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Autore: Nemesis01    25/07/2023    0 recensioni
One shot sequel di "Fortis Manes".
Dopo il triste epilogo della storia, James prova a fare pace con se stesso e inizia il suo viaggio a Vienna.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fortis Manes'
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Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di una coppia slash e l’OTP che ho scelto è James Sirius/Scorpius (come la storia madre che potete leggere qui). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di questa coppia, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere. Capirò se deciderete di non farlo.
Grazie mille.

*


 

"Living in my bed too long
I should get up but I'm not that strong
The sun won't find it's way into my window
[..] All I get is summer low
Just another day and the blues stay too
[..] There's a world outside my door
But I don't want it anymore"
- Summer low, Melody Club

 


1. Summer low

 

Se, pochi mesi prima, qualcuno avesse detto a Draco Malfoy la frase "salverai la vita di James Sirius Potter" lui sarebbe scoppiato a ridere senza nemmeno pensarci su. Non avrebbe mai e poi mai fatto qualcosa di buono per un Potter, eppure aveva impiegato tutti i mesi estivi per mettere a punto la pozione che permetteva a James Sirius Potter di rimanere in vita. L'aveva chiamata "Fortis Manes". C'era ancora molto su cui lavorare ma Malfoy poteva dirsi soddisfatto dei risultati: in pochissime settimane la sua pozione era stata in grado di riabilitare quasi totalmente il corpo del ragazzo. Stando a ciò che dicevano i Guaritori viennesi, James aveva assunto la pozione dieci volte al giorno per i primi due mesi e ora la dose era stata scalata a sei flaconcini al giorno. Soddisfatti dall'operato del Pozionista Malfoy, i Guaritori del "Heilige Josef krankenhaus für Zauberer" l'avevano invitato a Vienna per mostrargli il risultato della sua invenzione. Draco si era mostrato riluttante: un conto era inventare una pozione, un altro era avere a che fare con i pazienti. Insomma, se avesse voluto avere contatti con terzi avrebbe scelto di fare il Guaritore e non il Pozionista! Eppure non era riuscito a dire di no.

Così, con l'estate che volgeva al termine, Draco Malfoy decise di prendere una Passaporta per Vienna. Arrivò qualche secondo dopo la partenza direttamente all'hotel che la Krankenhaus gli aveva prenotato: un po' démodé, ma tutto sommato accogliente. La camera che gli era stata riservata non sembrava molto grande, ma c'era abbastanza spazio vitale. Aveva perfino un tavolino vicino alla finestra, dove s'immaginò a bere del tè. Avrebbe davvero gradito del tè. Seccato, Draco fissò l'orologio da parete: mancavano dieci minuti all'appuntamento con i Guaritori della clinica. Non c'era tempo per un bagno caldo e nemmeno per una doccia rapida, figuriamoci per bere del tè. Magari gliel'avrebbero offerto alla Krankenhaus.

Quando arrivò lì, Malfoy fu subito ben accolto. La Guaritrice che aveva in carico James, tale Mia Wagner, gli aveva offerto un ottimo tè ai chiodi di garofano e l'aveva fatto accomodare nel proprio studio. Aveva l'aria gentile. Draco, invece, sembrava essere ancora più confuso. Svolti tutti i convenevoli di rito, Malfoy afferrò il manico della tazza di porcellana e fece un sorso.

- Allora, Madame Wagner... -
- Mi chiami Mia, per favore. Quel "madame" mi fa sentire più vecchia, - rise la Guaritrice.
Draco fece un breve sorriso di circostanza. - Bene, Mia. Può dirmi perché mi avete fatto venire fin qui? -
La donna annuì. - Certo. Lei è qui per James Sirius Potter, il paziente zero per la sua pozione. -
- Fin qui l'avevo intuito... -
- Temiamo che la sua pozione abbia dei grossi effetti collaterali. -
- In che senso? -
- Ora le spiego meglio. - Mia recuperò un faldone dalla scrivania e l'aprì sotto gli occhi dell'uomo. - Abbiamo riscontrato un comportamento molto strano nel paziente. Quando è arrivato qui, qualche settimana fa,
non parlava né si muoveva perché non ne aveva le forze. -

