Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ambertwo    19/10/2023    0 recensioni
Mai stata una che stava ferma; non per scelta, ma per necessità - almeno, questo è quello che avrebbe detto lei. Hikari aveva passato quasi dieci anni girando lavori su lavori, senza mai sceglierne uno 'per la vita', ripetendo lo stesso ciclo ancora e ancora: trovava un impiego che attirava la sua attenzione, gli dava una possibilità, e trovava qualcosa che non le andava bene approssimativamente in un mese, o risultava chiaro che non era tagliata per esso. Si licenziava, lavorava part-time al bar vicino al cantiere o al mercato mentre cercava un nuovo impiego: ripetere ad oltranza.
***
Gli eventi di Water Seven ed Enies Lobby, visti attraverso degli occhi diversi rispetto a quelli che hanno raccontato la storia originale. Prevalentemente quelli di una civile che non sa stare al suo posto, perchè non trova un posto che sia suo.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Kaku, Nuovo personaggio, Paulie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 - Il cantiere

Era diventata una presenza così comune che la maggioranza delle persone che lavoravano in cantiere per più di qualche mese non le badavano nemmeno più, limitandosi di tanto in tanto a buttare là un rimprovero prima di tornare a fare qualsiasi cosa stessero facendo prima di essere interrotti; Paulie era un'eccezione, si arrabbiava un sacco e le tirava certi scappellotti in testa ogni santa volta che la vedeva girare per il cantiere, ma lei nemmeno se la prendeva più e lo ignorava alla grandissima. Il suo vicino aveva sempre avuto un po' un caratteraccio, ma lei sapeva che bastava non dargli corda.
"Questo potrebbe andare..."
Prese a camminare in maniera casuale attraverso il cantiere mentre leggeva il giornale, evitando in maniera disinvolta persone ed oggetti in movimento, mentre alzava periodicamente lo sguardo per provare a localizzare la persona che stava cercando, ed ogni tanto per salutare qualcuno.
"Souta, hai visto in giro Kaku?"
"Si, era vicino alla mensa".
"Andriy, hai visto in giro Kaku?"
"Si è allontanato per andare a sbrigare un lavoro. Dovrebbe essere tornato ormai".
"Lulu, hai visto in giro Kaku?".
"Si, era insieme ad un paio di tizi della Franky Family".
Quella risposta, in particolare, la lasciò perplessa. Con la Franky Family? Gli smantellatori di navi? Il ragazzo rimproverava sempre lei ogni volta che le capitava di avere a che fare con quella gente per una ragione o per l'altra, che cosa stava combinando ora? La ragazza sospirò e incrociò le braccia, sedendosi su una vicina trave di legno. "Vabbè, suppongo lo chiederò a lui quando lo vedo. E di Paulie che mi dici, è arrivato in cantiere oppure è ancora inseguito dai creditori?"
"Questo te lo posso dire io" un ragazzo con metà testa rasata e lunghi capelli legati in una coda intervenne nella conversazione. "Gli è capitata una valigia di soldi letteralmente tra le mani mentre scappava, ed ha cercato di tenersela. Apparteneva a dei pirati, da quanto ho capito... Ad ogni modo, Lucci l'ha costretto a restituirla, quindi ciccia".
"Alle solite, quindi. Miseriaccia, meno male che c'è Lucci. Le cose vanno restituite ai proprietari!"
"Non so, zia. Mettimi in mano dei soldi, e probabilmente non li restituisco".
"Beh... tecnicamente parlando, rubare ai pirati non è considerato davvero un furto" spiegò l'uomo chiamato Lulu, mentre cercava di appiattirsi sulla testa un ciuffo ribelle che spuntava dai suoi corti capelli neri. "Visto che non seguono la legge, non sono protetti da essa..."
Lulu era un'altro dei capimastro; Hikari lo conosceva più o meno da quanto conosceva Paulie, ma non a livello personale. Si erano incrociati più volte quando era piccola perchè abitava nella zona dove lei ed i suoi amici erano soliti giocare, ma non ci aveva mai davvero parlato fino a quando non aveva iniziato a vagare per il cantiere. Era un uomo prevalentemente calmo e ragionevole, perennemente in lotta con i suoi capelli; Hikari gli era abbastanza affezionata, e - a sua insaputa - spesso si piazzava di proposito accanto a lui solo per mettere i loro capelli a confronto e sentirsi meglio per quello che riguardava lo stato dei suoi.
