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Autore: Jason_Trth Hrtz    23/10/2023    1 recensioni
1 — Occhi (Ballet!AU)
2 — Montagna (Modern!AU)
3 — Vecchio (Modern!AU)
4 — Puntuale (Canon Divergence)
5 — Bianco (Modern!AU)
6 — Corsa (Modern!AU)
7 — Vergogna (Canon Divergence)
8 — Medaglia (Figure Skating!AU)
9 — Caccia (omegaverse)
10 — Libreria (Bookshop!AU)
11 — Secondo (School!AU)
12 — Clown (Trick or Treat!AU)
13 — Quadro (Artist!AU)
14 — Grembiule (Cooking Classes!AU)
15 — Lento (Modern!AU)
16 — Vetro (Stalker!AU)
17 — Tradimento (Canon Divergence)
18 — Grappolo (Greek Mythology!AU)
19 — Incontro (MMA!AU)
20 — Sigaretta (Modern!AU)
21 — Pettegolezzo (Canon Divergence)
22 — Antidoto (Canon Divergence)
23 — Sabbia (Modern!AU)
24 — Tremore (Canon Divergence)
25 — Manette (BDSM!AU)
26 — Mandorla (Coffe Shop!AU)
27 — Compleanno (Modern!AU)
28 — Nascondere (Mafia!AU)
29 — Argilla (Modern!AU)
30 — Domino (Canon Divergence)
31 — Tomba (Canon Divergence)
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Genere: Drammatico, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom Peters, Nuovo personaggio, Sebastian
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lo so che il corretto ordine delle parole nel titolo dovrebbe essere: Tints, Tones & Shades (mancano anche altre diciture legate a questo mondo), ma ho arbitrariamente deciso di assegnare alle parole questo ordine per una pura questione di piacevolezza di pronuncia consequenziale delle parole. Spero capirete, grazie.




𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

Prompt giorno 23: sabbia

 

 

 

[Modern!AU]

 

 

 

OCCASIONI

1761 parole

 

 

Stella e Beatrix avevano scelto di sposarsi sulla spiaggia, nel bel mezzo dell’estate—la stagione preferita di Stella.

 

Appena finita l’Università, Stella aveva prenotato un viaggio per la Grecia e lì aveva scelto di fare la proposta di matrimonio a Beatrix, la sua ragazza fin dai tempi delle superiori.

Le era stato raccontato che c’era stato addirittura un flash-mob e dei fuochi d’artificio. Tipico di Stella non badare a spese. Per riuscire a tenersi il suo lavoro da barista, Beatrix aveva dovuto discutere molto con Stella—che invece avrebbe voluto vederla all’Università insieme a lei oppure in un’enorme villa vista mare. Ma Beatrix non era tagliata per quegli agi, le piaceva avere la sua indipendenza; avere “la ragazza ricca” non rappresentava, secondo lei, alcun vero vantaggio. Suo padre, Andreas, l’aveva viziata abbastanza fin da piccola, nonostante vivessero sperduti in un piccolissimo paesino montano, e non le aveva mai fatto mancare nulla—com’era giusto che fosse.

I granelli di sabbia si infiltrarono ovunque nei sandali che Bloom portava ai piedi. Era quasi certa che, con il lieve venticello che passava ogni tanto al di sotto del grande tendone bianco sotto cui stavano cuocendo, della sabbia le fosse finita in bocca; sentiva la lingua ruvida.

Il resto delle ragazze: Terra, Musa, Aisha e Flora erano sedute nello stesso ordine alla sua destra. Dietro di lei sentiva borbottare Riven, che si lamentava con Sky, seduto accanto a lui da un lato, e con Dane, il suo ragazzo—seduto anche lui a lato, di quanto la cerimonia stesse andando per le lunghe e di quanto facesse “stramaledettamente caldo”. Avevano frequentato tutti la stessa scuola, quindi si conoscevano bene l’un l’altro. A turno, ognuno di loro si rivolgeva a Riven e gli intimava di fare silenzio. Quest’ultimo si limitava ad alzare gli occhi al cielo e ad accarezzare esasperato una coscia del suo ragazzo, cacciando la testa indietro e sospirando. Fortunatamente, Stella, già in lacrime, e Beatrix, che si sforzava di trattenerle per orgoglio, erano troppo assorbite dal loro coinvolgimento emotivo per curarsi davvero di quello che stava accadendo agli invitati.

Bloom le invidiava.

