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Autore: Ily Briarroot    02/10/2023    1 recensioni
Questa raccolta partecipa al Writober 2023 indetto da Fanwriter.it
#1: "Conan accenna un sorriso; sta bene. Non importa altro. Sarà lei a parlargliene se vorrà, ma per ora va bene così."
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PERMESSO



Avevano sempre battibeccato sulla questione antidoto, ne era consapevole.
Dopotutto, si trattava di un argomento assolutamente prioritario; non poteva lasciare che lui si facesse del male soltanto per il capriccio di poter tornare – seppur temporaneamente – al suo aspetto diciannovenne.
Ogni volta era la stessa storia; le chiedeva in ginocchio di poter assumere l'antidoto e lei non era mai riuscita a negarglielo a causa di un senso di colpa troppo grande da espiare.
Era colpa sua se la vita del detective si era interrotta due anni prima, in fin dei conti, e non era ancora riuscita a trovare una soluzione permanente.
Solo e unicamente colpa sua.
Haibara osservò la compressa nel palmo della propria mano, deglutendo a fatica.
Non voleva pensare che quella capsula minuscola potesse essere davvero la fine di quell'angoscia che la divorava da così tempo da non ricordare neanche come avesse fatto a non sprofondare e ad arrendersi una volta per tutte.
Non voleva pensare in generale, perché la speranza che riponeva in quella pillola era troppa e lei aveva sempre cercato di evitare d'illudersi nella vita.
La guardò ancora una volta, perfettamente conscia di ciò che sarebbe potuto accadere.
Tuttavia, quello di morire era un rischio che avrebbe accettato volentieri per Shinichi, senza neanche pensarci.
Gli effetti collaterali avevano più probabilità di svilupparsi, ma erano molto alte anche quelle di restare adulti in modo definitivo.
Quest'ultima non era un'ipotesi sulla quale si era soffermata volentieri.
Le piaceva la vita da Ai Haibara, l'infanzia che non aveva mai vissuto davvero, l'infanzia dell'amicizia, della pace e dell'affetto, l'infanzia priva di minacce e lavoro. L'infanzia della luce. Soltanto luce.
Non sarebbe più stato così, lo sapeva.
Nel migliore dei modi, sarebbe tornata Shiho Miyano; la ragazza sporcata da Sherry, da Gin, dall'oscurità di un mondo atroce. Senza casa, senza famiglia, senza la sicurezza di una vita felice. Senza Akemi.
Nel peggiore, era contenta di aver conosciuto l'amore. Quello vero, autentico; quello di un padre affettuoso nonostante l'assenza di legami di sangue, di bambini appiccicosi, di un amico, un riferimento, un pilastro senza il quale sarebbe stata persa.
Sorrise malinconicamente, mentre una lacrima minacciava di traboccarle dall'angolo degli occhi.
Si voltò, certa di essere da sola nella sua stanza, e avvicinò il palmo della mano alla bocca.
Fu un attimo.
La porta si spalancò di scatto e lei sussultò, mentre l'antidoto le sfuggiva di mano cadendo sul pavimento chiaro.
Un bambino apparve sulla soglia della camera, fissandola in silenzio per interminabili istanti.
Un silenzio teso, fatto di espressioni colpevoli e stupite.

Cosa stavi facendo?”.
Conan la raggiunse, notando lo sguardo di lei nascosto dalla frangia. Seguì la direzione del suo volto basso e solo allora notò la compressa bianca e rossa sul pavimento.

Ma quello è... ?”.
Fece per raccoglierlo, ma Haibara fu più veloce. Strinse a sé l'antidoto, infilandolo nella tasca del camice.

Nulla che ti debba interessare, Kudo”.
Era questione di poco prima che lui capisse tutto, lo sapeva; non sarebbe mai riuscita a sfuggire alla sua mente geniale.
Lo vide sgranare gli occhi e scuotere lievemente la testa poco dopo.

Quello era... l'antidoto? Sei riuscita a creare l'antidoto definitivo?”.
Conan alzò il tono senza volerlo, stupito da ciò che lei avrebbe fatto di lì a poco senza dirgli niente.

Haibara, mi rispondi?!”.
La scienziata sollevò lo sguardo, gli occhi spenti. Lo guardava senza vederlo realmente, sospirando nel tentativo di calmarsi.

Sì, è così. Almeno, in teoria. Non ne sono sicura finché non lo sperimenteremo su qualcuno”.
Perché non mi hai avvisato prima?”.
Perché volevo sperimentarlo su me stessa” gli rispose frettolosamente, sperando di chiudere l'interrogatorio.
Cosa mi nascondi? Ho sempre assunto io l'antidoto temporaneo, sai che il mio corpo è abituato e posso farlo ancora”.
No, non puoi”.
Haibara... “.
Ho detto di no!”.
Rimasero in silenzio per altri lunghi, interminabili attimi, ognuno perso nei meandri della propria mente.
Conan non comprendeva o – probabilmente – non voleva farlo davvero, perché ammetterlo equivaleva a rendere reale la paura che aveva nel pensare di perderla.

Quanto è alta la possibilità di morire?” le chiese improvvisamente, deglutendo a fatica.
Abbastanza”.
Haibara”.
È alta, va bene? È molto alta”.
Non me ne hai parlato per questo, vero? Volevi impedirmi di prenderlo, così da sacrificarti tu”.
Non pensavo di doverti chiedere il permesso, Kudo” rispose tagliente, nonostante il petto avesse iniziato a farle male per lo sforzo di evitare di piangere.
Non ho mai detto questo. Ma mi aspettavo almeno che mi avvertissi”.
Cosa sarebbe cambiato? Mi avresti fatto assumere l'antidoto?”.
No” rispose velocemente il detective, enfatizzando il suo pensiero con un gesto della mano, “non se ne parla. È una faccenda che riguarda me”.
Haibara sbattè le palpebre, stupefatta quanto ferita da quelle parole. Strinse la pillola nella tasca, trattenendo il magone che aveva in gola.

Ma guarda, pensavo fosse un problema che riguarda entrambi. Sono la creatrice del farmaco, forse te ne sei dimenticato” affermò, cercando di nascondere il tremolio nella voce. “Ma visto che è una faccenda che riguarda solo te, Kudo, spero di avere almeno il permesso di andare a farmi un bagno caldo”.
Uscì dalla camera senza guardarlo, nonostante percepisse lo sguardo imbambolato e confuso di lui su di sé.
Si chiuse la porta del bagno alle spalle, scivolando con la schiena contro il legno bianco e libera di lasciar andare via l'angoscia attraverso lacrime che le facevano male al cuore.


  
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