Vi avviso che il personaggio a sorpresa potrebbe risultare OOC.
Tutti i personaggi di questa fic sono maggiorenni.
Buona lettura!
La
chiave entrò incerta nella serratura.
Non
avrebbe mai pensato che potesse finire così quando, piegato
dalle incessanti
richieste, aveva acconsentito contro voglia a quel piccolo raduno di
amici al
sakè bar.
Non
gli erano mai interessati i festeggiamenti per il suo compleanno, per
lui era solamente uno dei tanti giorni apatici da trascorrere possibilmente leggendo. Naturalmente,
da bravo ninja, aveva previsto l’imboscata, ma per l’ennesima volta non
era
riuscito a dire di no a Maito Gai.
Le
sue labbra, nascoste dall’inseparabile maschera, s’incurvarono in un
lieve
sorriso: quando quell'uomo si fissava qualcosa era così
dannatamente irremovibile che
l’unica strategia possibile per garantirsi la sopravvivenza era
assecondarlo ed
attendere che mostrasse il suo classico pollice alzato. L’unica
alternativa era
lo sfinimento.
Scosse
leggermente il capo cercando di ritrovare parte della sua
lucidità ed afferrò
bruscamente la maniglia. Sbuffò seccato constatando quanto
fossero imprecisi i
suoi movimenti, ma soprattutto pensando a quando quel leggero cerchio alla testa si
sarebbe
trasformato in un macigno da cui non si sarebbe separato
per
l’intera giornata seguente.
Entrò
reggendosi per un attimo allo stipite della porta, evitando di
accendere la
luce, certo che ne sarebbe stato infastidito. I piedi strisciarono
piano lungo
il pavimento dell’ingresso debolmente illuminato sino al salotto dove,
esausto
e barcollante, si lasciò cadere sul divano, affondando il viso
nel cuscino posto su di esso. La morbida stoffa accolse il corpo dell’uomo
che, chiudendo
gli occhi, si sentì precipitare in un turbine. I suoi sensi,
intorpiditi
dall’alcool, sembravano impazziti: restando straiato in quella
posizione aveva
la netta sensazione di precipitare nel vuoto mentre la stanza pareva
girare
vorticosamente su se stessa.
Inerme e rassegnato, non poté che
constatare
quanto fosse mal messo.
Cercò
di rilassarsi; non avrebbe raggiunto la camera, uno sforzo ritenuto
troppo
grande in quel momento. Sarebbe rimasto lì, in fondo anche il divano non era
poi così male.
Sussultò
improvvisamente quando percepì la sua maglia sollevarsi e delle
leggere dita
scorrergli lungo la schiena, solleticandogli la pelle.
Risvegliato bruscamente
dal suo torpore, imprecò mentalmente davanti alla sua palese
vulnerabilità. Maledetto
sakè, come aveva potuto non accorgersi della presenza di un
estraneo in casa
sua?
Dal
tocco delicato riuscì facilmente a dedurre che doveva trattarsi
di una donna,
ma chi era entrato in casa sua? Chi mai poteva essere colei che ora se
ne stava
seduta sulle sue gambe e giocava a disegnare cerchi sulla sua pelle
nuda?
Cercò
di ragionare il più lucidamente possibile vista la situazione,
ma tutto ciò che
gli venne in mente fu la possibilità che Maito Gai si fosse
inventato altro oltre
alla sbronza collettiva. Capire quell’uomo assurdo era difficile e se
poi ci si
metteva pure l’alcool, tutto diventava possibile. Forse aveva
organizzato
qualche stupido scherzo, magari con la collaborazione della cara Anko,
anche
lei presente a quella bizzarra festicciola. Ma sì, doveva essere
così, quei due
si stavano divertendo alle sue spalle.
<<
Se è uno scherzo, non è per nulla divertente >>. La
sua voce uscì
smorzata dal cuscino, ma certa di aver colpito nel segno.
Non
ottenne alcuna risposta verbale, ma la reazione della sconosciuta fece
spalancare gli occhi al ninja copia. Sotto il tocco delicato ed umido
delle
labbra poggiate lì, dove la maglia era stata rimossa, l’uomo non
poté far altro
che incurvare la schiena e sollevare la testa, spinto dal brivido di
piacere
che percorse la sua pelle.
<<
Anko smettila per favore! >>. Sussurrò senza sembrare
troppo convinto.
La
donna, sentendo quel nome, esitò per un istante e Kakashi lesse
in quella
titubanza una vera e propria ammissione.
Si
girò con il tipico sorriso beffardo di chi mai e poi mai si lascerà ingannare,
neppure dopo una bella sbronza.
Era già pronto per iniziare la classica
ramanzina all’amica, ma non fece in tempo a mettere a fuoco il suo
profilo. Un
gesto rapido fece sparire la maschera, liberando le sue labbra ancora
incurvate soddisfatte. Senza potersi sottrarre, l’uomo si trovò coinvolto
in un dolce
bacio carico di passione.
A quel contatto, sentendo la lingua della donna premere
contro le proprie labbra socchiuse, Kakashi s’irrigidì.
Quel profumo non era di
Anko, ne era certo, l’aroma che inebriava i suoi sensi non era del
tutto
sconosciuto, ma il dolce sapore che quella delicata lingua stava
seminando
nella sua bocca era certo di non averlo mai provato.
Rispose
a quel bacio con desiderio, quasi perdendo il controllo del suo corpo,
spinto
dall’eccitazione che quella strana situazione gli stava causando. Con
un rapido
gesto invertì le posizioni, portandosi sopra e circondando
quell’esile corpo in
una stretta decisa. Si piegò su di lei, baciando il collo della
giovane che
sembrava acconsentire senza indugio.
Forse
era l’alcool a rendere completamente distorta la realtà, forse
era solo la sua
immaginazione, un sogno, ma in quel momento non riusciva davvero a riflettere.
Come
poteva desiderare una sconosciuta? Ma che cosa stava facendo?
Inspirò
a fondo il suo profumo, come se quel particolare potesse confermare che
quella
donna sdraiata sotto di lui, che quella
pelle morbida e vellutata, non fosse unicamente frutto di
un’allucinazione.
Si
sollevò appena, giusto quel poco per riuscire a vedere quel
volto, incapace di
resistere alla curiosità.
Solo
allora, quando un raggio di Luna illuminò quegli occhi
smeraldini, Kakashi
capì.
Allentò
la presa sui fianchi della ragazza e portò le mani accanto ai
suoi capelli
rosati sparpagliati sul cuscino. Osservò incredulo il viso della
giovane supina
sotto di lui, che lo fissava sorridente, evidentemente compiaciuta
dello
sguardo sorpreso dell’uomo.