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Autore: Rubra Bovina    14/07/2023    1 recensioni
Premessa fondamentale: Questa storia è un sequel della storia “Il passato torna sempre indietro” e del suo extra di fine storia. Per comprendere gli eventi che accadono in questa storia è necessario aver letto la storia precedente. Questa storia parte dal presupposto che siano avvenuti determinati eventi, quali nuove catture e che siano stati introdotti dei nuovi personaggi.
Tutto sembrava andasse per il meglio. Taelia e sua madre Samuela si erano rincontrate dopo anni, Graziano e i suoi erano stati arrestati. Tutto sembrava andare per il meglio, ma un altro fantasma dal passato getta la sua ombra e costringerà i nostri eroi ad una nuova avventura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Lucinda, Lylia, Nuovo personaggio, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Premessa fondamentale: Questa storia è un sequel della storia “Il passato torna sempre indietro” e del suo extra di fine storia. Per comprendere gli eventi che accadono in questa storia è necessario aver letto la storia precedente. Questa storia parte dal presupposto che siano avvenuti determinati eventi, quali nuove catture e che siano stati introdotti dei nuovi personaggi.

Il motivo di questo sequel è semplice. Mi è piaciuto scrivere la prima storia, e io scrivo con piacere le cose che mi piacciono. E scrivo storie che io in primis leggerei, per quanto non tutti leggerebbero ciò che a me piace scrivere.



Un fulmine a ciel sereno



Era mercoledì sera e Lylia era nella sua stanza da letto, insieme ai suoi Pokémon. Le piaceva tenerli fuori dalle Pokéball, se questo era possibile. Stava facendo una cosa che negli anni precedenti faceva spesso e volentieri, perché aveva spesso e volentieri qualcosa da raccontare. E l’ultima volta che l’aveva fatto era circa due mesi prima. Come se effettivamente stesse scrivendo un libro, rilesse quello che aveva scritto le ultime volte.

Oggi ho una grande notizia. Riolu si è evoluto in Lucario. Ma andiamo con ordine. Perché è giusto farlo.

Tutto è iniziato alcuni mesi fa. Durante un’asta di beneficenza, in cui la mamma ha comprato per me delle lezioni private sulle Gare Pokémon, tenuta da Lucinda, una famosissima coordinatrice (anzi, Super Coordinatrice) della regione di Sinnoh. Era sorpresa dal fatto che il mio solo Pokémon fosse Bianchino. Mi ha spiegato come i coordinatori e le coordinatrici ne avessero diversi. Magari non sei, o sette, se vogliamo essere precisi, ma almeno due o tre.

Mi ha raccontato di come Orlando Bir, famoso pilota automobilistico e due volte campione del mondo, e fortissimo allenatore, e la sua famiglia gestiscono un rifugio per Pokémon. Mi ha raccontato di come abbia regalato una Zorua a Serena. Onestamente ho avuto un po’ di paura ma alla fine è andato tutto al meglio, è stato molto gentile e disponibile, mi ha proposto di fare un viaggio con lui verso il suo rifugio per Pokémon nella regione di Hardana. 

Qui ho fatto amicizia con un Riolu e un Eevee che si è immediatamente evoluto in Vaporeon. Prima di farsi  catturare, Riolu, aveva voluto lottare contro Bianchino.

Tutto il resto lo sai. Ma questo serve per raccontare delle altre cose. 

Leggendo riportava alla sua memoria gli eventi passati. 

Era andata alla Cucina di Aina, il ristorante gestito dalla famiglia di Ibis, una sua carissima amica. Appena arrivata era stata immediatamente accolta dall’amica e dalla sua Tsareena. 

 Le due si erano messe a chiacchierare. Il Riolu di Lylia stava giocando con la Tsareena dell’amica. Tsareena era un Pokémon molto amichevole, come del resto anche la sua allenatrice. E, sin da subito, aveva preso Riolu in simpatia.

Proprio in quel momento era entrato nel ristorante Hala, il Kahuna dell'isola. Un omaccione dai lunghi capelli bianchi e da dei grossi baffi. 

Era accompagnato dal suo Hariyama, il suo Pokémon più forte, e che ben faceva capire che fosse uno specialista del tipo lotta. E non gli ci volle molto per notare il Pokémon emanazione.

 «A quanto vedo qui qualcuno allena dei Pokémon Lotta.» Esordì il Kahuna. La sua attenzione era stata attratta proprio da quel Riolu. Il Pokémon non si era accorto di nulla. 

«Ibis… quel Riolu è tuo?» Chiese l’uomo poco dopo.

«No.» La ragazza volse lo sguardo verso l’amica. «È il suo. Lo ha catturato qualche tempo fa grazie a degli amici di Ash. «Beh, da esperto di Pokémon lotta non posso che essere felice.»  Rispose il Kahuna. «Lylia, ti andrebbe una lotta? Il tuo «Riolu contro il mio Hariyama? Se dovessi vincere ti darò un Luctium Z. Cosa ne pensi?

«Ecco… veramente io non…» Riolu, in quel momento smise di giocare con Tsareena e fece cenno alla sua allenatrice di aver accettato quella sfida. «Come desideri. Ma sappi che Hariyama è molto forte.» Riolu sembrava ancora più entusiasta. 

«Benissimo. Ma prima di lottare direi che quel che ci serve è un buon pasto.» Propose il Kahuna.

Accettarono tutti. La cucina di quel locale era ottima. Come sempre.

«Non vi dispiace se faccio da arbitro?» Si propose Ibis. «Voglio dire… ogni lotta ha bisogno del suo arbitro.»

I tre, seguiti dai loro Pokémon, raggiunsero il campo di lotta.

«Direi che possiamo cominciare. Sarà una lotta uno contro uno. Vince chi sarà in grado di rendere il Pokémon avversario non più in grado di lottare.» Ibis introdusse la lotta. «Come da tradizione la prima mossa spetta alla sfidante.»

«Benissimo, Riolu, cominciamo! Ferrartigli!»

Dagli arti superiori del Pokémon emanazione spuntarono dei lunghi artigli lucenti. Questi correva a grande velocità contro l’avversario. Che, in maniera del tutto inaspettata, non si mosse di un millimetro. Sopportando senza storie gli attacchi del suo avversario. «Molto bene. Tocca a noi. Hariyama usa Sberletese!» il Pokémon Sberletese tirò un grosso ceffone contro il Riolu avversario, facendolo volare indietro di svariati metri e facendolo cadere violentemente contro il terreno.

Nonostante il duro colpo subito, il Riolu si rialzò in piedi, desideroso di continuare.

«Benissimo, Riolu. Se non possiamo attaccare da vicino allora facciamolo a distanza!» la ragazza studiò per alcuni istanti l’ingombrante avversario.

«Molto bene, Riolu, colpiscilo con Focalcolpo sulla testa!» Il Pokémon Emanazione generò, dagli arti superiori, una sfera di energia di un colore tendente al bianco azzurro, che immediatamente scagliò contro l’avversario.

«Hariyama, difenditi con le mani!» Ordinò il Kahuna. 

Il Pokémon eseguì piazzando le enormi mani sulla testa e rispedendo il colpo verso l’avversario. Che, fortunatamente riuscì a schivare. Non fu altrettanto fortunato con l’attacco Zuffa, scagliato poco dopo.

Tra un colpo e l’altro era riuscito ad assesstare un Focalcolpo, in pieno stomaco, approfittando di come il suo avversario, per sferrare quell’attacco, abbia dovuto abbassare la guardia.

Riolu, da quella lunga serie di schiaffi, aveva subito numerosi danni, e faticava a rialzarsi. 

Hala stava per ordinare al suo Hariyama di utilizzare la mossa Z, l’attacco finale, Iperscarica Furiosa. Ma qualcosa lo bloccò dal farlo. Il Riolu avversario, che faticava a rialzarsi, si era illuminato di una luce azzurra.

«Si sta evolvendo!» Commentò Ibis. Distraendosi per un istante dal suo ruolo di arbitro. 

Il corpo del Pokémon Emanazione stava crescendo di dimensioni. Le orecchie erano diventate più grandi, le zampe più lunghe, dalle mani e dal centro del petto erano spuntati degli spuntoni metallici. Le appendici che gli permettevano di captare l’Aura si erano spostate dai lati a dietro la testa ed erano passate da due a quattro.

Sul petto era cresciuta una pelliccia color crema. 

Lucario fece cenno alla sua allenatrice di voler continuare. Era ben consapevole della sua nuova potenza e voleva darne prova immediatamente.

«Benissimo, allora  usa…» La ragazza prese il suo Smart Rotom e scansiona il suo Pokémon, curiosa di sapere se avesse imparato delle nuove mosse. «Molto bene, Lucario! Usa Zuffa!»

Il Lucario della ragazza corse a gran velocità contro l’avversario. Hala, convinto che il suo Hariyama potesse incassare i colpi, decise di non dire nulla, credendo che potesse tranquillamente incassare i colpi.

Ma già al primo calcio sferrato dal neo evoluto Lucario, si capì che la situazione fosse ben diversa. 

«Hariyama, blocca il piede di Lucario con le tue mani!»

Il Pokémon Sberletese eseguì l’ordine del suo allenatore, bloccando Lucario in una scomoda posizione. Non che la situazione di Hariyama fosse delle migliori. Era sì stato in grado di bloccare il calcio avversario, ma nel farlo, si era esposto agli attacchi dell’avversario. E questo Lylia lo aveva notato.

«Benissimo Lucario! Usa Forzasfera!» Ordinò la ragazza. Il Pokémon Aura generò una sfera di energia azzurra tra gli arti superiori, una sfera di energia dal colore blu, che scagliò immediatamente contro l’Hariyama avversario. Facendolo cadere di schiena. A causa del suo peso non indifferente il colpo fu notevole, ma non abbastanza da sconfiggerlo.

«Possiamo chiuderla qui! Usa di nuovo Zuffa!» Ordinò la bionda.

Hariyama cercò di rialzarsi, ma il suo tentativo venne stroncato sul nascere dal potente calcio sferrato da Lucario. 

« Hariyama non può più continuare. Il vincitore è Lucario» Decretò Ibis. Lylia si avvicinò al suo Lucario, per ringraziarlo dell’ottima lotta. 

Il Pokémon Aura, di tutta risposta la sollevò di peso, come se fosse stata lei la vincitrice.

«Calmo, calmo! Ho capito che sei felice!» Dopo il breve siparietto, il Kahuna dell’isola consegnò alla ragazza il Luctium Z, un cristallo di colore arancione con una sorta di pugno disegnato sopra.

«Come promesso, ecco il tuo Luctium Z. Ora potrai sfruttare al massimo la forza di Lucario.» Spiegò l’esperto. Mentre Lucario festeggiava con la Tsareena di Ibis, la ragazza ringraziava il Kahuna e infilava il cristallo nella borsa, lo stesso Kahuna, le spiegava come utilizzare la detta mossa Z.

«In realtà non è il solo modo che Lucario ha di mostrare la sua vere potenza…» Spiegò la bionda. «È uno dei Pokémon che può accedere ai poteri della Megaevoluzione.»

Hala non potè dire nulla. Lylia aveva assolutamente ragione. 

«Certo, so che per effettuare la Megaevoluzione è necessario un forte legame tra Pokémon e allenatore, beh, del resto, serve anche per le mosse Z. Quindi ci eserciteremo prima con quelle. Ma prima credo che la cosa migliore sia un po’ di riposo, non credi, Lucario?» Il Pokémon Aura fece cenno di approvazione.

Qualche ora dopo il Lucario della ragazza era tornato in piena forma. La ragazza, approfittando della visita al centro Pokémon, si era messa in contatto con Ash e Serena. Non si vedevano da qualche tempo ed erano felici di rivedersi.

Dopo svariate chiacchiere, la ragazza aveva mostrato finalmente mostrato il suo Lucario e il suo nuovo Cristallo Z. 

«Quindi hai sconfitto Hala?» Le chiese retoricamente Ash.

«Esattamente. Avevi ragione, è davvero un osso duro. Stavamo perdendo, ma Riolu si è evoluto è ha sconfitto Hariyama.»

«Ma è fantastico!» Le rispose Ash. «Se pensate di essere pronti, possiamo metterti in contatto con una nostra amica, specialista della Megaevoluzione. Si chiama Ornella e…» «Non credi che sia un pochino presto?» Lo interruppe Serena. «Riolu si è evoluto da poco, forse è meglio che facciano un po’ di pratica con le mosse Z, non trovi?» La ragazza fece una breve pausa di silenzio. «Non ricordi cosa è successo al Lucario di Ornella le prime volte che si è megaevoluto? Vuoi che succeda lo stesso a Lylia?» Ash non ci pensò un attimo. «Ci mancherebbe altro.»

Lylia gli aveva ascoltati in silenzio. Ma adesso era curiosa.

«Scusate se sono indiscreta, ma cosa è successo al Lucario della vostra amica?» Chiese in tono preoccupato. 

«Ma vuoi scherzare?» Le rispose Serena. «Ti racconto tutto. Tanto prima o poi la incontrerai, quindi è giusto che tu lo sappia. Vedi, Ornella è la capopalestra di Yantaropoli, una città di Kalos, ed è specializzata nei Pokémon di tipo lotta, proprio come Hala» La interruppe Lylia, per poi scusarsi. «Non fa nulla» Riprese Serena. «Vedi, anche lei ha un Lucario, in grado di usare la megaevoluzione, ma non è stato facile per loro riuscire a padroneggiarla. Lei era convinta del legame con il suo Pokémon e del fatto che sarebbe stato facile padroneggiare la Megaevoluzione. Ma si sbagliava di grosso. Non ti racconto tutta la storia per non annoiarti, ma la cosa più importante che devi sapere è che, dopo che il nonno, il Maestro Cetrillo, le aveva consegnato la Pietrachiave con tanto di Megaguanto e dopo che aveva ottenuto la Megapietra, ha Megaevoluto Lucario per la prima volta, ed è stato un autentico disastro. Il potere dell’Aura lo ha sovrastato e i suoi occhi si erano illuminati di rosso, le sue pupille rimpicciolite e il suo sguardo assassino.» Ash la fermò «Non così… così la traumatizzi.» Lylia sorrise. «No. Ha ragione, è giusto che prima di praticare la Megaevoluzione, dovremo rafforzare il nostro legame, non è vero?» Il Lucario della ragazza fece un cenno di approvazione.

«Comunque non vi ho voluto chiamare solo per questo. Prima o poi verrà il momento. Ma in ogni caso ho anche una notizia per voi.» La ragazza estrasse dalla borsetta una Tessera Gare. «Guardate qua! » Aggiunse poco dopo. «Parteciperai alle Gare Pokémon di Kanto?» Le chiese Ash.«Esattamente.» Rispose. «E mi farebbe piacere se partecipaste anche voi.» Serena ci pensò un attimo. «Ma sia io che Lucinda siamo Super Coordinatrici. Non poss…» Ash la interruppe. «Potete sempre fare da Wildcard.» Le ragazze rimasero in silenzio, per poi chiedersi, contemporaneamente, cosa volesse dire quella parola. Ash spiegò tutto alle ragazze. «Me lo ha spiegato Lucinda. Senza scendere troppo nei dettagli è una partecipazione ad un evento anche se di norma non potresti.» Le due ragazze rimasero stranite dalle spiegazioni terra-terra di Ash.

«Bene, allora posso chiedere anche ad Orlando se vuole partecipare. Mi farebbe piacere lottare con Lucario nella gara di lotta. E poi, vedendo quando è la gara di Aranciopoli, non si sovrappone con dei Gran Premi.» Ash sorrise. «Mi sembra una buona idea. E mi raccomando, quando te e Lucario vi sentite pronti, non esitate a contattarci.» Lylia sorrise. «Lo faremo»

Qualche tempo dopo, dopo svariate lotte con gli amici, Lylia e Lucario si sentivano finalmente pronti. Così la ragazza si era messa in contatto con gli amici. Si era detta pronta, ma ovviamente avrebbe aspettato la disponibilità della diretta interessata. Appena ebbe la certezza della sua disponibilità, la ragazza venne accompagnata dalla sua famiglia all’aeroporto. Era la prima volta che viaggiava da sola ed era un viaggio anche bello lungo. Le altre volte, bene o male era accompagnata dal fratello o da qualche amico. Ma questa volta aveva deciso di viaggiare da sola. Lei e i suoi Pokémon.

L’aeroporto di Hau’oli era relativamente piccolo. Una sola pista, nemmeno troppo lunga. Non era un aeroporto per voli a lungo raggio, il che voleva dire che avrebbe dovuto fare uno scalo in un altro aeroporto più grande. A Unima, la regione più vicina, Ponentopoli. Ove vi era uno dei più grandi aeroporti della regione. Il piccolo bimotore con cui aveva viaggiato fino ad ora, sembrava un giocattolo a confronto degli aerei a lungo raggio lì presenti. 

Aveva solo un paio d’ore prima della seconda parte del viaggio, quella più lunga, ore e ore di volo da Unima a Kalos. Sarebbe atterrata a Luminopoli, dove si sarebbe ricongiunta con Ash e Serena. 

Era abbastanza stanca dopo il volo e Ash e Serena lo avevano capito, proponendole di riposarsi e di rimandare l’appuntamento con Ornella al giorno seguente. La ragazza accettò. 

Avrebbero passato la notte in uno dei Centri Pokémon della metropoli. Il giorno seguente sarebbero andati alla stazione e avrebbero preso il treno ad alta velocità per Yantaropoli. 

Per essere certi di non fare un viaggio a vuoto, Ash e Serena si erano messi in contatto con l’amica. La ragazza aveva confermato la sua disponibilità. Aveva solo dovuto rimandare un paio di incontri, ma nulla di grave.

Il treno era arrivato alla stazione di Yantaropoli in perfetto orario e Ornella li stava già aspettando. Era una ragazza dai lunghi capelli color limone, vestita con un completo sportivo rosso e bianco. 

Appena vide i suoi amici, il salutò calorosamente. 

Poi il suo sguardo si posò sulla nativa di Alola. Teneva in braccio Bianchino, il suo Vulpix di Alola. Era un po’ intimorita

dalla capopalestra, anche se cercava di non darlo a vedere.

«Ehi! Ma io un Vulpix così, non l'avevo mai visto!»

Mentre parlava, la capopalestra si era avvicinata a Bianchino e aveva allungato una mano. «Posso accarezzarlo?»

 Per il Pokémon volpe, quella che per lui era una sconosciuta, aveva oltrepassato il limite e quindi l’aveva attaccata. 

Dalla sua bocca era uscita una corrente d’aria gelida, che aveva colpito tanto la capopalestra quanto il terreno adiacente.

«Devi perdonarlo» Si scusò Lylia. «Fa sempre di tutto per proteggermi e credeva che tu avessi cattive intenzioni.» Poi si rivolse al suo Pokémon.  «Tranquillo, è un’amica di Ash quindi è una brava persona.» Il Pokémon Volpe fece cenno di aver capito e si fece accarezzare dalla capopalestra.

«Un Vulpix di tipo ghiaccio?» Chiese Ornella, che, solo in quel momento, si era accorta di quanto era accaduto.

«Esattamente!» Le rispose Lylia «Ad Alola alcuni Pokémon, come Vulpix e la sua evoluzione Ninetales  sono diversi dai Pokémon della stessa specie che vivono in altre regioni. Per esempio Vulpix e Ninetales sono di tipo Ghiaccio perché vivono sul Monte Lanakila, la montagna più alta di tutta Alola. Se vogliamo essere precise Ninetales di Alola è anche parzialmente di tipo folletto.» Spiegò «Ci sono anche degli altri Pokémon che hanno subito variazioni simili, come Rattata, Raticate, Raichu e potrei continuare. E Alola non è la sola regione in cui accade questo fenomeno.»

Ornella era rimasta scioccata. Non aveva idea che in altre parti del mondo i Pokémon potessero cambiare in maniera così radicale.

«Lo so, è stato strano anche per me» Le spiegò Ash, notando la sua espressione. 

«In ogni caso non siete qui per questo, non è vero?» Il tono della capopalestra era cambiato totalmente. Ormai l’imbarazzo sulla sua ignoranza circa la presenza delle forme regionali dei  Pokémon era passato.

Ornella fece cenno di seguirli, fino ad un campo lotta poco lontano.

«Prima di farti scoprire il potere della megaevoluzione vorrei testare con mano il legame che c’è tra te e il tuo Lucario. Sai, Lylia, sono la discendente della prima famiglia che è stata capace di megaevolvere Lucario, quindi penso di poter avere voce in capitolo.»

«Va bene. Vieni fuori Lucario!»

Il Lucario della ragazza uscì dalla sua Pokéball, mettendosi immediatamente in posizione di attacco. 

«Bene, Lucario, diamo immediatamente prova della nostra potenza!» Gridò Ornella, mentre toccava la sua pietrachiave. Quest’ultima reagì con la megapietra del suo Lucario, contenuta in una sorta di bracciale rosso.

Le due pietre reagirono, con una sorta di scambio di energia tra le due pietre. 

L’aspetto del Lucario della ragazza cambiò notevolmente. Le appendici in grado di percepire l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di rosso nella parte finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli inferiori quanto quelli superiori. 

Sulle spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la coda.

La megaevoluzione del Lucario di Ornella lasciò impassibili tanto Lylia quanto il suo Lucario, con grande imbarazzo della sua allenatrice. 

«Se non vi impressiona il suo aspetto, forse lo farà la sua forza.» Il tono della capopalestra era ricco di sfida. 

«Molto bene, Lucario! Usa Zuffa!» Ordinò la capopalestra.

«Preparati a schivare! Poi usa anche te Zuffa!» Ordinò Lylia. Ben consapevole di quanto la forma Megaevoluta di Lucario fosse ben più forte e veloce della sua forma normale.

Nonostante questo, il Pokémon di Lylia riuscì ad evitare tutti i calci e i pugni dell’avversario, ma lo stesso valeva anche per il Pokémon di Ornella. «Però, evitare tutti i colpi del mio Lucario» Commentò «Dovete esservi allenati bene! Ma non credete che basti schivare ed evitare per vincere.» Aggiunse. 

«Lucario! Ossoraffica!» Ordinò Ornella. 

Il Pokémon Aura generò dalle mani della sorta di bastoni di colore azzurro, coi quali iniziò a colpire l’avversario. Sin dai primi colpi il Lucario di Lylia iniziò a emettere delle grida di dolore. 

La sua allenatrice lo aveva ben compreso. Sapeva di dover fare qualcosa e al più presto. Il suo sguardo cadde verso il Pikachu di Ash. Pensò a come lui usasse il suo Elettrotela come una sorta di trampolino. 

«Benissimo, sfrutta le sua ossa per allontanarti.»

Il Lucario della nativa di Alola sfruttò la potenza della muscolatura delle sue gambe, allontanandosi dal raggio d’azione del suo avversario, con grande stupore della sua allenatrice. 

«Lucario, riprovaci, Ossoraffica!» Ordinò Ornella, non notando ciò che la sua avversaria stava facendo.

Mentre il Megalucario si avvicinava, Lylia aveva estratto dalla sua borsetta il Cristallo Z che le aveva donato il Kahuna Hala, per poi inserirlo nel suo cerchio Z.

«La grande forza dataci in dono dal Kahuna dell’isola… il potere dell’aura… il nostro legame… uniti insieme per dare origine alla vera forza, al massimo potere del tipo Lotta. Iperscarica Furiosa!» Ordinò la nativa di Alola.

Dal suo cristallo Z si sprigionano dei raggi di energia dal colore arancio che avvolsero il Pokémon. quest’ultimo, di tutta risposta, raggiunse di corsa l'avversario e iniziò a colpirlo con una raffica continua di calci e pugni. In modo simile all'attacco Zuffa, ma ben più forte. Un calcio nello stomaco, un pugno sotto il mento. Un altro calcio, che atterrò il Megalucario di Ornella.

«E ora usa Forzasfera!» Ordinò la nativa di Alola. 

Il Pokémon Aura seguì il comando della sua allenatrice, generando con gli arti superiori una sfera di energia di colore azzurro. E la scagliò contro l’avversario, che tentava di riprendersi dalla versione potenziata di Zuffa.

Prima di riuscire a rialzarsi e a tentare di difendersi, venne colpito dal potente attacco e sconfitto. Come da tradizione era tornato alla sua forma normale.

«Devo ammettere che sei diventata molto forte!» Si complimentò Ash. 

«In realtà è solo merito suo» Rispose l’amica. Nel mentre il suo Pokémon era andato dall’avversario per aiutarlo a rimettersi in piedi. L’evoluzione non aveva cambiato il suo carattere gentile e rispettoso verso l’avversario.

«Siete stati fantastici!» Si complimentò Ornella. «Non mi aspettavo di sicuro di perdere, quella mossa è stata davvero inaspettata… com’è che si chiamava?» La risposta non si fece attendere «Iperscarica Furiosa, la mossa Z di tipo Lotta.»

Ornella assunse un’espressione perplessa.«E cosa sarebbero le Mosse Z?» Chiese. «Te lo spiego con piacere, ma prima credo che dovremo portare i nostri Pokémon dall’infermiera Joy.» Ornella si era già messa in cammino, seguita da Ash e Serena, Lylia li seguì e iniziò la sua spiegazione «Vedi, le Mosse Z sono una tradizione di Alola, anche se ci sono numerose discussioni sulle loro origini. Secondo alcune ipotesi, la loro potenza deriva dal potere degli ultaravarchi. Secondo altri sembrerebbe che le Mosse Z siano il risultato della luce donata da Necrozma.» Spiegò la nativa di Alola.

«Ultravarchi? E che cosa sarebbero? E poi perché un solo attacco è così forte? Perché hai messo quella specie di diamante

 dentro quel bracciale bianco?» Lylia le fece cenno di calmarsi. «Devi perdonarla» Le spiegò Ash «È una bravissima persona, un’allenatrice molto forte, ma a volte si fa un po’ prendere dall’entusiasmo»  Ornella ci rimase un po’ così, ma non poteva non riconoscere queste sue caratteristiche. Questo piccolo diversivo diede a Lylia il tempo di organizzare una spiegazione comprensibile. «Allora, quello che tu hai chiamato strano bracciale bianco è un Cerchio Z. Serve per concentrare l’energia 

dei Cristalli Z, quello che tu hai chiamato “quella specie di diamante” è il Cristallo Z. Ne esiste uno per ogni tipo di 

Pokémon, e alcuni Pokémon hanno un Cristallo Z specifico.» Ash mostrò all’amica il suo. 

Pikachum Z e lo mise accanto al Luctium Z di Lylia. La differenza più grande tra i due cristalli, a parte il colore, giallo quello di Ash, arancio quello della nativa di Alola, era la forma. 

Se quello di Lylia era a forma di bipiramide, su cui era possibile vedere il simbolo del tipo lotta, quello del ragazzo era della stessa forma, ma sulla parte superiore, aveva una forma di saetta, che ricordava la coda di Pikachu.

Questo fu sufficiente alla capopalestra specialista del tipo Lotta per comprendere la differenza tra i diversi tipi di cristalli Z, ed era pronta ad ascoltare la spiegazione di quella ragazza.

«Allora, come ti dicevo, le mosse Z sono una tradizione antichissima di Alola e per utilizzarle è necessario avere almeno un cristallo Z e un cerchio Z, per concentrarne l’energia. Per poter usare le mosse Z bisogna completare almeno una prova del

Giro delle Isole.» Ornella la interruppe. «Ash mi ha raccontato di come vi abbia partecipato, ma…» la capopalestra si rivolse a Serena, notando che anche lei avesse un cerchio Z. «Tu non mi avevi mai detto di aver partecipato al giro delle Isole.» Serena sorrise imbarazzata «Ecco veramente… è una storia un po’... atipica, ecco.» Lylia la salvò dall'imbarazzo «Le è stato regalato da Tapu Koko per aver contribuito a rendere il mondo un posto migliore.» Ornella stava incominciando a capire sempre meno. Per quanto anche la Megaevoluzione non fosse una cosa semplice, le Mosse Z la superavano eccome per complessità. «E chi sarebbe Tapu Koko? E perché Serena avrebbe contribuito a rendere il mondo un posto migliore? Mi è sembrato un po’ in ritardo se si riferiva ai fatti del team Flare…» Lylia le fece cenno di no. «No. Non so se hai presente, ma alcuni mesi fa, qui a Kalos hanno arrestato uno dei più pericolosi criminali al mondo e, Ash, Serena e altri hanno contribuito al suo arresto.» Ornella fece cenno di aver capito. Quindi se una persona se lo meritava, poteva ottenere un cerchio Z e un cristallo Z anche “solo” per meriti? Mentre la capopalestra pensava a queste cose, la nativa di Alola proseguiva il suo racconto «Alola è suddivisa in quattro isole ognuna delle quali è protetta da un Pokémon protettore, per l'isola di Mele Mele di cui io sono originaria, il protettore è Tapu Koko, di tipo Elettro e Folletto, per l’isola di Akala è Tapu Lele, di tipo Psico e Folletto, per l’isola di Ula Ula il protettore è Tapu Bulu e, di tipo Erba e Folletto, infine per l’isola di Poni, il protettore è Tapu Fini, di tipo Acqua e Folletto.» Mentre la nativa di Alola spiegava alla capopalestra come fosse divisa la regione di Alola e chi fossero i protettori, contemporaneamente mostrava, tramite il suo Smart Rotom, degli scorci delle isole e delle immagini dei Protettori. 

«Se non dovessi adempiere ai miei doveri di capopalestra, partirei anche domani! Alola sembra davvero fantastica!» Ash sorrise. «È proprio così!» Si interruppe subito, quando si accorse di come stesse impedendo a Lylia di proseguire il suo racconto. Appena si accorse di essere nuovamente al centro dell’attenzione, la ragazza dagli occhi verdi riprese a raccontare «Chiunque lo desideri può andare ad Alola e completare il giro delle isole. Funziona in modo un po’ diverso dalle lotte in palestra. Gli allenatori affrontano i Pokémon dominanti, dei Pokémon molto più grandi e forti dei Pokémon normali e, se riescono a sconfiggerli o a compiere delle azioni che mostrano grande nobiltà d’animo, donano agli allenatori un Cristallo Z, che come ti ho detto ne esiste uno per ogni tipo. Dopo aver lottato contro il Pokémon dominante, in una prova organizzata da uno dei capitani, l’allenatore o l’allenatrice può affrontare il Kahuna dell'isola. Un allenatore o un’allenatrice molto forte e specializzato in un certo tipo di Pokémon. Chi riesce a sconfiggere il Kahuna, riceverà dallo stesso un cristallo Z e la possibilità di proseguire con le prove» La bionda fece cenno di aver detto le cose più importanti.     «Naturalmente un Pokémon megaevoluto non può usare le Mosse Z» Aggiunse poco dopo. «Altrimenti avremo a che fare con una potenza ingestibile. E potrebbe essere anche pericoloso per il Pokémon che ne fa uso.» La sua spiegazione venne interrotta dall’infermiera Joy, che aveva posato le Pokéball sul bancone «I vostri Pokémon sono tornati in ottima forma.» Le ragazze ringraziarono l’infermiera e, insieme a Ash e Serena, lasciarono il Centro Pokémon.

La specialista del tipo lotta si tolse dallo zaino una sorta di guanto con le dita tagliate, nero e con una pietrachiave incastonata al suo interno.

La capopalestra guardò la nativa di Alola, guardò il megaguanto, di nuovo la ragazza e di nuovo il megaguanto. E proseguì così per almeno una quindicina di volte. «Mi  sembra troppo raffinata per questo» Commentò a voce bassa. 

«Tutto a posto?» Le chiese Lylia, avendo notato, in prima persona il suo strano comportamento. 

«Si. È tutto apposto, con la tua lotta di poco fa hai dimostrato di avere un forte legame con il tuo Pokémon, e secondo me meritate di accedere ai poteri della Megaevoluzione, solo che…» La capopalestra cercò di pensare velocemente ad una scusa. Non poteva di certo dirle “penso che tu sia un tipo troppo raffinato per usare un megaguanto. Dovremo provare qualcosa di più adatto.” Alla fine il suo cervello riuscì ad elaborare una scusa quantomeno credibile. «Vi siete meritati di accedere ai poteri della Megaevoluzione, ma c’è un piccolo problema.» Lylia la guardò perplessa. Perché ripetere due volte la stessa frase? «Ho preso un megaguanto della misura sbagliata. Ne ho preso uno troppo grande, e non so se in palestra ne ho di più piccoli. Ecco tutto.» Lylia la guardò come a dire “Tutto qui?” «Ti preoccupi per così poco?» Ash accompagnò lo sguardo carico di perplessità dell’amica. «Se il problema è quello la Megapietra può essere indossata anche in molti altri modi. Pensa a Camilla che ha la sua Megapietra nel rossetto, Diantha nel pendente… la spilla di Rocco e così via.» Aggiunse Serena. Non sapeva spiegarselo, ma sembrava avesse notato qualcosa di strano nello sguardo dell’amica capopalestra.

«Beh, si… effettivamente…» Ornella fece la vaga. «Conosco una gioielleria poco lontano da qui. È una delle migliori di tutta Kalos. Cosa ne dici di un Mega orecchino?» Aggiunse poco dopo. «Sarebbe la prima volta per me. Ma credo sia una buona idea. Poi non mi pare che ci siano alternative.» Ornella fece cenno al gruppo di seguirli, fino alla fermata del bus. Era il capolinea della linea 1, una delle più importanti della città.

