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Autore: Isa_b    01/07/2023    0 recensioni
“Lui poteva vedere tutto e tutti, aveva viaggiato ovunque e visto creature di ogni genere e razza. Lui vedeva tutti, sì, ma nessuno aveva mai visto Lui. La sua era un’esistenza solitaria, lo era sempre stata. Viveva nell’ombra, agiva nell’anonimato. Col tempo aveva imparato a trovare conforto nella sua tenebra e nel suo silenzio.“
Il compito di Morte è semplice: togliere la vita alle Creature, umani, piante o animali che siano.
Morte si differenzia da tutte le altre Creature perchè Lui, effettivamente, non è una creatura. Lui è, e basta.
Morte non ha nome, non ha sesso, non ha età.
Esiste da prima del tempo.
La sua esistenza è sconosciuta al resto del mondo.
Anzi, non esattamente.
Esiste Un’Altra creatura come Lui, nell’universo. Una soltanto. Vita.
Vita è tutto ciò che Morte non è: il suo compito è di crearle, le Creature.
In pratica Morte deve distruggere il lavoro di vita.
Questa è la storia di Morte (o meglio una parte della sua storia. Essendo egli immortale, sarebbe un po’difficile raccontarla per intero), creatura schiva e solitaria. Qui racchiuse ci sono le sue riflessioni, i suoi viaggi. Il suo Io.
Eccoci alla fine, buona lettura e recensite :)
Genere: Fantasy, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Inghilterra, Novembre 20XX

Morte si aggirava inquieto tra i corridoi di un ospedale. 
E voi direte, inquieto? Morte? Ma proprio quel Morte?
Ebbene sì, proprio Lui.
Per quanto potessere essere Creatura (o, di nuovo, non lo era?) orientata dalla mano divina stessa verso l’impertuabilità e l’apatia più complete, Morte si sentiva inquieto.
Non era l’ospedale in sè a metterlo a… disagio, o come meglio si potesse definire quell’ emozione che sembrava attanagliare il suo cuore. (Cuore che non aveva, ricordiamo.)
Diciamo che il problema era più il reparto verso il cui il suo Istinto Primordiale lo stava indirizzando. Il Centro d’ Ostetricia.

E ancora una volta vi chiederete, e allora? Insomma, Lui è Morte. Ha mietuto migliaglia di milioni di anime nel corso degli anni, figurati se non ha già ucciso una partoriente prima. Che effetto vuoi che gli faccia?
Beh, è qui che vi sbagliate. Il problema non è la partoriente.
È il neonato
O meglio, il problema non è nemmeno uccidere il neonato. Anche di quelli negli anni ne aveva ucciso parecchi. Basti pensare anche solo all’ epoca di Sparta, con tutti quei bambini che venivano buttati dal Monte Taigeto.
No, il vero problemo era che il neonato stava nascendo.
Stava venendo al mondo. Stava prendendo vita.
Quindi, logicamente… al parto avrebbe assistito anche Vita.

Ecco, era quello il particolare che lo innervosiva. E parecchio, anche.

Vita, l’altra ambasciatrice di Dio. Perchè insomma, alla fine questo erano. Ambasciatori, portavoce del volere di Dio. Facevano ciò che facevano non per proprio volere, ma per adempìre il Suo.

Vita era la sua… compagna? Rivale? Nemmeno Lui avrebbe saputo bene come definirla. 
Sì, insomma, erano completamente l’Uno l’opposto dell’Altra.
Lui, portava morte e distruzione, caos e sofferenza. 
Lei, portava vita e nascita, fertilità e nutrimento.
Sarebbe stato logico per loro, così diversi, essere rivali. Nemici giurati, direi quasi.

Ma lo sarebbe stato davvero, logico?
In fondo, sì, erano diversi. Diametralmente opposti.
Ma questo voleva dire anche che si bilanciavano a vicenda. Erano l’Uno il completamento dell’Altra. Lo Yin e lo Yang; divisi ma uniti.

E non c’era modo per loro di risolvere tale dubbio, dato che non potevano parlarsi a vicenda. No, letteralmente, non è che non ne avevano il permesso. Proprio non potevano. 
Non avendo organi, e corpo in generale, i due semplicemente non potevano parlare. Potevano solo trasmettere pensieri, immagini e sensazioni alle Creature della Terra. Ma questo era l’unico modo che avessero di comunicare. E di certo non potevano farlo l’uno con l’altra, dato che il fatto di avere gli stessi poteri psichici li rendeva l’Uno immune all’Altra. Dio li aveva creati apposta cosí, in modo che non si distruggessero a vincenda, anche solo per sbaglio.

È per questo che, tornando a noi dopo tale enorme digressione, Morte era inquieto, in quella fredda notte di Novembre.
Alla fine però non c’era molto da fare; insomma, non poteva certo farsi sfuggire un’anima solo per la propria immensa codardia. Sarebbe stato incredibilmente sciocco, infantile e pericoloso da parte sua. Quindi si rassegnò, affrettando il proprio aleggiare tra i corridoi.
Un’ anima lo aspettava dall’altra parte dell’ospedale.
E Lui sapeva di non potersi far attendere oltre.
   
 
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