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Autore: Krystall84    05/08/2023    0 recensioni
Anno 1998: Buffy Summers, 17 anni, è una pattinatrice che viene convocata per partecipare alle Olimpiadi d’Inverno del 1998. Angel O’Donovan, 27 anni, è il presidente di un’importante azienda di articoli sportivi che decide di fare da sponsor alla giovane atleta. Fin dal primo sguardo qualcosa nasce dentro di loro, ma è una passione che potrà sconfiggere tutti gli ostacoli, in primis quella della differenza d’età o è solo un fuoco di paglia?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte 1 – Nuovo sponsor
Quel pomeriggio, Buffy rientrò in casa nel momento esatto in cui la madre Joyce stava riattaccando il telefono dopo una conversazione. Con un sorriso la salutò, dopodiché la madre le chiese del primo giorno di scuola.
-Tutto come al solito, il preside è sempre insopportabile e i professori hanno già dato compiti. -sospirò prendendo dal frigo del succo di frutta.
-Cara ha chiamato il signor Giles. -la informò riferendosi al suo allenatore.
-Che ti ha detto? -le chiese.
-Ha parlato con quei tipi della SportLine e hanno deciso di sponsorizzarti. -le annunciò felice. -Però prima il presidente vorrebbe conoscerti, Rupert ha detto che ha già sponsorizzato altri atleti ma mai pattinatrici, quindi, vorrebbe conoscerti e vedere se sei davvero brava come dicono. -
-Già mi sta antipatico. -storse la bocca. -E ho inquadrato il tipo: bello, arrivista, arrogante ed egoista. Uno che pensa solo ai soldi, altrimenti perché vorrebbe conoscermi? Perché se non soddisfo le sue aspettative non mi sponsorizza, mica può perdere un sacco di soldi! Giuro che appena lo vedo gli tiro un pattino in testa! -si infervorò.
-Poi dovrai comprarti un pattino nuovo, anzi due perché non li vendono singoli, e non ne vale la pena. -tentò di calmarla.
-Magari hai ragione. -acconsentì. -Anche perché, modestia a parte, io sono brava. -sorrise.
-Questo lo so. -assentì. -Vuoi mangiare qualcosa prima di andare agli allenamenti? Rupert non c’è ma Jenny è rimasta qui per te, dice che adesso devi cominciare ad allenarti di più. -
-Lo so, e comunque non preoccuparti perché prima di rientrare ho mangiato un hamburger con Willow e Xander. Erano così felici per me quando ho detto loro della convocazione. -sorrise.
-Una di queste sere potresti invitarli a cena, ti va? -le propose.
-Volentieri, ma ti ricordo che Xander adora la tua cucina quindi per lui dovrai cucinare doppio. -sorrise.
-No preoccuparti, sono preparata all’ingordigia di Xander. -ricambiò.
-Adesso vado a cambiarmi. -e salì al piano di sopra.
Buffy aveva cominciato a pattinare all’età di cinque anni, a dodici aveva fatto le prime gare per le categorie juniores. Quello che all’inizio aveva considerato come uno sport in breve era divenuto la sua passione e adesso spendeva tutte le sue energie per allenarsi ed eccellere sempre di più, nella vita non voleva fare altro che pattinare.
Era considerata una stella nascente del pattinaggio artistico su ghiaccio ed aveva fatto molte gare e selezioni prima di venire convocata per le olimpiadi d’inverno, questa, oltretutto, era la sua prima convocazione e di conseguenza voleva dare più del meglio.
Si preparò in fretta e poi andò al palasport dove Jennifer Calendar la aspettava. Lei e Rupert Giles erano marito e moglie, oltre che il suo allenatore e coreografa da quando aveva cominciato a gareggiare, circa cinque anni addietro.
Jennifer, chiamata da tutti Jenny, aveva trentacinque anni e fino ai venticinque anni era stata una grande ballerina classica, poi si era ritirata causa il matrimonio e si era dedicata all’insegnamento e alle coreografie. Era di origini rumene ma da un paio di generazioni la sua famiglia era ormai stanziata in America.
