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Autore: Amiba    02/08/2023    3 recensioni
Big Mom adora ogni genere di dolce, tranne uno: i cupcakes. Nessuno dei suoi figli sa per che motivo li detesti tanto e nessuno di loro ha mai effettivamente cercato risposta a questa domanda. Tuttavia quando un fantasma del passato della donna si presenta alla porta della famiglia Charlotte in cerca di aiuto, forse la risposta arriverà da sola e insieme ad essa un po' di pace per lei e per i suoi figli.
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!!!!Qualche spoiler post Wano.
Genere: Avventura, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Big Mom, Charlotte Cracker, Charlotte Katakuri, Charlotte Prospero, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Salvatore diabolico parte 2 -
 
Tre giorni precisi.
Dopo tre giorni precisi il blocco della marina come era stato creato sparì nel nulla, senza giustificazioni o spiegazioni di sorta e per quanto Katakuri fosse contento di levare le ancore da quell’arcipelago allo stesso tempo la cosa gli provocava un notevole nodo allo stomaco: essere indebitati con un Drago Celeste non era assolutamente una cosa da prendere sottogamba; essere indebitati con qualcuno che da schiavo era riuscito a tirare i fili di un Drago Celeste era decisamente peggio.
Helen gli aveva raccontato quel che sapeva nei dettagli, di come se sulla carta fosse la famiglia di Antoinette a detenere il potere in quelle zone, nella pratica non c’era nulla che non passasse dalle mani di Corvo e ciò bastava a far capire al rosso quanto fosse pericoloso e da non sottovalutare come individuo.
Il ministro della farina si massaggiò le tempie stanco e carico di dubbi, come se non fossero già sufficienti le condizioni in cui versava la loro madre e l’enorme smacco che la loro ciurma aveva subito in quel periodo si erano aggiunti l’arrivo di Cupcake a generare caos nella famiglia ed ora il debito che dovevano a un uomo come Corvo, con il quale, nonostante Katakuri lo avesse appena conosciuto, avrebbe decisamente preferito avere nulla a che fare.
Camminando verso il porto seguiti da Jonathan e la sua famiglia gli occhi del gruppo cadevano costantemente sulle sfarzose, esagerate e pacchiane decorazioni appese per le strade della città, atte a celebrare il matrimonio fra Saint Antoinette e Corvo, che in quei giorni si sarebbe celebrato, poco dopo il veloce e sbrigativo funerale che la ragazza aveva voluto riservare al padre.
 
- Certo che il buon gusto proprio non rientra nei piani dei nobili mondiali eh? – borbottò Cracker mentre si portava sulle spalle le due valigie di Jolanda che aveva voluto a tutti i costi portare lui fino alla nave – Cosa dici Jolanda? Addobberemo così le strade di Biscuits Island per il nostro matrimonio? – sghignazzò divertito ricevendo l’ennesimo sguardo imbarazzato dalla ragazza e uno sguardo decisamente più aggressivo da Helen.
- Sto scherzando! Sto scherzando nonnina! Non ti arrabbiare! –
Perospero si strinse irritato il setto nasale dagli infantili comportamenti del fratello, che non facevano altro che rendergli quella situazione ancora più difficile da mandare giù.
 