Mai lei era riuscita a provare lo stesso amore che loro due sembravano provare l’una per l’altra. Lei e Sky si erano frequentati per circa un anno scolastico, ma poi le differenze di pensiero e approccio alla vita si erano rivelata invalicabili e avevano deciso unanimamente di lasciarsi. Erano rimasti amici, e tra loro non c’era imbarazzo.

 

Un bambino scalmanato stava rischiando di cadere con la faccia in mezzo alla sabbia. Non aveva fatto altro che correre per tutto il tempo in mezzo alle sedie degli invitati, sembrava non scaricarsi mai. Alla fine, prima che qualcuno si alzasse e facesse una scenata in piena regole, venne acciuffato al volo da un uomo che Bloom riconobbe immediatamente.

Si trattava di Sebastian Valtoriano.

Era stato un loro professore di storia durante gli anni delle superiori, Bloom aveva avuto una cotta pazzesca per lui, ma non si era mai permessa di provare a fare nulla nei suoi confronti, per non mettere nei guai sia lei sia lui, il loro futuro. Al tempo lei aveva avuto solo sedici anni, mentre Sebastian ne aveva circa venticinque o ventisei; da quel poco che sapeva di lui, che aveva imparato a conoscere tra una lezione e un’altra, non avrebbe mai intrattenuto rapporti di natura diversa da quella che doveva esistere tra insegnante e alunna.

Stella, ma soprattutto la spavalda Beatrix, avevano provato a convincerla a lanciarsi nell’impresa di “sedurre” il suo professore, ma Bloom aveva voluto essere più saggia di così; era forse stata una delle poche volte nella sua vita in cui non si era lasciata governare dalla sua impulsività, nonostante la tentazione di dichiararsi al “Signor Valtoriano” fosse stata non indifferente.

 

«Se—Signor Valtoriano? Anche lei qui?» gli domandò scioccamente, seppur sottovoce, non riuscendo a ignorarlo del tutto.

«Ah, Bloom, giusto?» ricambiò lui.

Finse che il suo quasi non ricordarsi il nome di Bloom non l’avesse leggermente ferita nell’orgoglio.

«Ti trovo bene, spero» le chiese lui, probabilmente ignaro dell’effetto che era sempre stato in grado di avere su Bloom. Era come se pendesse dalle sue labbra, e si odiava per questo, per la disperazione con cui cercava il suo sguardo e la sua approvazione.

 

Daddy Issues and Mummy Issues at their finest” le avrebbe detto Beatrix con un sorriso vittorioso, sapendo di aver ragione. Bloom era sempre stata alla ricerca di una figura di riferimento che potesse guidarla nella vita, da cui potesse sentirsi amata e considerata. Sebastian, a sua insaputa, era stato quella figura per anni, fino a quando le loro strade non si erano divise. Bloom si era trasferita a Londra, insieme ad Aisha, mentre Sebastian presumeva che fosse rimasto a insegnare in Irlanda. Bloom era originaria di Gardenia, in California, ma per via del lavoro dei suoi genitori in Europa si erano dovuti trasferire in Irlanda, in modo da essere più vicini al Paese europeo in cui si sarebbero dovuti dirigere ogni volta che venivano chiamati. Ne conseguiva che Bloom aveva passato molte giornate, anche settimane o mesi, da sola in un Paese a lei sconosciuto, e in cui si sentiva il fenomeno di cui tutti parlavano, anzi: sparlavano. Incontrare il suo futuro e leale gruppo di amiche era stata una gran fortuna—che delle volte aveva dato per scontata.

 

«Sì, non c’è male» rispose lei, per non annoiarlo con l’Odissea che era la sua vita da studentessa e lavoratrice. Arrivata alla maggiore età, aveva tagliato tutti i ponti con i suoi genitori, già assenti per deformazione professionale, e viveva ancora con Aisha nello stesso appartamento a Londra. Tornava in Irlanda solo quando dovevano vedersi tutte insieme.

Quel matrimonio ne era una dimostrazione.

Il caldo improvviso della giornata e il vento che via via si faceva più veemente era una fonte di distrazione e guai considerevole. Sperava solo che il capannone allestito non volasse via da sopra le loro teste e si scagliasse contro le scogliere in lontananza. Anche se, doveva ammettere, sarebbe stato sicuramente un ricordo da raccontare ai loro figli—per chi di loro ne avrebbe avuti, almeno.

Quel pensiero le riportò alla mente il fatto che il motivo per cui aveva rivisto Sebastian era perché lui si era prodigato a recuperare un bambino prima che cadesse e si mettesse a piangere per il resto della cerimonia.