«Non vi preoccupate per i biglietti, ne ho per tutti. Sono degli abbonamenti validi per una settimana. « La capopalestra consegnò ad ognuno una carta di plastica non troppo diversa da una carta di credito. Era quasi completamente blu e aveva il logo dell’azienda di trasporto pubblico della città. Dall’altra parte era stampata la durata dalla prima attivazione e il fatto che fosse un abbonamento impersonale. Leggendo le condizioni, si poteva notare come fosse un abbonamento di sette corse di ventiquattr’ore, il che voleva dire che sarebbe stato utilizzabile anche in altre occasioni.

In ogni caso non dovettero attendere a lungo, un bus del trasporto pubblico della linea 1 si fermò poco dopo. Accompagnato da un sibilo che copriva in parte il rumore del motore diesel. Il bus era bianco e, nella parte inferiore, fino all’altezza della base dei fari anteriori, arancione, e una striscia di led bianchi sul parabrezza ne indicava il percorso, oltre che il numero della linea. Le stesse informazioni erano riportate su un pannello led posto sul lato destro del bus. 

L’autista fermò il mezzo e aprì le tre porte sul lato destro. Fece abbassare il mezzo per agevolare la discesa ai passeggeri e la salita a chi lo avrebbe poi preso.

Ornella si fece avanti, salendo dalla porta più avanti, seguita da Ash, Serena e, in ultimo Lylia, con Bianchino che la seguiva a ruota. A turno appoggiarono i loro abbonamenti sul lettore, un dispositivo simile ad una scatola di plastica con un piccolo schermo e un lettore per carte nella parte inferiore.  

Nel mentre l’autista aveva ceduto il posto ad un suo collega.

Ornella si sedette contromarcia, dal lato del finestrino, Ash accanto a lei. Di fronte a loro Lylia da lato finestrino, con Bianchino sulle sue gambe e Serena accanto a lei.

Ornella aprì l’applicazione dell’azienda di trasporti sul suo smart Rotom, cercò la gioielleria che aveva menzionato poco

 prima. « Bene, sono solo quindici fermate da qui. La nostra fermata è proprio “fronte gioielleria Diancie”» La spiegazione della ragazza venne interrotta dalla voce della del sistema che annunciava la fermata. 

«Prossima fermata fronte statua di MegaLucario.» Non era la loro fermata. Non era importante. «Aspetta un attimo, Diancie

hai detto?» Chiese Lylia. «Esatto, proprio così! È un Pokémon misterioso della regione di Kalos, si dice che sia in grado di creare diamanti comprimendo il carbonio presente in aria.»  Ash e Serena si scambiarono uno sguardo d’intesa. «E ha anche una certa personalità…» Aggiunse Serena, scatenando la curiosità delle due ragazze. «Avete incontrato Diancie?»  Per fortuna moderarono il tono, evitando di essere sentite da orecchie indiscrete. «Esattamente. È una lunga storia, ma basilarmente l’abbiamo aiutata a salvare il suo regno e a combattere dei bracconieri di Pokémon.» Lo sguardo di Lylia divenne triste. «Anche a Kalos?» Serena cercò di metterla a suo agio. «Purtroppo si. I bracconieri sono una piaga presente dappertutto. Ash mi ha raccontato di averne affrontati decine durante i suoi viaggi, e alcuni li abbiamo affrontati insieme, non è vero Ash?» Il ragazzo aveva ascoltato solo parte del discorso, stava guardando la strada attraverso il finestrino e stava contando a mente le fermate che mancavano. «Oh, certo certo. Se devo dirla tutta tra tutti quelli che abbiamo affrontato uno, o meglio una su tutti mi è rimasta impressa.» Serena lo guardò come a dirgli “non è questa la domanda che ti ho fatto” ma allo stesso modo era stata lei a introdurre l’argomento, quindi forse lasciarlo raccontare era la scelta migliore. Dopotutto i suoi racconti erano sempre stati interessanti. «La cacciatrice J.» Ash finì la sua frase. Serena lo guardò. Mai gli aveva raccontato di quella cacciatrice. E a giudicare dalla reazione di Pikachu, doveva essere qualcosa di serio.  Per cui gli fece cenno di raccontare. Sempre che in dieci fermate fosse possibile. 

«Allora, abbiamo incontrato la cacciatrice quando viaggiavamo a Sinnoh, con Brock e Lucinda. Eravamo arrivati in una zona della regione chiamata Regno di Lucario. Qui vive un Riolu, che ora credo si sia evoluto, ma non ne sono sicuro, capace di usare Forzasfera.» Lylia rima stranita. Da quel che sapeva Riolu non era in grado di imparare quella mossa. Ma non voleva interrompere l’amico. Non sarebbe stato rispettoso. «Poco prima del nostro arrivo, Riolu era stato rapito da dei bracconieri, quindi da altri bracconieri che avevano finto di salvarlo. È riuscito a scappare, ma a per colpa dei bracconieri aveva paura delle persone.» Ash capì di dover tagliare corto. «Abbiamo conosciuto un ranger chiamato Primo, che ci ha aiutati con Riolu. Qui siamo stati scoperti dagli scagnozzi di J, che hanno rapito Riolu. E quello è bastato per capire quanto fosse diversa da tutti gli altri. Nel senso peggiore.» Le ragazze lo guardarono stranite. «In che senso diversa?» Chiesero. 

«Ha tentato diverse volte di ucciderci. Ecco tutto. Avendo fallito nel rapimento di Riolu è scomparsa nel nulla per diverso tempo, per poi ricomparire nel tentativo di risvegliare Regigigas, a Nevepoli. Ha cercato di risvegliare il golem leggendario, scatenandone la sua ira. Ovviamente non prima di aver tentato di ucciderci. E l’ultima volta che l’abbiamo incontrata era quando aveva cercato di catturare Uxie, Mesprit e Azelf, tre Pokémon leggendari. Grazie al loro attacco Divinazione… è finita.» Le ragazze lo guardarono in modo strano. Come a chiedergli “in che senso è finita?” Solo la voce che annunciava la loro fermata, li riportò alla realtà.

Ornella premette il grosso bottone rosso che serviva proprio a prenotare la fermata. Poco dopo il bus si fermò, e l’autista premette il pulsante per aprire la porta centrale. Che si aprì verso l’esterno con un soffio. 

I quattro scesero alla fermata, seguiti dai loro Pokémon. l’applicazione non si sbagliava. Erano proprio di fronte alla nota gioielleria. Appena il bus ripartì, attraversarono le strisce pedonali e finirono proprio di fronte al prestigioso negozio. 

Durante il viaggio, la capopalestra aveva sganciato la pietrachiave dal Megaguanto, lasciandola libera. 

Le ragazze entrarono nel negozio, lasciando Ash e Pikachu fuori. A dire il vero erano i due ad aver deciso di aspettare, sarebbe stato meno noioso di vedere delle ragazze trovare il gioiello adatto.

Ornella suonò il piccolo campanello sul bancone, per richiamare l’attenzione della sola persona presente dietro al bancone in quel momento. Era una giovane donna vestita elegante. «Scusate ragazze, non mi ero accorta che fosse entrato qualcuno. Vi do il benvenuto nella gioielleria da Diancie. Sono a vostra disposizione per qualsiasi cosa.» La giovane donna fece un piccolo inchino.

Senza dire una parola, Ornella prese dalla tasca della sua giacca la Pietrachiave. La commessa, notandola, chiese in maniera quasi retorica «Vuoi fare un regalo a una tua amica? Pensavi a un gioiello con la Pietrachiave?» Ornella diede una piccola spintarella a Lylia. «Esatto, proprio per lei?» Lylia cercò di mantenere l'aplomb, con non poca difficoltà. «Pensavamo ad un orecchino, non è così?» Lylia fece un cenno di approvazione. Non aveva mai usato orecchini prima di allora.«Che tu sappia, sei allergica a qualche metallo?» Chiese la commessa. «Non so» Rispose la ragazza. «Allora, attuiamo il protocollo di precauzione. Useremo solo dei metalli anallergici. Come l’oro, il platino o l’argento.» La commessa fece cenno alle ragazze di seguirla, fino ad un bancone poco lontano. «Qui ci sono diversi orecchini apposta per le Pietrechiavi.» Le ragazze li osservavano con  gli occhi lucidi. 

Fuori dal negozio, Ash e Pikachu si stavano annoiando. Quanto ci mettevano ancora? Quanto ci voleva a scegliere un orecchino? Oppure lo stavano proprio fabbricando?

Lylia proprio non sapeva cosa scegliere. Voleva qualcosa di sobrio, senza troppi fronzoli, e la maggior parte di quegli orecchini erano tempestati da diamanti o pietre preziose.

Il suo sguardo venne, infine catturato da un gioiello nell'angolo in basso a destra dell’espositore. Era realizzato in platino e aveva una semplice forma di spirale, che avrebbe avvolto la Pietra. Contrariamente agli altri, non aveva pietre preziose attaccate. «Prendo questo!» la commessa lo estrasse dall’espositore e lo mostrò più da vicino alla ragazza. Quasi a chiederle se fosse sicura della sua scelta. 

La commessa accompagnò la ragazza, che, nel frattempo aveva ricevuto dalla capopalestra, la pietrachiave, nella stanza dedicata. Lylia si sedette sulla seggiola, mentre la donna aveva cominciato a disinfettare lo strumento che avrebbe dovuto utilizzare per fare il buco. Nel mentre chiese alla ragazza. «Destro o sinistro?» Lylia ci pensò alcuni secondi. Per lei era indifferente, tanto il dolore sarebbe stato lo stesso. Era alla fine solo una questione di praticità. «Destro» Rispose, in tono non troppo convinto. La commessa procedette a disinfettare l’area interessata, e poi lo stesso orecchino, nel quale aveva già inserito la Pietrachiave. 

La commessa fece il canonico buco sul lobo dell’orecchio. La ragazza fece una smorfia di dolore. Pensava fosse molto più doloroso. La donna disinfettò la ferita. Fece quindi una serie di raccomandazioni alla ragazza, sul dover sempre disinfettare gli orecchini e come comportarsi qualora dovesse presentarsi del gonfiore o cose simili.

Fatto questo la ragazza pagò quanto dovuto con il suo Smart Rotom e ritirò lo scontrino. Aveva indossato l’orecchino e lo aveva coperto coi capelli, in modo che non si potesse vedere.

Finalmente le tre ragazze uscirono dal negozio. Ash aveva contato i pullman della linea 1 che erano passati. 

Ne aveva contati almeno venti. E considerando che passavano mediamente ogni dieci minuti, voleva dire che aveva aspettato più di tre ore. Per fortuna, almeno ebbe la soddisfazione di vedere il gioiello acquistato dall’amica. Ash era consapevole del buon gusto della sua amica, ma questa volta si era superata.

I quattro attraversarono di nuovo la strada, per prendere la stessa linea di autobus, per arrivare ad una piazza della città, che era la stessa fermata della linea 8, che permetteva di raggiungere la via principale della città. 

Dovettero aspettare pochi minuti, prima che un bus, identico a quello precedente, che differiva dallo stesso solo per il 

numero di registrazione. Avrebbero dovuto attendere un’altra decina di fermate, prima di raggiungere la detta piazza, 

dove avrebbero preso un bus della linea 8, che li avrebbe finalmente condotti alla via principale della città, via Luminopoli, dalla quale si raggiungeva il porto della città. Da lì sarebbero saliti a bordo di un motoscafo. Aveva un piccolo motore fuoribordo, ma sembrava comunque nuovo. Ma il punto non era quello. 

«Non sapevo sapessi guidare questi cosi!» Ash guardò la capopalestra con uno sguardo molto difficile da interpretare. 

«In realtà non so farlo. Ma non credo che sia difficile imparare» Poi, notando l’enorme preoccupazione di tutti, si corresse 

Immediatamente. «Scherzavo, non vi metterei mai in pericolo, volontariamente.» Allenatori e Pokémon tirarono immediatamente un sospiro di sollievo.

Una volta saliti a bordo, la capopalestra accese immediatamente il piccolo motore e partì alla volta dell’isoletta lì davanti. 

Non era lontana, ma la bassa temperatura dell’acqua era un ottimo deterrente per raggiungerla a nuoto.

«Quest’isola» Esordì la capopalestra. «È un giacimento di Megapietre. Nemmeno il professor Platan, uno dei più grandi esperti della Megaevoluzione, sa spiegare il motivo. Qui troverete quello che cercate, ne sono certa.» Lylia era intimorita da quelle parole. «In che senso troverete?» Ornella la guardò dritta negli occhi. «Tu e i tuoi Pokémon, Lucario in particolare, ma se è necessario anche gli altri possono dare una mano, ci mancherebbe altro.» Ash tentò di incoraggiare l’amica. «Non credo che sarà poi così diversa da una prova del Giro delle Isole. In più hai lo Smart Rotom, se qualcosa dovesse andare storto ti soccorreremo immediatamente.» Lylia si era un po’ tranquillizzata dopo quelle parole. Aveva ancora paura, ma sapeva che, anche nel peggiore dei casi, non sarebbe mai stata sola. 

I tre “abbandonarono” Lylia, Bianchino e gli altri suoi Pokémon sul porticciolo dell’isoletta. «Noi ti aspettiamo dall’altra parte!» La salutò Ornella. 

Pochi istanti dopo, proseguì la corsa fino alla parte opposta dell’isola, su un altro porticciolo. Scesero tutti e Ornella ormeggiò il motoscafo. 

«Bene, la prima parte del piano è completa, ora dobbiamo organizzare la sorpresa finale. Da quanto mi avete detto è una ragazza che se la sa cavare, ma vorrei comunque metterla alla prova.» La ragazza guardò Ash dritto negli occhi. «Credo di aver capito cosa intendi dire… Garchomp, vieni fuori!» Ornella sorrise. L’amico aveva perfettamente cosa intendeva dire.

«E ora! Megevoluzione!» La pietrachiave del ragazzo reagì con la Megapietra del Pokémon Mach, il corpo del Pokémon, a causa dell’energia della Megaevoluzione mutò. Non nella forma corporea, che rimase abbastanza simile, quanto in alcune specifiche parti del corpo, a partire dalla mascella, divenuta più squadrata, rendendo l’aspetto del Pokémon ancora  più aggressivo, il segno giallo sul bacino passò a una forma romboidale, lungo i fianchi del petto si formò una fila di punzoni bianchi, e quelli che prima si trovavano nella parte superiore delle braccia,  ora si erano spostati nella parte inferiore, sulle ginocchia era presente un enorme punzone rosso, il numero di punte della stella sul muso crebbe, e gli arti superiori si erano trasformati in enormi falci blu dai bordi rossi. 

Serena, notando il Mega Garchomp del ragazzo si accorse di un dettaglio che era sfuggito ad entrambi i compagni di viaggio. E se da una parte poteva perdonare Ornella, che non aveva nemmeno idea del fatto che l’amico avesse un Garchomp con tanto di megapietra annessa, quanto piuttosto il suo ragazzo.

«Lylia sa che tu hai un Garchomp.» Lo riprese. «Possibile che debba pensare a tutto io?» Tanto Ash quanto Ornella guardarono la ragazza estrarre dalla sua borsetta un pezzo di cartone blu scuro e delle forbici. Lo infilò delicatamente nel taglio sulla pinna caudale. Il Garchomp sentì solo un leggero solletico.

«Lylia sa che tu hai un Garchomp, non UNA Garchomp» Ash dovette rifletterci di più, rispetto alla ragazza. Dovette pensare alla Garchomp di Camilla, che, effettivamente non aveva quel taglio sulla pinna. 

«Sei un genio!» Si complimetò Ash.

Dall’altra parte dell’isoletta, Lylia aveva fatto uscire dalle Pokéball tanto Lucario quanto Vaporeon. Appena uscito dalla sua Pokéball, il Lucario si mise a correre a perdifiato. 

«Aspettaci! Potrebbe essere pericoloso!» Tentò di fermarlo l’allenatrice, ma ormai era troppo tardi. La bionda dovette per forza inseguirlo, ci teneva a lui e non voleva si cacciasse nei guai.

A un certo punto la ragazza ebbe come delle visioni. Di una grotta. Sembrava che al suo interno vi fossero numerosi Golbat. 

Non sapeva dove quella grotta si trovasse, ma quello era il problema minore. Perché mai quella visione? Fece cenno ai suoi Pokémon di fermarsi. «Ma certo l’Aura!» Si diede un colpo da sola, come a rimproverarsi. «Lucario mi sta comunicando dove si trova la Megapietra! Certo che potresti essere anche un po’ più preciso!» Si lamentò. Quasi come se il suo Pokémon l’avesse sentita, inviò una nuova visione. Davanti alla grotta c’era una grossa roccia che ricordava un Probopass. Un piccolo indizio, ma almeno aveva un punto di riferimento.

L’isola non era grande, ma guardando davanti a tutte le grotte, avrebbe impiegato tutta la giornata. Provvidenzialmente arrivò un altro piccolo indizio. Sembrava che l’accesso a quella grotta fosse difficile, era bloccata ai quattro lati. Da nessuna parte era possibile vedere il mare. 

Era completamente bloccata da delle montagne, tra cui quella roccia a forma di Probopass. 

Ne dedusse che si trovava nel cuore dell’isoletta. 

Beh, lei non era mai stata un tipo atletico e la paura di imburconare o liscinare era parecchia, ma il suo grande senso di responsabilità, la spingeva a proseguire.

Sino a quel momento il percorso era stato abbastanza semplice, solo un po’ di vento aveva disturbato il suo cammino. Per fortuna non c’era molta polvere, altrimenti tenere gli occhi aperti sarebbe stato estremamente difficile. 

Avevano affrontato una salita relativamente ripida e la nativa di Alola era già stanca. Almeno da quell’altezza poteva vedere tutto il territorio circostante. 

«Bianchino, Vaporeon? Vedete una roccia simile a questo Pokémon?» La ragazza, mentre riprendeva fiato, aveva mostrato ai suoi un’immagine di Probopass. 

Naturalmente anche lei si sarebbe messa a cercare. Si sistemò il cappello, per evitare che venisse portato via dal vento e prese un binocolo dalla sua borsa.

«Eccola qui! Non è lontana!» La ragazza fece cenno ai suoi Pokémon di seguirla.

Nel frattempo, Ash e le due ragazze stavano facendo uno spuntino. Uno spuntino nel senso in cui lo intendeva Ash, quindi un pasto estremamente abbondante. 

Tutti e tre fecero uscire tutti i Pokémon dalle loro Pokéball. Per Ash, Lucario, Dragonite, Gengar e Lycanroc. Ogni tanto al ragazzo faceva piacere ruotare la sua squadra, e avendo un gran numero di Pokémon, decidere chi avere in squadra, oltre a Pikachu non era cosa facile. Anche le ragazze fecero altrettanto, con Serena che fece uscire la sua Delphox e poi Sylveon Pancham e Zorua, e dalla capopalestra che fece uscire dalla Pokéball, Lucario, Machamp e Mienshao. 

«Garchomp, mi raccomando, devi essere in piena forma, quindi per te doppia razione!» Pikachu guardò il Pokémon Mach

 con aria gelosa, cosa che venne notata immediatamente da Ash. 

«Credo di aver capito, amico, anche tu vuoi una doppia razione?» Il topo elettrico fece cenno di approvazione. 

«E va bene, come vuoi, tanto ne abbiamo in abbondanza» Aggiunse, sorridendo. 

Il ragazzo guardò la Zorua della sua ragazza. Ci aveva fatto l’abitudine alla sua indole giocosa, dopotutto era nella natura di quella specie di Pokémon comportarsi in quel modo, e finché non rischiava l'incolumità degli altri andava anche bene.

Al ragazzo venne una piccola idea. Fu inizialmente una piccola scintilla, ma poi divenne una fiammata.

«Mi sono ricordato di una cosa, durante il viaggio a Sinnoh, con Brock e Lucinda.» Serena pensò alla sua ormai amica. 

Certo che con Ash e quell’altro ragazzo, Brock, ne avevano passate proprio tante. Ash raccontò brevemente la storia del viaggio che aveva fatto a Coronopoli e di come avessero sconfitto Grings Kodai, un pericoloso criminale. 

E di come avessero incontrato il piccolo Zorua, figlio della Zoroark rapita da quel Kodai per sfruttare i suoi poteri di creare illusioni per poter creare le tre Bestie Leggendarie, Entei, Raikou e Suicune, in modo da costringere gli abitanti della città di Coronopoli, in modo che lo stesso potesse accedere ai poteri dell’Onda Temporale per poter riavere i suoi poteri di vedere il futuro. Nel frattempo, dopo vent’anni da quel giorno, era comparso Celebi… 

Serena gli fece cenno di tagliare corto. «Se Lylia è brava come dici, ci raggiungerà tra non molto» Ash non si era accorto del fatto che ad Ornella stesse cominciando a calare la palpebra. «Insomma Zorua può anche creare illusioni di esseri umani e lo Zorua che avevamo incontrato era particolarmente abile in questo.» La Zorua della ragazza, sentitasi chiamata in causa, smise di giocare con Sylveon. 

«Si, credo che sia in grado di farlo, ma perché?» Chiese la ragazza. Ash accennò un sorriso. «Immagino che a Ornella non dispiaccia se la mettiamo ancora di più alla prova.» Il ragazzo prese uno strano dispositivo dal suo zaino. 

«È una di quelle diavolerie di Lem?» Chiese la capopalestra. «Esatto, è un comunicatore a distanza per Pokémon» Ash si avvicinò al suo Garchomp e appoggiò il dispositivo sul collare. «Non ricordo la spiegazione precisa di Lem, ma in pratica Garchomp dovrebbe sentirmi, ma gli altri no. E sì, la scienza è proprio meravigliosa!» Serena guardò il ragazzo e il suo Pokémon per alcuni istanti. «Credo di aver capito il tuo piano. Vuoi che Zorua crei una tua copia in modo che tu possa dire a Garchomp quel che fare? E immagino che tu mi stia per chiedere di fingere di filmare la lotta, facendo una videochiamata con me?» Ash annuì, mentre Ornella guardò l’amica con aria perplessa. «E come avresti capito questo suo piano?» Serena si limitò a sorridere. 

«Quando inizi a stare con lui per un po’, cominci a ragionare come lui» Poi la ragazza si rivolse alla sua Zorua. «Credi di riuscire a trasformarti in Ash?» Il Pokémon Malavolpe si limitò a creare l’illusione. Una perfetta copia di Ash.

Tanto perfetta da far trasalire Pikachu. 

«Direi che è un sì!» Sorrise Ash. Ok, io mi nascondo, Pikachu, non ti dispiace stare un po’ con le ragazze? Il roditore elettrico sorrise, dopotutto aveva ottimi rapporti con entrambe, quindi non era un problema. Doveva solo tenere a mente che quel Ash che era con loro era solo un’illusione.

Serena avviò la prima videochiamata con Ash, non appena il ragazzo si allontanò al punto stabilito. Voleva assicurarsi che Garchomp lo sentisse. 

Avuta la conferma, la ragazza chiuse la videochiamata. 

Nel mentre Lylia aveva raggiunto la grotta che aveva visto nelle visioni. Aveva rischiato anche di farsi male, il suo abito si era ricoperto di polvere. Forse avrebbe dovuto indossare degli abiti un po’ da battaglia.

Ma ora non poteva più tornare indietro. 

Era davanti alla grotta dove sicuramente era entrato il suo Lucario, quella roccia a forma di Probopass ne era la prova, ma qualcosa la bloccava dall’entrare.

Bianchino e Vaporeon appoggiarono le loro teste sulle gambe dell’allenatrice. Come per farle coraggio. «Si, scusate, avete ragione, andiamo!» La ragazza prese il suo Smart Rotom e accese la torcia. A dispetto delle sue piccole dimensioni, era molto luminosa. L’improvviso cambio di luce allertò la colonia di Zubat, Golbat e Noibat che abitavano lì. Iniziarono ad attaccare la ragazza. Tanto Bianchino quanto Vaporeon, avvedendosi della situazione attaccarono i Pokémon pipistrello al meglio delle loro possibilità. Il Pokémon volpe con il suo Ventogelato, il Pokémon Bollajet con un imponente Geloraggio. «Grazie! Non so cosa farei senza di voi. Ma adesso continuiamo a cercare a Lucario» 

La ragazza e i suoi Pokémon si misero in marcia. Ma quasi immediatamente la ragazza si accorse di qualcosa. Le sembrava di girare in tondo. 

«Vaporeon, ti dispiacerebbe usare codacciaio sulla parete? Almeno non rischiamo di perderci.» Il Pokémon Bollajet colpì la parete con un potente colpo della coda, imprimendo la forma della pinna sulla parete.

«Sei stato fantastico Vaporeon!» 

La ragazza, scortata dai suoi Pokémon, dovette rintuzzare gli attacchi di altri Pokémon, selvatici, ma alla fine riuscì a raggiungere il cuore della grotta. 

Al suo arrivo vide il suo Pokémon prendere a calci e a pugni un grosso masso. Non si accorse nemmeno della presenza della sua allenatrice. «Ehi Lucario!?! Tutto apposto?» Il Pokémon Aura sembrò non sentirla. O forse la ignorò semplicemente. Continuò con la sua serie di pugni e calci, come se tentasse di perfezionare il suo, già potente, attacco Zuffa.  

«Tutto bene? Possiamo aiutarti?» Il Pokémon Aura smise con la sua serie di calci e pugni. Per far cenno alla sua allenatrice di non disturbarlo. Doveva fare da solo. Era la sua missione.

La ragazza si sedette per terra, a gambe incrociate e Bianchino e Vaporeon si sedettero accanto a lei. Osservavano il Pokémon Aura continuare a colpire quel masso. 

Non sembrava volersi arrendere e continuava imperterrito la sua serie di colpi.

«Sai, Lucario, Ash, mi ha insegnato una cosa. A volte, da soli non riesce a dare il massimo.» Il Lucario interruppe la sua scarica di calci e pugni. 

Guardò negli occhi la sua allenatrice, come a dire “va bene, come vuoi”. 

«Fino ad ora hai colpito il masso solo con Zuffa, non è vero?» Il Pokémon Aura fece un cenno di approvazione. 

«È il tuo attacco più forte. E non sembra abbia scalfito in alcun modo la roccia. Credo che non resti altra scelta.» Il Lucario era curioso di sapere cosa intendesse. 

La ragazza si era notevolmente avvicinata e aveva iniziato a toccare il masso.

«Vogliamo usare la nostra mossa Z?» Lucario ci pensò un attimo. Prima di toccare il cristallo Z della sua allenatrice. Per la bionda questo voleva dire solo una cosa. “Si”.

La ragazza si allontanò. Aveva già avuto modo di vedere quanto potente fosse la sua Iperscarica Furiosa. 

«La grande forza dataci in dono dal Kahuna dell’isola… il potere dell’aura… il nostro legame… uniti insieme per dare origine alla vera forza, al massimo potere del tipo Lotta. Iperscarica Furiosa!»

La scarica di calci e pugni era ora molto più intensa. E il masso era collassato, sotto i poderosi attacchi di quel Pokémon, rivelando quel che conteneva. 

Una gemma perfettamente rotonda, di colore arancione, con un disegno di colore rosso e blu che ricordava, per certi versi una fiamma. La ragazza la raccolse e la esaminò.

«E così questa è la Lucarite!» La ragazza diede immediatamente la megapietra al suo Pokémon.

«Aspetta un attimo. Immagino tu ti sia stancato, cercando di spaccare quel masso. Mangia queste.» La ragazza gli porse delle baccacedro, che il Pokémon mangiò con gusto. Era davvero felice che la sua allenatrice fosse così premurosa. Non che al rifugio venisse trattato male, tutt’altro. Era solo felice della scelta che aveva fatto, quando era un piccolo Riolu.

Dopo essersi ripreso, si sentiva finalmente pronto e lo aveva fatto anche notare alla sua allenatrice.

«Allora se sei sicuro possiamo provarci!» La ragazza toccò la Pietrachiave che portava come orecchino e la stessa reagì con

la Megapietra del Pokémon. 

L’aspetto di Lucario cambiò notevolmente. Le appendici in grado di percepire l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di rosso nella parte finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli inferiori quanto quelli superiori. 

Sulle spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la coda.

Per Lylia non era una novità. Aveva visto sia il Lucario di Ash che quello di Ornella effettuare la Megaevoluzione, ma ora che era il suo a farlo, la sensazione era diversa. Come era stato per le Mosse  Z. Aveva visto tutti i suoi amici, Kawe e Ash in primis, usare le Mosse Z decine di volte, ma quando l’aveva fatto per la prima volta… era stata colpita da una scarica di energia, delle sensazioni difficili da descrivere a parole. Tanto simili, quanto diverse da quelle che aveva provato in quel momento. Sebbene non avesse notato nulla di anomalo nello sguardo del suo Pokémon, la ragazza era un po’ intimorita. «C-cosa ne p-pensi… a-andiamo -d-dagli a-altri?» Vedendola spaventata, i suoi Pokémon, compreso l’appena megaevoluto 

Lucario. «Q-questo v-vuol d-dire che è tutto apposto?» Chiese. 

Il suo Pokémon fece cenno di seguirla. Il lavoro fatto dal suo Vaporeon era stato abbastanza inutile. Seguendo le indicazioni del suo Pokémon riuscì ad uscire dalla grotta, seguendo un percorso diverso e, apparentemente, più breve di quello che aveva percorso la prima volta. Non le era parso di vedere i segni della coda del suo Pokémon. 

In ogni caso riuscirono ad uscire dalla grotta e, con un aiuto extra, il branco di Pokémon pipistrello faceva ancora meno paura.

Usciti dalla grotta, la bionda fece per tornare dalla parte in cui era entrata. Lei pensava che i suoi amici avessero semplicemente circumnavigato l’isola e che erano tornati al piccolo porticciolo dove erano sbarcati.

Il Pokémon Aura, vedendola, si mise davanti a lei, come a sbarrare la strada. «Quindi non sono andati da questa parte?» Il Pokémon abbassò la testa, come a dire “sì, esattamente”. «E allora guidami dagli altri.» Il Pokémon Aura dovette adattare il suo passo a quello della sua allenatrice. Era già a conoscenza del fatto che la sua allenatrice avesse alcune difficoltà in ambienti impervi, per cui era consapevole del fatto che si sarebbe potuto prodigare ad aiutarla. 

Dall’altra parte dell’isola,  per rendere più realistica la storia che si erano inventati, Serena aveva chiesto al Garchomp del ragazzo di utilizzare alcuni attacchi Pietrataglio per rendere più plausibile l’idea dell’attacco. E aveva scartato l’idea di Ash del suo dolore alla spalla, per qualcosa di più “attoriale”. Far finta che fosse stato preso in ostaggio. 

Ovviamente il topo elettrico era in perfetta salute, si trovava in una fossa creata dal Pokémon Mach e vi sarebbe potuto uscire senza problemi, usando un’Elettrotela come trampolino.

Le ragazze avevano iniziato a sentire dei passi. Probabilmente era Lylia, ovviamente scortata dai suoi Pokémon. 

«Garchomp, tieniti pronto!» 

Il Pokémon Mach fece segno di aver capito, sollevando l’arto destro. Le due ragazze si allontanarono e si nascosero dietro ad un masso, seguite dall’illusione della Zorua di Serena. Vedendo un Megalucario, il Pokémon mach iniziò a lanciare un attacco Pietrataglio. I massi, fuoriuscendo da terra, fecero vibrare il terreno. Serena e Ornella sapevano che era parte del piano. Lylia e i suoi, ovviamente no.

La ragazza dedusse che i suoi amici fossero in pericolo. E decise di accelerare il suo passo, per raggiungerli al più presto. E, alla fine, la visione le fù chiara, una Mega Garchomp che li stava attaccando a suon di Pietrataglio.

«Forza Lucario, Vaporeon e anche te Bianchino! Dobbiamo difenderli! Vaporeon usa Geloraggio, Bianchino tu vai con Polneve e, infine, Lucario Forzasfera!» Prima che Bianchino e Vaporeon potessero lanciare i loro attacchi, Garchomp lanciò nella loro direzione due Pietrataglio, diretti a Vaporeon e Bianchino. 

Non era intenzionato a ferirli, ma solo a levarseli di mezzo. 

«Vedo che loro non ti interessano.» Commentò la ragazza. «Sembra che ti interessi solo Lucario, è così?» La ragazza non si sapeva spiegare da dove venisse tutto quel coraggio, forse dal fatto che i suoi amici erano in pericolo? 

In ogni caso, quella sensazione le piaceva.

Si avvicinò alle ragazze e a quello che credeva fosse Ash. La ragazza, notò ben presto l’assenza del Pikachu di Ash e l’espressione dell’illusione era terribilmente preoccupata, facendo spaventare Lylia.

«Quindi Garchomp ha sequestrato Pikachu?» Chiese la nativa di Alola. Notando l’espressione preoccupata di quel che credeva fosse Ash, si rese conto di aver fatto una domanda ovvia.

«Si, abbiamo cercato di salvarlo, ma non ci siamo riusciti, ha sconfitto tutti i nostri Pokémon!» Le rispose Serena.

