Libri > Good Omens
Segui la storia  |       
Autore: Longriffiths    19/09/2023    1 recensioni
Gli angeli sono sempre rilucenti anche se il più rilucente fra loro è caduto; se le più turpi cose assumessero il volto della grazia, la grazia resterebbe sempre grazia;
-William Shakespeare, Macbeth, 1606
------------
Molto rispetto al loro passato ci è naturalmente sconosciuto, e ci basiamo soltanto sui loro fugaci incontri per fantasticare sul come e sul quando siano effettivamente diventati amici. Ma c'è davvero un momento preciso? E sul loro futuro, sul come e quando si sono innamorati, forse, ne sappiamo ancora meno.
Insomma come ha preso Crowley la fissa per le piante? Perché Azi è così tanto attaccato ai suoi libri?
Tutto andava ricostruito, ed è ciò che noi abbiamo fatto partendo dall'antica Grecia.
-Una storia di Giulia e Arianna.-
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


“I tempi bui; la Rinascita dell’anno Mille” - Basso Medioevo.

                     

Mala tempora currunt (sed peiora parantur);
Corrono tempi cattivi (ma se ne preparano di peggiori).


1000 d.C; 

Il demone Crowley si era ritirato in Germania dopo l’ultimo secolo trascorso, e ne aveva passato un altro interamente a dormire.
Si era trovato una fossa abbastanza accogliente, che aveva poi miracolato perché nessuno potesse trovarlo, perché nel tempo non corresse rischio di andare in rovina, perché niente gli accadesse.
Aveva scelto di chiudere gli occhi ed abbandonare tutto, tutti i suoi doveri.
Era diventato tutto troppo asfissiante, troppo serio. Tutto troppo ingestibile.
Era curioso se si pensava al fatto che avesse affrontato cose ben peggiori, e che forse i momenti di crisi sarebbero dovuto sopraggiungere in specifiche ere addietro, eppure sentiva di dover evadere, poiché troppo coinvolto emotivamente in troppi frangenti che costituivano ormai la sua vita.
E allora, si era risvegliato dal lungo letargo solo cento anni dopo, quando il mondo era in procinto di affrontare l’epoca più violenta, più dura, più incredibile in quanto di più pessimo potesse esistere. Crowley aveva sempre condannato a mani basse gli esseri umani, secondo lui erano tutti peccatori. Bastava uno sguardo affinché si tuffassero senza neanche togliersi le vesti nella laguna di persuasione che dava loro. Tutti prima o poi si rifugiavano in qualcosa che gli dava la possibilità di stare fuori dai loro problemi, dalle loro responsabilità, per poi ritornare come agnellini pentiti in cerca di remissione quando erano soddisfatti della scappatella dalle regole e dalle virtù. Era questo che li differenziava da lui; l’ipocrisia.
Ma dovette anche ammettere a se stesso, che aveva studiato un unico lato di loro nei quasi cinque millenni addietro. Era ora, forse, di appassionarsi a qualcosa che gli umani creavano di positivo.

Quegli anni, come accennato, furono culla di importanti invenzioni, notevoli svolte che cambiarono le sorti dei popoli e del loro stile di vita.
Invenzioni come i mulini ad acqua, come i telai, come gli aratri; l’agricoltura non era mai stata così prospera.
La costruzione delle abitazioni cambiò di struttura, e le case erano più stabili, meglio impalate. Era bello vedere il modo in cui le civiltà si evolvevano trovando anno dopo anno soluzioni che potessero migliorare il lavoro e la routine, e se proprio Crowley doveva peccare anche in quel caso, ciò di cui s’innamorò per modo di dire umano, ciò a cui incominciò ad appassionarsi in giro per il mondo, era l’Astronomia. Antica e prima scienza naturale risalente alla Mesopotamia del 2700 a.C;
Il demone Crowley non era solito alzare gli occhi al cielo stellato, da quando abitava la Terra. Brutti ricordi inondavano la sua mente ultraterrena, quelle stelle non erano altro che un trofeo messo a prendere polvere, poiché la persona che le aveva create, che avrebbe dovuto curarle, non c’era più. Esse erano soltanto come dei soprammobili lasciati su un tavolo infinito, e abbandonate in una casa inabitata. E si odiava ancora per averne perso la potestà, ma non poteva che sentire una scintilla di orgoglio ogni volta che vedeva un essere umano guardarle ammaliato, rapito, come se cercasse di comprendere lo spettacolo in realtà incomprensibile davanti ad egli. Sorrideva quando gli umani cercavano di unire i punti gassosi a miliardi di chilometri di distanza associandoli a figure oggettistiche o animali. Sapeva che le avevano studiate, ma non aveva mai voluto approfondire. Forse era arrivato il momento.
Il demone allora si recò proprio a Babilonia, cercando di risalire ai primi testi che tentavano di classificare le stelle, la loro posizione, avevano addirittura diviso il Cielo, l’intero Cosmo a loro presente, in zone e in parti. Come se fosse possibile una cosa del genere. Non avevano che aggrapparsi a Dio o alla loro fantasia in fin dei conti, e Crowley glielo perdonò. La stupidità non era un peccato, era solo una sfortuna. Era la prima volta che leggeva un libro per piacere personale. Se doveva essere onesto, erano più le risate che gli suscitavano quelle righe.. Alpha Centauri.. che razza di nomi si inventavano. Fantasiosi, questi umani.

 

Si stavano avvicinando tempi molto strani, da una parte colmi di luce: il progresso agricolo ed economico era decisamente senza pari, Aziraphale girava per le città e vedeva sempre più persone in giro, notando la netta differenza rispetto ai secoli scorsi. La congregazione cluniacense fu un’interessante novità nel panorama religioso, le architetture di questi ordini erano a dir poco grandiose, l’angelo aveva assistito ad una parte della costruzione dell’abbazia di Cluny, si trattava di ordini molto ligi al dovere, umili, aiutavano i bisognosi e avevano un’organizzazione interna mediamente democratica, con un’Abbazia che “controllava” che le altre facessero il loro dovere. Le tecniche edilizie e architettoniche migliorarono, la Chiesa stava costruendo cattedrali sempre più maestose, volutamente maestose, per sottolineare la gloria di Dio.. gesto sicuramente apprezzabile, tuttavia non è nel lusso che si trova Dio, ma nell’umiltà e nel dare sostegno ai deboli, concetti che la Chiesa cattolica non sembrava comprendere a pieno, la Chiesa stava andando sempre di più verso la corruzione, l’avidità.. e Aziraphale era molto preoccupato. Passo un secolo a salvaguardare e indirizzare vescovi, preti e fedeli. Erano anni di grande sperimentazione per le costruzioni, si arrivò ad abbandonare la tradizionale copertura lignea per porre una volta in pietra sopra l’aula del sacrificio eucaristico, di qui partirà il motore di quella che in futuro venne definita “architettura romanica”.

