrise al fratello maggiore. Verik era stato presente e pronto ad aiutare Orik quando aveva finito per incorrere nelle ire di quel dannato Zincher, e aveva visto come il fratello maggiore si fosse ficcato in un circolo vizioso che era culminato in un errore che gli aveva quasi rovinato la vita. Adesso era per Verik un sollievo sapere che Orik era riuscito almeno in parte a ricostruire la sua vita... e, ironia della sorte, era stato lui ad impedire a Verik di commettere un errore che avrebbe avuto tragiche conseguenze.

Tiora annuì in segno di gratitudine, ma non si accontentò di ringraziare solo a parole. "Purtroppo, non posso esattamente permettermi di darvi un premio in denaro... ma forse vi posso ricompensare in un altro modo. Potete aspettare un momento?" chiese, per poi entrare rapidamente in casa sua. Krea e i suoi compagni la sentirono scartabellare per alcuni istanti... e un attimo dopo, la ex-ladra uscì di nuovo dalla sua modesta abitazione, portando con sè una bacchetta di legno finemente intagliato, sulla quale erano scritte con estrema cura delle piccole rune nere. Tiora si avvicinò al gruppo, e diede la bacchetta a Krea, che la guardò stupita.

"Ehm... questa è una bacchetta magica, immagino." disse la ragazza, non convinta al cento per cento. "Ammetto che potrebbe esserci molto utile. Ma... sai per caso che incantesimo è contenuto all'interno?"

"Oh, un incantesimo curativo molto utile!" rispose prontamente Tiora. "Una volta l'ho fatta funzionare, e mi ha guarito all'istante da una pugnalata che aveva ricevuto... ma non sono più stata in grado di farla funzionare come prima. Però... ho l'impressione che degli avventurieri di una certa abilità vome voi dovrebbero essere perfettamente in grado di farla funzionare."

"Grazie. Credo proprio che ci sarà molto utile!" rispose Rilo, mentre la sorella riceveva la bacchetta dalle mani della ex-ladra. "Detto questo... ti auguro buona fortuna nel tuo futuro, Tiora. E speriamo di incontrarci ancora, magari in circostanze più favorevoli."

Krea ringraziò con un altro cenno della testa e si assicurò la bacchetta alla cintura. "Certamente. Buon proseguimento, Tiora, e... vedrai che saprai sfruttare al meglio questa tua seconda possibilità. A presto, e grazie ancora!"           

Con questo, i fratelli Aldinn e Vancaskerkin salutarono Tiora, che li accompagnò con lo sguardo fino a che non furono più visibili nelle labirintiche strade di Korvosa. Rincuorata, e sicura che da quel momento la sua vita non avrebbe potuto fare altro che migliorare, la giovane donna si riavviò verso casa.

 

oooooooooo

 

Nel frattempo, dopo essersi assicurati che le parti dl corpo di Gaekhen fossero al sicuro, gli altri agenti della corona si erano messi ad esplorare con attenzione il resto del nascondiglio di Rolth Lamm. Mentre passavano attraverso la sala operatoria dove avevano trovato il golem di carne incompleto da cui avevano recuperato la testa del ragazzo Shoanti, Kostur e Runyar si erano messi a cercare tra gli orribili strumenti chirurgici del criminale. Con espressione disgustata, il mezzorco guardò uno strumento dall'aspetto inquietante che ricordava molto una sorta di forcipe incredibilmente lungo, con degli spuntoni affilati alle estremità della pinza. Il mezzorco investigatore scosse la testa, ma mise l'atroce strumento nella sua sacca. Si trattava pur sempre di una prova importante degli esperimenti che si svolgevano in quel luogo orribile.

Cercando ancora, Kostur aveva rinvenuto altri atroci strumenti di tortura - uno strizzapollici, uno spaccamascelle, una sorta di attizzatoio usato per versare gocce di piombo fuso rovente sulla pelle delle vittime. Tutte prove che avevano la loro importanza, ma non erano ancora quello che stava cercando per confermare i suoi sospetti.