- Cerchiamo di sbrigarci, prima arriviamo a Tottoland meglio è! – sputò secco il maggiore
- Concordo – aggiunse Helen – a breve queste strade pulluleranno di Draghi Celesti e più lontani si sta da quella feccia meglio è. -
- Col vento a nostro favore non dovrebbero essere più di dieci ore di navigazione, saremo a casa prima di cena e voi avrete tempo di sistemarvi nell’abitazione che vi è stata preparata, ha anche un piccolo forno, così potrete continuare la vostra attività di pasticcieri pure la a Tottoland. –
- Non sappiamo veramente come ringraziarla della premura signor Katakuri, si è veramente spinto oltre. – il gentile anziano dei capelli bluastri che aveva appena parlato era Paul, il marito di Helen, uomo dalla stazza piuttosto robusta nonostante l’età, dalla carnagione olivastra e dagli occhi color rame.
Non avevano avuto modo di conoscerlo molto bene, era una persona piuttosto riservata e dal carattere molto mite, ma da quel poco che il generale dei dolci aveva potuto vedere aveva facilmente constatato che fosse un brav’uomo e tutto fuorché una minaccia.
- Non si deve preoccupare in nessun modo, non è stato alcun disturbo, nel nostro arcipelago come potete immaginare le pasticcierie certamente non mancano e trovarne una inutilizzata che potesse essere anche un’abitazione è stato facile. –
- Già! E poi io vi difenderò! Non permetterò a nessuno di farvi del male! – aggiunse tronfio Cracker, lanciando uno sguardo a una sempre più imbarazzata Jolanda, mentre salivano sul ponte della loro nave.
- In tutti i casi – intervenne il rosa – i ringraziamenti sono dovuti, non solo mi avete aiutato a salvare Jolanda, ma ci state anche ospitando nelle vostre terre. –
“È tutto dovuto” avrebbe voluto aggiungere Helen alle parole del figlio, ma preferì tacere onde evitare di creare discussioni inutili in un momento così delicato.
 
 
- Perfetto, potete ritiravi nelle vostre cabine e riposare se volete, alla navigazione penseremo noi tre. – li liquidò con poco garbo il ministro delle caramelle dirigendosi poi verso il timone, seguito a ruota da Katakuri, dopo aver indicato loro in modo molto sbrigativo le stanze, mentre Cracker, rimase fermo lì, sorridendo come un’ebete, felicissimo di non avere non solo ancora il suo nuovo fratellino con sé, ma ora pure la bellissima Joalnda a fargli compagnia.
Dall’alto della poppa Perospero continuava a guardare con disprezzo Cupcake e la sua famiglia, mentre anche la rabbia e la frustrazione nei confronti del ministro dei biscotti stava aumentando, non riuscendo a capire come potesse essere così amichevole con quelle persone e di come si potesse fidare tanto di quel loro nuovo fratello, anche se, a quanto pare, li legava veramente il sangue.
La grossa mano di Katakuri si poggiò sulla sua spalla e lo sguardo del rosso fece diminuire un poco quella pressione che stava provando, rilassò i muscoli e tirò un leggero sospiro, senza staccare le mani dal timone della nave, che ora stava uscendo dal porto.
“Ne verremo fuori, assieme, come sempre” ecco cosa stava a significare quel gesto da parte del minore.
- Ho una brutta sensazione Katakuri, molto brutta. –  
Il ministro della farina gettò una veloce occhiata al ponte, dove loro fratello minore Cracker continuava a comportarsi in modo inopportuno, dando troppa confidenza, facendo troppe domande e soprattutto prendendo quella situazione troppo alla leggera.
- Vai a riposare fratello Peros, ne hai bisogno, guiderò io la nave fino a casa. –
Il maggiore annuì e massaggiandosi le tempie si chiuse nella cabina del capitano, nel tentativo di ottenere un po' di riposo, almeno fino al loro arrivo a Tottoland.
 
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Corvo continuava a tormentarsi le mani in prenda all’eccitazione, dopo tutti quegli anni di ricerche, dopo tutto quel tempo ad aspettare, stava per mettere le mani sul tassello fondamentale per la riuscita del suo piano.
Era passata circa una settimana da quando aveva ricevuto quella chiamata, ora era ufficialmente il marito di Antoinette ed era a tutti gli effetti un Drago Celeste anche lui, ma questo aveva portato un cambiamento solo sulla carta al suo effettivo status sociale, quello  vero sarebbe giunto di lì a breve.
Aveva detestato con tutto sé stesso i giorni del matrimonio, i parenti di Antoinette e gli altri Draghi Celesti che componevano il consiglio erano a dir poco rozzi, goffi e maleducati, tutto ciò che non si addiceva ad un Dio, o più semplicemente ad un nobile, ma questo avrebbe reso solamente più soddisfacente la loro estirpazione.
 
