Titolo: Notte.
Autore: Jason_Trth Hrtz
Fandom: Mew
Mew – Amiche Vincenti
Pairing: Strawberry
x Ryan
Rating: verde/giallo
Parole: 110
Avvertimenti: in
questa storia sono usati i nomi e i termini dell’adattamento Italiano
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Reiko
Yoshida e Mia Ikumi.
Note: questo capitolo ci mostra uno
dei risvolti tristi che possono formarsi in una relazione, anche una che appare
perfetta o comunque ideale.
Spero di non starvi intristendo troppo con questi
capitoli, ma allo stesso tempo non me la sento di esimermi dallo scriverli,
perché ciò che scrivo lo percepisco come quello che i personaggi esigono da me.
Come se fossero loro a guidare me quando scrivo di loro, non importa il genere:
può essere la storia più comica del mondo, più sciocca, alle volte forse
percepita anche come “inutile” dai più, può essere anche la più straziante o talmente
erotica da doversi fare una doccia fredda dopo averla scritta/letta.
Quando scrivo non mi sento completamente artefice
di quello che scrivo; non me ne ritengo il solo “autore”, ma più come il
testimone di qualcosa che mi sta venendo mostrato (nella mente). Mi piace
pensare che il fatto che accada nei momenti più disparati della giornata me ne
dia la conferma.
Magari sto cucinando, e devo interrompere tutto per
andarmi a scrivere un pezzo o un’idea che mi è appena balenata in mente, perché
so che la mia mente non mi darà un’altra possibilità di raccontarla se non mi
premuro di ascoltarla e darle le giuste attenzioni già al primo tentativo di approccio
con me.
È come se, appunto, fossero i personaggi e la storia
stessa a venire a me, alla mia mente, e a voler esser “tradotta” in una lingua scritta,
comprensibile agli umani (o almeno una parte di loro che comprende la lingua
che sta venendo adottata per la trascrizione).
Mi rendo conto che ad alcuni, o molti, potrebbe far
ridere questo discorso/questa riflessione, ma ho pensato di rendervi partecipi
di questa mia esperienza come “colui che scrive” proprio per farvi entrare
meglio nelle mie storie.
Scusate ancora per le note lunghissime, ma era un
argomento che volevo portare anche qui; magari qualcunə
di voi la vive allo stesso modo e ora si sente meno solə,
magari compresə. You’re not
alone, hahah.
Spero che questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga
compagnia.
Buona lettura!
Jason.
P.S.
Ringrazio chi sta
leggendo e recensendo i capitoli, non me lo aspettavo! Risponderò appena riuscirò
a dedicarvi la mia totale attenzione mentale e rispondere con l’attenzione
adeguata, per ricambiare e ringraziare chi legge del tempo dedicato alla storia.
Un’altra notte insonne
scorreva tra le quattro mura della sua stanza.
Il fantasma della verità
che si rifiutava di accettare a farle compagnia.
Non lo avrebbe mai
ammesso ad alta voce, ma le mancava Ryan...
Si erano presi una “pausa”,
eppure ormai erano passati mesi e quella “pausa” sembrava assumere le sembianze
di una rottura totalizzante; che entrambi si astenevano dall'etichettare come
tale.
Tuttavia, quella
consapevolezza non cambiava neanche la natura dei suoi sentimenti per Ryan. Al
suo cuore non importava la realtà dei fatti.
Le mancava Ryan.
Le mancava quello che
avevano costruito con fatica. Le mancava, tanto da farle male il petto e
ombrarle la vista di lacrime.