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Autore: May Jeevas    13/10/2023    1 recensioni
Paesi Baltici, XIII secolo.
Dopo la sconfitta contro un ordine che ha invaso le loro terre e che ha preso la vita dei suoi genitori, il giovane Toris Laurinaitis ha un solo obiettivo: difendere la sua gente da qualunque invasore, che siano i Cavalieri Portaspada o che siano i Vichinghi. E' proprio da una delle tribù scanidinave che un giorno salva Feliks, un giovane un po' stravagante con cui Toris si ritroverà a stabire un rapporto forte e solido. Insieme lotteranno per la libertà dei Curi. La storia darà loro ragione, o dovranno piegarsi agli invasori? [LietPol]
[Questa storia partecipa al Writober di FanWriter.it, lista pumpSea]
Genere: Guerra, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Estonia/Eduard von Bock, Lituania/Toris Lorinaitis, Nordici, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Nord

Toris guardava il mare scuro all’orizzonte e le stelle luminose che lo sovrastavano. Era lui di turno a stare su una delle navi con altri dieci uomini ormeggiate al largo del golfo, a fare di guardia dagli attacchi vichinghi.
Era passato un mese da quando lui e Feliks erano stati attaccati e molte cose si erano evolute.
Eduard aveva ragione, una volta saputo che lo sconosciuto aveva salvato la vita a Toris non aveva avuto difficoltà a integrarsi, con la conseguenza che anche l’apprendimento della lingua ne avva giovato. Feliks ormai non aveva difficoltà a esprimere concetti base e non solo, aveva conosciuto e andava d’accordo con la maggior parte del villaggio. Toris sorrise pensando a come fosse stato accettato l’amico. Se ci pensava gli si scaldava il cuore. Sospirò, godendo quel calore. Era bello, era piacevole ed era una sensazione estranea, come se l’avesse dimenticata e quel ragazzino biondo con gli occhi felini fosse stato in grado di riaccenderla dentro lui.
Tolys!” la voce squillante lo raggiunse, facendolo girare. Feliks sorrideva mentre si avvicinava. Indossava degli abiti tipici cuciti da una delle anziane del villaggio, sul verde e marrone che gli facevano risaltare ancora di più il colore degli occhi. Era bello vederlo così, come uno di loro. Toris doveva ancora farci l’abitudine.
“Non riesci a dormire?” chiese, mentre l’altro lo raggiungeva e si appoggiava alla balaustra di fianco a lui.
Feliks scosse il capo.
“Volevo vedere le stelle. Sono proprio luminose. E non volevo lasciare te solo. Magari ti addormenti.” lo prese in giro. Toris gli fece una linguaccia in risposta, alzando lo sguardo verso il cielo.
“Se mia madre era nata qui… anche lei sapeva navigare davvero bene, come voi?” domandò Feliks, seguendo una traccia di stelle sopra la barca che sembrava un coniglio.
Toris esitò un attimo a rispondere. Non avevano più parlato dei loro genitori da quel giorno in cui aveva scoperto la verità. Non avevano evitato l’argomento di proposito, ma la vita del villaggio li aveva investiti con mille impegni, e Feliks ogni notte crollava, rubandogli il letto. Una cosa che aveva imparato su di lui era che al ragazzo piaceva dormire, e tanto. Però, il ritornare su quella tematica delicata non lo mise a disagio.
“Certo. Tutti noi fin da piccoli impariamo a navigare. Vedrai che anche tu imparerai presto.” sorrise in risposta.
“Mi insegnerai tu, Tolys?
Il ragazzo interpellato sorrise a quella strana pronuncia con cui diceva il suo nome.
“Se sarai un bravo allievo come con Eduard con piacere.”
Eduard aveva cominciato a insegnarli l’arte della spada: era impossibile vivere in quella terra e non sapere maneggiare un’arma. Toris se la cavava bene, ma Eduard era uno dei migliori e Feliks imparava in fretta.
Il ragazzo annuì convinto. “Totalmente! Imparerò tutto! Quella stella so che punta a Nord!” Annunciò puntando un dito verso il cielo. Toris seguì la direzione indicata.
“Bravissimo. Si chiama stella polare.”
“Stella… polare…” Feliks ripeté per ricordarsi quella parola nuova.
“Quindi, se quella è la stella polare, sai dirmi anche da che parte è l’ovest?”
L’interpellato indicò senza alcun dubbio l’orizzonte, facendo una smorfia.
“Troppo facile.” mormorò indignato. Toris rise davanti a quel visetto imbronciato.
“Domani ti mostrerò cose più difficili, promesso.”
A Feliks si illuminò lo sguardo. Saltellò sul posto, eccitato.
“Vai a letto, però adesso. Altrimenti domani dormi!”
Il ragazzino non smise di sorridere mentre lo salutò con un cenno e saltellò sul ponte, allontanandosi.
Toris rimase solo a osservare l’orizzonte. Di solito in quelle giornate e nottate passate sulla barca da vedetta sperava in qualsiasi cosa che rompesse la noia. Invece si ritrovò ad aspettare con trepidazione il giorno dopo.
 


Angolino di May
E si va avanti. Piano, piano, piano. Questi capitoli saranno un po’ di transizione, vi avviso, però ne approfitterò per sviluppare il rapporto tra i due protagonisti!
Al solito, critiche e pomodori marci sono ben accetti.
Mata ne!

   
 
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