Era stato lì che aveva conosciuto, a ventitré anni, Rupert Giles che all’epoca ne aveva trentaquattro e faceva l’allenatore per una squadra di hockey. Rupert, che tutti chiamavano simpaticamente con il suo cognome, Giles, era inglese e non si vergognava di ostentare le sue origini, anzi ne era orgoglioso e il suo accento inglese aveva affascinato Jenny. Due anni dopo essersi conosciuti si erano sposati e avevano formato un team per i pattinatori artistici dove Giles faceva da allenatore e Jenny da coreografa, erano ottimi e Buffy li adorava come secondi genitori dato che li conosceva da quando aveva dieci anni.
Erano stati loro a convincere i suoi genitori, un anno e mezzo più tardi, che poteva avere delle possibilità a livello agonistico e l’avevano preparata per la sua prima gara, un concorso regionale dove si era piazzata quinta, un ottimo risultato per essere un’esordiente.
Da allora, Buffy aveva continuato a gareggiare supportata dai genitori e anche da Giles e Jenny. Ogni gara la rendeva più brava e fino a quel momento aveva sempre avuto ottimi piazzamenti, più diverse vittorie.
Nonostante i suoi successi agonistici, comunque, l’anno prima i suoi genitori si erano separati e dopo il divorzio, ottenuto verso febbraio di quell’anno, lei con la madre si erano trasferiti a Sunnydale. Scelta dettata sia dal fatto che Joyce aveva trovato un impiego presso una galleria d’arte che anche dal fatto che Giles e la moglie vivevano lì e venivano a Los Angeles ogni singolo giorno solo per allenare Buffy. Quindi trasferirsi lì era stata la scelta migliore per tutti, persino per Buffy che aveva pure conosciuto Willow e Xander.
Quando arrivò al palasport di Sunnydale trovò Jenny che con aria molto concentrata ascoltava un brano di musica classica. La salutò con un cenno della mano, poi si affrettò a raggiungerla.
-Ciao, Buffy, com’è andato il primo giorno di scuola? -le chiese affettuosamente spegnendo la musica.
Jenny era molto affezionata a Buffy, anche perché lei e Giles non erano ancora riusciti ad avere un figlio anche se ormai era da molto tempo che ci provavano senza ancora avere avuto risultati.
-Come ogni primo giorno di scuola. -si limitò a commentare semplicemente storcendo la bocca.
-Stavo ascoltando alcuni brani classici che volevo proporti per il programma obbligatorio. Tu hai qualche preferenza in merito? -le chiese.
-Jenny ho sedici anni. Hai idea di quanto possa piacermi la musica classica? -le rispose in modo ironico e affettuoso insieme.
-Hai ragione, scusa. -sorrise. -Se vuoi possiamo usare un brano di musica pop ma sai che dovremmo accorciarlo parecchio mentre alcuni brani classici hanno una durata breve. Al momento stavo ascoltando la Lacrimosa di Mozart che è pure cantata ma possiamo ascoltarli insieme. -le propose.
-Va bene ma se mi addormento e salto gli allenamenti è colpa tua. -la ammonì scherzosamente.
-Non preoccuparti, in caso ti do una gomitata. -rise.
Passarono la successiva ora e mezza a visionare brani classici, colonne sonore e brani di musica moderna che più si addicevano all’età di Buffy. Alla fine, scelsero la Lacrimosa di Mozart per il programma obbligatorio e il brano eseguito a pianoforte colonna sonora del film “Lezioni di Piano” di Michael Nyman. La stessa Buffy fu contenta delle due scelte e sapeva che con l’aiuto di Jenny avrebbero montato due bellissime coreografie.
-Benissimo, ora abbiamo i brani. Dammi un paio di giorni e ti porterò le coreografie. Ho già in mente alcuni punti. -disse Jenny prendendo appunti su un block notes.
-Giles ha già alcune idee? -chiese facendo un giro su sé stessa.
-Probabilmente si. Ieri mi ha chiesto se magari il primo salto nell’obbligatorio poteva essere il flip ma vedremo come sta con la musica. -rispose.