- Allora, dov’è questa famosa isola? – grugnì con fare irritato Saint Bernard, cugino di Antoinette, nonché nipote del defunto Saint David e membro del consiglio.
- Oh, non devi temere, siamo vicini, come ti ho promesso in quest’isola c’è la più grande asta di sirene del mondo, non ti pentirai di esserci venuto. –
L’uomo prese a saltare sul posto battendo le mani e ridendo in modo volgare: Bernard, infatti, era noto per la sua enorme e perversa “passione” per le sirene e in genarle l’acquisto di schiavi uomini pesce, che tendenzialmente sotto le sue grinfie morivano nel giro di pochi mesi, schiacciati dalle sevizie e dalle torture alle quali il nobile mondiale li sottoponeva.
- Oh, e non credere che ora, solo perché hai sposato la mia cuginetta, tu possa contare qualcosa! Sei e rimarrai sempre uno schifoso schiavo, sarò io, ora che è morto lo zio, a comandare questa famiglia e questo consiglio. –
Gracchiò andandosi a specchiare nella maschera di Corvo, pulendosi i denti con un dito, facendo storpiare il volto di quest’ultimo in una smorfia di disgusto sotto di essa: Bernard era decisamente una visione poco gradevole, era sciatto, dai tratti che ricordavano vagamente un suino ed emanava un odore poco gradevole, indice del fatto che non fosse troppo avvezzo alla pulizia e all’igiene.
- Certamente, ne sono consapevole. – lo liquidò con sufficienza, consapevole che di lì a breve quel teatrino si sarebbe concluso.
- E un’altra cosa, devi portarmi rispetto e darmi dal lei! – pestò i piedi irritato – ci stiamo mettendo troppo ad arrivare maledizione! Avevi detto che era vicino stupido schiavo! – urlò portandosi le mani ai sudati capelli arancioni.
- Siamo vicini non tem… - non riuscì nemmeno a concludere la frase che la nave su cui viaggiavano si arrestò all’improvviso bloccata da qualcosa, facendo sbilanciare in avanti lui e ruzzolare a terra Bernard che piagnucolò massaggiandosi il naso.
- Siamo arrivati. – sorrise Corvo.
- Cosa diavolo vuol dire che siam arrivati? Siam nel bel mezzo del mare! E poi voglio che quell’incompetente del timoniere venga immediatamente gius…giusti… -
Le parole gli morirono in bocca e la voce prese a tramare quando notò un grosso numero di pirati uomini pesce salire sulla barca, con fare decisamente poco amichevole.
 
