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Autore: Fiorels    14/09/2009    3 recensioni
“Beh, se ti può servire, diciamo che hai la mia approvazione” dissi infine, consapevole di aver praticamente assunto quel ragazzo col quale mi ero sentita subito a mio agio. Cosa che tuttavia non si poteva certo dire di lui. Sembrava davvero che lo mettessi in imbarazzo nonostante avesse affermato il contrario ma mi convinsi che doveva essere stato il nervosismo e che si sarebbe sciolto dopo esserci conosciuti meglio. Doveva essere così. Quale altro motivo poteva averlo spinto a comportarsi in quel modo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Capitolo 5

 

Buoni propositi

 

POV Robert

 

Tu che sei la perfezione

per fortuna che ci sei
apro le mie braccia al cielo

e penso…

 

Mamma mia bella! Come avevo fatto?!

Era incredibile che fossi riuscito a portare a termine uno degli obiettivi che mi ero prefissato.

Cerca di apparire sciolto e disinvolto! Sciolto e disinvolto, disinvolto! mi ero detto e ripetuto fino alla nausea nelle ultime 24 ore prima di rivederla, e ci ero riuscito. Chissà dove avevo trovato la forza per non urlarle che era stupenda e che sarei stato ore a fissarla mentre incerta scrutava il mio assurdo comportamento e quei miei cambiamenti d’umore talmente percettibili e reali da poterli toccare con un dito. Li avrebbe notati anche un cieco..o un sordo..o chiunque avesse uno o due sensi mancanti.

Ero riuscito a ignorarla gentilmente e quanto meglio fosse possibile e poteva essere solo una mia modesta impressione ma mi sembrava alquanto – e giustamente oserei dire - turbata dal mio atteggiamento lunatico; era stata silenziosa tutto il pranzo. Ogni tanto buttavo un occhio per osservarla persa nei suoi pensieri e non potei fare a meno di incrociare i suoi occhi un paio di volte. Chissà a cosa stava pensando? Forse stava valutando le sue scelte, forse mi aveva preso per un pazzo lunatico, forse aveva anche pensato che non sarei stato buono per la parte.

Comunque non potei concentrarmi completamente su di lei. Non me lo potevo permettere. C’erano altre sei persone che volevano sapere di me e non potevo ignorarli per pensare ai fatti miei, o meglio ai fatti suoi…dovevo tener fede al mio obiettivo e fare buona impressione su tutti. Avrebbe giovato certamente. Così mi ero impegnato a rispondere a una serie di domande di circostanza, alquanto noiose in verità, ma dovute.

Dove sei nato? Quanti anni hai? Hai sempre vissuto in Inghilterra?

Poi domande un po’ più personali…

Sport, hobby, famiglia, animali…un po’ di tutto.

Continuavano a farmi domande e continuavo a rispondere paziente.

“Allora Rob, sei fidanzato?” mi chiese la ragazza con i capelli lunghi scuri alla mia destra che se ricordavo bene doveva essere Nikki. Da lì il discorso si spostò subito sull’amore in generale.

Credi all’amore? Al colpo di fulmine? Mai stato innamorato?

Una serie di domande un po’ sfacciate le cui risposte modeste tutti ascoltavano interessati, eppure l’unica persona che volevo ascoltasse sembrava essere totalmente assente. Probabilmente non aveva sentito una sola parola da quando eravamo seduti a tavola. Se ne stava lì, di fronte a me, bellissima nella sua semplicità, a fissare il piatto, a giocare col cibo e a torturare i filini di un braccialetto che aveva al polso; uno di quei semplici braccialetti finissimi che vendono dappertutto, di colori diversa a seconda del significato: amore, amicizia, soldi, fortuna…

Il suo era rosso. Non ricordavo bene i significati dei colori ma non ci voleva un genio per capire. Il rosso era senz’altro amore. Brutto segno. Allora era fidanzata? O comunque era impegnata con qualcuno?

D’un tratto piombai in un silenzio improvviso che avevano dovuto percepire tutti.

“Hey, tutto bene?”, “Cosa è successo?”, “Che c’è che non va?”

Sentivo le voci nella mia testa ma non era difficile ignorarle perso com’ero nell’improvvisa e sconcertante possibilità che si era appena presentata ai miei occhi. 

