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Autore: Longriffiths    13/09/2023    1 recensioni
Gli angeli sono sempre rilucenti anche se il più rilucente fra loro è caduto; se le più turpi cose assumessero il volto della grazia, la grazia resterebbe sempre grazia;
-William Shakespeare, Macbeth, 1606
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Molto rispetto al loro passato ci è naturalmente sconosciuto, e ci basiamo soltanto sui loro fugaci incontri per fantasticare sul come e sul quando siano effettivamente diventati amici. Ma c'è davvero un momento preciso? E sul loro futuro, sul come e quando si sono innamorati, forse, ne sappiamo ancora meno.
Insomma come ha preso Crowley la fissa per le piante? Perché Azi è così tanto attaccato ai suoi libri?
Tutto andava ricostruito, ed è ciò che noi abbiamo fatto partendo dall'antica Grecia.
-Una storia di Giulia e Arianna.-
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                              Capitolo V


Multae insidiae sunt bonis - Sono molte le insidie per i buoni

 

800 d.C;

 

Il demone Crowley aveva interpretato l'invito di Aziraphale a rimanere lì non come un pernottamento, ma come una residenza fissa. Ebbe la chiara e netta sensazione che l'angelo volesse mantenere quella piccola abitazione che si era goduto nel secolo scorso, e come tale voleva che restasse integra, intonsa e che il demone gliela conservasse così come l'aveva lasciata. Certo, non era lui il Guardiano della coppia, quindi passarono soltanto una decina di anni prima che la noia subentrasse, e che si rendesse conto che quantomeno doveva sgranchirsi le gambe. La noia era un concetto quasi astratto quando i soggetti erano creature immortali. Lo scorrere del tempo, a differenza di come si potrebbe pensare, non era diverso per loro. Ogni minuto, giorno e anno veniva vissuto con la stessa intensità di un comune mortale. Era l'idea dell' eternità o quantomeno la conoscenza della data di scadenza, che permetteva loro di viverlo in modo diverso. 

Continuarono a scriversi, a informare l'altro puntuali e diligenti verso il patto che avevano stipulato senza bisogno di formare né di stringere la mano. La loro parola era sacra. 

 

A tale proposito, il demone Crowley miracolò scrupolosamente il luogo e gli oggetti che appartenevano alla creatura che glieli aveva lasciati, affinché niente e nessuno li rovinasse, di modo che egli potesse fare ritorno lì ogni qual volta sentiva l'esigenza di un porto sicuro o di uno dei suoi preziosi amici di carta. Poi, informò Aziraphale delle sue decisioni, e migrò nel territorio Inglese, più precisamente in una delle sette divisioni di esso; il Wessex. Il popolo anglosassone nacque a quei tempi da Angli e Sassoni, e cominciò nel tempo la diffusione della lingua che al momento al demone parve la più simpatica, l'inglese antico. Durante questo particolare periodo Medioevale, molti furono i sovrani che cercarono di unire le varie ripartizioni per poter combattere alla pari i Vichinghi, ma soltanto uno, grande amico del demone e primo umano che non gli provocava fastidio o repulsione, riuscì nell'impresa.

 

Alfredo "il Grande" era un uomo dotato di vasta cultura, tanto che promosse l'istruzione e riformulò la legislazione. Crowley influenzò parecchio le opere dell'umano nel destinare fondi per costruire di navi, organizzare eserciti militari e stabilire un metodo di difesa con roccaforti posizionate in specifici sedi strategiche.

Prevedere le mosse del nemico era qualcosa che dopotutto, non riusciva male neanche a un demone non troppo demone come lui.

 

Carlo Magno, personaggio interessante, la sua dinastia sembrava essere destinata a grandi cose. Adesso, l'Italia era in mano ai franchi. I papi e la Chiesa acquisirono un vasto potere, non solo spirituale ma politico.. e Aziraphale non vedeva di buon occhio tutto questo, il potere dava alla testa e corrompeva lo spirito, temeva che la cristianità si potesse macchiare di peccato e avarizia (come era già successo), timori che ben presto si sarebbero rivelati fondati: la Chiesa avrebbe giocato di lì a poco un ruolo decisivo nella storia umana, tuttavia ad Aziraphale importava solo e soprattutto che il messaggio di Dio si tramandi in modo corretto, non avrebbe tollerato nessuna macchia sulla casa del Signore. 

 

Aziraphale aveva ormai quasi terminato il suo periodo di operato, era stanco, spossato, e spesso non aveva avuto nemmeno il tempo di mangiare. 