 

L’angelo si trovava più a suo agio tra i monaci benedettini o cluniacensi, il loro stile di vita dedito alla preghiera e all’umiltà era molto vicino ai dettami di Dio. 

Certo Aziraphale, volendo, era un po’ menzognero, lui stesso era già caduto nel peccato di gola, tuttavia si dilettava e s’impegnava per evitare che gli altri vi cadessero come aveva fatto lui.
Non è colpa mia, ma sua, di quel demone..” si ripeteva spesso mentre provava una sorta di invidia nell’osservare il modo in cui i monaci erano così dediti al resistere alla tentazione, nel mangiare poco ed evitare l’alcol.
Molti manoscritti e incunaboli venivano prodotti nelle Abbazie e scuole di scrittura, l’arte della miniatura medievale era un campo che affascinava molto Aziraphale, di fatto collezionò molte opere nel corso del tempo, anche quelle di campo arabo e orientale. Era da un po’ di tempo, però, che non vedeva né sentiva Crowley con la stessa regolarità di un tempo.
Ne avevano passate tante nella loro esistenza, il loro rapporto era complicato da descrivere, amici? Potevano essere davvero amici, un angelo e un demone? Crowley gli aveva a piccoli passi dimostrato che forse non era una follia, gli aveva salvato la vita. Si erano fatti persino dei regali. Avevano litigato, amavano discorrere, si tenevano aggiornati sulle loro vite e le loro scoperte, niente che due amici umani non facessero. Tuttavia vivevano decisamente in modo diverso, e comunque a discapito di questo avevano persino deciso di collaborare. Quando Aziraphale scriveva sul proprio diario, sembrava evitare volutamente l’argomento poiché non sapeva dare una definizione di quel rapporto, della mancanza che sentiva, della confusione, delle domande, dei momenti vissuti e dei ricordi. 

Al di là di tutto, non potevano permettersi il lusso di decidere cosa provare, ma era davvero possibile controllare le emozioni, i sentimenti? Aziraphale aveva una conoscenza immensa, eppure quegli argomenti gli rimanevano oscuri nonostante i secoli vissuti tra gli umani.. perché i sentimenti tra gli umani erano diversi, non si potevano paragonare alla loro condizione. 

Per quanto fosse confuso, per quanto volesse rimanere cieco (forse perché affrontare la realtà era troppo complesso), Aziraphale sentiva la mancanza di quel rettile indisponente.
 

Si può sapere dove sei finito? Ti ho mandato una colomba ma è tornata indietro. 
Non fare scherzi, se ti sei nascosto di sicuro ti troverei.

-Stella Egiziana

Suddetta colomba quella volta non dovette ritornare da dov’era venuta.
Eppure quando trovò Crowley che destatosi dal suo letargo si era recato in Cina, sembrò guardarlo con aria di rimprovero. Il demone dovette cacciarla via più volte per convincerla a portare il suo messaggio ad Aziraphale, ma ella si decise a lasciarlo soltanto dopo che la creatura satanica le accarezzò ben bene il dorso e le penne, e dopo averle dato in premio -in scusa, Crowley sospettava- del riso prima inumidito, e poi gonfiato col calore del fuoco fino a diventare soffiato. Che cosa aveva da guardarlo in quel modo quell’uccellaccio, non ne aveva idea.
Un paio di volte aveva creduto che Aziraphale resuscitasse sempre la stessa colomba nei secoli dei secoli, poi si diede del pazzo e si decise a posare tutte le carte che stava esaminando.

“Ma tu lo sapevi che gli umani contano i giorni in base alle mie stelle?

P.s: Sarò in Grecia la settimana prossima, a studiare Anassimandro. E’ quello che ha messo un palo su una ruota con dei buchi e ha capito a che altezza si trovano il sole e la luna dall’ombra. Quello che ha capito che ruota tutto attorno a un asse.. qualcosa del genere.”

Con questo non voglio dire che hai ragione sui Greci, scrisse, ma poi scarabocchiò a regola d’arte.
Era stato in Egitto nel corso di quell’anno.. aveva apprezzato il meraviglioso ingegno del popolo. Crowley trovava gli Egizi il popolo più straordinario che era vissuto, a suo tempo. Certo, rude, superbo.. molto, molto peccaminoso in termini di religione ma, tutto sommato gran parte delle intuizioni e delle scoperte apparteneva loro. E poi, le Piramidi.
Gli Egizi avevano scoperto che ogni determinato periodo di pleniluni diluviava, e avevano imparato a basarsi su quelle notti per la raccolta dell’acqua. E avevano così inventato il calendario lunare estremamente preciso, che contava trecentosessanta giorni a cui poi in Cina dov’era adesso ne avevano aggiunti altri cinque.
Crowley era senza fiato. Niente lo aveva mai appassionato così tanto come l’osservazione dei grattacapi logici e delle processazioni delle creature di Dio nel fare della sua Creazione una guida per la navigazione, per i raccolti, per la conta degli anni. Era a dir poco affascinato. Lui aveva solo tappezzato l'Universo in modo che la sua Nebula fosse.. bella, e ampia.
Ed era impaziente ed eccitato di condividere tutto con Aziraphale. Voleva che sapesse. Voleva che condividessero ancora il manto del Cosmo, come piaceva a lui stavolta. Stavolta avrebbe ascoltato l’angelo.
L’angelo rimase a dir poco.. stupefatto dal messaggio di Crowley. Per un momento pensò l’avesse scritto da ubriaco o che fosse nei guai, eppure era tutto autentico. Crowley stava studiando qualcosa, qualcosa che non fosse un sotterfugio, una strategia, l’intimità di una donna, di un uomo o il fondo di una bottiglia.
Incredibile. 
Aziraphale non poté che essere felice nel vedere l'entusiasmo nei suoi occhi, quel giorno che s’incontrarono. 

Per un momento, sai, mi è sembrato l’angelo che ho conosciuto, ho rivisto quella stessa luce negli occhi che… che mi era mancata tanto, che ho sempre amato[dal diario di Aziraphale].

Il demone Crowley sapeva che l’implicito invito sarebbe stato colto, e infatti, sette precisi giorni dopo erano seduti ad un tavolo con decine e decine di appunti del demone e di testi e mappature interamente disegnate a mano dei terrestri. Crowley gliele indicò come un bambino quando comprende per la prima volta come mettere le figure geometriche nella giusta buca di forma analoga.
«Tu capisci, angelo? Capisci che cosa si sono inventati? Io ho solo fatto fare kaboom e loro adesso ci campano, costruiscono un puzzle. Costellazioni, traiettorie.. devo fartele vedere fuori, stanotte.»

