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Autore: May Jeevas    14/10/2023    1 recensioni
Paesi Baltici, XIII secolo.
Dopo la sconfitta contro un ordine che ha invaso le loro terre e che ha preso la vita dei suoi genitori, il giovane Toris Laurinaitis ha un solo obiettivo: difendere la sua gente da qualunque invasore, che siano i Cavalieri Portaspada o che siano i Vichinghi. E' proprio da una delle tribù scanidinave che un giorno salva Feliks, un giovane un po' stravagante con cui Toris si ritroverà a stabire un rapporto forte e solido. Insieme lotteranno per la libertà dei Curi. La storia darà loro ragione, o dovranno piegarsi agli invasori? [LietPol]
[Questa storia partecipa al Writober di FanWriter.it, lista pumpSea]
Genere: Guerra, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Estonia/Eduard von Bock, Lituania/Toris Lorinaitis, Nordici, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11: l’inizio.

Gilbert sollevò con disgusto una sardina dal piatto e si costrinse a mangiarla.
Non ne poteva più di quel cibo scadente.
Stavano spiando gli attacchi tra Curi e Vichinghi da circa un mese, e nonostante lui fremesse dall’entrare in azione per adesso avevano solo osservato e fatto rapporto regolarmente alla Diocesi. Il suo sesto senso che mai lo aveva tradito in battaglia gli diceva di aspettare che i due popoli entrassero in guerra aperta in modo che si indebolissero a vicenda, in modo poi da dare loro il colpo di grazia.
Peccato che in mese, nonostante gli attacchi, entrambe le fazione sembravano ancora più vitali che mai.
Il cavaliere sbuffò, guardando sconsolato l’ennesimo pesce striminzito, sognando la cucina di Elizaveta.
Un rumore frettoloso di zoccoli lo distrasse da quel pasto deludente. Il messaggero era tornato con la risposta della Diocesi.
Gibert si mise sull’attenti, ricevendolo in piedi.
“Novità?”
Il ragazzo saltò giù da cavallo con destrezza, prima di porgergli una pergamena sigillata.
Il Fratello della Spada lesse veloce, e sbuffò. Se la situazione non si fosse sbloccata presto, avrebbe dovuto tornare o attaccare. Guardò il pugno di soldati con cui era venuto. Non erano sufficienti: secondo quanto avevano visto i Curi erano molto feroci in combattimento. Gilbert pensava di poterne tenere a bada almeno tre, ma i suoi uomini…
Pensò a un piano. Da qualche tempo la tribù nemica mandava parte dei guerrieri del villaggio sulle barche ormeggiate al largo del golfo per fermare i Vichinghi in mare aperto. Il cavaliere sogghignò.
Vediamo come ve la cavate su uno scontro di terra…

Toris stava affilando le frecce quando vide la piccola imbarcazione avvicinarsi dalla direzione della spiaggia. Il ragazzo sopra remava con tutte le sue forze e appena fu a portata di udito urlò.
“Ci attaccano! I Cavalieri Portaspada attaccano il villaggio!”
Queste parole giunsero alle orecchie di Toris e per il ragazzo su come ricevere una scossa. Rabbia, paura e anche aspettativa si impadronirono di lui. Feliks, al sua fianco invece lo guardò impaurito. Toris li posò una mano sulla spalla e strinse, cercando di infondergli un po’ di coraggio e di spirito combattivo. Il più piccolo annuì, stringendo la spada al suo fianco per farsi forza.

Arrivarono al villaggio che lo scontro era già cominciato. Toris si lanciò nel combattimento con la furia di chi voleva proteggere e vendicare. Odiava quelle tuniche bianche con la croce e la spada rossa ricamate sopra, odiava quello che gli avevano sottratto e adesso, dopo anni di attesa, avrebbe potuto vendicare i suoi genitori.
Non risparmiava colpi per nessuno, chi incontrava la lama della sua spada non sopravviveva. Il dolore di sette anni era racchiuso nei suoi movimenti e nei suoi attacchi.
Questa è la mia terra. Non ve la prenderete come avete preso i miei genitori! Pensò mentre con un grido affondava la spada nel petto di un soldato, macchiando quella maledetta tunica di sangue.
Toris approfittò di un attimo di calma per cercare di capire la situazione. Molti cavalieri erano in fuga, e il ragazzo riprese un attimo di lucidità sufficiente per capire che non conveniva rincorrerli.
Si guardò intorno, cercando Eduard per capire cosa fare. Invece il suo sguardo trovò Feliks, poco distante da lui, impegnato in un duello evidentemente in difficoltà. Toris cambiò l’impugnatura della spada e corse in aiuto dell’amico. La sua arma cozzò contro quella del cavaliere, attirando la sua attenzione. Due occhi vermigli lo fissarono, e al ragazzo mancò il fiato. Il tempo si fermò, come a rallentatore, mentre parole mai dimenticate riaffiorarono in lui.
Un cavaliere con occhi rossi come braci infuocate.
Stava per affrontare l’assassino dei suoi genitori.
 


Angolino di May
Sì, un altro cliffhanger, giusto perché a James mancavano. Il prossimo capitolo è già pronto e lo posterò nel pomeriggio o stasera. Questa mattina cercherò di scrivere il prompt 15, in modo essere in pari per domani. Che maratona, ragazzi, mamma mia! -.-’ Torno a scrivere, scusate...
Al solito, critiche  e pomodori marci sono ben accetti.
Mata ne!

   
 
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