«Che tipo di casino, scusa?», chiese Bill preoccupato, lasciando a terra Kay.
«Elisabeth sta bene, ma Rua l’ha costretta a sposarlo.»
«Quando?», strabuzzò gli occhi Georg.
«Domani mattina», ripeté Dimitri.
«Dobbiamo fare qualcosa!», esclamò Gustav, il pungo nella mano.
«Sì, mamma deve sposare il signor Tom!», si aggiunse Kay, facendomi boccheggiare come un pesce fuor d’acqua.
Sposare?!
«Tom? Ehi, ci sei?»
«Sì, ci sono… più o meno. Beh comunque dobbiamo assolutamente fare qualcosa, perché Elisabeth non può sposare nessuno…»
«Oltre il signor Tom», ribadì ancora Kay, un sorrisetto divertito sulle labbra.
«La vuoi finire?!», le gridai ridendo. «Non possiamo stare qui a ridere mentre lei si sta per sposare contro la sua volontà! Dobbiamo trovare qualcosa che si può aprire con questa chiave! Sono sicuro che è importante.»
«Da dove partiamo a cercare?», chiese Bill.
«Dappertutto! Dimitri ci serve anche il tuo aiuto.»
«Certo, contate pure su di me!»
E così si diede inizio ad una caccia al tesoro davvero difficile: era come cercare un ago in un pagliaio. Non conoscevamo bene quella casa e Kay non sapeva nulla, probabilmente Charles ed Elisabeth erano stati attenti a non dirle una parola di più perché avrebbe potuto confessare a qualcuno il suo segreto, anche se non l’avrebbe mai fatto, come maggiore precauzione diciamo.
Dimitri non piangeva, cercava assieme a noi comportandosi proprio come un uomo maturo e responsabile, anche se era ancora troppo piccolo.
L’ingiustizie di quel mondo erano infinite: quel bambino aveva perso la madre a causa della povertà e dell’avidità e della crudeltà di Rua e lui non poteva nemmeno piangere perché era diventato grande troppo in fretta.
«Ehi ragazzi, forse ho trovato qualcosa!», esclamò Georg chino a terra, sotto al lavandino del bagno, che frugava fra le cianfrusaglie dell’armadietto sotto di esso.
Tirò fuori una specie di valigetta impolverata e Kay ebbe un sussulto quando la vide, si allontanò precipitosamente e si mise rannicchiata nell’angolino del bagno.
«Kay, che succede?», le chiesimo preoccupati.
«Quella è di papà.»
«Ne sei sicura?»
Annuì con la testa, gli occhi colmi di lacrime. «Ci metteva i suoi disegni.»
A quell’affermazione rimasimo tutti un po’ delusi: come potevano dei disegni aiutarci a salvare Elisabeth?
«Tom, la chiave.»
«Sì, facciamo un tentativo comunque», sorrise Bill stendendo la mano verso di me.
Guardai la chiave nella mia mano e gliela diedi, lui la passò a Gustav e quest’ultimo la infilò nella serratura della valigetta.
C’eravamo, era l’ora della verità.
Si sentì uno scatto e la valigetta si aprì, lasciandoci tutti con il fiato sospeso. Anche Kay si era alzata e si era unita a noi per sbirciare.
Georg tirò fuori con delicatezza i cosiddetti disegni che aveva fatto Charles quando ancora era in vita e ce li mostrò. Kay non sapeva che in realtà quelli erano molto più di disegni, erano la salvezza di Elisabeth.
Bill, in piedi al mio fianco, prese un foglio e lo guardammo con attenzione, cercando di memorizzare il più possibile delle mappe dell’enorme villa di Rua, compresi i passaggi segreti e le prigioni sotterranee.
Mi girai verso la piccola Kay che mi guardava piena di speranza e le sorrisi: «Il tuo papà era davvero bravo.»
Le si illuminarono gli occhi e quelle lacrime trattenute a lungo le tracciarono silenziosamente le guance e stese le braccia verso di me. Io la presi in braccio e la cullai, mentre gli altri già si davano da fare per escogitare un piano per la liberazione di Elisabeth.
