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Autore: Alys_90    27/07/2023    2 recensioni
"Li avevo rivisti. Il mio unico grande amore e la mia ex migliore amica. Insieme, di nuovo.".
Sana Kurata, dopo ben otto anni trascorsi a New York, decide di tornare a casa, in Giappone.
Ha scelto di frequentare l'università a Tokyo e di abbandonare per un po' la carriera artistica.
Ma che cosa sarà successo ai vecchi amici? Che strade avranno intrapreso?
Il rapporto tra Akito Hayama, l'amore della sua vita, e Fuka Matsui, l'amica di un tempo, sarà rimasto intatto?
Nuove coppie, nuovi incontri, intrighi d'amore, discussioni e gelosie sono dietro l'angolo!
Questa è la mia seconda Fanfiction su questo meraviglioso manga/anime! Spero vi piaccia! ♥
Dedicata con grande amore a Cristian. ♥
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Akito/Fuka, Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Evan si sedette beatamente sulla sedia a rotelle della scrivania, voltandosi verso di me. “Allora… piccola star” proferì.
“Non chiamarmi così!” sbottai adirata.
Evan mi scrutò profondamente e, con uno slancio, mi si posizionò accanto, sfiorandomi le ginocchia. Un brivido mi percorse la spina dorsale.
Si avvicinò al mio viso, quel tanto che bastava per sentire il suo respiro solleticarmi la pelle.
“Fuka… è la mia ex ragazza” sussurrò, accostandosi al mio orecchio, che aveva captato quelle parole come se fossero fatte di fumo.
Smisi per un attimo di respirare e un misto di sorpresa e smarrimento mi pervase corpo e anima. “Co… cosa?!” esclamai, forse con un tono più forte del dovuto.
Evan si posò sullo schienale, senza nascondere un piccolo sorriso amaro. “Il tuo carissimo ex me l’ha portata via”
“Ma… non può essere! Loro sono rimasti insieme da quando io sono partita per New York!” dissi con fermezza.
“È qui che ti sbagli piccola stella del cinema. Sono successe un sacco di cose in questi anni e Hayama il pivellino non ti ha nemmeno informata?”
Mi alzai di botto dal letto e lo scrutai furiosa. “Come l’hai chiamato, scusa?”
Evan, ignorandomi, si alzò e, con una smorfia aprì il cassetto di un comodino. “Avvicinati, ti faccio vedere”
Mi accostai a lui e vidi che teneva tra le mani un album di fotografie. Quando lo aprì vidi tantissime foto di lui e Fuka: al mare, in montagna, alle feste, in qualche locale.
“Per un certo periodo siamo stati insieme, senza dare troppo nell’occhio. Evitavamo i posti che frequentavano il karateka e i suoi amici”
“Per… per quanto tempo siete rimasti insieme?”
“Mmm… circa un anno”
“E chi è stato a lasciare chi? Perché Fuka è venuta con te se stava con Akito? Akito poi… se l’è ripresa”. A questo pensiero provai una fitta potente alla bocca dello stomaco.
“Ah ah”. Evan sospirò e chiuse con uno scatto l’album, voltandosi a fissarmi. “Troppe domande”
“Ho il diritto di sapere!” ribattei, osservandolo rimettere le foto al loro posto.
“Ma non di certo da me. Chiedi al tuo caro ex” disse, sogghignando leggermente.
“Avevi detto che mi avresti raccontato la verità!” gridai, stavolta arrabbiata.
Era troppo. Tutte quelle informazioni erano troppo da digerire mentalmente.
“Solo alcune parti. Per il resto devi farti dare spiegazioni dai diretti interessati. Ora, se permetti, torno di là, ho una bionda esplosiva che mi aspetta”. Evan si diresse verso la porta ma io mi ci parai davanti con le braccia tese.
 
Cold bones, yeah, that’s my love
She glides away, like a ghost

Does she know that we bleed the same?
Don’t wanna cry but I break that way

 
“No. Non puoi lanciare il sassolino e nascondere la mano”
Evan incrociò le braccia al petto e mi rivolse un sorriso compiaciuto. Si avvicinò al mio viso, sussurrando: “Non è che per caso non vuoi lasciarmi andare?”
 
