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Autore: Sasha88    20/09/2023    2 recensioni
Sarò sincera, sono anni che non seguo One Piece ma a seguito del live action mi è venuta voglia di scrivere questa fanfic sul mio personaggio preferito, Mihawk Occhi di Falco. Tutto ciò che vi occorre sapere è che le vicende si svolgono 10 anni dopo l’esecuzione di Gol D. Roger.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul Mihawk, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il matrimonio.

Non lo sposerò mai! - urlò la giovane mentre usciva dalla stanza sbattendo forte la porta.

Suo padre era esasperato. Ce la stava mettendo tutta per convincere Lilian, penultima delle sue sette figlie, a sposare il figlio dell’ammiraglio della Marina Militare, Giulius. Quest’ultimo aveva promesso che, se gli avesse permesso di sposare la ragazza, allora avrebbe assicurato un’alleanza con la Marina per proteggere il suo regno dai famelici pirati che infestavano il mare occidentale e attaccavano continuamente la sua isola, ricca di minerali preziosi come oro e diamanti. Ma l’impresa si era rivelata ardua fin dall’inizio. Lilian era indiscutibilmente la più bella delle sue figlie, di una bellezza disarmante, eguagliata solo dalla sua disubbidienza. 

La sua amata moglie morì di parto con la nascita di Sylvian, sua ultima figlia, e da allora aveva cresciuto le bambine come unico genitore, aiutato solamente dalla sua fedele servitù. Erano venute su bene le sue ragazze dopotutto. Diligenti ed educate, ed era orgoglioso di ognuna di loro nonostante il desiderio non avveratosi di un figlio maschio.

Ma Lilian? Lilian non era di certo la sua preferita. Ribelle e sfrontata come un cavallo pazzo. La sua grazia faceva a cazzotti col suo temperamento infuocato. Da bambina aveva sempre preferito giocare a fare la guerra piuttosto che con le bambole. Ha preteso corsi di stiletto e rifiutando categoricamente la vita di corte e le discipline che più si addicevano ad una donzella di alto rango, quali cucito e canto. Nonostante questo, il figlio dall’ammiraglio Robert Beccoviola la voleva in sposa, abbagliato dalla sua incredibile bellezza e ignorando il fatto che non tutto ciò che luccica sia oro.

 

- Avanti Lili, dopotutto Giulius non è così male - rifletté Vivian, la quarta sorella - É vice ammiraglio della ventitreesima flotta, di buona famiglia, un bravo ragazzo…
- E poi vi conoscete da quando eravate piccoli - aggiunse Debian, la terza sorella - lui ti venera, è sempre stato innamorato di te. Ricordi quella volta che gli mollasti un pugno in faccia perché provó a baciarti?

Lilian accennó un sorriso, certo che lo ricordava, ma quel vecchio episodio riuscì a rallegrarla solo per un breve istante prima di risprofondare nella disperazione totale.

- No ragazze, voi non capite! - disse sconsolata - Presto compirò diciotto anni e papà vuole già darmi in moglie! Ma io non voglio, non voglio sposarmi né con Giulius né con chiunque altro. 
- Sei solo un’egoista - s’intromise Florian, la quinta sorella, sua gemella eterozigote di ben 5 minuti più vecchia - Sai benissimo che l’isola è presa d’assalto dai pirati e papà non sa più come gestire la situazione. Dovresti farlo per lui, per noi e soprattutto per bene del regno.
- Sposalo tu se ci tieni tanto!
- Non avrei problemi a sposarlo se non fosse accecato dalla tua bellezza! Sono certa che se ti conoscesse davvero scapperebbe a gambe levate!

La “tua bellezza”. Quante volte glielo avevano ripetuto nel corso della sua giovane vita. Era nauseata da questa frase, come se ogni cosa che facesse o dicesse dipendeva dal suo aspetto fisico. Tutti ti assecondano? È perché sei bella. Tutti ti giustificano? È perché sei bella. E pensare che avrebbe di gran lunga preferito essere più veloce nel combattimento o abile con lo stiletto invece che “bella”.

