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Autore: Luisa Wilde    11/10/2023    2 recensioni
In questa storia immagino un dopo ipotetico quel famoso bacio tra i nostri Aziraphale e Crowely. La storia ha delle parti molto brevi e altre più lunghette ma è venuta fuori così, era nata per essere un one shot ma poi l' evoluzione dei personaggi mi ha portato a pubblicarla nella divisione attuale. Spero che vi piaccia :)
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Estratto dalla storia:
"Era così il modo in cui reagiva un corpo angelico all'amore incarnato?
Non lo sapeva...non sapeva piu nulla...non aveva letto nulla in merito...Aziraphale era in uno stato di confusione disarmante.
L'unica certezza che aveva, era che non avrebbe resistito un secondo di più all'odore di Crowely...non avrebbe resistito un attimo di più senza abbracciarlo e baciarlo di nuovo...dunque aveva trovato una scusa ( e il demone lo aveva aiutato molto in questo, con il suo atteggiamento aggressivo) per materializzarsi velocemente fuori da lì!
Ma era ciò che voleva?
Era il dannato Arcangelo Supremo accidenti!!! Doveva darsi un contegno e affrontare la situazione..."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale non sapeva di preciso quanto fosse passato, non c'erano orologi terrestri o calendari in paradiso...ma le sue labbra di arcangelo avevano ancora il gusto di Crowely.

Si sentiva confuso e una parte di lui viveva in un eterno loop quegli ultimi secondi insieme al suo caro Crowely: quella dichiarazione così improvvisa, quel bacio così inaspettato, quelle labbra perfette e calde di desiderio che l'avevano avvolto nel suo primo e unico bacio...in un momento però talmente delicato!!! Era tutto troppo, tutto troppo in fretta tutto troppo e sotto troppi occhi indiscreti...
Non doveva andare così, lo sapeva bene Aziraphale che aspettava solo il momento più appropriato per sistemare le cose...

•°•°•°•
Appena arrivato in paradiso l''arcangelo supremo aveva incontrato i suoi ex colleghi di cui ora era il capo, con difficoltà ma tenacia era riuscito a farsi rispettare e a fare conoscere davvero l'umanità a quelle entità celesti che così poco sapevano degli esseri su cui dovevano vegliare.
Nei momenti di serenità era riuscito a portare nel suo studio di arcangelo supremo un bollitore terrestre con cui preparava un white tè con acqua santa che accompagnava a qualche biscotto di farina celestiale...insomma, aveva reso il paradiso un posto migliore per quanto questo potesse sembrare assurdo.
Tuttavia il suo cuore era sofferente, sapeva di aver fatto la scelta giusta per il bene del mondo, quel mondo a cui avevano brindato e per cui si erano sempre battuti lui e il suo caro demone...ma a cosa aveva dovuto rinunciare?

Sulla sua scrivania teneva un piccolo globo terrestre, da lì, l'arcangelo supremo, poteva vedere e vegliare su chi voleva...ma i suoi occhi erano tutti puntati solo un un pallino nero dai capelli rosso fuoco.
Lo guardava, da lassù, mentre beveva il suo te celestiale...lo vedeva soffrire, contorcersi e bere fiumi di alcool...lo vedeva combattere contro i suoi sentimenti, lo vedeva pentirsi per quel bacio, lo vedeva ringhiare e piangere...per Aziraphale quella visione era davvero un inferno!
L'arcangelo vegliava su di lui giorno e notte... cercava di attenuare quella devastazione che percepiva nel cuore del demone, ma quel cuore non ne voleva sapere di smettere di soffrire e non si rendeva disponibile alle sue benedizioni... rendendo inutile tutto il lavoro che l'arcangelo cercava di svolgere per lui da lassù!
Doveva necessariamente incontrarlo... Doveva necessariamente scendere sulla terra e parlarci...
Si ripeteva che era per il bene di Crowely ma in cuor suo sapeva che era per il bene di entrambi... perché un arcangelo supremo infelice non poteva svolgere davvero bene il suo ruolo!
Doveva essere gioioso per antonomasia, ma in quel mare sconfinato di " non detto " la gioia era la cosa più lontana dal cuore Aziraphale.
Cercava solo il momento più appropriato per scendere sulla terra senza destare troppi sospetti nei suoi sottoposti.
Poi, al momento più opportuno, avrebbe schioccato le dita e si sarebbe materializzato di fronte a quel demone sofferente e innamorato.

   
 
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