LENTO
Nascosta nella penombra di quel luogo, attendeva di ricevere ordini da Gin sul da farsi. Quella sorta di magazzino abbandonato era avvolto nel silenzio, poteva sentire persino il suo stesso respiro.D’un tratto la sua attenzione fu catturata da una ragnatela i cui fili brillavano ai raggi di luna che filtravano dalle finestre. Una mosca vi era appena rimasta intrappolata e dall’angolo in alto a sinistra iniziò a scendere il creatore di quella tela. Era un ragno piuttosto grosso e si muoveva lentamente, quasi impercettibilmente, per avvicinarsi alla sua preda. Avanzava lento, per non far vibrare i fili e liberare così quella che sarebbe diventata la sua cena. C’era un qualcosa di ipnotico in quella lentezza, come se il tempo scorresse ma senza accorgersene e all’improvviso ci si ritrovasse vecchi. Era una sensazione che non poteva conoscere, perché lei vecchia non lo sarebbe mai diventata.
Per lei il tempo si era fermato.
Quando fu sufficientemente vicino, il ragno face un balzo sulla mosca e la uccise iniettandole il suo veleno nel corpo, per poi iniziare ad avvolgerla nella tela con movimenti altrettanto lenti e pazienti. Un lavoro meticoloso il suo, una fine triste quella della mosca.
Le venne da chiedersi se lei, che poteva paragonarsi al ragno killer, non fosse in realtà una mosca che un bel giorno sarebbe stata uccisa.