L’ultimo dei martiri  Sono tante – fin troppe per credere che abbiano torto – le persone che gli hanno detto che a volte si comporta come un martire: l’ultimo soldato che il suo Dio ha abbandonato sulla Terra prima di lasciarla nel caos e incaricarlo di salvarla.   ・    Matt non è abituato al silenzio.  Da quando ha perso la vista, il silenzio è tutta la sua lingua. Un battito, un respiro nel vento, il peso di un passo – e per lui è come se vedesse la persona cui appartengono illuminarsi in volto, un lampo di riconoscimento nei loro occhi. Ritrovare una persona cara tra mille.  New York non dorme mai. All’inizio, gli ci era voluto del tempo per abituarsi a filtrare i rumori, a isolarli cosicché potesse avere un attimo di tranquillità.  Adesso Matt si ritrova a inclinare la testa come di scatto, l’udito aguzzato alla ricerca del minimo segnale che tradisca il loro ritorno – perché quando lo schiocco di Thanos si è preso Karen e Foggy, Matt era seduto al loro tavolo da Josie’s. Ha aspettato, e aspettato.  Poi è iniziato il panico. Un telefono ha squillato, una donna ha emesso un gemito. Un uomo ha detto: la televisione, alza il volume!   ・    Non è il complesso di Dio, tutto l’opposto: Matt Murdock, l’ultimo martire di Dio – e Matt vorrebbe ridere, perché a volte gli sembra che una descrizione simile sia accurata: sono passati sette mesi dal giorno in cui si sono ritrovati tutti e tre a Josie’s a celebrare la loro unione, tre da quando lo schiocco se li è portati via, Karen e Foggy.  Matt aspetta, e aspetta – e ancora una volta, cammina da solo per le strade di New York. Ogni tanto inclina la testa, aguzza l’udito, e spera di ritrovare, tra mille, il battito di Karen, il peso del passo di Foggy sulla terra.