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Autore: Princess of the Rose    01/11/2023    1 recensioni
Raccolta su 2pTalia.
Miscellanea 2: "Republic of Canada," disse America aprendo la scatolina e rivelando un anello dorato con sopra una decorazione a forma di maglietta di hockey, "Se vuoi farti perdonare per avermi tradito con Russia, accetta di sposarmi!"
Il turbine: Backmasking, Jouska, Rubatosis, Énouement, Chrysalism [Tabella "Il dizionario delle emozioni" di Lande di fandom]
Incontri del 2p tipo: XX.XX.20XX: per qualche motivo, si è aperto un varco interdimensionale. Visto che non si è richiuso, le due dimensioni comunicanti decidono di intraprendere relazioni diplomatiche.
Le vacanze unite: La quasi-Federazione europea va in vacanza
Romano e i gatti che non voleva: titolo esplicativo... [Maritombola 14]
Natale 1991:Il Natale del 1991 è considerato un momento di svolta per la politica mondiale...
L'UPE va alla guerra: Poco prima dell'avvento della Costituzione e il passaggio da Unione a Federazione, l'UPE avanzò delle richieste per poter aumentare il proprio livello di autonomia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
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Titolo: Miscellanea

Personaggi: Paesi Bassi (Christian van Dyk); Italia Romano (Matteo Vargas); Seborga (Marcello Vargas); Sealand (Anthony Kirkland); Stati Uniti d'America (Timothy F. Jones); Canada (Lorenz Williams)

Genere: Commedia

Coppie: lievi accenni Nedmano nella prima fic e RusCan e NedCan nella terza

Avvertimenti: Nessuno

Note aggiuntive: Alla fine ci sono riuscita a postare qualcosa sta settimana. Come per la prima miscellanea si tratta di storie troppo brevi per essere postate singolarmente ma che non hanno abbastanza materiale per essere eplorato. C'è la mia musa ispiratrice che mi sta spingendo verso strade pericolose come indica la prima fic di questa miscellanea ma sto cercando di resistere - non poso fare na poly a 7 non posso fa na poly a 7, se me lo ripeto abbastanza musa si zittirà prima o poi.

Spero che queste brevi storielle siano di vostro gradimento e vi strappino una risata.

Enjoy!


 


Il cervello di Paesi bassi non riusciva ad elaborare quanto stava vedendo, o la sensazione proveniente dalle sue mani.

Si stava dirigendo in camera sua quando aveva incrociato Romano provenire dalla parte opposta. Si era spostato a sinistra per farlo passare e contemporaneamente l'altro si era spostato nella stessa direzione. Allora l'olandese si era spostato a destra, cosa che aveva fatto anche Romano. Dopo un altro paio di tentativi di quel buffo valzer, Paesi bassi aveva afferrato la vita dell'italiano per tenerlo fermo e si era spostato a sinistra. Solo che non riusciva più a togliere la mani.

Romano quel giorno indossava un ampio maglione bianco, soffice come una nuvola, che nascondeva gran parte delle forme del suo corpo. Quando Paesi bassi lo aveva afferrato le sue mani si erano strette attorno alla sua vita. Una vita sottile. Molto sottile. Se avesse allungato i pollici probabilmente si sarebbero toccati. Era sempre stata così sottile la vita di Romano? O erano le sue mani ad essere grandi? Del resto c'era una bella spanna di differenza in altezza tra lui e la nazione mediterranea, forse era tutta una questione di prospettiva e illusione ottica. Una presa più salda su quei fianchi e chissà cosa avrebbe potuto fare...

"Paesi bassi?" la voce di Romano lo ridestò dai suoi pensieri. Con orrore si accorse di avere le guance in fiamme.

"E-Eh?"

"Tutto okay?" gli chiese, guardandolo con curiosità. Che avesse capito che genere di pensieri lo stessero assillando? Notò per la prima volta quanto gli occhi dell'altro fossero rossi, c'era ben poco del rosa che era invece presente nelle iridi di Veneziano. Chissà se anche la vita del Settentrione era così sottile, perfetta da afferrare...

"E-Excuus um... I-Io-" balbettò, incapace di comprendere cosa gli fosse preso, per poi correre in camera sua, ignaro dello sguardo incuriosito di Romano.