 
Cold sheets, oh, where’s my love?
I am searching high, I’m searching low in the night

Does she know that we bleed the same?

Don’t wanna cry but I break that way
 
Le mie guance si imporporarono e, con una punta di imbarazzo, dissi: “Ma figuriamoci!”
Abbassai le braccia, sostenendo però il suo sguardo profondo.
 
Did she run away?
Did she run away? I don’t know
If she ran away
If she ran away, come back home
Just come home

 
Evan si avvicinò a me, portando le sue labbra a pochi centimetri dalla mia guancia rossa. “Allora spostati, piccola star” sussurrò con voce roca nel mio orecchio.

I got a fear, oh, in my blood
She was carried up into the clouds, high above

If you bled, I bleed the same
If you’re scared, I’m on my way

 
Si scostò leggermente e io non potei fare a meno di notare le sue labbra carnose e rosee.
I battiti del cuore accelerarono quando mi bloccò tra la porta e le sue braccia possenti.
 
Did you run away?
Did you run away? I don’t need to know
If you ran away
If you ran away, come back home
Just come home*

 
“Ho detto…” lasciò per un momento le parole in sospeso, continuando poi con quel tono suadente “… spostati”
Si allontanò e io mi spostai, portando una mano sul cuore. Batteva all’impazzata e avevo il fiato corto. Possibile che Evan mi facesse quell’effetto? Era tenebroso, duro di cuore, arrogante, strafottente e… terribilmente bello.
“Grazie, piccola star” asserì, girando la chiave e poggiando la mano sulla maniglia. Prima di uscire, però, si girò a osservarmi e posò gli occhi sulla mia mano.
“Batte forte eh?” proferì facendomi l’occhiolino, prima di uscire e lasciare una Sana completamente confusa.
 
***
 
Scrutai la folla, ma non la vidi. Avrei seriamente dato un pugno in faccia a quel gradasso di Evan.
Perché Sana lo conosceva? E perché era alla festa di Eisen?
Mi diressi nel salone, alla sua ricerca. La musica rimbombava sulle pareti e moltissima gente si muoveva al suo ritmo.
A un tratto vidi Eisen parlare animatamente con Kilian, probabile che fosse su di giri.
“Hey, Eisen!” esclamai, raggiungendolo. “Ti devo parlare. Ora” lo rimbeccai.
“Oh oh, ciao mio caro collega e socio!” proruppe, dandomi una potente pacca sulla spalla. “Io e Kilian stavamo discutendo su quale ragazza sia la più carina!” esclamò, facendo cin cin con la birra a Kilian.
“Dai, unisciti a noi!” disse, avvolgendomi con un braccio.
“Eisen, sei ubriaco?” gli chiesi, liberandomi dalla sua presa.
“Naaah, ma che dici?” proruppe, mostrando un certo entusiasmo.
Dovevo parlargli di Sana, assolutamente. Dovevo sapere il motivo per il quale lei si trovasse a quella festa.
“Vieni con me!” gridai, trascinandolo nella prima stanza libera.
“Hayama, che ti prende?” domandò Eisen, aprendo le braccia con la bottiglia di birra mezza vuota in mano.
Portai le mani alla fronte. Tutto quel casino mi aveva fatto venire un mal di testa tremendo.
“Come conosci Sana?” Perché è qui alla tua festa Eisen?” dissi, guardandolo negli occhi.
Eisen li strabuzzò e poggiò la birra sul tavolo lì accanto. “Sana l’ho conosciuta al locale di quel Gomi. Ricordo che, appena le ho detto che gestivo la palestra insieme a te, è svenuta”
“Che cosa?!”
“Nel momento in cui ho pronunciato il tuo nome le è venuto un capogiro. L’ho soccorsa immediatamente.
Senti, Hayama, mi dispiace. So di non essermi comportato nel migliore dei modi, però mi è piaciuta sin da subito come persona e ho voluto conoscerla.
Tempo fa è venuta in palestra perché era intenzionata a iniziare qualche corso, ma da quando ha saputo che tu eri uno dei soci, probabilmente avrà cambiato idea”. Eisen si accasciò sulla poltrona in velluto rosso posta al centro del soggiorno moderno.
“Mi spiace” proferì sommessamente. “E mi spiace anche per ciò che è successo con Evan. Per tutto quello che è successo, Hayama”
Lo guardai e vidi nei suoi occhi quel velo di dispiacere sincero.
“Tranquillo, Eisen. Sana fa quell’impressione a tutti. È una ragazza veramente speciale. Per quanto riguarda Evan, bhè, sai come la penso, ma non importa. Il passato lasciamolo alle spalle, d’accordo?”
Eisen fece un cenno d’assenso. “Certo” si limitò a dire, sorridendo leggermente. “Ora torno da Kilian, se per te va bene”
Si alzò e sparì dietro la porta, lasciandomi solo. Solo con i miei pensieri, solo con i miei dubbi, solo con me stesso.
 