"Come vanno le ricerche, ragazzi?" chiese il mezzorco ai suoi compagni. "Avete trovato qualcosa di particolare?"

Fedra cercò tra alcune ossa ordinate su uno scaffale... e la lama di un pugnale apparve tra di esse. La caligni colse il luccichio metallico dell'arma e si fermò prima di rischiare di ferirsi la mano su di essa, poi avvicinò lo sguardo al pugnale per vederlo meglio.

"Credo che ci sia qualche indizio da queste parti." rispose la caligni. Con attenzione, prese il pugnale per l'elsa e lo guardò con attenzione, restando meravigliata davanti alla strana forma dell'arma: l'impugnatura non aveva nulla di particolare rispetto ad un pugnale normale... ma la lama era a forma di chiave, con dei rebbi affilati ancora incrostati di sangue rappreso. "Guardate. Non vi sembra che questo pugnale abbia una forma... molto particolare?"

"Posso vedere, Fedra?" chiese Kostur, la voce che tradiva l'interesse per quella scoperta. Con un movimento elegante del braccio e un cenno di intesa, la ragazzina dalla pelle candida consegnò l'arma al suo amico, che la ricevette e serrò pericolosamente gli occhi quando ne vide la strana foggia. Un brivido di rabbia e sorpresa lo percorse: quel pugnale aveva una forma che non avrebbe potuto dimenticare in alcun modo, una forma che aveva visto già più volte nel corso dell'unica indagine a cui aveva partecipato che aveva finito per essere insabbiata.

"Un pugnale... a forma di chiave." sibilò a denti stretti. "Come quelli usati da quel dannato 'killer della serratura'. Questo sì che è un ritrovamento interessante. E' un indizio a favore della mia teoria."

"Davvero?" chiese stupito Runyar, interrompendo la sua ricerca per concentrarsi sull'arma che Fedra aveva ritrovato. "Aaaah, certo! In effetti è un'arma molto strana a vedersi. Quindi, investigatore Kyle... ritieni che il famigerato 'killer della serratura' e Rolth Lamm siano la stessa persona?"

"Beh, gli indizi cominciano a puntare in questa direzione. La forma dell'arma usata per i delitti era molto particolare, e in effetti potrebbe corrispondere a questa. Dovrò chiedere ai miei colleghi di consultare gli archivi, e verificare se c'è la possibilità che le ferite riscontrate sui corpi delle vittime corrispondano alla forma di quest'arma." rispose il mezzorco, per poi riporre adeguatamente il pugnale assieme agli altri indizi. "Continuiamo a cercare, e vediamo cosa si può trovare."

Runyar, che stava dando un'occhiata alla libreria adiacente, corrugò la fronte con espressione dubbiosa mentre passava in rassegna i libri della raccolta di Rolth Lamm. Per la maggior parte, si trattava di trattati sulla necromanzia o sull'arte di creare golem, ma il nano chierico, con sua grande preoccupazione, notò che c'erano diversi volumi che trattavano di malattie e pestilenze di vario genere. Tra queste, Runyar trovò un foglio di pergamena che recava diverse righe scritte in bella grafia... ma che per la maggior parte erano state cancellate da qualche incidente che aveva sparso dell'inchiostro sul foglio. Guardando con attenzione, Runyar cercò di leggere quello che era scritto, ma non era certo un'impresa semplice. Riuscì soltanto a leggere qualche pezzo...

...trovato un esemplare che soddisfa ampiamente...

...dimora dei Foxglove, un maniero abbandonato vicino a Sandpoint...

...il culto di... sarà soddisfatta...

Runyar notò il nome appena leggibile posto alla fine della lettera come firma e cercò di leggerlo. "Hmm... vediamo un po'... Xa... Xa... Xane... hmph, non riesco a leggerlo bene, ma... mi sembra che ci sia scritto Xanesha..." mormorò. "Peccato che io non conosca questo nome. Comunque, meglio tenere questa lettera. Non si sa mai, potrebbe sempre voler dire qualcosa."