- E non è questo il motivo per cui è stato trasferito qui dal San Mungo? - Il sopracciglio di Draco si sollevò quasi spontaneamente.
- Mi faccia finire, - l'ammonì la Guaritrice. - Durante la terapia, grazie alla sua pozione, è riuscito a rimettersi in piedi. Abbiamo svolto una miriade di esami, il paziente sembra stare fisicamente bene, ma... - Mia sospirò. - Non parla. Non vuole alzarsi dal letto, ha lo sguardo apatico. Perfino i nostri Psicomaghi non sono riusciti a cavargli una parola da bocca... -
- Si vede che dovete assumerne di migliori, - commentò Draco tagliente.
- I nostri sono i migliori. -
- Beh, non lo stanno certo dimostrando. -
- Pensiamo che, forse, la pozione Fortis Manes possa avere degli effetti collaterali importanti. -
- Impossibile, - sbuffò Malfoy. - Stiamo curando anche un altro dei suoi amici, uno che assumeva la sua stessa robaccia, e non ha avuto effetti collaterali. Qualche mal di testa momentaneo, ma nulla degno di nota. -
- Capisco... - La Guaritrice Wagner assunse un'aria affranta. - Per favore, ditemi che almeno avete valutato l'idea che sia depresso. -
- Non avremmo atteso certo lei, signor Malfoy, per questa diagnosi. Lo stiamo trattando anche per quello, ma... - Mia spostò lo sguardo verso la finestra alla sua sinistra. - Lei è l'unica persona che possiamo contattare, al momento. Non può vedere gli amici, né sembra avere un buon rapporto con la sua famiglia d'origine, non è fidanzato né sposato, insomma... tutte le altre persone sono collegate necessariamente a uno dei suoi traumi. -
- Io sono il padre del tipo che gli ha spezzato il cuore, - commentò Malfoy. - Non è stata una mossa intelligente, quella di chiamarmi. -
- È vero, ma è anche il mago che gli sta salvando la vita, in un certo senso. L'abbiamo invitata qui perché speriamo che, vedendola, James possa sentire qualcosa. Anche di negativo, non importa. -
- Avreste dovuto chiamare i suoi amici, non me. -
- I suoi amici sono legati a lui, signor Malfoy, gli farebbero tante domande o potrebbero guardarlo preoccupati... lei non ha un vero legame col paziente, per questo abbiamo scelto lei. -
Scettico, Draco continuò a bere il suo tè. Restò in silenzio qualche minuto, il tempo di finire la bevanda, e poi spostò lo sguardo sulla Guaritrice.
- Va bene, - disse. - Portatemi da lui. -

***

Specchiandosi davanti al vetro della finestra, James stentava a riconoscersi. Erano giorni che dormiva poco e male, le sue occhiaie ne erano piena testimonianza. Se il suo doppio lavoro gli aveva permesso quantomeno di restare vigile e attento, da quando aveva scelto di ricoverarsi alla Krankenhaus il suo umore era peggiorato drasticamente: nulla sembrava destare particolare interesse, aveva episodi continui di tristezza profonda, apatia, pianti disperati e tanta, tantissima rabbia soprattutto verso se stesso.Era sbagliato, tutto era sempre stato errato nella sua vita: il rapporto con i genitori e quello con Albus, l'essersi innamorato perdutamente di Scorpius e... la perdita, Merlino, quella era stata inaccettabile quanto giusta. Scorpius l'aveva preso in giro, sfruttato, mentre lui era stato onesto, chiaro, rispettoso.
Sollevare lo sguardo gli costò una fatica immensa; anche solo aprire gli occhi al mattino e trascinarsi fuori dal letto era impegnativo, ma fare i conti faccia a faccia con il proprio peggior nemico lo era nettamente di più. Aveva perso peso, le clavicole ora erano ancora più visibili, e non riusciva a ricordare quand'è che aveva mangiato senza vomitare l'ultima volta. Non che avesse fame, comunque. Alla Krankenhaus lo nutrivano con pozioni e compresse.
Scorpius... il pensiero lo tormentava costantemente. Non gli importava di soffrire, per qualche ragione sentiva di meritarsi tutto il dolore che provava. Eppure non era abbastanza. L'unica cosa che l'avrebbe fatto sentire meglio, che l'avrebbe fatto sentire vivo, era vedere il proprio sangue scorrergli sulla pelle, denso e rosso come il succo della vita.Se sanguinava era vivo, se era vivo poteva andare avanti. Il fatto che non avesse più la bacchetta non lo fermò: infilò la mano sotto al cuscino e trovò il coccio di un vetro rotto che aveva nascosto qualche giorno prima. Tracciò un lungo percorso, creando un solco lungo e profondo; ripeté il gesto più e più volte fino a quando non vide il sangue. Soddisfatto, ne fece un altro a pochi centimetri di differenza. Scavava con il pezzo di vetro nella pelle, probabilmente sperando di trovare la soluzione ai suoi problemi, e più sangue perdeva più vedeva il dolore fuoriuscire dal suo profondo. Ogni giorno aggiungeva un taglio in più e ognuno di essi lasciava un segno indelebile sulle braccia; era quasi arrivato al punto di non avere più spazio e ricalcava le cicatrici precedenti, molto più semplici da far sanguinare ma anche meno dolorose da incidere. Lui incideva e viveva un po' così, tra la vita che usciva fuori e la speranza che la Morte l'abbracciasse per alleviare il peso della solitudine.
Dopo un po', perse i sensi.
Nell'esatto momento in cui James chiuse gli occhi, Draco entrò nella stanza accompagnato da Mia Wagner e l'équipe di guaritori.
- Merlino, Potter! - gridò uno dei Guaritori. Non era sorpreso, non era la prima volta che accadeva. Con estrema competenza, il Guaritore versò dell'essenza di Dittamo sulle ferite del ragazzo. Il sangue si fermò subito.
Draco non poteva credere al quadro che aveva davanti. Era abituato a vedere James in altri abiti, a fare su e giù su un palco, a ballare sui tavoli del suo locale, insomma: era abituato a vederlo vivo, esuberante, casinista. E ora, invece, era steso su un letto, trasandato, con indosso un camicione nero e lo sguardo spento. Malfoy seguì i movimenti dei Guaritori con lo sguardo; loro ripulivano il letto, sequestravano il coccio di vetro, sistemavano la stanza e Draco pensava se ci fosse anche solo una minima possibilità che la Fortis Manes potesse avere simili effetti collaterali. Ci rifletté con estrema serietà e ne arrivò alla conclusione che non aveva avuto ritorsioni simili su altri pazienti.