«Anche la tua Sylveon? Nonostante sia di tipo folletto?» Chiese la ragazza dagli occhi verdi. «Oltre ad attacchi di tipo drago conosce mosse come di tipo terra  e roccia. E credo che il suo principale interesse sia il tuo Megalucario.» Sentendo quel senso di responsabilità verso tutti.

«Se è la lotta che vuoi, allora noi siamo pronti, non è così Lucario?» Il Pokémon Aura fece un cenno di approvazione, invitando Mega Garchomp a sfidarlo. Il Pokémon Mach sembrò accettare la sua sfida. E iniziò ad attaccare il Mega Lucario della ragazza. Quel Mega Garchomp iniziò a scavare una fossa. Perforò il terreno a gran velocità e, in pochi istanti raggiunse il Pokémon Aura colpendolo con una delle sue lame direttamente sotto al collo. Facendo cadere per terra il Pokémon Aura. 

«Tutto bene Lucario?» Di tutta risposta il Pokémon Aura si alzò nuovamente in piedi. Intanto Garchomp aveva iniziato a utilizzare Dragobolide. Dalla sua bocca generò una gigantesca sfera arancione che lanciò verso il cielo. 

Raggiunte qualche migliaia di metri la sfera esplose in decine di pezzi più piccoli, dello stesso colore, che caddero in cerchio verso il basso. 

«Lucario, schiva!» Ordinò la ragazza. Il Pokémon Aura si spostò continuamente a destra e a sinistra, cercando di evitare il meteoriti lanciati dall’avversario.

«Non credo che attaccarlo da vicino sia una buona idea.» Lylia fece una breve pausa. «Usa Forzasfera!» Il Pokémon Aura generò dalle mani una sfera di energia di colore azzurro e la scagliò contro l’avversario, il quale non si mosse di un millimetro, affettò la sfera di energia con una delle sue falci. Con grande stupore di Lylia. 

Quindi attaccò nuovamente con Dragobolide. Generò dalla bocca una meteora che poi scagliò verso l’alto, facendolo esplodere a migliaia di metri d’altezza.

Lylia guardò quello che credeva fosse Ash. Era una sua amica e nutriva una certa stima nei suoi confronti, era in parte anche grazie a lui se aveva fatto dei passi avanti nello sconfiggere la sua paura di toccare i Pokémon, in particolare grazie a Pikachu e a una lotta che aveva avuto contro Ambrogio, il maggiordomo e il suo Oricorio. 

Dopo la lotta l’abbraccio tra la ragazza e il roditore elettrico era stato talmente tanto istintivo da non farle pensare al fatto che stesse toccando un Pokémon. 

Glielo doveva a lui e ad Ash. Pensò a come avrebbe combattuto Ash. E si ricordò di una delle lezioni di Kukui. Una lezione

 sulle schivate. Si ricordava di un intervento di Ash. 

Aveva parlato di come, durante una delle sue lotte in palestra, avesse utilizzato a suo vantaggio le mosse Rocciotomba e

 Dragobolide, sfruttandole come trampolino di lancio per attaccare l’avversario.

La ragazza pensava a come potesse applicare quelle tecniche sentite dall’amico, in modo diverso e originale. Voleva inventare una sua tecnica. 

«Ho avuto un idea! Lucario, colpisci i meteoriti con Zuffa! Lanciaglieli addosso!» Gridò la ragazza.

A guardarla lottare in quel modo, a Serena non parve di vedere una giovane ragazza timida e impacciata, ma proprio Ash. Sapeva di come la ragazza avesse avuto “l’onore” di conoscerlo, ma di sicuro non si sarebbe mai aspettata di vederla applicare e, addirittura, rielaborare, una delle sue tecniche più celebri. 

Ash, dal suo nascondiglio, sorrise. Alcune meteore avevano colpito Garchomp. L’amica mostrava una grinta non da poco e una forte sintonia con il suo Pokémon. Ma Ash non l’avrebbe lasciata vincere così facilmente. 

Vedendo Lucario avvicinarsi, Garchomp lanciò nella direzione del Pokémon Lotta/Acciaio un potente Pietrataglio. Ash sapeva che un attacco di tipo roccia non avrebbe causato grandi problemi, ma avrebbe comunque allontanato l’avversario.

Il piano si rivelò esatto. Ora Lucario era a una discreta distanza.

Questo diede il tempo a Garchomp per scavare una fossa e dirigersi verso il Lucario, per colpirlo nuovamente. Ma questa volta Lylia era più preparata. 

«Pensi di riuscire a percepire la sua aura?» Chiese la ragazza. Il Pokémon Aura fece un gesto affermativo. «E allora facciamolo!» Appena ti accorgi da dove uscirà salta indietro e attaccalo con Zuffa!» Il Pokémon Aura concentrò le sue forze.

Le sue appendici in grado di percepire l’aura si illuminarono di una luce blu e si sollevarono di alcuni centimetri.

Appena ritenne che fosse il momento giusto, Lucario spiccò un balzo e Garchomp uscì dal buco senza riuscire ad attaccare.

Mega Garchomp venne colpito da calci e pugni e sbalzato indietro. 

L’energia del colpo fu sufficiente a far staccare la soluzione posticcia creata da Serena. Rivelando il fatto che quel Garchomp fosse un maschio e non una femmina.

Un dettaglio che alla nativa di Alola non passò affatto inosservato. «Ehi! Ma tu sei il Garchomp di Ash!» La ragazza si avvicinò al Pokémon, Ornella, e Serena fecero finta di spaventarsi, mentre la ragazza si avvicinava a quel Pokémon.

Questi abbassò la testa e si fece accarezzare dalla ragazza.

La Lylia di qualche anno prima si sarebbe tenuta ad almeno cinquanta metri di distanza da quel Pokémon. Ma, già da diverso tempo, non aveva più paura. Nemmeno un Pokémon così spaventoso come Mega Garchomp le faceva paura.

Serena smise di inquadrare la lotta e passò alla telecamera frontale. «Direi che abbiamo finito con la prova» Questa frase non passò inosservata alla ragazza dagli occhi verdi.

«Quale prova scusate?» Chiese la ragazza. «Anzi, vi dirò. Ho capito tutto. Pikachu non è mai stato sequestrato. Voi non siete MAI state davvero in pericolo, e quanto a te…» La ragazza diede un leggero colpetto alla spalla di quel Ash che vedeva.

Il colpo fece scomparire l’illusione, rivelando che quel Ash non era altri che un’illusione creata dalla Zorua di Serena, la quale, per tutta risposta saltò sulle braccia di Lylia, cogliendola alla sprovvista.

«Bene, ma dove sono Ash e Pikachu?» Chiese la ragazza. 

«Puoi tornare alla base.» Disse Serena, rivolgendosi a Ash con il suo Smart Rotom. Lylia guardò la sua compagna di viaggio con aria stranita. «Come sarebbe a dire? Quindi Ash comandava Garchomp? Beh, un Pokémon non si può megaevolvere senza il suo allenatore» Ash, seguito da Pikachu, che usando Elettrotela come trampolino, era uscito dalla buca, raggiunse il gruppo poco dopo.

«Complimenti, direi che vi meritate quella Megapietra» Disse Ornella. Finita quella frase entrambi i Pokémon megaevoluti tornarono normali. Erano abbastanza stanchi dopo quella lotta, per cui era il momento ideale per fare uno spuntino, con gran piacere di tutti. Lucario e Garchomp erano seduti vicini, scambiandosi un piccolo gesto d’intesa. 

«Questo è il vero spirito delle lotte Pokémon. Dopo essersi affrontati in una dura lotta ora mangiano uno accanto all’altro» Commentò Serena, ben felice di vedere il Pokémon del ragazzo e quello dell’amica. 

Lylia sorrise. «Lucario è sempre stato un tipo con cui è facile fare amicizia» 

Ed è così che ho ottenuto la Lucarite. Oggi ho visto Orlando di sfuggita, sembrava sommerso da una marea di fan. E non sono riuscita a parlarci. Spero domani di riuscirci. Gli ho inviato una lettera dove gli chiedevo se avrebbe partecipato alla gara Pokémon di Aranciopoli. Spero almeno di poter lottare con lui per fargli vedere quanto è diventato forte quel Riolu che ho adottato dal suo rifugio”.

La ragazza chiuse il suo diario e guardò l’ora sul suo Smart Rotom. Le due del mattino.

«È tardissimo!»  Parlò a bassa voce per non svegliare i suoi Pokémon, che dormivano già da un po’.

La ragazza seguì l’esempio dei suoi Pokémon e si coricò a sua volta. 

La città di Hau’oli, come da ottant’anni a questa parte, si era preparata a festa per ospitare il Gran Premio della massima categoria automobilistica, la Formula Cinque Cilindri. Naturalmente ci sarebbero anche state le gare della formula Lite, ma erano solo una categoria di contorno.

Alla periferia della città era strapieno di camion, nella zona del porto erano comparse delle costruzioni smontabili in cui sorgevano i box, in alcune aree della città erano state montate delle tribune, in altre aree dei cordoli metallici e in altre ancora delle barriere e dei guardavia. La tranquilla città, di Alola avrebbe ospitato, come da tradizione, il primo Gran Premio della stagione. 

Una delle tante occasioni per attirare turisti sull’isola, nonostante spesso la gente ritenesse le gare disputate nell’angusto circuito cittadino, come noiose e prevedibili, data la quasi totale impossibilità di sorpassare, altrettante persone adoravano venire lì per l’atmosfera.

Il Gran Premio disputato sul circuito di Hau’oli si distingueva dagli altri per altri motivi, oltre che l’atmosfera, quasi vacanziera, come per far pensare ai piloti che le vacanze invernali non fossero finite, ma anche per una particolarità intrinseca. Quando non si disputavano delle sessioni ufficiali, che fossero esse delle track walk, delle prove, delle qualifiche o la gara vera e propria, la strada era aperta alla normale circolazione. Ad eccezione di alcuni particolari orari, dove si preferiva mantenere la circolazione a piedi o con il Poképassaggio, poiché questo andava a favore delle attività locali.

E durante la mattina non c’erano delle sessioni ufficiali, ma incontrare i piloti era praticamente impossibile. Per farlo si sarebbe dovuto aspettare la track walk del pomeriggio, dove i piloti, insieme ai loro ingegneri di pista, avrebbero ispezionato la pista.

E spesso, dopo aver completato il primo giro, i più disponibili, tornavano indietro per fare delle foto, degli autografi o fare qualche regalo ai fan, come delle magliette e dei cappelli. Oltre che delle foto autografate in diretta.

Nonostante non fosse una grande appassionata, avendo sempre visto il Gran Premio, da che ne aveva memoria, aveva una minima idea sul come fosse strutturato il tracciato.

Sapeva che la Cucina di Aina, il ristorante della famiglia di Ibis, una sua carissima amica, era uno dei punti di riferimento del circuito. Era posto prima di una curva secca a novanta gradi, la penultima del tracciato.

«Non sapevo ti fossi appassionata alle corse»  Ibis la colse abbastanza di sorpresa, mentre osservava il viavai di piloti ed ingegneri. «Stai cercando qualcuno?»  La ragazza dai capelli verdi rincarò la dose.

«No»  Rispose la bionda. «Semplicemente aspetto una persona»  La ragazza dai capelli verdi ci rimase male.

«Allora stai cercando qualcuno»  Le sembrava di comportarsi come una dentista, con la sua amica.

 E per fortuna in quel momento non c’era Suiren, la regina del pettegolezzo.

«E va bene!»  Confessò la bionda, con l’amica e la sua Tsareena che si incuriosirono. «AspettoOrlandoBirPerUnaLottaSai

CheÈStatoGrazieALuiCheHoLucarioEVorreiChiedergliSeVuoleLottareConNoiVorreiDimostrargliQuantoIlRioluCheHoAdottatoAlSuoRifugioSiaDiventatoForteGliHoAnchePropostoDiPartecipareAdUnaGaraPokémonMaNonMiHaDettoNéSìNéNoQuindiHoSceltoUnApproccioPiùDirettoESeTeLoStaChiedendoAncheVaporeonL’HoAdottatoAlSuoRifugioEraUnEeveeMaAvevaLeIdeeBenChiareSullaSuaDecisioneRiguardoLaSuaEvoluzione»  Lo disse tutto d’un fiato, e, guardandola parlare sembrava potesse soffocare da un momento all’altro. «In effetti sei sempre stata molto vaga a riguardo della loro cattura. Hai semplicemente parlato di amici di Ash. Come se fosse una vergogna averli adottati. O c’è qualche altra cosa dietro?»  La bionda rimase in silenzio. Ibis stava per punzecchiarla con un “chi tace acconsente” o qualcosa del genere. La bionda aveva notato il pilota e il suo ingegnere di pista. Stavano concludendo la Track Walk. Erano passati da lì un po' di tempo prima, mentre uscivano dai box e avevano concluso il giro a piedi della pista.

Non conosceva il ragazzo con cui stava parlando, né tantomeno l’argomento della loro discussione. A un certo punto i due si avvicinarono alla rete che separava il ristorante dalla strada. Era stata messa per evitare che eventuali detriti potessero danneggiare l’edificio. In quel momento non serviva a molto, ma montarla quando giravano le auto, non era un’opzione.

Ora le parole dei due erano più comprensibili. 

«Sembra che l'asfalto sia abbastanza buono. Ci sono anche meno avvallamenti dello scorso anno.»  Commentò il pilota. «Si, Vero, ma ricorda che la pista, nelle prime sessioni sarà comunque molto sporca.» 

Orlando fece cenno al suo ingegnere di pista di passargli il suo zaino. Questi accettò, non senza domande. «Ok, ma a cosa ti serve?»  Gli chiese. «Oh, nulla di che, solo fare un regalo ad un’amica.»  Rispose il pilota. «La biondina? Ma già lo sai che è la figlia della presidentessa della Fondazione Æther?»  Orlando lo guardò come a dire “E quindi?” il tecnico rincarò la dose. 

«Non mi dire che non è solo un’amica»  Il pilota non riuscì a non ridere. «Non scherziamo. Si, è molto carina, è davvero una bella ragazza, ma…»  Lylia arrossì nel sentire quelle parole. Ibis la provocò ulteriormente. «A quanto pare hai un ammiratore-nemmeno-poi-così-tanto-segreto»  La bionda la fermò. Dopo aver sentito, dal ragazzo le parole “beh, insomma, ci siamo capiti”. La ragazza non sapeva come interpretare quelle parole. In che senso “insomma ci siamo capiti”? «Cosa mai avrà voluto dire con quelle parole?»  Chiese la bionda, ancora imbarazzata. «Poi chiederò un parere maschile.»  Le rispose l’amica. «Intanto forse è meglio che ti riprenda. Sta arrivando»  Un’azione combinata del profumino di Tsareena e del Ventogelato di Bianchino fece riprendere la solita posatezza alla ragazza. Proprio mentre il pilota si avvicinava al ristorante.

Era vestito quasi in borghese, poteva quasi essere scambiato per un tifoso della scuderia. Magliatta del team, borsello nero, berretto del team con il suo numero, il 27, un paio di jeans corti e delle normali scarpe sportive.

Sulle spalle il grosso zaino passatogli dal suo ingegnere di pista.

Ora era proprio a due passi dalla rete di protezione e stava aprendo la porta della gabbia, dopo essere entrato nell’apertura delle barriere dedicata, durante le sessioni con le auto in corsa, ai commissari. 

Ora le aveva raggiunte. E aveva scambiato un gesto di saluto alle due ragazze.

«Oh, eccoti qui!»  Lo salutò Lylia. «Lei è Ibis, una mia carissima amica»  Il ragazzo e la ragazza dai capelli verdi si presentarono con una stretta di mano.

«Sai» La ragazza dai capelli verdi si rivolse al ragazzo appena conosciuto con il suo solito entusiasmo. «Il mio fratellone è un tuo grande ammiratore e credo che morirebbe di gelosia se la sua sorellin…»  Il ragazzo la interruppe. – Dimmi direttamente cosa desideri. Una foto… Un autografo, un piccolo omaggio…»  Il ragazzo si sedette vicino alle due e si tolse lo zaino dalle spalle, aprendolo e estraendo il contenuto. «Prendete pure tutto quello che volete.»  Il ragazzo estrasse magliette e altrettanti berretti della scuderia. Estrasse dalla tasca anche un pennarello indelebile nero e fece per autografarli.

Ibis lo fermò. «Ok, va bene, però una cosa, se le autografi, sarebbe un peccato usarle.»  Il ragazzo ci pensò un attimo. Effettivamente quella ragazza  aveva ragione. Decise allora di prendere delle stampe che lo raffiguravano sulla sua auto, con accanto il suo numero e di autografare quelle, dandole poi alle ragazze.

«Poi la appenderò nel ristorante»  Disse la ragazza dai capelli verdi che, nel frattempo, si era avvicinata al ragazzo e lo aveva colto di sorpresa, usando il suo Smart Rotom per scattare delle foto.

Finita la tortura, finalmente Orlando potè spiegare il motivo di quella visita. «Sono venuto qui per dire che ho accettato entrambe le tue proposte»  Si stava naturalmente rivolgendo a Lylia. 

«Quali proposte?»  Il suo tono faceva ben intendere che pensasse strane cose. «Nulla di che»  Risposero i due, praticamente insieme. «Lo sai, negli ultimi tempi mi sono molto interessata alle Gare Pokémon. E così ho chiesto a Orlando, Ash, Serena e Lucinda se volessero partecipare alla mia prima gara Pokémon.»  Ibis ci pensò un secondo. Solo un piccolo dettaglio la disturbava. «E chi sarebbero Serena e Lucinda?»  Lylia prese un respiro, come dovesse fare un gigantesco spiegone. 

«Allora, Serena è la fidanzata di Ash e…»  Quelle poche parole fecero esplodere una serie di domande alla ragazza dai capelli verdi. «ChiSarebbeQuestaSerenaAChiÈFigliaComeSiSonoConsciutiQuandoSiSonoFidanzatiComeSeiVenutaASaperlo

ComemaiAshNonCeNeHaMaiParlatoDaUnaParteSonoFelicePerLuiMaDovevaDirloPrima.» 

Orlando e Lylia si guardarono negli occhi e cercarono di non ridere. La quantità di domande fatte da quella ragazza dai capelli verdi era gigantesca e in un tempo incredibilmente ridotto. E in quel momento non era con la sua compagna di gossip. Altrimenti avrebbe fatto anche peggio.

Lylia provò a rispondere, almeno a quello che sapeva. «Allora so che è una performer e super coordinatrice, è l’attuale regina di Kalos, di dove è originaria. Come si siano conosciuti non me ne hanno mai parlato. Così come di quando si son fidanzati. So che lo sono e basta. E sono venuta a saperlo quando siamo andati a Kalos la prima volta. E tu, ti stupisci di come mai Ash non te ne abbia mai parlato? Dovresti conoscerlo. E lo sai, a lui se non gli tiri le cose con le pinze, non te le dice, quel suo tratto non credo cambi mai.» 

Ibis Abbozzò un sorriso. «Ash è sempre il solito»  Lylia le sorrise semplicemente. «Non dire nulla a Suiren. Deve accorgersene da sola.»  Ibis accettò. Far friggere l’amica poteva essere davvero una buona idea.

«Giusto. Ora posso continuare.»  Disse Lylia poco dopo. «Lucinda è una carissima amica di Ash. Insomma un po’ come noi. È una super coordinatrice originaria di Sinnoh, penso si siano incontrati in uno dei viaggi compiuti da lui e Pikachu, insieme a Brock. Penso che le conoscerai entrambe in questi giorni.»  Ibis fece un cenno che poteva essere interpretato come un “va bene, ho capito”. 

«Dicevo, a proposito delle tue proposte. Accetto sia la prima che la seconda proposta.»  Orlando riportò alla realtà le due ragazze. «In che senso scusa entrambe?»  Gli rispose Lylia. «Io ti avevo solo chiesto se volevi partecipare alla gara Pokémon di Aranciopoli e se avessimo potuto avere l’opportunità di lottare contro il tuo Lucario.»  Orlando fece cenno di aver capito ciò che la ragazza intendeva. «Semplicemente volevo separare le due cose. Solo che vorrei separare le due cose. Lunedì avrete l'opportunità. Per la gara di Aranciopoli vorrei che qualcun’altro partecipasse alle gare di lotta. E se ho imparato a conoscerti, credo che tu abbia capito di chi sto parlando» Ibis era alquanto confusa, di che Pokémon stava parlando, perché

 ci teneva tanto al fatto che partecipasse a quella gara di lotta? Come poteva Lylia saperlo? 

Lylia aveva ottenuto l’autorizzazione da parte di Orlando per raccontare la storia, sia pure in una versione ancora più breve e censurata di quanto non gliela avessero raccontata.

«Devi sapere che lui è originario di Kalos, ma è dovuto fuggire, insieme alla sua famiglia, dopo che il padre di una sua amica è stato ucciso e che la sua amica è scomparsa. Tutto questo è successo una decina di anni fa»  Ibis si chiedeva cosa avesse a che fare con il fatto di voler anticipare quella lotta, ma non voleva mancare di rispetto a nessuno e non interruppe. «I suoi genitori lo costrinsero a liberare la sua Greninja e… si sono reincontrati solo qualche mese fa. In tutti quegli anni, lui è diventato campione e super coordinatore nella regione di Hardana e immagino voglia che anche la sua Greninja faccia lo stesso»  Il ragazzo si limitò a un semplice cenno di approvazione.

«Credo di aver capito.»  Rispose la ragazza dai capelli verdi. Da una parte voleva assistere a quella lotta al più presto, sapendo che sarebbe stata una lotta senza esclusione di colpi, ma dall’altra parte sarebbe stato bello se anche il resto del gruppo avesse potuto assistere alla lotta, e chissà, magari anche il professor Kukui, sua moglie, la professoressa Magnoila e il loro figlio Keiki, che nonostante fosse ancora piccolo, dimostrava un innato amore per i Pokémon. «Ma come mai lotterete lunedì e non oggi?»  Orlando rispose immediatamente. «Ora la mia squadra è al Centro Pokémon per dei controlli, dopo il lungo viaggio che abbiamo fatto, penso che il cambio di fuso orario possa aver causato qualche inconveniente.»  Ibis dovette pensarci un attimo, ma bastò una breve ricerca per scoprire che, tra le due regioni passavano dodici ore. Verso indietro. «Ti sei preoccupato per i tuoi Pokémon più di quanto fai per te.» Gli rispose la ragazza dai capelli verdi, dopo aver scoperto la differenza di fuso orario.

«Per i Pokémon troppa caffeina è tossica. Noi esseri umani possiamo assumere quantità di caffeina decine di volte superiori ai Pokémon senza danni. Per un Pokémon piccolo come Bianchino, già due tazze di caffè potrebbero essere pericolose, l’ho letto in un libro»  Sentendo la sua allenatrice smise di bere il succo, offerto dalla Tsareena di Ibis, che senza che la sua 

allenatrice le dicesse nulla, aveva qualcosa da bere a tutti, per nascondere la testa con le zampe anteriori.

Lylia, notando il suo comportamento, si avvicinò a lui. «Stai tranquillo, non ne hai mai assunta, puoi stare calmo»  Il Pokémon Volpe, dopo le rassicurazioni date dalla sua allenatrice, riprese a bere.

«Si, esatto la caffeina in dosi eccessive fa male ai Pokémon. Per questo dopo viaggi così lunghi la prima cosa che faccio è affidarli all’infermiera Joy, che sa benissimo come trattarli.»  A questo punto la curiosità di Ibis era parecchia. «E tu come fai? Ho fatto un paio di volte il viaggio tra Alola e Kanto e ogni volta ero Ko»  A Ibis si aggiunse l’amica «E pure io, anche quando sono andata a Kalos» Il ragazzo, sentendosi un po’ un divulgatore, spiegò il motivo alle due ragazze. «Allora, vediamo. Parti da Calopoli, la città più grande di Hardana, e fai un volo di circa due ore fino a Luminopoli, dove fai uno scalo di un’ora, per rifornire l’aereo. Non un problema. Hardana e Kalos hanno lo stesso fuso orario. Quindi parti da Hardana alle sette del mattino e riparti alle dieci e mezza del mattino. Poi fai un volo di circa dodici ore tra Luminopoli e Ponentopoli. Due ore di sosta per rifornimenti e cambio equipaggio. E poi da Ponentopoli ad Hau’oli, che sono altre sei ore di viaggio.»  Lylia si sentiva abbastanza riconosciuta in quegli orari, dal suo rientro a Kalos ad Alola. 

«Il trucco è quello di sincronizzarsi con l’orario della tua destinazione. Se tu parti alle sette del mattino, sai che ad Hau’oli sono le sette di sera. Quando riparti sono le dieci di sera. Se consideri che la notte prima dormi poco, avrai abbastanza sonno, quindi il trucco è quello di dormire quanto puoi durante il viaggio lungo, diciamo dopo che pranzi, quindi circa dopo tre ore di volo, quindi a l’una e mezza del pomeriggio di Hardana, mentre è l’una e mezza di notte ad Hau’Oli. Dopo mangiato, grazie anche all’aiuto di alcuni Pokémon di tipo erba, ci si addormenta per un po’ di ore. 

Lylia e Ibis compresero il loro errore. Non “sincronizzarsi” con l’orario della destinazione. Il ragazzo, nel frattempo, continuò la sua spiegazione. «Atterri a Ponentopoli che sono circa le tre del pomeriggio, mentre a Hau’Oli è mezzogiorno. E hai dormito circa otto o nove ore, quindi sei ben riposato. E puoi aspettare le ore di sosta e volare senza troppi inconvenienti. Atterri che sono le nove di sera.»  

Lylia aveva segnato sul suo Smart Rotom i consigli dati dal ragazzo, li avrebbe seguiti quando avrebbe dovuto viaggiare per Aranciopoli, due settimane dopo.

Solo in quel momento Ibis si accorse del fatto che il ragazzo indossasse un cerchio Z. 

«Hai fatto il giro delle isole e non hai mai mangiato qui?»  Chiese la ragazza, fingendo di essere minacciosa. Orlando decise di stare al gioco. «Avevo base a Kantai. Ma credo di poter rimediare.»  Ibis gli rispose, cercando di non ridere: «Ci mancherebbe! Magari vieni con tutta la scuderia, facciamo ottimi prezzi sui gruppi numerosi»  Il ragazzo rimase un pochino perplesso. «Forse siamo in troppi. E non vorrei escludere nessuno»  La ragazza lo incalzò. «E allora andiamo noi da voi. Credo che il mio fratellone adorerebbe passare qualche ora con il suo idolo.»  Il pilota, dopo averci pensato un attimo, accettò l’idea. «A una condizione, lo spumante lo offriamo noi»  Ibis accettò la proposta. «E ora scusate davvero, ma devo andare. Ci vediamo!» 

Il ragazzo uscì dalla gabbia di protezione e fece alle due un ulteriore gesto di saluto. 

«Io credo che vinceranno. Da quanto vedo hanno un’ottima striscia di vittorie» Si lasciò scappare Lylia. «Nessun criminoso ottimismo!» Le rispose il ragazzo, in tono alquanto ironico. 

Non era un tipo particolarmente superstizioso, nonostante seguisse  un rito scaramantico prima di ogni Gran Premio, saliva sulla sua monoposto sempre dal lato destro. Altrimenti avrebbe detto qualcosa come “Non cugurrare o non pindacciare”. 

Il giorno seguente ci sarebbero state le prime due sessioni di prove. La prima sarebbe stata disputata da l'una del pomeriggio alle due e mezza. Ora locale. La sessione della categoria Lite era stata disputata mezz’ora prima ed era durata meno del previsto a causa di numerose bandiere rosse. 

La pista era ancora abbastanza sporca e molti piloti avevano sbagliato, finendo contro le barriere e causando l’interruzione della sessione, per recuperare le auto e ripulire la pista. 

Nella prima sessione era molto importante evitare di fare errori e non forzare troppo, l’errore era sempre dietro l’angolo. I piloti dedicavano quella sessione a riprendere confidenza con le auto in un circuito così stretto e prendere le misure con dei punti di frenata che ogni anno divenivano sempre più esasperati. 

E in più, per chi era alla prima esperienza, era sempre una sessione importante. Nessuno prendeva davvero seriamente quei tempi. Nonostante questo, le tre ARTM si trovavano comunque nelle prime cinque posizioni. La 27 e la 28 nelle prime due posizioni e la 13, numero scelto dalla debuttante Camilla. Lo aveva scelto perché era la somma delle cifre del numero sul Pokédex Nazionale del suo Pokémon più forte, la sua Garchomp. Pokémon che ispirava anche il suo casco, non molto diverso da quello che usava nella categoria lite.

La cosa era stata notata dal criminosamente ottimista telecronista. Che aveva parlato dell’ottimo debutto della campionessa in carica  della categoria Lite.

La sessione venne interrotta da due bandiere rosse. Avere trenta auto in una pista così breve, era davvero un mix letale.

Nessuno dei piloti coinvolti ebbe particolari conseguenze. Solo qualche grattacapo per i meccanici, che le avrebbero dovute riparare per le cinque di pomeriggio. A quell’ora faceva più fresco e le condizioni della pista, anche grazie alla precedente sessione della categoria Lite, erano notevolmente migliorate. Per gli addetti ai lavori, quei tempi iniziavano ad essere interessanti. Almeno quelli sul passo gara. Che sembrava sorridere alle tre ARTM. Camilla mostrava ancora qualche difficoltà, mantenendo sì dei tempi costanti, ma non ai livelli dei

suoi compagni di squadra. Girava circa tre decimi a giro più piano, dei tempi che comunque le avrebbero permesso di 

difendere la sua posizione o di attaccare, ma non di lottare per la vittoria. 

Come la precedente sessione anche questa vide le ARTM fare ottimi tempi, ma mostrò quali potessero essere le difficoltà di chi, per la prima volta si approcciava alla categoria principale, nonostante le lunghe sessioni di test. 

Camilla, infatti, si trovava in decima posizione, sul giro secco.  

Alla terza sessione, l’unica del sabato, disputata da mezzogiorno a l’una, l’ultima prima delle qualifiche, sessione dove si lavorava principalmente sul giro secco, le difficoltà erano ancora diverse.

 La sua posizione era sempre nel primo terzo di classifica, ma il suo tempo lo aveva ottenuto nella parte finale della 

sessione, nelle migliori condizioni possibile.

Giovedì notte arrivarono Ash, Lucinda e Serena erano arrivati ad Alola. Per le due ragazze era la prima volta che giungevano in quella regione tropicale. Per Ash, invece, Alola era la sua seconda casa. E lo speciale rapporto con il professor Kukui, la professoressa Magnolia e il loro figlio Kieki, era una delle tante prove di ciò. 

Erano tutti e tre stanchi per il lungo viaggio, su tutti la nativa di Sinnoh, che prima di partire da Kalos, aveva fatto anche il volo da Giubilopoli, la città più grande di Sinnoh, a Luminopoli. 

Tanto la ragazza dai capelli blu quanto il suo Piplup erano distrutti da quel viaggio. Avevano, in un lasso di tempo relativamente breve, attraversato qualcosa come diciannove ore di fuso orario, verso indietro. 

E il venerdì mattina era ancora parecchio stanca, contrariamente ai suoi Pokémon, che come quelli degli amici erano stati affidati alle sapienti cure dell’infermiera Joy.

Ash si era messo d’accordo con gli amici di Alola, per presentarli alla sua ragazza e alla sua migliore amica. Si erano alzati relativamente presto, Lucinda dopo l’enorme insistenza del suo Pokémon. 

«Come mai non hai fatto colazione? Solitamente se non ti mangi un paio di quintali di cibo, non carburi, lo dici sempre!»  Lucinda espresse le sue perplessità sul suo amico. Il quale le rispose immediatamente. «Ci sono giusto un paio di posti dove fare colazione che vale la pena visitare. Non è così Pikachu?»  Il Pokémon elettro, che solo pensando a quelle ottime frittelle preparate da quella giovane donna che non riusciva a star ferma due secondi. Peccato solo per quel Raichu Alola così antipatico. Ash, grazie anche all’aiuto di Pikachu, riuscì a trascinare le due ragazze e il Pokémon pinguino fino a quel negozio di frittelle e ristorante che Ash aveva ben imparato a conoscere.

Nonostante fosse relativamente presto c’era già molta gente, la sessione di prove della categoria Lite sarebbero cominciate alle undici e mezza, con la pista che sarebbe stata chiusa alla circolazione dalle undici. 

E se restavi lì fino a oltre quell’ora, saresti potuto uscire solo dopo le due e mezza. Dovendo, per forza pranzare lì. C’erano delle persone che lo facevano apposta, il ristorante si trovava in uno dei punti più iconici del circuito e quindi, affacciandosi alle finestre o uscendo fuori, era possibile vedere la gara facendo i Padledani, cioè non pagando il biglietto, ma solo il conto del ristorante, ben più economico anche del più economico biglietto a disposizione. 

Per Ash, che era il campione, il biglietto era gratuito, e lo stesso per chi l’accompagnava. Lo stesso valeva per Lylia e il gruppo di amici. La ragazza, essendo figlia della promoter del Gran Premio, aveva a disposizione un buon numero di ingressi gratuiti. Naturalmente non era escluso da questo il fratello, anche se in quel momento non c’era, impegnato, sotto consiglio di Ash, a scalare le classifiche del Torneo Mondiale, era a una manciata di posizioni dal raggiungere la classe Mega.