- Sei solo una stronza invidiosa - le disse, e lo pensava davvero. Tra tutte le sorelle Florian era quella che detestava di più nonostante fosse sua gemella. Le aveva sempre reso la vita un inferno fin dalla loro nascita con una una perenne competizione mai cercata. Il primo dentino, il primo passo, la prima parolina… 

Stanca, arrabbiata e senza più lacrime da versare, si alzò dal lussuoso divano in velluto e corse a rifugiarsi nella sua stanza, la sua tana. Non aveva più voglia di parlare con nessuno, tantomeno con le sue sorelle che non provavano nemmeno a mettersi nei suoi panni e capire il suo stato d’animo, anzi, infierivano cercando di convincerla a sposare un ragazzo che nemmeno le piaceva. E in più, che ne sapeva lei dell’amore? Non aveva mai provati interesse per nessuno finora, e nemmeno le interessava, figuriamoci unirsi in matrimonio!

Come sarebbe bello essere un pirata, pensava tra se e se. Libera, senza doveri o responsabilità. Paradossalmente invidiava quegli uomini che le stavano rovinando l’esistenza.

Decise di fare quello che più le faceva bene, ovvero lasciare il castello per una passeggiata in città come una persona normale. Ma anche una cosa semplice come questa diventava complicata quando eri figlia di un re, con ladri e pirati in ogni angolo. Così indossó una vecchia vestaglia, una parrucca nera per nascondere la chioma dorata e dei grossi occhiali da sole per mascherare il colore dei suoi bellissimi occhi, pregio che arricchiva la sua già straordinaria bellezza ma che, in momenti come questo, diventava una grosso problema in quanto questa particolarità era nota a tutto il regno ed anche oltre. Difatti, la ragazza aveva questa caratteristica somatica più unica che rara; l’iride destra era di colore azzurro come il cielo e la sinistra verde come uno smeraldo.

 

Scavalcó la finestra e, arrampicandosi sui rami della grossa edera che cingeva le pareti del vecchio castello, scese fino a giù. Furtivamente proseguí lungo la cinta di mura che circondava la struttura, stando ben accorta a non farsi scorgere da nessuno. 

Dopo una lunga passeggiata nei prati fioriti e con la testa un po’ più leggera arrivò finalmente in città. Il paese pullulava di vita, profumi e colori. I negozi aperti mostravano in vetrina i loro prodotti migliori. I bar pieni di uomini gioiosi che brindavano con boccali colmi di birra la fine di una lunga giornata lavorativa. Passò davanti ad un panificio e compró una focaccia che aveva un aspetto appetitoso. Si acquattò su uno scalino per gustare la sua focaccina quando si accorse che tutti iniziarono a bisbigliare mentre guardavano nella stessa direzione.
- Cosa ci faranno qui?
- Forse devono arrestare qualcuno?
-?Li avrà convocati Re Philip?

Incuriosita si allungò per guardare e solo per scommessa non sputò tutto dallo shock.

Sul viale principale dell’allegria cittadina marciavano in fila l’ammiraglio Robert Beccoviola, suo figlio Giulius, altri quattro marine e, in coda, un uomo dall’aspetto molto singolare che finora aveva visto solo sui giornali e su un vecchio poster appeso in camera di sua sorella Debian, sua grande ammiratrice.

Camminava fiero, a torso nudo, con un pendente a forma di croce che scendeva sui pettorali muscolosi. Indossava un lungo cappotto nero ed un cappello con una voluminosa piuma bianca. Aveva sottili baffi e basette che puntavano all’insù. Ma la cosa che più attirò la sua attenzione, oltre all’enorme spada che portava sulla schiena, furono i suoi occhi gialli, gialli come quelli di un falco. D’istinto Lilian si alzò in piedi e tolse gli occhiali da sole per accertarsi che fosse tutto vero. Proprio in quel momento, tra centinaia di persone, l’uomo la notò e, per un breve istante (ma che a lei parve un’infinità), si guardarono.

Lilian si pietrificò. Non le era mai capitato di intimidirsi per così poco in vita sua. Si sentí scavata dall’interno tanto che erano penetranti quegli occhi, come se con un solo sguardo potesse scovare ogni suo segreto, ogni suo pensiero, anche il più intimo. 

Drakul Mihawk, lo spadaccino numero uno al mondo anche detto occhi di falco, letale membro della famosa flotta dei sette, si stava dirigendo verso casa sua e di sicuro non per prendere un caffè.

   
 
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