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Autore: ele123456789    11/10/2023    1 recensioni
Essere uomo o donna? Ma anche essere leale o assecondare? Obbedire o rischiare?
Oscar Francois De Jarjayes, meglio essere uno fra tanti o essere il pericoloso punto di svolta di un' intera epoca?
La nostra Oscar nei panni di un essere umano alle prese, non solo con il dilemma uomo- donna, ma anche con una moltitudine di scelte che ne condizionano la vita e con le sfumature di carattere che le persone intorno a lei le hanno donato ispirandola.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore metallico delle lame che si incrociavano continuava da tutto il pomeriggio. 
Esasperata la povera Nanny cercava di concentrarsi su di un altro rumore, quello delle stoviglie da strofinare e impilare, ma i colpi di spade più sordi la attiravano sempre alla finestra, così da poter controllare che i suoi bambini non si fossero disgraziatamente feriti:  perché mai si divertissero così tanto a continuare a combattere anche dopo gli allenamenti obbligatori non l'avrebbe mai capito.

<< Che hai Oscar? É ore che combattiamo, ma ancora non hai proferito parola, smettila di fare la furia con me e sputa il rospo o tra poco mi si staccherà il braccio senza bisogno che sia tu a farlo >>

<< Madamigellaaa Oscar! André è Madamigella Oscar! >>
dallo spiraglio di quella finestra delle cucine che si affacciava sul cortile antistante l'ingresso principale di palazzo Jarjayes, Nanny sembrava sentire qualsiasi sussurro fuori posto e, in quanto alla sua voce, le sue urla sarebbero potute giungere tranquillamente fin nelle sale di Versailles.

<< Sta zitto André e continua a combattere! >>

'cosa ti succede Oscar, perché non mi parli più, una volta io e le spade eravamo tutto ciò che ti permetteva di sfogarti e liberarti dal peso delle tue catene, permettendoti di riflettere e pensare, perché ti vuoi privare anche di questo Oscar!'

Intanto all'orizzonte le prime nuvole cariche di pioggia scurivano il cielo, complice anche il calar della sera, e il duello non accennava al termine, fino a quando il ringhio di un rimprovero non risuonò in quel lembo di giardino sito davanti al portone di palazzo Jarjayes.

'Lo so Oscar, lo so che sei in collera con me perché ho fatto sì che il duello terminasse, ma non posso continuare ad essere solo l'oggetto su cui sfogare la tua rabbia Oscar, non sono fatto di ferro neppure io, non lasciarmi in un angolo come un vecchio gioco rotto, confidati ancora con me, te ne prego Oscar!'

<< Che diavolo fai André, impugna subito la spada! >>

<< Come ti dicevo la mia spalla ha ceduto, hai vinto Oscar! >>

I primi tuoni iniziavano a squarciare il cielo e in men che non si dica una fitta pioggia iniziò a pungere le spalle dei due duellanti.

<< Povera me, povera me quei due mi faranno morire di crepacuore! >> Nanny cercava sempre di impietosire i soggetti costanti dei suoi pensieri lamentandosi ad alta voce vicino a quella finestra che sperava potesse veicolare a quegli screanzati un poco di pietà per una povera vecchina in apprensione.

<< Bada André non osare prenderti gioco di me! Impugna la spada e usa l'altra mano se ci tieni tanto >>

Un' altro tuono risuonò violento nel cielo ormai nero.

'Le tue gote sono cremisi Oscar, le gocce di sudore sulla porcellana delle tua pelle non sono più distinguibili da quelle della pioggia e se possibile i tuoi occhi stanno intrappolando i lampi che giungono dal cielo, non ho mai visto il tuo petto riempirsi e svuotarsi ritmicamente di un respiro così rabbioso, la camicia fradicia ti si è appiccicata al corpo come un velo trasparente, ma sei troppo in collera per rendertene conto e io sono da troppo tempo attonito, in piedi davanti a te, per accorgermi istantaneamente che il sapore di ferro sulla lingua è dovuto allo schiaffo che hai appena affondato sulla mia guancia'

<< Allora André cosa aspetti, fatti sotto ho detto! > >

' Ti restituisco la sberla Oscar, carica di rimprovero, quasi come fossi un padre che sgrida la figlia, perché sei maledettamente cocciuta e mi stai maledettamente pugnalando l'animo privandomi della tua considerazione, sento anche il pugno che è giunto alla bocca dello stomaco, ma non è niente Oscar rispetto al baratro in cui mi stai spingendo'

<< André alzati! Fammi capire, hai deciso di mettere a dura prova la mia pazienza quest' oggi?  > >