Appena Ash entrò nel ristorante, venne immediatamente accolto da Nella, una delle cameriere che lavoravano in quel negozio, e dal suo Raichu Alola, che aveva ancora un conto in sospeso con Pikachu.

Era un locale accogliente e abbastanza arioso. Sui vari lati della stanza erano disposti dei divani con dei tavoli in mezzo. In fondo al locale, il bancone dove venivano raccolte le ordinazioni e ritirati i take away. 

La luce del bel sole di Alola, che filtrava dalle varie finestre, rendeva l’atmosfera del locale ancora più accogliente. 

«Ecco qui il nostro campione! Era da un po’ che non ti facevi vedere qui! Quando sei venuto per difendere il titolo hai fatto proprio mordi e fuggi… e a quanto vedo hai portato anche delle tue amiche…»  La donna fece cenno ai tre e ai loro Pokémon di accomodarsi nel solo tavolo libero rimasto. «Ben più che amiche!» Ci tenne a precisare Serena, facendo ben attenzione a farsi sentire dalle potenziali altre ragazze interessate.

Dopo una decina di minuti, la cameriera portò a Ash, alle ragazze e a loro Pokémon, dei piatti strapieni di frittelle ben guarnite. «Ecco perché ho voluto posticipare la colazione! Ne è decisamente valsa la pena!»  Manco finita la frase, il ragazzo e il suo Pokémon, iniziarono a mangiare a quattro ganasce. Anzi, a otto, essendo in due. 

Più moderate le due ragazze e il Pokémon della ragazza dai capelli blu, che preferirono gustarsi lentamente quelle, indubbiamente ottime frittelle. «Sono davvero ottime!» Commentarono insieme le due ragazze. «Beh, conoscendo questi due c’era d’aspettarselo! Non ritarderebbero mai la colazione, se non per qualcosa di davvero importante.» Aggiunse Serena poco dopo. Lucinda dovette trattenersi per non ridere.

Finita l’ottima colazione, Ash si avvicinò al bancone per pagare, ma venne fermato da Nella. «Non preoccuparti, Campione. Offre la casa!» 

Ash sorrise. Mangiare bene e gratis era una di quelle cose che potevano svoltare la giornata. 

«Spero non vi dispiaccia se vi presento alcuni miei amici, il professor Kukui e la professoressa Magnolia, ci siamo dati appuntamento poco lontano.»  Serena guardò il suo ragazzo un po’ storto. «Non mi pare che tu ci stia dando molte alternative. Ma credo che se i tuoi amici sono tutti come Lylia per me va bene.» Ash si grattò la testa imbarazzato. Effettivamente avrebbe dovuto avvisarle, ma ormai era cosa fatta. «Oh, beh… non esattamente»  

Ash guidò le due ragazze e il Pokémon pinguino fino a una zona della città non troppo lontana da dove si trovavano. Passarono davanti alle piscine pubbliche, dritti, fino alla Cucina di Aina, il ristorante della famiglia di Ibis. Il gruppo lo aspettava seduto sulle scale, dietro la protezione. Ash e le ragazze entrarono dall’entrata che, durante la gara era dedicata ai commissari e raggiunsero il locale.

Seduti sulle scale Ibis, Lylia, Suiren, Kawe, professor Kukui, la professoressa Magnolia e il piccolo Keiki, seduto in braccio alla donna. Vi erano anche alcuni dei loro Pokémon, Bianchino, già conosciuto alle due ragazze, Reny, l’Eevee di Suiren, e due Pokémon che le ragazze non avevano mai visto. Un Marowak dallo strano colore viola e un Pokémon dal corpo rosa scuro e tondeggiante all'altezza del bacino, zona in cui è ricoperto da sei spicchi bianchi. Le gambe sono ricoperte da uno strato magenta. Le braccia sottili e magenta. Testa tonda e bianca e attaccata al corpo in modo simile al collo alto di un maglioncino. Occhi tondi con pupille nere, iride magenta, parzialmente coperti da palpebre del colore del corpo, ciglia lunghe e magenta. In cima alla testa una corona costituita da tre foglie verdi e  lunghe e una  più una più corta che ricorda una frangia. Le foglie lunghe presentano tre macchie gialle dietro la testa, sia davanti che dietro.

«Scusate se sono indiscreta, ma quello è un Marowak di Alola?»  Chiese Serena. La ragazza, come del resto anche l'amica, aveva scoperto l’esistenza delle forme regionali dei Pokémon e quel Pokémon era davvero molto simile ad uno che già conosceva.

«Esattamente»  Rispose un ragazzo dalla pelle scura e dall’aspetto atletico. «Oh! Che sbadato! Non mi sono presentato! Io mi chiamo Kawe!»  Le due ragazze si presentarono a loro volta. E lo stesso fecero tutti i presenti. Dopo le presentazioni, a Lucinda un dubbio restava. Che Pokémon era quella creatura dai lunghi capelli-foglie verdi? 

La ragazza estrasse il suo Smart Rotom dalla borsa e lo scansionò. “Tsareena, Pokémon Frutto. Tipo Erba. Tirare calci potentissimi è la sua specialità. Mette un piede sugli sconfitti per enfatizzare la sua vittoria. Può essere esclusivamente 

femmina” Lucinda si spaventò un pochino da questa descrizione, ma venne immediatamente rassicurata dalla ragazza dai

 capelli verdi. «Puoi stare tranquilla. Tsareena è molto gentile, diventa cattiva solo con chi se lo merita, come il Team Rocket»  Serena e Lucinda si guardarono negli occhi e si fecero scappare un sorriso. «Anche voi avete avuto a che fare con loro?» Chiese la ragazza dagli occhi azzurri. 

Tutto il gruppo fece un cenno di approvazione, che valeva più di mille parole. «E ogni volta spuntava un Bewear che se li riprendeva.» Aggiunse Suiren, che, da grande appassionata di Pokémon di tipo acqua, aveva immediatamente preso in simpatia il Piplup di Lucinda. Aveva approfittato della distrazione della sua allenatrice, intenta a cercare informazioni sul

 Pokémon Fortebraccio.

«Ora che ci conosciamo un pochino, cosa ne pensate di far conoscere anche i nostri Pokémon?» Propose, Ibis, con il suo solito entusiasmo. Accettarono tutti, facendo uscire parte delle loro squadre. Lo spazio era troppo esiguo per i Pokémon più ingombranti, così Lucinda non poté far uscire il suo Mamoswine, Ash la sua Dragonite e il suo Garchomp. Stesso poteva dirsi per il Charizard e il Turtonator di Kawe e per Primarina di Suiren. 

La Sylveon di Serena si era subito avvicinata al Vaporeon di Lylia e all’Eevee di Suiren. Buneary saltò subito addosso a Pikachu. Questo gesto della Pokémon coniglio scatenò una battuta da parte di Kawe. «Chris non è qui, altrimenti avremo visto la sua Togedemaru con il cuore spezzato.» Ash sorrise, Pikachu un po’ meno. Potendo scegliere, preferiva di gran lunga i metodi più delicati di Buneary a quelli così irruenti di Togedemaru. 

Ibis si guardò un attimo attorno. Aveva chiesto a Tsareena di portare qualcosa da bere per tutti, prima di fare la sua proposta voleva che tutti si sciogliessero un pochino, e le era parso di aver visto la sua Pokémon entrare nel locale. 

«Zorua, ma insomma!» Ora la piccola illusionista si era trasformata in Lycanroc, nella forma Crepuscolo, come quello di Ash. e poco dopo in una copia della sua allenatrice. «O la smetti o non ti spazzolo più!» Naturalmente la ragazza non lo avrebbe mai veramente fatto. Teneva troppo ai suoi Pokémon, per farlo seriamente, ma la minaccia fu sufficiente. 

Nel frattempo Tsareena era tornata, reggendo un vassoio con delle bevande fresche.

Dopo aver bevuto, la ragazza dai capelli verdi fece, finalmente, la sua proposta. «Ora, come sapete questo fine settimana, ad Hau’oli c’è il Gran Premio di Alola, e c’è sempre tanta gente. Mi chiedevo se potevate aiutarci con il locale. Da quest’anno, potremo usare anche le strade del circuito qui vicino, quando non si corre. E abbiamo raccolto molte ordinazioni.» Tutti si guardarono negli occhi. «Naturalmente, se accetterete, mangerete gratis e…» Aggiunse la ragazza. Ash, sapendo dell’ottima cucina del locale, accettò. Gli altri fecero altrettanto, Kawe, Lylia e Suiren in nome della loro amicizia, i professori per spirito di solidarietà e le due ragazze spinte in parte dalla competitività, e anche per non restare indietro.

La prima grande ondata di clienti ci sarebbe stata per l’ora di cena, ma già da prima erano necessari numerosi preparativi, come prima cosa i tavoli. Grazie al benestare del preside Oak, la ragazza era riuscita a farsi imprestare dei grossi tavoli e delle panche. A dire il vero “corromperlo” era stato facile. Era bastato offrirgli di mangiare gratis. Tanto un coperto, con tutta la gente che avevano da servire…

Avevano deciso di spartirsi i compiti. Ash aveva fatto un salto nella casa dove aveva abitato durante la sua permanenza ad Alola, la casa di Kukui e Magnolia. 

Melmetal, Incineroar e Rowlet lo avevano accolto. Si erano visti da relativamente poco, ma erano comunque felici di rivederlo. Dopo i saluti e dopo aver svegliato Rowlet, che si era riaddormentato, Ash poté finalmente chiedere aiuto ai suoi Pokémon. «Allora, ragazzi. Ho bisogno del vostro aiuto. Ibis ci ha chiesto un grosso favore.» Solo sentire il nome dell’amica fece drizzare le antenne. «Dobbiamo andare alla Scuola Pokémon e ritirare alcune cose. Incineroar, Melmetal, ho bisogno soprattutto della vostra forza.» I due Pokémon erano ben felici di poter aiutare il loro allenatore. Per tutta risposta Rowlet si posò sulla testa del ragazzo. I due Pokémon lo seguirono fino all’edificio, dove gli aspettavano già Kawe e Lylia. Con Charizard e Lucario, oltre al preside Oak. dall’espressione dei due amici e dei loro Pokémon era evidente che il preside avesse fatto una delle sue solite, terrificanti, battute sui nomi dei Pokémon, come suo solito. 

L’uomo aveva condotto il gruppo ai sotterranei della scuola, dove si trovava tutto quel che serviva. Panche, tavole, cavalletti, di diverse dimensioni. 

Ognuno si impegnava a prender qualcosa. I due Lucario una panca, Dragonite e Charizard, così come Melmetal e Incineroar delle tavole, che avrebbero funto da tavolo vero e proprio. Ash e Kawe dei cavalletti, che avrebbero poi retto le tavole.

Oak, notando che Lylia era rimasta bloccata, indecisa su cosa prendere, decise di incoraggiarla, a modo suo. «Non Starly imPalkiata! Non ti Centiskorcchia portare le Arctovaglie di Kartana?» La ragazza, pur di non sentire un’altra delle squallide battute di quell’uomo, ne prese quante più possibile. E seguì gli amici, per arrivare al locale di Ibis. Prima che venissero chiuse le strade, restava poco tempo, così tutti dovettero dare una mano.

Tutti, compreso il Kahuna Hala, allertato dal viavai, e il suo fidato Hariyama, il Garchomp di Ash, il Mamoswine di Lucinda, a cui  avevano caricato, sulla robusta schiena, ben quattro tavolacci, ai Pokémon del professor Kukui, Incineroar, Lucario ed Empoleon su tutti. 

Riuscirono a portare tutto quanto appena in tempo. Quando ci sarebbe stata la pausa tra la prima sessione di prove della categoria principale e la seconda sessione della categoria lite, si sarebbero occupati di riempire la dispensa per il turno di cena. E, non ironicamente, non appena le strade vennero riaperte, furono i primi a ritirare le merci ordinate, potendo contare su quelle di qualità migliore. Ne approfittarono per richiedere anche le cose per i due giorni seguenti, che sarebbero stati anche più impegnativi. 

I clienti, tanto al turno di pranzo, in ritardo rispetto al solito, per ovvi motivi, quanto a quello di cena, erano turisti venuti da ogni parte del mondo, molti avevano approfittato della gara per visitare Alola. 

Avevano finito di servire gli antipasti ed i primi e si erano seduti nel tavolo che si erano riservati, quando vennero interrotti da una voce, per alcuni familiare. «Non vi dispiace se mangio con voi?» Dopo un secondo di silenzio, qualcuno rispose, o meglio, qualcuna. « Si, f-fai pure, ci mancherebbe, ma la prossima volta, non farmi spaventare!» Orlando cercò di non ridere. «Te lo dovevo, Lylia» Per fortuna, da uno dei due lati vi era un posto libero, vicino a Ibis.

«Non sapevo lo conosceste!» Si stupì Ash. «A dire il vero conosco, diciamo così di fama, Ibis e basta. Sono venuto qui perché conoscevo voi altri. Ma non importa. La verità è che aveva un incontro di lavoro qui, ma mi hanno dato buca e, riconoscendo dei volti familiari, ho pensato di venire a fare quattro chiacchiere.» Lucinda gli fece cenno di non preoccuparsi, quindi il pilota si presentò sia a Kawe che a Suiren. 

«Oltre a questo sono venuto qui per dirti una piccola cosa. Purtroppo non hanno accettato la mia proposta. Dicono che è perché non vogliono portare indietro qualcosa che può essere consumato, come il cibo. Ma io ho già fatto una mezza promessa, quindi io e i miei compagni di squadra verremo da te. E porteremo quello che ti avevo promesso» La ragazza sorrise, poi, riferendosi al gruppo «Mi raccomando, non dite nulla a mio fratello. Arriverà domani. Deve essere una sorpresa e se lo dici, che sorpresa è?» Tutti convennero che la ragazza dai capelli verdi avesse ragione.

«Quanto a te, Orlando… ho sentito che sei un allenatore molto forte. E da ex rivale di Ash, per me sarebbe un onore affrontare il suo nuovo rivale e metterlo alla prova» I due ragazzi coinvolti ci rimasero un po’ così. Si, avevano lottato 

diverse volte, tra cui alla finale del Torneo Mondiale, finita in un pareggio, e che quindi aveva permesso a Ash di restare 

monarca, con quello che Kawe considerava “il nuovo rivale di Ash", di salire sino alla seconda posizione. Per la cronaca 

Ash aveva affrontato Diantha nella prima fase e Dandel nella seconda, mentre Orlando aveva affrontato Rocco nella prima

fase e Camilla nella seconda.

Nonostante la loro amicizia, nessuno dei due si era risparmiato in quella lotta totale, con grande piacere del pubblico.

«A dire la verità non ci consideriamo rivali. Ma non per questo rifiuto la tua proposta. Lunedì, ma spero che tu sia abbastanza cavaliere da dare precedenza a Lylia» Il professore sorrise, pensando che il pilota avesse fatto una battuta sulla mossa Precedenza, com’era suo solito fare.

Kawe si limitò ad accettare. Non poteva far altro del resto. Tantopiù che ora l’amica era diventata un’allenatrice davvero 

molto forte. Sarebbe stato interessante vederla lottare contro un avversario di livello e anche lui avrebbe potuto imparare 

qualcosa da quella lotta. Senza alcun dubbio.

Dopo le terze libere, disputate da mezzogiorno a l’una, ci sarebbero state le qualifiche, disputate dalle quattro del pomeriggio. Il programma della categoria Lite di quella giornata era terminato con le qualifiche, disputate prima della terza sessione di prove.

Ora era il momento della prima fase di qualifica. Dal regolamento, con trenta auto, nella prima fase, ne sarebbero state eliminate quindici, con le quindici più veloci che potevano accedere alla fase successiva. 

Chiaramente l'obiettivo di tutti era il medesimo. Qualificarsi alla fase successiva. Per chi navigava già in quella categoria, per confermarsi, per chi era all’esordio, per dimostrare che i team avevano fatto una buona scelta. 

Il regolamento aveva allungato i tempi delle qualifiche, portando le sessioni da un quarto d’ora a mezz’ora.

In un circuito lento e stretto come quello di Hau’oli, i team facevano di tutto per far uscire i piloti il prima possibile. Inoltre, essendo una pista ad altissimo carico, ogni qualsiasi scia avrebbe potuto inficiare sui tempi sul giro. Il consumo delle gomme era minimo, per cui i piloti potevano fare tanti giri imbarcando parecchio carburante e migliorare costantemente i tempi. Montando mescole nuove solo nella fase finale.

Alla fine della prima fase, tutte e tre le ARTM passarono la tagliola delle qualifiche, con un ottimo lavoro da parte di Camilla, che aveva ottenuto, al debutto, un'ottima decima posizione.

Era però il momento di fare sul serio, la fase cruciale delle qualifiche, gli ultimi giri. Quelli in cui la benzina era poca e la 

gomma nuova. Dopo aver completato  il giro di riscaldamento era il momento del giro vero e proprio. Orlando aveva tra le mani la possibilità di cominciare la stagione con una pole. 

Aveva appena tagliato il traguardo e stava percorrendo il breve rettilineo che conduceva alla prima curva, che si trovava in prossimità del tempio dedicato al protettore dell’isola, Tapu Koko.

Superato il tempio si sarebbe affrontata una curva in salita, la seconda curva, seguita dalla terza, a sinistra. La quarta curva, invece, era molto vicina al negozio di Malasade, da cui prendeva il nome, curva che segnava anche il confine tra il primo e il secondo settore. La quinta curva è forse una delle più iconiche del circuito, poiché portava nella zona più spettacolare della pista. Che parte dalla discesa verso il tornantino, il punto più lento di tutta la pista. Tornantino che porta a due curve a destra, molto simili fra loro, entrambe piuttosto lente. Queste avrebbero condotto poi alla nona curva, affrontata praticamente in pieno. Superato questo tratto,una terminava il secondo settore, e si entrava nel terzo, che accoglieva i piloti con una chicane che spezzava il ritmo e che, nel corso del weekend, aveva fatto numerose vittime. 

Superata anche questa indenne, e con un tempo molto migliore del suo precedente tentativo, il ragazzo affrontò la dodicesima curva, vicina al bar ristorante.

Superata senza errori anche quella, un'ulteriore curva, molto veloce, da fare praticamente in pieno, per poi doversi ributtare, di nuovo, sui freni. E accelerando di nuovo su una lunga curva, che porta alla curva vicina alla Cucina di Aina, dalla quale prende il nome, per affrontare le ultime due curve, dedicate all’Araldo del Sole e all’ Araldo della Luna.

Il ragazzo aveva concluso il giro in un minuto, quattro secondi e tre decimi. Record della pista in qualifica. Non aveva tempo di tentare un altro giro. Doveva attendere. E l’attesa era terribilmente snervante.

Solo quando il suo ingegnere di pista gli confermò che il suo tempo era valso la pole, finalmente il ragazzo si calmò. Il suo compagno di squadra aveva il secondo tempo, Camilla apriva la sesta fila, un ottimo risultato per essere la prima qualifica, per di più in una pista così difficile.

Ma le difficoltà per chi era al debutto e, a dire il vero anche per i più esperti, dato ciò che è in grado di fare.

Le prime avvisaglie si ebbero verso le tre del pomeriggio. Mentre i gestori delle varie attività stavano sgomberando la pista.

Il cielo si era fatto scuro. Nuvole cariche di pioggia erano pronte ad abbattersi sulla città.

Il rischio pioggia non aveva spaventato il pubblico, che era presente numeroso, pronto a gustarsi tanto l’evento, quanto gli eventi di contorno. E, per quell’occasione si trattava di lotte in doppio. E, con ben due degli otto allenatori più forti del mondo che, con tutta probabilità si sarebbero scontrati nella fase finale.

Dal momento che le coppie erano quindici, ci sarebbero stati due allenatori speciali, non piloti, che avrebbero disputato il torneo come se lo fossero.

Il campione o la campionessa in carica, tranne nel caso in cui il campione o la campionessa fosse già di suo un pilota e, in ordine, il super coordinatore o la super coordinatrice vincitore o vincitrice del Gran Festival, la Regina del varietà. 

Questo nel caso in cui l’organizzazione decidesse di organizzare il torneo di lotta e non le esibizioni. 

Di base, ad Alola e Unima si optava sempre per dei tornei di lotta, mentre ad Hardana, a Kanto, ad Hoenn, e Sinnoh, in metà dei Gran Premi si optava per i tornei di lotta e in metà esibizioni dei coordinatori e delle coordinatrici che avevano partecipato al Gran Festival.

A Kalos, unicum in tutto il calendario, non venivano mai organizzati tornei di lotta, ma solo ed esclusivamente esibizioni di coordinatori e coordinatrici e gara di lotta in doppio tra due super coordinatori o super coordinatrici che si sono particolarmente distinti, o esibizioni delle Performer che hanno avuto accesso alla Master Class e della Regina di Kalos.

L’unicità di Alola era data dal fatto che non vi si disputassero né gare né varietà, quindi il campione aveva piena libertà su chi scegliere. La sola regola era che la persona scelta potesse usare le Mosse Z. E, grazie ad un piccolo magheggio, Serena era stata in grado di ottenere un terzo cristallo Z. Di tipo folletto.

E Ash, da campione qual era, aveva già deciso chi sarebbe stata la sua partner. 

La coppia avrebbe affrontato i piloti in ultima fila.

Al pubblico, in fin dei conti interessavano soprattutto le lotte del campione di Alola e attuale monarca, della campionessa di Sinnoh e del campione in carica della Formula Cinque Cilindri.

E, per gli spettatori, sin dall’inizio ci sarebbe stato da divertirsi, Ash e Serena che avrebbero affrontato i piloti in ultima fila. Contrariamente alla metropoli di Unima, non c’erano dispositivi che rialzavano il campo di lotta, ma semplicemente veniva disposto un palco sulla griglia di partenza.

Ash e Serena avrebbero affrontato i piloti nell’ultima fila. E sarebbero stati i primi a scendere in campo, o, per certi versi, a salire. Da regolamento, per ogni fase si doveva usare un Pokémon diverso a turno. 

I due erano saliti sul palco, tra gli applausi della folla, così come erano stati applauditi gli ultimi due qualificati. 

Pikachu fremeva dalla voglia di lottare, ma Ash lo fermò. «Amico, al prossimo turno, ok?» Il Pokémon elettro accettò. Dopotutto si fidava del suo allenatore e sapeva che avrebbe fatto di tutto per passare a quella fase.

Serena, contrariamente al ragazzo, poteva contare su un ridotto numero di cristalli Z, tre, di cui uno ottenuto ad umma umma, grazie all’intercessione di Lylia con Rika, un capitano, specialista del tipo folletto.

Questo voleva dire una sola cosa, la ragazza avrebbe potuto impiegare unicamente Delphox, Sylveon e Zorua. 

Per cui, alla ragazza non restava altro che scegliere. Si fidava di Ash e dei suoi Pokémon, e comprendeva la sua scelta di

 voler riservare il meglio per Pikachu.

Da una posizione privilegiata, a seguire la lotta, alcune persone che tanto la nativa di Kalos quanto Lucinda, stavano imparando a conoscere.

Lucinda era stata informata da Lylia, con la quale aveva quel minimo di confidenza in più, sul fatto che una certa ragazza 

amante dei Pokémon di tipo acqua, fosse alquanto pettegola. E quindi di non dirle nulla circa la relazione tra Ash e Serena,

 facendo sì che la stessa lo notasse da sola.

Fino ad ora, nonostante i due avessero fatto in tempo solo e soltanto a raggiungere il campo di lotta, aveva tempestato di

 domande tutto il gruppo, riguardo chi fosse quella misteriosa ragazza. 

Non ottenendo risposte poi così esaustive. Solo che era quella famosa compagna di viaggio di cui aveva parlato nei suoi racconti. Non un’informazione interessante.

Ash e Serena avrebbero dovuto affrontare Amos e Manuel.

Ash schierò Lycanroc, Serena, invece la sua Delphox. I loro avversari, invece, un Ursaring e un Rillaoboom. Ash e Serena scambiarono uno sguardo di intesa. Avevano deciso il loro piano di azione. 

«Lycanroc, usa Rocciarapida su Ursaring!» Ordinò il campione di Alola. Sapeva che quella mossa avrebbe permesso al suo Pokémon di attaccare per primo. 

Contemporaneamente  Serena ordinò alla sua Delphox di usare Magifiamma sul Rillaboom avversario. Mentre Lycanroc iniziò la sua corsa contro l’avversario, il suo corpo si illuminò di una luce bianca, e colpì l’Ursaring avversario in pieno petto, prima che potesse caricare il suo focalcolpo. Questi cadde di schiena, sul campo di lotta. Contemporaneamente Manuel ordinò al suo Rillaboom di utilizzare Foglielama su Lycanroc. Manuel aveva individuato nel lupo di tipo roccia la maggiore minaccia. Tuttavia la fiammata generata dal bastone della Delphox della ragazza fu più veloce, bruciando le foglie lanciate da dei colpi del tamburo del gorilla di tipo erba.

«Grazie, ma ora facciamo sul serio, ok? Lycanroc usa Pietrataglio su Rillaboom!» Serena guardò Ash in modo strano. 

Sapeva che il suo ragazzo era uno che sapeva quel che faceva, perché attaccare Rillaboom se la sua Delphox poteva colpirlo con i suoi potenti attacchi di tipo fuoco? 

«Va bene, Delphox, allora noi ci prendiamo Ursaring! Fuocobomba!» Il Pokémon Volpe generò dal suo bastone una sorta di stella infuocata che poi lanciò verso l’Ursaring avversario.

L’allenatore del Pokémon Letargo non disse nulla. Sembrava quasi che volesse che il suo Pokémon venisse colpito dal potente attacco di tipo fuoco. «Oh, no!» Serena comprese la strategia del suo avversario quando ormai era troppo tardi.

Ursaring aveva l’abilità Dentistretti, un'abilità che rendeva gli attacchi più forti qualora chi la possiede fosse bruciato, avvelenato o paralizzato. 

Intanto il Pietrataglio di Lycanroc aveva ottenuto ciò che Ash desiderava. Far sì che Rillaboom non potesse più contare sul suo tamburo. Lanciato a diversi metri di distanza e rendendo impossibile per il Pokémon recuperarlo, a meno di non dare forfait. Senza il suo tamburo era indifeso. E anche i suoi attacchi risultavano meno potenti.

Contemporaneamente Ursaring era stato colpito dall’attacco di fuoco e bruciato, come voluto dal suo allenatore. 

«Molto bene, proprio quel che volevo! Ora Ursaring usa Martelpugno su Lycanroc!» Ordinò Amos. Contemporaneamente Manuel ordinò al suo Rillaboom di utilizzare Campo Erboso. Non potendo contare sul suo tamburo, dovette reinventarsi, creando il campo saltando sul posto. Il palco venne ricoperto da uno strato di erba e si illuminò di verde. 

Questo permetteva a tutti i Pokémon presenti di recuperare energie, compreso Ursaring, che così poteva compensare quelle che gli venivano sottratte dalla bruciatura.

Ursaring colpì Lycanroc con un potente pugno sul lato destro del corpo, spedendolo diversi metri indietro. L’allenatore del Pokémon Letargo pensò che quell’attacco fosse stato sufficiente a sconfiggerlo. Ma si sbagliava di grosso.

«Contrattacco!» Ordinò il campione di Alola. Il corpo del Pokémon Lupo si illuminò di un’aura azzurra e caricò l’Ursaring avversario, colpendolo con tutto il corpo con una potenza spaventosa. Non solo aveva resistito a quel potente attacco di tipo lotta, ma glielo aveva restituito al doppio della potenza. E in più, ma questo Amos non poteva saperlo, ma quell’attacco era stato ulteriormente potenziato dall’abilità del Pokémon Lupo, Unghiedure.

Ash e Serena si scambiarono uno sguardo d’intesa.

Si strinsero le mani, e toccarono il  cristallo Z l’uno dell’altra. 

«Lycanroc!» Gridò Ash, facendo ben attenzione a farsi sentire dal suo Pokémon, che, nel frattempo, aveva recuperato parzialmente, grazie al campo erboso, ed era pronto a dare il colpo finale.

«Delphox!» Gridò Serena. «Siete pronti?» Gridarono insieme. I loro avversari avevano capito cosa i due volevano fare. 

«Mostriamo la nostra vera potenza!» Gridarono. «Lycanroc! Usa Gigamacigno Polverizzante!» Ordinò Ash. «Delphox! Usa Fiammobomba detonante!» Il macigno generato dal Pokémon Lupo venne circondato dalla fiammata del Pokémon Volpe, diventando simile ad un meteorite. I loro avversari erano troppo spaventati per reagire. Il meteorite colpì i due Pokémon avversari, che, spaventati, si erano abbracciati l’un l’altro. 

«Ursaring e Rillaboom non sono più in grado di lottare! Vincono Lycanroc e Delphox!» Ash e Serena si abbracciarono e, in modo simile, Lycanroc saltò addosso a Delphox, cogliendola di sorpresa e facendola quasi cadere. 

Superata l’iniziale sorpresa, la volpe Fuoco/Psico, si mise a giocare con Lycanroc. Nel mentre gli allenatori coinvolti nella lotta, si erano schierati al centro del campo per compiere il rito di fine lotta, la tipica stretta di mano.

Dopo diverse lotte, era finalmente giunto il turno di Camilla e di Marcus, il suo compagno di fila, che avrebbero sfidato Dino e Jean. La campionessa mandò in campo la sua Milotic, mentre il compagno di fila una Ninetales. I loro avversari, invece un Umbreon e un Breloom.

Camilla fece intendere al suo compagno di fila che sarebbe potuta benissimo cavare da sola, e quindi se il suo alleato voleva lottare con lei, non la doveva intralciare.

«Milotic, cominciamo! Incantavoce!» Il grosso serpentone acquatico generò dalla bocca un’onda d’urto a forma di cuore di colore rosato che colpirono entrambi gli avversari, facendoli indietreggiare.

«Ninetales! Ondacalda!» La Ninetails del ragazzo generò dalla bocca una palla di fuoco che attraversò l’attacco di Milotic ed esplose addosso agli avversari.

Marcus, originario di Kanto si dilettava come coordinatore e, aveva sfruttato l’occasione per mostrare le sue abilità. Il Breloom di Jean venne sconfitto dalla combinazione di attacchi. Umbreon subì alcune ferite, ma era comunque in grado di continuare. Da regolamento lo showdown sarebbe stato tra la Milotic di Camilla e l’Umbreon di Dino. Marcus e Jean, e i loro Pokémon dovettero seguire da spettatori il round tra i due.

Camilla sorrise. Ora potevano fare sul serio. «Milotic usa Idropompa!» Ordinò la campionessa di Sinnoh. Dalla bocca della Pokémon si generò un gigantesco turbine d’acqua che ben presto avrebbe colpito Umbreon. Se il suo allenatore non avesse fatto nulla, sarebbe stato sconfitto, o comunque ferito.

«Umbreon! Traglia l’Idropompa con Codacciaio!» Il Pokémon LuceLunare seguì il comando del suo allenatore. Spiccò un balzo e la sua coda si illuminò di bianco, affettando in due l’attacco di acqua e colpendo Milotic in testa.

«Idrondata!» La Milotic di Camilla restituì il colpo subito, con un rapido movimento della coda, che si era ricoperta di uno strato d’acqua. Colpì e rispedì indietro l’Umbreon avversario, che cadde a terra e faticava a rialzarsi. «E ora chiudiamola! Milotic Metaltestata!» Il corpo della Milotic della campionessa si mosse con una rapidità incredibile e colpì l’Umbreon avversario prima che potesse accorgersene.

«Umbreon non può più lottare, vince Milotic!» Il tono dell'annunciatore era quello di una persona che si aspettava un 

risultato del genere e doveva fingere entusiasmo.

Le altre lotte, poco entusiasmanti, proseguirono fino al momento in cui toccava ai piloti coinvolti nelle prime due file.

Orlando e Alberto contro Valerio e Simon.

Il nativo di Hardana, simbolicamente o meno, decise che, durante la prima lotta, il suo Pokémon sarebbe stato il suo Lucario. Il suo compagno di fila e di squadra schierò Flareon.

I loro avversari, invece, schierarono un Meganium e un Tyranitar. Due Pokémon talmente diversi che veniva da chiedersi come avrebbero potuto cooperare.

«Se permettete cominciamo noi… e direi che non possiamo perder tempo!» Orlando toccò la sua pietrachiave che reagì con la megapietra del suo Lucario, liberando una gigantesca quantità di energia. 

L’aspetto del Lucario del ragazzo cambiò notevolmente. Le appendici in grado di percepire l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di rosso nella parte finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli inferiori quanto quelli superiori. 

Sulle spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la coda. 

«Bene, ora possiamo cominciare! Lucario Usa Meteorpugno su Tyranitar!» Ordinò. Il Mega Lucario del ragazzo si mise a correre contro il suo avversario e lo colpì con un potente pugno, in pieno petto. 

Contemporaneamente Flareon aveva attaccato il dinosauro di tipo erba facendolo vacillare. L’allenatore di Meganium, approfittando dell’avvicinarsi di Flareon per imprigionarlo con le sue liane.

Flareon era imprigionato e quel Tyranitar stava per attaccare Lucario con Pietrataglio. L’allenatore di quest’ultimo, accorgendosene, ordinò al suo Pokémon di spostarsi in direzione di Meganium, causando confusione nei due avversari.

