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Autore: Justice Gundam    22/08/2023    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Una strana ombra incombe nei cieli sopra Riddleport, la malfamata Città dei Glifi, e molti cosiddetti profeti la considerano un presagio di sventura. Nel frattempo, un signore del crimine della città cerca di recuperare le glorie perdute, e cerca gente che possa essergli utile nel suo intento...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: Seconda Oscurità

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

oooooooooo

 

Prologo

 

Golarion, un pianeta in un remoto sistema stellare, distante migliaia di anni luce dalla Terra, ma per molti versi terribilmente simile ad essa…

 

Gli anziani del popolo degli elfi parlano spesso e volentieri dell'Era Prima delle Ere, un'epoca misteriosa in cui gli elfi erano la popolazione più potente e sviluppata su Golarion, e gli umani erano poco più che una raccolta di tribù barbariche sparpagliate sulla superficie di un mondo ostile.

 

Ma la più grande qualità degli uomini è sempre stata la loro adattabilità. Agli elfi, sembrò quasi che gli umani fossero diventati civilizzati e avessero fondato imperi nel giro di una sola notte, in particolare nel continente di Azlant. Gli Azlanti si dimostrarono abili nell'uso della magia, e la loro abilità finì presto per eguagliare, o addirittura superare, quella degli elfi.

 

Intimoriti e sospettosi, gli elfi cercarono di inviare diplomatici e spie ad Azlant, usando un luogo chiamato Spira Mordente come base operativa e rifugio… e quando un gruppo di esuli Azlanti, guidati dal Primo Re Xin, fuggirono da quel continente per fondare l'impero di Thassilon, gli elfi temettero di essere invasi e conquistati da un nemico che li superava sia come abilità bellica che come capacità magiche, e si affrettarono a chiudere i confini attorno alla Spira Mordente e alla Foresta di Mierani.

 

Si mormora che alcune delle spie elfiche, agenti di una società segreta chiamata il Consiglio dell'Inverno, abbiano fatto un'inquietante scoperta verso la fine dell'Era Prima delle Ere – ovvero, che il segreto della rapida ascesa dell'Impero di Azlanti fosse l'interferenza di una razza di mostruose creature innaturali conosciute come algholltu. Gli elfi non riuscirono a scoprire se gli Azlanti avessero sfruttato la magia degli algholltu, o se addirittura fossero un esperimento degli algholltu, ma una cosa era certa: gli aboleth, i rappresentanti più numerosi degli algholltu, si erano stancati dei tentativi degli Azlanti di sfuggire al loro controllo. I leader di questi orrori alieni, i cosiddetti “signori velati”, misero in moto un terrificante rituale, un incantesimo di immane potenza il cui scopo era di porre fine per sempre al popolo degli Azlanti.

 

I signori velati evocarono una meteorite gigantesca per distruggere Azlant.

 

Questo evento apocalittico venne in seguito conosciuto come il Cataclisma – il continente di Azlant venne infranto, la razza degli Azlanti venne decimata, l'impero di Thassilon cadde, e Golarion venne immerso in un'era di oscurità, da cui sarebbe riemerso soltanto grazie all'intervento del famoso Aroden, l'Ultimo Azlanti.     

 

Gli stessi algholltu avevano sottovalutato la portata del disastro che loro stessi avevano scatenato, e la loro razza aliena iniziò il suo inesorabile declino. Ma grazie alle informazioni raccolte dal Consiglio dell'Inverno, gli elfi ebbero modo di prepararsi per sfuggire al Cataclisma. La razza elfica, affluendo in massa nella loro nazione Kyonin, abbandonò Golarion grazie ad una complessa rete di passaggi dimensionali e si rifugiò su un pianeta abitabile chiamato Soyrian, con l'intenzione di fare ritorno nel giro di alcuni millenni.

 

Ma non tutti gli elfi furono d’accordo con la decisione di abbandonare Golarion…

 

 

oooooooooo  

 

  

Anno 4708 del Computo di Absalom.

 

Riddleport, la cosiddetta Città dei Glifi, fondata come un porto sicuro per i pirati del Mare Interno, si è espansa parecchio nei tre secoli della sua esistenza, e ormai è diventata un porto di mare degno di questo nome.   

All'inizio, Riddleport serviva come base sicura  da cui condurre incursioni contro i vascelli mercantili cheliaxiani diretti a Korvosa, ma con il tempo questo insediamento si è trasformato in una vera e propria città. Tuttavia, sebbene Riddleport sia cresciuta fino a diventare una città a tutti gli effetti, rimane fedele alle sue radici: a Riddleport ci si può arricchire velocemente se si ha abilità e un pizzico di fortuna, anche se per ogni storia di successo di Riddleport ci sono una dozzina di cadaveri senza nome sepolti nei campi dei vasai o gettati in pasto agli affamati abitanti del mare.