Le voci continuavano e iniziai a sforzarmi per ignorarle quando decisi di non lasciarmi scoraggiare. Quello che avevo avuto già era tanto. Non potevo certo pretendere tutto subito; in fondo non potevo aspettarmi che una ragazza così fosse single, senza contare che non avevo ancora nessuna prova: per quel che ne sapevo poteva anche essere un semplice braccialetto senza importanza, magari il rosso era il suo colore preferito, magari glielo aveva regalato la migliore amica, o forse….il suo ragazzo. Non riuscivo ad abbandonare quella possibilità, ovvia come si presentava ai miei occhi. Ma, non sapendo cosa avrei trovato, mi ero ripromesso di non abbattermi. Così tornai alla realtà scherzando come se niente fosse successo e scusandomi con gli altri per la mia momentanea assenza.

Erano davvero tutti simpatici, eravamo un cast giovanissimo e ampio – a quanto mi avevano detto eravamo solo la metà degli attori al pranzo – e mi risultò facile fare amicizia, o almeno conversazione. Tutti ridevano alle mie battute, che uscivano spontanee, senza bisogno di forzarle. Mi sentivo bene, anche se avvertivo che sarei potuto stare meglio se solo lei…

Se solo avesse alzato gli occhi, se mi avesse guardato, se avesse parlato un pò… E invece continuava a fissare il vuoto…

Intanto le portate iniziavano a rallentare e sentivo che eravamo quasi alla fine. Non volevo andare via. Non le avevo detto più di due parole e invece avrei voluto parlare con lei tutto il giorno. Non ero pronto ad andare. Volevo stare ancora lì a contemplarla. Tuttavia il destino, che ultimamente per me aveva nome Catherine, avanzò un piacevole imprevisto.

“Robert, se per te va bene, credo sia l’ideale che tu e Kristen iniziate a provare…sai com’è? Il tempo scorre e il budget è limitato..

Inaspettatamente saltò fuori che l’avrei rivista prima di quanto immaginassi, e in circostanze del tutto favorevoli.

Afferrai la palla al balzo. “Certo!” mi affrettai a dire cercando di apparire disinvolto. “Sempre se per Kristen va bene”.

Non so se fosse stato il suono del suo nome, fatto sta che tornò alla realtà come risvegliata da un sonno profondo, disorientata e ancora incosciente. Era evidente che non aveva seguito una virgola del nostro discorso e non potei fare a meno di chiedermi nuovamente a cosa stesse pensando. Avrei tanto voluto esplorare quella graziosa testolina per scavare nei suoi pensieri, nelle sue preoccupazioni e per avere informazioni; quelle informazioni che Catherine non tardò a darmi poco dopo.

Catherine le espose la sua idea e con disinvoltura chiesi l’indirizzo, ma nel prendere il tovagliolo su cui l’aveva scritto le nostre dita si sfiorarono e a quel semplice contatto non potei non avere un fremito di piacere. Sperai tanto che nessuno se ne fosse accorto. Cercando di tornare al presente, ci mettemmo d’accordo per l’ora pacatamente, mentre invece dentro me urlavo di gioia.

Stavamo per andare via, quando inaspettatamente Catherine mi chiamò e mi fece segno di seguirla per mettermi al corrente di quella realtà che avevo cercato di negare ed evitare disperatamente.

“Senti Robert. Credo che tu sia perfetto per la parte. Non posso pensare a nessuno meglio di te…”

Sentivo che stava per arrivare…

“E a questo punto ci deve essere un ma…” dissi con l’aria di chi ha voglia di scherzare cercando di prendere alla leggere quel ma sconosciuto che stava per arrivare.

Ma…” continuò lei mostrandomi uno sguardo eloquente. Si bloccò per un secondo e poi “…promettimi che non ci proverai con Kristen!” disse tutto d’un fiato.

Rimasi senza parole, non sapevo proprio cosa dire. Avrei dovuto sbrigarmi a inventare qualcosa o avrebbe scambiato il mio silenzio per un tacito assenso oppure avrebbe capito le mie iniziali intenzioni. Non potevo lasciare che capisse o l’una o l’altra cosa, così decisi che avrei mentito spudoratamente e l’avrei presa sullo scherzo fingendo di non sapere di cosa stesse parlando, cercando di rassicurarla, ma le sue parole continuarono a scorrere e interruppero i miei propositi di frenare le sue fantasie fondate e penetrarono nel mio petto come schegge di vetro, pronte a rivelarmi la verità che volevo aggirare.

“Poi il suo ragazzo è un mio grande amico…” Ed eccola lì. Sentivo che stava per arrivare…ed ecco la botta che stavo aspettando colpirmi in pieno sbattendomi in faccia la cruda realtà.