- Ci avete trovati, spero che non sia stato troppo difficile! – li accolse Corvo con fare gentile, sotto gli occhi sbigottiti di Saint Bernard.
- Conosciamo queste acque meglio di chiunque altro umano, non sottovalutarci. – chi aveva parlato era il loro capitano, un uomo pesce specie squalo martello, che con fare burbero si avvicinò seguito da altri due pirati, uno dei quali reggeva fra le mani un piccolo forziere nero.
- Questo è quello che cercavi, non so perché tu abbia dato così tanta importanza a una cassa così piccola, né mi son preso la briga di indagare, finché tu mantieni la tua parte di accordo questo potrebbe essere anche il One Piece per quel che mi riguarda! –
- Te l’ho detto, son un uomo di parola. – Corvo si scostò appena indicando col pollice il nobile mondiale ancora a carponi sul ponte della nave – è tutto vostro, in più nella stiva ci sono circa seicento milioni di Berry, anche quelli sono vostri, l’imbecille ha creduto alla storia dell’asta e dopo che gli ho aggiunto che fosse clandestina, non ha esitato un’istante a partire senza la scorta della marina, nessuno sa che è qui, nessuno verrà a salvarlo. –
In preda al panico e alla confusione il Drago Celeste prese a guardarsi intorno cercando una qualche via di fuga o semplicemente qualcuno che potesse difenderlo dai pirati aggressori, sfortunatamente per lui, però, la nave era già completamente assediata e le guardie del corpo erano già state eliminate dai pirati, sull’imbarcazione eran ormai rimasti lui, gli uomini pesce e Corvo.
- N-non puoi farmi questo! Come ti permetti di usarmi come merce di scambio! Io sono un Dio! Un Dio! Dovresti venerarmi, adorarmi! Tutti voi esseri inferiori dovreste farlo! –
- Mh? – da dietro la maschera l’altro gettò verso il nobile a carponi un’occhiata di sufficienza, distogliendo per un’istante lo sguardo dal piccolo forziere nero, incrostato di coralli, che ora giaceva fra le sue mani.
- Un Dio dici? – poggiò il tesoro per terra e si avvicinò al suo interlocutore, chinandosi sulle ginocchia, per poterlo guardare meglio negli occhi – Se sei un Dio dimmi, per che ragione stai strisciando ai nostri piedi? Eh? –
- L-la famiglia te la farà pagare! La marina verrà a cercarti! –
- A cercarmi? Nessuno sa che siamo qui, nessuno ha la minima idea di dove si trovi la tua nave in questo momento Bernard, sparirai nel nulla e io ne uscirò perfettamente pulito, non prenderla sul personale, ho intenzione di sostituire tutti i membri del consiglio, siete semplicemente esseri scialbi ed inutili, non adatti ai miei piani. –
Sufficienza, ecco di cosa trasudavano le parole di Corvo, non c’era odio, non c’era rancore né rabbia, gli stava parlando di eliminare dei Draghi Celesti come se stesse parlando di sradicare delle semplici erbacce, le quali non facevano altro che compromettere la bellezza di un giardino fiorito.
- Comunque sia, hai fatto incazzare parecchio gli uomini pesce nel corso della tua vita, sai, la sorellina del capitano di questi pirati l’hai catturata e fatta fuori tu, credimi, ora come ora hai decisamente altro a cui pensare rispetto a cosa farò io nel futuro. –
Concluse alzandosi in piedi per poi dare le spalle a Saint Bernard, il quale però gli afferrò immediatamente la caviglia.
- Come ti permetti di voltarmi le spalle così schiav… -
Le parole del nobile mondiale furono troncate da un violento calcio in pieno volto, che Corvo, girandosi di scatto gli sferrò, facendolo rotolare qualche metro distante.
- Non mi devi toccare schifoso verme! Le bestie inferiori come te devo imparare a conoscere il loro posto nel mondo! –
Ricompostosi e gettata un’ultima occhiata al nobile mondiale, ora rannicchiato in posizione fetale piagnucolate, raccolse nuovamente il forziere e si diresse verso la scialuppa di salvataggio.
- Sei sicuro di voler affrontare il viaggio di ritorno su una scialuppa? Queste acque possono diventare molto insidiose. – chiese il capitano, andando a caricare la sua pistola.
- Non preoccuparti di questo, ho già chi mi aspetta con la mia nave poco più indietro, voi piuttosto, avete un giocattolo interessante per le mani, non sprecatelo con dei proiettili, divertitevi un po', d’altro canto, quando mai vi ricapiterà di torturare un Drago Celeste. –
Il pirata gettò gli occhi prima sulla pistola, poi su Corvo infine su Saint Bernard, prima di decidere di rinfoderare l’arma ed estrarre un coltello.
- Oh, e ricorda che lui non si è minimamente trattenuto dal torturare la tua sorellina. –
Naturalmente questo Corvo se l’era inventato, non aveva assolutamente idea se fosse vero quello che aveva detto, non era nemmeno totalmente sicuro che fosse stato proprio Saint Bernard la causa della morte della sorella di quel pirata, semplicemente quelle ultime parole le aveva aggiunte per puro sfizio, perfettamente conscio che avrebbero peggiorato la sofferenza del nobile mondiale.
 
Una volta sulla scialuppa estrasse una Den Den Mushi dalla tasca della giacca.
- Karai, qui ho finito, sarò fra circa venti minuti nella vostra posizione. –
Chiusa la chiamata si voltò un’ultima volta con un sorriso sulle labbra per osservare la nave dalla quale ora provenivano le urla di Saint Bernard.
 