"Non hai capito. Mettimi in mano dei soldi, e probabilmente non li restituisco a prescindere da chi fosse il proprietario in origine. Son miei ora." buttò lì il ragazzo con la coda con un'alzata di spalle. "Comunque, c'è il signor Iceburg."
"Oh, davvero?" sorrise Hikari. "Perfetto! Gli devo chiedere se ha un qualche lavoro che posso prendere".
Gli altri due non batterono ciglio al sentire che la ragazza era di nuovo disoccupata.
"Se è qui in cantiere, probabilmente avrà da fare".
"Nah, l'ho sentito disdire letteralmente tutti gli impegni giornalieri e ora sta facendo vedere il cantiere a dei clienti, quei pirati là... Kare, mi serve la trave, alza le chiappe" abbaiò il ragazzo con la coda, sollevando la trave da un lato e facendo cadere per terra la ragazza.
"Pirati, huh?"
"Si. I pirati di Cappello di Paglia, mai sentiti nominare? Si son fatti una certa reputazione dopo quel macello ad Alabasta..."
"Mai sentito nessuno dei due" si mise in mezzo Hikari.
"No? Era su tutti i giornali... non quel giornale, cretina" le abbaiò di nuovo il ragazzo, vedendola ingenuamente aprire il giornale che aveva tra le mani in quel momento. "E' successo un po' di tempo fa".
"Ehh, io leggo solo gli annunci di lavoro e la pagina sportiva" buttò lì lei, facendo spallucce. "Ad ogni modo, se il signor Ice ha abbastanza tempo per far vedere la città a gente a caso, sono sicura che non gli dispiacerà... aspetta un minuto!" sussultò la ragazza, colpita improvvisamente da un'idea. "Far vedere la città alla gente! Ma si! Guida turistica! Questa è una cosa che non ho mai fatto prima!"
"Le guide turistiche devono conoscere cose tipo la storia della città" fece notare Lulu. "Hai mai anche solo aperto un libro sull'argomento?".
"Ho sempre tempo per farlo" esclamò lei, eccitata. "Si, si, si, questo potrebbe essere il mio lavoro ideale! Ohh, adesso devo andare a parlare con il signor Ice e discutere di questa cosa! Sai com'è, autorizzazioni, abilitazioni, quelle robe là!"
"Come ti pare" il ragazzo con la coda rispose in tono indifferente, chiaramente non convinto. "Ehi, Lulu, una mano con 'sta cosa?".
Hikari guardò i due uomini allontanarsi portando la trave di legno, mentre lei rimase in piedi al suo posto; stringendo in mano il giornale, ma chiaramente non più interessata ad esso, mentre dondolava a destra e a sinistra presa dall'eccitazione. Oh, sarebbe stata una cosa fantastica. Certo, certo, doveva prendere in mano qualche libro e affaticare il cervello leggendo, ma era un piccolo prezzo da pagare per quello che sarebbe potuto essere il suo lavoro ideale. Conosceva la città come casa sua ormai, tutti i suoi posti più importanti, ogni marciapiede, canale o fogna. Chi altri conosceva le fogne della città?!
'Beh, però, pensò tra se e se, chi è che vorrebbe visitare le fogne? Idraulici? Turisti molto curiosi?'
Rimase per un po' a rimuginare su quella domanda, poi la liquidò con una risata tra se e se. 'Beh, non devo necessariamente portare la gente a fare il giro delle fogne, ma la possibilità ci sarebbe nel caso qualcuno lo voglia! Il fratellone sta portando gente in giro per il cantiere. Il cantiere, il cantiere... quello sarebbe certamente il pezzo forte del tour! Mi lascerebbero portare dei turisti in giro per il cantiere? ...ci sono già visite guidate al cantiere, ad ogni modo?'.
Mentre era persa nei suoi pensieri, una voce sconosciuta si rivolse a lei, proveniente da qualche posto al di sopra della sua testa.
"Ehi, mi piace il tuo fischietto!"
