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Autore: Yahel Lyla Taylor    22/07/2023    0 recensioni
-perfetto!- mugugnò la ragazza guardando i suoi appunti prendere il volo insieme ai suoi schizzi.
-tutto bene?- domandò un ragazzo.
-alla grande- rispose sarcasticamente lei mentre cercava di recuperare un foglietto che le era caduto vicino.
-mi dispiace, ero di corsa e non ti ho proprio visto- esclamò lui porgendole la mano per aiutarla a mettersi in piedi.
..............
Rimase incantata dal sorriso e dagli occhi verdi che quest’ultimo li presentò dandoli in mano i suoi libri prima di andare a recuperare gli altri fogli volanti.
Non sapeva che quell'incontro fortuito le avrebbe cambiato completamente l'intera esistenza da lì a pochissimi mesi.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una volta usciti da villa Hale dove Derek aveva parlato a lungo con la ragazza della città e dei suoi problemi Dalia esclamò–oh, grazie mille per avermi evitato ore o ore di letture di manoscritti su Beacon Hills arricchendo la mia conoscenza con queste splendide annotazioni dai caratteri ‘animaleschi’- Derek sbuffò sonoramente, quella ragazza li dai sui nervi peggio di Stiles –come fai a ridere su una cosa così soprannaturale?- s’arrabbiò mostrando la sua natura. -tu non sei soprannaturale, sei tenebroso- disse Dalia–e anche inquietante- aggiunse –ti dispiacerebbe rinfoderare le zanne- disse indicando la sua faccia –mi spaventano a morte- Il ragazzo tornò normale –tenebroso- sbuffò–sai perché i miei occhi sono azzurri e quelli di Scott gialli?!- -si- rispose candidamente lei –devo averlo letto da qualche parte o sentito dire- Derek ringhiò ma prima che potesse perdere del tutto la calma proseguì–hai fatto del male a qualcuno- -ho ucciso- la corresse lui. -okay, hai ucciso qualcuno- riprese Dalia–e allora, avrai avuto le tue valide motivazioni- Derek la guardò come se fosse appena uscita di senno e pensò quasi di verificare se non avesse preso una botta troppo forte alla testa. -che c’è?!- protestò lei –ho dei parenti in marina e ora, se non ti dispiace, vorrei tornare alla macchina prima che dia dei validi motivi alla mia amica per uccidermi- Derek stava per parlare ma Dalia subito lo intercettò–e, no, non voglio il morso per evitarmi uno schiaffo o un rimprovero- -d’accordo- ridacchiò e facendole segno di seguirlo si diresse sul retro della casa. Dalia, leggermente titubante, lo seguì e svoltato l’angolo si trovò davanti uno spettacolo fantastico. -oh mamma mia- esclamò la ragazza –ma è fantastica- Derek guardò sorpreso e stupito la ragazza -conosci quest’auto?- -vorrai scherzare- l’ammonì lei –è un vero gioiello. Una Camaro nero lucido e una cosa che non capita tutti i giorni di vedere- -sono contento che il mio ‘tesoro’ ti piaccia. Ora Sali- -perché?- domandò stregata avvicinandosi alla portiera. -ti riaccompagno a casa e mi assicuro che ci arrivi tutta intera- -ah ah ah- disse ironicamente lei salendo in macchina –spiritoso. Piuttosto portami alla mia auto- Derek guardò la ragazza inespressivo e mise in moto. Il rumore della macchina era una splendida melodia alle orecchie della ragazza. -devi dirmi qualcosa?- domandò lei insospettita dalla sua reazione senza ricevere alcuna risposta. -Derek- lo richiamò dopo qualche attimo di silenzio. -la tua macchina è lì- disse fermandosi a qualche metro dal limitare del bosco. Dalia mise la mano in tasca per prendere le chiavi quando ricevette un’illuminazione. -Derek- riprese –come hai fatto a prendere l’inalatore dalla mia auto se le chiavi le ho io?- domandò. Il ragazzo la guardò cambiando tutti i colori. La ragazza sfrecciò a controllare lo stato della sua macchina. La sua piccola utilitaria di uno splendido colore arancione aveva un ampio squarcio sulla fiancata. -mi dispiace- sussurrò Derek alle sue spalle. -Jack- mugugnò lei con lo sguardo fisso sulla sua auto –mi dispiace- -Jack è il tuo ragazzo?!- domandò subito allarmato Derek. -no, è la macchina pezzo d’idiota- Lui la guardò stupito –hai dato il nome alla macchina?!- -problemi?!