 

L’angelo ascoltò tutto con pazienza, sorridendo di tanto in tanto e provando a ricordare se aveva mai trovato testi sullo studio delle stelle. Di sicuro c’era qualcosa, bastava cercare bene.
L’invito a guardare il cielo lo colse di sorpresa, sarebbe stato come quando si erano conosciuti?
«Sarò felice di vedere le stelle, Crowley.» rispose l’angelo sorridendo. «Finalmente ti sei appassionato a qualcosa, sono contento, sarò lieto di trovare dei manoscritti che fanno al caso tuo. Io ho potuto assistere all’evoluzione architettonica degli ultimi anni, sbalorditivo, stanno cambiando tante cose..» disse l’angelo scarabocchiando sul suo blocchetto dei disegni, provando a riprodurre alcune delle mappature che osservò da Crowley. 

 

«Puoi raccontarmelo mentre guardiamo.» 

Annuì il demone impaziente di definirgli le scoperte degli umani, e poi mostrò ad Aziraphale la sua mappa preferita.

 

 

Qualche ora dopo aver blaterato sino a far fumare il cervello dell'angelo, rimise a posto tutte le carte -stando attento a rubare senza che gli occhi dell'angelo potessero scorgerlo una delle riproduzioni di Bellatrix che aveva disegnato assieme ad altri corpi astrali-. 

Si arrampicò in maniera aggraziata sul tavolo e si stese, i capelli lunghi sino alla vita stavolta che pendevano liberi in crini lisci al di fuori della tavola piana. Invitò Aziraphale a fare lo stesso, e poi fece come per accarezzare l'aria con la mano destra, il braccio lungo davanti a sé.

 


 

 

Poco dopo, il soffitto della casetta era come sparito, e tutte le lampade si erano affievolite fino ad estinguere ogni fiammella. In realtà era solo divenuto trasparente, lo aveva solo scolorito, e una meravigliosa distesa blu ricolma fin quasi a scoppiare di punti luce nel cielo di Atene era ben visibile ai loro occhi. 

Crowley indicò una costellazione, e la disegnò nel nulla in modo che Aziraphale potesse collegare i punti aiutandosi col suo gioco di movimenti.

«Lo vedi il Leone?» Crowley alzò leggermente la testa da steso per osservare la concentrazione sul volto dell'angelo. In maniera genuina avvicinò la testa alla sua per avere la sua prospettiva a qualche centimetro di differenza, e raccolse la mano dell'angelo che come lui stava disegnando nell'aria, e la guidò.

«Questa è la testa.. queste le zampe anteriori.. lo vedi adesso?» Gli chiese, lasciandogli la mano sospesa.

Si conoscevano da così tanti secoli.. eppure Crowley non aveva mai parlato così tanto come quel giorno. Aziraphale era ancora stupefatto, era contento per lui. Lo seguì assecondando il suo desiderio, dopotutto sembrava davvero felice di condividere tutte quelle cose.. come lo fu Aziraphale ad Alessandria, quando gli raccontò di tutti gli scritti perduti della Biblioteca; almeno Crowley non aveva perso nulla, gli scritti su quegli argomenti erano rimasti intatti e leggibili. Di certo i capelli del demone erano davvero lunghi, per un soffio l'angelo non se li ritrovò negli occhi. Aziraphale era concentrato nell'individuare le costellazioni, quando sentì Crowley avvicinarsi davvero tanto, e quando gli prese la mano.. l'angelo si agitò e si sentì andare a fuoco il viso. «S-sì, lo vedo bene.» borbottò cercando di mantenere la calma, perché ogni volta che si avvicinava al demone aveva quella reazione? Perché non poteva rimanere semplicemente normale
Aziraphale si chiese, per un momento soltanto, perché fosse lì a guardare le stelle con Crowley in quel modo. Ma soprattutto si chiedeva che cosa significasse per Crowley.. un passatempo da condividere con un amico?
Sì, probabilmente era così e l'angelo si stava facendo troppe elucubrazioni mentali, non c'era niente di male, doveva calmarsi. Il loro primo incontro non aveva nulla a che fare con tutto questo, era solo una coincidenza, di certo Crowley nemmeno ci stava pensando.
Mentre Aziraphale non poté fare a meno di collegare i due episodi. L'angelo cercò di rimanere concentrato su quei maledetti puntini luminosi, cercando di non pensare a tutto il resto. 

 

 

Era tutto tanto bello da essere sbagliato, a rigor di logica avrebbe dovuto costituire un campanello d'allarme.
Erano così esposti a Dio al di sopra di loro e perfino delle stelle stesse, che avrebbero dovuto costruirne altre cento di tettoie per nascondersi, per evitare di essere scoperti. 

Eppure a Crowley piacque in quel momento pensare che magari Dio era troppo lontano per riuscire vederli, che le stelle gli facessero da specchio, così come era impossibile per loro e per gli esseri umani vedere al di là di una vastità talmente profonda. Forse nessuno di loro riusciva a vedere l'altro lato del cielo e andava bene così, perché si sentì sicuro che anche Dio ogni notte si sporgeva dal suo tempio d'Oro al di sopra di tutto per osservare le stelle, e ammetteva d'esser fiero di Raffaele, per avergli creato uno spettacolo tanto sorprendente, di una beltà rara e irreplicabile, in grado di ipnotizzare l'occhio più cieco. Ed era così tanto concentrato ad osservare le costellazioni, che non badava a un angelo e a un demone ad anni luce di distanza fare la medesima cosa, fianco a fianco, in una notte senza nuvole della Grecia.

Fu una delle notti più intense della loro strana e ineffabile conoscenza. 

«Grazie per avermi spiegato tutto questo, dopotutto tempo fa ti ho trattenuto tanto a parlare di testi perduti..» disse l’angelo con una leggera risata, ricordando come occupò Crowley per un intero pomeriggio.
L’angelo si mise seduto, e guardò un attimo il demone.
«Dovresti tagliarti i capelli.. prima mi stavi accecando. Se vuoi posso farlo io, ho un barbiere che è un caro amico e ho imparato. Come li vorresti?» gli propose, sperando di non risultare inopportuno. 