Si guardò attorno per un momento, confusa, e poi vide un ragazzo con i capelli neri su una nave in costruzione; la guardava, appeso a testa in giù con le gambe attorno ad una trave. La ragazza lanciò una rapida occhiata in basso, verso il fischietto appeso al suo collo, poi rialzò lo sguardo sorridendo.
"Grazie. A me piacciono i tuoi sandali"
"Sei un carpentiere, ragazza col fischietto? Stiamo cercando un carpentiere".
"Scusa" fece lei con un'alzata di spalle. "Quello è un lavoro che non ho mai fatto."
"Che ci fai qui, allora?"
"Che ci fai tu qui? Non mi pare di averti mai visto. Nemmeno tu sei un carpentiere, no?"
"Certo che no" rimbeccò l'altro, come se stesse constatando l'ovvio. "Se lo fossi, non ne starei cercando uno."
"Ha senso" annuì la ragazza.
Il ragazzo si mise a braccia conserte con un'espressione corrucciata, come se stesse pensando intensamente a qualcosa. Poi si limitò ad allungare un braccio - allungare un braccio per aggrapparsi ad una recinzione ad almeno cinquanta metri di distanza dalla trave su cui era seduto, e semplicemente... si lanciò in quella direzione.
"Ma che...?"
Hikari rimase impalata sul posto, lasciando cadere per terra il giornale, fissando nella direzione in cui lo sconosciuto si era lanciato. Che diamine era stato, quello? Apparteneva forse ad una razza di mutaforma? Sembrava un normale umano fino a quando non ha iniziato ad allungarsi. Ma che diavolo...
'Oh, giusto. Frutto del diavolo, probabilmente? Sono una cosa che esiste, dopotutto. Mai conosciuto qualcuno con quei poteri, però'.

"Un tizio ha appena cercato di reclutarmi come carpentiere".
Hikari camminò in direzione di un piccolo gruppo di persone sparso in un'area piuttosto grande, avvicinandosi a Paulie. Sembrava ancora perplessa dallo scambio di parole con lo sconosciuto dai capelli neri.
"Si, sta andando in giro a chiedere questa cosa a gente a caso... ha chiesto pure al signor Iceburg" annuì Paulie, prima di rendersi conto di chi gli avesse rivolto la parola. "Oi, che diamine ci fai tu qui?".
"Faccio un giro" rispose lei in tono neutrale. "Come i vecchi tempi, no?"
"Non me lo ricordare".
"Chi è quel ragazzo, comunque? Un cliente?"
"Così pare."
Hikari alzò lo sguardo per guardare lo sconosciuto saltare a terra da una sbarra di metallo. A quel punto notò il cappello di paglia legato sulle spalle del ragazzo, e ricordò la precedente conversazione con Lulu.
"Oh. Quello è il pirata col cappello di paglia? Quello a cui hai provato a fregare soldi prima che Lucci ti sistemasse?".
Il suo vicino di casa le lanciò un'occhiata vagamente infastidita.
"Le notizie viaggiano in fretta, a quanto sembra".
"Da che ho capito stavi facendo un casino, la prossima volta prova a non fare l'idiota" buttò lì lei, continuando a guardare il ragazzo con il cappello di paglia. "Adesso ho capito perchè lo chiamano così. A quanto pare ha causato qualche tipo di cosa che ha fatto notizia tempo fa? E' un ragazzino! Sembra più piccolo di Tarou."
"E allora? Tu eri una mina vagante pure da bambina".
"Se c'è uno che ne sa qualcosa, quello sei tu, no?"
Prima che quel batti e ribatti potesse continuare, i due furono interrotti da un'ombra comparsa d'improvviso sopra le loro teste. Hikari tentò istintivamente di portarsi il fischietto alla bocca, ma prima che potesse anche solo prenderlo in mano, l'ombra si era già ricongiunta alla persona che l'aveva proiettata, un ragazzo che era appena atterrato ad alcuni metri da loro. Si, atterrato - prima, in effetti, sembrava che stesse volando.
"Alla buon'ora!" Hikari alzò le mani al cielo, raggiante. "Ciao, Kaku!".
Il nuovo arrivato - un ragazzo con corti capelli arancioni sotto un berretto da baseball e uno strano naso squadrato - le lanciò un'occhiata perplessa, come se non si aspettasse di vederla lì. Poi sospirò con un sorriso.