***
 
Uscii dalla stanza di Evan con la mente piena di domande. Volevo conoscere tutta la storia, nei minimi dettagli.
Perchè nessuno aveva voluto dirmi di Evan e Fuka? Possibile che nessuno sapesse, tranne Akito?
Andai nel salone e cercai Gomi con gli occhi.
“Hey, Sana!”. Sentii la sua voce e lo vidi al bancone dove venivano serviti i cocktail. Stava chiaccherando com Avery ed Emi, che mi salutarono con un cenno della mano.
Gomi corse subito nella mia direzione e mi abbracciò forte. “Tutto bene? Evan ti ha detto qualcosa?”
I miei occhi istintivamente si riempirono di lacrime.
“Principessa, che succede?”
Mi coprii il viso con le mani e mi fiondai sul suo petto caldo. Gomi, con un espressione di sorpresa stampata sul volto, mi strinse a sè e, all’improvviso, sentii una gradevole sensazione di calore farsi strada dentro di me.
“Quello la pagherà!” esclamò, staccandosi dal nostro abbraccio e dirigenedosi a cercarlo.
“No, Gomi, aspetta!”. Lo seguii e cercai, invano, di fermarlo.
Sperai con tutto il cuore che non lo trovasse, ma la mia speranza ebbe vita breve, perchè lo vide subito, intento a sbacciucchiarsi la bionda di cui parlava poco prima su una poltroncina in pelle nera nell’angolo del salone.
Gomi lo strattonò per un braccio, costringendo entrambi a interrompere quel momento intimo.
“Hey, si può sapere che cavolo fai?” sbraitò Evan, guardando Gomi dall’alto in basso. Notai che solo qualche centimetro li differenziava.
Tutti gli invitati si voltarono a fissarli e il dj stoppò persino la musica.
“Cos’hai detto a Sana, eh?” lo rimbeccò Gomi, spintonandolo appena.
Feci un passo verso di loro, ma Gomi mi allontanò con delicatezza.
“No, Sana” disse, mantenendo lo sguardo su Evan “è una questione tra me e questo qui”
“Attento a come parli, sfigato” ribattè Evan, riposizionandosi davanti a Gomi.
In quel momento una chioma bionda fece capolino tra la folla e il mio cuore sussultò.
“Oh, ma guardate chi è arrivato. La grande leggenda del karate, Akito Hayama”
Evan pronunciò quella frase in modo teatrale, allargando le braccia e rivolgendosi ai presenti.
Akito gli si avvicinò, proferendo: “Smettila Evan, stai dando spettacolo”
“È una delle mie specialità dare spettacolo. Comunque, è stato il tuo amichetto a cominciare e, ovviamente, per difendere la piccola star” disse, accennando con il capo nella mia direzione.
Tre paia di occhi mi fissarono, oltre a quelli di tutte le persone circostanti. Mi sentivo come se fossi su un palcoscenico, in uno dei miei tanti spettacoli, dove tutti mi osservavano.
“Evan”. Una voce familiare interruppe quel silenzio tombale che si era venuto a creare. Eisen si avvicinò al fratello, facendosi spazio tra Gomi e Akito. “Finiscila, Evan”
Guardai Eisen e vidi sul suo viso un’espressione durissima e corrucciata. Il tono della sua voce era rigido e tagliente.
“Fratellino, i tuoi amici qui presenti vogliono problemi”. Evan si tolse la felpa e gonfiò il petto. Potei notare gli addominali scolpiti sotto la maglietta nera che portava.
“No, nessun problema. Voglio solo sapere perché la mia amica è uscita piangendo dalla tua stanza!”. Gomi puntò l’indice contro il petto di Evan, avvicinandosi di nuovo a lui.
Akito mi guardò fisso negli occhi, capendo che conoscevo la storia che non mi aveva mai voluto raccontare. Incredibile come un nostro semplice sguardo, un contatto visivo, un’espressione del volto, riuscivano a racchiudere più di mille parole.
“Perché non lo chiedi direttamente a lei?” domandò Evan con un ghigno.
Eisen si posizionò accanto a me, sussurrandomi: “Che cos’è successo Sana?”. Non riuscii a dire niente, mi limitai a guardarlo per qualche breve istante, prima di abbassare lo sguardo a terra e fissare un punto imprecisato del pavimento.
A quel punto sentii una mano calda avvolgere la mia. Osservai quegli occhi ambrati entrarmi dentro e, all’improvviso, percepii una calorosa sensazione di tranquillità.
Hayama aveva quel potere su di me, da sempre. La sua sola vicinanza e il suo contatto mi facevano dimenticare qualsiasi problema.
“Vieni con me” disse, trascinandomi fuori dall’appartamento di Eisen, lontano da tutti quegli occhi che avevano assistito alla scena.
Prima di uscire, lanciai un’occhiata di assenso a Gomi, che mi guardò preoccupato.
Ci dirigemmo lungo una rampa di scale che portavano al tetto. Uscimmo all’aria aperta e inspirai il vento leggero di quella sera.
Akito si sistemò su una pila di mattoncini e mi fece cenno di imitarlo. Mi sedetti accanto a lui, in silenzio, giocherellando con gli anelli che portavo alle dita.
 
