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Autore: Mixxo    09/09/2023    3 recensioni
Hisako è una fan di maghette che sogna di diventare una di loro.
Lurue vorrebbe solo avere degli amici.
Un incontro fortuito esaudirà i desideri di entrambe, ma presto dovranno scontrarsi con le loro insicurezze ed emersioni da altri mondi che appaiono per distruggere la città.
...ma loro fanno meno paura, circa.
Genere: Azione, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lurue afferra la visiera del cappello e la preme verso il basso. Porta una mano nella parte dietro e fa lo stesso. Si guarda allo specchio, il cappello presenta due piccoli bozzi laterali dove vi sono le corna. Inspira nervosa. “Si vedono.”

Roland appoggia le mani sulle sue spalle. Suo padre è così alto che non riesce a vedere il suo viso nel riflesso.

“Aspetta.” Avvicina le mani alla sua testa, alza il cappello quel tanto che basta per far sparire i bozzi. “Ecco fatto.” Le riappoggia le mani sulle spalle.

Lurue piega la testa appoggiandola sulla mano del padre, si guarda. “Grazie.” Le fa paura uscire dopo così tanto tempo, ma non sa quando riuscirà a convincere di nuovo suo padre a lasciarla andare. Dopo quello scandalo ha fatto di tutto per proteggerla.

Si sono trasferiti, ora che le acque si sono calmate ha l’occasione per ottenere ciò che ha sempre voluto: essere normale.

Roland la volta. Suo padre ha il volto vissuto, i primi accenni di rughe attorno agli occhi, i primi capelli grigi spuntano in mezzo alla corta chioma biondo platino. È invecchiato di colpo negli ultimi anni, ha paura che lo stiano facendo lavorare troppo.

“Torna appena finisce il concerto. Se non lo trovi, torna subito indietro,” le carezza una guancia. “Ok?”

Lurue annuisce, ha memorizzato la cartina della città, spera di non perdersi. Si alza sulle punte e distende le braccia, gli abbraccia l’addome, appoggia la testa al suo grembo. “Ay.”

 

Lurue scende dall’autobus, la quindicesima strada è un luogo malandato. Gli edifici presentano numerose crepe lungo le pareti, una vetrina sfondata di una libreria è coperta alla buona con un telo, eppure la strada è gremita di persone di varie età. Ci sono anche ragazzini più piccoli di lei che guardano gli inservienti della Kaiser ripulire i danni provocati dall’ultima emersione. Distoglie lo sguardo, non vuole avvicinarsi a quelle persone, potrebbero scoprirla e… inseguirla con un forcone?

Scuote la testa. Calmati. Ci dev’essere un modo per andare in quella direzione senza passar loro davanti.

Si guarda attorno, una viuzza secondaria si stringe tra due casette diroccate. Si avvicina a passi cauti. Scruta un’ombra all’interno. Gli squittii grotteschi la fanno sussultare. Un neon sfarfalla illuminando un animale che non riesce a definire, ma è grande quanto un gatto. Gratta per terra con le unghie e sparisce dalla luce.

Lurue fa un passo indietro. Non posso entrare lì dentro e non voglio.

Si volta verso il sito distrutto.

Singhiozza. Almeno se mi rinchiudono potrei sopravvivere.

Inizia a camminare, passa accanto il sito costeggiando il nastro segnaletico che lo delimita.

“Signorina!”
Lurue sussulta, uno squittio le sfugge dalle labbra. Preme le mani contro il petto, il cuore minaccia di sfuggirle tanto batte forte.

Se n’è accorto, se n’è accorto, se n’è accorto, se n’è accorto!

“Potreste passarmi quello?” Uno degli operai è un ragazzo smilzo abbastanza giovane.

Oh. Si volta e vede un grosso martello pneumatico a un passo dai suoi piedi, si avvicina e lo afferra a due mani. È abbastanza leggero.

“Ma sei deficiente?!”

Lurue squittisce sorpresa. Un uomo robusto rialza la mano e indica l’attrezzo. “Quell’affare peserà quanto lei, alza il culo è sii uomo!”