Indurre alle tentazioni non fu facile, ci mise un po' a capire come.. indirizzare gli umani, ma con il tempo aveva compreso, era davvero facile raggirare gli umani con le parole, dopotutto. Inoltre le difficoltà date dalla scelta della sua sessualità si rivelarono.. complicate da gestire a volte.
I mesi, gli anni passarono da quel giorno, e spesso Aziraphale ripensava a quella giornata sulla spiaggia passata con Crowley, sembrava così lontana ormai. A volte sembrava quasi che non fosse mai esistita.

Prima di tornare, volle assistere all'incoronazione di Egbert in Wessex, così da monitorare la situazione in quel luogo.

Inviò una colomba per avvisare Crowley del suo ritorno, fu piuttosto telegrafico, ma aveva visto troppa sofferenza anche solo per parlarne o avere voglia di scrivere.

 

"Sto per tornare, mi dirigo nel Wessex per vedere l'incoronazione di Egbert, penso sarò lì domani.

 

- Stella Egiziana"

 

L'angelo stava sorvolando su un terreno di guerra tra arabi e franchi, una brutale guerra che Aziraphale non riuscì a guardare quella violenza che si consumava, era assorto e sovrappensiero mentre volava e non si accorse dell'arrivo improvviso di una lancia.. impossibile che un umano l'avesse lanciata a quell'altezza. La schivò in ritardo, ed essa riuscì a colpire l'ala destra.

Aziraphale urlò di un dolore che mai aveva provato prima.

La lancia era intrisa di qualcosa, non era terrena. 

La vista annebbiata dell'angelo scorse una figura molto lontana con dei lunghi capelli neri, due occhi vermigli, un'armatura scura e un ghigno che gli gelò il cuore e lo spirito. Doveva fuggire. Capii subito che quello era un demone,  decisamente oltre la sua portata.
Affannato e dolorante si tolse la lancia urlando di nuovo, e un fiotto di sangue rosso dalle opalescenze in oro si riversò. 

Nonostante la ferita si alzò ancora in volo, ogni battito d'ali era un dolore insopportabile, ma si fece forza e fuggì con tutta la velocità di cui disponeva.

«Vola, piccolo Principato! La prossima volta ti prenderò in pieno!» urlò il demone in piedi sul promontorio roccioso, con una risata sinistra che gelò Aziraphale, non si era mai sentito così impotente, così debole, così terrorizzato

 

Quel volo fu invalidante in modo indescrivibile, quando arrivò nel Wessex il giorno prima dell'incoronazione. Non riuscì a planare compostamente, e raggiunse uno dei boschi così stanco e dolorante che cadde rovinosamente sul terreno, prima sbattendo contro le chiome degli alberi che si colorarono del suo sangue tra l’umano e il divino. Aziraphale si trascinò fino ad una roccia, per fortuna non aveva sbattuto la testa.
«C-Crowley..» riuscì solamente a dire, non sapendo nemmeno se il demone fosse lì. Le ali erano distese sul terreno di un piccolo spiazzo circondato da alberi, i raggi di sole illuminavano l'ala destra che presentava il foro ancora sporco di sangue e di una leggera bruciatura, chiaramente opera di una creatura maligna che non apparteneva a quel mondo. Aziraphale stava lentamente guarendo, ma il suo volto era pallido, una maschera di dolore e stanchezza. Rimase semplicemente sdraiato, doveva riposare. Non riusciva a muoversi, non ancora. 


Inevitabilmente la presenza di un angelo fu captata.
La dannata colomba gli aveva portato giubilo il giorno prima, e sapeva che di lì a poco l’inviato celeste si sarebbe palesato, per assistere tra l’altro ad un evento di cui il demone andava molto fiero. Gli sarebbe piaciuto mostrargli il regno d’Inghilterra, quanto maestoso e singolare fosse, e fu felice del fatto che volesse essere presente a un evento che molto probabilmente avrebbe cambiato ancora gli eventi dell’umanità.

Crowley seppe che l’angelo era lì solo quando un vento diverso gli arrivò addosso. L’aria era cambiata, era pregna dell’essenza di una creatura eterea. Si chiese per un attimo se gli umani riuscissero a sentirlo, loro che professavano di avvertire la vicinanza di Dio in determinati momenti. Si chiese se fosse solo frutto della loro stessa soggezione, o se quando Aziraphale camminava in mezzo a loro, sentivano davvero di essere avvolti dallo Spirito Santo.
Scosse la testa e si liberò dai pensieri, attendendolo a Corte.
Ciò non successe. Né per la prima ora, né per la seconda da quando aveva saputo del suo arrivo.
Così si congedò dagli illustri esponenti del palazzo che ospitava il futuro Re, e s’incamminò verso la sorgente della quintessenza che aveva messo piede nel Regno, poiché più tempo passava, più poteva in qualche modo intercettare un pericolo crescente.
Lo spettacolo che ebbe dinanzi non era niente di ciò che si sarebbe aspettato. Sgranò gli occhi inorridito, e corse accovacciandosi in terra su un ginocchio macchiandosi di sangue angelico.
Fu come scottarsi, ma non ci badò.
«Che cosa hai combinato? Chi ti ha fatto questo?» gli disse senza potere, neanche volendo, mascherare la preoccupazione nella voce.

