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Autore: May Jeevas    12/10/2023    1 recensioni
Paesi Baltici, XIII secolo.
Dopo la sconfitta contro un ordine che ha invaso le loro terre e che ha preso la vita dei suoi genitori, il giovane Toris Laurinaitis ha un solo obiettivo: difendere la sua gente da qualunque invasore, che siano i Cavalieri Portaspada o che siano i Vichinghi. E' proprio da una delle tribù scanidinave che un giorno salva Feliks, un giovane un po' stravagante con cui Toris si ritroverà a stabire un rapporto forte e solido. Insieme lotteranno per la libertà dei Curi. La storia darà loro ragione, o dovranno piegarsi agli invasori? [LietPol]
[Questa storia partecipa al Writober di FanWriter.it, lista pumpSea]
Genere: Guerra, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Estonia/Eduard von Bock, Lituania/Toris Lorinaitis, Nordici, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: Ricordi

Da dove vieni?
Feliks osservò quella cartina ingiallita e gli sembrò che le linee e i confini si allargarono, circondando lui e Toris. Dal mar Baltico andò verso sud, verso una terra che profumava di fiori, di grano e di dolci. Indicò sol dito prima di chiudere un attimo gli occhi, abbandonandosi ai ricordi.
Era stato felice. Una terra da coltivare, una vita semplice, l’amore di due genitori che gli insegnavano ad amare la natura e come trarne profitto al meglio. L’aria a volte pungente e a volte tiepida gli sfiorava il viso mentre aiutava i suoi a lavorare. Sua madre a volte parlava una lingua diversa, poche parole che avevano un suono magico e che a lui piacevano, parlavano di una terra lontana che senza conoscere sentiva un po’ parte di sé. Una sera la donna mentre gli rimboccava le coperte gli raccontò del suo paese, e della sua tribù, i Curi. Gli parlò di una mare gelido ma che dava anche vita, di un popolo che considerava la famiglia come il tesoro più importante. Non gli spiegò perché aveva abbandonato la sua patria, ma a nove dieci Feliks aveva capito le origini delle cicatrici che segnavano i polsi e le caviglie di sua madre. Con un peso sul cuore aveva rimandato il discorso, non sapendo che non avrebbe più avuto occasione di chiederglielo.
Erano arrivati a all’alba, dei cavalieri con degli scudi adornati con una croce e una spada vermiglie. Avevano distrutto il loro villaggio, saccheggiandolo e dando fuoco ai campi e alle case. Suo padre era rimasto indietro per dare tempo a loro di scappare. Non lo aveva più visto. Sua madre lo aveva condotto tra sentieri che passavano tra campi e boschi, e avevano viaggiato per quello che a Feliks era parso un tempo infinito, dove i giorni e le notti si alternavano segnate dal dolore e dalla stanchezza. Ogni sera si accucciava di fianco al corpo della madre, accarezzandole i polsi e le piaghe che li segnavano. Voleva chiedere, voleva sapere, poi davanti agli occhi vedeva il suo villaggio distrutto e suo padre che scompariva, e gli mancava il coraggio.
Il ragazzo ritornò al presente, evitando volutamente i ricordi dell’ultimo periodo. Sua madre che spariva tra le onde del mare la vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi, non aveva bisogno di ripensarci in quel momento. Alzò lo sguardo verso Toris, e vide che il ragazzo lo stava puntando con l’arco, la freccia tesa e pronta a colpire, uno sguardo pieno di rancore gli bruciava gli occhi azzurri, rendendoli spietati.
Feliks lo guardò, senza riuscire a capire. Non voleva capire. Lo sguardo tornò a fissare la punta della freccia che mirava al suo cuore. Le mani si chiusero in due pugni sul terreno, sporcando di terra la mappa posata ancora lì vicino. Il cervello sembrava rifiutasse di collaborare, tutti i sensi urlavano del pericolo eppure non riusciva a reagire.
Poi lo vide.
Un bagliore metallico dietro a Toris, un’ombra scura incombere alle sue spalle. Agì senza rendersene conto e accadde in un attimo. Si lanciò verso il ragazzo, togliendolo dalla traettoria. La freccia scoccò, per sorpresa o per ferire, a Feliks non importava, si aggrappò al corpo di Toris, circondandolo con le braccia. Caddero di lato, uno di fianco all’altro sulla terra. Su di loro torreggiava il vichingo che aveva guidato l’assalto al villaggio pochi giorni prima.
 


Angolino di May
Eeee, bentornato blocco dello scrittore! -.-’ Giuro, il mio intento è quello di recuperare al più presto e di finire entro il 31, ma James è entrato in sciopero quindi le cose si sono fatte un po’ complicate… anche perché sembra aver trovato un affinità con i cliffhanger, suggeritrama da strapazzo. Intanto ringraziamo Mathias/Danimarca che mi ha permesso di bloccare Toris da quello che stava per fare. Amen. Adesso però, io questi due come imprecazione in slavo antico li salvo?? -.-’
Cercherò di mettermi in pari al più presto, giuro. *alza pugno non troppo convinta guardando James che sorseggia un mojito.”
Al solito, critiche e pomodori marci sono ben accetti.
Mata ne!

   
 
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