 



Lo status di micronazione garantiva dei vantaggi interessanti rispetto all'essere una nazione vera e propria ma di piccole dimensioni: una maggiore libertà di scelte e movimento, la tendenza a passare inosservati, un rapporto più pacato con gli umani. Il problema è che mancava tutto il corollario di forza e prestigio che l'essere una nazione comportava. Per questo il desiderio di indipendenza tendeva ad essere particolarmente forte in loro, ancora di più di quello di una nazione assogettata.

Seborga non era un'eccezione: Veneziano e Romano lo trattavano bene, non poteva lamentarsi, ma oh se anelava al giorno in cui avrebbe potuto presenziare per contro proprio ai meeting delle nazione come Principato di Seborga. Purtroppo, da quando i suoi tutori/fratelli si erano sposati le possibilità di diventare indipendente si erano drasticamente ridotte, pertanto doveva accontentarsi del suo status per il tempo a venire almeno fino a quando anche il tempo della Federazione europea sarebbe venuto.

Se ci arrivava a vedere quel giorno.

Perché, al momento, era forse un po' ne guai: erano le tre di notte, il suo telefono era morto da almeno un paio d'ore, lui era ancora in giro per strada e Veneziano e Romano gli avevano gentilmente intimato di tornare a casa entro la mezzanotte.

Ops.

Se i suoi tutori/fratelli gli avessero permesso di spiegarsi avrebbe raccontato loro che la colpa non era la sua, che lui e Sealand avevano perso la cognizione del tempo a causa di Wy e che un ritardo di tre ore non era così grave in estate, specie in quel piccolo paese di montagna dove Romano aveva una delle sue proprietà e dove tutti si conoscevano e perfino ai bambini era permesso stare alzati fino a tardi a giocare e perché diavolo lui doveva rientrare a mezzanotte?!

"Seborga!" Sealand doveva correre per riuscire a stare al passo delle sue lunghe gambe, "Per favore va piano, non voglio perdermi!"

"Corri!" gli intimò, tirando un sospiro di sollievo quando vide le mura della villa del suo tutore/fratello più grande. Oltre a Romano e Veneziano erano presenti anche i loro consorti ed era perciò abbastanza sicuro che i due fratelli Italia fossero stati tenuti impegnati da Belgio (verso cui Seborga non provava chissà che simpatia, era sempre molto fredda con lui) e Germania (lui invece lo terrorizzava, per la sua enorme stazza e per il suo stalkerare Veneziano ogni volta che era libero.)

(A dire il vero l'unico coniuge che sopportava era Paesi bassi, e solo perché gli passava sottotavolo una certa erbetta rilassante - cosa che Romano e Veneziano non dovevano assolutamente venire a sapere.)+

Arrivati al portone Seborga si frugò nelle tasche per prendere la chiave, poi sbiancò.

"C-Che c'è?" gli chiese Sealand, osservandolo preoccupato mentre dalle tasche dei pantaloni prendeva un fazzoletto usato, due monete da pochi centesimi, la cartaccia di una merendina ma non le chiavi. Seborga deglutì a fatica, guardò il cancello poi il suo amico poi di nuovo il cancello, e la sua mente gli diede chiara l'immagine delle chiavi lasciate sul materassino gonfiabile che usava come letto.

Si era scordato le chiavi.

Era chiuso fuori casa assieme a Sealand tre ore dopo il suo coprifuoco.

Oh no.

"Non dirmi che non hai le chiavi," gli disse l'altra micronazione, iniziando a sudare freddo.

"Niente panico, nanerottolo!" replicò, ignorando l'esclamazione indignata dell'altro e correndo verso il muro, "Vieni qui e aiutami."

"Che devi fare?" Sealand era esasperato.

"Mi arrampico e poi ti tiro su, forza," lo incitò, sospirando quando l'altro rimase fermo al uso posto. Al diavolo Sealand!

"Seborga fa piano, non voglio che England passi di guai a causa mia!" disse, osservando con perplessità Seborga mentre prendeva la rincorsa per cercare di afferrare il bordo del muretto. Inutilmente: nonostante la sua altezza le dita scivolavano a lui si ritrovava con i piedi per terra.

"Inghilterra starà bene, basta mi aiuti, tanto Veneziano e Romano staranno dormendo a quest'ora."

"Come fai ad esserne così certo?"

"Con Germania e Belgio qua avranno scopato tutta la sera," disse con nonchalance, sgrullando le spalle davanti l'imbarazzo di Sealand, "Andiamo, hai più di cinquant'anni, puoi sentirle queste cose."

"Seborga!"

"Vuoi aiutarmi o no!?"