- rispose acida lei –e adesso cosa faccio- esclamò sconsolata. -domani la porta dal meccanico per ripararla- disse Derek. -e io con cosa dovrei andare a casa, con cosa vado domani a scuola e, soprattutto, cosa dovrei dire a Sofia?!- -Sofia?!- domandò nuovamente a disagio Derek. -la mia amica- rispose lei prima di mollare uno schiaffo in pieno volto al ragazzo. -per cos’era?- si lamentò lui massaggiandosi la guancia colpita. -per la macchina- disse mentre si lamentava del dolore da impatto –e per il fatto che invece di pensare a quello che hai fatto pensi soltanto a scoprire se ho un ragazzo. No, non c’è l’ho, contento?- sbraitò risalendo in auto. -cosa avrei dovuto fare?!- ringhiò Derek afferrandola per la maglia –lasciarti morire perché non avevo le chiavi oppure trasformarti contro il tuo volere- Dalia sbiancò di colpo e Derek lasciò la presa e iniziò a respirare cercando di recuperare la calma, non li era mai successo di perderla così facilmente. -scusa- mormorò la ragazza a disagio dopo un attimo. -no, scusami tu. Ti ho messo io in questa situazione, non dovevo farmi vedere davanti a scuola cercando Scott- -e io non avrei dovuto seguirvi nel bosco e fare irruzione in casa tua- disse Dalia sconsolata. -okay, questo round lo vinci tu- rispose Derek divertito –è tutta colpa tua- -hey- esclamò arrabbiata lei tirando uno schiaffo sul braccio del ragazzo –non t’azzardare a scaricare addosso a me tutte le responsabilità. Di chi è la colpa della mia crisi d’asma? E di sicuro Jack in quello stato non c’è l’ho ridotto io- Derek la guardò alzando le mani in aria –okay, mi arrendo hai vinto tu. Però ti prego smettila di chiamare la tua macchina ‘Jack’- Dalia scoppiò a ridere e Derek partì sgommando come in formula uno –non mi dire che non hai mai dato un nome alla tua auto- -seriamente- rispose Derek –non ti sembra che sia un po’ grande per queste cose?- -sei un ragazzo, non siete mai abbastanza cresciuti per queste cose- ribatté prontamente lei beccandosi un’occhiataccia da parte del ragazzo. -va un po’ meglio?- domandò Stiles osservando la ragazza che sorseggiava l’ennesimo bicchiere d’acqua in presa all’agitazione. Sofia annuì–sei stato davvero gentile a chiamare tuo padre per chiederli se poteva controllare gli ospedali o le officine- -sì beh- iniziò a balbettare il ragazzo –è il minimo- rispose. La ragazza diede una breve occhiata all’orologio –caspita come è tardi, magari Daliaè tornata a casa e non ci sono. Meglio che vada- esclamò balzando in piedi –grazie mille di tutto ma credo che sia il caso che l’aspetti a casa mia per non disturbare oltre- -oh no, figurati nessuno disturbo- iniziò Stiles –anzi- proseguì accompagnandola alla porta –puoi restare qui quanto vuoi e se hai bisogno di qualcosa chiamami pure. Ti lascio il mio numero- disse cercando nelle tasche il suo cellulare. -grazie mille- disse davvero riconoscente Sofia salvando il numero del ragazzo e dandoli il proprio. Una volta arrivati nei pressi della casa di Dalia, Derek poté notare che era vicinissimo a quella di Stiles. -sei la vicina dello sceriffo- constatò Derek. -già, il figlio ha la nostra età. Ma credo che lo conosci, visto che è il migliore amico di Scott- In tutta risposta Derek li lanciò il suo ennesimo sguardo di ammonimento. -non sei uno che parla molto- constatò Dalia. -tu fai anche la mia parte- rispose acido. -allora prima, mentre mi raccontavi la storia di Beacon Hills, è stato il discorso più lungo della tua vita?- -uno strappo alla regola- -meglio che vado prima che Sofia chiami l’esercito per venirmi a cercarmi- stava per lasciare l’abitacolo quando si sentì afferrare per un braccio e ritirare dentro l’abitacolo. -cos’altro ho fatto?- sbottò a metà tra la curiosità e leggermente irritata. -ricordati che non devi dire niente a nessuno, nemmeno alla tua amica- l’ammonì Derek puntando il suo sguardo fisso in quello della ragazza. Dalia annuì seria –tranquillo bel lupacchiotto, il tuo segreto è al sicuro- lo schernì e a malincuore lasciò la macchina. Non appena vide la macchina di Derek svoltare l’angolo Dalia tirò un sospiro di sollievo prima d’incamminarsi verso la porta di casa. Sapeva che Sofia sarebbe stata furiosa con lei e doveva pensare in fretta a quale scusa inventare per spiegare la sparizione dell’intero pomeriggio e il silenzio ‘radio’ il che le fece ricordare che il suo cellulare era rimasto in macchina. Non ebbe nemmeno il tempo di mettere piede all’interno della casa che la sua amica si fiondò all’ingresso ad accoglierla. -Dalia!