Videogiochi > League of Legends
Segui la storia  |       
Autore: RoloChan105    08/07/2023    1 recensioni
Con la morte del partner, l’agente Donald D. Darius si ritrova solo. Il distretto noxiano è un posto pericoloso e il crimine serpeggia dietro l’angolo. Per cercare vendetta è scovare l’assassino, Quinn si farà avanti e assieme a Darius, cercheranno di scoprire la verità. ~
Senna Purifier è scomparsa e i nostri due agenti dovranno indagare per riuscire a ritrovarla. ALTERNATIVE UNIVERSE / AU / DariusxQuinn
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Darius, Lucian, Quinn, Senna, Thresh
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


-Quindi non siamo certi che avremo il mandato domani…- 
-No, il giudice ha detto che potremo richiederlo solo se troveremo qualcosa di utile a casa di Lucian…almeno per quello, lo abbiamo.- Rispose Darius appoggiato alla parete dietro di lui. Entrambi stavano tornando a casa e attendevano di raggiungere il loro piano dentro l’ascensore.
-Pensi che la troveremo?- Domandó Quinn preoccupata. 
-È chi lo sa- rispose lui attendo che le porte si aprissero. Aveva solo voglia di mangiare, bere una bella birra e buttarsi sul divano a vedere qualche partita. 
Il suono di un sms interruppe il filo dei suoi propositi.
Tolse il telefono dalla tasca della giacca e lèsse il nome: Samira…non voleva dargli tregua quel giorno.
“Ceniamo insieme?” 
Con sguardo stanco, fissó la busta della spesa che Quinn teneva in braccio. Anche lei era stanca ed insieme, avevano concordato di prendere una cena da asporto.
“No, non stasera”. Con uno sbuffo, premette invio, per poi sentire di nuovo il telefono trillare.
“Quando?”
“Che ne so.”
“Domani a pranzo allora?”
“Sono a controllare la casa di un indiziato”
“Allora domani a cena”.
Darius bestemmió per poi, chiudere il telefono ed ignorarlo con l’intenzione di farlo per tutta la serata. 
Lento, lanció uno sguardo a Quinn che di sottecchi, lo fissava annoiata. 
-Samira?- Ottimo intuito.
-No, è mio fratello-
-Tuo fratello non ti chiama mai, se devi inventarti una balla, assicurarti di dirla bene…- Con un piede, diede un calcio alla porta dell’ascensore e finalmente, si aprì. -Non me ne frega con chi vai a letto, solo non mettermi in mezzo-
-Domani sera facciamo appostamento-
-EH?- Rispose lei incredula- e dove?!-
-A casa di Viego- prima che potesse parlare, continuó - Samira vuole invitarmi a cena.-
-E allora vai- 
-No!- Sbottó velocemente- Non voglio uscire con una donna!-
Quinn tirò fuori le chiavi dalla tasca per poi fissare inespressiva il compagno.
-Sei gay?-
-Sai bene che non lo sono!- Si inalberò digrignando i denti. 
In risposta, lei fece spallucce percorrendo il pianerottolo fino al loro appartamento.
-Che ne so, magari hai cambiato idea questa mattina-
-No- Le tolse dalle mani la busta della spesa per permetterle di aprire la porta. - Senti, forse hai ragione tu…- E nel dirlo, lei si fermò. - Samira vuole portarmi a letto.-
-Alla fine hai accettato la realtà dei fatti, complimenti- Bofonchió ironica accendendo la luce. Il suono stridulo di un uccello diede loro il benvenuto.
-Ciao Valor- Lo salutó velocemente prendendo poi dalle mani di Darius la busta della spesa per poterlo buttare fuori dal suo appartamento. -Beh?-
-Non ceniamo assieme?-
-Io voglio farmi un bagno- Posó la busta sul tavolo e tolse dal pacchetto la cena di Darius. -E voglio farlo con molta calma, se capisci che intendi- 
-Oh andiamo, lo farai dopo!- La superó mettendosi poi a sedere sul divano e accendendo la televisione - Hey! Gioca Noxus stasera!-Le fece notare alzando poi il volume della partita. -Noxus contro Demacia! Ah, non avete speranza-
In pochi attimi, si ritrovò Quinn di fronte, braccia incrociate e uno sguardo seccato e stanco. Come se non bastasse, il suono del cellulare di Darius si fece risentire: era nuovamente Samira che lo tempestava di messaggi