Già quei disegni mi avevano fatto tornare la speranza, mi avevano fatto sentire un uomo ancora libero di credere nei miei sogni, nella vita. E Kay era del mio stesso parere.
Era
ormai il tramonto, Elisabeth era nella stanza che non riusciva a vedere
come propria, non riusciva a vedere niente di quel posto, non voleva
vedere. L’unica cosa che voleva era tornare a casa dalla sua
famiglia allargata, nulla di più.
Invece
era fra i mobili di lusso e i tappeti raffinati, con due sarte intorno
mentre le sistemavano l’abito da sposa bianco, con lo sguardo
perso fuori dalla finestra, sul sole infuocato d’arancio.
Aveva
dovuto accettare per forza, o Rua avrebbe mandato ad uccidere tutti
quanti, persino Kay.
Strinse
i denti e trattenne le lacrime, perché sapeva di non star
facendo un torto a Tom, non stava infrangendo la promessa che aveva
fatto, stava solo tentando di salvargli la vita assieme a quella di
Kay, di Bill, Gustav e Georg.
Quando
si sarebbe sposata con Rua tutto sarebbe andato meglio,
perché lei avrebbe avuto parte del potere e forse avrebbe
potuto buttarlo giù dal trono e mettere la parola fine a
quella tremenda agonia che imprigionava tutti i paesi da lui
schiavizzati.
Le
sarte se ne andarono dopo un tempo infinitamente lungo, Elisabeth non
si era nemmeno guardata allo specchio, non voleva vedersi:
l’unica volta che si era guardata con un abito bianco era
stata prima di sposarsi con Charles, e la sua espressione era di gioia
pura, non come in quel momento. Non si sarebbe sopportata vedendosi.
Si
tolse il vestito e si mise i propri, anche se ne aveva quintali nel
grande armadio bianco con le incisioni dorate, e si mise fra le coperte
di seta del suo letto a baldacchino.
Quando
la chiamarono per la cena disse che non aveva appetito e Rua non
andò a disturbarla pensando che fosse nervosa per il giorno
seguente.
Fra
quelle lenzuola non si sentiva a casa, il suo cuore era come perso e
chissà dove, probabilmente accanto a quello della sua
famiglia e dei suoi amici.
Continuava
a pensare a loro, al povero Dimitri che per colpa sua era orfano di
madre e a tutte le persone che a causa di Rua soffrivano.
Si
sentì completamente inutile, incapace di fare qualcosa di
concreto per salvare almeno le persone a cui voleva bene, pensando
egoisticamente. Ma se non riusciva a proteggere loro, come poteva
proteggere interi stati?
Con
le lacrime sul viso pensando alla sua piccola Kay, guardò il
sole calare dietro gli alberi del maestoso giardino della villa, per
dare spazio alla luna calante.
***
Passo subito con i ringraziamenti ^^ :
_samy: Nei pasticci? E' proprio nella cacca u.u Finalmente però sembra esserci la tanto agognata soluzione, speriamo in bene ottimista!! :-) Grazie mille.
M_Lucry_J: Grazie mille *____* Sì, povero Dimitri... :° Bacio alla prossima, spero che anche questo ti sia piaciuto.
xClaRyx: Il signor Tom! Credo che lo chiamerò così d'ora in poi, è un tormentone XD Beh sì dai, speriamo che ora finalmente troveranno la soluzione ad ogni problema. Grazie per il buon rientro a scuola, anche tu ^^ Grazie mille *__*
Utopy: Eccola qui, la mia fedele ispiratrice saggia e magica, diciamolo u.u XD Hai visto, Rua è il rivale del signor Tom, e la sua storia non è ancora finita qui, vedremo cosa succederà ^^ Deve morire? O_O Bah, vedremo XD Dimitri è davvero una stellina, ma ho riservato un bel futuro per lui dopotutto ^____^ Ed è forte, ce la farà. Bacio, dalla scrittrice (Ahahahah)
Alla prossima, vostra
_Pulse_