I massi affiliati spuntati dal terreno tagliarono le fruste di Meganium, liberando Flareon. 

«Tyranitar usa Pietrataglio su Flareon!» Ordinò Valerio. «Tu, Meganium usa Energipalla su Lucario!» Il Pokémon Erbe generò dalla bocca una palla di colore verde scuro e la lanciò contro il Lucario avversario.

«Benissimo! Forzasfera! Prendi l’Enenrgipalla!» Il Lucario di Orlando lanciò contro la sfera di energia lanciata da Meganium il suo potentissimo attacco di tipo lotta.

La sfera di energia azzurra aveva inglobato l’attacco avversario e si era abbattuta contro l'utilizzatore, esplodendogli in pieno volto. Intanto Tyranitar era stato attaccato, nella parte interiore del corpo dal poderoso doppiocalcio di Flareon. 

E, per quanto cercasse di rialzarsi, non ci riusciva.

Il suo allenatore sapeva che, se il suo Pokémon non si fosse rialzato, sarebbe stato in grave pericolo.

«Lucario, possiamo chiuderla! Usa Forzasfera su Tyranitar!» Il Pokémon Aura spiccò un balzo, mentre generava, tra gli arti superiori, una sfera di energia azzurra.

«Tyranitar! Attacca con Neropulsar!» Il Pokémon armatura generò dalla bocca una serie di anelli oscuri, dal colore violaceo e gli scagliò contro il Lucario avversario, ma questi schivò facilmente.

Tyranitar venne sconfitto dal potente attacco di tipo lotta, e poco dopo lo stesso destino attese Meganium, colpito dal Fuococarica di Flareon.

«Tyranitar e Meganium non possono più continuare, vincono Megalucario e Flareon!» Decretò l’arbitro. Una vittoria abbastanza ovvia che permise ai due di passare alla fase seguente.

Dagli spalti, per un attimo, Lylia si pentì della sua scelta. Il suo Lucario non avrebbe potuto competere. Poi, nella sua testa, risuonarono le parole dell’amico. Anche se sai di non poter vincere, dai il meglio e impara qualcosa da quella lotta. 

Andando sempre dal fondo verso le file più avanzate. Ergo i primi a lottare sarebbero stati Ash e Serena, contro i vincitori della lotta tra le due file successive. Lito e Sergio.

Il primo aveva mandato in campo Glaceon, il secondo una Froslass. «Adesso tocca a te!» Gridò la coppia, mentre mandavano in campo i loro Pokémon. Ash mandò in campo il suo Typhlosion. Questo voleva dire che Pikachu avrebbe lottato nella fase successiva. Ash sapeva che non avrebbe dovuto affrontare Camilla nella fase successiva, dal momento che l’ordine delle lotte veniva scambiato, nella fase successiva, infatti Camilla e il suo compagno di fila, avrebbero affrontato Orlando e il suo compagno di squadra. Ash guardò il Pokémon messo in campo dalla sua ragazza. Non si era detto che avrebbe mandato in campo Zorua? Allora perché in campo c’èra Pancham? 

Il ragazzo dovette pensarci alcuni istanti. Zorua poteva fingere di essere un Pokémon o addirittura un persona, se volesse. E lei, forse strategicamente, non aveva annunciato il Pokémon che aveva mandato in campo.

«Possiamo iniziare!» Gridò Ash. «Ruotafuoco su Glaceon!» il Typhlosion di Ash si appallotolò su se stesso e le fiamme sulla sua schiena si erano espanse intorno al suo corpo.

«E te, invece usa Ombrartigli su Froslass!» Ordinò Serena. Quello che lasciò stupefatti gli avversari non fu tanto l’utilizzo di quella mossa, che anche il Pokémon Briccone poteva imparare, quanto l’estrema rapidità con cui l’attacco avvenne. L’allenatore aveva ordinato alla sua Froslass di schivare, ma questi si era basato sulla non strepitosa velocità di Pancham. Aveva anche ordinato alla sua Froslass di attaccare con Palla Ombra.

Prima che la stessa potesse generare, tra i suoi arti superiori, la sfera di energia oscura di colore viola scuro, e scagilarla contro l’avversaria, ma prima che potesse caricare, il suo attacco, venne colpita da quegli artigli spuntati dalle mani di quella creatura. Contemporaneamente Typhlosion stava rotolando per il campo di lotta e aveva preso e trascinato con sé il Glaceon avversario, che a ogni rotazione, non solo doveva subire le bollenti fiamme del Pokémon Vulcano e il suo peso di oltre ottanta chili. Il suo allenatore gli aveva ordinato di utilizzare geloraggio, nella speranza di rallentare la corsa del suo avversario con del ghiaccio, ma senza ottenere l’effetto sperato. Il raggio di ghiaccio sublimava, a contatto con tutto quel calore. Andava un po’ meglio all’alleato. Con un Palla Ombra ben lanciato, aveva dissolto l’illusione, mostrando il perché di quell’insolita velocità di Pancham. 

«Benissimo, Zorua! Ora vai con Urtoscuro!» Dal tono della ragazza era chiaro come, nel corso del tempo, grazie anche all’influenza di Ash, avesse molto migliorato la sua decisione nel lottare.

La piccola illusionista si mise sulle zampe posteriori per poi ricadere sul terreno, generando un’onda d’urto colorata principalmente di nero e di viola.

«Bene, Typhlosion, puoi mollare la presa!» Ordinò Ash. il Pokémon Vulcano seguì l’ordine del suo allenatore, scagliando, per inerzia, era stato scagliato direttamente contro l’attacco creato dalla Zorua di Serena. Attacco che, espandendosi, in cerchio aveva raggiunto e colpito la Froslass e il Glaceon avversari. Ash stava ancora aspettando. Urtoscuro era una mossa indubbiamente potente, ma rischiava anche di colpire gli alleati.

E, infatti, l’enorme onda di energia di colore nero stava per raggiungere Typhlosion. Ancora pochi istanti e sarebbe stato 

raggiunto da quell’attacco. «Non adesso… non ancora… VAI!  Ruota-aeroassalto!» Il Pokémon Vulcano spiccò un grosso balzo e iniziò ad appallottolarsi su se stesso, ricoprendosi di fiamme.

Attaccò in contemporanea i due avversari, mandandoli uno contro l’altra.

«Benissimo, credo che sia arrivato il momento! A te l’onore!» Serena comprese immediatamente il messaggio.

«Hai sentito, Zorua? È il nostro momento!» La ragazza toccò il suo Obscurium Z, che reagì con la piccola volpe di tipo buio.

«Mostriamo di cosa siamo realmente capaci! Regaliamo un sorriso a questo pubblico! Mostriamo la vera potenza delle 

Mosse Z! Buco Nero del Non ritorno!» 

L’allenatrice e la piccola illusionista eseguirono una codificata serie di pose, che culminarono nel momento in cui, la Zorua

generò dagli arti anteriori una sorta di sfera oscura che, immediatamente scagliò verso i suoi avversari. 

Questi vennero assorbiti a dalla stessa. 

Conclusa questa fase, la sfera si rimpicciolì, in una sorta di esplosione.

«Glaceon e Froslass non possono più continuare! Vincono Zoura a Typhlosion!» Il verdetto dell’arbitro, come sempre, diede fine alla lotta.

Ash e Serena erano passati alla fase seguente. Si sarebbero scontrati contro coloro che avrebbero passato la fase successiva. Si sarebbero scontrati coi vincitori della lotta seguente. 

Che, avendo vinto la loro lotta in maniera non molto entusiasmante, sarebbero potuti essere degli avversari relativamente semplici. Non altrettanto semplice sarebbe stata la lotta che avrebbero dovuto affrontare gli avversari di Camilla e del suo compagno di fila. Una di loro, a dire il vero era un’avversaria, la sola donna, insieme a Camilla ad essere in griglia. Milly.

La campionessa di Sinnoh ebbe, inizialmente una leggera esitazione su chi mandare in campo.

«Benissimo, Tocca a te Roserade!» Il suo compagno di fila, dal canto suo, mandò in campo uno Staraptor maschio.

I loro avversari, entrambi originari di Kalos, mandarono in campo un Gogoat e un Pangoro.

«Vai Gogoat! Usa Riduttore su Roserade!» Ordinò l’allenatore del Pokémon cavalcatura, mentre la sua compagna aveva ordinato a Pangoro di usare Gelopugno contro Staraptor.

Se l’allenatore di quest’ultimo, gli aveva semplicemente ordinato di schivare, beccandosi un’occhiataccia dalla campionessa.

Nello stesso istante, Camilla aveva ordinato al suo Roserade di utilizzare Velenpuntura per difendersi. 

Dopotutto la miglior difesa era l’attacco. Appena il montone di tipo erba si avvicinò a sufficienza, i fiori sulle punte delle braccia del Pokémon Floreale si erano intrisi di veleno. Questo aveva fatto sì che il loro colore virasse ad una tonalità violacea. Appena il Pokémon cavalcatura fu sufficientemente vicino, Roserade riposizionò le sue braccia, in modo da tirare dei pugni intrisi di veleno al rivale, pugni talmente potenti da fermare la corsa del Pokémon cavalcatura e da spedirlo verso l’ingombrante alleato, intento, senza successo ad attaccare il veloce avversario di tipo volante. 

Pangoro, che oltre a dover evitare l’impatto con il suo alleato, doveva guardarsi bene dallo Staraptor avversario. Questi infatti stava per attaccare con un Baldeali. Il Pokémon Rapace stava planando ad una velocità sorprendente contro l’ingombrante bersaglio. Il corpo del rapace era illuminato da una luce azzurra, mentre colpiva dritto alla schiena facendolo cadere a terra, addosso all’alleato che già di suo, faceva fatica a rialzarsi.

«Pangoro e Gogoat non possono più continuare, vincono Roserade e Staraptor!» Le dichiarazioni dell’arbitro avevano reso chiaro a tutti l’esito di quella lotta. Dopo una lotta non entusiasmante, era il turno di Orlando e di Alberto, il suo compagno di fila. Se avessero vinto avrebbero sfidato Camilla e il suo compagno di fila.

Orlando mandò in campo la sua Togekiss, mentre Alberto mandò in campo Excadrill. Una coppia che aveva già dimostrato il suo valore, in altre occasioni.

I loro avversari avevano mandato in campo un Machamp e un Pachirisu. 

«Molto bene! Pachirisu! Usa scarica su Togekiss!» Ordinò l’allenatore del secondo, mentre il primo aveva ordinato al suo Machamp di usare Granfisico.

Il Pokémon Elescoiatto generò dal corpo una corrente di colore azzurro, diretta verso l’avversaria.

«Togekiss, sai cosa fare!» Ordinò Orlando. Questa si appoggiò sulle spalle di Excadrill, con la talpa Terra/Acciaio che la tenne stretta a sé con gli arti superiori.

Questa insolita tecnica fece in modo che la scarica elettrica potesse essere assorbita dal Pokémon Sottoterra senza alcun danno per l’alleata. Questi, con un potente calcio sul terreno, aveva attaccato il roditore elettrico con una potente Frana, rinichiudendolo in una prigione di pietra.

Ora che il nemico numero uno era bloccato, era giunto il momento di occuparsi di quel Machamp. 

«Togekiss, forza! Usa Eterelama su Machamp!» Il Pokémon Festa generò dalle sue ali delle lame d’aria che raggiunsero l’avversario distrusse, con una scarica di pugni, tutte le lame d’aria prima che le stesse potessero colpirlo.

«A quanto pare è un tipo tosto! Sarà un bel riscaldamento per Camilla!» Orlando sorrise. Il suo alleato stava stravincendo. Excadrill aveva scosso il terreno di lotta con un potente battiterra, che aveva fatto sbattere il roditore avversario contro la trappola di pietre. Questi, per tentare di liberarsi, aveva lanciato numerosi attacchi elettrici, e questo, sommato ai danni dei continui Battiterra avversari, era troppo.

«Pachirisu non può più lottare! Si va per lo Showdown! Togekiss contro Machamp!» Decretò l’arbitro. «Fai attenzione, quel Machamp è un tipo tosto!» La Togekiss sembrò capire.

«Molto bene, allora! Avvicinati e usa Palla Ombra!» La Pokémon Festa iniziò a generare dalla bocca una sfera di energia dal colore violaceo, rivestita da scariche dello stesso colore. Durante il caricamento dell’attacco, si avvicinò al Machamp nemico in modo da evitare che lo stesso potesse distruggerla con il suo Pugnoscarica.

La tecnica sembrò funzionare, Machamp venne colpito dall’attacco, che deflagrò causandogli non pochi danni. 

«Afferralo!» Il Pokémon Megaforza non se lo fece ripetere due volte, bloccando la sua avversaria con le quattro braccia e stringendola. Orlando, capendo che la sua Pokémon fosse in difficoltà, comprese che avrebbe dovuto liberarsi al più presto.

«Magibrillio!» Il corpo della Pokémon si illuminò di una luce rosata accecante, ma questo non sembrò avere l’effetto sperato. L’avversario non aveva mollato la presa. Tuttavia tanto l’allenatore quanto la sua Pokémon erano consapevoli che non era ancora arrivato il momento di arrendersi.

Ora la Togekiss aveva rilasciato tutta quell’energia sotto forma di un’esplosione multicolore, che aveva investito l’avversario e lo avevano costretto a mollare la presa.

«Benissimo, Togekiss, è il momento di sventolare la bandiera a scacchi su questa gara!» Il ragazzo toccò il suo cristallo Z di tipo volante. «E facciamo in modo di farlo nel nostro stile! It’s Hammer Time! Picchiata Devastante!» Dal cristallo si sprigionò una forza che avvolse prima l’allenatore e poi la Pokémon.

Questa spiccò il volo, raggiungendo rapidamente le migliaia di metri di quota, per poi deviare il suo percorso e andare in picchiata verso il suo avversario.

Avversario che ancora non si era ripreso dal colpo subito in precedenza. L’impatto fu inevitabile. E fu talmente rapido che gli avversari non si accorsero di nulla.

«Machamp non può più continuare! Vince Togekiss! Di conseguenza passano Orlando e Alberto!» annunciò l’arbitro. Ora era il momento di Ash e Serena. Avrebbero dovuto affrontare la coppia che occupava la nona fila. Se avessero vinto, avrebbero avuto accesso alla finale.

Ash aveva mandato in campo il suo Lucario, Serena il suo Pancham. I loro avversari schierarono un Aggron e un Talonflame. L’allenatore di quest’ultimo era ben consapevole di poter contare sulla sua abilità Aliraffica, che gli permetteva di attaccare per primo se utilizzava una mossa di tipo volante.

Sfruttando questa sua abilità, attaccò il Pokémon Briccone con un potente Aeroassalto, colpendolo in pieno petto e 

portandolo in volo con sé. Contemporaneamente Aggron aveva attaccato un un poderoso Cannonflash. Stava generando dalla bocca un flusso di energia dal colore metallico, e la stava lanciando contro il Lucario di Ash, che aveva abilmente schivato. E anche il Pancham di Serena era stato in grado di ribaltare una situazione sfavorevole. Talonflame aveva attaccato Pancham in pieno petto, questo, nelle intenzioni dell’allenatore avrebbe dovuto farlo volare, ma questi aveva tenuto la presa sul Pokémon Ardifiamma, e lo aveva e gli era salito in groppa, colpendolo con un pugno elettrificato, causandone la paralisi. 

 Il Pokémon Ardifiamma perse quota e il panda di tipo lotta ne aveva approfittato per scendere a terra.

Non sopportava volare. E ora anche il suo avversario faticava a volare.

Intanto il Lucario di Ash stava facilmente tenendo testa al Pokémon Corazza. Per quanto questi attaccasse con dei potenti Pietrataglio, facendo spuntare dal terreno di lotta numerosi massi acuminati, ma questo non aveva sortito alcun effetto.

Venivano continuamente schivati, senza che Ash avesse mai ordinato di attaccare.

Una tecnica insolita per il ragazzo che preferiva tecniche più offensive, ma che, contro un avversario così resistente, era la sola scelta. Prima o poi l’avversario si sarebbe stancato di attaccare.

Al contrario, Pancham non se la stava cavando bene. Era stato investito dai continui Nitrocarica avversari. Se era stato capace, grazie alle direttive della sua allenatrice. Ma, già dal terzo attacco, evitare e schivare era risultato impossibile e, per quanto avesse tentato di attaccare con Neropulsar.

«Pancham non può più lottare, quindi la lotta si trasformerà in uno showdown tra Aggron e Lucario!» Decretò l’arbitro.

Ash non aspettava altro. Aggron avversario era stanco, mentre il suo Lucario, che fino ad ora aveva schivato ed evitato, era perfettamente in forma.

«Penso sia giunto il momento! Usa Zuffa!» Il Pokémon Aura corse verso il suo avversario, ormai allo stremo delle forze, non poté far nulla per evitare la serie di calci e pugni sferrati dall’avversario.

E, nonostante le sue capacità difensive, non poté far nulla contro i poderosi attacchi del Lucario avversario, venendo rapidamente sconfitto.

Intento, la copertura nuvolosa nel cielo si era fatta scura, quasi nera. Stava tuonando e lampando, e ben presto sarebbe piovuto. Era tipico di quella zona che vi fossero dei temporali improvvisi.

Era giunto il momento della lotta tra la prima e la sesta fila. Orlando e Alberto contro Camilla e Dino.

L’aria era umida. Entro pochi istanti si sarebbe scatenato un temporale da paura.

Camilla aveva deciso di mandare in campo la sua Garchomp, Dino un Breloom. Orlando, approfittando dell’imminente pioggia e dei grossi vantaggi che avrebbe portato ai Pokémon di tipo acqua, decise di mandare in campo la sua Greninja. Era consapevole del fatto che si sarebbe scontrata contro un’avversaria di alto livello, ma forse era stato quello a spingerlo a sceglierla. Il suo compagno di fila aveva mandato in campo un velocissimo Crobat.

«Forza, Greninja, usa Palla Ombra su Garchomp!» La Pokémon Ninja generò tra gli arti superiori una sfera di energia oscura dal colore violaceo, e la scagliò immediatamente contro la Garchomp di Camilla.

L’allenatrice, notando l’attacco, ordinò alla sua Garchomp di distruggerla con Dragartigli. La Pokémon Mach non dovette nemmeno sforzarsi di farlo.

L’artiglio posizionato sul braccio si illuminò di una luce verdognola e le bastò sfiorarla per farla esplodere.

Come previsto. Intanto, con un rapido movimento in aria, Crobat aveva colpito il Breloom avversario con un colpo dato con tutto il corpo, facendo cadere a terra il bersaglio, che non poté far nulla per difendersi. Incredibilmente bastò quel singolo attacco a sconfiggerlo, trasformando la lotta in un uno contro uno. 

«Date le sfavorevoli condizioni meteorologiche» Aggiunse, l’arbitro, poco dopo evidenziando come la pioggia ormai stesse cadendo copiosa» Per questioni di sicurezza, la lotta finale non verrà disputata.» Il pubblico era diviso a metà, dopo quelle parole. Sapeva che la sicurezza veniva prima di tutto, ma d’altra parte non vedere una lotta di alto livello era un grosso dispiacere. Intanto l’arbitro aveva dato via allo showdown.

«Garchomp, Dragartigli!» Ordinò la campionessa. La Garchomp si mise a correre contro l’avversaria, con gli artigli illuminati da una luce verdognola.

L’allenatore della Greninja rimase impassibile. Attendista. L’avversaria si stava avvicinando davvero rapidamente.«Ora! Salta e poi usa Acqualame!» La Ninja spiccò un potente balzo pochi istanti prima di venire colpita dalla sua avversaria e scagliò contro di essa numerose lame d’acqua.

Queste vennero tutte distrutte dal Dragartigli caricato in precedenza, esplodendo in numerose gocce d’acqua che si confondevano con la pioggia che cadeva copiosa.

«Salta anche te e usa Breccia!» Ordinò la campionessa di Sinnoh. La sua Garchomp, aiutata dai potenti muscoli delle gambe, spiccò un grosso balzo, raggiungendo l’altezza della sua avversaria. «Fai in fretta! Palla Ombra!» La Greninja, sfruttando la sua proverbiale rapidità, riuscì a generare, tra gli arti superiori, una sfera di energia oscura, dal colore violaceo. Davanti a lei la Garchomp, con il braccio illuminato di bianco. Pronta a colpire.

Il corpo di Greninja venne attraversato come se non fosse reale. Questo le permise di scagliare l’attacco contro la sua avversaria. La sfera oscura esplose in una nuvola di fumo, facendo indietreggiare le due avversarie.

Entrambe atterrarono senza subire particolari danni.

Beh, perlomeno Greninja, dato che Garchomp era stata colpita da un attacco discretamente potente. «Adesso capisco. Greninja ha mutatipo. Davvero furbo da parte sua, devo ammetterlo.» Commentò la campionessa. Ma anche noi abbiamo i nostri assi nella manica» Aggiunse, alzando leggermente il tono di voce. «Garchomp! Dragobolide!» La Garchomp generò dalla bocca una sorta di meteorite che lanciò verso l’alto. Ad alcune centinaia di metri, questi esplose, in decine di pezzi, che precipitarono verso il terreno di lotta.

«Colpiscili con Acqualalme!» Ordinò Orlando. La Greninja lanciò verso quei meteoriti incandescenti. I meteoriti non vennero distrutti dall'attacco di tipo acqua, ma il contatto tra i meteoriti bollenti e l’attacco di tipo acqua, generò una coltre di vapore che nascose alla vista entrambe le avversarie.

Nemmeno Orlando e Camilla riuscivano a vedere le loro Pokémon. Era una situazione di stallo, e la pioggia, di certo non aiutava. Anche questa evaporava, a causa del calore residuo dell’attacco di tipo drago.

«Garchomp, Breccia!» La campionessa ordinò nuovamente un attacco di tipo lotta. Era una grande stratega e sapeva come il suo avversario avrebbe risposto.

Appena saputo di quell’attacco, avrebbe sicuramente usato Palla Ombra, attivando la sua abilità. E quindi avrebbe potuto attaccare con un altro attacco, in modo da colpirla.

E il suo piano, quantomeno nella parte iniziale, si avverò. Greninja aveva attaccato con Palla Ombra, evitando di subire i danni da Breccia e attaccando Garchomp con Palla Ombra, riuscendo a colpirla di nuovo.

«E ora Dragartigli!» Gli artigli sulla punta delle braccia della Pokémon si illuminarono di una luce verdastra, e, con un rapido colpo riuscì, per la prima volta, a colpirla. Un colpo piuttosto forte, che la fece precipitare a terra.

Diretta in una pozza d’acqua che si era formata a causa della pioggia.

Si rialzò a fatica, dopotutto aveva subito un duro colpo ed era evidente che non avrebbe potuto resistere a lungo. «Bene, so che puoi farcela! Usa Acqualame!» La Greninja, generò dagli arti superiori delle stelle d’acqua. Grazie tanto alla pioggia che

 alle pozze d’acqua, assorbite dalle lame d’acqua.

Questa volta furono troppo veloci per essere evitate dall'avversaria, nonostante la sua allenatrice le avesse intimato di schivare. Nonostante la Garchomp fosse stata colpita da numerosi attacchi, ancora non demordeva, e la sua allenatrice ne era ben consapevole. «Possiamo chiuderla qui. Garchomp! Usa Dragobolide!» Dalla bocca della Garchomp si generò una gigantesca sfera incandescente, che proiettò verso il cielo. 

Arrivata ad alcune centinaia di metri, esplose in numerosi frammenti più piccoli, che precipitavano sul terreno.

«Benissimo! Colpiscili con Acqualame!» Orlando voleva copiare la strategia della sua avversaria. Riproporre una situazione già avuta in precedenza, per sfruttarla a proprio vantaggio.

Le lame d’acqua colpirono i meteoriti, deviando la loro traiettoria e rendendoli inoffensivi. Come la volta precedente si creò un’enorme nuvola di vapore che rendeva impossibile vedere qualcosa nel campo di lotta.

«Approfittiamo della nebbia! Garchomp! Dragartigli!» La Garchomp della campionessa si mise a correre contro l’avversaria, con gli artigli illuminati di verde e intenzioni di chiudere la lotta al più presto.

«Ascoltami! So che non puoi vederla. Ma credo che tu possa percepire la sua presenza con le vibrazioni del terreno. Quando pensi che sia abbastanza vicina salta e usa Geloraggio!» La Greninja obbedì. Riuscì a percepire anche la minima vibrazione del terreno. Appena ritenne che la sua avversaria fosse abbastanza vicina, spiccò un potente balzo, proprio un istante prima che la sua avversaria sferrasse l’attacco.

Garchomp non poteva vederla, ma quando sentì vicino a sé dell’aria gelida, comprese che il suo destino era segnato.

Era un Pokémon a sangue freddo e quell’aria gelida gli abbassava la temperatura corporea, rallentandone i movimenti. 

Mano a mano che la temperatura dell’aria si abbassava, più voleva scappare più ciò risultava difficile, era bastato davvero poco per mettere in crisi un Pokémon così potente.

«E adesso sventoliamo la bandiera a scacchi su questa gara! Sei pronta?» La ninja fece un cenno di approvazione, appena visibile in quella coltre di nebbia. «E allora che sia! Hammer Time! Idrovortice abissale!» La Greninja, circondata da un’aura azzurra, iniziò a roteare su se stessa, generando un enorme turbine d’acqua, ulteriormente ingigantito dalla pioggia, che in breve tempo venne scagliato a tutta forza contro l’avversaria, la quale ancora stava patendo il precedente geloraggio.

Il gigantesco fronte d’acqua la investì senza che potesse farci nulla.

«Garchomp non può più continuare! Vince Greninja!» Decretò l’arbitro. Orlando e Camilla ricoverarono i rispettivi 

Pokémon nelle loro Pokéball, quindi si incontrarono al centro del campo, per stringersi la mano.

«Devo ammettere che non mi aspettavo di perdere, ma sei stato molto furbo a tenermi nascosta l’abilità di Greninja» Si 

complimentò Camilla. «A dire il vero pensavo lo sapessi, ma che importa? Io sono arrivato fino a qui per sfidarti e, come sempre, ti sei dimostrata una vera campionessa. E poi ricordiamoci che qui non era in gioco nulla.»

Poco dopo questa lotta, che, in teoria avrebbe dovuto rappresentare esclusivamente la semifinale, ma, che a causa delle condizioni meteorologiche, venne trattata come finale, il palco venne smontato.

Grazie all’aiuto di alcuni Pokémon di tipo acqua, la parte di griglia sotto al campo, rimasta praticamente asciutta, venne bagnata, in modo simile al resto della pista.

Altri dieci minuti e sarebbero iniziati i giri di schieramento.

Prima che la pista fosse occupata dalle auto, nel mezzo della griglia di partenza si palesò una giovane donna dai capelli verdi, in piedi su di un Magnezone. Con una mano teneva un ombrello, con l’altra si teneva a una sorta di supporto al suo Magnezone.« Salve a tutti, per chi non mi conoscesse sono Milena, di TV Alola e sono l’inviata sul campo per questo Gran Premio. Sono qui per darvi una comunicazione dell’ultimo minuto» Dal pubblico si alzò un brusio, diverso da quello precedente, sembrava che tutti si stessero chiedendo cosa stesse succedendo, molto preoccupati.

«La Federazione ha annunciato che la partenza della gara sarà dietro safety car, e i piloti saranno obbligati ad utilizzare gomme da bagnato estremo.» Il pubblico, quasi all'unisono, tirò un sospiro di sollievo. Pensavano ad un annullamento della gara o al fatto che fosse stata posticipata.

«E cosa vorrebbe dire quello che ha detto Milena?»  Chiese Serena, non era mai stata una grande appassionata di corse, ma era comunque curiosa di saperlo.

«In realtà è abbastanza semplice, beh, o almeno dopo che mio fratello me l’ha spiegato venti volte lo è diventato…» Spiegò Ibis «Da quello che ho capito si parte dietro alla safety car quando la pista è in condizioni rischiose, come in questo caso. Sta piovendo a dirotto e girare a piena velocità è rischioso. Le gomme da bagnato estremo si commentano da sole. Sono delle gomme fatte apposta per queste condizioni.» La ragazza dai capelli verdi cercò lo sguardo della nativa di Kalos. Voleva sperare di esser stata chiara. E a giudicare dalla sua espressione, era riuscita in pieno nel suo intento. 

Nel mentre i piloti erano usciti dai box, per compiere i suddetti giri. Tutti utilizzavano le gomme da bagnato estremo, nonostante ogni scuderia, o quasi, utilizzasse gomme prodotte da una diversa azienda, erano tutte caratterizzate da una striscia blu scuro sulla spalla.

I vari piloti avevano completato i giri di schieramento, non senza rischi, e avevano posizionato le auto nella griglia di partenza. Alcuni avevano rischiato di collaudare le barriere, ma nessuno l’aveva effettivamente fatto.

Una volta schierate le auto, i piloti erano scesi e si erano schierati per l’inno.

A seguito dell’inno i Kahuna dell’isola, lì presenti, avevano chiesto la protezione ai Tapu, per chieder loro che i piloti venissero protetti.

Terminato il rituale, i piloti salirono a bordo delle auto, mentre la pioggia stava calando di intensità.

Davanti alle auto era già schierata la Safety car, con i lampeggianti accesi. Appena i piloti erano scesi dalle auto, i meccanici le avevano sollevate e avevano sostituito le gomme con delle altre, avvolte in termocoperte. 

I piloti erano poi risaliti a bordo delle loro auto, e, a trenta secondi dalla partenza i meccanici avevano rimosso le termocoperte e abbassato le auto.

Ora era il momento di partire, dietro alla vettura di sicurezza. I piloti avrebbero dovuto compiere un imprecisato numero di giri, dietro alla vettura, prima di partire con la gara vera e propria. Aveva smesso di piovere e la pista si stava asciugando, ma fino a quando vi era la safety car in pista, non conveniva cambiare le gomme, tutto il gruppo era compatto e fermarsi voleva dire perdere tante posizioni.

Per fortuna, al quinto giro la vettura era rientrata ai box, Orlando, che aveva mantenuto la testa della gara, aveva aumentato il distacco sul secondo, il suo compagno di squadra a circa tre secondi. 

Era una precisa scelta strategica, per permettere ai meccanici di cambiare le gomme ai due senza perdere tempo. Camilla aveva mantenuto l’undicesima posizione, a una quindicina di secondi dal secondo, e quindi non era un problema per i meccanici. Secondo le previsioni degli strateghi, tre esemplari di Metagross, tra cui quello di Orlando, che, ovviamente curava i suoi interessi, tutti i piloti avrebbero cambiato le gomme passando da quelle da bagnato estremo alla mescola intermedia. Grazie all’ottima sosta e alla favorevole posizione della piazzola di sosta, Camila era stata in grado di guadagnare alcune posizioni, passando da undicesima a ottava. Non c’erano stati particolari altri sconvolgimenti nelle posizioni, con Orlando primo, Alberto secondo e gli altri piloti a seguire.

Non fece in tempo a  finire il giro, che un pilota nelle ultime posizioni, Arov, perse una ruota, avvitata male da uno dei meccanici. La ruota rotolò per la pista, e il pilota dovette fermarsi a lato della pista, costringendo i commissari a mandare in pista la safety car, che sarebbe rimasta in pista per alcuni giri. Non un problema per i piloti ARTM, che erano in grado di scaldare le gomme senza problemi, ma piuttosto per i loro avversari.

Terminata la safety, Orlando era ripartito senza problemi, con il compagno di squadra dietro di lui, nella pancia dello schieramento non c’erano stati particolari contatti e si era potuto ripartire senza problemi.

La gara proseguì regolarmente fino al sessantesimo giro, tranne per due ritiri. Uno di essi aveva permesso a Camilla di guadagnare una posizione. In quello stesso momento la campionessa era stata richiamata al cambio gomme, con anticipo rispetto alle previsioni. In realtà, quando, il giro dopo il cambio gomme, era stato trasmesso il team radio tra la campionessa e l'ingegnere di pista. «Box per slick, HR HR» E, dal momento che la campionessa aveva imboccato la corsia box, aveva accettato una strategia così rischiosa.

Rientrata diverse posizioni indietro, dopo aver portato, senza troppi intoppi, le gomme alla temperatura ideale, aveva iniziato a macinare dei tempi estremamente veloci, girando persino più veloce del leader. 

In breve aveva ricucito il gap dal pilota davanti. Questo cambio gomme anticipato, aveva costretto i piloti davanti a fare lo stesso, permettendo alla campionessa di riguadagnare la sua ottava posizione. 

Nel valzer dei pit stop che ne era seguito, anche i primi due classificati, Orlando e Alberto,  avevano cambiato le gomme, mantenendo, grazie all’enorme vantaggio che avevano sul terzo, di mantenere le loro posizioni dal terzo all’ottava vi era una sorta di trenino, reso tale dalle caratteristiche della pista, stretta e tortuosa, che rendeva i sorpassi estremamente difficili. 

In ogni caso, non appena tutti i piloti davanti a lei si sarebbero fermati, Camilla sarebbe salita sul podio, all’esordio.