Crowley iniziò ad avere un piccolo presentimento. Ogni qualvolta aveva i capelli più lunghi di venti centimetri, Aziraphale lo rimproverava. Che in Paradiso ultimamente avessero stabilito che fosse peccato? Lo guardò un po' accigliato. Adorava i suoi capelli. Ma si fidava della veridicità delle sue parole.
«Uhm.. taglia tutto quanto di netto. Stravolgiamo tutto.»
«Mmmh..» Aziraphale iniziò a riflettere mentre miracolosamente apparvero gli attrezzi, le forbici e una bacinella piena d’acqua.
«Userò dei prodotti che ho inventato io con la vegetazione terrestre, risultato garantito.» spiegò iniziando ad armeggiare con ampolle e recipienti.
«Per il taglio.. posso farti qualcosa di simile a quello che avevi..» Aziraphale si bloccò, stava per dire “a quello che avevi a Roma quella sera alla festa”, ma così avrebbe dato l’idea di ricordarsi molto bene il suo aspetto di quella volta, che tra l’altro era svestito.

No, decisamente inopportuno.

«Mh, te li taglio fin sopra le spalle magari, e li lascio mossi, che ne pensi?» chiese sospirando per aver avuto la prontezza di essersi evitato una figuraccia.
«Mi va' l'acconciatura.» Il demone annuì, e si lasciò completamente guidare dall'angelo mentre egli gli immergeva la testa nella bacinella d'acqua ove flora di vario genere era in ammollo. Sentì l'acqua impregnargli i lunghi e folti crini e la frescura sul cuoio capelluto, e poi una densa pasta che l'angelo prese a stendere e massaggiargli tra le radici. Senza che potesse controllarlo, sospirò soddisfatto, la lingua biforcuta che quasi danzava da una spiraglio fuori dalle labbra sottili. Poi, si rialzò e il tipico rumore dell'acqua che scorre secondo gravità fu l'unico suono nella stanza. Poi.. la sua testa si fece molto più leggera, quando tutto gli fu tagliato.

Sul pavimento, corde di crini rosse erano sparse alla rinfusa, e le mani di Aziraphale stringevano le punte nei palmi sino a dargli la classica forma ondulata. Crowley sorrise appagato.

Aziraphale non se ne rese conto al momento, ma era davvero felice di tagliare i capelli di Crowley, lo trovò divertente e rilassante. Ma ci voleva un tocco finale. «Non abbiamo ancora finito, ho usato diversi fiori, un po’ di miele.. e ho creato questa crema che ammorbidisce e dà un bell’effetto alla chioma asciutta.» spiegò, avrebbe davvero potuto aprire persino una bottega per questi prodotti di sua invenzione. L’angelo prese un po’ di crema chiara tra le mani e iniziò ad applicarla sulla testa del demone, con massaggi circolatori che partivano dalle tempie, andavano al centro della testa per poi finire sulle lunghezze. Le mani di Aziraphale erano decisamente angeliche, aveva un tocco delicato, ma deciso. 
Infine, risciacquò ancora una volta, accarezzando la testa di Crowley per togliere i residui, probabilmente in tanti secoli insieme non gli aveva mai riservato tante attenzioni.. ma per Aziraphale fu tutto naturale, come se l’avesse sempre fatto, come se fra loro fossero sempre esistiti quei tocchi, quelle premure. 
Asciugò con un panno e con un piccolo miracolo i capelli del demone erano asciutti, mossi, luminosi, quasi riflessati d’un dorato dato dai prodotti usati e da un certo tocco angelico. «Spero ti piacciano.» gli disse, dato che per tutto il tempo non spiccicò parola, sembrava.. mezzo addormentato? «Mh, belli veramente..» mugugnò il demone che per l'intero processo non aveva fatto che stare ad occhi chiusi e un'espressione quasi esatasiata. «Ti tieni le tue scoperte tutte per te, eh angelo, sia mai che gli umani attingano da te e non il contrario..» disse decisamente assonnato, e infine si addormentò con un sospiro.

 

1200 d.C, Spagna, Toledo.

 

Gli anni appena trascorsi furono.. molto difficili per l’angelo. La lotta per le investiture si concluse nel 1122 con il Concordato di Worms, fu un periodo stressante e quasi tragico per Aziraphale, che vide la Chiesa, la casa di Dio, corrompersi fino alle ossa nonostante i suoi sforzi. Aziraphale sparì per molto tempo senza mai mandare una colomba, il suo cuore era pesante, c’era troppo da fare, le persone si ammalavano, i papi non comprendevano il reale messaggio di Dio. Tante sere, l’angelo, si addormentava tra le lenzuola con il volto rigato d’oro, la sua espressione era cambiata, l’allegria e l’ingenuità che lo contraddistinguevano lasciarono spazio a profondi solchi oscuri e ad un volto provato e serio, non voleva farsi vedere da Crowley in quello stato.. l’umanità lo stava consumando. Tra la corruzione e le epidemie, Aziraphale si diresse dagli ordini mendicanti per aiutare gli infermi e i bisognosi, ma era un lavoro a dir poco estenuante, di fatto perse anche parecchio peso.. sarebbe stato felice di averlo perso, ma guardandosi allo specchio non stava meglio, anzi, sembrava quasi malato. Il suo corpo stava assorbendo l’umanità, forse troppo, e poteva essere pericoloso, ma Aziraphale ormai sembrava non badarci più di tanto, impegnato com’era dall’ aiutare le persone. 

Toledo in seguito ad una guerra civile fu riconquistata dagli spagnoli di Castiglia, dopo essere stata governata da Ferdinando II di Léon. La città presentava rovine romane come un acquedotto e il circo, pullulava di conventi e Chiese, una città misteriosa, affascinante da girare.

Nella casa di una famiglia povera vi era una ragazza malata, Aziraphale ricevette le direttive da uno dei frati, così si diresse lì percorrendo la strada esterna al circo romano. I dottori non sembravano essere riusciti a fare molto per lei, forse Aziraphale poteva compiere un piccolo miracolo, dopotutto Gabriele sembrò non ammonirlo troppo quando aiutava gli infermi.
Quando entrò in quella casa si sentì come schiacciare da una forte.. pressione, una forza oscura. Qualcosa non andava. L’aria era pesante, quasi soffocante per l’angelo. «Non sappiamo davvero più che fare, i dottori non trovano una cura, possiamo solo affidarci a Dio..» disse la madre in lacrime, e all’angelo si strinse il cuore. «Non pianga, mi dica esattamente che cos’ha..» 
«Non è più la stessa, si comporta in modo strano.. non mangia, sembra quasi non riconoscerci, forse ha perso la memoria?» Aziraphale si accigliò un momento, e provò a dirigersi nella stanza della ragazzina. 

