-c'è..qualcuno?-
Una
voce risuona alta nell'empietà di quel luogo che somigliava più ad uno stupendo
giardino che ad un parco. Ma come ci era arrivato li? Si era perso..
Camminava
lentamente per quel piccolo bosco in miniatura. C’erano fiori stupendi ovunque,
si era imbattuto anche in un cespuglio di rose nere...stupende...le goccioline
della resina appena sciolte faceva sembrare che fossero state appena
annaffiate. Si avvicinò ad una di esse e ne carezzò i petali vellutati con
delicatezza. Ma esistevano le rose nere? Oddio, finte sì, ma non credeva
esistessero.
Le
foglie di un cespuglio vengono poi spostate seguite dai passi che avanzano in
quel prato verde e stranamente leggermente incolto. I fili d'erba che
tappezzavano quel luogo incantato erano ognuno di una lunghezza leggermente
diversa dagli altri.
Poi
alza lo sguardo dall'erba e dai meravogliosi fiori
che inebriano l'aria con la loro dolce fragranza.
Il
suo sguardo si ferma un po' più in la, ad osservare un cespuglio di gigli
stupendamente bianchi e maestosi. E accanto ad essi c'è qualcuno..
-ehi
tu...che ci fai in un posto simile?-
Chiede
ritrovandosi stupito della presenza di una persona in quel luogo..forse anche
lei si è persa...
La
ragazza che siede su una panca di marmo bianco non alza nemmeno lo sguardo e
risponde
-perchè..voi ? che ci fate voi qui?..-
-io..mi
sono perso..sai dirmi qual'è la strada giusta?-
La
ragazza vestita in bianco studia il fiore che ha tra le dita e risponde con
aria principesca e lievemente altezzosa
-mi
da del tu...siamo gia così tanto in confidenza? Mi conosce?-
il
ragazzo rimane stranito e leggermente infastidito da quel tono quasi stizzito.
Quella ragazza dall'aria di una bambina principessa dai lunghi capelli castano
lucido gli era famigliare...dove l'aveva gia vista?
-mi..scusi..-
Borbotta
poi avvicinandosi di più e sorridendo lievemente a quella scenetta a cui
stavano dando luogo. Gli sembrava di essere andato indietro nel tempo, dove le
persone si davano del voi, o del lei..e quella ragazza sembrava tanto essere di
un altra epoca..un epoca dove la cortesia e la riverenza erano di uso comune.
-venite,
avvicinatevi pure..sedete accanto a me e ditemi...ditemi...come vi trovate
qui?-
La
ragazza gli indica il posto libero accanto a lei invitandolo a sedersi,
poggiando il fiore sul tessuto della lunga gonna bianca. Lui obbedisce.ammaliato dagli occhi di lei. Verdissimi. A
contrasto con il colore scuro dei suoi capelli. Si siede e rimane in silenzio
per un attimo. Poi cerca di spiegarle quello che nemmeno lui sa bene...il
motivo della sua presenza in quel posto sconosciuto.
-io...credo..cioè..non
so...devo essermi perso...-
Bofonchia
distogliendo lo sguardo da quello della ragazza e portandosi una mano ad
aggiustarsi i capelli morbidi di lunghezza media.
Ed
è nel momento in cui si siede che si accorge del suo strano abbigliamento.
Indossa
una camicia bianca leggermente un po' troppo larga per la sua costituzione
magra ed esile. Il colletto lungo e merlettato con attorno un nastro nero di
raso lucido lasciato libero di cadere giù dal suo collo. La camicia con qualche
bottone slacciato si apre quasi fino al petto, e lascia intravedere
l'incavatura del collo e l'ossatura della clavicola. Dalla vita in giu invece
un pantalone nero lungo ed aderente, non troppo, le quali estremità delle gambe
sono infilate in degli stivali con qualche cinghia a chiuderli. Non sono
male... ma non è abituato a vedersi in simili abiti. Ma gli sembrano adatti
alla strana situazione..
-state
tranquillo.-
Sorride
dolcemente la ragazza e poi gli porge il fiore che fino a poco prima aveva tra
le sue stesse dita ed era intenta ad osservare. Era il più bello tra tutti i
suoi compagni.
-per
voi.-
il
ragazzo con le labbra semischiuse prende il fiore e lo osserva con
attenzione..non aveva mai visto un giglio così bello. Così bianco...mai...
-perchè? -
chiede
lanciando uno sguardo interrogativo alla ragazza che come se nulla fosse gli
risponde
-di
cosa volete sapere il perchè?-
-del
vostro gesto. Non mi conoscete neppure..-
la
ragazza a questa risposta sorride apertamente prendendo poi a fare dondolare le
gambe avanti e indietro come fanno le bambine quando aspettano qualcosa o sono
imbronciate.
-oh..io
vi conosco più di quanto immaginiate...credetemi...-
Continua
a ridere socchiudendo quasi gli occhi e soffermandosi a guardarlo negli occhi
nocciola.
Poi
si alza e si pone dinanzi a lui lasciando andare le braccia lungo il busto e le
mani cominciano a giocare con il tessuto del vestito. Lui non fa che osservare
le sue movenze. Poi si china a porgli un bacio leggero sulla guancia e una mano
va a carezzargli il viso liscio e morbido.
-svegliatevi
ora.-