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Autore: Keeper of Memories    15/08/2023    0 recensioni
Dal testo:
"Soppesò la situazione per alcuni istanti.
«In cosa consisterebbe questo lavoro, dunque?» chiese, riportando lo sguardo sulla giovane.
«Alla fine di quest’anno, si terrà un evento nella città di Philadelphia. Un prezioso opale verrà esposto per un breve periodo durante una festa, prima di essere donato a un membro di una famiglia di reali europei. Il committente vuole quell’opale.»
«Mi state chiedendo di rubare!»
Natalia distese la sua espressione, dipingendo un dolce sorriso innocente sul suo volto fanciullesco.
«Mi è stato detto che le vostre mani sono molto abili. È corretto?»
Francis sorrise serafico. «Lo sono, in più modi di quanti possiate immaginare.»"
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Quattro persone assoldate da quattro misteriosi committenti; quattro incarichi che li vedranno nemici, poiché la posta in gioco è troppo alta per lasciar correre. Chi ne uscirà vincitore? Ma soprattutto, chi sono questi misteriosi committenti?
[Human!AU]
[FrUk] [Ameripan]
Genere: Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Francis aveva afferrato il polso di Arthur e a forza l’aveva trascinato fuori dall’hotel. Quest’ultimo non aveva opposto troppa resistenza, sebbene la sua espressione fosse quella di una bestia ringhiante pronta ad azzannare chiunque gli si avvicinasse troppo. Il francese era stupito di avere ancora la mano attaccata al polso.
Come risvegliato dalla gelida aria novembrina, Arthur uscì da quel torpore furioso non appena i due varcarono la soglia. Si liberò con forza dalla presa di Francis e a passo rapido abbandonò la strada principale per raggiungere gli ormai familiari vicoli. Senza accorgersene inciampò su uno dei sacchi dell’immondizia, lasciati all’esterno in attesa che il carrettiere passasse a raccoglierli. Lo calciò lontano con rabbia e gridò.
Francis attese che Arthur finisse di sfogare la sua rabbia su quegli sfortunati sacchi di iuta, quindi, quando il silenziò tornò a regnare nel vicolo, gli si avvicinò e gli sfiorò la spalla.
«Mi è concesso sapere il motivo di tanta rabbia, Kirkland
L’inglese lo fissò per qualche istante, respirando lentamente dal naso prima di rispondere.
«È stata una perdita di tempo… e io odio perdere tempo.»
«Nulla da dire al proposito, l’idea di entrare nella marina russa non mi entusiasma» rispose Francis, rabbrividendo al solo pensiero «Ma c’è di più, n’est-ce pas
Arthur corrugò la fronte, accigliato. Forse per la prima volta da quando si erano conosciuti, Francis aveva abbandonato il solito sorriso sornione e lo stava osservando attentamente, con serietà quasi.
«Non guardatemi così, non sono stupido come pensate. Non siete un assassino, eppure ieri eravate abbastanza disperato da pensare di uccidermi. C’entrano quelle cure mediche che vi sono state promesse, presumo?»
Arthur sospirò, realizzando infine di aver largamente sottovalutato l’uomo che aveva di fronte. Tanto valeva vuotare il sacco.
«Le cure mediche sono per mio fratello minore.»
«Avete un fratello?» chiese Francis stupito.
«Più di uno in realtà. Di cosa vi stupite?»
Francis scosse la testa, abbozzando un sorriso. «E io che pensavo faceste tutto questo per pura e semplice avidità…»
«Tsk, non siate sciocco. Non avrei mai affrontato un viaggio simile per la sola avidità.»
«Va bene, va bene. Non comprendo ancora il motivo della vostra rabbia, però.»
«La ricompensa, Bonnefoy. Pensate che se mi fosse semplicemente servito del denaro non sarei stato in grado di irrompere in una magione di qualche spocchioso nobile inglese e derubarlo perfino delle mutande?»
Francis rise genuinamente divertito, facendo ivolontariamente mancare un battito al cuore del povero ladruncolo.
«Dopo quello che ho visto ieri sera, non lo metto in dubbio. Cosa vi serve, dunque?»
«Un medico, come mi era stato promesso.»
Questa volta fu il turno di Francis di aggrottare la fronte. «Non ci sono medici a Londra?»
«Ovviamente ci sono, Bonnefoy» sbuffò Arthur, alzando gli occhi al cielo «ma quelli in grado di curare Conor si rifiutano di farlo.»
«Perché mai, di grazia?»
«Perché siamo una banda di ladri cresciuti per strada! Per quanto possiamo passarcela bene, non abbiamo un nome importante, né un titolo prestigioso. Indipendentemente dalla cifra, quegli spocchiosi non prendono soldi da quelli come noi, “hanno una reputazione da difendere”. Tsk.»
Il disgusto di Arthur era palpabile e sempre più presente ad ogni parola che usciva dalle sue labbra. Francis invece abbassò lo sguardo, assorto nei suoi pensieri.
«Potrei avere una soluzione» mormorò dopo qualche istante.
«Cosa?»
«Vi serve un medico, non? Si dà il caso che io conosca un medico.»
«E chi sarebbe, se mi è concesso?»
«Mia sorella Lucille.»
Arthur rivolse uno sguardo scettico al francese. «Vostra sorella è una levatrice?»
«Assolutamente no. È un medico specializzato nella cura dei bambini, ha studiato alla Sorbona!»
Francis alzò la voce, indignato. Andava molto fiero dei traguardi della sua sorellina, non sopportava proprio quel genere di atteggiamento paternalista.
«Non sapevo che le donne potessero studiare in un’università.»
«Tsk, non le donne inglesi, mi pare ovvio. Mia sorella è un medico molto abile e rispettato. Inoltre, il vostro nome non sarà un problema, la salute dei suoi pazienti è la sua priorità. Potete spedire la sua parcella al russo, non
Arthur studiò il francese per alcuni istanti, riconoscendo la sincerità nelle sue parole. Era un po’ scettico al riguardo, ma se quella era l’opzione migliore che aveva, come poteva rifiutare? Ovviamente, alla proposta mancava una parte importante.
«Cosa volete in cambio?»
Francis sorrise, il suo solito, fastidioso, sorriso sornione. «Voglio venire con voi a Londra, ovviamente.»
«Cosa? Siete pazzo?»
«Assolutamente no. Non c’è più nulla per me nel Nuovo Mondo e in questi giorni ho avuto modo di osservarvi attentamente. Diciamo che sono state le vostre mani a convincermi.»
Arthur sollevò una mano, guardandola dubbioso come se contenesse la risposta allo strano comportamento di Francis e alle sue emozioni confuse.
«E cosa vorreste fare a Londra? Cosa c’entrano le mie mani, poi…» borbottò.
Il francese chiuse rapidamente la distanza che li separava. Prese la mano di Arthur e la portò alle labbra.
«Vorrei imparare da voi. Magari lavorare con voi…» sussurrò Francis sul dorso della sua mano.
Arthur scattò all’indietro, stringendo la mano al petto. Si voltò, perché il suo viso si era arrossato e non voleva proprio che quello stupido francese lo vedesse così. Gli eventi della sera prima erano ancora troppo vividi nella sua memoria.
«Accetto» disse, nonostante tutto. Le condizioni di Francis erano ottime, solo uno stolto non lo avrebbe fatto. Infondo, lo stava facendo per Conor.
«Sia ben chiaro, però» aggiunse, voltandosi solo per mostrare al francese la sua faccia imbronciata «non voglio più giochetti come questo, o vi butto nel Tamigi senza pensarci due volte.»
Francis sorrise. «Va bene. Prometto che mi comporterò correttamente.»
 