Era sdraiata, immobile, con gli occhi rivolti al soffitto.. non sembrava avere ferite o sintomi esterni evidenti. Provò a parlarle, nessuna risposta. Nemmeno lo guardava. Passò del tempo e l’angelo era sempre più inquietato.
Quando si decise a cercare di comprendere cosa la affliggeva, disegnando una croce nell’aria con la mano destra, la piccola scattò la testa nella sua direzione, con gli occhi iniettati di sangue.

«Pessima idea venire qui, angioletto.» la bambina improvvisamente parlò con una voce che gelò il sangue di Aziraphale, che la guardò esterrefatto. Una voce sinistra e gutturale, il volto della ragazzina era.. diverso da un comune volto umano. Poi, iniziò a parlare in Aramaico antico tra le risa sguaiate, e Aziraphale corse fuori dalla stanza chiudendola a chiave, spaventato e con il respiro irregolare.
«C-ci vuole uno specialista signori, lasciate che lo chiami e risolverà t-tutto..» disse l’angelo con voce tremolante. Non voleva vedere Crowley, non ridotto così, ma non aveva scelta, doveva aiutare quella ragazzina.
Mandò subito la colomba, a cui intimò di volare in fretta.

Crowley, devi venire subito a Toledo.. c’è una persona in difficoltà e serve il tuo aiuto. Qualunque cosa tu stia facendo, interrompila e muoviti! Vicino al circo romano, DOMANI.
- Stella Egiziana

Non molto lontano in Occidente, Crowley aveva dei sentimenti più che contrastanti. Era felice che l’idea di addormentarsi per un secolo intero gli fosse venuta duecento anni prima e non recentemente, altrimenti si sarebbe perso un circo niente male che era quell’epoca Medioevale.
Dall’altro lato invece desiderava talvolta non essersi mai svegliato, perché ciò che stava accadendo lo disgustava. Prima di tutto, il pullulare di sporcizia e la proliferazione di malattie era insostenibile, e chissà per quale assurdo motivo le persone non raccoglievano ceppi d’albero nei boschi di cui disponevano o anche qualsiasi accidenti di cosa bruciasse, per scaldare l’acqua che raccoglievano dal fiume e lavarsi regolarmente anziché aspettare solo i periodi caldi dell’anno.. e i restanti mesi restare lerci e sudici.
Non comprendeva, eppure il prurito sarebbe dovuto essere insostenibile, specialmente per le zone private che guai azzardarsi a toccare, figurarsi lavare, sia mai cadessero in tentazione di darsi un po’ di amor proprio. Ma dopotutto parlava di persone che sulla testa e nei peli pubici coltivavano interi ecosistemi, di che cosa mai si lamentava se i vestiti fossero macchiati fino a essere indistinti per colore.

Per questo, Crowley nel secolo addietro, in quello corrente e nel restante paio futuro si sarebbe minuziosamente astenuto da qualsiasi forma di contatto.
Era possibile mai che degli esseri tanto intelligenti in grado di costruire navi a mano e sculture perfette partendo da enormi blocchi rettangolari, e arrivare fino in capo al mondo sulle acque come oceani per mesi interi fossero così stupidi da credere a qualsiasi cosa dicesse loro la Chiesa? Era mai normale che si regredisse anziché svilupparsi, mentalmente parlando?
Il demone non riusciva a capacitarsene. Il potere del Cristianesimo e di chi ne era al comando era tale da aver trasformato tutte le genti in un gregge di pecore, avevano imposto loro un timor di Dio che Lei stessa, se solo avesse saputo -perché per non intervenire doveva certamente essere all’oscuro di tutto, credeva fermamente Crowley- avrebbe organizzato una seconda venuta di Gesù Cristo, e stavolta, avrebbe proprio voluto vedere se avrebbe accettato di farsi rimettere in croce per una banda di smidollati del genere.
Loro si che non meritavano perdono, altroché. Poi, il demone si rese conto praticando la borghesia in ogni parte dell’Occidente, che non avevano paura di Dio, ma dei loro padroni terreni. Altrimenti, non c’era una logica alle atrocità e alle cose talmente macabre e oscure che facevano per ovviare alla legge.
Per esempio, cucinare i neonati o gettarli nel fiume o soffocarli in culla quando avevano una gravidanza indesiderata o quando le bocche da sfamare erano diventate troppe da permettersi un figlio, solo perché per legge era peccato abbandonarli. Il demone Crowley infatti, andava e veniva dal Limbo a causa dell’esponenziale crescita numerica delle anime da controllare, in concomitanza anche alla morte dei bambini per stremo delle forze nei campi di lavoro.
E queste pratiche di devianza dalle punizioni quali multe che non potevano permettersi o torture di natura fisica come forca o frustate, innalzavano loro le scappatoie da adottare, e resero quel periodo il più buio che l’umanità avesse mai visto. Con tutte le guerre che avevano affrontato in special modo gli appartenenti alle basse classi sociali, che cosa li spingeva ad arrivare a tanto anziché rivoltarsi contro questi dittatori vestiti d’oro e di croci, Crowley proprio non lo sapeva.
La colomba che planò sul proprio davanzale stavolta si augurava fosse un messaggio di pace da Dio, di nuovo, ma non c’erano più speranza né all’Inferno e né sulla terra.
Crowley si sentì allibito, non sapeva esattamente cosa pensare. Non aveva mai ricevuto un’istruzione da Aziraphale tanto intrisa di urgenza.
Il demone incontrò l’angelo in quel luogo di desolazione e miseria, e la prima cosa che notò era che fosse smorzo. E la cosa non gli piacque affatto.
Quando Aziraphale vide arrivare Crowley, si sentì subito più tranquillo e sereno. 

..Almeno finché il demone non aprì bocca. «Non saprei dirti dove sono messi peggio, angelo. E’ tutto così.. gne.» Asserì Crowley guardandosi intorno arricciando il naso in segno di ribrezzo. «Perché mi hai chiamato per aiutare una ragazzina? Ti sei rotto di questo periodo e vuoi prenderti una vacanza? Posso capirlo, ma non so se altrove trovi qualcosa di meglio di questo.» 
«Ti avverto Crowley, sono sull’orlo di una crisi di nervi, perciò evitiamo le battutine e seguimi, c’è di mezzo qualcosa di demoniaco qui!» disse l’angelo con voce seria e grave, non sapeva cosa avesse fatto tutto quel tempo il demone, ma Aziraphale, dopo questo, di certo se ne sarebbe volato via lontano da tutti, ormai non reggeva più niente. 