 

Parlare di governo di Riddleport è un po' una contraddizione in termini. Detto questo, Riddleport è ufficialmente governata dall'ex-capitano pirata Gaston Cromarcky, che usa come tramite nove signori del crimine, ognuno dei quali controlla uno dei quartieri della città. I luogotenenti di Cromarcky sono costantemente in competizione tra loro, con metodi sia sottili che diretti, ben sapendo che uno di loro sarà selezionato da Cromarcky per essere il suo erede…

 

Ma la città di Riddleport, oltre che per la sua mancanza di legge, è nota anche per un altro importante motivo.

 

Nonostante i pericoli che la città presenta, a Riddleport si trovano molti studiosi ed accademici, interessati a studiare il misterioso e massiccio Glifoportale, un gigantesco arco di pietra, coperto di antichi simboli di Thassilon, che attraversa l'insenatura naturale attorno alla quale è costruita la città. Anche se il significato di questi glifi è sconosciuto, il Glifoportale è una fonte apparentemente infinita di materiale di ricerca per chi è interessato alle reliquie di Thassilon – e questi studiosi si sono riuniti in un'organizzazione ufficialmente riconosciuta, chiamata “i Glifieri”.

 

Attualmente, però, il Glifoportale è l'ultima delle preoccupazioni dei Glifieri.

 

Una strana tensione aleggia su Riddleport. Un'ombra inquietante incombe sulla città. Una macchia nera dall'aspetto innaturale e dalla natura inspiegabile oscura parzialmente il sole in alcuni momenti della giornata, per poi scomparire dopo alcune ore… e ritornare il giorno dopo, cambiando di forma e di dimensioni. Studiosi, mistici ed occultisti si stanno adoperando per cercare di comprendere la natura di questo strano fenomeno, e il governatore Gaston Cromarcky ha offerto un premio di 500 monete d'oro a chi riuscirà in questa impresa, ma finora, nessuno di coloro che ha studiato la “macchia” ha ottenuto risultati apprezzabili.

 

Per la maggior parte dei cittadini di Riddleport, tuttavia, la “macchia” non è che una distrazione, e la vita continua come tutti i giorni. Di recente, una sala da gioco di discreta fama, il Goblin Dorato, ha indetto un torneo di gioco d'azzardo, e il suo proprietario, uno dei nove luogotenenti di Cromarcky, sta cercando uomini capaci per dei lavori importanti…

 

oooooooooo

 

Quella sera, nella sala principale del Goblin Dorato, perso nella folla che riempiva la casa da gioco , un individuo stava cercando di mescolarsi ai numerosi giocatori d'azzardo, mentre si guardava attorno in cerca di qualsiasi indizio o segno che stesse accadendo qualcosa di losco. Un giovane mezzelfo dai lunghi capelli biondi legati in una coda dietro la schiena si appoggiò ad un tavolo da gioco, assistendo distrattamente ai giochi degli avventori, che facevano rotolare i dadi sul terreno e gioivano o imprecavano a seconda della sorte. Vestito di una camicia di stoffa gialla con un paio di pantaloni neri, una notevole cicatrice tracciata sopra la sua arcata oculare destra e un piccolo pugnale celato vicino ad una tasca dei pantaloni, il mezzelfo fece brillare i suoi occhi verdi mentre fissava le fiches e i conanti che giravano nella casa da gioco. Forse in un'altra occasione, avrebbe potuto unirsi ai giocatori e tentare la sorte…

 

Qael Clelesa scosse la testa, pensando che se fosse dipeso unicamente dalla sua volontà, non si sarebbe mai ritrovato nel bel mezzo di quel luogo soffocante, in mezzo a tanti avanzi di galera che si avvincendavano ai tavoli da gioco, creando una cacofonia di risate, urla, imprecazioni e altre vocalizzazioni ancora meno ripetibili. Ma i suoi superiori della chiesa di Calistria, la divinità elfica della lussuria, dell'inganno e della vendetta, erano stati molto chiari nell'assegnargli quella particolare missione, e il giovane mezzelfo doveva ammettere che lui stesso era preoccupato dell'influenza che i piani inferiori esercitavano sulla società. Aveva sentito parlare di quanto era successo a Korvosa, e per quanto lo riguardava, Riddleport era già di per sé un luogo abbastanza malfamato senza che i diavoli dell'Inferno o i demoni dell'Abisso allungassero i loro artigli su di essa. E adesso, quella casa da gioco si metteva ad usare i diavoli e l'Inferno come se fossero stati una decorazione.

