Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: BluCamelia    23/09/2023    1 recensioni
Anno 1994. Costretta a cambiare scuola per via della separazione dei genitori, Milly affronta il trasferimento con ironia, una certa ansia sociale e un pizzico di presunzione dovuta al suo passato di studentessa modello. Non sa che dovrà affrontare sfide che hanno ben poco a che fare con la media dell'otto.
Una delle sfide in particolare potrebbe rivelarsi troppo difficile per una liceale: il professor Vanini.
Non è una storia d'amore.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bussano.

«Sì, avanti.»

La porta si apre, non più di due dita. «Buongiorno, professore.»

Oh, no. Di nuovo lei.

«Buongiorno. Entri pure, signorina.»

Lei entra.

Sicuro che non oserà protestare per la mia distrazione, mi prendo qualche secondo per riflettere sul perché quella benedetta ragazza mi irriti tanto, nonostante sia ovviamente intelligente e interessata. Dev'essere per la voce civettuola e un po' impostata, che fa pensare al cinema. Quando commenta la lezione, anche in modo pertinente, mi sembra una stonatura, come se Doris Day si mettesse a discutere di Heidegger. Se la vedessi bene in faccia probabilmente sarebbe diverso, infatti è esile come un giunco e ha i capelli scuri, non assomiglia affatto a un'attrice.

«Immagino che avrà delle domande» dico, in tono ironico. Con tutte le domande che fa a lezione non dovrebbe aver bisogno di precipitarsi al ricevimento appena mi rendo disponibile.

«No... cioè, solo una.»

A tu per tu è più impacciata che in aula. Non mi era sembrata un tipo timido, ma probabilmente si è accorta di avermi irritato. «Sto scegliendo la tesi, e mi piacerebbe essere seguita da lei.»

Inarco le sopracciglia. «Temo che dovremo riparlarne dopo l'esame.» Mi alzo e giro intorno alla scrivania. «Per fare la tesi con me bisogna superarlo, e con un buon voto.» Stanco di sentire sempre quella voce senza mai vedere una faccia, mi chino bruscamente verso di lei, invadendo il suo spazio personale. «O pensa che sia scontato solo perché le sue domande sono un po' meno banali di quelle di Crocetti?»

La mia debole vista coglie una rapida visione di due occhi scuri atterriti, un naso un po' lungo e una bocca semiaperta dalla sorpresa, poi la ragazza si allontana altrettanto bruscamente con un passo all'indietro.

Povera piccina, l'ho spaventata.


*


La primavera era finalmente esplosa e tutti saltavano su e giù agitati per la maturità, tranne Federico che aveva già vissuto l'esperienza.

Non me ne fregava niente.

Ero in serio pericolo di perdere altri sette chili tutti in un colpo. Non raccontai a mia madre cosa avevo scoperto, se si fosse incazzata con Vanini sarebbe stato anche peggio perché non potevamo fare niente. Invece finii dal medico. Lei disse che le sembrava una "depressione reattiva" e che se non riuscivo a venirne fuori avrebbe potuto indirizzarmi a uno psichiatra, ma che probabilmente sarebbe passata da sola.

L’idea degli psicofarmaci mi spaventava, così provai a reagire. Soprattutto mi dedicai al maneggio, ma mi sentivo come se una specie di cupola invisibile mi separasse da tutto, persino dai cavalli.

Un giorno Claudia mi trovò che piangevo abbracciata a Grendel e venne dichiarata una riunione d’emergenza al McDonald’s.

Alle mie amiche avevo raccontato una versione semplificata, senza quarto ordine, solo che il mio professore mi aveva fregato. Tra hamburger e patatine si scatenarono proponendo vendette che partivano dai pneumatici squarciati e diventavano via via più assurde, ma in quel momento niente che avesse remotamente a che fare con Vanini poteva farmi ridere.

Però Claudia ci andò vicino.

«Senti questa, l’ho letta in una rivista nei “dieci modi per vendicarsi di un uomo”. Ordinare un camion di ghiaia e farglielo scaricare sotto casa!»

Le altre approvarono schiamazzando. Io immaginavo che Vanini abitasse in qualche palazzo del centro storico, nobile ma un po’ ammuffito, e pensai che in una di quelle viuzze il camion non ci sarebbe neanche entrato. E poi chissà quanto costava la ghiaia.

«No, se devo essere denunciata per danni preferisco qualcosa di più violento!»

Alla fine mi ero un po’ rilassata. Mentre raccoglievamo gli ultimi residui di ketchup con gli ultimi frammenti di patatine, Eliana disse: «È il momento di sfoderare l’arma segreta.» Frugò in borsa e mi porse un libretto dalla copertina grigia.

«Cos’è?»

Lessi il titolo. “Facoltà di Lettere e Filosofia - ordine degli studi”.

Le lanciai uno sguardo così furioso che sobbalzò.

«Vabbè, il tuo prof è un pezzo di merda» disse lei in tutta fretta «ma la filosofia è la tua passione, e mica te lo ritroverai all’università, no? Volevamo farti pensare un po’ al futuro...» concluse debolmente.

Non risposi ma continuai a stringere il libretto fissandolo come se volessi incenerirlo con lo sguardo. In realtà stavo solo facendo uno sforzo per combattere l’impulso di fuga che mi coglieva ogni volta che pensavo a Vanini, ma capivo il senso di quello che dicevano le mie amiche e stavo provando a pensarci freddamente.

Mi accorsi che col mio silenzio la tensione era salita alle stelle.

Cercai di sorridere. «Non sono arrabbiata. Cioè, sì, mi avete fatto incazzare. Però avete ragione lo stesso.»


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: BluCamelia