SABBIA
C’erano davvero una miriade di oggetti carini in quel negozio, da portapenne a forma di coniglietto ad orologi a muro dallo stile etnico, passando per piccoli mappamondi da scrivania e cuscini colorati. Avevano aperto da poco e vendevano accessori per la casa di vario genere e stile, per tutti i gusti.In quel pomeriggio di ottobre dal sapore quasi estivo, insieme a Ran e Sonoko avevano deciso di farci un salto per pura curiosità. Mentre le sue amiche erano rapite da oggetti rosa, carini e tipicamente femminili, lei si concentrava sulle cose più insolite e strane, che una ragazza della sua età probabilmente non avrebbe guardato. La clessidra che fissava da un minuto ne era l’esempio: i piccoli granelli di sabbia scendevano lentamente, scandendo il tempo, sotto i suoi attenti occhi verdi.
Sabbia…
D’un tratto le sembrò di sentire il rumore delicato delle onde del mare che si infrangevano a riva, i garriti dei gabbiani e la brezza che colpiva gli ombrelloni. Non era più in quel negozietto di Beika ma sulla spiaggia, non aveva più diciassette anni ma soltanto sette. Davanti a lei non c’era più la clessidra ma un bambino della sua stessa età che era appena riuscito nell’ardua impresa di far ridere quel suo fratello maggiore sempre così serio. La sua stessa voce riecheggiò nell’aria salmastra.
- Sei un mago!-