Guidò Crowley nella casa di questa famiglia vicino al circo, in un’abitazione modesta.
«Ti presenterò come il mio assistente, questa ragazzina ha iniziato a parlare in Aramaico e aveva una voce terrificante.. è la prima volta che lo vedo. I demoni possono.. entrare dentro la gente?!»
«Nahhh non spaventarti.» tentò di convincerlo mentre stava con lui dietro la porta chiusa. Aveva già visto questo genere di cose, Crowley. Quando Aziraphale gli dipinse il quadro della situazione, mutò le proprie vesti come fossero quelle di un sacerdote. Per esperienza, gli umani si fidavano se avevi il colletto. Per la croce seppur avrebbe potuto materializzarne una non consacrata aveva desistito, per paura di sciogliersi.
Quando Aziraphale lo vide con quella veste per un momento non cacciò un urlo, Crowley in veste sacerdotale era.. assurdo, inconcepibile. Sensuale, inguardabile.
L’angelo entrò e salutò nuovamente i genitori che li accolsero con volti stanchi e tirati, e la creatura eterea portò il demone alla stanza.

«Non so se voglio entrarci di nuovo qui, Crowley.. vai avanti tu.» e l’angelo rimase ben nascosto dietro il demone, sussurrandogli per non essere ascoltato dagli umani appena dietro di loro. Il demone si schiarì la gola.
«Darò un’occhiata col mio collega, ma vi assicuro che è davvero improbabile che un demone abbia profanato la vostra figliola, starà solamente ammattendo. Non sarebbe la prima..» Crowley tranquillizzò i genitori, e si rivolse poi ad Aziraphale una volta che li ebbe congedati bruscamente.
«In questo periodo sono tutti quanti convinti che Dio abbia piazzato soldati angelici sul soffitto e alle finestre pronti a fulminarli sul posto appena camminano nel modo sbagliato. Si sono fatti fottere il cervello, vedrai che è un altro caso di soggezione. I ragazzini sono le vittime peggio messe, sai quanti genitori le costringono a esorcismi perché loro sono convinti di essere maledetti? Guarda caso poi sono tutte femmine, questi demoni beffardi che entrano loro dai genitali, eh?»
Crowley aprì la porta.. e la richiuse di botto.

Alzò le sopracciglia, e portò la bocca all’insù come se fosse meravigliato.
«Beh, questa qua finge bene.» La ragazza infatti, era -seppur legata- in ginocchio sul letto con il busto all’indietro e la testa tra le gambe, in mezzo alle gambe, degna del migliore contorsionista. Aziraphale si fece nuovamente il segno della croce.
«Oh cielo, oh buon Dio.. che cos’è quella cosa?! Non voglio guardare, non voglio guardare!» gemette Aziraphale rimanendo voltato accanto allo stipite della porta, mettendosi le mani sul volto e scuotendo la testa..

Perdonaci Dio, lo facciamo per il bene di una ragazzina..” si disse tra sé e sé, seguendo Crowley. L’angelo si sporse da dietro la spalla del demone per guardare, e appena vide lo stato in cui versava la ragazzina che aveva iniziato a emettere versi inquietanti da dentro la stanza chiusa, emise un sussulto inorridito.
«Ti prego Crowley fai finire questo incubo.. non dovrei neanche pregarlo un demone per amor di Dio..» borbottò l’angelo, rendendosi conto che aveva appena pregato Crowley.
«Lo sai vero che se tu quello che in nome di Dio li deve allontanare? Vuoi vedermi bruciare vivo per caso? Nemmeno posso reggere una Bibbia!» e dopo aver ponderato che litigare non sarebbe stato di alcun aiuto, Crowley riaprì la porta e tutti e due, con molta calma, entrarono.
«Allora, stai comodo lì dentro?» Crowley disse rivolgendosi alla creatura dentro la ragazza. Lei sorrise in un modo che un essere umano non avrebbe potuto fare muscoli non permettendo, e si sporse in avanti.
«Lo sai dove starei comodo? Nel grosso didietro dell'angelo. Perché non esci e lo lasci a me? Ho voglia di sbattermelo da sotto la veste bianca finché non mi prega di continuare.» La blasfemia non solo era chiara, ma anche emanata con una duplice voce, al maschile. Aziraphale rimase semplicemente attonito e disgustato dalle parole del demone, nessuno si era mai rivolto a lui in quei modi. E poi come osava dire che avesse il didietro grasso? Aveva perso peso!
Crowley si accigliò, ma parlo a braccia conserte con un'espressione pacata e per niente disturbata. 
«Non so quanto ti convenga, igienicamente parlando è un periodo particolare.»
«Ehi! Guarda che io mi lavo!»
«Così non mi aiuti!!» 
Dopo che i loro occhi si furono incrociati per un attimo e Crowley si sentì quasi strangolare dallo sguardo orripilato e assassino dell'angelo, così sospirò irritato e tornò a rivolgersi alla ragazzina.
«Bene, vuoi l'angelo? Lui non verrà lì, quindi lascia in pace la marmocchia e raggiungilo.» Sfidò Crowley, con una mano sul fianco e l'altra ad indicare Aziraphale in segno di invito.
Crowley effettivamente non poteva tenere in mano una Bibbia né un Vangelo, così Aziraphale con agitazione tirò fuori la sua fidata Parola di Dio, manoscritta e miniata realizzata in Francia.
«Andiamo angelo, fai il bravo agnello di Dio e sacrificati per l'umana.» L’angelo gli lanciò un’occhiataccia.
Aziraphale non aveva mai svolto un esorcismo, però ne aveva letto da qualche parte, così tornò con la memoria a quelle parole lette, innalzando la Bibbia e benedicendo l’acqua della bacinella posta ai piedi del letto.
«Oh cielo, spero che funzioni..»
"Tanto Crowley è.. Crowley, lui è il più forte tra tutti i demoni", Aziraphale lo aveva sempre pensato, in modo naturale quasi. 

E invece, Crowley stava letteralmente sudando, ben rifugiato in un angolo della stanza. Non appena aveva visto l'angelo benedire l'acqua e tirare fuori i testi sacri, se solo non avesse saputo che la ragazzina sarebbe stata il bersaglio si sarebbe rifugiato sotto le coperte con lei. 
Il demone si sentiva asfissiato dalle preghiere, e aveva una paura matta di essere nella traiettoria di una qualsiasi goccia d'acqua.

Sancte Deus, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.”
Recitò Aziraphale schizzando acqua benedetta verso la ragazzina, inorridito, stanco e provato da tutto, ovviamente nemmeno ci pensò al fatto che Crowley fosse vulnerabile all’acqua santa, ma sembrava stesse funzionando. L’aria si fece più rarefatta e improvvisamente ci fu una luce abbagliante. Aziraphale si coprì gli occhi correndo verso Crowley che non si fece problemi a usare come scudo qualunque cosa stesse succedendo a quel demone. Quando corse dal demone Crowley, egli raccolse una sedia e la mise in orizzontale davanti a loro, con un sopracciglio in sù.