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Appena raggiunta la propria imbarcazione venne immediatamente accolto da Karai con un inchino formale.
- Corvo, mio signore, spero che lo scambio sia avvenuto senza intoppi e che lei non abbia corso rischi nel raggiungerci. –
- È andato tutto perfettamente secondo i piani Karai, Saint Bernard non c’è più, inoltre, l’ultimo tassello per la creazione della nuova era, la mia era, è finalmente fra le mie mani. –
- Vuol dire che? –
- Seguimi nella mia cabina Karai, ti spiegherò tutto mentre facciamo ritorno a casa. –
In silenzio la donna obbedì e una volta chiusa la porta alle sue spalle aspettò che Corvo aprisse quel forziere, per poi trasalire alla vista di cosa conteneva: nero come la pece e dalla forma vagamente simile a quella di un cuore, un frutto del diavolo stava pulsando davanti ai suoi occhi e cosa ancor più strana, sembrava muovere le proprie radici come tentacoli irrequieti.
 
- Quello è… -
- Il Chi Chi no Mi, il frutto del sangue. –
- Il frutto di… -
- Di Naaza, il primo dei pirati, colui che per il potere si racconta che fece un patto con il diavolo in persona. –
- Pensavo fosse tutta una leggenda, una favola per spaventare i bambini. –
- Forse in parte lo è, chi lo sa, sono passati quasi mille anni da quando Naaza avrebbe solcato le acque come una peste, ma il suo frutto, quello che secondo le leggende lo aveva reso pressoché inarrestabile, è reale. –
- La storia di Naaza però finisce con… -
- Con lui fermato e ucciso dall’ira degli Dei? Perché il suo male aveva sconfinato oltre? – Corvo sghignazzò – Queste, non sono altro che leggende Karai, non ho idea se Naaza morì perché tradito dai suoi stessi seguaci o un esercito di suoi nemici lo sconfisse e gettò il forziere contenente il suo frutto negli abissi perché troppo pericoloso, quello che so è che non condividerò il suo destino. –
 
La corvina gettò un’altra occhiata a quel frutto dall’aspetto così insolito e inquietante.
- Sembra… -
- Vivo? – sorrise – Perché lo è Karai, il Chi Chi no Mi non è come gli altri frutti del diavolo, è un frutto parassita, che una volta mangiato vive in simbiosi col suo portatore, infettando il suo sangue, e rendendolo quello che potremmo definire un “portatore sano” della malattia che questo frutto tramette. –
- C-cioè? – Karai esitò per un istante, si era privato dalla maschera appena erano rimasti soli e per quanto lo seguisse con cieca obbedienza e quasi venerazione, per quanto fosse di una bellezza quasi divina, Corvo, in certe situazioni le faceva gelare il sangue nelle vene; era come essere al cospetto di un demone meraviglioso, un essere di cui si conosce perfettamente la crudeltà e malvagità, ma tanto affascinante da non potergli resistere.
- Chiunque entrerà a contatto col sangue del portatore diventerà un’estensione del suo corpo, non più di una marionetta comandata a distanza, più corpi il frutto e il portatore ottengono più diventano potenti, ma allo stesso tempo, il frutto richiederà sempre più nutrimento, sempre più corpi, altrimenti comincerà ad assalire il corpo ospite uccidendolo, mentre invece, normalmente, si nutre solamente dei corpi satellite.
Il Chi Chi no Mi è il frutto perfetto per un Dio, l’esatta prova a cui un essere umano deve sottoporsi per ascendere a divinità! Cura da malattie, ferite, vecchiaia, tutto ciò si riversa sui corpi di chi riesci e possedere! Se controllato, se portato al massimo delle sue capacità, rende inarrestabili. –
La ragazza si sfiorò per un’istante il collo, passando i polpastrelli su dove una volta c’era il collare esplosivo rabbrividendo al contatto con la cicatrice.
Corvo era malato, un pazzo megalomane seriamente convinto di poter ascendere a divinità e terribilmente spietato con chi lo intralciava, Karai lo sapeva bene, ma al tempo stesso era estremamente generoso con chi si affidava a lui, con chi accettava di servirlo, di obbedirgli, di venerarlo.
Lui l’aveva liberata, aveva spezzato le sue catene e le aveva concesso una nuova vita, degna di essere chiamata tale e per questo lei nonostante tutto lo avrebbe servito lo avrebbe aiutato a forgiare un modo pronto a strisciare ai suoi piedi e per questo lui l’avrebbe ricompensata, non avrebbe mai più sofferto, non avrebbe mai più patito fame e umiliazioni e finalmente avrebbe potuto avere la sua vendetta contro quel mondo corrotto e marcio che proteggeva viscidi maiali nei loro castelli di cristallo e lasciava i deboli e gli indifesi a soffrire nelle strade.
 