 

Aziraphale si sentì subito più tranquillo, si sentiva al sicuro.
Era salvo ora, con lui accanto. 

Una mano tremante di Aziraphale andò a stringere quella del demone, come se quel contatto potesse calmarlo, sentiva ancora il terrore nel suo cuore. Prese un bel sospiro, cercando di calmare il tremore e i battiti. 

«U-un demone.. un demone potente.. era così..» la voce dell’angelo vacillò. «Aveva dei lunghi capelli neri, due occhi infuocati, una risata terrificante. Sono vivo per miracolo..» raccontò l’angelo cercando di alzarsi, senza mollare la presa della mano di Crowley.
«Ha detto.. che la prossima volta mi centrerà in pieno.. ho avuto paura, ho visto la follia in quegli occhi, oh Crowley, se lo incontrerò di nuovo, non avrò scampo.» Aziraphale cercò di riprendere fiato, mentre la ferita all’ala si stava rimarginando, ora il terrore di incrociare di nuovo quel demone si fece spazio in lui, ben consapevole fosse al di sopra delle sue capacità, inoltre non era nemmeno nella natura di Aziraphale attaccare qualcuno, fino ad ora aveva solo difeso degli umani, senza però ferire mai. 

Per un momento pensò che, se quella lancia avesse centrato il petto.. non avrebbe più rivisto Crowley per chissà quanto tempo.


Fu un racconto al di fuori della realtà, quasi. Certo Aziraphale non poteva sapere in che tipo di creatura era incappato, ma Crowley certamente si. E la cosa lo spaventò.
I Perduti erano quella categoria di dannati esiliati dal Paradiso, che non conservavano più alcun tratto, alcun valore né alcuna qualità di chi erano stati prima di Cadere. Non più disgraziati, ma creature immonde e laide nell’animo. Carnivori che si nutrivano della stessa sostanza in cui si erano trasmutati, dolore, violenza, disperazione e atrocità. Il loro spirito cambiava così tanto sino a trasformarli in bestie simili a Satana stesso, le loro ali non avevano piume, le corna erano più dure del diamante, e gli occhi con cui guardavano il mondo e il resto delle creature vividi e spaventosi come la lava dell’Inferno stesso.
Ma finora nessuno era emerso in superficie. E poi, Crowley non ne aveva mai visto uno. Essi si aggiravano nei cerchi prossimi al Principe dei dannati, come le bolge dei fraudolenti o dei traditori.
Il viso di Crowley era tirato in una maschera allarmata, ma al momento non poteva rimuginarci. Adesso doveva solo portare Aziraphale laddove avesse potuto riposare e rimettersi in sesto, poiché lui essendo un demone, non aveva alcun potere curativo nei confronti di un angelo. E la cosa non faceva che attorcigliargli le viscere ancor di più. Doveva informarlo della portata del problema, Aziraphale non si sbagliava a sentirsi in pericolo.
«Vieni, ti porto nella mia residenza. Ti presenteremo domani i teologi di Egbert.» Il demone Crowley ripulì entrambi dell’oro sanguigno che aveva fortunatamente smesso di sgorgare dalla ferita, e lo aiutò a camminare sino a quando non furono a Corte.
La stanza di Crowley era ben arredata. Vasi ricolmi di piante, compresa la Stella Egiziana, adornavano tutto il perimetro dell’abitazione, tutte in fila l’una accanto all’altra adiacenti alle pareti. Un grosso letto avvolto da tende velate color cremisi che scendevano dal soffitto. Un tavolo che occupava quasi tutta la stanza, sulla quale vi erano posti perlopiù trofei di guerra, e quello che poteva sembrare uno spazio morto, colmo di oro e di vesti.
Crowley adagiò l’angelo sul letto, e corse a prendergli dell’alcol diverso dal vino, che potesse alleviare il dolore, e degli intrugli che i druidi e i medici del tempo impastavano come sostanza lenitiva. Era l’unica cosa che poteva fare per assisterlo. 

 

Aziraphale si lasciò guidare da Crowley, ed una volta nella residenza si avvolse tra le sue coperte, godendosi la morbidezza delle lenzuola e.. il profumo. Accettò di buon grado gli intrugli di Crowley, anche se non avevano proprio un buon sapore.
«Grazie.» l’espressione dell’angelo era più rilassata, finché non si rese conto di essere davvero nel letto di Crowley. Il letto.