-Va bene- rispose alzandosi in piedi e spegnendo la tv. -Facciamo così - gettó il cellulare sul divano e si avvicinó a lei - Io ti sposo, così Samira smette di tormentarmi e tuo padre è felice perché potrà avere tanti nipoti, che ne dici?- Mise le mani sulle sue anche afferrandola per la cintura. -Due piccioni con una fava!-
Quinn rimase a fissarlo, gli occhi ridotti a due fessure che promettevano morte e distruzione.
-So che sei mezza Demaciana e piena di difetti, però- Smise di parlare cercando di scendere verso la sua bocca.
-Ha parlato lui, il noxiano perfetto- Sbraitó in risposta fermando la sua faccia con entrambe le mani -Piantala Darius-
-Non ci vuoi nemmeno pensare?-
-Continua con questo atteggiamento e te ne pentirai- Stuzzicato dalla minaccia, ammorbidì lo sguardo e la fissó attento.
-Perché?- Le Domandó scherzoso- siamo sempre assieme, lavoriamo assieme, viviamo praticamente assieme! Tuo padre ha ragione!-
-No- lo corresse lei indicando poi il muro- tu abiti nell’appartamento a fianco.-
-Che grazie al signor Zilean, siamo venuti a conoscenza dell’armadio comunicante…- Prima di trasferirsi dal nipote in via definitiva, il vecchio vicino aveva svelato loro che gli appartamenti che possedevano in realtà, erano un solo appartamento. La grande porta comunicante era stata trasformata dal nuovo padrone del complesso, in un armadio a muro, in modo da separare gli spazi e aumentare le possibilità di affitto. 
Questo spiegava il perché le loro pareti comunicanti erano così sottili… ma entrambi avevano valutato bene di tenere segreta quell’informazione, sopratutto al padre di Quinn.
-Ergo, siamo nel solito appartamento-
-Dici così solo perché ho il bagno messo meglio del tuo!-
-Tu hai una vasca! Io una pidocchiosa doccia!- Le fece notare- anche io ho il diritto a farmi un bagno decente!- 
-E questo, secondo te è una buona motivazione per sposarmi?!-
Darius rimase in silenzio per poi avvicinarla ancor più a sè.
-Beh hai anche una bella Tv…- Prima che potesse proferire di nuovo parola, Quinn lo incenerì con lo sguardo per poi, fare leva sul suo petto per farsi mollare.
-Sai che ti dico?- Domandó esasperata avvicinandosi a Valor per dargli un biscotto- Resta pure a vederti la partita, io mi faccio una doccia- Nel sentirla finalmente cedere, Darius ghignó per poi osservarla avvicinarsi all’armadio a muro per prendere un asciugamano e un cambio.
-Se vuoi, posso darti una mano-Le propose-… non a caso mi chiamano “la mano di Noxus”- 
-Che strano- bofonchió Quinn prendendo le sue cose - credevo che ti chiamassero così per un altro motivo…- e nel lasciare la frase in sospeso, entró in bagno chiudendo a chiave la porta.
Darius rimase in silenzio per poi, ragionare sulla sua insinuazione e spalancare incredulo la bocca.
-Non è per quello!- 
-Ah no?- udì la sua voce dalla porta- eppure dall’altra parte del muro la notte li sento i cigolii-
-Falla finita!- Sbottó innervosito prendendo poi il telecomando e rimettendo la partita.
I Noxiani sembravano essere in leggero vantaggio, ma i Demaciani, coi loro tiri puliti, riuscivano facilmente a rimontare quella partita. Adorava il basket e se non fosse stato per i vari traumi subiti da ragazzo, gli sarebbe piaciuto poter diventare un giocatore di basket professionista… ma alla fine, aveva scelto la via della giustizia.
Il rumore dell’acqua arrivó alle orecchie di Darius, chiedendosi se anche lui non avesse bisogno di un bagno come lei. Domani mattina…forse.
Con una spinta, si alzó dal divano per poi avanzare verso il frigorifero. L’aprì trovando una confezione fresca della sua birra preferita. Oh… Quinn aveva fatto la spesa e si era ricordato di lui. 
Quando la stappó e gli rinfrescó la gola, si sentì subito meglio e tornó a sedere sul divano ad aspettare la partner e a vedere il match.