Il volto della ragazzina ad ogni parola latina urlava contorcendosi, e l'acqua come fosse stato un ferro arroventato le sfregiava il corpo. 
«Mi sa che lo hai fatto incazzare, angelo!»
Aziraphale non aveva idea di cosa stesse accadendo, ma si ritrovò letteralmente avvinghiato a Crowley.. solo quando se ne accorse si staccò cercando di mantenere una dignità. Il demone non era ancora andato via. Così gonfiò il petto.
«Io ti comando..!!» urlò l'angelo.
«Si bravo, così lo convinci!» gli disse allora Crowley, e aveva ragione, le parole non bastavano più. L'angelo odiava la violenza, ma se ci voleva..  Prese un bel respiro e, miracolosamente, fece apparire l'amata spada di Alessandro, intonsa e lucida, la bagnò di acqua benedetta. Aziraphale la maneggiò e agitò abilmente con la mano destra, in Grecia aveva imparato ad usare la spada con una certa abilità. «Ti conviene ritirare ciò che hai detto sul mio didietro, non amo quando giudicano il mio aspetto.» disse Aziraphale con voce grave e seria, allora lanciò un fendente potente e d'orizzontale, così da non offendere la ragazzina ma ferire il demone con l'acqua. Questi allora, urlando e discorporandosi, uscì dalla ragazza in una nube oscura e fumante.

Tutto era.. finito, davvero finito. Aziraphale rilassò i muscoli abbandonandosi alla parete della stanza. «Perdonami Alessandro, ho dovuto usare la tua spada per una bestia immonda..» disse con tristezza facendo sparire la spada. L'angelo sistemò la ragazzina sul letto coprendola con la coperta, attento ad essere delicato, come se maneggiasse un oggetto di vetro. I genitori entrarono allora e piansero vicino a lei. Stava bene. 
«Oh buon uomo, lei è un angelo! Come si chiama? Come possiamo sdebitarci?» L'angelo sorrise amabilmente. «Mi chiamo Fell, e non voglio niente. Seguite la luce di Dio e vivete a pieno le vostre vite.» Disse Aziraphale, e si diresse fuori dalla casa, felice sicuramente, ma stravolto. 

Il demone era a dir poco affascinato. Si sarebbe fatto volentieri scacciare in quel modo da Aziraphale, ma questo non lo disse mai. Fece per seguire il collega, ma si rivolse poi agli adulti nella casa. «Sono venti pezzi d'argento e una brocca di vino.» Replicò, e agli sguardi interdetti degli umani, sghignazzò. «Solo il vino, solo il vino.» Mentre usciva dalla stanza, qualcosa lo riempì. Parve perso nei pensieri, e marciò verso la cameretta ancora una volta. Allora si avvicinò al letto della ragazzina e si sedette al di sopra di esso, ai piedi. Conversò con la fanciulla a porte chiuse. 
Soltanto lui sapeva quanto era orribile ciò che aveva passato, ciò che quella bestia poteva averle messo in testa, averle fatto fare o pensare. Ciò che le aveva fatto sentire. 
«Non ti scelgono perché hai fatto qualcosa di sbagliato. Loro si buttano sulla prima anima casta che incontrano.» Sembrò colpevole mentre ne parlava, come se stesse di fatto accusando anche se stesso. Solo bisbigli erano udibili da fuori la porta, mentre la ragazzina scossa ancora dalla paura e con le lacrime agli occhi annuiva, e stringeva le mani di Crowley per cercare conforto. Il rosso padre allora le mise una mano sulla fronte ben attento a non toccarla perché residua ancora di acqua benedetta, e la miracolò perché potesse dimenticare tutte le eresie con cui quella bestiaccia le aveva riempito la testa e il cuore. Una creatura satanica che attacca l'animo era una delle esperienze più brutte da vivere per un essere umano, significava essere impotenti mentre si veniva violati e profanati dall'interno, ed era una sensazione che poche volte si dimenticava da soli. 

Aziraphale si ritrovò all'aria aperta che respirò a pieni polmoni, osservava il circo romano, ricordandosi i tempi della gloriosa e antica Roma. Vide Crowley raggiungerlo più tardi, si era soffermato in quella casa? «Crowley, dov'eri?» chiese incuriosito, sedendosi su una panchina e passandosi le mani sul volto stanco. «Ah, ho riscosso un bicchiere di vino per l'anima della ragazza.» Crowley divertito, pesantemente cadde seduto sulla panchina, a gambe aperte e mezzo steso, scomposto come suo solito. 
«Da quando in qua i demoni vanno in giro a possedere le persone senza autorizzazione?»
«Ah, non lo so, niente ha più senso ormai..» iniziò l’angelo tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. Il suo petto sembrava pesare come un macigno, così come ogni parte del suo corpo. 
«Io.. ce l’ho messa davvero tutta, Crowley, in quest’ultimo secolo. Ma la Chiesa è marcia fino al midollo, e questo mi distrugge.» la voce di Aziraphale iniziò a tremare. 
«Avidità, potere, da sempre corrompono l’uomo.. ma speravo che rimanessero fuori dalla casa di Dio, ho provato ad indirizzare vescovi, preti, ma niente. E’ come lottare contro i mulini a vento, come nuotare controcorrente in un fiume, ma ho finito per lasciarmi affogare. Sono stanco.» Aziraphale sospirò, mentre una lacrima dorata rigò il suo volto. 

«Non faccio un pasto decente da mesi, le malattie dilagano, c’è tanta sofferenza.. c’era anche nei secoli scorsi, sì, ma adesso è peggio. Mi sono rivolto agli ordini mendicanti, lì sembrava che potessi fare qualcosa, ma appena ne guarisci uno, ne arrivano altri venti. E così, anno dopo anno, decennio dopo decennio… Ho perso me stesso, non posso salvare tutti. Ho preso consapevolezza di questo, non posso salvare tutti, solo Dio potrebbe, ma così si romperebbe l’evoluzione dell’umanità.. quindi.. la sofferenza è necessaria? Tutto questo è parte del piano? Probabilmente sì, e dovrei smetterla di provare a salvare tutti, ma non ce la faccio. Vedo i loro occhi, vedo madri e bambini soffrire e sto male, Crowley, sto male.» altre lacrime dorate solcarono le guance d’alabastro di Aziraphale. 