L’uomo le si avvicina, la scruta. “Signorina non dovrebbe sforzarsi, è il lavoro di quel cane.”

Lurue sgrana gli occhi, abbassa lo sguardo sull’attrezzo. Lo abbassa quietamente. Forse non lo hanno notato.

Il ragazzo si avvicina e lo afferra. “Scusi.”

Vicino, anche lui, vicino, TROPPE PERSONE VICINE!

“Perdonami!” lascia la presa e scappa verso l’esterno della piazza.

 

Non aveva corso troppo, ma le era venuto il fiatone per la tensione. Si appoggia al muro e si lascia scivolare a terra. “C’è mancato poco.” Porta le mani sulla testa, il cappello è ancora in posizione.

Rumore statico le riempie le orecchie, si volta verso la piazza, l’operaio corpulento sta dando delle vigorose manate sul martello pneumatico. “Perché questo affare non funziona!?”

Lurue sussulta, si tappa la bocca con le mani. È successo di nuovo? Sono stata io? Non me ne sono nemmeno resa conto!

Si sporge appena per vedere la situazione all’esterno: diverse persone stanno agitando i loro cellulari, l’insegna di una farmacia è spenta in pieno giorno.

Non posso essere la causa, non mi sono avvicinata alla farmacia. Che sia…

Sente degli squittì alle spalle, si volta sussultando. No no no!

Una specie di pipistrellino cartoonesco e brillante di colore lilla la supera dirigendosi verso la piazza. Centinaia di quelle buffe creaturine escono da ogni angolo e anfratto, svolazzano in tondo sopra le teste degli spettatori. Si stringono rapidamente, formando come un bozzolo lavanda sopra un palo della luce. All’esplosione di esso la figura minuta della diva della rovina appare in piedi sul lampione. L’abito appariscente che indossa è composto da una camicetta smanicata con un fiocco sottile rosa e una gonna con più strati sui toni del viola e del rosa, diversi pendenti a forma di piccoli diamanti rossi sono legati ad un cinturino largo. Gli affilati occhi verde acqua scrutano calmi le persone. Un lieve sorriso mette in mostra i canini appuntiti. Allarga le braccia, ali da pipistrello si spiegano dalla sua schiena e scostano i lunghi capelli rosa.

È apparsa come dicevano su Sea Cospiracy.

La ragazza abbassa il capo, le corna asimmetriche sono molto più evidenti ora che la sta fissando direttamente.

Mi sta guardando? Cosa le ho fatto!?

La ragazza misteriosa chiude gli occhi. Inizia a cantare una melodia allegra mentre nell’aria si diffondono le note di un piano.

Grazie alla Guardiana, non ce l’ha con me.

Lurue si fa strada tra la folla, la diva della rovina fa un passo, un disco di luce appare sotto il suo piede, uno dopo l’altro scende fino a terra. Raggiunto il terreno si muove a tempo tra una persona e l’altra. Lisciando la giacca di uno, improvvisando una polka con un ragazzo, passando la coda appuntita con delicatezza sotto il mento di un altro, il tutto senza smettere di cantare.

È un po’… audace. La fissa volteggiare con il ragazzo rimasto incantato a fissarla. Per un istante la guarda, le strizza l’occhio. Lurue rimane sbigottita, porta le mani al petto. La diva della rovina si stacca, continua i suoi passi ritmati e la raggiunge. La prende per la mano, le fa fare un volteggio e si sente tirare. Una mano si appoggia al suo fianco, il viso della diva è molto vicino al suo. Lurue si sente le orecchie andare a fuoco mentre la ragazza continua la sua performance guidandola nei passi di danza e cantando la melodia fissandola negli occhi rilassata.

Troppo audace, TROPPO AUDACE.

Incassa la testa tra le spalle, strizza gli occhi.

Non le ha viste, non le ha viste, ti prego dimmi che non le ha viste.

Apre un occhio per sbirciare.

L’espressione sicura della ragazza è diretta verso i suoi occhi.