«E lei, signore? Spero tutto bene» ricambiò la domanda di cortesia. «Ha salvato suo figlio in calcio d’angolo, vedo» si permise di dire con un risolino innocente, sperando di non risultare offensiva.

«Chi, lui?» Sebastian fece segno con un dito verso il bambino, come a chiedere conferma, nonostante fosse l’unico bambino presente tra loro.

«È il figlio di una donna seduta accanto a me, mi ha chiesto di recuperarlo per lei perché è all’ottavo mese e fa fatica a star dietro a questo fulmine di bambino» le spiegò conciso. Poi si rivolse al bambino che aveva ancora in braccio: «Vero che fai correre la mamma a destra e a sinistra? Mh?» gli chiese, pur con un sorriso stampato in faccia per fargli capire che non lo stava sgridando davvero. Il bambino si limitò a corpirsi la faccia in modo teatrale e a dondolarsi nelle braccia di Sebastian, fino a nascondere il volto sul petto ampio di Sebastian, racchiuso in un elegante completo nero, compreso di papillon nero—sembrava quasi che si dovesse sposare anche lui quel giorno. Entrambi si intenerirono di fronte a quell’infantile dimostrazione di colpevolezza.

Senza rendersene neanche conto, fu più un riflesso istintivo, entrambi si guardarono negli occhi in quell’esatto istante.

Vedendo l’espressione calma, famigliare, dipinta sul volto di Sebastian, il cuore di Bloom si calmò ulteriormente. Il suo professore era sempre stato in grado di farla sentire a suo agio, ma quella conversazione si era presto trasformata in qualcosa di ancora più confortevole.

Si chiedeva se gli occhi che sentiva puntati addosso appartenessero alle sue amiche o a Sky, dietro di lei. O forse da entrambe le direzioni.

Bloom riflettette sul fatto di aver parlato troppo, nonostante si fossero premurati di mantenere un tono di voce molto basso, quindi, a malincuore, dovette decidersi a fare il primo passo e salutare il suo ex-professore. Almeno per ora, sperava di rivederlo durante il ricevimento.

«È stato un piacere rivederla, professore» disse, calcando la mano sulla parola “professore”. Dovette alzare il mento per riuscire a guardarlo in faccia, nonostante i tacchi, rimaneva sempre più alto di lei di almeno una testa. In quegli anni lei non era cresciuta chissà quanto, anzi: fisicamente si sentiva ancora un’adolescente, ma la sua mente aveva corso un’estenuante maratona nel tentativo di maturare il più in fretta possibile. Era stato necessario, ma ogni giorno si pentiva di non essersi goduta a pieno gli anni dell’adolescenza, in cui poteva ancora per poco tempo permettersi di prendere la vita alla leggera. Ma così non era stato, purtroppo, e rimpiangere il passato non l’avrebbe fatta tornare indietro nel tempo.

«Anche per me è stato un piacere, Bloom» le rispose. La sua voce, se possibile, negli anni si era fatta ancora più calda e roca.

A parte qualche ruga di espressione in più intorno agli e alla bocca, il resto di lui era rimasto pressocchè identico, tranne per la barba portata più lunga—anni fa era solito mantenere solo un accenno di barba sul volto. Così come i capelli neri rimanevano portati corti. Quegli occhi neri la guardavano con la stessa affabilità del passato, forse addirittura accentuata dalla nostalgia del loro incontro fortuito. Forse non così casuale, però, avrebbe dovuto chiedere alle spose perché mai avessero invitato Sebastian al loro matrimonio; non le risultava che avessero chissà quale rapporto ai tempi della scuola. Allo stesso tempo, doveva ringraziarle per averle fatto rivivere ricordi di una sé più giovane e sognante, sicura che, raggiunta la maggiore età avrebbe trovato il coraggio di dichiararsi a lui e che, per qualche motivo, lui l’avrebbe ricambiata e sarebbero stati felici e contenti per il resto dei loro giorni.

La verità è che la vita ti scorre in fretta tra le dita, come sabbia al vento, e prima che tu abbia la possibilità di rendertene conto, sei cresciuta e le tue priorità cambiano.

Tuttavia, era contenta di sapere che alcune cose non fossero cambiate. Come la sua cotta per il suo professore, e la buona notizia era che lei non era più una ragazzina e Sebastian, se Bloom aveva interpretato bene i suoi sguardi durante quello breve scambio di battute amichevoli, sembrava più che disponibile ad approfondire la sua conoscenza; come anni fa non avrebbe mai potuto fare…

   
 
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