«Ho anche perso peso, pensavo fosse una cosa positiva, ma sono più brutto di prima, e già prima ero brutto, adesso sono l’angelo più brutto che qualcuno possa guardare!» Aziraphale aprì la diga e lasciò semplicemente che l’acqua scorresse, tirando fuori il dolore e la frustrazione di un intero secolo.. forse era vero, forse era troppo legato all’umanità, gli angeli dovevano mantenere sempre un certo distacco perché non era il loro compito influire o cambiare l’evoluzione umana, e accettare tutto questo per Aziraphale fu difficile, forse il momento più difficile.
Capire che non poteva salvare tutti.
Capire che Dio ha previsto tutto questo, e che fa parte del Suo disegno, che così deve essere. Che la sofferenza è parte della vita degli umani, che la maggior parte di loro non avrà una vita in salute o serena, ma destinato alla sofferenza
Aziraphale doveva cambiare approccio, doveva smetterla di consumarsi per salvare tutti, ci mise un secolo per capirlo.. ma era arrivato il momento di staccare, ritornare in salute e fare ciò che poteva fare, senza esagerare e senza pretendere più troppo da sé stesso. Troppo puro, troppo gentile e altruista, troppo innamorato dell’umanità e del loro ingegno, Aziraphale era troppo di tutto

Il demone Crowley non poteva che annuire. Comprendeva ciò che stava attanagliando la mente e il cuore dell'essere più casto sulla faccia della terra e probabilmente di tutto il Paradiso. L'impotenza era un dolore che dilaniava, irrimediabilmente le ferite avrebbero cicatrizzato molto lentamente e molto male, e da quelle ferite aperte sarebbe entrato qualcosa di losco, qualcosa di subdolo, e il dolore acuto sarebbe stato tanto anestetizzante da deviare l'attenzione, e allora lui sarebbe cambiato senza nemmeno rendersene conto. Senza poter fare nulla per evitarlo, perché quando si sarebbe ripreso da quella trance, e avrebbe smesso di tribolare, il veleno del malessere avrà già messo le sue radici, arpionandosi al suo animo come un rapace con i suoi artigli durante un attacco di fame. 

Crowley sospirò forte dalle narici, togliendosi gli occhiali scuri. Ed indicò la casa a pochi metri dalla panchina su cui erano seduti.

«Quello. Quello era brutto, Aziraphale. Quella era sofferenza e no, non era nel Grande Piano. Lei non ci ha creati perché fosse tradita, perché all’Inferno creassero questo e tu lo hai bloccato, e quella ragazzina tra quarant'anni sarà beata ed è grazie a te.» Il serpente fatto uomo tentò per quanto ne fosse capace di inculcargli la verità.
«E ci sei arrivato finalmente, tu non sei Lei. Tu non puoi prenderti il mondo sulle spalle. E sia tu che io sappiamo che fine fanno quelli corrotti, avari e marci fino al midollo. Quindi invece di pensare a chi comanda, pensa a questi disgraziati che hanno bisogno di te.» Crowley rigirò gli occhiali tra le mani. Non sapeva esattamente cosa dire senza farlo sembrare un discorso a fine di rimprovero, per cui chiuse gli occhi e inspirò.
«Lo sai che tutto questo finirà. Finisce sempre. E smetti di piangere oro, ti crederanno un mago e ce li avrai appesi alle gambe a vita.» Si tolse dalla gola lo straccio arrotolato per dare l'effetto di un collare e glielo porse. Voleva solo che smettesse di sentirsi responsabile per un volta. «Hai fatto quello che potevi. Penditi una pausa, lascia che me ne occupi io. Fidati di me.»

Aziraphale ascoltò il discorso di Crowley e le sue parole furono un balsamo per il suo spirito e il suo cuore.. aveva ragione, e averlo lì accanto in quel momento lo fece sentire più leggero. 

«Mi si appenderanno come i Koala. Trovo siano carini i koala, e i panda.. ma no, non voglio averli attaccati addosso.» Aziraphale pianse effettivamente parecchio oro. Lo guardò sulle sue vesti ma gli venne un’idea. Si girò per non farsi vedere dagli umani in giro e compì una piccola “magia”: manipolò le sue stesse lacrime e formò una catenella dorata, una collanina, che aveva come ciondolo un piccolo serpente attorcigliato attorno ad una piuma. Si rigirò verso il demone e gliela porse. «Tienila tu, se in futuro dovessi di nuovo perdere la ragione, o la via.. ripetimi le cose che mi hai detto oggi, oppure portami a guardare le stelle, e allora ritroverò me stesso. Grazie. Ma forse ora è meglio che vada..» gli disse l’angelo, accennando un sorriso tirato, sperando di aver fatto un dono gradito. Una collana fatta delle sue lacrime.. si sentì stupido per un momento dopo averla creata, tanto che sentì subito l’impulso di allontanarsi dal demone.
Provò ad alzarsi, ma appena lo fece ebbe un forte giramento di testa e vacillò, ritornando subito seduto. 
«Forse.. forse aspetto ancora un attimo.» disse, mentre gli occhi si chiudevano quasi da soli. 
Crowley allora sostenne moralmente l'angelo, e aspettò insieme che riprendesse le forze. Rigirò tra le mani la collana. Apportò una piccola modifica: il serpente non avvolgeva la piuma come se la stesse imprigionando, bensì come se la stesse sorreggendo. Le lacrime di un angelo gli pizzicavano sulla pelle come avrebbe fatto un maglione vecchio e mal tessuto, ma ciò non gli impedì di mordersi la lingua a sangue e indossarla ugualmente. Era una richiesta, una promessa implicita, e la accolse come un impegno. Il silenzio aleggiava tra loro ed era pregna l'aria di tutte le cose che avrebbero voluto dirsi e di tutto quello che non si dissero. E un'ora più tardi, il demone e l'angelo erano seduti in una locanda a brindare alla lotta vinta e ad una pronta fine di quel secolo.



-----------------
Salve! Abbiamo spostato circa otto secoli i cento anni di sonno di Crowley perché sì, nel libro si verificano ma nella serie no, in quanto in quel secolo litigano per l'acqua Santa ed in più c'era qualcosa di TROPPO importante che abbiamo messo a bollire in pentola per farlo dormire, quidni perdonate questa modifica per rendere sia canon che a nostro piacimento la cosa, e perdonate anche l'Easter Egg del mio pg preferito in Harry Potter.. ad ogni modo spero vi siate divertiti xD noi stavamo impazzendo a scrivere questa cosa, ci siamo fatte tante risate.
Il prossimo capitolo sarà una OS che abbiamo giù pubblicato, solo che nella pubblicazione a sé manca ovviamente il loro ritrovo dopo i fatti, quindi la inseriremo qui.
Grazie sempre a tutti quanti voi per il supporto, vi adoriamo.
A presto!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: Longriffiths