Il nano notò solo in quel momento un paio di pergamene riposte in ordine su uno scaffale, e le prese per darci un'occhiata. Davano l'impressione di essere due incantesimi utili, e si ripromise che li avrebbe studiati meglio non appena avesse avuto un po' di tempo.

Fedra, da parte sua, aveva dato un'occhiata in altre stanze - e fu piacevolmente sorpresa di scoprire un po' di oggetti di valore, tra i quali ce n'erano alcuni che dovevano essere magici. Prese con sè tutto quello che poteva, e si riunì con i suoi compagni. Il gruppo, vedendo che ormai non c'era più niente da fare, andò a recuperare il corpo di Gaekhen dal luogo dove lo avevano nascosto. Poi, si diressero finalmente verso l'uscita di quel luogo orribile, raggiungendo il punto dove si sarebbero incontrati con Krea e gli altri. Era stata una giornata lunga e faticosa... e Fedra non vedeva l'ora di buttarsi sul letto e dormire un po'.

    

oooooooooo

 

Poco tempo dopo, la Compagnia del Draco era riunita, e si stava dirigendo nuovamente verso Cittadella Volshyenek portando con sè le parti del corpo di Gaekhen, ben avvolte in coperte e lenzuola, in modo da evitare di allarmare eventuali abitanti di Korvosa incrociassero. Ormai, per la Compagnia del Draco, la strada era ben nota, e non ci volle loro più di un'ora per raggiungere il quartier generale, dove la comandante Kroft stava aspettando con trepidazione ben dissimulata il ritorno delle giovani reclute.

Krea aveva confermato il recupero del corpo di Gaekhen, oltre che la morte di Devargo Barvasi e del derro negromante che faceva da guardia al covo di Rolth Lamm. Sollevata dalla notizia che il corpo del giovane Shoanti assassinato avrebbe potuto essere riconsegnato alla sua tribù, e che un conflitto con i Quah sarebbe stato evitato, Cressida aveva chiesto al gruppo se avessero notizie di Rolth Lamm.

"Sfortunatamente, non possiamo dirle nulla di Rolth Lamm, comandante Kroft." aveva risposto Krea. "Non era presente sul luogo, il che probabilmente è stato una fortuna per noi. Comunque, abbiamo trovato degli indizi che potrebbero essere molto interessanti per la guardia cittadina di Korvosa."

"A questo proposito, comandante Kroft..." disse Kostur dopo essersi schiarito la voce. "Avrei bisogno di chiedere il permesso di accedere agli archivi della guardia cittadina. Riteniamo di aver trovato degli importanti indizi riguardanti il caso del Killer della Serratura. Indizi che potrebbero far riaprire il caso, e sperabilmente assicurare il colpevole alla giustizia."

La reazione di Cressida a questa notizia fu contenuta, ma comunque visibile. Gli agenti del Trono Cremisi la videro sgranare gli occhi appena un po', e la sua bocca muoversi in maniera quasi impercettibile, in quello che poteva essere un sorriso o una smorfia. "Dite davvero? Bene, farò in modo che l'investigatore Kyle abbia un permesso per consultare gli archivi. Spero che le vostre scoperte portino a degli sviluppi positivi. In un periodo come questo, ogni buona notizia sarà utile per tenere alto il morale del popolo di Korvosa... e se fosse possibile catturare il serial killer che li ha terrorizzati per tanto tempo, credo che sarebbe una gran bella cosa."

"Ci fa piacere saperlo. I nostri sforzi stanno facendo un po' di differenza, a quanto pare." rispose Rilo sollevato.

 

oooooooooo

 

Poco dopo, il corpo di Gaekhen era stato attentamente ricomposto, e Mille Ossa era stato chiamato a riconoscerlo e recuperarlo. Rimasta presente alla scena, Krea vide gli occhi del vecchio sciamano inumidirsi e versare una lacrima silenziosa mentre passava la mano sul volto sfregiato del nipote, in un ultimo gesto di affetto prima di dirgli addio.