- Quindi qual è il suo piano? –
- Per prima cosa eliminerò gli ultimi tre Draghi Celesti presenti nel consiglio e li sostituirò, ho già selezionato tre schiavi fra i loro, tre schiavi che son sicuro siano carichi di risentimento verso i loro padroni, permetterò loro di assassinarli e poi farò in modo che prendano il controllo della famiglia, sostituendo i loro ex padroni nel consiglio, in questo mondo offrirò loro non solo un patto irrinunciabile, ma otterrò anche la loro eterna gratitudine. –
- Ma Saint Eneas ha un figlio appena nato come… -
Bastò che quei penetranti occhi gialli si posassero su di lei per un’stante perché Karai capisse la terribile risposta alla sua domanda, ma ancora una volta i dubbi e le incertezze le scivolarono addosso come acqua.
Tanto, nonostante fosse ancora solamente in fasce, il figlio di Eneas sarebbe sicuramente cresciuto come il padre e quindi tanto valeva eliminarlo immediatamente.
- E chi sostituirà Saint Bernard? –
- Non è ovvio? Tu Karai, ho fatto preparare dei falsi documenti di matrimonio, vi siete sposati questa mattina, te lo avevo detto che ti avrei ricompensata no? –
- L-la ringrazio! Prometto che non la deluderò! –
- Ne sono sicuro Karai. –
- E una volta che il consiglio sarà completamente sotto il suo potere cosa… -
- Attaccheremo Tottoland e in seguito Wano. –
- C-cosa?! Mio signore non voglio dubitare di lei, ma le flotte di Big Mom sono ancora estremamente potenti e inoltre a Wano non solo con tutta probabilità si trova ancora Kaido, ci sono anche tutti gli alleati dell’imperatore Cappello di Paglia, come pensa di… -
- Li schiacceremo col numero, potremo contare sulla flotta di cinque Draghi Celesti e utilizzeremo anche le navi dei nobili, spezzeremo le loro linee difensive prima che si rendano conto di quello che sta succedendo e io potrò alimentare il Chi Chi no Mi, diventando sempre più potente, prenderò il controllo di Big Mom e della sua ciurma e quando l’avrò in pugno schiacceremo pure Wano. –
- Immagino che avrà pensato anche a come tenere a bada la marina –
- La marina attualmente è decisamente troppo impegnata a badare ai nuovi imperatori, la vittoria di Cappello di Paglia a Wano è stata di straordinaria coincidenza, la prova che il cielo stesso chiede la mi ascesa, quando si renderanno conto di cosa sta accadendo sarà ormai troppo tardi e avrò sotto il mio controllo sia Big Mom che Kaido, a quel punto né gli ammiragli, né gli imperatori potranno mai fermarmi e alla fine saranno tutti burattini nelle mie mani. –
 
Era un all-in: o sarebbe finito tutto nelle sue mani o tutto sarebbe crollato, ma il fallimento e la caduta non erano minimamente considerati nella mente di Corvo; era sicuro che sarebbe stato lui a forgiare un nuovo mondo e a regnare su di esso.
- Sorridi Karai, questa è l’alba di una nuova era e per chiunque mi servirà sarà un’era migliore. –
- Ne sono sicura, sono sicura che sarà lei a salvare questo mondo. –
- Chiama la magione, fai preparare la sala da tè, voglio parlare in privato con gli schiavi che ho scelto, nel frattempo parlerò con Antoinette e le farò portare lontano dalla villa gli altri Draghi Celesti per il tempo necessario. –
La donna annuì e uscì dalla stanza lasciando solo Corvo, che con un sorriso chiuse il forziere contente il Chi Chi no Mi.
Ora che tutto era al suo posto, l’unica cosa che doveva fare era assicurarsi di tirare correttamente i fili dei suoi preziosi burattini.
 