«Ti prego, dimmi che le lenzuola sono pulite e immacolate. Altrimenti dormirò fuori nel bosco.» borbottò Aziraphale guardandosi intorno, conoscendo i passatempi del demone. Ma doveva ammetterlo, quel posto non era affatto male, vide la sua Stella Egiziana in salute e sorrise, si sarebbe dilettato a studiare i Sassoni e la loro cultura, prima però doveva calmarsi e riprendersi.
«Ugh, falla finita! Certo che sono pulite!» Replicò il demone bruscamente con l’aria infastidita, e fece per chiudere i tendaggi intorno al letto. Lasciò solo uno scorcio in modo che i due potessero guardarsi.
«Domani staremo in piedi tutto il giorno, quindi vedi di riposare. Io trovo una sistemazione qui nei dintorni, e domattina verrò per controllarti.»

 

Aziraphale si lasciò prendere dall’agitazione, l’idea di stare tutto quel tempo da solo dopo ciò che era successo.. 

«NO! DORMI QUI!» urlò l’angelo imperativo, mordendosi le labbra e cercando di mantenere un contegno.
«Voglio dire.. non qui con me, non nello stesso letto.. però non andare via, puoi dormire per terra, sul tavolo, oppure ti trasformi in un pipistrello e dormi sul soffitto? Però resta.» chiese l’angelo cercando di nascondere il proprio volto con le lenzuola.
«Non avrei dovuto raccontarti dei Vampiri, a te.» Il demone si massaggiò la fronte al centro delle sopracciglia, a testa bassa, e sospirò gravemente. Era sensato che l’angelo avesse paura, ma.. dal suo punto di vista, tendeva a diventare l’emozione che sentiva quando era tanto, troppo forte. E il demone non era mai stato conosciuto nel corso dei millenni trascorsi come colui che spiccava di pazienza tra le virtù umane. Crowley richiuse le tende e a poco a poco sparì, e optò per la soluzione migliore.

Lentamente, un sonaglio risuonò. Era semplicemente un avvertimento a non spaventarsi ulteriormente, prima che un rettile del deserto mediamente lungo salì il letto fino a raggiungere i piedi di esso, e acciambellarsi nascondendo il volto tra le pieghe del corpo. 

Aziraphale rimase sorpreso, non si aspettava quella soluzione ma era un’ottima alternativa, tuttavia.. non era ancora del tutto soddisfatto. L’angelo prese la forma serpentesca di Crowley e lo appoggiò con un piccolo tonfo sul cuscino accanto al suo. Era da tanto che non lo vedeva in quella forma.
«Qui è perfetto, bella idea.» disse mentre con uno schiocco di dita cambiò veste e indossò una camicia da notte di seta azzurra ricamata in argento, sorseggiò una delle bevande che il demone aveva preparato prima di accoccolarsi, sorridere al serpente non molto lontano da lui, e chiudere gli occhi, ora si sentiva davvero al sicuro. 

Non fosse che, per il povero serpente sarebbe stata una.. dolce tortura? Perché il sogno di Aziraphale fu agitato, e non riuscì a fare a meno di muoversi, e stringere a sé Crowley.
Se solo non si fosse.. avvicinato a quell’angelo nel corso del tempo, lo avrebbe avvelenato a morsi. Gli stava rendendo la notte impossibile, eppure, se dapprima era rimasto sorpreso e sconcertato dal gesto dell’amico e successivamente irritato, non poteva non ammettere dentro di sé quanto stare vicino al volto addormentato di Aziraphale, e stretto al suo corpo, gli facesse bene.
Tutto sommato non fu poi una notte tanto brutta, nonostante la paura nel cuore dell’angelo e la preoccupazione nella mente del demone.

 

Nonostante il sonno smanioso di Aziraphale, egli dormì benissimo come non gli capitava da forse un secolo ormai. Il sole sorse, i raggi dell’alba filtrarono nella stanza e l’angelo lentamente si svegliò.. ritrovandosi letteralmente avvinghiato al serpente, la mano avvolta in una delle spire, il suo muso a pochi centimetri dal viso. Aziraphale scattò su di soprassalto spingendo via il serpente, che finì giù dal letto.
«Che ci facevi avvinghiato a me?! Sei proprio un.. un pervertito, Crowley! Persino da serpente!» gli disse, coprendosi con le lenzuola, come se Crowley lo avesse spiato in quella forma. Il serpente aveva appena finito di rotolare su se stesso sul pavimento quando Aziraphale lasciò l'ala notte dell'appartamento inglese. Un risveglio alquanto brusco.
L’angelo aveva il volto rosso. Era un serpente, sì, ma era pur sempre Crowley, e il corpo era sul suo fino alle gambe..
Oh cielo, che imbarazzo, perché ho dormito qui?!” 