La pista era praticamente asciutta e anche gli ultimi stoici erano stati richiamati al cambio gomme. Grazie all’ottima strategia e al sangue freddo, era riuscita a guadagnare la terza posizione, sebbene lontana dai primi due. 

La gara proseguì regolarmente, tranne per una safety car a venti giri dal termine, causata da uno dei piloti nelle ultime posizioni che, tentando un sorpasso, si era scontrato contro un’avversaria, causando il ritiro di entrambi. 

I primi tre avevano approfittato dell’ingresso della vettura di sicurezza per montare gomme nuove, della mescola più morbida. L’interruzione, lunga otto giri, aveva ricompattato il gruppo, e alla ripartenza poteva accadere di tutto, davanti all’opportunità di fare punti, si potevano fare dei rischi, ma per fortuna tutto andò per il meglio. Niente contatti e primi tre in fuga. Gli ultimi giri, fino alla bandiera a scacchi, furono un susseguirsi di lotte per il giro veloce, ottenuto, alla fine della gara da Orlando,vincitore della gara e poleman, e che era stato in grado di condurre la gara dal primo all’ultimo giro.

La gara, lunga centoventinove giri, per circa quattrocentocinquanta chilometri, era terminata.

I primi tre classificati, terminato il giro d’onore, raggiunsero le postazioni dedicate all’interno del parco chiuso, segnalate da dei segnaposto giganti, bianchi, che riportavano il logo della fondazione Æther, in oro, e il numero delle posizioni.

Dorata la prima, argentata la seconda e color bronzo la terza.

In quanto promotrice dell’evento, Samina si era riservata di intervistare i primi tre classificati, con grande stupore della figlia, incaricata di sventolare la bandiera a scacchi. La ragazza sapeva che, dopo la gara, quest’ultima sarebbe dovuta essere autografata dal vincitore, com’era tradizione.

L’imprenditrice aveva iniziato ad intervistare Camilla, con le solite domande da pre podio. «Partita undicesima e ora sei sul podio, hai fatto davvero una bella rimonta, pensi che sarebbe stato possibile puntare alla vittoria?» Camilla la guardò come a dire “Ma ci sei o ci fai?” Quindi prese un respiro e rispose con calma. «Direi che abbiamo fatto il massimo. Partire indietro qui implica restarci, a meno di sconvolgimenti, come in questo caso è stata la pioggia all’inizio. Abbiamo semplicemente rischiato un pochino cambiando le gomme in leggero anticipo e ha funzionato. Vincere? Ammetto che quando c’è stata la safety ci ho pensato, ma la squadra viene prima di tutto». L'imprenditrice ricevette il messaggio e passò alla carica con la seconda domanda. «Ultima domanda, non hai avuto un po’ di paura, quando ti hanno chiamato per prima al cambio gomme? Non hai pensato che fosse un po’ presto?» Altra domanda insopportabilmente ovvia. «No. Sapevo che avremmo avuto grossi benefici da un cambio in anticipo e sapevo che sarei dovuta stare attenta in ogni caso, quindi…» L’imprenditrice, capendo che non avrebbe ottenuto molte risposte, passò al secondo classificato. «Seconda posizione, come alla partenza, hai pensato a tenerti fuori dai guai oppure non c’era modo di attaccare?» Altra domanda ovvia, a cui era costretto a rispondere. «Siamo partiti con la Safety, quindi non potevo attaccare alla partenza. Poi nelle fasi in cui la pista si stava asciugando, rischiavo solo di fare danni, per sorpassare dovevo andare sul bagnato e con le gomme da asciutto non è una bella cosa.» L’imprenditrice passò alla seconda domanda. «Come mai, allora, non hai attaccato dopo la safety?» Il pilota non dovette nemmeno pensarci. «Sarebbe stato rischioso, potevamo finire fuori tutti e due. E non avrei potuto perdonarlo. Conoscendolo si sarebbe difeso con le unghie e con i denti e poteva finire male, per tutti e due.» Ora non le restava che intervistare il primo, anche se, anche in quel caso, si aspettava risposte così ovvie. «Intanto complimenti per la vittoria e per la pole, hai dominato l’intera gara a cosa è dovuto questo dominio?»  Niente. Fare una domanda che non fosse ovvia, era terribilmente difficile. «Complimenti per cosa? Voglio dire, me li avresti dovuti fare se non fossi riuscito a vincere partendo dalla pole!» Il ragazzo si sforzò dal trattenere una risata. «Ti deve proprio andare male se perdi dalla pole qui. A meno di problemi ovvio. Battute a parte, ho solo dovuto mantenere la concentrazione e evitare di mandare all’aria la gara.» Seconda domanda, finalmente un minimo meno ovvia. «E delle prestazioni dei tuoi compagni di squadra? Tripletta alla prima gara, avete ottenuto il massimo di punti possibile e anche dal punto di vista dei meccanici e delle strategie è stato tutto perfetto. A cosa è dovuto tutto questo?» Il pilota si trovò davanti ad una domanda piuttosto lunga, ma fortunatamente meno scontata. «Beh, i miei complimenti vanno senza dubbio a Camilla che, insomma, rimontare così tanto in una pista così non è facile, anche se lei ha sminuito la questione dando solo il merito alla strategia, è stata lei a mantenere la concentrazione, mentre per Alberto, beh, ha mantenuto la sua posizione, ha fatto una gara regolare e, menomale che non mi ha ammazzato, strategie e meccanici? Beh, se vuoi vincere è fondamentale che siano al top, altrimenti ci fai poco. A cosa è dovuto, dal lato tecnico dalla bravura di chi ha lavorato all’auto, sia appunto ai meccanici che hanno svolto un ottimo lavoro ai box. Dal punto di vista strategico, semplicemente sfruttiamo il regolamento al massimo.» Un commissario fece cenno alla donna che doveva lasciare i piloti perché era ora del podio.

Era il momento del podio, dove, una volta saliti i tre, vennero mostrate le bandiere delle ragioni negli schermi sopra le postazioni e venne trasmesso l’inno della ragione di Hardana, regione tanto del vincitore quanto della scuderia. Riprodotti gli inni, finalmente era il turno di Ash e della consegna dei trofei. Il ragazzo, prima della cerimonia, si era cambiato, per essere un minimo elegante, con Pikachu sempre sulla spalla.

Il ragazzo consegnò il trofeo prima a Camilla, terza classificata, quindi al secondo, al rappresentante dei costruttori e infine al primo. Ash voleva negarlo, ma si sentiva un po’ a disagio. Dopotutto lui i trofei era abituato a riceverli, piuttosto che a darli. Ma, per sua fortuna, non era nulla di troppo complesso. Consegna il trofeo e stringi la mano.

Dopo la cerimonia del podio e i vari doveri, finalmente i tre erano liberi. 

Dopo cena, i tre giunsero al locale della famiglia di Ibis, la Cucina di Aina, con un leggero ritardo rispetto a quanto preventivato. Per fortuna tutti li stavano aspettando, ipotizzando alcuni contrattempi.

Quando sentirono qualcuno bussare, immediatamente Ibis si precipitò ad aprire. Erano Orlando, Camilla ed Alberto. Sembravano seguiti dai loro Pokémon, e che avessero in mano delle buste. Da ognuna di esse si intravedevano appena delle bottiglie di spumante, di una delle cantine più famose della regione di Hardana. E sembrava che anche i loro Pokémon portassero qualcosa, difficile da identificare, da quello spiraglio. 

«Forza, non vorrete restare fuori!» la ragazza dai capelli verdi gli invitò ad entrare. I tre, seguiti dai loro Pokémon non se lo fecero ripetere. «Chiedo venia se abbiamo fatto un po’ tardi, ma abbiamo avuto un piccolo imprevisto.» intanto i tre avevano posato le buste su uno dei tavoli, e i loro Pokémon avevano fatto lo stesso con quello che trasportavano.

«Non fa nulla, può capitare a tutti di avere degli imprevisti, l'importante è che siate venuti» Si affrettò a giustificarli. «Abbiamo portato qualcosa per farci perdonare» Alberto indicò le buste e gli strani barili portati dai Pokémon. «ora, se permettete, avremo qualcosa da tenere in fresco. Greninja… potresti usare Geloraggio?» LA Ninja acqua/buio creò un bel mucchio di ghiaccio, in cui vennero inserite tanto le bottiglie di spumante, quanto quei barili.

Nel mentre Orlando aveva tirato fuori dalle buste dei vassoi rivestiti dalla carta bianca. «Per farci perdonare abbiamo portato dei dolci, perfetti con quello spumante.» Erano davvero tanti, anche considerando quel sazzagone di Ash.

Un altro vassoio, non aperto, attirò l’attenzione di quest’ultimo. «E quel vassoio?»  Chiese. Beccandosi una strigliata dalla

sua migliore amica. «Ti pare il caso? Ci sono dolci per sfamare un reggimento e ti chiedi cosa sia quel vassoio?» Ash si grattò i capelli imbarazzato «Un allenatore può sempre sperare»  Aggiunse poco dopo, scatenando l’ilarità dei presenti. Non si era nemmeno accorto del fatto che Orlando e Ibis si fossero allontanati e che il vassoio fosse sparito. «A quanto pare hai una rivale!» Suiren, informata dall’amica sul possibile affare sentimentale tra la bionda e il pilota, aveva voluto provocare l’amica, costretta, per l’ennesima volta a doversi giustificare, spiegando semplicemente che il ragazzo era una persona molto gentile con chiunque.

Intanto i due non si erano allontanati poi tanto. Si erano semplicemente diretti alla cucina. Il ragazzo aveva tolto la carta dal vassoio, rivelandone il contenuto. Sembravano dei giganteschi ravioli tondi, con il bordo esterno irregolare, sembravano tanti triangoli. La cuoca non aveva mai visto nulla del genere. «E questi cosa sarebbero?»  Chiese, alquanto perplessa. La risposta non si fece attendere. «Si tratta di un dolce tipico della regione di Hardana. Si deve semplicemente friggere fino a quando non diventa bella dorata. Poi, una volta cotta, dopo aver fatto assorbire l’olio con la carta assorbente, la si serve, ricoperta con tanto miele. Spero tu ne abbia, noi ce lo siamo dimenticati» La ragazza, che nel frattempo aveva perso una grossa pentola, che aveva riempito con una generosa dose d’olio, gli fece cenno di non preoccuparsi. «Miele ne abbiamo quanto ne vuoi, anche di tipi diversi, alcuni più dolci altri più speziati. Sei tu l’esperto, quale dici che ci sta meglio?» Il ragazzo ci mise un attimo a rispondere. «Non so. Personalmente ho messo miele generico e basta. Penso vada bene qualsiasi tipo» Nel mentre la ragazza aveva iniziato le fritture. «Visto che sembrano davvero invitanti, potresti dirmi come si preparano queste cose?»  Il ragazzo le rispose senza esitare. «La pasta è semplicemente semola, strutto e acqua. Dentro ci fa formaggio acido fresco. Più fresco possibile. Chiudendo bisogna evitare che ci sia aria.» La ragazza si era appuntata ogni dettaglio. E il primo ciclo di frittura era terminato. La prima dozzina di dolci era stata fritta, e inserita dalla ragazza in un dispositivo in grado di mantenere le caratteristiche organolettiche del cibo per ore.

«Dimmi la verità» Lo provocò la ragazza. «Su cosa?» Il ragazzo proprio non capiva. «Dì la verità, te la senti con Lylia?» Chiese la ragazza, mentre stava finendo di friggere la seconda dozzina di dolci. «No? E poi, mi puoi dire da dove viene questa storia? E perché ne vengo a sapere solo ora?» la ragazza dovette pensarci un attimo. «Vedi, sei stato uno dei pochi allenatori in grado di sconfiggere Iridio» Orlando si ricordò di quella lotta contro il fratello della ragazza, sì, Iridio era piuttosto abile, come allenatore, ma non riusciva a capire cosa volesse dire. «E quindi? Non capisco. È stato lui a volermi sfidare e non il contrario, quindi non capisco cosa c’entri il fatto che l’abbia sconfitto.» La ragazza rispose, mentre continuava con le fritture. «Vedi, Lylia ha sempre avuto molti pretendenti, ma mai nessuno è riuscito a sconfiggere suo fratello e quindi… beh, ci siamo capiti.» Si, aveva capito cosa intendeva, anche se le cose erano diverse.

Intanto, nella sala, Ash e Pikachu erano stati legati. Non sarebbe stato carino cominciare a mangiare senza gli altri, e, conoscendoli, legarli era il solo modo per evitare problemi.

Un po’ di tempo dopo Orlando e Ibis avevano chiesto a Lucario, Greninja e Tsareena di aiutarli. Questi ultimi li avevano raggiunti in cucina ed erano usciti, insieme a loro, brandendo dei vassoi. Poco dopo erano tornati, sempre con i due.

«Bene, abbiamo fatto, ora potete slegarli e servirvi» Ibis si stava chiaramente rivolgendo a Ash e al suo Pokémon. Liberarli, per Kawe, non fu difficile. Allenatori e Pokémon iniziarono a mangiare. Ash prese uno di quegli strani dolci fritti. «Non ne ho mai visto uno, ma sembrano invitanti, vediamo come sono!» Il ragazzo diede un grosso morso a quel dolce. Mai errore più grave. Gli si riversò in bocca il formaggio fuso, contenuto all’interno del dolce. Sembrava che all’interno della sua bocca fosse esplosa una palla di fuoco a diciottomila gradi. Il ragazzo, per raffreddarsi la bocca, dovette scolarsi due litri d’acqua.

«Oeeei ioo iaaa e oooano!» Serena fece da traduttrice. «Credo abbia detto qualcosa come: “potevi dirlo prima che scottano!”» Nessuno si astense dal ridere. Sia perché, per una volta, Ash aveva pagato la sua irruenza nel mangiare, sia perché era abbastanza scontato che un dolce del genere scottasse.

Gli altri impararono la lezione, seguendo l’esempio di Lylia e dei suoi, mangiando a piccoli morsi.

«Bene, ora direi che è il momento di rivelare il motivo del nostro ritardo. Quei barili.» Tutti li guardarono. Sembravano dei comuni barili, che evidentemente contenevano qualcosa, ma non era ben possibile identificare il contenuto.

«Non potevamo non pensare anche ai Pokémon» Spiegò Camilla. «Esatto, si tratta di diversi tipi di spumante, fatto apposta per i Pokémon. Non ha alcool, dato che per loro è tossico, ma ha comunque le bollicine non hanno effetti noti, essendo semplice anidride carbonica. E devo ringraziare Lylia perché conosce tutti i gusti dei vostri Pokémon e quindi abbiamo impiegato del tempo a reperirli tutti.» Ibis e Suiren si scambiarono uno sguardo d'intesa e sorrisero. «Ma quindi ti senti tanto con lei, per sapere queste cose!» Entrambi si sentirono un po’ a disagio. «Non è come credete» I due lo dissero praticamente al contempo. «Come ho detto prima, Lylia conosce i vostri Pokémon, e conosce i loro gusti, quindi…« In ogni caso l’imbarazzo passò quando si incominciò a bere, superando anche la resistenza di Lylia.

Il giorno seguente, il gruppo si era dato appuntamento al Centro Pokémon della città, per poter, finalmente, svolgere quelle lotte promesse. Alberto e Camilla erano partiti la mattina presto. Orlando gli avrebbe raggiunti il giorno dopo.

Orlando e Lylia erano arrivati con leggero anticipo. Il ragazzo ne aveva così approfittato per lanciare una piccola provocazione, lontano da orecchie indiscrete. «Certo che potevi anche metterci più entusiasmo!» La ragazza era parecchio confusa «A cosa ti riferisci? Devi essere chiaro» Il ragazzo si rivolse alla sua interlocutrice come se stesse per dire la cosa più ovvia del mondo. «Quando hai sventolato la bandiera a scacchi, domenica.» La sua interlocutrice ancora non capiva. Si, aveva sventolato la bandiera a scacchi, l’aveva fatta autografare e tutto, ma cosa aveva fatto di sbagliato? «Si, però ancora non ho capito.» Il ragazzo capì di dover essere diretto. «Dicevo, dovevi metterci più entusiasmo. Sembravi un cadavere.» La ragazza non poté non ridere. «Mi hanno detto che non era fondamentale farla notare, dato che c’è un sistema elettronico e…» Il ragazzo le fece cenno di rallentare. «Si, c’è il sistema, ma comunque stavo iniziando comunque il giro d’onore come se fosse un giro di gara nulla di grave, mi hanno avvisato in radio e quel siparietto è diventato un meme, ma nulla di grave» La ragazza si immaginava una delle solite uscite radiofoniche del suo interlocutore. E non poté non sorridere. Prima di cambiare totalmente argomento.

«Immagino tu ti sia chiesto perché ti abbia chiesto di lottare» Il ragazzo guardò l’amica con un’espressione strana. «Perché volevi sfidarmi?» la bionda fece un gesto con la mano, come a scacciare l'ovvietà di quella risposta. «In verità il motivo è più profondo. Si, hai visto che Riolu si è evoluto, ma c’è un altro piccolo segreto» La ragazza scostò una ciocca di capelli, scoprendo l’orecchino che inglobava la pietrachiave. «Ora anche io sono in grado di usare la Megaevoluzione, e dato che se ora posso contare su di Lucario è solo grazie a te, e quindi abbiamo pensato che fosse carino proporti una lotta.» Orlando non ci pensò due volte. «Avresti fatto meglio a tenerlo come sorpresa, ma va bene, potremo usare la Megaevoluzione fin da subito, senza remore» I due si strinsero la mano.

Non si erano accorti del fatto che qualcuno li stesse ascoltando e, le stesse persone rimasero piuttosto deluse dalle loro parole. Il gruppo, formato da Ash, Ibis, Suiren Kawe, Lucinda e Serena li raggiunse. 

«Bene… quindi siete pronti… a lottare?» Chiese Ash, sperando di non interrompere le loro chiacchiere. «Non vi dispiace se faccio da arbitro?» I due accettano. Ash però aveva un dubbio. Sapeva che sarebbe stata una lotta tra due Mega Lucario. Ma come avrebbe fatto a riconoscere il vincitore? Il ragazzo pensò ad un dettaglio del Pokémon di Lylia. Il suo Lucario aveva la megapietra racchiusa in un bracciale rosso. Quello di Orlando era nero. Si sarebbe potuto basare su quello, dato che un Pokémon megaevoluto, se sconfitto, tornava normale.

Ash introdusse lo scontro. «Comincia la lotta tra Orlando e Lylia. Sarà una lotta uno contro uno, vince chi rende l’avversario non più in grado di lottare.» I due schierano i loro Pokémon, i loro esemplari di Lucario. 

I due, al contempo, toccarono le loro pietrechiavi, scatenando la reazione delle megapietre dei loro Pokémon, e il cambio di forma di entrambi. Apparentemente erano due Pokémon identici, anche se i loro allenamenti erano stati completamente differenti. Per quanto avesse affrontato avversari di livello, su tutti i Pokémon di Iridio, la preparazione del Pokémon di Lylia ì, non era minimamente paragonabile a quella dell’avversario, che veniva da un secondo posto nel torneo mondiale. 

«Mi raccomando. Non vi trattenete!» I suoi avversari sorrisero. Non lo avrebbero mai fatto. «Cominciate pure voi.» li invitò Orlando. L’avversaria non se lo fece ripetere due volte.

«Come desideri! Lucario, usa Frana!» Dal cielo cominciarono a piovere dei massi, avvolti da una strana energia colorata, che ben presto, sarebbero precipitati. «Forza! Distruggili con Dragopulsar!» Dalle braccia del Pokémon Aura si generarono dei fasci di energia bianca e viola, che nella parte finale, assumevano una forma simile a quella di un drago.

Questa colpì i massi, sbriciolandoli e facendoli precipitare verso l’avversario. «Difenditi, usa Ferrartigli!» Dalle braccia del Pokémon Aura si generarono delle lunghe lame che distrussero i residui della sua stessa frana.

«E ora Forzasfera!» Ordinò il ragazzo. «Anche te, Forzasfera!»  I due attacchi si scontrarono a metà campo, generando una 

potente esplosione. I due Pokémon si dovettero riparare, per evitare di risentire dell’energia dell’esplosione. «Approfitta della polvere, usa Zuffa!» Il Pokémon della nativa di Alola si mise a correre verso l’avversario.

Avversario che rimase in silenzio, attendista. «Quando credi che sia abbastanza vicino, usa Forzasfera!» il Pokémon Aura obbedì, rimanendo fermo percependo l’aura avversaria e attendendo il momento giusto per attaccare.

Quando ritenne che fosse il momento giusto, attaccò. Generò una sfera di energia di colore azzurro che lanciò verso l’avversario, colpendolo in pieno petto e facendolo volare indietro.

Il Lucario della ragazza faticava a rialzarsi. Aveva subito un duro colpo, ma non si voleva arrendere. Si rialzò e attese che la sua allenatrice desse un comando. Comando che non tardò ad arrivare. «Usa di nuovo Zuffa!» Il Pokémon Aura corse nuovamente verso l'avversario, intento a colpirlo con una raffica di calci e pugni. Orlando attese nuovamente. «E adesso Meteorpugno!» Il Pokémon attese il suo avversario, e come prima, sferrò un attacco diretto all’avversario.

Facendolo di nuovo volare verso il suo lato del campo. Questi si rialzò di nuovo, con sempre più fatica. A questo punto la sua allenatrice ebbe l’illuminazione. «Se continuo così, presto Lucario non potrà più continuare. Dobbiamo inventarci qualcosa e alla svelta! Forza… Cosa farebbe Ash?» la ragazza dovette pensarci un po’, e intanto l’avversario stava per dargli il colpo di grazia, con un altro Forzasfera. Schiva e usa anche tu Forzasfera!»  Il Pokémon Aura si scostò all’ultimo e lanciò l’attacco verso il bersaglio. «Falla esplodere con Palla Ombra!» Le due sfere di energia si scontrarono a metà percorso, esplodendo e sollevando un nuvolo di polvere. «E adesso che non sa dove ti trovi, usa Forzasfera!» Nonostante, l’idea della ragazza non fosse del tutto errata, quest’ultima aveva sottovalutato un particolare non da poco. L’avversario non poteva vedere l’attacco, ma poteva percepirne la forza. 

«Distruggila con Dragopulsar!» Il Lucario non tardò ad eseguire il comando dell’allenatore, facendo esplodere l’attacco avversario a grande distanza. «E ora… It’s Hammer Time! Forzasfera!» Il Lucario del ragazzo generò tra gli arti superiori, una gigantesca sfera di energia azzurra, che poi scagliò contro il nemico, che non poté far nulla per difendersi. «Lucario non è più in grado di lottare… vince Lucario» Ash era un po’ spaesato. E lo avevano notato tutti. Soprattutto Kawe, che non poté fare a meno di punzecchiare. «Chi ha vinto e chi ha perso? Sei stato piuttosto confusionario, sai?» Ignari dei problemi arbitrali, Orlando e Lylia si erano incontrati a metà campo, e si erano stretti la mano. «Devo ammettere che avete lottato davvero bene» La sua avversaria era perplessa. Come poteva dire una cosa del genere se il suo Pokémon non era stato nemmeno in grado di colpirlo? «Se lo dici tu… ma non è che lo dici solo per accontentarmi?» Il ragazzo le fece cenno di fermarsi. «Non mi permetterei mai. Sarebbe davvero di cattivo gusto.» Chiusa questa piccola parentesi, fu il turno di Kawe, come sfidante. Il ragazzo, da grande amante dei Pokémon di tipo fuoco, non aveva fatto a meno di notare che il suo avversario possedesse un Arcanine. E, sebbene ne avesse incontrati diversi, ogni volta che ne incontrava un esemplare, era come se fosse la prima volta.

Per questo motivo, si aspettava che, contro il suo Charizard, l’avversario decidesse di schierare proprio quest’ultimo. 

Ci rimase un po’ male, quando scoprì che il suo avversario aveva ben altre idee.

«Togekiss, è il tuo momento!» Kawe ci rimase male. «Credevi davvero che ti lasciassi la supremazia dei cieli?» il suo avversario, inizialmente, non capì. «Che la lotta abbia inizio!» Decretò Ash. «Questa volta gli avversari sono diversi, non puoi creare confusione, Ash» L’arbitro recepì il messaggio. Anche se in questo caso non vi era rischio di ambiguità. «Se vuoi posso darti una mano, sei proprio una frana come arbitro!» Una voce robotica spaventò Ash. prima che potesse riconoscerla. «EhI! Ciao RotomDex! Quanto tempo!» Il Pokédex rotomizzato rispose «Sì, effettivamente è passato del tempo, ma sei sempre rimasto una frana arbitrando le lotte.» Ash ci rimase male. «Forse è vero. Se vuoi darmi una mano fai pure.» Intanto, la lotta era cominciata.

«Cominciamo, Charizard! Lanciafiamme!» Il lucertolone di fuoco spiccò il volo e, al contempo, una grossa fiammata uscì dalla sua bocca. «Usa Lanciafiamme a tua volta!» Questo semplice ordine rivelò, a chi sapeva, che a combattere, in quel momento, fosse il maschio. I due potenti attacchi di fuoco si scontrarono a mezz’aria, causando un’esplosione, ma senza che nessuno dei due combattenti subisse particolari danni. «E ora Eterelama!» Dalle ali del Pokémon Festa si generarono dei fendenti d’aria, che raggiunsero e colpirono il nemico, generando delle piccole esplosioni. «Charizard! Forza riprenditi, vai usa Lacerazione!» Il Charizard del ragazzo non si mosse di un millimetro. «È l’effetto secondario di Eterelama. Può far tentennare l’avversario, con una certa probabilità» Spiegò Lylia. «Tentennamento o meno, noi siamo più veloci. Non è vero? Charizard?» Il lucertolone fece un cenno di approvazione. «E allora vaI Attacco d’ala!» L’ala del Pokémon si illuminò di bianco, mentre questi si avvicinava all’avversario. «Adesso! Forzantica!» Il corpo del Pokémon Festa si illuminò di bianco, e lanciò contro l’avversario una sfera di energia bianca. Un attacco talmente potente da farlo cadere a terra.

«Forzantica è una mossa di tipo roccia, quindi è molto pericolosa per un Pokémon come Charizard» Commentò Lylia. Se Ash era l’arbitro di quella lotta, lei era la telecronista. «E, in più,» Aggiunse «Forzantica ha una piccola possibilità di rendere più forte il Pokémon che la usa. Cosa che diventa più probabile con un’abilità come Leggiadro» Kawe diede uno sguardo al suo Pokémon. Era a terra, e nonostante la lotta fosse cominciata da poco, il Pokémon era apparentemente molto stanco. Lottare per la supremazia dei cieli era sfiancante. «Charizard! Possiamo ancora ribaltarla! Lacerazione!» Il lucertolone di fuoco riprese a volare. Gli artigli delle sue braccia si erano allungati e illuminati di bianco, e le sue intenzioni erano più che chiare. «Presto Eterelama!» Il Pokémon Festa non perse tempo, generando dalle ali delle lame d’aria, che rapidamente giunsero verso il bersaglio. Contrariamente all’altra volta, queste ultime vennero distrutte dagli artigli prima che potessero nuocere. Uno scenario del genere non era stato previsto da nessuno dei due allenatori, e questo diede un piccolo vantaggio al pilota, abituato com’era a dover reagire in tempi rapidi. «Forzasfera, sul terreno!» Il Pokémon Festa eseguì il comando del suo allenatore, generando dalla bocca una sfera di energia azzurra, e, come ordinatogli dal suo allenatore, la scaraventò a terra. Questo sollevò un gigantesco nuvolone di polvere, che rese impossibile vedere, per entrambi gli sfidanti. «Usa lanciafiamme! Davanti a te!» Ordinò Kawe. «Forzantica» Prima che il nativo di Alola potesse anche solo accorgersene, il suo Charizard era precipitato a terra. «Charizard, so che possiamo farcela, abbiamo ancora un colpo da sparare! Sei pronto?» il Pokémon Fiamma emise un potentissimo grido. «Allo Zenith del…» Rotom  guardò l’avversario di Kawe. Non gli era passato inosservato il fatto che possedesse un cerchio Z, e che, in quel momento, al suo interno fosse incastonato un volantium Z. Quello che più insospettiva era la strana calma dell’allenatore. Se aveva un cerchio Z e un cristallo Z, allora era consapevole della loro potenza. Cosa lo spingeva a stare così calmo? Perché stava addirittura smanettando con il suo Smart Rotom? «Fiammobomba Detonante!» Gridò il nativo di Alola, Il Charizard del ragazzo iniziò a generare una gigantesca palla di fuoco, ma prima che potesse scagliarla contro l’avversario, finalmente l’allenatore decise di reagire. «Now, send it! Picchiata Devastante!» Il Pokémon Festa prese rapidamente quota, raggiungendo le migliaia di metri. «Ma è impossibile, l’ha evitato!» Kawe ci rimase davvero male. Nemmeno l’attacco più potente del suo Pokémon, era riuscito a raggiungere l’avversario. Ma forse, il più sorpreso di tutti fu Rotom. «Wow! Mi visto questo! Nessuno prima aveva mai usato Picchiata Devastante in questo modo... Raccolta dati in corso bzzz» Dopo un po’ di tempo, come tutto quello che sale, anche il Pokémon Festa scese in picchiata.

 «Wow! Mi visto questo!» Si sorprese Rotom, mentre sullo schermo del Pokédex che aveva posseduto, comparve un numero. «È arrivato vicinissimo alla velocità del suono!… Bzzz» Il Pokémon Festa, in quello stesso istante, colpì l’avversario. Sconfiggendolo. «Charizard non può più continuare! Vince Togekiss» decretò Ash. «Alla fine non sei stato poi così malvagio, come arbitro.» Rotom si congrstulò con Ash. Nello stesso momento i due sfidanti si erano incontrati al centro del campo di lotta per scambiarsi un gesto di sportività e per permettersi di sfidarsi di nuovo.

«Ora però scusate, ma devo andare.» Il ragazzo, nel frattempo prese, dal suo borsello, e diede a tutti i presenti un biglietto tutto incluso per il successivo Gran Premio, che si sarebbe disputato la domenica successiva, tredici giorni dopo. E, in barba all’ecologia, si sarebbe svolto a Kanto, in un circuito non lontano da Aranciopoli. A quasi settemila chilometri di distanza. E con un fuso orario di diciannove ore. «Spero di rivedervi lì. Io, purtroppo devo andare, o perderò il volo. Ho comunque del lavoro da fare. E poi devo anche andare a trovare una persona speciale» Lucinda aveva capito a chi si stava riferendo, e le venne spontanea una domanda. «Ma come mai non è venuta qui?» Il ragazzo, che aveva iniziato ad allontanarsi, le rispose immediatamente. «Samuela non sapeva che sareste venuti anche voi, quindi non si fidava a mandarla. Però sapendo che come minimo, voi tre ci sarete, si fida a mandarla. Ci siamo sentiti in videochiamata, e mi ha 

detto così. Ad Aranciopoli ci sarà e ha detto che vuole anche partecipare alla gara Pokémon» 

Orlando aveva preso il taxi, lasciando chi non sapeva di tutta quella storia con numerosissime domande, costringendo Ash, Lucinda e Serena a fornire delle spiegazioni su chi fosse Taelia, sul motivo per cui fosse speciale e tutto quanto. Naturalmente nella versione raccontata al processo e non raccontando i fatti reali. Sia mai che qualcuno potesse sentire. 

Dopo due settimane, il Gran Premio di Aranciopoli, era stato archiviato. La velocissima pista, la cui forma, se vista dall’alto ricordava un otto, era stata teatro di un dominio delle ARTM, se possibile persino più di quanto accaduto ad Hau’Oli. Tre auto nelle prime quattro posizioni. Partenza pulita e ritmo infernale, avevano reso ben chiaro sin dalle prime fasi, quale sarebbe stato l’esito. Conquistarono, anche grazie ad un’eccellente strategia, la seconda tripletta consecutiva, consolidando la prima posizione in campionato.

Terminato il Gran Premio, come promesso, Orlando e Taelia rimasero in città per poter adempiere alla promessa fatta a Lylia, di partecipare alla gara Pokémon. E lo stesso avevano fatto i suoi amici di Alola, che, alla fine, non erano andati al Gran Premio, e suo fratello, che, in quel momento, si trovava ad Unima.

Data la presenza di ben tre wild card, il numero di partecipanti alle gare di lotta non sarebbe stato otto, ma trentadue, per permettere a più partecipanti di avanzare. 

Una decisione presa dalla Commissione Attività Pokémon quando avevano scoperto che ben tre super coordinatori avrebbero preso parte alla gara, come wild card, avevano immediatamente deciso di aumentare notevolmente il numero di coordinatori e coordinatrici che avrebbero potuto accedere alla fase seguente.

Dopo essersi allenati, aver preparato le strategie ed essersi cambiati, il gruppo si era riunito. Ash si era vestito con il suo abito elegante, Serena e Lucinda con i loro classici abiti da gara, Lylia e Taelia con abiti comprati apposta per l’occasione e Orlando con gli abiti che solitamente indossava al Gran Galà della federazione.

Sulla sua giacca, di un blu scurissimo, che con le luci appariva nero, una spilla con il logo della Scuderia ARTM.