'É inutile che mi tiri per il bavero Oscar, vedi, ho deciso che se dovrò essere la tua bambola di pezza incasserò e basta, non puoi più chiedermi di rispondere ai tuoi pugni, fino a ieri eravamo solo bambini che si azzuffavano tra graffi e tirate di capelli, ora Oscar potrei incrinarti una costola, potrei dimostrarti che effettivamente la mia forza vince sulla tua, potrei creare un livido sulla tua pelle morbida e candida, non voglio neppure pensare di staccarti uno dei tuoi riccioli dorati e ancora un rigagnolo cremisi potrebbe sgorgare dal velluto delle tue labbra che io bramo solo di poter sfiorare, immagino che diverrai tremendamente adirata quando lo capirai, ma sono solo un triste innamorato Oscar'

Quello che riuscì ad intravedere Nanny dagli scuri fu solo un'ombra correre in direzione delle scuderie, ombra che riconobbe come quella di Oscar grazie alla flebile illuminazione che dalle finestre di palazzo Jarjayes rischiarava parte del giardino e a giudicare dall' eco sordo dei pesanti portoni che giunse alle sue orecchie si era di nuovo chiusa là dentro.
<< Ohhh se solo il generale fosse qui a palazzo, oh avreste visto voi screanzati, tutti sarebbero stati spediti a tavola senza osare proferire parola, invece a chi importa degli ordini di una povera vecchia  >> e così esasperata dalla stressante giornata la povera Nanny si appisolò con la testa poggiata sul grande tavolo di legno della cucina, di fianco alla cioccolata bollente preparata per l'ipotetico caso in cui i suoi bambini fossero rientrati affamati e arrabbiati dai loro ormai consueti battibecchi.

L'ingresso principale delle scuderie era serrato, ma vi erano così tante entrate alternative che André non si sentì ostacolato se non fosse stato che la pioggia rischiava di annacquare il prezioso vassoio che reggeva tra le mani.

Gomiti puntellati sulle ginocchia e mani a sorreggere la testa, Oscar era talmente schiacciata contro il box di Cesar che lei e quel legno un po' consunto e pieno di schegge stavano diventando un tutt' uno, ma il calore del corpo possente del suo maestoso stallone, unito all'odore morbido e pungente del fieno le avevano sempre saputo rilassare i battiti del cuore.
Quando sentí i lembi pesanti della coperta fare presa sulle sue spalle allentò la presa dei polpastrelli dai capelli e alzò lo sguardo appena bagnato di lacrime per incrociare quello di André che la squadrava come fosse una bambina bisbetica da consolare.

'Che ci fai qui André, lasciami sola'

provò a comunicarglielo attraverso uno sguardo tagliente perché altrimenti la voce tremante di pianto avrebbe macchiato il suo orgoglio.
Si riappropriò veloce di una postura eretta, contrasse i muscoli delle gambe per alzarsi, ma appoggiandosi alla colonna di legno, prima di darsi lo slancio, si accorse anche del profumo di cioccolato che tingeva il suo respiro e di André che adagiava a terra con estrema cura il delicato vassoio, di solito preparato da Nanny, con due tazze altrettanto delicate piene di cioccolata fumante fino all'orlo.
In quell' inusuale quadretto vi erano poi quel ragazzo fradicio di pioggia che non voleva fare a pugni con lei, Nanny sempre vigile con la sua premura che si poteva benissimo rappresentare con quelle due tazze di cioccolato e gli sbuffi di Cesar che le solleticavano il collo, praticamente vi era quell' accogliente famiglia che le era stata data in dono.
Si ricompose adagiandosi meglio vicino ad André così da condividere parte di quella coperta che sarebbe servita anche a lui per attutire i danni del malanno che certamente li avrebbe colti l'indomani.

Il calore che dalla tazza si diffondeva alle mani e lo sguardo interessato di Cesar infusero ad André il coraggio per rompere quell' assordante silenzio, cercando di contenere la dolcezza eccessiva che la sua voce avrebbe potuto esternare:

<< Quanta collera stai cercando di reprimere dentro di te Oscar? Cosa vuoi ottenere? Pensi che stremare il tuo fisico sopperirà ai dilemmi del tuo animo? Parla con me Oscar > >

'Vedo i tuoi occhi come colti di sorpresa Oscar, sembra che ti abbia stretta in un vicolo cieco, ora non scappare però, te ne prego parla con me e... non riesco più a decifrare il tuo viso, perché vedo il tuo sopracciglio alzato e l'angolo della bocca piegato in un lieve sorriso?'

<< Certamente André parlerò con te, in fondo sei l'unico con cui mi possa confidare, ma ti prego non posso iniziare se continui a fissarmi con quel cipiglio serio e quei baffi di cioccolata sopra le labbra > >

Due risate cristalline si levarono in quella serata uggiosa spazzando via per qualche istante i fardelli sulle schiene di quei due giovani cuori. 

   
 
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