 

Crowley si tramutò sul pavimento stesso nella sua figura antropomorfa, tenendosi il retro della testa con una mano. Restò lì, ed anzi si stese osservando il soffitto.

Come era possibile al mondo che fosse sempre colpa sua? Soprattutto, perché non gli rispondeva mai? 


                                         
                                                       


La corte nobiliare di Wessex era interamente riunita quella mattina, nella Cattedrale di Old Minister, nel Winchester. A parte uno, tutti e sei i regni che componevano quello che in futuro sarebbe stata l’Inghilterra come la si conosce ai giorni d’Oggi, avevano accettato il giovane Egbert come sovrano.
I Cavalieri del regno e le loro eleganti e possenti armature costituivano la splendida cornice di quella cerimonia, e a seguire tutta la House of Lords, Crowley compreso. Nel tempo aveva acquisito, non senza un discutibile seppur sorvolabile miracolo demoniaco, il titolo di Conte. Earl of Winchester, per la precisione.
Il demone presenziava in prossimità dell’altare assieme ai Duca, ai Marchesi ed ai Baroni con le rispettive moglie ed eredi, evidenti e “presunti”, come si soleva dire per un secondo figlio maschio, fiero e spinto dall’amicizia col padre del ragazzo che stava per l’appunto, sostituendo il defunto genitore.
La borghesia era in festa, chiunque a modo proprio fuori le porte delle abitazioni o nelle botteghe dei negozi aveva affisso un qualcosa che celebrasse il sovrano, e all’interno della chiesa, le genti dell’alto ceto sociale appartenenti al popolo assistevano dalle loro panchine in legno scuro, in religioso silenzio. Quelle cerimonie gli piacevano.
La nobiltà in generale gli era vicina, peccando di presunzione forse, era comunque il posto nella quale si sentiva più appartenente, al centro del prestigio. Dopotutto ai tempi d’Oro della sua stessa esistenza, era stato un Arcangelo. Certo, forse un po’ outsider per gli standard, e quella era una caratteristica che tutt’ora teneva. Crowley non era di certo una persona ordinaria, ma non si poteva certo dire che non sapeva stare tra la gente. Di qualsiasi portata.



Il lungo mantello rosso calava finemente lungo la sua figura longilinea sino agli stivali in pelle, lo stemma della Corona all’altezza del petto a sinistra ove il manto era tenuto assieme. Il serpente sulla tempia perfettamente in vista, e solo e soltanto lui aveva gli occhi coperti dagli occhiali scuri, o da qualsiasi altro tipo di occhiale. Dalla sua posizione non poteva vedere che dinanzi a sé, era considerato poco educato voltarsi alle spalle, per cui, per un paio d’oro non poté incrociare lo sguardo dell’angelo.
Quando l’Arcivescovo posò la pesante corona sul capo del sovrano e l’incoronazione fu completa, Crowley applaudì con tutti gli altri, con vigore ed energia. La cerimonia fu meravigliosa, degna di un Re della sua portata.
Lunga, forse noiosa per i canti e i versi a dir poco distesi.
Ed i festeggiamenti a Palazzo iniziarono. 

 

Di certo Winchester ed i Sassoni suoi abitanti avevano un certo fascino, le architetture e gli abiti erano degni di nota, inoltre la loro lingua risultava melodiosa e piacevole.

Aziraphale si vestì di abiti eleganti ma non eccessivamente lussuosi, un misto tra l'oro e il bianco, i capelli biondi erano ben pettinati all'indietro e indossò un berretto, con qualche ricciolo che gli ricadeva sul viso. 

Si presentò come il Signor Fell Magnus di Atene, quindi uno straniero, amico di un certo demone che si era fatto strada nella nobiltà inglese. Aziraphale guardava ogni dettaglio e osservava i nobili, ma non era quello il suo ambiente. Non gli ci volle molto a percepire l'avidità, la lussuria e la corruzione che aleggiava tra molti di loro. La vita di Aziraphale era spesa nel contesto dei filosofi, degli artigiani, degli studiosi, persone certamente più umili. 

 

I festeggiamenti si svolsero in un grande salone pieno di arazzi e con grandi tavole imbandite con tanto di quel cibo che all'angelo si illuminarono gli occhi. Crowley gli presentò diverse persone ed i nobili del paese, ebbe modo di parlare degli argomenti più disparati, e molti rimasero sorpresi di vedere come quello straniero fosse preparato su qualsiasi argomento gli si proponesse. 

Molto più di tanti membri che si professavano "esperti" di certe tematiche. Tuttavia Aziraphale non amava essere al centro dell'attenzione, così si mise da parte come osservatore (non senza spiluccare e bere).