-Ha lasciato disposizioni per me? -continuò.
-Solo di allenarti parecchio nel rittenberg e di impegnarti di più nel biellman a spirale. -la informò.
-Starà a New York ancora molto? -
-Ancora qualche giorno, per occuparsi di tutto quello che riguarda il tuo contratto. -spiegò. -Adesso che ne dici di cominciare seriamente l’allenamento? -le chiese.
-Sono d’accordo. Se mi intorpidisco poi tuo marito chi lo sente! -scherzò facendola ridere.
Cominciò a fare dei giri di corsa intorno alla pista per il riscaldamento, poi, sotto la guida di Jenny, si portò al centro ed iniziò a provare i salti, le trottole e gli altri passi.
Due volte a settimana, Jenny le dava anche lezioni di danza classica per renderle i movimenti delicati ed armoniosi. Buffy era un’ottima allieva e si vedeva che il pattinaggio ce l’aveva nel sangue perché vi dedicava tutta la sua passione.
Mentre si allenava, Jenny sorrise. Era fiduciosa. Fiduciosa nel fatto che Buffy era bravissima, e che sotto la sua guida e quella di suo marito avrebbero portato una campionessa alla vittoria.
 
New York
Quando Angel O’Donovan arrivò insieme al suo avvocato al ristorante scoprì che il suo ospite era già arrivato e li stava attendendo. Subito, Rupert Giles, appena lo vide arrivare si alzò e si strinsero la mano. Poi si accomodarono in attesa che il quarto ospite arrivasse. Ma tanto non c’era problema di rimanere senza argomento di conversazione.
Avevano un unico argomento: Buffy Summers, e il contratto che intendevano farle firmare perché lei fosse sponsorizzata da loro e al contempo la giovane atleta facesse loro da testimonial.
-Ha già preso l’aperitivo, signor Giles? -chiese Angel.
Angel O’Donovan era di origini irlandesi ma i suoi nonni si erano trasferiti a New York insieme ad altri immigrati irlandesi. Suo nonno era un calzolaio e la nonna una sarta e in breve avevano messo su un’attività che aveva permesso loro di tirare su cinque figli, tra cui il padre di Angel che aveva espanso l’azienda fino a che era esploso il boom delle prime scarpe da ginnastica, idea che Connor O’Donovan aveva colto al volo trasformando l’azienda di famiglia in una delle prime industrie di articoli sportivi.
Angel aveva solo una sorella minore, Catherine che adesso aveva ventiquattro anni, che aveva studiato da stilista di moda e che adesso era la capo stilista dell’azienda. Angel aveva studiato economia e alla morte del padre, tre anni addietro, aveva preso in mano la società portandola ad ancora più alti livelli. Potevano contare esportazioni in tutto il mondo con un forte capitale in entrata.
Aveva solo ventisette anni e già era uno dei migliori industriali di tutto il mondo, per non parlare che rientrava tra gli uomini più ricchi del mondo, oltre che tra gli scapoli più ambiti.
Si, perché Angel era pure bello. Alto sul metro e ottantacinque, con lisci capelli castani e occhi scuri che esprimevano calore, dolcezza e al contempo anche sensualità. Erano poche quelle che gli resistevano, causa anche un fisico atletico e muscoloso, ma lui era un uomo di sani principi e dichiarava che non aveva ancora trovato la donna che faceva per lui.
Il suo avvocato, William Wharton, che in gioventù si era dichiarato il nomignolo di Spike, era il suo più vecchio e caro amico. I suoi bisnonni erano inglesi e da loro, Spike, aveva ereditato lo charme. Il suo originale colore di capelli era il castano scuro ma dall’età di diciotto anni aveva cominciato ad ossigenarli e non aveva più smesso; quindi, da anni ostentava una capigliatura biondo platino che bene si addiceva ai suoi profondi occhi azzurri come il cielo. Era magro ma muscoloso e anche a lui, le donne, faticavano a resistergli.