Mi sta guardando negli occhi… aspetta, MI STA GUARDANDO NEGLI OCCHI! Vorrei essere anch’io così sicura…

Le urla di alcuni scavalcano la canzone quando un’ombra le copre. Alle spalle della diva della rovina si trova una gigantesca creatura dalla forma allungata.

Sssalve, sssiete sssotto rapimento. Non resissstete

La diva la spinge via, mentre Lurue cade a terra le spire della creatura si chiudono sull’altra ragazza che smette di cantare.

 

Hisako cammina per la strada, una mano tiene il telefono in orizzontale concentrata sulle azioni sullo schermo, l’altra rimane distesa con il palmo verso l’alto. Ha raggiunto un grado di concentrazione per generare una baccagemma e contemporaneamente mantenere la barriera attorno a sé. Doverla abbassare per utilizzare qualcosa di più offensivo è ancora il suo “punto debole da pattern di un boss”, ma sarebbe arrivata a chiudere questa falla con il tempo.

Non si aspettava di metterci così tanto, i training arc sono confusi nelle opere che ha guardato.

Non mi aspettavo. Due. Cappio. Di mesi.

Ha perso la fase iniziale di “Spettri della Città Perduta”, ma grazie al cielo Myra è la leggendaria promozionale del set, quindi la hanno tutti, lei compresa.

Quante partite ho perso perché non volevo rimuoverla.

Qualcosa la punzecchia al fianco, si raddrizza con la schiena e saltella di lato. Inui è nella sua forma umana, fa sparire un coltello nella tasca della giacchetta.

“…Poi sono io la scema.”

Inui incrocia le braccia. “Cretina, non scema.”
“Quindi la scema sei tu?” Torna a guardare lo schermo, dai lati iniziano a vorticare petali che si chiudono in una delle cornici che delinea le creature evocabili. La risata lieve di Myra esce dagli speaker.

Huh, la giocano pure gli aggro, che carta perfetta. Come lei in fondo.

“La smetti di sbavare sull’elfa?”

Blocca il telefono e se lo caccia in tasca. Mano pessima e lui è partito troppo forte, avrei vinto solo se lo attaccava un’emersione vera.

“Sì sì.” Guarda Inui. “Dunque? Oggi che percorso facciamo?”

Inui indica verso il cielo. “Oggi pattugli dall’alto.”

Sbatte un paio di volte le palpebre. “Mi insegni a volare?”

“Circa.” Inui si caccia una mano in tasca, tira fuori un orecchino a forma di ala. “Questo te lo manda Yelena.”
“Chi?”

Inui rotea gli occhi al cielo. “La guardiana.”

Ahhh.” Lo afferra e lo avvicina al lobo dell’orecchio.

Ma io non ho i buchi per gli orecchini.

“Rimane su da solo. Roba da voltici.”

Hisako fa un lungo mugolio. Abbassa la mano, sente l’orecchino sul lobo come fosse stato appoggiato sopra. “Cosa fa?”

“Risolve temporaneamente il problema della tua mancanza di multitasking,” Inui indica verso il suo orecchino. “Lui ti difende, tu attacchi, usa comunque il tuo iuxx, quindi non farci troppo affidamento. Serve a evitare il peggio quando sbaglierai.”

Hisako inspira. Il mio primo oggetto magico, non è il Seme di Shinka ma è qualcosa. Devo trovargli un nome, anche se non è qualcosa che si vedrà tant-

Metabolizzare l’implicito la fa piegare in due. Stringe i pugni.

“Cosa ti dice che sbaglierò?”

Inui fa un sorrisetto di sfida. “Cosa ti dice che non sbaglierai?”

Alza un pugno e lo mostra a Inui. “Lo vedrai!”

Urla si alzano qualche strada più in là. Inui incrocia le braccia con un sorrisetto. “Bene, vediamolo.”

Hisako si piazza l’orecchino sul lobo e corre in direzione delle voci.

Henshin!”

Penserò a qualcosa di più adatto quando potrò.

  
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