Osservò Crowley nel suo elemento naturale, si muoveva con naturalezza e sinuosità proprio come l’elegante rettile che era, sapeva cosa dire e come dirlo, lo trovò estremamente affascinante.. fu felice di notarlo così a suo agio, così soddisfatto. Almeno finché non si palesò un gruppo di dame che continuavano a stargli attorno per attirare la sua attenzione. Dopotutto era ovvio, lo consideravano un buon partito.. di certo Crowley avrebbe avuto da divertirsi a lungo in quel Regno.

Aziraphale distolse lo sguardo un po' infastidito e stranamente intristito, anche se non lo avrebbe mai ammesso era così da sempre.. dai tempi di Roma; Crowley sarebbe sempre stato circondato da umani di ogni tipo e Aziraphale sarebbe sempre stato messo in ombra, avrebbe potuto pettinarsi, e vestirsi bene quanto voleva, ma non sarebbe mai stato gradevole d'aspetto. Non come quelle dame di certo.

 

Tra i nobili ebbe modo di parlare con il Barone Robert Huntingdon, appassionato di testi sacri, arte, filosofia. Il Barone fu stupefatto nel constatare la vasta conoscenza di Aziraphale del mondo greco, della letteratura e della teologia. Parlarono molto a lungo, l'uomo aveva un chioma di capelli mossi castani e biondi, due occhi verdi come un prato estivo e la pelle chiara, un uomo gradevole, colto, gentile e affabile.

«Si vede che avete viaggiato molto signor Fell, siete un pozzo di conoscenza e informazioni,  il vostro aiuto sarebbe molto gradito all'Abbazia di Winchester, vede stiamo traducendo testi dal greco antico.»

Disse il Barone agitando il suo bicchiere.

Aziraphale accennò un sorriso imbarazzato, era sempre così quando riceveva complimenti.

«La ringrazio Barone, sarò felice di aiutare, mi fermerò qui per un po'. Voglio imparare di più sul Wessex, so che avete tanti testi e miniature che non hanno nulla da invidiare ai franchi.» commentò l'angelo.

«Avrete sicuramente pane per i vostri denti, allora nei prossimi giorni vi aspetto all'Abbazia, dovete percorrere la via principale e salire un po', la vedrete subito.»

 

Aziraphale annuì interessato, e spese molto tempo a parlare dei filosofi greci.

Calato il sole l'angelo si era già seccato di quell'ambiente, nonché della falsità di molti nobili. Inoltre, non aveva voglia di vedere il modo in cui Crowley -seppur involontariamente, o per semplice mansione lavorativa- seduceva mezza corte inducendo in tentazione, così si avviò all'uscita cercando di passare inosservato mentre brindisi e omaggi e grida gioiose acclamavano il Re. Le uniche persone al di fuori della House of Lords erano gli accompagnatori, i sudditi non erano certamente invitati a quel tipo di evento. Loro avrebbero incontrato il loro condottiero nel corso dei giorni a venire durante le sfilate e i discorsi al popolo nelle piazze più importanti. Forse, Aziraphale non sapeva o semplicemente non si era reso conto, sapendo i sassoni essere uno straniero, che si stava godendo quel luogo di festa era perché il Conte di Wessex aveva garantito per lui come suo più uno. Il demone sapeva, o quantomeno immaginava che al suo amico avrebbe fatto piacere confrontarsi con un popolo nuovo, con altre menti e con altre visioni, su tutto ciò che lo aveva appassionato durante la permanenza sulla terra. Purtroppo però Crowley era parte dell'Élite, e non poteva che porgere i saluti a tutti gli altri membri, e per questo dovette separarsi dall'angelo. Non pensava però che una volta ritornato al banchetto di Aziraphale non vi era traccia.

 

Il Barone seguì quello strano e affascinante personaggio che era Aziraphale al di fuori della sala, e gli si affiancò.

«Ditemi signor Fell Magnus.. siete come il vostro amico Conte di Winchester? A Corte è risaputo che è a dir poco complesso entrare nelle sue grazie, difatti nessuno si può dire essere suo amico. Non è un uomo molto socievole, anche se non è di certo solo.»

Alluse il Barone, avendo anch'egli visto come le figlie del Vassallo e del  Marchese, e dei Duca cercassero ogni tipo di pretesto per avere un contatto con lui. Il Barone porse ad Aziraphale un bicchiere.

«Come mai è venuto da così lontano come la Grecia per assistere alla presa al trono del nostro Re?» 

Aziraphale non si aspettava che il Barone lo seguisse fuori dalla sala, tuttavia non poté di certo ritrarsi dal conversare con lui.
L'opinione di Crowley del barone lasciò Aziraphale un po' interdetto, cosa poteva dire? 

