ARGILLA
Akemi sbuffò. L’organizzazione le aveva appena assegnato un incarico per poi permettere a lei e a Shiho, la sua sorellina, di uscire definitivamente. La sua ansia era veramente alta, non poteva sbagliare nulla. In quel momento si sentiva come l’argilla. Era talmente delicata che un semplice tocco poteva distruggerla. E quel tocco era quello dell'organizzazione. Maledetti assassini. Volevano tenerle prigioniere per sempre, specialmente Shiho, troppo intelligente per loro. Ma non era giusto: le tenevano separate, Shiho era andata in America a studiare, lontana dalla sorella. Akemi sospirò, più stanca che mai. Prese il telefono e, ignorando i rischi, inviò una mail a Dai, sperando di ricevere una risposta e un aiuto.