Aveva studiato giurisprudenza e dopo la laurea e l’esame che gli era valsa la facoltà di operare, il suo migliore amico lo aveva assunto come avvocato sia personale che per l’azienda. Insieme non avevano mai sbagliato un colpo, quindi Angel si fidava del suo amico quando diceva che Buffy Summers poteva essere un buon contratto.
Quella mattina dopo l’aver parlato con Spike, Angel aveva chiamato Rupert Giles e avevano discusso un po’ del contratto che intendevano fare a Buffy. Purtroppo, l’altro interessato della cosa, il responsabile marketing di Angel, non era in ufficio e quindi avevano spostato l’incontro per quella sera a cena.
-Non ancora. -rispose Giles. -Generalmente preferisco aspettare che ci siamo tutti prima di ordinare qualsiasi cosa. -precisò.
-Lei è proprio un inglese in tutto e per tutto. -sorrise Angel mentre toglieva il tovagliolo dal piatto.
-La considero un’ottima qualità. -ricambiò.
-Beh, però spero che Wesley arrivi in fretta perché non ho proprio voglia di attenderlo tutta la sera. -proclamò Spike cominciando a dare un’occhiata al menu.
Neanche l’avesse chiamato, un uomo in giacca e cravatta come loro arrivò di fretta chiedendo scusa per il ritardo. Era abbastanza alto e un po’ dinoccolato, aveva lisci capelli scuri e portava gli occhiali. Continuando a scusarsi e con il fiatone si accomodò.
-Scusate il tremendo ritardo, ho avuto una giornata infernale. -disse.
-Problemi con Fred? -chiese Angel riferendosi a Winifred Burkle, la moglie di Wesley.
-Stamattina è scivolata alzandosi dal letto e ha battuto forte la schiena. Al pronto soccorso hanno detto che adesso dovrà rimanere al riposo fino alla fine del tempo, per fortuna sono solo due mesi. Ho chiamato sua madre che è arrivata alle tre del pomeriggio con il primo volo, ci darà una mano fino al parto. -spiegò.
-Spero niente di grave. -si preoccupò Giles.
-Mia moglie ha avuto una gravidanza tranquilla e questa caduta non ci voleva proprio, con la botta il bambino ha subito un lieve distacco di placenta ma per fortuna si è risolto tutto. Adesso deve solo stare a riposo, doveva andare in maternità tra due settimane ma ha dovuto anticipare. -rispose.
-Beh, vedrai che con un po’ di riposo in breve si rimetterà. -tentò di consolarlo Angel.
-Lo spero proprio. -sospirò. -Ma non siamo qui per parlare dell’incidente di mia moglie, giusto? Allora, avete discusso di qualcosa oggi? -cambiò argomento.
-Intanto ordiniamo che sto morendo di fame! -esclamò Spike fermando una cameriera con un cenno.
La cameriera prese loro le ordinazioni, poi portò gli aperitivi. Mentre gustavano i martini iniziarono a parlare dell’affare che avrebbero dovuto concludere a breve.
-Secondo me, sponsorizzare Buffy Summers è un buon affare. -disse Wesley. -Da quando Spike me ne ha accennato ho visto un paio di registrazioni e devo ammettere che per essere molto giovane è anche molto brava. -
-Beh, non per questo la alleno io. -scherzò Giles con falsa modestia. -Seguo Buffy da quando aveva dieci anni, a dodici ha fatto la sua prima gara e si piazzò quinta, lo giudicarono tutti un ottimo risultato per essere un’esordiente. Da allora ha continuato a migliorare e la sua costanza e anche la sua bravura le hanno permesso di venire convocata per i giochi olimpici. -
-Beh, sulla sua bravura nessuno discute. -si intromise Spike mentre arrivavano gli antipasti. Attese che la cameriera si fu allontanata per riprendere a parlare. -Abbiamo già avuto a che fare con atleti giovani e spesso e volentieri si sono dimostrati più capricciosi delle attrici di Hollywood, precisando che abbiamo avuto a che fare pure con loro. -
-Forse questa è una cosa che vi stupirà parecchio di Buffy, lei è una brava ragazza con sani principi. Io e mia moglie col passare degli anni siamo divenuti amici della sua famiglia e dobbiamo ammettere che l’hanno cresciuta inculcandole una forte umiltà perché quello che c’è oggi può non esserci domani. -continuò l’allenatore. -Adesso i suoi si sono separati e Buffy da quasi un anno vive nella città dove vivo io, a Sunnydale. È una ragazza molto allegra, ironica e spigliata ma è anche una ragazza seria e con dei valori. Le interessa poco la popolarità, vuole solo pattinare. Io credo che vi stupirà molto il suo modo di essere fresco e solare. -
-Beh, questa è una cosa di cui non dubito, dato che sono stato io il primo a dichiarare di volerla prima conoscere. -si intromise, finalmente, Angel. -Buffy ha sicuramente il nostro appoggio e già da domani stabiliremo tutto ciò che riguarda il contratto ma come lei ben sa, signor Giles, ci sono sempre pro e contro. Quindi, mentre qui, Wesley e Spike decideranno del contratto, io verrò con lei in California per conoscere la sua protetta. Una volta che avrò fatto la sua conoscenza mi metterò anch’io nell’ottica per stabilire anche le varie clausole. -specificò.