Londra, settembre 1874
 
Arthur e Francis erano seduti su delle comode sedie imbottite, sorseggiando del tè in raffinate tazzine di ceramica orientale. La lussuosa sala da tè dell’hotel Brown era discretamente affollata a quell’ora, permettendo ad entrambi di conversare con discrezione grazie al chiacchiericcio incessante dei giovani rampolli dell’alta società londinese.
«…quel ragazzino in effetti era spaventoso. Ti ha lasciato una bel segno» disse Francis, osservando la vistosa cicatrice sul braccio del suo compagno. Arthur annuì, srotolando la manica della camicia per coprire la vecchia ferita.
«Quel giapponese se avesse voluto avrebbe potuto tranciarmi il braccio. Spero di non incontrarlo mai più.»
«Giapponese, hai detto? Come fai a dirlo? Poteva essere cinese o qualcos’altro...»
«La spada che portava era una katana giapponese, un’arma letale nelle mani di un esperto. Credimi, quel ragazzino lo era.»
«Sai sempre così tante cose…»
L’amabile sorriso di Francis venne ripagato con una scrollata di spalle del suo burbero compagno.
«I marinai al porto sono dei gran chiacchieroni e a me piace ascoltare. Piuttosto, è passato quasi un anno e il tuo inglese fa ancora schifo» osservò Arthur, lo sguardo insistentemente fissato sul contenuto della sua tazzina.
Francis sollevò gli occhi al cielo. «Chiedo perdono, enfant prodige, se sono ancora troppo francese per i tuoi gusti. Almeno le fanciulle apprezzano il mio accento.»
«Semplicemente, dai troppo nell’occhio» ribadì Arthur. L’inglese prese l’orologio dal taschino della giacca e lo fece scattare, osservando con attenzione le lancette muoversi sul quadrante.
«È quasi ora» aggiunse.
Con un sospiro, Francis estrasse la sua fidata pistola dalla cintura e fece un rapido controllo per assicurarsi che funzionasse a dovere.
«Non intenderai certo usarla, vero? Ti ricordo che dobbiamo essere discreti» gli fece notare Arthur, nascondendo il suo pugnale nella manica della giacca.
«Non temere, la userò solo in caso di emergenza… e se dovesse servire un po’ di persuasione» lo tranquillizzò il francese, mostrandogli l’elsa dello stiletto che spuntava discretamente dal suo stivale.
Arthur abbozzò un sorriso divertito, mentre osservava la lancetta dei secondi ticchettare verso il dodici.
«Il piano avrà inizio tra tre… due… uno…»
Le luci della sala da tè si spensero, scatenando mormorii spaventati tra gli ospiti.
«È ora di andare in scena!»
 
 
 
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Note conclusive:
Inizio queste note con una piccola precisazione storico-fandomica. Lucille Bonnefoy dovrebbe essere appunto la nostra cara Monaco, che qui ho reso medico in onore di Madeleine Brès, prima donna medico a studiare alla Sorbona e laurearsi come tale. Le ho immaginate compagne di studi, ecco.
Ebbene, questa storia finalmente giunge al termine, quasi non ci credo. Innanzitutto, un infinito grazie va a Striginae, che da circa un anno mi sopporta e supporta in questa folle avventura. Senza di te, non ce l’avrei fatta ad arrivare fin qui, davvero. Grazie anche a voi che avete letto questa mia follia fino alla fine, spero tanto che questa conclusione vi sia piaciuta!
Detto ciò, come potete vedere il finale… non è un finale! Pianifico infatti un sequel esclusivamente FrUK dove questi due saranno (forse?) il team rocket della Londra Vittoriana. Stay tuned! Grandi cose bollono in pentola. Ciao a tutti e alla prossima^^
 
 
 
 
 

 
   
 
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