"Pensare che quel ragazzo aveva la mia età..." pensò tra sè la magus, volgendo lo sguardo verso il terreno e trattenendo le lacrime. "Cosa farebbero mamma e papà se fossi io a morire? Non oso neanche pensarci... un genitore non dovrebbe seppellire il proprio figlio."

Ma l'energia e il coraggio dello sciamano gli permisero di tenere il dolore sotto controllo, e Mille Ossa levò lo sguardo verso la Compagnia del Draco, annuendo in segno di rispetto e gratitudine.

"La città di Korvosa restituisce il corpo di Gaekhen al suo Quah." disse solennemente Cressida, chinandosi davanti allo sciamano, che ricambiò il gesto di rispetto.

"Allora lo Skoan-Quah considera questo incidente chiuso." rispose Mille Ossa. "Vi ringrazio per la vostra disponibilità e l'aiuto che ci avete offerto... e farò in modo che questo vostro gesto di riavvicinamento e compassione venga conosciuto fra il mio popolo, nella speranza che questo contribuisca alla pace."

"Non resterete a Korvosa, quindi." affermò Runyar.

Mille Ossa scosse la testa, mentre il corpo di Gaekhen veniva avvolto in un sudario bianco e consegnato a due possenti guerrieri Shoanti che accompagnavano l'anziano sciamano. "No. Questa città contiene troppi ricordi amari e dolorosi per la nostra famiglia. Porteremo il mio sfortunato nipote nelle terre dei nostri avi, dove consegneremo il suo corpo al Grande Cielo, e la sua anima potrà trovare la pace a fianco di quelle dei nostri antenati."

Runyar annuì lentamente, facendo trapelare un'espressione di compassione dal suo volto stoico. I nani ponevano molta importanza sulla celebrazione dei defunti e sui riti funerari, e anche se le credenze e i riti degli Shoanti erano diversi, Runyar comprendeva perfettamente quanto fosse importante per Mille Ossa che il rituale per cremare il corpo di Gaekhen fosse condotto seguendo la loro secolare tradizione. 

"Comprendiamo le vostre volontà, e rispettiamo la vostra scelta." rispose la Kroft. "Quand'è così, vi auguriamo un ritorno sicuro nelle vostre terre."

Mille Ossa annuì di nuovo, con espressione indecifrabile. "Lo Skaon-Quah ringrazia gli tshamek che hanno recuperato il corpo di mio nipote, e si congeda da Korvosa." affermò. "Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo. Pregherò gli spiriti affinchè quello sia un giorno di amicizia e distensione anzichè di odio e vendetta."

In silenzio, Cressida e la Compagnia del Draco restarono a guardare mentre gli Shoanti si allontanavano lentamente, senza più voltarsi. Solo quando Mille Ossa e i suoi attendenti furono scomparsi, la Kroft tirò un sospiro di sollievo, e si rivolse ancora una volta ai suoi sottoposti più fidati per ringraziarli. "Oggi avete reso un grande servizio alla nostra città, e avete evitato una guerra che sarebbe costata numerose vite ad entrambe le parti, e che nessuna delle due parti voleva davvero. Inoltre, avete liberato la nostra città dal pericoloso malvivente Devargo Barvasi, e avete gettato scompiglio nei piani del negromante Rolth Lamm." affermò. "Per questo, vi sarà accordata un'adeguata ricompensa. Detto questo... credo che fareste meglio a prendervi un po' di riposo. Per quanto adesso la situazione sia tranquilla, temo che non passerà troppo tempo prima che Korvosa abbia nuovamente bisogno di voi. E credo che fareste meglio ad usare questo tempo per stare con i vostr cari e gestire i vostri affari personali, finchè potrete."