"Ehilà. Non devo ripeterti per la millesima volta che tu qui in teoria non potresti entrare, vero?"
"Si, si, lo so" fece lei, impaziente. "Fa nulla! Ascolta, questa la devi sentire, mi è appena venuta la migliore idea per un lavoro-"
L'altro alzò una mano, facendole cenno di fermarsi; poi indicò una ragazza con i capelli arancioni poco distante da loro, che Hikari non riconobbe.
"Scusa... qualunque cosa sia, dovrà aspettare. Sto lavorando ora."
Hikari parve un po' delusa, come se avesse appena ricevuto una botta in testa che smorzò la sua eccitazione; ad ogni modo, accettò la situazione di buon grado e si allontanò un po' dal gruppo, per non intralciare.
Andò a riprendere il suo giornale caduto vicino alla nave in costruzione e passò alcuni minuti con la schiena appoggiata a un muro leggendo la pagina sportiva, mentre ascoltava pezzi e bocconi della conversazione tra i carpentieri ed il ragazzo con il cappello di paglia. Non ne afferrò la maggior parte, riuscendo a capire solo che la sua nave era in cattive condizioni e che il ragazzo non ne sembrava minimamente contento.
Il cervello della ragazza, dopo un po', iniziò a filtrare fuori tutti i suoni mentre leggeva il resoconto di una partita di baseball molto combattuta.
"Allora, di cosa dovevi parlarmi?"
Fece un sobbalzo quando tutto ad un tratto sentì la voce di Kaku accanto a lei. Era la ragazza ad avere l'abitudine di avvicinarsi di soppiatto alle persone e farle spaventare a morte materializzandosi praticamente dal niente - non era abituata a ricevere lo stesso trattamento che in genere lei propinava agli altri.
Eccolo, finalmente; la sua persona preferita. Un'altro dei capimastro; non era di quelle parti, essendosi trasferito sull'isola solo cinque anni prima. Un ragazzo sempre allegro e pronto a dare una mano, il tipo di persona che le metteva il buonumore solo con la sua presenza. Hikari non era mai veramente riuscita a far segreto dei suoi sentimenti per lui, ma questi non sembravano propriamente essere reciprocati alla stessa maniera; perlomeno, la ragazza non era mai riuscita a capire cosa l'altro pensasse di lei. Quello che era certo era che nessuno dei due si faceva avanti direttamente, quindi alla fine, erano finiti con il restare sempre e solo amici; e ad Hikari, nel dubbio, andava bene così.
"Eccoti, finito col lavoro?"
"Solo con questo a quanto sembra, almeno per il momento" rispose l'altro, sospirando.
"Clienti difficili?"
"Beh, non la metterei in questi termini. Semplicemente, i danni sostenuti dalla loro nave sono così pesanti che non può essere riparata nemmeno da noi. Potrebbero tornare in seguito per commissionarci la costruzione di una nuova imbarcazione, però... non sembravano molto entusiasmati dall'idea" il ragazzo si grattò il retro della testa.
"Beh, è una buona opportunità per loro. Se ne possono prendere una più resistente".
"Possono, certo. Però capisco l'esitazione, è sempre difficile dire addio ad un qualcosa di molto caro".
"Ma è soltanto una barca".
"Non essere così insensibile!" rise l'altro. "Anche gli oggetti possono essere cari alla gente! Che faresti tu se rompessi il tuo fischietto?"
"Quello è diverso! Quello è una cosa importante. Era di mio fratello, e mi ricorda un sacco di cose!".
"Appunto, ha un considerevole valore sentimentale per te. Chi ti dice che quei ragazzi non provino lo stesso per la loro nave?"
Hikari aprì la bocca per dire qualcosa, ma alla fine la richiuse senza emettere suono, apparentemente senza trovare una buona risposta.
"Beh, suppongo tu abbia ragione qua".
"Ad ogni modo, la situazione può avere delle similitudini, ma anche grosse differenze. Se tu rompessi il tuo fischietto sostanzialmente non ti cambierebbe niente a meno che tu non volessi cercarti un lavoro come arbitro o vigile. Ma per quel che riguarda una nave... non importa quanto possa stare a cuore, se non può essere riparata, la storia finisce lì. Cercare di salparci comunque significherebbe solo segnare la propria condanna a mo-"
"A proposito di cercare lavoro!" lo interruppe lei. "E' esattamente quello che dicevo! Mi è venuta un'idea. Senti un po' - guida turistica!"