I’ve been sleepless a night
Cause I don’t know how I feel
I’ve been waiting on you
Just to say something real

There’s a light on the road and I think you know
Morning has come and I have to go

 
“Evan ti ha raccontato della storia tra lui e Fuka, non è così?”
“Sì” dissi flebilmente, evitando il suo sguardo. Sapevo benissimo che, se lo avrei guardato negli occhi, la mia corazza, o almeno quello che ne rimaneva, si sarebbe distrutta ancora.
“C’è stato un periodo durante il quale io e Fuka non andavamo molto d’accordo e…”
 
I don’t know why, I don’t know why
We need to break so hard
I don’t know why we break so hard

 
“Hayama, se non vuoi darmi spiegazioni, non farlo” lo bloccai, decidendomi a voltarmi verso di lui.
I capelli biondi gli ricadevano sopra la guancia, rossa a causa del freddo, ed erano appena scompigliati dall’aria fresca. La sua bellezza mi causò un latente bruciore nel petto.
Akito ricambiò il mio sguardo, puntando le sue iridi meravigliose nelle mie.
“Sì, Sana, devi sapere. Ne hai il diritto”
 
But if we’re strong enough to let it in
We’re strong enough to let it go (oh oh oh oh)
Let it all go
Let it all go
Let it all out now

 
Accennai un sì con la testa e incrociai le braccia, pronta ad ascoltarlo.
“Dopo qualche mese dalla tua partenza, il rapporto tra me e Fuka ha cominciato a incrinarsi molto. Non riuscivo più nemmeno a baciarla, perché…” lasciò le parole in sospeso, fissando un punto a terra “… pensavo sempre a te Sana”
 
If I look back to the start, now I know
I see everything true
There’s still a fire in my heart, my darling
But I’m not burning for you

We’ve started it wrong and I think you know
We waited too long, now I have to go

 
I miei occhi accolsero le lacrime, che cercai di trattenere con tutte le mie forze.
“Lei mi è stata accanto in ogni istante. Ero a pezzi in quel periodo e grazie a Fuka sono riuscito a risollevarmi, ma…”
Quel ma pronunciato da Akito lo sentii fin dentro l’anima.
 