"Vi ringraziamo, comandante Kroft." disse Krea con aria sollevata, scambiando con Rilo e Majenko uno sguardo di intesa. Kostur si sgranchì il collo, e Fedra guardò verso il terreno e si sfregò il mento con espressione pensierosa. In effetti, pensò Krea, tra tutti loro era Fedra quella che non aveva una dimora per sè... e la giovane magus si trovò a chiedersi come la caligni se la fosse cavata fino a quel momento.

Krea si fece avanti per proporre la sua idea a Fedra... ma Rilo la anticipò ed estese una mano verso la graziosa caligni. "Fedra, posso chiederti una cosa?" esordì il giovanissimo stregone. "Tu... non hai un posto dove tornare, immagino..."

La caligni sbattè gli occhi sorpresa, trovandosi con quella domanda tra capo e collo. "Ah! Ehm... beh, non è proprio così... ecco... ho preso una stanza, in una locanda qui vicino, ed è lì che mi riposo." spiegò.

"Beh... non voglio certo immischiarmi, ma... non è un po' solitario?" chiese. Quando Fedra abbassò lo sguardo, massaggiandosi la nuca imbarazzata, Rilo si schiarì la voce e fece la sua proposta. "Ecco... non ti piacerebbe passare la serata a casa mia e di Krea? Giusto per sentirti meno sola, tutto qui."

Majenko fischiettò ammirato, e la pelle pallida di Fedra si tinse di un'inequivocabile colore rosa. La caligni ci mise qualche secondo a trovare le parole per rispondere. "Ah! Ehm... dici... dici sul serio, Rilo? Voglio dire, non è che mi dispiaccia, ma... insomma... non è una cosa un po'... improvvisa? Non finirò per disturbare? Non... non sarò di troppo?" balbettò, passando dalla guerriera tutta d'un pezzo alla ragazzina al primo appuntamento in uno schiocco di dita. Krea si rese subito conto dell'idea di Rilo, e sorrise astutamente.

"No, per niente!" rispose Krea, venendo in aiuto del fratello. "Anzi, credo che mamma, papà e Deriu saranno felici di passare la serata con te! Che ne dici, Fedra? Ti va?"

"Anche Majenko è contento se Fedra viene!" continuò il piccolo Majenko.

Rilo arrossì visibilmente, nonostante la pelle scura, e ringraziò tra sè la sorella maggiore. "Grazie, Krea. Ti devo un favore." sussurrò tra sè per non farsi sentire.

Fedra armeggiò nervosamente con le dita e restò ferma al suo posto per qualche istante, sentendosi incredibilmente ridicola... e finalmente diede la sua risposta. "Beh... grazie, Rilo... ne sarò molto onorata!" rispose infine, per poi rivolgere un sorriso al suo compagno di squadra. "Penso... che sarà un modo diverso... e divertente... di passare la serata!"

Poco più in là, Verik sorrise con fare comprensivo, e diede una leggera gomitata nel fianco al fratello maggiore. "E allora, fratellone? Che ne dici? Ho l'impressione che ci sia qualcosa tra quei due... e tu no?"

Orik ridacchiò e sorrise malinconico. "Che posso dire, Verik? Spero che si trovino bene l'uno con l'altra." affermò, augurando a Rilo di non fare i suoi stessi errori. Ma anche soltanto a guardarla così, Fedra dava l'impressione di essere una persona molto più affidabile e sincera di Lillia...

 

oooooooooo

 

La giovane Gatlynn Keidros sospirò stancamente, mentre si incamminava verso casa. Ancora una volta, sapeva cosa la aspettava - un'altra delle prediche di suo marito, un paio di interminabili ore costretta a sorbirsi le sue sciocchezze e i suoi pregiudizi sulla nuova regina. Com'era possibile che Nelsin non si rendesse conto di quello che Sua Maestà Ileosa stava facendo, e di come il suo lavoro fosse indispensabile affinchè Korvosa tornasse ad essere la città importante che era una volta?

