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Autore: Sayman    07/07/2023    1 recensioni
Dopo una rapina al negozio di famiglia, la giovane Emily scopre che non è la ragazza normale che credeva di essere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guardian Who'
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La nave più bella dell’intero multiverso
 

Emily era pietrificata, i Dalek stavano sciamando tutti intorno a lei seminando caos e morte e lei non sapeva che fare. Aveva paura, perché era più che certa che la prossima ad essere sterminata sarebbe stata lei. Per sua fortuna non era sola, visto che suo padre la prese per mano.

<< Corri! >> le intimò, per poi portarla lontano da li.


Il Guardiano la condusse fino ad un vecchia ford; la macchina vecchia quanto i gusti di suo padre era di un rosso accesso con svariate rifiniture dorate. Alla vettura mancava il tettino, cosa che risultava piuttosto scomoda durante le giornate di pioggia. Il volante si trovava a sinistra e non a destra, segno che suo padre aveva comprato questa vettura all’estero.

 
 
 

Una volta saliti il Guardiano fece una smorfia di disgusto.
 
<< Bah.. che rottame di macchina!! >> imprecò per poi guardare in faccia sua figlia << Emily? Va tutto bene? >>
<< No! Guardati intorno! La gente sta venendo massacrata!! >> urlò impanicata lei.
<< Emily… capisco come ti senti, la prima invasione non è mai facile per nessuno, ma in questo momento devi farti forza, abbiamo un pianeta da salvare! >> disse lui, mentre metteva in moto la vettura.
<< Aspetta cosa?! Vuoi dire che dobbiamo proteggere noi la terra dai Dalek? >> gli chiese stupita lei.
<< Chi altri senno? >> gli fece l’occhiolino lui << ora ascoltami, dobbiamo tornare nel mio negozio, perché è lì che ho lasciato la mia nave e senza di essa non ho i mezzi per fermare i Dalek >> le spiegò lui.

In quel momento diversi Dalek si girarono verso di loro e dissero all’unisono:

<< Il Signore del Tempo è stato localizzato! Si trova su una vettura primitiva insieme a una ragazza umana! Steriminare!! >>
<< Oh cavolo ci hanno visti >> disse il Guardiano, mentre apriva un piccolo pannello di controllo situato accanto al volante, per poi premere un pulsante rosso << bè, vediamo se queste stupide saliere riescono a starmi dietro! Emily mettiti la cintura!! >>

Detto ciò il biondo pigiò al massimo l’acceleratore e la macchina sfrecciò in avanti a iper velocità! Emily giustamente urlò a squarciagola, non si aspettava di andare così veloce, era una cosa da voltastomaco!! Le vie della capitale si susseguivano una dietro l’altra come in un video messo a velocità aumentata, ma quanto andavano veloci?! A peggiorare il tutto vi erano i Dalek che gli sparavano contro i loro raggi laser!
 
<< Ahahha, si!! Mi era mancato tutto questo!! >> urlò a squarciagola un divertito Guardiano, mentre guidava e schivava svariate macchine, passanti e raggi laser.
<< Tu sei pazzo!! >> gli urlò contro sua figlia.
<< Lo so!!! Me lo hanno già detto altre volte!! >> gli rispose lui con un sorriso << ecco siamo arrivati! >> disse per poi frenare di colpo.

La rossa era più che certa che se non si fosse messa la cintura quella frenata l’avrebbe spedita dall’altra parte della nazione. Ovviamente voleva mandare a cagare suo padre, ma lui si era già slacciato la cintura e l’aveva presa per mano.
 
<< Dai andiamo! Non abbiamo tempo da perdere!! Con l’iper velocità abbiamo guadagnato un pò tempo, ma i Dalek sono veloci e efficienti >>.

I due entrarono dentro per poi dirigersi verso il fondo del negozio, ma l’alieno si fermò di colpo e torno indietro verso la scrivania per prendere da una tazza uno strano arnese dalla forma cilindrica e dorata con la punta rossa. Poi si avviò verso il retro bottega e sua figlia lo seguì sempre più confusa.