«Mi ritengo una persona affabile e incline alle amicizie. Il Conte, beh.. è riservato, ma gentile, non siamo propriamente amici, conoscenti direi.» 

Non erano propriamente amici.. lo stesso Aziraphale non sapeva ancora definire quel rapporto.
«Mi piace viaggiare, non resto mai fermo in un luogo.. queste regioni hanno molto da offrire a livello artistico e culturale, vado dove ci sono nuove cose da imparare.» disse poi per spiegare la sua presenza nel Wessex, sperando bastasse. La sera era ormai calata e faceva un po' fresco, tuttavia le stelle nel cielo regalavano uno spettacolo affascinante. 

Il Barone gli propose un breve giro della Capitale e Aziraphale accettò di buon grado, Sir Robert si dimostrò un'ottima guida, gli mostrò le architetture religiose e i giardini, e l'angelo s’innamorò molto velocemente di quella città. 

«Mi sembra che Winchester sia di suo gusto, Signor Fell.» gli disse il Barone con un sorriso. I suoi occhi verdi sembravano illuminarsi sotto la luce lunare, Aziraphale li trovò quasi magnetici.

«Sì, mi piace, l'architettura è interessante e.. mi piacciono i questi paesaggi, sarò felice di aiutare l'Abbazia. Tempo fa lavorai in una biblioteca in Egitto.»
Il Barone si mostrò interessato al suo lavoro, e Aziraphale gliene parlò ancora.

Le luci delle lampade in città cominciarono a spegnersi, così Aziraphale fece ritorno alla residenza di Crowley, chiedendosi cosa vi avrebbe trovato.. ma aveva già deciso, l'angelo aveva trovato una locanda in cui alloggiare temporaneamente, non voleva guastare i divertimenti del demone, si stava giusto recando da lui per dirglielo.

Gli occhi demoniaci del suo collega lo avevano seguito solo fino a un certo punto qualche ora prima; e poi, con un'espressione delusa e indispettita ed un verso arrogante, era ritornato dentro la sala ove il ricevimento continuava indisturbato. 

 

Gli alloggi dei Signori non erano molto distanti dal Palazzo reale, tutto era strutturato strategicamente perché nessuno dovesse disturbarsi più del dovuto per raggiungere la sede dei propri doveri nobiliari, e ciò definiva infatti il quartiere patronale di tutta la regione. 

Questo comportava anche un dettaglio importante, tutti sapevano esattamente chi risiedeva e dove. 

A tarda sera, quando ormai tutti i vicoli del paese erano bui Crowley tornò in carrozza con alcuni membri della cerchia imperiale, e raggiunse l'ingresso della sua abitazione. Tre dame erano lì, i boccoli perfettamente acconciati, le labbra rosse e il viso pallido, le gote colorite come gli occhi e i loro corsetti stretti. I ventagli sventolavano dinanzi i loro visi puliti e signorili nonostante fuori non ci fosse esattamente una temperatura mite. Educatamente e con un sorriso più divertito che altro, Crowley le salutò con un mezzo inchino e un movimento della mano. Era chiaro che a loro piacesse essere corteggiate, ma il demone quella sera scelse semplicemente di godersi il piccolo e innocuo giochino di scambio di battute, quando Aziraphale tornò. 

Allora, si congedò momentaneamente, percorrendo a grandi falcate la distanza che lo separava dallo straniero. 

«Ti hanno mai detto che la città è meglio se vista di giorno?» le palpebre del demone si assottigliarono.

«Dopo che ti ho invitato apposta per farti conoscere la Corte, ad un evento del genere, sarebbe bello che mi avvertissi quando intendi sssparire

«Il Barone Robert mi ha invitato ad una passeggiata in città, non potevo rifiutare, un uomo molto colto. Inoltre non ti vedevo, eri molto.. impegnato, e vedo che la compagnia non ti manca.» disse guardando le tre fanciulle togliendosi il berretto per salutarle educatamente.
«Ho trovato una locanda dove alloggiare, grazie per l’ospitalità, buonanotte.» Aziraphale cercò di sembrare affabile, anche se dentro di sé alloggiava una tempesta all’immaginare come il demone avrebbe passato la notte, ma dopotutto.. non poteva dirgli nulla, era nella sua natura.
L’angelo accennò un sorriso, facendo per girarsi e andarsene.