I don’t know why, I don’t know why
We need to break so hard
I don’t know why we break so hard

 
D’istinto gli presi la mano e la strinsi piano. Akito ricambiò la stretta, continuando: “… ma lei non era te”
 
But if we’re strong enough to let it in
We’re strong enough to let it go (oh oh oh oh)
Let it all go
Let it all go
Let it all out now

 
Feci un profondo respiro e lo incitai a continuare.
“Mi allontanai da lei, non la chiamai più. Le spiegai la situazione e decisi di prendere un periodo di pausa dalla nostra relazione. Un giorno conobbe Eisen all’inaugurazione della palestra, a cui lei partecipò nonostante le nostre divergenze, e conobbe pure Evan”
Non sapevo cosa dire. Akito stava aprendo le porte del suo cuore, dei suoi pensieri, delle sue preoccupazioni, a me.
“Evan perse la testa per lei e Fuka accettò volentieri il suo corteggiamento. Le piccole attenzioni le sono sempre piaciute”. Akito emise un forte sospiro e capii che raccontare il suo passato con Fuka lo faceva stare male.
“Hayama, mi dispiace davvero tanto. Non ne avevo idea”
“E come potevi? Eri dall’altra parte del mondo Sana. Lontana da noi, lontana da me”
Posai lo sguardo a terra, incapace di dire qualcosa per confortarlo. Mi sentivo in colpa per averlo lasciato, per essere partita e per aver pensato solo a me stessa.
“Non ci soffrii più di tanto inizialmente ma col passare del tempo sentivo la sua mancanza, la sua assenza pesava come un macigno. Capii che Fuka mi distraeva, che la sua presenza accanto a me mi faceva dimenticare che tu eri scomparsa dalla mia vita. Così feci di tutto per riconquistarla e ci riuscii. Evan non me l’ha mai perdonato”
 
Who says truth is beauty after all
And who says love should break us when we fall

 
Ecco svelato il motivo per il quale tra di loro c’era un odio così profondo. Fuka aveva calpestato i sentimenti di entrambi, non aveva considerato che sia Evan che Akito potessero soffrire per lei.
“Akito… io ora sono qui e non me andrò più. È dura per me accettare il fatto che avrai una famiglia con lei…”. Le lacrime continuavano a bruciare all’interno degli occhi e fecero male. “… ma proverò a ricucire un rapporto con te, lo prometto”
“Sana, io… grazie”
 
But if we’re strong enough to let it in
We’re strong enough to let it go (oh oh oh oh)
Let it all go
Let it all go
Let it all out now
Let it all go
Let it all go
Let it all out now
We’re strong enough to let it go**

 
Guardai Akito e mi persi nuovamente nell’ambra sgargiante dei suoi occhi. Lui ricambiò lo sguardo e mi fece un piccolo sorriso, che avevo visto contornare le sue labbra pochissime volte. Per questo era un gesto prezioso per me, preziosissimo e raro.
D’istinto poggiai il capo sulla sua spalla e osservai le luci della città. Akito fece lo stesso e si appoggiò sui miei capelli. Le sentii, quelle maledette farfalle nello stomaco.
Restammo così, per un tempo indefinito, sotto quel cielo stellato, a sentire l’uno il respiro dell’altra.
 
*Where’s my love - SYML
**Let it all go - Birdy & Rhodes
 
Spazio autrice
Ciao a tutti, carissimi lettori!
Quanto tempo è passato, ben cinque anni dall’ultimo aggiornamento. Nonostante avessi detto che sarei tornata, un po’ per pigrizia e un po’ per gli impegni che caratterizzano costantemente la mia vita, non ho più pubblicato.
L’ispirazione c’è ancora e questa storia sarà completata, perché ci tengo davvero moltissimo.
Spero che continuiate a seguirmi e a supportarmi, anche dopo questo mio lungo periodo di assenza.
Ci leggiamo alla prossima!

 
E un grazie speciale anche a chi legge soltanto.
 
Alys_90
  
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