 

Probabilmente si trattava soltanto di pessimo gusto da parte del proprietario. Ma Qael e i suoi superiori non potevano escludere la possibilità che dietro quell’evento apparentemente innocuo si nascondesse qualcosa di molto più sinistro. Perciò, il suo compito era di infiltrarsi in questo torneo di gioco d'azzardo e tenere d'occhio quello che fosse successo, magari facendo finta di essere lui stesso un giocatore. L'ideale sarebbe stato procurarsi un lavoro al Goblin Dorato, in modo da poter tenere d'occhio la situazione anche dopo la fine del torneo.

 

In quel momento, era proprio questa la domanda che assillava il giovane Qael – entrare al Goblin Dorato era stato semplice, ma come crearsi l'opportunità di incontrare il proprietario e farsi assumere da lui? Il Goblin Dorato aveva bisogno di personale, o almeno questo era quello che aveva sentito dire da voci affidabili… ma questo non voleva dire che farsi ricevere sarebbe stato un gioco da ragazzi. E Qael era il primo ad ammettere che pensare sul lungo termine non era una delle sue specialità. Beh, inutile stare tanto a pensarci su, si disse infine. Per il momento era lì, anche se l'ambiente affollato, rumoroso e pieno di fumo non era certo il suo preferito. E poi… si sarebbe visto come crearsi un'occasione. Una cosa alla volta, era così che lui risolveva i suoi problemi.

 

Mentre si avvicinava ad uno dei tavoli, dove un gruppo di avventori stavano giocando a Golem – un particolare gioco di carte considerato un’ottima sfida per persone osservanti e dal carattere calmo – il giovane sentì il rumore della sala da gioco smorzarsi, e rivolse la sua attenzione agli individui che stavano facendo il loro ingresso…

 

La sala principale del Goblin Dorato era molto grande, con più di una dozzina di tavoli da gioco  a disposizione dei concorrenti per scommettere, vincere e perdere. Per gran parte del pomeriggio, mentre il processo di registrazione continuava, la folla aveva passato il tempo a giocare a carte e ad altri giochi non sanzionatori, a bere o a divertirsi in altro modo. Ora però che si stava avvicinando il crepuscolo, e il torneo stava per iniziare, i partecipanti confermati erano più di cento, insieme a 17 croupier, sei cameriere in costume da succube e sei corpulenti buttafuori stipati nella grande sala.

 

Quando le finestre iniziarono ad oscurarsi, alcuni dipendenti della sala da gioco fecero il loro ingresso nella sala, ognuno recando con sé una torcia dall'aspetto inquietante e al tempo stesso pacchiano: sembravano dei forconi su ognuno dei quali era infilzata una testa fatta di paglia e stoffa avvolta dalle fiamme, e i dipendenti le usarono per accendere diversi grandi bracieri, dando alla sala una tonalità infernale. Il silenzio calò sulla folla radunata quando un ometto basso e tarchiato salì sul podio centrale della sala da gioco, accompagnato da due splendide "succubi", e si pose davanti ad un forziere d'oro avvolto da catene posto in bella vista sul palco . Non più alto di un metro e sessanta, l'ometto indossava un abito formale composto da una camicia bianca con sopra un gilet grigio-azzurro e una giacca grigia senza maniche, troppo lunga per la sua modesta statura. I suoi capelli neri e radi erano raccolti all'indietro, e aveva un corto pizzetto nero che si ricollegava alle sue lunghe basette. Il braccio sinistro dell’ometto terminava in un moncherino appena sopra il polso, e su di esso era applicata una protesi di bronzo da cui sporgeva una chiave dalla forma strana.

 

Non c'era alcun dubbio. Si trattava del famigerato Saul Vancaskerkin, il proprietario del Goblin Dorato e organizzatore del torneo. Si inchinò davanti alla folla con fare allegro, e si schiarì la gola prima di parlare.

 

“Oooh, benvenuti a tutti, signore e signori… e persone di indeterminata identità!” esclamò Saul con vivacità. “Mi fa piacere che abbiate deciso di partecipare così numerosi! E perciò, senza ulteriori esitazioni, direi che possiamo dare inizio a questo eccitante torneo di gioco d'azzardo, che si chiama… Inganna Il Diavolo e Prendi Il Suo Oro!”

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA…

  
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