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Autore: Mentos E CocaCola    03/10/2023    1 recensioni
La valle di Moonacre è sotto il dominio dei De Noir.
I Merryweather sono solo un'umile famiglia di contadini, sempre indietro con i pagamenti, ma chi non paga è obbligato ad abbandonare la propria casa per servire i De Noir nella loro Rocca.
Questo è il destino di Maria Merryweather...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maria Merryweather, Robin De Noir
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ben interruppe ciò che stava facendo e alzò lo sguardo verso Maria.
-Fammi capire, ieri hai quasi scatenato una guerra civile nella famiglia De Noir e oggi invitano tutti i servi al compleanno di quell’incapace?-
Maria rimase in silenzio continuando a spazzare il cortile, aveva paura, l’ansia si faceva sempre più forte e il sudore freddo le scendeva lungo la schiena.
-Maria, non andare- le sussurrò Ben avvicinandosi. -Sai che stasera succederà qualcosa, ti vogliono a quella festa-
- Non posso non andare- rispose la ragazza, cercando di mantenere la voce ferma -Ci hanno minacciato, chi non va deve lavare le lenzuola di tutte le camere del castello per un anno. Io tra un anno non voglio più essere qui… voglio tornare a casa mia-
Le lacrime iniziarono a sgorgarle dagli occhi e non riuscì più a fermarle. Ben la abbracciò, restarono lì abbracciati nel cortile fino al suono della campana, che segnava la fine del turno lavorativo.
Maria restò di sasso vedendo il vestito che qualcuno le aveva lasciato sul letto, rosso e nero come al solito, ma era del tutto differente da quelli che usava tutti i giorni, lasciava le spalle scoperta e aveva una profonda scollatura sul davanti che veniva coperta da uno strato di tulle nero, la gonna scendeva morbida lungo le gambe e aveva un lungo strascico di tulle rosso e nero.
Ormai non si stupiva più di nulla.
Lo indossò senza neanche guardarsi allo specchio, lasciò i capelli sciolti per cercare di coprire le spalle e andò verso la sala del banchetto da dove proveniva un gran chiasso, musica, risate sguaiate e cori di soldati ubriachi.
Scendeva le scale mantenendo lo sguardo basso, ma sentiva comunque alcuni sguardi su di sé e capiva il perché, una debitrice vestita in quel modo, quasi come se fosse una nobile, non aveva nessun senso.
Si nascose in un angolo buio della sala, mantenendo lo sguardo basso e le braccia incrociate sul petto per cercare di nascondersi il più possibile. Sollevò lo sguardo solo una volta e incontrò quello di Robin, che la stava osservando confuso, subito distolse lo sguardo e lo ripuntò sul pavimento.
Il ragazzo non si soffermò neanche un momento sulla bellezza della ragazza, ormai sapeva che era bella, ma si soffermò sul motivo di quell’abito, sul perché alla sua festa fossero invitati per la prima volta anche i servi del castello e su suo padre che non faceva altro che sorridere dall’inizio.
-Buon compleanno figliolo!- disse proprio quest’ultimo appoggiandogli la mano sulla spalla.
Robin si scostò immediatamente e si voltò a guardarlo.
-Tu non ne sai nulla, giusto?- chiese sarcastico, indicando con la testa la ragazza.
-Le ho dato io quell’abito, chissà cosa pensa… forse che gliel’hai dato tu come quella volta della caccia-
 Robin ebbe un brivido quando realizzò che si era comportato come suo padre, cosa che si era ripromesso di non fare mai.
Rivolse di nuovo lo sguardo della ragazza, quanto avrebbe voluto che a quella festa si divertisse come le altre serve, che chiacchieravano, bevevano e ballavano. Lei se ne stava lì, in quell’angolo buio, con le braccia incrociate sul petto, senza neanche guardarsi intorno, lo sguardo basso e si passava sempre più spesso la mano sul viso. Robin era sicuro che stesse piangendo e gli si stringeva il cuore vederla lì da sola. Dov’era quel suo amico? Perché l’aveva abbandonata lì?
Stava per alzarsi, per rivolgerle un sorriso e toccarle un braccio, anche solo per comunicarle “io sono qui, stai tranquilla”, ma poi le altre serve l’avrebbero di nuovo presa di mira.
Coeur De Noir prese la parola sul palco dove stavano entrambi i De Noir.
-Vi ringrazio tutti per aver accolto con tanto entusiasmo il mio invito-
Uno scrosciante applauso si diffuse nella sala, con grida e risate, l’unica che non ebbe una reazione fu Maria. Aveva solo sollevato lo sguardo e Robin ebbe una stretta al cuore quando si accorse degli occhi arrossati e ancora lucidi.
-E’ l’ora che mio figlio riceva il regalo che ho preparato appositamente per lui, già infiocchettato e pronto. È un regalo a dir poco misterioso, perché è proprio in mezzo a noi eppure non lo vediamo-
Maria si guardò intorno, era curiosa, non aveva mai ricevuto un regalo vero e proprio per i suoi compleanni, a volte c’era della frutta oppure un’ora in meno di lavoro, di sicuro non avevano soldi per comprare qualcosa che non fosse indispensabile per la vita di tutti i giorni.
Ma la sua curiosità non venne appagata, non c’era nulla che facesse pensare ad un regalo ed era la stessa cosa che pensava Robin, ma sapeva che c’era qualcosa che non andava.
Cosa aveva detto suo padre?
Che era sotto gli occhi di tutti, già infiocchettato e che nessuno si sarebbe aspettato che fosse un regalo, quindi era qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato.
Robin si continuava a ripetere le parole del padre nella testa.
Infiocchettato…infiocchettato…infiocchettato…sgranò gli occhi e si alzò dalla sedia di botto. Aveva capito, ma era troppo tardi, Coeur era già con la mano alzata e stava indicando un angolo buio nella sala.
-La debitrice! Ecco qual è il regalo per mio figlio-
A Maria tremarono le ginocchia e si dovette appoggiare alla parete dietro di sé, gli occhi sgranati e persi che incontrarono quelli terrorizzati di Robin.
Non se ne sarebbe mai più andata…
  
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