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Erano tornati a Tottoland da qualche giorno, ma mama non li aveva ancora riconvocati a castello, si erano limitati a fare rapporto tramite una lumaca di mare, dopo di che ognuno si era ritirato nella propria abitazione.
Katakuri era teso e passava le notti dormendo appena e male, non gradiva assolutamente l’atteggiamento che la madre stava avendo, oltre al fatto che anche solo il minimo dubbio che potesse portare qualche tipo di rancore o risentimento nei loro confronti era sufficiente a tenerlo sveglio la notte.
Sbuffò innervosito prima di andare ad inghiottire l’ennesima donuts che Jonathan gli aveva portato nel pomeriggio per ringraziarlo di tutto ciò che aveva fatto per loro.
Cracker doveva avergli rilevato la sua passione per le ciambelle glassate in una delle sue tante visite moleste e il ministro della farina doveva ammettere di essere terribilmente grato al minore per una volta: Jonathan era un pasticciere eccezionale e quelle erano probabilmente le migliori donuts che avesse mai mangiato in vita sua.
- Entra pure Amande. – disse precedendo il bussare della sorella col Kenbunshoku Haki, andandosi poi a coprire la bocca con la sciarpa.
- Fratellone Katakuri devo parlarti, è importante. – con fare elegante la donna si avvicinò al tavolo dove il fratello era seduto – il nome Tew: mi sono ricordata dove l’avevo già sentito. –
Il rosso alzò un sopracciglio fissando la sorella negli occhi.
- Ero piccola, avrò avuto dodici anni circa, stavo giocando con Mozart, quando passando vicino alla camera di mama l’ho sentita parlare alla Den Den Mushi con Kaido. – fece una leggera pausa scostandosi dal viso una ciocca di capelli azzurri – Kaido le aveva appena comunicato che un uomo di nome Raian Tew aveva appena sterminato Silver Axe e la sua ciurma, senza lasciare superstiti. –
Il comandante sweet irrigidì i muscoli per un istante.
- Sai altro? –
- No, ma se Cupcake e la sua famiglia son in qualche modo collegati a qualcuno sufficientemente forte da sterminare un Rocks e la sua ciurma e destare sufficiente preoccupazione in Kaido da avvertire mama, allora potremmo dover stare più attenti del previsto fratellone. –
- Non parlarne con nessun’altro per il momento Amande, indagherò di persona sulla questione e poi decideremo cosa fare. –
Evidentemente era destino che Charlotte Katakuri non potesse concedersi nemmeno un singolo momento di riposo.
 
 
 
 
Angolo autore: Molto bene eccoci qua: questo per mille motivi è stato un capitolo terribilmente travagliato, l’ho riscritto più volte e corretto altrettante, ma alla fine sono riuscito ad ottenere più o meno un risultato che mi soddisfacesse.
Ora cominciamo seriamente and entrare nel cuore del piano di Corvo, anche se non è proprio ancora venuto tutto a galla!
L’unica nota per questo capitolo è sull’ultima parte: visto che comunque è passato molto tempo il dialogo fra Amande e Katakuri si ricollega a una frase che la donna aveva detto nel primo capitolo quando i fratelli Charlotte si erano radunati per parlare di Cupcake, sostenendo di aver già sentito il cognome Tew.
Come sempre voglio ringraziare Yumi, Giuly e Fenris per il loro costante sostegno e tutti i lettori silenziosi.
Devo dire che mi sto divertendo molto più del previsto a scrivere questa long e mi sta anche dando grosse soddisfazioni!
Grazie ancora a tutti e alla prossima!
 
- Amiba
   
 
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