 
 
 

Una volta entrati il Guardiano chiuse la porta per poi puntare verso la serratura lo strano arnese dalla punta rossa, la punta rossa si illuminò e si sentì uno strano ronzio.
<< Bene, questo dovrebbe trattenerli per circa tre secondi >>.
<< Aspetta… mi stai dicendo che i Dalek potrebbero entrare in casa nostra e dare fuoco a tutto? >> gli domandò uno scioccata Emily.
<< Si esatto >> le rispose con 
nonchalance lui.
<< Ma tutti i tuoi preziosi averi? >> gli chiese lei, suo padre adorava tutti gli oggetti d’epoca che vi erano.
<< Sono solo cianfrusaglie >> disse lui mentre si accingeva a togliere  una copertaccia brutta e grigia da un moblile.
<< Giusto sei cambiato… ma che dire delle foto di famiglia o dei mei averi? >> gli domandò lei.
<< Non ti facevo così materialista cara figlia >> la prese in giro suo padre.
<< Non sono materialista! E’ che… questa è casa nostra! >> si giustificò lei, non voleva che la casa della sua infanzia e adolescenza venisse distrutta, vi erano molti ricordi lì, alcuni piacevoli altri meno.
<< Questa non è casa mia >> disse il Signore del Tempo, per poi dare una pacca allo strano mobile cilindrico che aveva appena “liberato” dalla copertaccia << questa bellezza è casa mia >>.

 
TARDIS Origins - The TARDIS - The Doctor Who Site

<< Cosa? Il cilindro…ma sei serio?! >> onestamente a questo punto lei pensava che suo padre era completamente uscito di senno. Secondo quale logica quel cilindro metallico doveva essere casa sua?

Di tutta risposta il biondo sorrise e dopo aver pigiato un pulsante nascosto la porta scorrevole del cilindro si aprì.
<< Forza entra e guarda tu stessa >> la incoraggiò lui e lei decise di assecondarlo.

 


Emily non era pronta per quello che avrebbe trovato all'interno del cilindro, perché era da capogiro. La rossa si ritrovò ad osservare a bocca aperta una bellissima stanza elegante e dai colori caldi. Il pavimento, fatta accezione di una zona in vetro azzurro che dall’entrata portava alla console in legno, era di un parquet scuro. Tutto intorno vi erano poltrone e divani rossi. Nel muro destro vi era una bellissima liberia ricolma di libri, il tutto era arricchito da diverse piante ornamentali e specchi. Attaccate alle pareti vi erano delle scale che portavano ad un piano sopra elevato che circondava la stanza principale. Sul soffitto vi erano dei bellissimi lampadari arancioni che emanavano una luce calda e accogliente che la facevano sentire protetta e al sicuro. Tuttavia la parte più stupefacente era la strana console in legno esagonale situata al centro della stanza. La console era ricolma di pulsanti colorati che si accendevano e si spegnevano a ripetizione come se avessero vita propria. Al centro della console vi era un ologramma di sua madre.

<< Si lo so, è più grande all’interno ecc… ecc… ora >> disse suo padre per poi essere interrotto.
<< Questo è il magico salotto!! >> disse Emily che in quel momento si ricordò di essere già stata in questo bel luogo.
<< Noto con piacere che ti ricordi, da piccola io e tua madre ti lasciavamo qui a giocare >> disse per poi notare dei disegni su una delle poltrone << guarda ci sono ancora alcuni dei tuoi vecchi disegni >>

Emily prese dei disegni e li osservò con nostalgia, in uno di questi disegni vi era suo padre che guidava una moto volante mentre puntava una spada verso uno strano uomo pesce.  Poco più in là vi era una piccola lei che veniva abbracciata da sua madre.

<< Non c’è che dire.. da piccola avevo davvero una fervida immaginazione >> disse ridacchiando lei.
<< Oh no, quello è successo davvero. L’uomo pesce è il mio vecchio amico Bolarion e li stavamo facendo un duello amichevole >> gli spiegò suo padre con un sorriso.
<< Ah… >> Emily era ancora una volta stupita << perché non me lo ricordo? >>
<< Perché eri molto piccola e poi da quando sei nata io e tua madre avevamo deciso di fare sempre meno viaggi fino a che non ci siamo stabiliti a Londra. Lo abbiamo fatto per te, per la tua sicurezza >> le spiegò lui mentre armeggiava con la console. << Cooooomunque… i Dalek! Dobbiamo capire come mai sono venuti qui, perché loro cercavano in Signore del Tempo, ma io sono qui da anni, quindi perché venire soltanto ora? La cosa non mi torna >>.
<< Papà? Un passo alla volta… come si chiama il magico salotto? >>.
<< Si chiama TARDIS, Time And Relative Dimension In Space, è più grande all’interno e viaggia nello spazio e nel tempo >> le spiegò mentre era ancora tutto indaffarato con i vari comandi.