E come era successo che il suo matrimonio si fosse rovinato così in fretta, quasi da un giorno all'altro?

Certo, il loro rapporto non era mai stato quello che si dice una storia d'amore ideale. Il loro era stato un matrimonio combinato dalle loro famiglie quando loro erano ancora molto piccoli, ma ciò nonostante si erano sempre trovati bene assieme. Certo... erano in disaccordo su molte cose, e spesso la loro storia d'amore aveva percorso strade imprevedibili. Erano sempre stati in competizione, in ogni cosa. Amichevoli allenamenti di scherma diventavano duelli che duravano tutta una notte. Cavalcate romantiche lungo il fiume Jeggare si trasformavano in competizioni di corsa ed abilità in sella. Danze di corte diventavano prove di agilità e resistenza. Ma in tutto questo, pur segnato dalla loro costante competizione, il loro rapporto era sembrato forte ed infrangibile.

Poi, con la morte di re Eodred e l'ascesa al trono di Sua Maestà Ileosa, tutto era cambiato.

Gatlynn scosse nuovamente il capo, i corti capelli castani che si agitavano lievemente nella brezza notturna. Era solo questione di tempo, si disse. Una volta che avesse visto come Sua Maestà Ileosa stava salvando Korvosa dall'anarchia, sicuramente Nelsin avrebbe capito e si sarebbe convinto. Non c'era altra possibilità, si disse Gatlynn. Era la cosa più logica, dopo tutto quello che la loro città aveva passato.

Forse su per questo che, quando vide la figura alta e robusta del marito, Gatlynn fece un sobbalzo per la sorpresa. Nelsin Caid, suo promesso sposo ed amico d'infanzia, nonchè membro candidato della Compagnia dello Zibellino, emerse dalla semioscurità del vicolo. C'era troppo poca luce per vedere bene... ma Gatlynn si rendeva conto fin troppo bene che non stava sorridendo, ed anzi, aveva un cipiglio minaccioso mentre si avvicinava a Gatlynn.

"Dove sei stata? Di nuovo ad ascoltare i balbettamenti di quelle sceme?" chiese rabbiosamente Nelsin. "Quelle pazze stanno minando le fondamenta sulle quali si regge Korvosa! Quello che stai facendo è un atto di tradimento!"

Dopo un attimo di sorpresa, Gatlynn diede la sua risposta. "Sto solo cercando di fare la mia parte per fare sì che la nostra città torni ad essere bella come una volta! Sua Maestà Ileosa sa quello che sta facendo! E io voglio aiutarla a rimettere a posto questa città!" affermò. "E se tu vuoi impedirmelo... mi dispiace, ma non me ne starò zitta!"

"Che cosa ti prende, Gatlynn? Sei cambiata... all'improvviso non mi obbedisci più. Ti sei messa in testa queste strane idee..." mormorò Nelsin scuotendo la testa. "Ora basta, sono stato fin troppo permissivo con te! Smettila di frequentare quel branco di ribelli e torna da me, o giuro che la pagherai cara!"

Con queste parole, Nelsin alzò le braccia e rivelò una piccola balestra carica che fino a quel momento aveva tenuto nascosta! Gatlynn trasalì quando vide che il quadrello era già stato caricato ed era puntato verso il suo torace...

"Nelsin?" esclamò la giovane donna. "Nelsin, sei impazzito? Che stai facendo? Abbassa quell'arma, subito!"

"Mi sto occupando di una traditrice!" esclamò il giovane. "Questa è la tua ultima possibilità, Gatlynn! Rinnega quel branco di esaltate, e torna da me! Così tutto tornerà come prima!"

La giovane scosse furiosamente il capo. "Le cose non potranno mai più tornare come prima, Nelsin!" esclamò con rabbia. "Non te ne sei ancora reso conto? Nulla è più come prima a Korvosa! La città sta cadendo nell'anarchia! Solo con una guida forte e sicura potremo fare sì che tornino la pace e l'ordine! Alcuni sacrifici sono necessari!"