L'altro non reagì con nemmeno la metà dell'euforia che la ragazza manifestava.
"Tutto qui?" fece. "Questa è la migliore idea che ti è mai venuta per un lavoro? Guida turistica? Hikari, la città è piena zeppa di guide turistiche. Ci sono intere agenzie che lavorano in quel settore."
"Perfetto! Una in più può solo essere utile" rimbeccò lei, sventolando il giornale. "Non ho mai fatto una cosa del genere prima! Beh, no, l'ho fatta. Ma non per lavoro. Vedi?!" esclamò, eccitata. "In passato ho mostrato la città a delle persone e non era nemmeno il mio lavoro. E' una cosa che mi viene naturale! Conosco a menadito persino le fogne della città!"
"Si, beh... forse non è il caso di fare delle fogne il pezzo forte dei tuoi tour" il ragazzo scosse la testa, sorridendo. "Anche se ti proponessi qualche altro lavoro, ho il sospetto che tu abbia già deciso. Se è così che vuoi impegnare il prossimo mese, allora ti auguro buona fortuna".
"Oh, non hai la minima fiducia in me, vero? Non credi che possa tenermi un lavoro!"
"L'ultimo è durato la bellezza di una settimana."
"Dieci giorni!"
"E' comunque meno di un mese!"
I due si scambiarono una risata.
"Ma si, comunque, che tipo di lavoro avevi in mente?" chiese lei, guardandolo. "Sulla pagina degli annunci di lavoro non ho visto niente di interessante che mi sia saltato all'occhio, apparte uno che cercava idraulici e uno che cercava un parrucchiere".
Per un secondo, parve che Kaku volesse dire qualcosa - probabilmente un commento sulla questione del parrucchiere, considerato che la ragazza non era capace nemmeno di pettinarsi come si deve - ma sembrò bloccarsi in tempo per non essere scortese.
"Beh, stanno cercando personale in mensa".
"Oh! Anche quello è un buon posto! Ci ho lavorato quando ero adolescente. Non credo che mi assumerebbero ancora dopo quel fiasco".
"Non sono sicuro di volere i dettagli".
"Beh, se vuoi la versione divertente della storia, non è a me che devi chiederla. Quelli che hanno mangiato la roba che ho cucinato, d'altra parte..."
Ancora una volta, Kaku sembrò sul punto di dire qualcosa, ma si limitò a scuotere la testa con un sorriso rassegnato.
"Ad ogni modo, non è che hai visto dov'è andato il signor Ice?" chiese Hikari, guardando oltre la sua spalla; il gruppetto di prima sembrava essersi spostato altrove. "Devo chiedergli per la roba del lavoro".
Il ragazzo sembrò confuso per un secondo, non trovando il nesso tra le due cose.
"Beh, suppongo ti possa indirizzare ad una agenzia a metterci una buona parola per te... cosa di cui hai decisamente bisogno, visto e considerato il tuo curriculum" si grattò nuovamente il retro della testa. "Ma mi sa che per oggi lo hai mancato. E' in riunione con alcune persone mandate dal governo."
"Di nuovo quelli là? Stanno passando più spesso, ultimamente" commentò la ragazza, con un sospiro. "Diamine, certo che fare il sindaco dev'essere una bella rogna, eh? Non potrei mai fare quello per lavoro, su questo siamo certi. Ce la vedresti un'intera caspita di città gestita da me?".
L'altro mise su un sorriso divertito.
"Ma certamente! Anzi, vedo già gli slogan per la campagna elettorale: 'lotta contro il randagismo, per l'edilizia sostenibile, e per i muffin!"
"Centro perfetto, bello mio".
I due risero di nuovo.
"Beh, ho paura che la mia pausa sia finita. Devo tornare al lavoro".
Il ragazzo cominciò ad allontanarsi dopo averle fatto un cenno di saluto, poi d'un tratto si voltò a lanciarle un'occhiata; la ragazza sembrava essere ancora tanto vicina a lui quanto lo era prima che avesse iniziato a camminare.
"... Hai intenzione di seguirmi per il resto della giornata, vero?".
"Eggià!"
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ambertwo