«Avete deciso che strategia usare?» Chiese Ash, tentando di smorzare la tensione, emanata principalmente da Lylia e Taelia, alla loro prima partecipazione ad una gara ufficiale. «Bianchino sarà indubbiamente protagonista, almeno nella prima fase. Per regolamento si devono usare Pokémon diversi nella fase del saggio di recitazione e nella gara di lotta. E data l’importanza del saggio, penso che Bianchino parteciperà alla prima fase» La piccola volpe di ghiaccio, si sentì particolarmente orgogliosa delle parole della sua allenatrice. «Mentre, per la gara di lotta, penso che sarebbe utile contare sulla potenza di Mega Lucario. Ho letto attentamente il regolamento, e non è vietato da nessuna parte lottare con Pokémon megaevoluti, voi invece?» Taelia fu la prima a rispondere. «Per la prima fase sarà una sorpresa. Per la seconda, beh… sapete benissimo a chi mi affiderò» Fu poi il turno di Ash. «Vorrei far provare quest’esperienza a chi non ha potuto farlo. Pensavo quindi a Leavanny e Garchomp»  Poi toccò a Serena «Per la prima fase ho pensato a Zorua, nella seconda mi affiderò all’esperienza di Delphox» Fu poi il turno di Lucinda, che aveva spiegato come si sarebbe affidata a Piplup nella prima fase e a Mamoswine nella seconda, e a Orlando, che si sarebbe affidato a Jolteon nella prima fase e a Greninja nella seconda. Nemmeno finito il tempo di finire i chiarimenti riguardo chi usare, che subito, Lucinda venne chiamata per esibirsi.

 «Ed ecco la prima coordinatrice a calcare il palco, oggi, una Wildcard direttamente dalla regione di Sinnoh, diamo un caloroso benvenuto a Lucinda e al suo Piplup!» Dal pubblico, sentito il nome della super coordinatrice, partì una lunga ovazione. La ragazza ricambiò con un gesto di saluto rivolto al pubblico.

 «Ora possiamo cominciare! Sai cosa fare, non è vero?» Senza che la sua coordinatrice dovesse dire altro, il piccolo Pokémon pinguino spiccò un balzo e cominciò a roteare su se stesso, attaccando con Bollaraggio.  «Incredibile! Non ha nemmeno dovuto dire nulla!» commentò Lilian, rimasta sorpresa dalla sintonia tra i due.  «I Piplup sono dei Pokémon notoriamente testardi, vederne uno con una sintonia così grande con la sua allenatrice è davvero straordinario!» Nel mentre, Lucinda aveva ordinato al suo Pokémon di colpire le bolle con Geloraggio, trasformando le sottili bolle in sfere ghiacciate che sorvolavano l’aria.

 «Molto bene! E adesso distruggere con Perforbecco!» Il becco del Pokémon pinguino si illuminò di bianco e crebbe di lunghezza.

Spiccò un ulteriore salto e distrusse le bolle una ad una, generando una tempesta di frammenti freschi che fece molto piacere al pubblico.  «Molto bene! Adesso genera tanti piccoli Mulinelli!» Il Pokémon pinguino eseguì. Creò dalle braccia delle piccole correnti d’acqua a forma di imbuto e le lanciò in aria.  «Perfetto! E adesso usa Geloraggio!» I piccoli mulinelli vennero immediatamente congelati e cominciavano a precipitare.  «E adesso acchiappali con un bel Mulinello!» Il Pokémon Pinguino eseguì il comando, inglobando i piccoli mulinelli gelati in uno più grosso, che roteava a grande velocità.  «E adesso chiudiamo! Geloraggio!» Il Pokémon Pinguino, generando dal becco un raggio di energia gelida che congelò il turbine d'acqua, creando una sorta di scultura. 

La coordinatrice fece un profondo inchino. Ricevette, ovviamente i complimenti dalla giuria. Qualche esibizione dopo, fu il turno di Serena, che si sarebbe esibita con la sua Zorua.

La ragazza era piuttosto tranquilla. Era abituata ad esibirsi e sapeva che non agitarsi non serviva a nulla. E, essendo la prima esibizione della sua Zorua, voleva assicurarsi di trasmetterle calma e tranquillità. 

In qualsiasi caso quel momento non poteva più essere rimandato. Le due avevano lavorato non poco su quell’esibizione, e quindi si aspettavano un risultato degno del titolo.

Ora quel momento non poteva essere più rimandato. 

La ragazza ora era sul palco, con in mano la Pokéball della Zorua. Era avvolta in una capsula con dei bolli oscuri, donati da Lucinda, perfetti per un Pokémon di tipo buio come Zorua.

La Malavolpe uscì dalla Pokéball avvolta da dei lampi di energia di colore oscuro, e si posizionò delicatamente dinanzi alla sua allenatrice, pronta a stupire il pubblico.

 «Molto bene, Zorua! Cominciamo subito! Usa Urtoscuro!» La piccola illusionista sollevò e riabbassò le zampe anteriori, generando attorno a sé un anello dal colore scuro.  «E adesso Extrasenso!» L’anello oscuro venne circondato da un’aura dorata, e contemporaneamente ruotò di novanta gradi.  «E adesso Palla Ombra!» La piccola illusionista generò dalla bocca una serie di sfere di energia oscura che si unirono al cerchio dorato e oscuro, trasformandolo in qualcosa di simile ad un bracciale di perle.  «E adesso…» La ragazza girò su sé stessa e schioccò le dita.  «Il gran finale. Zorua! Ombrartigli!» Gli artigli della piccola illusionista si allungarono e illuminarono di una luce dal colore violaceo. Con gli artigli distrusse la combinazione creata, che liberò una polvere luminosa che si disperse ovunque.

Il passaggio, per la ragazza, fu una mera formalità.

Dopo Serena fu il turno del suo ragazzo. Ash era piuttosto tranquillo, non era la prima volta che partecipava ad una gara Pokémon, anzi, pur non essendo un coordinatore, aveva preso parte a un buon numero di gare.

Quello, tuttavia, era il debutto per il suo Leavanny nell’ambito delle gare Pokémon. 

Naturalmente il Pokémon Coleottero/Erba era ben felice di partecipare e aveva lavorato parecchio per adattare ad un saggio di recitazione il suo modo di lottare.

Ash si fidava dei suoi Pokémon e sapeva di aver fatto la scelta giusta. 

Leavanny uscì dalla Pokéball del ragazzo e già brandiva delle grosse foglie. Questo scatenò la curiosità tanto del pubblico quanto

 della giuria. Tutti si chiedevano che cosa si sarebbe inventato.

Senza che il suo allenatore dicesse nulla, come se non fosse parte dell’esibizione, ma fosse necessario per la stessa. 

 «Molto bene, Leavanny, possiamo cominciare! Lancia una foglia e usa Foglielama!» il Pokémon eseguì il comando dell’allenatore, 

prendendo una delle foglie dalla pila e lanciandola in aria.

Appena raggiunse un’altezza giudicata soddisfacente da parte del Pokémon, questi lanciò una rapida serie di Foglielama. Numerose piccole foglie, affilate come rasoi colpirono la grossa foglia.

Ancora il pubblico non capiva, e, forse, i giudici avevano capito ancora meno. Ma pochi istanti dopo, quello che fino a poco prima era solo nella testa dei due, divenne visibile a tutti. 

La foglia aveva ora assunto la perfetta forma di un Pikachu. Poco dopo il Pokémon Balia fece lo stesso anche con Charmander, Bulbasaur e Squirtle. 

 «E ora il gran finale! Crea un Energipalla! Più grande che puoi!» Il Pokémon eseguì, generando dalla bocca una gigantesca sfera di energia dal colore verdognolo.

Appena fu sufficientemente grande, la scagliò verso l'alto. «E ora salta e usa Forbice X!» Il Pokémon eseguì, distruggendo la sfera verde con un attacco incrociato delle sue braccia, generando una polvere luminosa tutto attorno.

Quando, a esibizione conclusa, ebbero la certezza di esser passati, il Pokémon balia donò ad ognuno dei giudici una figura realizzata nella prima fase dell’esibizione, con grande apprezzamento da parte di tutti.

Era il momento dell’esibizione di Taelia e del misterioso Pokémon di cui aveva parlato. La ragazza era vestita con un abito elegante, comprato durante un’uscita con Serena. Taelia era stata piuttosto dubbiosa sull’acquisto, ma l’insistenza della ragazza l’aveva convinta a comprarlo.

Finalmente la ragazza svelò quel Pokémon. Una Vivillon motivo Marino. 

Dalla sala d’attesa, in cui tutto il gruppo stava osservando l’esibizione della ragazza, la curiosità era parecchia.  «E così quel Pokémon di cui parlava era una Vivillon!» Commentò Serena. Lucinda e Lylia, invece erano più curiose, avevano visto quel Pokémon di sfuggita durante i loro viaggi a Kalos, e non si erano mai particolarmente informate. Così né approfittarono per informarsi su quest’ultima. 

Nel mentre la ragazza aveva cominciato la sua esibizione.  «Vivillon! Usa Paralizzante! » Il Pokémon generò dalla base delle ali una polvere dal colore dorato che rifletteva la luce dei proiettori.  «Molto bene! Adesso usa Psichico!»  La polvere venne circondata da un’aura rosata. Vivillon, tramite i suoi poteri psichici modellò quella polvere in modi differenti. Da oggetti a Pokémon, a volti di persone.

Questo bastò alla ragazza per passare alla fase seguente, nonostante fosse solo una parte dell’esibizione. Dopo di lei toccò ad Orlando e la sua Jolteon.

Il ragazzo era piuttosto tranquillo. Jolteon aveva spesso partecipato ai saggi di recitazione, anche se allora aveva delle mosse diverse. Con il tempo si era dovuta reinventare, diventando una vera specialista della lotta dura e pura, pur non avendo mai perso l’amore per le gare.

Appena gli venne dato l’ok, il ragazzo mandò in campo la Jolteon. Questa uscì dalla sua Pokéball con un effetto di saette, quindi si posò dolcemente davanti all’allenatore.

«Jolteon, send it! Palla Ombra! A profusione!» Il Pokémon Luminoso generò dalla bocca numerose sfere di energia oscura, dal colore violaceo, che poi scagliò verso l’alto. «E ora Energisfera!» Il Pokémon Luminoso generò dalla bocca delle sfere di energia simili a quelle precedenti, ma dal colore giallo-verdognolo piuttosto che viola-nero.

Insieme alle altre formava una sorta di cerchio. «E adesso Fulmine, ma sii delicata, mi raccomando!» La Jolteon eseguì il comando. Si era allenata non poco per non sprigionare tutta la sua enorme potenza, ma a gestirla.

Il Fulmine fu della giusta potenza per unire come un anello le diverse sfere di energia.  «E ora salta usando Attacco Rapido!» La Jolteon eseguì saltando attraverso quel cerchio. 

 «E ora il gran finale! Fulmine!» Con un poderoso attacco il Pokémon elettro distrusse la combinazione creata, creando una serie di scintille colorate. 

Dopo alcune esibizioni era il turno di Lylia. La nativa di Alola era piuttosto nervosa, nonostante le rassicurazioni.  «Per voi è facile. Avete già partecipato a delle gare… e voi tre…» La bionda rivolse uno sguardo a Lucinda, Serena e Orlando. «E voi tre avete anche vinto un Gran Festival… invece, per me è la prima volta e ho paura che qualcosa possa andare storto» Lucinda e Serena le misero una mano sulla spalla. «Se ti può rassicurare sappi che nessuno di noi al debutto è andato benissimo. Non serve preoccuparti. Come va… va» La bionda si girò verso l’amica.  «E questo dovrebbe farmi star meglio?» Serena non fece altro che rincarare la dose. «Io, quando ho debuttato come coordinatrice avevo già una certa esperienza nei varietà… quindi vale quel che vale, posso dirti che il mio debutto ai varietà è stato un totale disastro. Tutto per un mio banalissimo errore di valutazione. Non sono la persona più indicata. Ma se c’è una lezione che ho imparato è quella che devi pensare solo ad una cosa. Regala un sorriso a chi ti guarda» Lylia rimase in silenzio alcuni secondi. «Lo farò, anzi. Lo faremo»

In verità non si sentiva affatto pronta. Nemmeno il pensiero del fatto che anche per Taelia fosse stata la prima volta… Eppure lei e la sua Vivillon non sembravano preoccupate dalla cosa. La ragazza prese un profondo respiro. Chiuse gli occhi e… alla fine era passata. Sapeva che gli amici ad Alola la stavano guardando, nonostante il fuso orario. E sperava di poter dire lo stesso del fratello. 

Bene. ora c’erano “solo” le gare di lotta. Considerando il risultato più criminosamente ottimista, avrebbe dovuto affrontare quattro round, poi sarebbe arrivata alla finale. 

Il gruppo attendeva nella sala d’attesa che venissero decisi gli abbinamenti. Era una gara su più round con un gran numero di partecipanti e la generazione del tabellone richiese più tempo del previsto.

Un po’ di tempo dopo, il tabellone venne generato. Non ci sarebbero stati scontri diretti, nella prima fase. 

Per la prima fase nessuno di loro aveva avversari particolarmente pericolosi. Anche se alle ragazze non era sfuggito un dettaglio. «Aspetta un attimo» Lucinda indicò la prima avversaria di Orlando. «Ehi! Ma lei è Chloe!» Ash dovette riguardare lo schermo per accorgersene. Loro due non potevano certamente definirsi culo e camicia, come lo erano Serena e Vera o lui e Brock, ma non averla riconosciuta era un po’ troppo persino per lui.

Forse era per il diverso taglio di capelli o per qualcosa di simile, ma Ash non l’aveva proprio riconosciuta. 

In ogni caso, Orlando si sarebbe dovuto esibire per terzo, dopo Ash e Serena.

Ash venne chiamato quasi subito. Fece appena in tempo a sistemare la Megapolsiera, un bracciale nero, che accogliava la pietrachiave, decorato da diversi rombi rossi. Un regalo di Vera, dove aveva posizionato la sua pietrachiave. Per fortuna levarla dal megaguanto era piuttosto facile.  

Fece appena in tempo a prendere la Pokéball di Garchomp che dovette dirigersi verso il palco.

Il suo avversario era un coordinatore alle prime armi, anzi, proprio al debutto, e di sicuro non si aspettava di avere il 

campione del mondo come avversario, sia pur con un Pokémon che, per quanto forte, non era nel team che aveva vinto il titolo.

L’avversario, originario della stessa città di Aranciopoli, aveva mandato in campo il suo Luxray. Lo aveva preventivamente iscritto alla gara, non potendo sapere che avrebbe sfidato un Pokémon immune alle mosse di tipo elettro.

 «Cominciamo noi! Garchomp! Dragobolide!» Il Pokémon mach generò dalla bocca una sorta di meteorite arancione dall’elevatissima temperatura che venne poi lanciato verso l’alto.  «Luxray! Salta e distruggila con Sgranocchio! Prima che sia troppo tardi!» Il Pokémon saltò in aria, facendo esplodere il meteorite con un potente morso.

L’esplosione dell’attacco creò un effetto spettacolare, ma fece perdere diversi punti a Ash. Nonostante questo, il ragazzo rimase impassibile.  «Ora! Pietrataglio!» Il Garchomp del ragazzo tirò un calcio sul terreno, facendo comparire dallo stesso una lunga serie di massi affilati dal colore azzurro.

Luxray, cadendo, colpì in pieno i massi, facendoli esplodere, ma facendo perdere diversi punti al suo coordinatore, per via

delle ferite riportate. Ora ad avere un certo vantaggio era Ash. «Luxray! So che puoi farcela! Usa Gelodenti!» Il denti del Pokémon Occhiluce si illuminarono di un’aura azzurra, e la loro temperatura si abbassò notevolmente, fino a diversi gradi sotto lo zero. Il Pokémon si mise a correre a gran velocità, avvicinandosi all’avversario a gran velocità.

«Ancora Pietrataglio!» Ordinò Ash. Altro potente calcio sul terreno. Altri massi affilati che spuntavano da esso. L’avversario venne colpito in pieno dai massi, e spiccò un bel volo. «No! Luxray!» Gridò l’avversario. Sebbene il cronometro dicesse che c’erano ancora due minuti di tempo, la lotta poteva dirsi conclusa per KO.

Terminata la gara, come consuetudine, i due si erano stretti la mano. 

Dopo Ash toccò a Serena e alla sua Delphox. L’avversaria della ragazza veniva da lontano. Aveva viaggiato per chilometri e chilometri per partecipare alla gara e la sua prima avversaria era una Super coordinatrice? Certo che le era andata proprio male.

In ogni caso non si sarebbe arresa prima di combattere. Lei e il suo Skarmory avrebbero fatto di tutto per darle del filo da torcere, pur con la consapevolezza che nulla avrebbero potuto.

L’avversaria di Serena mandò in campo il suo Pokémon contemporaneamente all’avversaria. 

«Skarmory! Usa Eterelama!» Ordinò l’allenatrice. Il Pokémon generò dalle ali delle lame d’aria dal colore azzurro, dritte verso l’avversaria. «Distruggile con Psichico!» Ordinò Serena. Con un rapido movimento del suo bastone la Pokémon volpe generò un'onda d’urto dal colore rosato che colpì le lame d’aria e le distrusse. Questo fece perdere punti alla rivale della nativa di Kalos. «E adesso usa Magifiamma!» Ordinò poco dopo. La Delphox generò dal suo bastone una gigantesca fiammata simile ad un vortice.  

«Distruggi la sua combinazione con Eterelama!» Ordinò l’avversaria. E la sua tecnica ebbe, almeno in parte l’effetto sperato, facendo esplodere la fiammata in tante piccole lingue di fuoco, facendo perdere una manciata di punti a Serena. Niente di troppo grave, ma avrebbe voluto evitare.

Serena, dal canto suo, non era una persona che potevi fregare due volte, per cui si sarebbe adattata al modo di lottare dell’avversaria. Avversaria che, nel mentre, aveva ordinato a Skarmory di utilizzare Neropulsar e di ruotare su se stesso, per massimizzare l’effetto della mossa. Il suo corpo roteava circondato da anelli di energia dal colore scuro, creando un effetto spettacolare.  «Delphox attacca con Magifiamma!» Gridò Serena. Ben convinta di quel che voleva fare. L’enorme fiammata generata dalla volpe di fuoco, si unì all’attacco avversario, rendendo il metallo che rivestiva il corpo del Pokémon sempre più incandescente, fino a quando il calore non era diventato insopportabile.

Questo fece perdere numerosi punti alla rivale. Ora il vantaggio di Serena era piuttosto considerevole. «Turbosabbia!» Gridò la rivale, in un disperato tentativo di migliorare la sua condizione. Lo Skarmory atterrò e con un’ala lanciò della sabbia dal terreno contro l’avversaria, nella speranza di danneggiare l’avversaria. «Delphox, usa Psichico!» Ordinò la ragazza. 

La volpe concentrò i suoi poteri psichici sulla nuvola di sabbia lanciata dall’avversario, per colpirlo a sua volta. Il turbine generato fece roteare diverse volte il Pokémon, causando non pochi problemi. Allo scadere del tempo, la vittoria della Regina di Kalos era chiara a tutti.

L’avversaria, nonostante la cocente sconfitta, strinse la mano alla Regina, accettando sportivamente la sconfitta e promettendole che sarebbe divenuta una sua degna rivale.

Poco dopo sarebbe toccato ad Orlando, che avrebbe affrontato una ragazza originaria proprio di quella città. Lui, della ragazza conosceva unicamente il nome, Chloe, lei, invece, del suo rivale sapeva solo che era un super coordinate, che era un due volte campione del mondo di Formula Cinque Cilindri e che fosse classificato al secondo posto nel Torneo Mondiale.

Secondo per un pareggio contro Ash. 

E ora era il suo avversario. Lei e la sua Eevee (potevano partecipare alla gara grazie ad una deroga, che permetteva anche a chi possiede un unico Pokémon di partecipare, qualora avesse due fiocchi o  meno) avrebbero dovuto affrontare un avversario di altissimo livello. 

Ora si trovava faccia a faccia con l’avversario, che aveva già in mano la Pokéball della sua Pokémon. Lei, quasi per rubare la scena all’avversario, aveva deciso di entrare con la sua Eevee fuori dalla Pokéball.

Appena venne dato il segnale, il ragazzo mandò in campo la sua Greninja. L’effetto che aveva scelto per i bolli, ben evidenziavano il suo tipo buio.

«Cominciamo noi, Greninja! Palla Ombra!» Tra lo sgomento generale del pubblico, che si chiedeva come mai utilizzare una mossa di tipo spettro contro un’avversaria di tipo normale? E poi perché, per una scelta così sbagliata, non aveva perso punti? La sfera di energia oscura, in ogni caso, colpì il terreno, generando un’esplosione, sollevando un’enorme nuvola di polvere, che accecò l’avversaria.

«Eevee, Comete!» La Eevee della ragazza si girò verso l’avversaria, lanciando dalla coda delle stelle, che bucarono la coltre di nubi e attraversarono il corpo della Ninja, senza alcun danno.

L’avversaria non aveva esattamente capito cosa era successo, permettendo ad Orlando di mettere in atto il suo reale piano. «E ora bloccala con Acqualame!» La Ninja generò e lanciò contro l’avversaria delle lame d’acqua che poi scagliò contro l’avversaria, che, per quanto tentasse di fuggire, veniva prontamente colpita e intercettata.

E la sua allenatrice perdeva punti ad ogni colpo.  «Eevee! Usa Copione!» Gridò la ragazza, in preda alla disperazione. Il Pokémon evoluzione si circondò di un’aura azzurra prima di lanciare verso l’avversaria, lo stesso attacco che aveva ricevuto. 

 «Greninja, Geloraggio! Colpisci il suo attacco!» La Pokémon, ora di tipo ghiaccio, eseguì il comando, congelando le lame avversarie, che ora assomigliavano a delle statue a forma di stella, e facendole precipitare contro l’avversaria. La quale, pur cercando di schivare, era stata colpita e atterrata, rimanendo esposta agli attacchi avversari.  

A tre minuti dalla fine, Chloe aveva solo un quarto dei suoi punti. Non era riuscita nemmeno a smuovere leggermente l’indicatore avversario e nella sua testa balenava l’idea di un ricorso. Non era stata avvisata da nessuno che la Greninja avversaria avesse l’abilità mutatipo. Sapeva che fare un ricorso sarebbe stato inutile, da regolamento le decisioni della giuria erano inappellabili. Sarebbe stata solo un’inutile perdita di tempo. E non poteva nemmeno non stringergli la mano a fine incontro. Da regolamento sarebbero state tre gare di squalifica per antisportività. «Eevee! Te la senti?» La volpina di tipo normale emise un grido, per far capire alla giovane che si. Se la sentiva. «Allora usa Copione!» 

Il corpo della Eevee si illuminò come la volta precedente, e dalla sua bocca uscì un raggio di energia gelida, che scagliò

 contro l’avversaria.  «Ora attacca con Neropulsar!» Dalle mani della Ninja si generarono degli anelli di energia oscura, che divisero in due il raggio di energia e colpirono l’avversaria in pieno.

«Eevee non può più continuare. Sconfitta per Ko!» Dopo l’annuncio del risultato, di norma i due avversari si incontravano per stringersi la mano, ma la ragazza si rifiutò, scappando. 

Sapeva che quel gesto di protesta comportava tre gare di squalifica, ma non poteva sopportare l’idea di aver perso così malamente e soprattutto non poteva sopportare che non gli avessero tolto punti per aver usato un attacco a cui la sua Eevee era immune.

Sapeva che si sarebbe presa una bella tirata d’orecchie, ma voleva sembrare coraggiosa.

Orlando ci rimase male. Era la prima volta che qualcuno si comportava così dopo una gara Pokémon. Altri avversari, anche se solo di facciata, lo avevano fatto.

La ragazza, forse distratta, entrò nella stanza dove i coordinatori e le coordinatrici che dovevano ancora esibirsi attendevano il loro turno.

Le prime due persone che incontrò furono Lucinda e Lylia. La prima stava rassicurando la nativa di Alola, spiegandole come avesse già dimostrato di essere un’allenatrice piuttosto abile e che avrebbe dovuto fare quello che sentiva dentro di sé.

«Non mi è piaciuto quello che hai fatto» Le disse cosa Lucinda.

«Non sei mia madre per dirmi che cosa è giusto e cos'è sbagliato!» Le rispose la nativa di Aranciopoli. «Non puoi vincere se il tuo avversario è favorito dai giudici! Spero davvero che non lo dobbiate affrontare, o perderete indipendentemente da tutto» Lucinda le fece cenno di fermarsi. «Non credo. Lui e Greninja sono stati semplicemente superiori.» Chloe rimase in silenzio alcuni istanti, per poco non venendo buttata a terra da un’altra coordinatrice. «Non dirmi che è il tuo ragazzo e lo difendi a spada tratta per questo? Siamo amiche, dovresti difendermi.» Lucinda si limitò a ignorare le sue lamentele, lasciandola sfogare da sola.

Intanto era giunto il turno di Lylia. Era piuttosto nervosa, ma sapeva che poteva contare sul suo potentissimo Mega Lucario.

Il suo avversario era un coordinatore al debutto, come lei. 

Quest’ultimo aveva mandato in campo una Glaceon, che uscì dalla sua Pokéball con un effetto simile a delle stalattiti di ghiaccio, in netto contrasto con le scintille del Lucario della ragazza.

Appena venne dato il segnale, il ragazzo si affrettò ad ordinare un attacco. «Vai con Palla Ombra!» La Glaceon del ragazzo generò dalla bocca una sfera di energia oscura che scagliò immediatamente contro l’avversario.

«Forza! Distruggila con Ferrartigli» Gridò la ragazza. Il Pokémon rimase fermo ad attendere, con gli artigli, dal colore metallico già pronti ad affettare l’attacco nemico. E così accadde, la sfera oscura esplose in una polvere violacea che si disperse ovunque, facendo perdere dei punti al rivale.

Rivale che rimase impassibile, come se se lo aspettasse. «Usa Geloraggio e poi Attacco Rapido!» Gridò il ragazzo. La Glaceon generò dalla bocca un raggio di energia gelida, che, quando si mise a correre a gran velocità, venne avvolta dall’energia gelida, divenendo come un proiettile. 

Lylia perse dei punti a causa della riuscita della combinazione avversaria.

«Usa Zuffa!» Il tono di Lylia era freddo, quasi robotico. Si stava facendo prendere dal panico. E Lucario ne percepiva l’aura negativa. Ne capiva i motivi. Doveva rassicurarla. 

Prima un pugno, che spaccò la coltre di ghiaccio, facendo perdere punti al rivale, quindi con un potente calcio scagliò l’avversaria contro la parete. 

L’avversario perse ulteriori punti, ma mancavano ancora tre minuti e mezza. 

Lylia, nonostante fosse stata rassicurata dall’avere un enorme vantaggio sul suo avversario, era ancora nervosa. La Glaceon, dopo l’importante botta presa stava barcollando parecchio.

«Frana» Nonostante fosse, metaforicamente, a poche curve dalla bandiera a scacchi, la ragazza era ancora esitante. In ogni caso il Pokémon obbedì. Dal cielo iniziarono a cadere degli enormi massi, che precipitavano a grande velocità. «Bloccali con Bora!» ordinò l’allenatore, in preda alla disperazione. La sua avversaria era tanto carina quanto tosta.

L’attacco gelido, generato dalla bocca del Pokémon, non fu sufficiente a deviare i massi, che caddero, imprigionando la Glaceon in una ristretta parte del campo.

«Forzasfera» Nonostante ora avesse l’incontro in mano, la ragazza non era ancora del tutto a suo agio. Il Lucario generò tra gli arti superiori una sfera di energia dal colore azzurrino, che scagliò contro la coltre di rocce che bloccava l’avversaria, facendola esplodere. Frammenti di roccia e ghiaccio ovunque.

L’allenatore avversario perse gli ultimi punti restanti. Ma nonostante questo fu piuttosto sportivo e accettò di stringere la mano alla ragazza.

Alla fine era andata bene. Lucario aveva fatto davvero un ottimo lavoro. Non aveva nemmeno dovuto ricorrere alla Megaevoluzione.  Ma sapeva che se voleva vincere il suo primo fiocco, lei e il suo Lucario, avrebbero dovuto affrontare altri quattro round.

Poco dopo Lucinda le avrebbe dato il cambio. La ragazza dai capelli blu era felicissima della performance dell’amica. E lo stesso poteva dirsi di Serena. Appena aveva visto la nativa di Alola era corsa da lei ad abbracciarla e a complimentarsi.

Dopo l’esibizione di Lylia, Chloe aveva percorso l’andito di servizio che permetteva ai coordinatori di passare dalla stanza dedicata a chi doveva ancora esibirsi a quella dedicata a chi si era già esibito, anche se di solito veniva usata al contrario.

La stanza dove si trovavano i coordinatori che si erano già esibiti, era più grande di quella dedicata a chi ancora doveva esibirsi, in quanto era permesso l’accesso agli accompagnatori dei coordinatori e a chiunque pagasse un extra.

La nativa di Aranciopoli trovò il ragazzo accanto a Ash, Lylia e Serena. La sua Greninja shiny era ancora fuori dalla Pokéball, stava mangiando delle baccacedro e lui intento a bere dell’acqua.

«Beh, com’è vincere grazie ai favori dei giudici?» Chiese la ragazza, ancora nervosa per l’umiliante sconfitta subita. «Di che favori parli?» Chiese il ragazzo, come tutti, piuttosto sorpreso dalle accuse. «Le cose sono due. O hai pagato i giudici o loro avevano troppa paura per toglierti anche solo un punticino?» Le accuse della ragazza continuavano. «Scusa? Quindi io avrei dato delle mazzette ai giudici per passare alla fase successiva? Non credi che sarebbe stupido? Se lo facessi e venissi scoperto perderei tutto. Dal mio titolo di Super Coordinatore ai miei sponsor. Tutto per una gara a cui partecipo perché mi è stato chiesto da una persona che mi ha sorpreso per la sua gentilezza» Chloe fece due conti. Sembrava che Orlando fosse piuttosto in confidenza con Ash e il gruppo di suoi amici. Quindi, con tutta probabilità, “la persona che l’aveva sorpreso per la sua gentilezza” era Lylia. Ottimo modo per provocarlo ulteriormente. «Non è che è la tua fidanzata?» Il ragazzo, che nel frattempo stava bevendo, per poco non le sputò addosso. «No?» Lylia era imbarazzata a sua volta, contrariamente a Lucinda, non era riuscita a trattenere l’imbarazzo. Pensava che solo le crastule Ibis e Suiren potessero inventarsi certe cose, ma si sbagliava.

«Allora se è vero come dici che non state insieme, la vostra sfida sarà senza esclusione di colpi, no?» I due incrociarono lo sguardo e sorrisero a vicenda. «Ci mancherebbe altro!» Dissero, praticamente insieme. Mentre tornava nella stanza dedicata ai coordinatori che dovevano ancora esibirsi, Orlando approfittò per buttare la bottiglietta d’acqua nel cestino dell’aliga. 

Nel mentre, Lucinda si stava esibendo. Stava lottando contro un Venusaur ed aveva accumulato un grosso vantaggio. Un ultimo Geloscheggia, proiettato in aria e scagliato contro il bersaglio, ne sancì la vittoria.

Ora toccava a Taelia e alla sua Gardevoir. 

La ragazza era abbastanza tranquilla, sapeva che qualsiasi fosse stato il risultato, sarebbe stata comunque una bella esperienza. 

Il suo avversario era un ragazzo di Sinnoh. Lucinda lo conosceva bene. I due avevano un conto in sospeso e il ragazzo avrebbe voluto sfidarla ad ogni costo.

Il ragazzo aveva mandato in campo il suo Breloom, non poteva fare altrimenti, dato il regolamento, e quando scoprì di dover

affrontare un Pokémon di tipo Psico e Folletto, aveva ben poche speranze. «Molto bene, Gardevoir, sei pronta ad aprire le danze?»

La ragazza toccò la pietrachiave sul suo megaciondolo, facendo sì che la sua pietrachiave reagisse con la megapietra della sua Pokémon. L’aspetto di quest’ultima mutò. La sua veste formò un'ampia gonna al posto dell'apertura della veste, la capigliatura  divenne più corta e le sue orecchie più sporgenti. La placca sul petto si allargò, formando un corpetto, e l’antenna sul petto si sdoppiò, rendendo ancora più forti i suoi poteri psichici. Sulle braccia erano spuntati anche una sorta di guanti. Essendo un’esemplare shiny, il colore dell’abito e dei guanti era nero e non bianco, il colore delle antenne sul petto era arancione e non rosso e il colore della capigliatura azzurro e non verde.

«Gardevoir! Usa Palla Ombra!» La Gardevoir della ragazza generò dalle braccia una gigantesca sfera di energia oscura dal colore violaceo, avvolta da delle scariche di energia di un colore simile, che scagliò contro l’avversario.

«Difenditi con Energipalla!» Gridò il ragazzo. Il Pokémon Fungo aprì la bocca e da essa generò una sfera di energia dal colore verdognolo, simile ad un occhio, che scagliò contro la gigantesca sfera oscura, senza che la stessa venisse danneggiata in alcun modo. Anzi. la sfera verde venne inglobata all’interno della sfera oscura. Questo fece perdere alcuni punti al ragazzo.