Nelsin fremette, in un misto di rabbia, delusione, rimorso e... forse anche un pizzico di paura. Non poteva accettare quello che sua moglie gli stava dicendo. Non poteva accettare che la donna passionale ma comunque devota che aveva sposato si stesse trasformando in una ribelle. Entro breve, se avesse continuato così, gli sarebbe sfuggita e l'avrebbe persa per sempre. E lui non poteva permetterglielo. Piuttosto che lasciare che lei si corrompesse e diventasse un'altra persona... e una traditrice di Korvosa... Nelsin era disposto a prendere provvedimenti drastici.

"Se è questo quello che pensi davvero, Gatlynn... allora sappi che sei stata tu a costringermi a fare questo!" sentenziò Nelsin. Prima che la giovane moglie si rendesse conto di cosa stesse accadendo, Nelsin premette il dito sul grilletto della balestra... e una frazione di secondo dopo, il quadrello si piantò nel torace di sua moglie, oltrepassando le piastre d'acciaio del pettorale che lei indossava.

Un dolore lancinante invase il corpo di Gatlynn quando la punta di acciaio le penetrò nelle carni, e la donna indietreggiò di due passi sotto la spinta del colpo. Con espressione gelida, Nelsin guardò negli occhi sua moglie, come se volesse darle un ultimo addio...

Ma con suo grande sgomento, Gatlynn scattò in avanti e lo raggiunse. Malgrado la terribile ferita, la giovane donna, spinta unicamente dall'adrenalina e dalla sua indignazione, raggiunse il marito, che fece cadere a terra la balestra e cercò freneticamente di allontanarsi. Senza successo, in quanto Gatlynn lo afferrò saldamente per il bavero dell'uniforme e lo strattonò verso di sè. Nelsin vide l'espressione febbricitante della moglie, accompagnata da un paio di occhi spalancati dall'odio e dall'incredulità.

Per una frazione di secondo, Nelsin riuscì a leggere negli occhi della moglie la domanda che lei si stava sicuramente ponendo.

Perchè l'hai fatto, Nelsin? Perchè hai voluto sbarazzarti di me? Io ti ho amato, ho voluto rendere Korvosa una città in cui tutti potessero vivere in pace... e tu mi ripaghi così?

IL resto fu un confuso turbine di sangue, violenza e dolore. Gatlynn ricordava vagamente di aver afferrato il marito e di averlo scaraventato con violenza a terra. Nelsin era stato uno spadaccino di non poco conto, ma la sua abilità non era valsa niente contro la collera di Gatlynn, che si era scagliata su di lui e aveva cominciato a colpirlo con tutte le forze che le erano rimaste, tempestandogli il volto di pugni con i suoi paramano metallici.

La furia della giovane donna si spense soltanto quando il marito si afflosciò a terra privo di sensi, il volto ridotto ad una maschera di sangue e dolore. Non che Gatlynn ebbe il tempo di sincerarsi delle sue condizioni - ora che la scarica di adrenalina si era esaurita, la giovane si sentì venire meno le forze, e la sua vista si annebbiò mentre il dolore al petto si trasformava in una terribile sensazione di gelo e di torpore. Gatlynn scivolò in ginocchio, allungando una mano verso un qualsiasi oggetto che avrebbe potuto usare per tenersi in piedi...

Pochi secondi dopo, Gatlynn mormorò qualcosa tra i denti e si accasciò al suolo boccheggiando. Mentre una grande macchia di sangue si espandeva sotto di lei, il suo più grande rimpianto fu quello di non aver potuto fare di più per salvare Korvosa dal caos in cui era precipitata.

Riuscì appena a vedere delle figure umanoidi che le si avvicinavano e si riunivano attorno a lei... e prima di perdere i sensi del tutto, si sentì sollevare e trasportare via, lontano da quel luogo fatale... 

    

oooooooooo

 

CONTINUA...

  

 

  
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