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Autore: BluCamelia    29/09/2023    1 recensioni
Anno 1994. Costretta a cambiare scuola per via della separazione dei genitori, Milly affronta il trasferimento con ironia, una certa ansia sociale e un pizzico di presunzione dovuta al suo passato di studentessa modello. Non sa che dovrà affrontare sfide che hanno ben poco a che fare con la media dell'otto.
Una delle sfide in particolare potrebbe rivelarsi troppo difficile per una liceale: il professor Vanini.
Non è una storia d'amore.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In teoria avevo deciso di seguire il consiglio di Claudia, Eliana e Monica. In pratica, non sapevo bene cosa fare.

Intanto avevo dato buca alla gita scolastica. Una settimana con Vanini, vade retro. E dire che solo un mese prima ero così contenta che fosse lui il nostro accompagnatore!

Quindi decisi di chiedere al nostro medico altre due settimane di malattia dopo la gita, per riflettere in pace. Del resto, se non lo sapeva lei com’ero messa...

Lei accettò senza problemi, così, trascorsi gli ultimi giorni di scuola, ero pronta a ‘pensare al futuro’.

Prima di tutto non ero sicurissima di voler fare filosofia. Era diventata la mia fissazione per via del Metodo, ma c'erano altre materie che mi piacevano altrettanto, come storia e inglese. In quel corso di laurea qualcuno mi avrebbe insegnato il Metodo? A giudicare dalle mie ricerche infruttuose in biblioteca e dall’antichità del libro di D’Auria ne dubitavo. Decisi di fare un giro all’università per vedere come avrei reagito all’atmosfera della facoltà.

Si avvicinava la fine dell’anno scolastico e alcuni studenti distribuivano l’ordine degli studi ai ragazzi interessati. Che stupida, quello che mi aveva dato Eliana non l’avevo neanche guardato! Ne presi un altro e mi sedetti sui gradini della facoltà a sfogliarlo.

Il nome di D’Auria balenò tra le pagine.

‘Professore emerito’.

Balzai in piedi come colpita da una scossa elettrica.

L’autore di Metodo del quarto ordine era ancora vivo e camminava tra noi mortali, addirittura nella nostra università! Forse allora Vanini non si era limitato a studiare il suo libro, forse era stato un suo allievo...

Partenza sbagliata. Vanini avevo deciso di togliermelo dalla testa, dovevo pensare a me.

Mi rivolsi alla studentessa che distribuiva l'ordine degli studi. «I professori emeriti si possono trovare in facoltà?»

«No, sono in pensione. Professore emerito è solo un titolo.»

Mi accorsi che un ragazzo che fumava vicino al banchetto delle informazioni chiacchierando con un amico si era interrotto e mi stava guardando con curiosità. Era bruno con i capelli mossi, un pizzetto curato e occhialetti ovali, decisamente più grande di me. Doveva essere un laureando o un dottorando. Non era bello, a parte gli occhi intelligenti e ironici, ma era la prima volta dai tempi di Zanetti che guardavo coscientemente un ragazzo, così per prolungare questa scintilla di vitalità gli rivolsi la parola: «Mi sono spuntate le antenne?»

«Scusa se ti stavo fissando, ma i liceali in cerca di informazioni di solito vogliono sapere tutt'altro. Posso chiederti chi è il professore emerito che ti interessa?»

«D'Auria.»

«D'Auria?» lui e l’amico si guardarono in faccia. «Cazzo.»

«Cazzo cosa?»

Sembrarono divertiti dal fatto che cercassi D'Auria senza avere idea del personaggio. «Chi è il filosofo, mamma o papà?» chiese l’amico.

«Me ne ha parlato il mio prof di filosofia, se è quello che intendi.»

«Mmm... gusti un po’ antiquati.»

Visto che avevo sperimentato di persona la bontà del Metodo la presi come un’offesa personale. «Scommetto che le sue scoperte sono ancora valide.»

Vedendo la mia faccia corrucciata i due scoppiarono a ridere. «Oh, quell’uomo ha un piede nella fossa ma fa ancora danni! Eccone un’altra che muore dalla voglia di entrare nel suo circolo.»

«Ha un circolo?» chiesi, curiosissima.

«Scordatelo. È una porta stretta come la cruna di un ago, ma a differenza del regno dei cieli non ne vale la pena. Comunque non so se esiste ancora, saranno tutti morti.»

«O in manicomio» aggiunse l’altro.

L’ultima precisazione mi fece alzare le sopracciglia. Avevo il forte sospetto che almeno un membro del circolo fosse ancora vivo e momentaneamente a piede libero.

 «Grazie delle vostre informazioni. Molto interessanti. In effetti avete raddoppiato la mia curiosità.»

Lo studente agitò vagamente le mani come per dire che si arrendeva di fronte alla mia testardaggine.

Mi ritrovai nella mia stanza. Per un attimo pensai seriamente di essermi teletrasportata, tanto ero riuscita a perdermi nei miei pensieri.

Più precisamente, ero impegnata a elaborare una pazza idea...

Perché no? Gli scrivo una lettera. Di telefonare neanche a pensarci, non avrei mai il coraggio. Gli dico che le sue teorie sono molto interessanti e vorrei chiedergli...

Calma, le sue teorie in realtà non le conosci, visto che del suo libro non hai capito neanche l'introduzione.

In realtà non sapevo neanche se quel benedetto metodo del quarto ordine fosse davvero la versione superiore del metodo di Vanini, magari era tutt’altra cosa! E poi, chissà se D’Auria riceveva. Secondo lo studente aveva “un piede nella fossa.” Magari aveva l’Alzheimer. Uffa, avrei dovuto chiedere informazioni più precise! Come al solito mi ero lasciata trascinare dalla parte filosofica e avevo dimenticato i dettagli concreti. Mia madre mi avrebbe di nuovo preso per il culo, se solo le avessi parlato di quella storia, ma non ne avevo la minima intenzione.

Comunque, se aveva l’Alzheimer l’infermiera o chi per lei avrebbe semplicemente cestinato la lettera e non ci avrei perso niente.

Tornando al piano, gli dico che sto studiando filosofia e che vorrei fare la tesi su...

E come pensi di spacciarti per una laureanda in filosofia col tuo bagaglio di conoscenze da quinta liceo?

Pensai a tutti i libri che avevo letto cercando di capirci qualcosa dei metodi di Vanini, molta psicologia e pedagogia ma anche letteratura e filosofia.

Ecco, sto facendo una tesi di psicologia su questi argomenti (elaborare qualcosa di plausibile come titolo e indice dei capitoli, nel caso mi facesse domande). Ho sentito parlare delle sue teorie e credo che darebbero una svolta originale alla mia tesi, purtroppo non essendo del campo il suo libro è troppo tecnico per me, ma se fosse così tremendamente gentile... anche solo da indicarmi i testi di base su cui potrei acquisire le conoscenze per leggerlo, sarei felice di lavorarci da sola...

Quella che era partita come un’idea pazzesca prendeva forma a poco a poco.

Dopo due settimane passate a organizzare le mie letture eterogenee in qualcosa che assomigliava allo scheletro di una tesi, cercai l'indirizzo del professor D'Auria sull'elenco telefonico. Gli scrissi raccontandogli la storia che mi ero preparata. Poi rilessi la lettera e la strappai. Mi tremava la mano e non volevo dare una brutta impressione con la mia calligrafia. La riscrissi.

Contro ogni aspettativa mi chiamò una segretaria fissandomi un appuntamento.


   
 
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