Mia e l'équipe di Guaritori lasciarono la stanza dopo una ventina di minuti.


Rimasto da solo con James, Draco si guardò intorno: la camera non sembrava malvagia. Le pareti erano blu notte scuro e contrastavano abbastanza con la spalliera del letto e la scrivania, che invece erano di legno chiaro. Non c'era nient'altro che una piantina grassa rinsecchita, tuttavia la stanza sembrava più appartenere ad un hotel a due stelle piuttosto che a un ospedale psichiatrico. Scostò la sedia traballante dalla scrivania e vi si accomodò.
- Ciao James, - salutò.
Il ragazzo si voltò verso di lui e poi tornò a fissare la finestra, esausto.
- Mi hanno mandato qui perché sospettano che la mia pozione possa avere degli effetti collaterali. So che non ti va di parlare, ma puoi fare sì o no con la testa per rispondere a delle domande. Va bene? -
James annuì. Draco sospirò e cominciò con le domande. Erano cose stupide, come "hai mal di testa?" o "ti è capitato di avere mal di stomaco?" o ancora "il tuo umore cambia dopo l'assunzione?". Potter aveva sempre scosso la testa e Malfoy aveva escluso ogni ragionevole dubbio che fosse la Fortis Manes a ridurlo così.
- C'è un bel sole fuori, ti va di fare una passeggiata? -
James scosse la testa.
- Sai... è naturale che tu ti senta così. Dopo tutto quello che ti è capitato, il solo fatto che tu sia ancora vivo è strabiliante. Ma startene qui chiuso tutto il giorno non ti sarà di aiuto, lo sai? -
Potter avrebbe risposto con un "ma a lei cosa importa?" ma rimase in silenzio limitandosi a scrollare le spalle. Aveva perso il pub, un fratello, abbandonato gli amici, tradito se stesso ed era stato pugnalato dal ragazzo che amava. Non aveva più niente.
- C'è già stato un processo per l'ex Auror Langley, - continuò Draco. - È stato condannato a qualche anno di prigione ad Azkaban e a pagare la ristrutturazione del tuo pub. Vista la tua indisposizione, hanno contattato la tua amica e socia Vanessa: seguirà lei tutti i lavori. -
James sembrò sorpreso e guardò l'uomo in attesa di altre notizie. Sapere che Vanessa si stava occupando del pub nonostante tutto lo faceva sentire meno solo.
- A breve ci sarà anche il processo per tuo fratello. Stanno aspettando che la Krankenhaus ti dia il permesso per poter fare da testimone, quindi sarai chiamato per comparire davanti al Wizengamot. -
Potter sgranò gli occhi, spaventato.
- Sarai al sicuro, tuo padre ha già predisposto una scorta. Ma, se te lo stai chiedendo, sì, incontrerai Albus. E, probabilmente, anche Scorpius. Te lo dico perché avrai sicuramente tempo di prepararti. -

James annuì e tornò a fissare la finestra. C'era davvero un bel sole. In giornate come quelle, quando era a Londra, avrebbe riunito gli amici e sarebbero andati a bere una birra ghiacciata e a giocare a Flunkyball.
- Vuoi fare una passeggiata? - chiese Draco. Perché diavolo era così gentile con il figlio di Potter? - Ho l'autorizzazione per farti uscire un po'. Hai mai visto Vienna? -
James annuì. - Mi piace Vienna, - disse. Le prime parole dopo il ricovero. La gola gli bruciò.
Draco sorrise. - Allora vestiti e andiamo, - aggiunse.

Se, pochi mesi prima, qualcuno avesse detto a Draco Malfoy la frase "un giorno ti troverai a passeggiare lungo il Danubio insieme a James Sirius Potter", lui sarebbe scoppiato a ridere senza nemmeno pensarci su.
Eppure, mentre passeggiavano lungo Donau Marina, tra le lucine delle bancarelle e il profumo di Aperol Spritz, Draco capì il motivo per cui la Guaritrice Wagner aveva chiesto il suo intervento.
Solo una persona che è stata fatta a pezzi può capire il peso di un tale dolore. E Draco, purtroppo, lo capiva bene.

***

 

ndA:

Quando ho messo un punto a "Fortis Manes", sapevo che non sarebbe stato definitivo. Ho ancora qualche punto da chiarire, qualche domanda a cui rispondere... e ho deciso che pubblicherò circa cinque one shots per chiarire i punti rimasti in sospeso.
Questa oneshot/missing moment si può inserire poco prima dell'ultimo paragrafo del capitolo 20 della storia madre. Come? Non l'avete letta?! D:

   
 
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