- sbraitò–si può sapere dove sei stata fino adesso?! Ero preoccupata a morte, non ti sei presentata alla biblioteca e non rispondevi alle mie telefonate e ai miei messaggi- -Sofia, scusami- cercò di rispondere mentre l’amica le urlava addosso a macchinetta senza fermarsi neanche il tempo per prendere il fiato. -si può sapere che cosa è successo?!- Dalia era pronta a ricevere un sonoro schiaffo, d’altronde se lo meritava, perciò si preparò mentalmente per quello e rispose –ho avuto un piccolo contrattempo- iniziò. -piccolo?!- lo interruppe l’altra ancora alterata –si può sapere come sei tornata a casa?! Jack non è qui fuori- Dalia sorrise lievemente sentendo la sua amica usare il nome della sua auto anche se lo considerava stupido –sì, ehm, Jack ha avuto un piccolo incidente e volevo avvisarti però il cellulare si era scaricato ed è rimasto all’interno della mia borsa che è rimasta all’interno della macchina insieme ai miei appunti per la verifica di domani che è finita dal meccanico e io non avevo la più pallida idea su come contattarti per non farti stare in pena, non riesco mai a ricordarmi il tuo numero di telefono a memoria e quindi non aveva neanche senso chiedere in prestito il cellulare a qualcuno- iniziò a raccontare una bugia dietro l’altro a raffica pur sapendo che stava facendo un grosso sbaglio e che la sua amica non se lo meritava –mi dispiace- sussurrò alla fine sapendo di star dicendo l’unica cosa vera. -Jack ha avuto un incidente?- domandò Sofia–hai distrutto la macchina?- -non ho distrutto la macchina- rispose Dalia–è soltanto un’ammaccatura- -e tu stai bene?- domandò Sofia che per tutta l’ansia accumulata nel pomeriggio stava per iniziare a piangere. Dalia vedendola non poté far a meno che preoccuparsi a sua volta –sì, tranquilla io sto benissimo. Ho solo preso un grosso spavento e una botta alla gamba- disse prima di evitare altre scenate l’indomani nel caso in cui fosse apparso un livido –ma niente di grave- Sofia si lanciò sull’amica e lei ne era più che certa che stava per darle uno schiaffo quando si sentì stretta in un abbraccio soffocante –non t’azzardare a farlo mai più- la sgridò lei. -promesso- rispose Dalia con un filo di voce prima di aggiungere –ora se mi lasci respirare cerchiamo una soluzione al problema auto- Sofia mollò la presa e Dalia poté continuare a respirare normalmente e tornare del suo colore. -quale altro problema dobbiamo risolvere?- domandò fissandola con aria di rimprovero. -come facciamo ad andare a scuola domani?- Sofia ci pensò su per un attimo –ho trovato la soluzione- disse prendendo il cellulare –chiedo a Stiles se ci può dare un passaggio e lo informo che sei tornata sana e salva- -Stiles- disse Dalia sorpresa –hai chiamato lo sceriffo?- domandò allarmata. -no, sono andata a casa sua a cercarlo e ho trovato Stiles- rispose lei. -e lui ti ha dato il suo numero- continuò scettica lei. -per le emergenze- rispose Sofia –perché? Ci sono problemi?- -no, no- rispose sorridendo Dalia–è solo che pensavo che avresti chiamato anche l’esercito- Sofia le lanciò uno sguardo truce molto eloquente. Dali alzò subito le mani al cielo e cambiò espressione –scusa, pessima battuta, non lo farò mai più- promise. -ti conviene non farmi più uno scherzo del genere- disse risoluta Sofia prima di osservare il cellulare –Stiles ha risposto- disse aprendosi in un lieve sorriso –ha detto che non ci sono problemi per domani e che è contento che sei tutta intera- -si anch’io- sussurrò lei prima di esclamare –bene! Che c’è per cena?!- -il libro di economia- rispose Sofia –devi aiutarmi a studiare- -sì, te lo devo- rispose lei seguendola in salotto.
  
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