 

«Gli uomini colti di cui ti sarebbe dovuto interessare erano quelli dentro la sala del Trono, quelli che ti avrebbero parlato di tutte le idiozie che ti piace sentire, sono loro le menti più brillanti del paese.» il demone alzò il tono della voce di rimando.
Forse, erano due o tre i motivi per i quali il demone stava perdendo le staffe in quella maniera. La prima era che aveva garantito alla corte la presenza di un uomo dall'intelletto sopraffino, e tale uomo era improvvisamente scomparso. La seconda era che aveva completamente dimenticato il fatto che si era proposto egli stesso per illustrargli le meraviglie del Wessex e dei suoi luoghi l’indomani.. e la terza era che odiava dal profondo della sua anima, quando l'angelo si permetteva di decidere al posto suo cosa gli sarebbe piaciuto fare e cosa no. Detestava lui e la sua vocina indisponente, il suo tono e il modo in cui arricciava le labbra e le sopracciglia, quando lo giudicava anche per quello che non aveva fatto. 

Aziraphale si bloccò, girandosi piuttosto sorpreso di sentirlo parlare in quel modo.
«Non alzare la voce con me, Crowley.» disse l’angelo con un tono di voce serio e grave.
«Non so davvero perché tu ti sia preso la briga di inserirmi tra quelle persone. Non sono come te, non amo quegli ambienti, sono ricolmi di falsità, avidità. Non mi sento a mio agio fra loro, non è da loro che voglio imparare. Io ascolto la gente più umile, gli uomini di fede nelle Abbazie e le loro scuole, persone che possono darmi un punto di vista autentico, non veicolato dal potere.» si spiegò Aziraphale stringendo i pugni.
«Ah, sì, perché tu sei il Santo, e sono solo quelli che conosci tu che sono degni di nota.»
«Oh, che sciocchezza! Nessuno ci impedisce di visitare il paese domani come ci eravamo accordati, con la luce, non vedo perché scaldarsi tanto! Tu passi tutte le tue serate in compagnia, non vedo perché non posso farmi una passeggiata in giro.»
«Beh. ‘Notte.» il fastidio era presente nei propri monosillabi, mente si allontanava raggiungendo le dame di corte.

«Come se potesse riconoscerla la falsità, quello.» ovviamente, nessuna di loro comprese la momentanea crisi di nervi. 

Certo era giusto, nessuno poteva impedirgli ne tantomeno fargli pesare tanto l'essere uscito a fare due passi, così come non era compito né facoltà di nessuno criticare il suo modo di passare le notti, eppure, Crowley non lo aveva mai lasciato quando Aziraphale era presente.
Angustiato e ribollente, invitò le ragazze a entrare.
Era davvero stufo delle trovate di quell’uom- di quell’angelo. Alle volte, Crowley si chiedeva se fosse veramente così duro di comprendonio, se interpretasse le cose perché Dio aveva montato nel corpo che abitava il cervello al contrario o solo perché era davvero stupido, o molto più probabilmente perché tutto era tranne che puro e ingenuo e si divertiva a provocargli l’exploit che lo rendeva il cattivo della situazione. Ad ogni modo, lo mandò in un posto che non voleva davvero che lui vedesse mai, e come poche, pochissime volte aveva fatto nella vita, quella sera consumò uno dei rapporti più poco cavallereschi della propria vita terrena. Non si curò nemmeno per un secondo del bisogno degli umani con cui si stava intrattenendo, si concentrò soltanto su se stesso e sul modo in cui incanalava la rabbia, in uno sfogo puramente personale ed egoistico.
Non ne andava molto fiero, ma al diavolo anche quello per stanotte.

 

Aziraphale si diresse adirato alla locanda, pagò la stanza, si spogliò e si distese sul letto. Tuttavia fu molto difficile per lui prendere sonno, e si rialzò.

Fa l’offeso quando passa la notte non con una, ma con tre donne! E sgrida me per aver fatto un giro col Barone! Roba da matti!” si disse l’angelo tra sé e sé sistemando nervosamente i vestiti.
Non importa che io ieri sia stato quasi ucciso, no, pensa alle damigelle dai boccoli d’oro!” sbottò, sospirando innervosito.
Non dovrei stupirmi né aspettarmi nulla da lui, è un demone, io un angelo.. un noioso angelo.” pensò guardando il suo riflesso allo specchio, i capelli ormai spettinati e il volto rigato da una lacrima dorata.

Voleva odiarlo, con tutto sé stesso, ma la verità è che gli mancava tremendamente. Si rimise a letto e si avvolse nelle coperte, non c’era nessun serpente questa volta, era da solo, un po’ di angoscia si fece strada nel cuore dell’angelo, mentre si addormentava.

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Salve a tutti, con una novità!
Non solo abbiamo deciso di portare avanti una Long alla POST S2; ma stiamo anche scrivendo una AU a tema PIRATI, che non appena sarà a metà pubblicheremo!
Che dire, con questi due l'ispirazione ci mangia. Non vediamo l'ora di condividere tutto quanto con voi, grazie un milione di volte per il vostro supporto.
A presto!
   
 
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