Continuavo a rimanere in silenzio mentre la voce di Catherine continuava imperterrita, questa volta scherzandoci su…”Senza contare che ha 17 anni, quindi potresti finire in galera” si mise a ridere e la seguii con un sorrisino forzato che mascherava il mio dolore e il mio stupore.

“Non preoccuparti..dissi alla fine un po’ deluso ma consapevole che quell’impegno era troppo importante per lasciarmelo sfuggire.

Solo quando mi trovai solo nella mia stanza inizia a riflettere e a rimuginare sulle sue parole. In particolare una frase mi rimbombava nelle orecchie: poi il suo ragazzo è un mio grande amico…il suo ragazzo…ragazzo

Così le mie supposizioni erano fondate. Aveva un ragazzo. Come avevo potuto metterlo in dubbio anche per un secondo?! Normale che avesse un ragazzo! Che idiota che ero!

Poi un altro pensiero si fece largo tra i miei pensieri.

17 anni! Wow! Sembrava molto più grande, almeno fisicamente; ancora non la conoscevo bene per dire altrettanto riguardo la sua maturità, ma il desiderio di conoscerla e parlarle crebbe smisuratamente in me.

“Che disdetta!” Pensai come un vecchio che ha appena perso una partita a carte. Avevo già fatto progetti ma non avevo tenuto in conto il mazziere, colui che conduce il gioco, a cui spetta l’ultima mossa e che ha tutti i vantaggi del leader. Nel giro di una settimana avevo toccato il paradiso ed ero sprofondato all’inferno in un istante. Improvvisamente una serie di immagini e pensieri negativi invasero la mia mente stravolta dallo sconforto e dalla delusione. Forse era meglio abbandonare tutto, forse avrei dovuto abbandonare la recitazione, forse l’amore non era cosa per me, forse avrei dovuto annullare il contratto e continuare la mia vita a Londra, suonando musica sul mio tetto tra piccoli ingaggi in bar e pub, nell’ignoto più totale, nella pace dei sensi, forse sarebbe stato meglio allontanarmi, lasciare quel sogno dov’era e tornare alla vita di sempre come se nulla fosse successo, forse era meglio dimenticarla…

Ma davanti quell’ultima opzione un varco si aprì tra quei pensieri lugubri e macabri rivelando una specie di epifania: io non volevo dimenticarla e non l’avrei fatto. Cavolo! Mi stavo già rimproverando per cose che non avevo fatto! Ma quanto ero stupido? Non avevo ancora fatto niente. Avevo scambiato a malapena due parole con quella ragazza e già pianificavo di lasciare il paese per una piccola delusione che, stupidamente, avevo dimenticato di calcolare. Ma al diavolo le delusioni! Non avrei fatto proprio niente, proprio come Catherine aveva chiesto. Sarei stato al mio posto, buono e tranquillo a fissarla e a celarle la mia ammirazione finché non fosse stato il momento giusto, perché se ci fosse stato un momento giusto l’avrei colto, l’avrei preso al volo; perché se ci fosse stato quel momento significava che era destino che ci fosse. Non avrei forzato la mano, mi sarei comportato a seconda delle situazioni, facendo e dicendo quello che sentivo con moderazione. Avrei cercato di aprirmi un piccolo varco verso di lei, ma non l’avrei mai forzata a fare niente che non volesse.

Questa fu la mia rivelazione: volevo parlarle e volevo conoscerla.

Era tutta la vita che aspettavo un momento simile. Tutta la vita che aspettavo lei.

Il destino era stato tanto gentile da offrirmi una tale possibilità su un piatto d’argento e non me la sarei lasciato sfuggire; non avrei permesso alle mie paure di farmi fuggire, l’avevo fatto già troppe volte. Ora basta. Era il momento di affrontare la vita e quello che mi offriva. E quello che mi offriva ora era una serata con la ragazza dei miei sogni…e un ritardo pazzesco!!!

Mi accorsi che mancava un quarto alle otto e io ero ancora a rimuginare! Scattai dal letto e corsi sotto la doccia cercando di fare il punto della situazione e sperando di non aver preso decisioni sbagliate.

Più tardi, quando la vidi, mi fu tutto inspiegabilmente più chiaro.

“Hey!” disse semplicemente aprendomi la porta.

Allora capii di aver fatto la scelta giusta.

 

..sei la più bella del mondo
ed era tutta la vita che
non aspettavo che te.

Sei la più bella del mondo
religione
per me
mi piaci da impazzire
mi piaci come sei.

 

 

 

 

 

   
 
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