Una mezz’ora dopo, Quinn fece capolino dal bagno.
Un dolce profumo uscì dalla stanza riuscendo quasi a distogliere l’attenzione di Darius dalla partita.
La osservó andare anche lei al frigo per prendere una birra e nel vederne una mancare, inarcó un sopracciglio.
-Vedo che sei già arrivato a svaligiarmi il frigo-
-Sono un agente speciale- Dichiaró mostrandole la bottiglia quasi vuota.
Il suo aspetto adesso sembrava più riposato: capelli sciolti e ancora umidi, pantaloncini del pigiama con pappagalli a fasciarle i fianchi e una delle sue tante maglie che aveva dimenticato da lei e che se ne era appropriata. Una spallina del reggiseno lasciata scoperta, faceva chiaramente intuire quanto quella maglietta le stesse enorme.
Senza la sua divisa e quell’aria da dura sembrava una ragazzina… esattamente come la prima volta che si erano visti.
Quando la vide mettersi a sedere accanto a lui per vedere la partita, si allentó uno dei bottoni della camicia: nel mentre si era tolto giacca e cravatta e aveva arrotolato le maniche fini ai gomiti. 
-Chi vince?-
-Noxus ovviamente - la ringrazió di quella domanda, cercando di tornare a concentrarsi su qualcos’altro.
-Non mi pare…-
-Eh?- Ad un attenta osservazione, vide che i Demaciani avevano sorpassato gli avversari con sette punti di vantaggio. Quando cavolo…?
-Non sei molto attento alla partita…- Notó lei portandosi un sorso di birra alle labbra.
-Già- ammise infine portando un braccio dietro di lei e poggiandolo sullo schienale del divano- stavo osservando la tua maglietta…- Quinn si prese i lati della maglia osservando quello che doveva essere un mastino noxiano addentare una salsiccia a forma di Teemo.
-È carina- 
-È mia-
-Anche questa è mia, ma non ti sei fatto problemi- dichiaró lei indicandogli la birra.
-Andiamo, questa aveva letteralmente  il mio nome scritto sopra- 
-Cos’è? All’improvviso sei geloso di questa maglietta?- Domandó lei poggiando la birra sopra al tavolino di fronte a loro, mettendosi a braccia conserte.
-No, ma piace anche a me…- Nuovamente si fermó a fissarla e socchiuse leggermente gli occhi. Il suo sguardo cadde sul suo collo, dove i capelli ancora umidi le si erano appiccicati contro, fino alla scollatura del colletto dove poteva intravedere un accenno delle forme dei suoi seni.
L’aveva fatto di proposito di scegliere quella maglietta?
-E ammetto che ti sta bene…- Ammise, la voce leggermente roca e il cipiglio corrucciato nel non riuscire a distogliere lo sguardo da lei. 
Oltre al fascino femminile che emanava, Darius rimase a fissare la cicatrice che riusciva ad intravedere dalla scollatura: a giudicare dalla larghezza, doveva essere davvero grossa.
Nell’intercettare il suo sguardo farsi improvvisamente più greve, lei si tirò su la maglietta coprendola.
Non gli aveva mai rivelato il come se la fosse procurata, nè lui aveva mai fatto domande. Che fosse finalmente giunto il momento?
-Questa…come…-
-No- Il suo tono era cambiato.
-Andiamo- cercó di convincerla- io ti ho detto che la mia me l’ha fatta mio padre riempiendomi di botte.- Ribattè indicandosi la cicatrice in volto. Nessuno lo sapeva se non lei, suo fratello e Swain. 
Tutti nel distretto credevano che se la fosse procurata catturando un qualche criminale pericoloso e quella balla, suonava decisamente meglio.
Nel sentire le sue parole, Quinn si cinse le braccia, cercando quasi di sprofondare in quella maglietta.
Darius comprese il suo disagio, ma nel suo sguardo non c’era solo quello… poteva cogliere paura e dolore.
-Lo so…- Mormoró lei in risposta a voce bassa. -Ma...-
-Non ti fidi di me?- Quinn scosse il volto per poi, fissare con sguardo preoccupato il partner. Gli occhi di lui, verdi ed intensi, la fissavano cercando di capire, di scavare dentro di lei.
Si era costruita una corazza attorno a quella cicatrice e il solo pensarci, la faceva stare male.
Era un segno indelebile del suo passaggio.
Il solo ripensare al volto di quel mostro, le fece venire un brivido freddo lungo la schiena.
Erano passati quindici anni e ancora riusciva a farla sentire vulnerabile e spaventata. 
Si guardó le mani e le vide leggermente tremare.
Dannato bastardo psicopatico.
Una delle sue mani, venne prontamente presa da una grande e forte di Darius. La sua presa era sicura, calda e rassicurante. 
-Non fa niente.-La rassicuró. Dio, poteva vedere anche lui quanto il solo ripensarci la faceva star male?
Con i polpastrelli, le accarezzó il palmo e i suoi occhi caddero sui suoi polsi. Profondi solchi anche lì.
Era difficile nascondere quei tagli, ecco perché lei portava sempre i guanti a lavoro… che le due cicatrici fossero collegate?
-Sono fatti dalla stessa mano- anticipó lei i suoi pensieri facendolo quasi sussultare. Aveva il volto bianco e uno sguardo duro ma al tempo stesso, nauseato.
-È successo quindici anni fa… a Demacia.-
-A Demacia?- Con uno scatto, la vide alzarsi in piedi e allontanarsi da lui. La vide passarsi nervosa una mano sul volto per poi, scuotere il volto.
-Perdonami Darius… non ce la faccio- 



Che ore saranno state? Le tre? Non riusciva a dormire. Impressionato, continuava a rimuginare sulle parole di Quinn.
Non l’aveva mai vista in quello stato e vederla così, l’aveva davvero mandato in tilt.
Non poteva immaginare cosa si nascondesse di così terrificante nel suo passato, ma qualunque cosa fosse successa, l’aveva segnata nel profondo.
Con dispiacere, si era congedata e lui, non aveva potuto fare altro che andare verso l’armadio per tornare nel proprio appartamento.
Che diavolo era successo a Demacia di così terribile?
Una cosa la comprese, però: se mai si fosse trovato davanti quel bastardo che l’aveva toccata e martoriata, l’avrebbe ucciso.


|| Heyla, come state? Ho riscritto questo capitolo 3 volte perché non mi soddisfaceva mai ma alla fine, diciamo che questo può andare.
Vi piace la storia al momento? Lasciatemi un commento per farmelo sapere! Questo mi darà energie e voglia per poterla continuare! 




   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > League of Legends / Vai alla pagina dell'autore: RoloChan105