prompt 4: ora blu
Respiri di nebbia
Quando ci siamo conosciuti, avevo vent’anni e i polmoni pieni di nebbia.
La nebbia dei racconti, quella che mia nonna mi costruiva con la voce roca e gli occhi persi in un passato che io non ho mai saputo vedere.
Avrei voluto parlartene, e invece tacevo e mi sporcavo le dita d’inchiostro scrivendo pagine e pagine e pagine che poi buttavo via perché non valevano niente, tanto erano piene di me e nient’altro.
La nebbia che abbiamo respirato insieme aveva smesso da tempo la bellezza di un racconto: era solo un velo disordinato, uno sbuffo indeciso, pioggia troppo leggera per bagnarci davvero. Nebbia come un sospiro stanco, un velo sporco steso ad annegare il crepuscolo e cancellare con l’indifferenza ogni linea netta. Non abbiamo avuto una luce clemente, abbiamo avuto una storia nata al crepuscolo di un’ora blu coi colori spenti. Mattine lunghe che ho riempito con più suoni di passi che parole, le passeggiate in città dove diluire ansie non dette e disperazioni mediocri: le mie lezioni all’università erano solo una susseguirsi di assenze, i tuoi passi avevano la fretta scomposta di chi fugge anche senza sapere da cosa. Non ce lo siamo mai detto. Tu parlavi di foglie di lattuga e mandarini, io spezzavo il silenzio con bugie pallide come la mia nebbia, ma nelle gambe avevamo sempre lo stesso passo.