-Ed io la approvo. -concordò. -Anche perché conosco la mia allieva e perché la cosa più importante al momento è avere uno sponsor affinché Buffy non abbia problemi alle olimpiadi, a febbraio. -
-Su questo può stare sicuro. Se Buffy è esattamente la persona che mi ha descritto, faremo ottimi affari e la ragazza non avrà più, in modo assoluto, alcun problema per lo sponsor perché faremo di lei un’ottima testimonial e lei farà di noi un ottimo sponsor. -sorrise.
-A quando la partenza, allora? -chiese Spike.
-Un paio di giorni e poi andrò a godermi la fine dell’estate in California. -scherzò.
-Vedrà che il clima le piacerà. -gli diede corda Giles e tutti e quattro risero.
Il resto della cena trascorse allegramente mentre parlavano degli accordi per il contratto e sulle prime campagne pubblicitarie che Buffy avrebbe dovuto sostenere. Giles insistette sul fatto che non doveva stancarsi troppo altrimenti non sarebbe stata in forma per gli allenamenti che in quel periodo erano molto intensi.
A Spike, il tono con cui l’allenatore parlava, sembrava troppo paterno e trovò la cosa parecchio strana. Si trattenne dall’esternare i suoi pensieri ad alta voce decidendo che ne avrebbe parlato dopo, a quattrocchi, solo con Angel. Anche se ammetteva da solo che spesso viaggiava troppo con la fantasia.
Arrivati al brandy ormai era già stato deciso tutto e l’atmosfera era distesa e rilassata. Parlarono del più e del meno fino a tardi, quando uscirono dal locale e si separarono. Giles prese un taxi che lo riaccompagnò in albergo mentre Wesley aveva la sua macchina e Angel avrebbe dato un passaggio a Spike, che decise di tenere a freno la lingua prima che Angel si potesse pentire di un affare vantaggioso per tutti.
Giles rientrò in albergo e dopo essersi fatto un rapido calcolo, compose il numero di casa sua dove Jenny rispose dopo un paio di squilli. Parlarono del più e del meno e Giles le comunicò che sarebbe rientrato in un paio di giorni insieme ad Angel O’Donovan perché voleva conoscere Buffy, ormai il contratto era una cosa sicura.
Angel rientrò nel suo appartamento di Manhattan, un attico al dodicesimo e ultimo piano di un lussuoso palazzo, dopo aver accompagnato Spike e scoprì di avere ancora quella strana sensazione di quella mattina. Adesso cominciava a trovare la cosa fastidiosa e irritante, quello era un contratto come tanti altri.
Per cercare di scacciare quella sensazione molesta, si affacciò dalla terrazza godendosi il panorama di New York alla sera, le luci parevano tante stelle colorate e tutte le volte la vista gli toglieva il fiato. In fondo, era anche curioso di conoscerla, questa Buffy Summers. Se, davvero, era così brava questo avrebbe significato portare l’azienda ancora più avanti. Era solo questo che importava.
  
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