«Pugnorapido!» Gridò il ragazzo. Il Pokémon fungo mosse rapidamente il braccio in direzione dell’attacco lanciato dall’avversaria. Ma prima che potesse completare il movimento, venne bloccato da una forza invisibile.

Era l’attacco Psichico della Gardevoir della ragazza, che lo aveva bloccato, lasciandolo in balia dell’attacco combinato. Quest’ultimo esplose addosso al Pokémon fungo, causandogli enormi danni e facendo perdere una marea di punti al suo allenatore. «Dobbiamo reagire! Breloom! Paralizzante!» Dal fungo sulla testa del Pokémon si generarono delle spore dal colore dorato che vennero scagliate contro l’avversaria.

«E ora vai con Forza Lunare!» Il corpo della Pokémon si illuminò di una luce rosa e il corpo della Pokémon venne sollevato in alto, assorbendo l’energia della Luna.

Energia che venne concentrata in un potente attacco che, per un istante illuminò di rosa le polveri, facendo perdere punti al nativo di Sinnoh, e colpendo il Breloom, mandandolo al tappeto.

«Sarà per la prossima volta.» Commentò il ragazzo a bassa voce, prima di congratularsi con l'avversaria. Da quello che aveva visto, la giovane le era sembrata un diamante grezzo. Il suo modo di lottare era più simile alle lotte in palestra che non a quelle delle gare di lotta, ma non poteva dirglielo così direttamente. Dopotutto lei aveva vinto e lui aveva perso. 

Tutti e sei passarono senza problemi la fase successiva, senza scontri diretti, che sarebbero avvenuti nella terza fase.

Terza fase in cui Ash avrebbe affrontato Taelia, Orlando avrebbe affrontato Serena mentre Lylia e Lucinda avrebbero affrontato degli avversari che avevano affrontato degli avversari che avevano passato la stessa fase.

Ash e il suo Garchomp sarebbero stati i primi, e le loro avversarie sarebbero state Taelia e la sua Gardevoir. Per un accordo tra le parti, aveva stabilito che entrambi avrebbero megaevoluto i loro Pokémon a inizio lotta, per regalare il massimo spettacolo ai fan. 

Appena trovatisi uno contro l’altra, i due mandarono in campo i loro Pokémon e fecero reagire le loro piterechiave con le megapietre dei loro Pokémon.

Come previsto il pubblico fu entusiasta della cosa. E ancora la lotta non era nemmeno cominciata. 

«Garchomp cominciamo noi! Pietrataglio!» Il Pokémon Mach diede un calcio al terreno. Da questo spuntò una serie di enormi massi acuminati dal colore azzurro.  

«Presto! Distruggili con Fulmine!» Gridò Taelia. La ragazza era ben consapevole del fatto che un attacco di tipo elettro non avesse effetti su un Pokémon di tipo terra come Garchomp, ma, in una gara di lotta, quel che contava di più era la bellezza delle combinazioni delle mosse.

L’esplosione dei massi, che si disintegrarono in una polvere di colore azzurrino, facendo perdere dei punti a Ash. «Possiamo ancora farcela! Usa Fossa!» Taelia, tra sé e sé si chiese cosa avesse in mente il suo avversario. «Stai in Guardia! Appena lo vedi uscire attacca con Palla Ombra!» La ragazza dal caschetto rosa sapeva che non utilizzare il proprio turno comportava la perdita della metà dei punti e una bandiera bianca e nera.

«E ora Pietrataglio!» Dal terreno spuntarono dei massi simili a quelli precedenti, ma che, partendo da sottoterra, generarono anche una nuvola di polvere che rese la vista difficile.

Contemporaneamente, Gardevoir venne scagliata in aria, facendo perdere dei punti a Taelia, ma quest’ultima, aveva caricato in precedenza un attacco Palla Ombra, che scagliò, approfittando della quota. L’attacco, lanciato contro il terreno fece esplodere le pietre e rivoltò il terreno, mostrando la presenza del Pokémon di Ash.

Questo fece perdere dei punti al nativo di Biancavilla, rendendo inutile la sua mossa precedente.

«E adesso usa Forza Lunare!» Il corpo della Gardevoir si illuminò di una luce rosata, e trasse forza dal potere della Luna.

Era pronta ad indirizzare l’attacco contro l’avversario, ma prima che potesse farlo, questi, però era già scomparso sottoterra, come ordinato da Ash.

L’attacco non andato a segno fece perdere alcuni punti a Taelia, ma la ragazza manteneva comunque un piccolo vantaggio su Ash. «Forza lancia Palla Ombra dentro alla fossa!» La Mega Gardevoir eseguì il comando lanciando all’interno della fossa scavata dall’avversario il potentissimo attacco di tipo spettro. 

Garchomp venne colpito e scagliato in aria. Era praticamente disarmato, dal momento che, non potendo contare sul terreno non poteva usare Fossa o Pietrataglio. Il momento ideale, a un minuto dalla fine, per chiuderla. «E adesso usa Forza Lunare!» Il corpo della Gardevoir si illuminò di una luce rosata, e trasse forza dal potere della Luna. Un gigantesco fascio di energia rosata investì il Pokémon Mach, aumentando la velocità di caduta. Ash perse molti altri punti. «Cerca di scaricare l’energia con Pietrataglio!» Ordinò Ash. Il Pokémon riuscì nell’intento, il potente calcio dato al terreno attutì la caduta e i massi che si generano dal terreno furono di una grandezza quasi doppia rispetto ai suoi standard, permettendo una piccola rimonta a Ash, ma ormai il tempo era scaduto e il suo destino segnato.

Taelia aveva vinto, e Ash si era congratulato con lei. 

Ora era il momento della gara di lotta tra Serena e Orlando. Una gara che vedeva contrapposti gli stadi evolutivi finali degli starter della regione di Kalos.

Ash si accomodò in uno dei divanetti, pronto a sostenere la sua ragazza, ma poco prima che iniziasse l’esibizione…

«Sei per caso figlia di vetraio?» Ash, solitamente preferiva utilizzare dei metodi più diretti, ma da quando aveva sentito quella frase da Orlando, non aspettava altro che l’occasione per utilizzarla.

Una ragazza abbastanza alta, che, nonstante fosse al chiuso indossava un berretto della scuderia ARTM, di cui era probabilmente tifosa, come testimoniato anche dalla giacca, dello stesso rosso.

Indossava anche una canadese nera e delle scarpe da ginnastica. Era accompagnata da uno strano Pokémon, sembrava uno strano ibrido tra un orsacchiotto e un topo, dal colore arancio. 

A giudicare dal fatto che emettesse delle scosse elettriche che emetteva dalle guance, doveva essere di tipo elettro. E dopo una rapida analisi con il suo Smart Rotom, scoprì di non essersi sbagliato.

«Oh, scusami! Ma quando vedo una lotta così accesa, non riesco a trattenermi!» Intanto, la ragazza e il suo Pawmo si erano seduti accanto a Ash e Pikachu, con i due roditori elettrici che avevano iniziato a scambiarsi scariche elettriche.

«Veramente questa sarebbe una Gara di lotta» Ash ci tenne a specificarlo. «E che differenza fa?» Gli chiese la ragazza. «Una lotta è una lotta! Tantopiù se si affrontano la Regina di Kalos e il secondo classificato nel Torneo Mondiale» La ragazza fece una breve pausa «Anche se, a dire il vero, non trovo i varietà particolarmente entusiasmanti, non c’è lotta… non c’è spettacolo! Certo che il suo ragazzo deve essere particolarmente fortunato ad avere una ragazza così» Ash si sentì preso in causa. «Beh… ecco… veramente…» Poi si fermò. La gente aveva appena smesso di crastulare riguardo il suo rapporto con Serena. E, dal momento che quella ragazza particolarmente logorroica non lo sapeva, poteva assecondarla. «Suppongo di si, anche se rischia di essere messo in ombra, a meno che anche lui non riesca a farsi riconoscere per qualcosa di importante»

La ragazza, a questo punto, si girò verso il suo interlocutore. Era vestito in modo talmente diverso da com'era abituata a vederlo. Era vestito in modo elegante e non sportivo com’era solito fare, ma, guardandolo da vicino, finalmente lo aveva riconosciuto. «Ehi! Ma tu sei Ash Ketchum! Ehi! Potevi dirlo prima! Non sapevo che ti dilettassi con le gare! E poi non sapevo che avessi anche un Garchomp! Addirittura capace di megaevolversi! Cosa ne pensi di una lotta? Pawmo contro Pikachu?» Dal momento che quella ragazza logorroica non sapeva che Serena fosse la sua ragazza, non poteva dirle di aspettare. Anche perché lo scontro era terminato anzitempo, con un gigantesco Acqualame che aveva mandato al tappeto l’avversaria.

Ora la telecamera indugiava sui due che si stringevano la mano, mentre si scambiavano delle parole, di difficile comprensione a causa delle parole della ragazza. «Dai, andiamo, o non è vero che sei il campione!» Ash interpretò il labiale della sua ragazza come un “mi raccomando” o qualcosa del genere. Non aveva, invece ben interpretato la risposta di Orlando. Non sembrava una parola vera e propria. Ma, a giudicare dalla risata a malapena trattenuta da Serena, doveva essere una delle sue solite uscite.

Mentre Lylia e il suo Mega Lucario stavano sbaragliando la concorrenza. Ash, nel mentre aveva finito di impostare l’arbitro elettronico e questo aveva dato via alla lotta tra Pikachu e Pawmo. Ash aveva scoperto che quel Pokémon aveva l’abilità di neutralizzare gli attacchi elettrici, similmente a Jolteon. 

«Pawmo, cominciamo noi! Attacco rapido!» Quello strano topo-orsacchiotto assunse una posizione quadrupede e si mise a correre verso l’avversario. «Pikachu placcalo con Codacciaio!» Il Pokémon elettrico eseguì il comando del suo allenatore, attendendo che l’avversario lo raggiungesse, per poi colpirlo in pieno muso con un potente colpo della coda.

Come risultato il topo-orsacchiotto fermò la sua carica con un violento urto contro il terreno. Gli ci volle un po’ per riprendersi, e Ash ne approfittò. «Di nuovo Codacciaio!» Gridò il ragazzo. Nonostante la breve distanza, il colpo fu abbastanza potente da scagliare in aria l’avversario.

«E ora Attacco Rapido!» Pikachu spiccò un balzo, cercando di colpire l’avversario. «Difenditi con Sberletese!» Gridò la ragazza. Lo strano ibrido parò il colpo utilizzando le sue braccia.

Questo non attutì di molto il colpo, ma permise al Pokémon di cadere come meglio credeva, placcando anche Pikachu. «Scarica!» Ordinò la ragazza. Era consapevole di non avere altra scelta. Sapeva che quell’attacco non avrebbe causato chissà che danni a Pikachu, ma non aveva altra scelta. 

E lo scenario che si presentò fu proprio quello previsto, con Pikachu che non patì praticamente il colpo. «Forza, prendi lo slancio con Codacciaio!» L'avversaria non aveva idea di cosa avesse in mente quel ragazzo. Era il campione in carica ed era noto per attuare strategie abbastanza imprevedibili. E, forse, questa era una di quelle.

Pikachu cravò la coda nel terreno e si diede poi lo slancio, proiettando verso l’alto il suo avversario. «Molto bene! Pikachu, sei pronto?» Il Pokémon elettro fece un breve cenno d’approvazione, mentre il ragazzo inseriva il suo Normium Z nel supercerchio Z.

«QUESTA È LA NOSTRA MASSIMA POTENZAAAA!! CARICA TRAVOLGENTE!» Il Pokémon topo si mise a correre a grande velocità, spiccando un balzo e colpendo in pieno l’avversario in pieno petto e facendolo volare ancora più in alto, per poi farlo cadere a terra. «Pawmo non può più lottare, vince Pikachu!» Dichiarò l’arbitro elettronico. 

«Ecco, è così che lotta un campione del mondo! Credo che dovremo impegnarci se vogliamo raggiungere la top 8» La ragazza non aveva accennato al fatto che si trovasse in nona posizione e che, da mesi tentasse i match promozionali, senza successo, avendo affrontato Orlando prima del torneo e poi Alan, in seguito, avendo sempre a che fare con dei Pokémon capaci di effettuare la Megaevoluzione, Metagross prima e Charizard poi, quando la sua unica cartuccia a disposizione era la teracristallizzazione.

Dopo la lotta, fatto riprendere Pawmo, i due erano tornati nella sala dedicata a chi si era esibito o a chi pagava un extra. 

«Oh! Che sbadata!» La ragazza scosse la testa. «Abbiamo lottato e non mi sono nemmeno presentata. Mi chiamo Noemi, piacere»

Stava per cominciare la semifinale. La prima fase avrebbe visto contrapporsi Orlando e Lylia. La seconda Lucinda e Taelia.

Serena sperava che le raccomandazioni date all’amico funzionassero. «Mi raccomando, con Lylia, non esagerare!» gli aveva detto. Rimase alquanto spiazzata dalla risposta. «E dringhidi!» “Ancora? Di nuovo?” Sapeva quello che doveva fare. Una lotta quantomeno discreta, per non rendere plateale la sua sconfitta. 

Ora però i due erano nell’arena. Uno davanti all’altra, con la ragazza che indossava un abito scuro, ispirato a Lunala, e il ragazzo in abiti formali.

Avevano mandato in campo i loro Pokémon, pronti ad affrontarsi. A Lylia la prima mossa. «Lucario! Cominciamo noi!» la ragazza toccò la pietrachiave incastonata nel suo orecchino. Questa reagì con la megapietra del Pokémon, facendo mutare il suo aspetto.  Le appendici in grado di percepire l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di rosso nella parte finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli inferiori quanto quelli superiori. 

Sulle spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la coda. «E ora Forzasfera!» Il Pokémon della ragazza generò una sfera di energia dal colore azzurrino, e la scagliò contro l’avversaria. «Palla Ombra!» Con una velocità sorprendente, la Ninja generò dagli arti superiori una sfera di energia oscura, colore violaceo circondata da scariche di energia dal colore simile.

I due attacchi si scontrarono al centro del campo, generando un‘esplosione. Entrambi i Pokémon si dovettero riparare dall’esplosione. 

Entrambi persero la medesima quantità di punti. «Usa di nuovo Forzasfera!» Ordinò Lylia. Lucario generò dagli arti superiori una sfera di energia dal colore azzurro. A causa del potere della Megaevoluzione, questa era di dimensioni ben maggiori rispetto alla norma.

«Bloccalo con Geloraggio!» Ordinò orlando, con la Greninja che generò dalla bocca un raggio di energia gelida che colpì la sfera di energia, rispedandola al mittente e facendo perdere alcuni punti a Lylia, che però non demorse.

«Rilanciala con Zuffa!» Ordinò. Lucario, con un potentissimo calcio rilanciò contro l’avversaria la palla gelida, che nonostante un tentativo di schivata, venne colpita in pieno, facendo perdere parecchi punti al ragazzo. 

«Tutto a posto?» Chiese il ragazzo, ben consapevole del colpo subito dalla Ninja. Quest’ultima rispose rimettendosi immediatamente in piedi.

«E ora Acqualame!» Gridò il ragazzo, con la Ninja che generò una sorta di stella d’acqua, affilata. «Difenditi con Ferrartigli!» ordinò la ragazza. Dagli arti superiori del Pokémon Aura si generarono delle lunghe lame bianche, che distrussero tutte le lame, 

facendo perdere diversi punti all’allenatore.

A due minuti dalla fine, Lylia aveva un buon vantaggio sul suo avversario, ma voleva comunque chiudere la faccenda al più

presto. «Usa Frana!» Gridò la ragazza, presa dall’intensità di quella lotta. Lucario, ben felice di questo, e forte dei poteri della megaevoluzione, generò e scagliò contro l’avversaria una quantità di massi ben maggiore di quanto avesse mai fatto.

Da degli squarci nel cielo, cominciarono a piovere delle rocce acuminate.

«Rilanciale con Acqualame!» Ordinò il ragazzo, anche lui preso dall’entusiasmo della lotta. La Ninja eseguì il comando, colpendo con delle lame d’acqua ogni singolo masso, rispedendolo al mittente. Mittente, che, senza perdere tempo, distrusse con Zuffa. Ogni masso venne sbriciolato da  un calcio o da un pugno ben assestato.

Questo, unito allo scadere del tempo, permise a Lylia di passare il turno. Di strettissimo margine.

La ragazza corse ad abbracciare il suo Pokémon, nel frattempo tornato alla forma normale, per poi stringere la mano all’avversario.

Tornati nella sala dedicata, si ricongiunsero con il gruppo. Taleia e Lucinda escluse, dato che si sarebbero dovute da lì a poco. Serena corse da abbracciare l’amica, ben felice di vederla un po’ più convinta. E anche Bianchino, affidato alla stessa, aveva avuto una reazione simile.

La gara tra i due era stata particolarmente movimentata, e risistemare il campo stava richiedendo più tempo del previsto.

Dopo un quarto d’ora, il campo era finalmente agibile, e il secondo scontro della semifinale poteva avere inizio.

Taelia e Lucinda erano pronte a sfidarsi. Un’abile allenatrice e la sua potente Mega Gardevoir, contro una super coordinatrice e il suo Mamoswine. Una sfida indubbiamente interessante.   

Le due ragazze avevano mandato in campo i loro Pokémon, aspettando il segnale per partire. La lotta fu intensa, ricca di colpi di scena. Fino all’ultimo istante fu un testa a testa. 

Alla fine, grazie ad un potentissimo Palla Ombra, la Mega Gardevoir di Taelia a spuntarla. Avrebbe avuto accesso alla finale, contro Lylia. Era la prima volta da anni che due debuttanti si scontravano nella fase finale. Risistemato il campo e fatto recuperare le forze ai Pokémon che avrebbero dovuto scontrarsi, finalmente era giunto il momento del fatidico scontro.

Le due ragazze, di comune accordo, avevano deciso che avrebbero megaevoluto i loro Pokémon a inizio lotta. Volevano lottare ad armi pari e quello era il modo migliore di farlo.

Appena venne dato il segnale, le due ragazze schierarono i loro Pokémon. Lucario per Lylia e Gardevoir per Taelia. Prima di cominciare la lotta entrambe le ragazze fecero reagire le loro pietrechiave con le megapietre dei loro Pokémon.

Nonostante la lotta non fosse nemmeno cominciata, il pubblico aveva già cominciato ad applaudire. Mai era capitato di avere due coordinatrici debuttanti entrambe in grado di megaevolvere i loro Pokémon.

«Lucario! Usa Forzasfera!» Ordinò Lylia.

Il Pokémon Aura generò dagli arti superiori una sfera di energia dal colore azzurro che scagliò verso l’avversaria. Prima che quest’ultima potesse raggiungere l’avversaria, venne fatta esplodere dal potente Fulmine della Gardevoir avversaria. Questo fece perdere alcuni punti a Lylia. Nulla di irrecuperabile, ma non l’inizio che desiderava.

«Provamo con Frana!» dal cielo si generarono degli enormi massi, che precipitarono verso l’avversaria. Nemmeno questa scelta, quantomeno all’inizio si rivelò particolarmente felice.

I massi vennero rispediti verso il Lucario della ragazza dallo psichico dell’avversaria. Questa volta, però Lylia fu capace di reagire. Ordinò al suo Pokémon di distruggere i massi con Zuffa. Un calcio, un pugno, ancora calci e pugni. 

Ogni masso venne polverizzato, facendo perdere alcuni punti alla sua rivale. 

«E ora Zuffa!» Il Lucario della ragazza corse verso l’avversaria, con questa che rimase, inizialmente impassibile. «Difenditi con Forza Lunare!» Il corpo della Gardevoir si sollevò in alto e venne avvolto da una luce rosata. Prima che il fascio di luce assorbita dalla luna venisse lanciato contro il Lucario dell’avversaria si era già spostato ed era saltato.

Colpì l’avversaria con un calcio nella schiena facendola cadere a terra, facendo perdere numerosi punti a Taelia. La Mega Gardevoir della ragazza, nonostante il duro colpo, si rialzò in piedi.

Appena in tempo per evitare l’attacco Frana. Questo fece sì che Taelia perdesse pochi punti. Taelia ordinò alla sua Gardevoir di utilizzare Fulmine, e di lanciare l’attacco contro i massi. 

Quel potente attacco sbriciolò i massi, facendo perdere dei punti a Lylia. Ma ormai era chiaro chi sarebbe stata la vincitrice. E l’ultimo Ferrartigli sferrato da Lucario, decretò la vittoria di Lylia.

La nativa di Alola aveva vinto il suo primo fiocco. Ovviamente, prima di riceverlo, direttamente dalle mani della conduttrice, raggiunse l’avversaria e le strinse la mano in segno di sportività.

Ricevuto il fiocco da Lilan, la ragazza lo posizionò accuratamente nel portafiocci. Era una semplice medaglietta dorata da cui spuntavano due nastri azzurri e bianchi, che terminavano con dei tagli a zig zag.

Fatto questo, la ragazza, come l'avversaria, tornò al camerino per cambiarsi. Certo, l’abito che indossava le piaceva parecchio, e lo stesso poteva dirsi delle scarpe, ma dopo diverse ore, voleva decisamente indossare qualcosa di più comodo.

Lo stesso voleva dirsi per Taelia, che non dovendo essere intervistata, poteva defilarsi prima. 

La ragazza percorse diversi anditi, prima di raggiungere il suo camerino. Aprì la porta e cominciò a cambiarsi. Non fece nemmeno in tempo a togliersi le scarpe, che qualcuno bussò alla porta. Senza che la ragazza dicesse nulla, la persona che aveva bussato alla porta entrò nella stanza.

Non l’aveva mai visto prima. Era un uomo alto circa uno e settantacinque, pelato, occhi verdi. Indossava una maglietta nera e dei jeans. 

Sembrava si fosse fatto la barba da poco, a causa del forte profumo di dopobarba che lo avvolgeva. Era un odore talmente forte che fece tossire la ragazza.

«Vieni con me. Ti prometto che non ti farò nulla» Nel frattempo l’uomo aveva estratto una pistola e l’aveva puntata contro la ragazza. «Non pensare di chiedere ad uno dei tuoi Pokémon di difenderti. O sparerò prima a loro e poi a te.» la ragazza iniziò a preoccuparsi seriamente. Cosa doveva fare?

Gridare e chiedere aiuto? Chi le avrebbe risposto? Gli altri coordinatori erano già andati via. Nessuno avrebbe sentito le sue grida. E forse gridare avrebbe voluto dire rischiare di essere uccisa.

Non aveva alternative. Doveva seguirlo. «Vengo con te.» Disse sottovoce. L’uomo fece cenno alla giovane di seguirla. Camminarono molto vicini al muro, e raggiunsero un’uscita secondaria.

«Ma quanto ci mette!» Si lamentò Ash. «Certo che voi ragazze…» Le ragazze fulminarono Ash con lo sguardo. Iniziarono a preoccuparsi quando, passate altre due ore, non videro la loro amica.

Serena, preoccupata, si diresse verso il camerino della ragazza.

«NOOOOOOOOOOOOOOO!» Gridò.

Il resto del gruppo, sentendo le urla della ragazza, si mise a correre per raggiungerla al più presto. La porta era stata spalancata, rivelando l’interno della stanza. Vuoto.

C’erano ancora i vestiti civili della ragazza, la sua borsa e due paia di scarpe. Questo voleva dire che non aveva fatto in tempo a cambiarsi, prima di scomparire misteriosamente.

Lucinda esaminò la borsa della ragazza. Al suo interno c’erano tre Pokéball. Quelle di Darkrai, Azumarill e Floette. Quasi spaventando i presenti, Meloetta rivelò la sua presenza.

Era rimasta invisibile per tutto quel tempo.

«Hai visto cosa è successo a Taelia?» Le chiese Lylia. La Pokémon Melodia rispose con un cenno di approvazione. «Allora, forse può dirci cosa è successo.» Aggiunse Lucia, mentre esaminava le PB, cercando quella di Darkrai.

Per un colpo di fortuna, riuscì ad aprirla per prima, facendo uscire il PK Neropesto.

«Eccoti. Non so se hai visto, ma Taelia è scomparsa. Non abbiamo idea di cosa le sia successo. Meloetta ha assistito a tutto, potresti farci da interprete?» Chiese Orlando.

«Per Taelia questo ed altro. Possiamo cominciare.» Meloetta iniziò a spiegare, con Darkrai che, passo passo faceva da interprete. «Tutto è iniziato appena Taelia è tornata. Non ha fatto nemmeno in tempo a cambiarsi, che subito è entrato uno strano tipo e l’ha minacciata di morte e l’ha costretta a seguirlo. Non sappiamo dove siano andati. Ha aspettato a dirlo perchè credeva che potesse difendersi con i suoi PK»

Il gruppo raggiunse la vicina stazione di polizia. Seduta sulla scrivania un’agente Jenny. A giudicare dal suo modo di fare, stava per smontare dal lavoro. Era stata una giornata tranquilla fino a quel momento, e voleva concluderla allo stesso modo.

«Salve ragazzi, a cosa devo la vostra visita?» Chiese.

«Vorremo denunciare la scomparsa di una persona.» Rispose Serena, cercando, inutilmente di mantenere la calma. La poliziotta deve dire addio al suo giorno totalmente tranquillo.

«Ditemi tutto». L’agente aveva acceso il computer, spento poco prima. «La ragazza scomparsa è Taelia, la finalista della gara che si è appena conclusa. Se può essere di aiuto è vestita ancora come alla finale. Da quanto ne sappiamo il rapitore è un uomo, pelato ed è vestito nel modo più banale possibile. Una maglietta nera e un paio di jeans» l’agente prese appunti sul suo computer.

«Perfetto, manderemo una pattuglia all’arena. In casi come questo, presunto sequestro di persona, non è necessario un mandato per  avere gli hardisk delle telecamere»

Detto fatto. Una volente della polizia giunse in pochi minuti all’arena, con due agenti che raggiunsero rapidamente il bancone. Ad occuparsi della sicurezza una guardia giurata.

Le due agenti mostrarono il loro distintivo. «A cosa devo la vostra visita?» Chiese la guardia. «Possiamo avere gli hard disk del sistema di sorveglianza? Sospettiamo un sequestro di persona, e dovremo esaminare i filmati.»

L’uomo si alzò e fece cenno alle due poliziotte di seguirlo. Le condusse fino alla stanza dove erano riposti gli hard disk. Era una stanza raffreddata da un potente sistema di condizionamento. Decine e decine di dischi rigidi sviluppano una quantità di calore indescrivibile.

«Perfetto, allora passo ai dischi di riserva, così potete prendere quelli dove sono presenti le immagini che vi interessano» L'uomo premette un pulsante e un segnale acustico confermò l’avvenimento della commutazione.

Le due poliziotte poterono prendere i diversi dischi. Avrebbero dato in pasto i dati ad alcuni PK addestrati per rilevare anomalie di ogni tipo. 










Piccolo extra di fine capitolo, anche se una certa persona, (non faccio nomi!) ci avrebbe dedicato un capitolo a parte. 



Conosciamo i nuovi Pokémon che ho introdotto nel corso della storia.

 

Comincio dalla Greninja di Orlando. È una femmina, è shiny, ed è stato il primo Pokémon del ragazzo quando era diventato un allenatore. Catturata dalla madre del ragazzo quando ancora era una Froakie e affidata allo stesso non appena diventato allenatore. È stata liberata dallo stesso su insistenza dei suoi genitori dopo la scomparsa di Taelia e l’omicidio di suo padre.

Si è ricongiunta con il suo allenatore dopo la rimaterializzazione di Taelia nel mondo reale.

Mosse conosciute: Acqualame, Neropulsar, Palla Ombra, Geloraggio.  (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Mutatipo.



Metagross di Orlando. Il suo asso, il suo lottatore principale, nonché stratega in pista. È  shiny ed è capace di megaevolversi. Su di lui non si sa molto, se non che lo ha catturato quando era ancora un Beldum. 

Mosse conosciute: Meteorpugno, Martelpugno, Gelopugno, Cozzata Zen. (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Corpochiaro (Unghiedure da megaevoluto)



Lucario di Orlando. È un maschio. Altro Pokémon fondamentale della sua squadra, catturato quando era ancora un Riolu, in verità adottato dallo stesso per un motivo simile al Lucario di Lylia, capace anche lui di Megaevolversi. 

Mosse conosciute: Palla Ombra, Forzasfera, Calcinvolo, poi sostituita da Dragopulsar, Meteorpugno.  (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Forza interiore (Adattabilità da megaevoluto) 



Jolteon di Orlando. Femmina. Adottata quando era ancora una Eevee, ha deciso di evolversi con una Pietratuono. Caratterizzata da uno stile di lotta basato sulla velocità e sulla potenza.

Mosse conosciute: Palla Ombra, Fulmine, Attacco Rapido, Energisfera.(con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Assorbivolt



Togekiss di Orlando. Maschio. Donato al ragazzo da Camilla quando era ancora un uovo, si è affezionato al ragazzo sin da subito, contrariamente allo stereotipo che si ha di questo Pokémon, è un grande amante della lotta. 

Mosse conosciute: Forzasfera, Eterelama, Lanciafiamme, Forzantica. (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Leggiadro



Togekiss di Orlando 2. Femmina. Da Togepi selvatica ha fatto amicizia con quello donato al ragazzo da Camilla. Alla fine ha accettato Orlando come allenatore, evolvendosi insieme all’amico tanto in Togetic quanto in Togekiss.

Mosse conosciute: Forzasfera, Eterelama, Palla Ombra, Magibrillio. (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Leggiadro



Arcanine di Orlando Maschio. Anche su di lui le informazioni sono poche. É un gran lottatore ed è molto fedele al suo allenatore. Prende le lotte molto sul serio ed è caratterizzato da un tipo di lotta estremamente fisico.

Mosse conosciute: Fuococarica, Sgranocchio, Carineria, Sprizzalampo. (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Prepotenza. 



Vaporeon di Orlando. Femmina. Catturata da Eevee. Aveva stretto un forte legame con Greninja. Quando Orlando l’ha dovuta liberare, si è sentita in dovere di sostituirla. Per lei non è stato facile decidere se evolversi in Umbreon o in Vaporeon, ma alla fine ha optato per la seconda opzione.

Mosse conosciute: Geloraggio, Palla Ombra, Idrovampata, Calmamente. (con varie ed eventuali mosse Z)

Abilità: Assorbacqua.



Vari Metagross, catturati probabilmente da Beldum. Addestrati per affinare al meglio le loro abilità di calcolo e raramente utilizzati nelle lotte. 



Zorua di Serena. Femmina. Regalata da Orlando. Catturata da lui ad Unima e donata alla ragazza perché sembrava che il Pokémon malavolpe mostrasse più di qualche simpatia per la performer originaria di Kalos. 

Come ogni esemplare della sua specie ama fare scherzi, ma ben presto ha imparato a non esagerare, per compiacere la sua allenatrice. È un’abile illusionista e adora farsi spazzolare dalla sua allenatrice. Adora anche i suoi Poké Bignè.

Mosse conosciute: Extrasenso, Ombrartigli, Urtoscuro. (Mossa Z Buco Nero del Non Ritorno)



Lucario di Lylia. Maschio. Catturato al rifugio gestito dalla famiglia di Orlando. Da Riolu gli era piaciuta l’aura della ragazza, la quale lo ha catturato dopo una breve lotta.

Sin da quando era un Riolu è sempre stato un Pokémon molto gentile e rispettoso verso il suo avversario, preoccupandosi per le sue condizioni anche se, alle volte è stato lui a subire i danni maggiori.

Si è evoluto durante una lotta contro l’Hariyama del Kahuna Hala e ha avuto accesso al potere della Megaevoluzione. Grazie al forte legame con la sua allenatrice e all’allenamento con le mosse Z svolto ad Alola ha imparato sin da subito a gestire i suoi enormi poteri.

Mosse: Zuffa, Forzasfera, Ferrartigli, Frana.

Abilità Cuordeciso (Adattabilità da megaevoluto) 



Vaporeon di Lylia. Maschio, ha una macchia sulla gamba posteriore destra, di colore viola. Pokémon molto amichevole e dall’indole giocosa. Si affeziona molto facilmente.

Mosse: Geloraggio, Idropulsar, Codacciaio, Palla Ombra 

Abilità: Assorbacqua



Gardevoir di Taelia. Femmina, shiny, il suo primo Pokémon, catturata dal padre quando era una piccola Ralts, Pokémon estremamente protettivo nei confronti della sua allenatrice e sua principale lottatrice. 

Capace di megaevolversi.

Mosse: Palla Ombra, Forza Lunare, Fulmine, Psichico

Abilità Sincronismo (Pellefolleto da megaevoluta)



Floette di Taelia. Femmina. Su di lei non si sa nulla, né le mosse che ha usato né nulla riguardo quando è stata catturata né riguardo le sue abilità in lotta. 

Probabilmente è stata catturata prima della prima medaglia. Non si conoscono né le sue mosse, né la sua abilità.



Azumarill di Taelia. Maschio. Su di lui si sa ben poco, probabilmente è stato catturato quando era ancora un Azurill, in quanto nelle zone di Ferropoli è un Pokémon molto comune, e catturato dalla Taelia probabilmente perché lo riteneva molto carino. Ha delle buone abilità in lotta.

Mosse: Gelopugno, Panciamburo, Sostituto, Cascata

Abilità: Macroforza








   
 
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