TRADIMENTO
Legata al muro da un paio di manette che le impedivano la fuga, chiusa in una stanzetta umida e oscura, attendeva di pagare per le sue colpe come un condannato a morte. Eppure, lei di colpe non ne aveva, se non quella di aver lavorato ad un farmaco che si era rivelato un veleno letale. Anni di studi per una pillola capace di uccidere senza lasciare tracce. Quel bastardo di Gin, invece, le tracce le aveva lasciate eccome. Gli aveva portato via l’unico membro della sua famiglia che le restava e ora pretendeva che continuasse a servire l’Organizzazione come se nulla fosse. Non avrebbe mosso un dito per quegli esseri spregevoli.Consapevole del destino che l’attendeva, preferiva essere lei stessa a porre fine alla sua vita, per togliere a loro la soddisfazione di farlo. Non gli avrebbe permesso di fare a lei ciò che avevano fatto ad Akemi. Se doveva essere una traditrice allora meglio esserlo fino in fondo.
Con la mano che le avevano lasciata libera frugò nella tasca del camice ed estrasse una pillola bianca e rossa. Quale modo migliore di morire se non attraverso il farmaco che lei stessa aveva ideato?
Si portò la pillola alla bocca e la schiacciò con i molari. Un sapore intenso e amaro le avvolse la bocca.
Se il tradimento avesse avuto un sapore, probabilmente sarebbe stato molto simile a quello.