<< Questa macchina viaggia nel tempo? >> gli domandò stupita Emily << voglio conoscere tutti gli artisti della storia!! >> inutile dire che la ragazza era veramente eccitata da questa prospettiva.
<< Tutto a tempo debito, adesso.. ah ah!! >> urlò mentre indicava lo schermo vicino a lui << guarda ho localizzato un altro Signore del Tempo e si trova in un vecchio stabile nella periferia di Londra, andiamo!! >> il biondo abbassò una leva per poi rialzarla << eccoci arrivati >>.


 << Cosa sul serio? Abbassi e alzi una leva e ci troviamo in un’altra parte della citta? >> gli domandò scettica lei.
<< Ovviamente, che ti aspettavi? >> le chiese lui.
<< Bè… almeno un po’ di rumore per segnalare lo spostamento… così è … scialbo >>
<< Ehm… credo che tu dovresti conoscere il Dottore, lui si che fa casino quando viaggia visto che si dimentica sempre di togliere il freno a mano, ma io non sono lui e mi piacciono i viaggi puliti e silenziosi >> le spiegò lui << dai esci, io ti raggiungo subito >>.

Una volta uscita Emily si ritrovò davanti un panorama mozzafiato. Il Tardis non era atterrato nello stabile, bensì poco lontano da un bellissimo paese che sorgeva su una rupe di tufo. La rupe era circondata da delle bellissime colline verdeggianti che donavano un aspetto magico al tutto. Poco più in là si potevano notare anche delle montagne. Ovviamente non si poteva non notare il bellissimo Duomo che torreggiava sul tutto il panorama.

 
Orvieto


<< Orvieto >> disse suo padre dietro di lei << è un bellissimo borgo, finita l’invasione ti ci potrei portare >>.
<< Siamo in Italia >> realizzò la rossa guardandosi intorno affascinata.
<< Esattamente, più precisamente ci troviamo in Umbria >> le spiegò lui mentre ammirava il panorama << Orvieto, Umbria, Italia, pianeta Terra o almeno così direi se non ci fosse quel ragazzone su nel cielo >>.


 
 
 
 
 


<< Aspe cos…? >> La ragazza guardò in alto nel cielo e vide un gigantesco pianeta gassoso che si stagliava sopra di loro. Quel mondo era sia bellissimo che spaventoso, sembrava che da un momento all’altro dovesse cadere sulla terra... aspetta un attimo! << Papa?! Quel mondo si sta schiantando sulla terra?! >>

<< Nah… quel mondo è sempre stato lì >> le spiegò lui.
<< No, scusa un momento… fino a poco fa Giove non era così vicino alla Terra >>  affermò lei.
<< Non credo che sia Giove… non riesco a vedere la macchia rossa, però la somiglianza con quel pianeta è notevole >> comincio a dedurre lui.
<< Papa? Concentrati! >> lo riprese lei.
<< Non te l’ho detto? Il mio Tardis non viaggia solo nel tempo e nello spazio, ma anche nel multiverso e occasionalmente anche nell’omniverso. Questa versione della Terra è una delle tante lune di quel pianeta >> le spiegò mentre indicava le altre lune che si vedevano nel cielo << Nell’omniverso ogni possibilità è reale. Vuoi una terra abitata da gelati senzienti? Esiste! Vuoi una terra animata? Esiste! Vuoi una terra dove umani e dinosauri convivono? Esiste anche quella, ci sono anche stato in effetti, con tua madre. Dovrei ancora avere una foto dove io e lei cavalchiamo un triceratopo per le vie di Nuova Roma… >>
<< Papà stai divagando! >> lo ammonì lei.
<< Ah ok si scusa, come dicevo, altra terra altre regole. Ora vorrei restare qui a fare il turista, ma abbiamo un mondo da salvare e un Signore del Tempo da trovare >> disse mentre andava verso il magico cilindro argentato.
<< Bè, sei tu che hai pilotato il TARDIS fino a qui >> gli disse lei mentre lo seguiva.
<< Errore mio, il mio cervello non funziona ancora come si deve e per sbaglio devo aver pigiato il tasto dei mondi da visitare >> detto ciò i due rientrarono.

Dopo aver smanettato un po’ i due partirono verso il vecchio stabile.


 
   
 
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