Sealand nascose il volto dietro le mani. borbottando qualcosa sull'indecenza dell'altra micronazione. Questi, esasperato, riprese i suoi tentativi di arrampicata, imprecando quando le dita scivolarono di nuovo. Ma perché Romano aveva fatto i muri così ripidi dannazione!

"Che ti serve una mano?"

"Ah finalmente ti sei deciso," esclamò, voltandosi verso colui che aveva parlato. Il suo cervello ci impiegò qualche secondo a registrare che chi aveva davanti non era Sealand ma Veneziano, che lo guardava con un piccolo sorriso e poggiato comodamente contro il muro. Furono quei pochi secondi che gli impedirono di scappare: il Settentrione lo afferò per il ciuffo che sbucava dalla sua fronte e iniziò a tirarlo verso il cancello.

"Ti sembra questa l'ora di tornare Seborga?" gli ringhiò nell'orecchio, senza più sorridere e insensibili ai lamenti di dolore dell'altro, "Neanche ti degni di rispondere al telefono!"

"M-Mi si è s-scaricato!" si giustificò, notando solo in quel momento anche la presenza di Romano e Inghilterra, quest'ultimo dietro Sealand.

"Hai offerto un gran bello spettacolo," disse Romano una volta che l'avevano raggiunto, indicando le telecamere di sicurezza; poi afferrò Seborga per un orecchio, il suo tono calmo che contrastava con la presa ferrea delle dita, "Sei conscio di essere in guai seri signorino?"

Seborga deglutì, poi incrociò gli occhi lucidi di Sealand. Veneziano seguì la direzione del suo sguardo, e si voltò verso l'altra micronazione, il quale subito incassò la testa nelle spalle nel tentativo di farsi pià piccolo: "Per caso c'entri tu con questo ritardo?"

Seborga imprecò mentalmente. Non poteva permettere che il suo tutore/fratello usasse questa storia per fare il bullo con Sealand e  Inghilterra - che era sempre gentile con lui e faceva finta di non vedere quando rubava qualcuno dei biscotti o tortine che aveva appena sfornato.

"È colpa mia," si affrettò a dire, scostando Romano afferrando il braccio di Veneziano, "M-Mi si è scaricato il telefono e non ho visto l'ora, sono stato io ad insistere a stare fuori."

Il Settentrione lo guardò da sopra la spalla, rimanendo in silenzio. Il Meridione gli pose una mano sulla spalla, stringendo piano.

"Be', son cose che capitano quando si è giovani," disse, scambiandosi uno sguardo di intesa col fratello. Uno sguardo dove avvenne un'intera conversazione.

Seborga un po' invidiava quella complicità.

Veneziano sembrò riflettere per qualche istante, lanciò un'ultima occhiataccia a Sealand e Inghilterra e si incamminò verso la villa, senza proferire parole.

Seborga sospirò sollevato, felice di aver evitato lo scontro. Non riuscì a frenare un impropero quando Romano lo riafferrò per un orecchio.

"Non pensare di essertela cavata," gli disse, sorridendogli in modo inquietante per poi tirarlo verso casa, "Sei in punizione, non uscirai per almeno una settimana e dovrai pulire i piatti a pranzo e a cena."

"M-Ma abbiamo la lavastovi-" un doloroso strattone non gli fece finire la frase e segnò la fine della conversazione.






Inghilterra e Sealand erano rimasti indietro. Una volta che i tre fratelli italiani erano rientrati, Sealand si voltò verso la nazione e avvolse le esili braccia attorno alla sua vita.

"England I'm sorry," disse, lamentoso, "Ci ho provato a venire prima ma Seborga non voleva sentire ragioni."

Inghilterra sospirò, carezzandogli la testa, "It's alright Sealand."

"No, non è okay, non voglio che passi dei guai con Italy, ti bullizza sempre," disse, guardando l'altro con occhi lucidi di lacrime Inghilterra si morse una guancia, non potendo negare quell'affermazione.  Vero era che col nuovo millennio lo tormentava di meno, ma non aveva mai realmente smesso di avercela con lui per quanto accaduto nella Terza guerra.

"Non preoccuparti per me," disse, poggiando le mani sulle sue spalle, "Piuttosto preoccupati per te."

"Uh?" la confusione per quella affermazione venne sostituita dal panico quando vide gli occhi di Inghilterra inscurirsi di rabbia; non fece in tempo ad allontanarsi che il suo orecchio subì lo stesso destino di quello di Seborga.

"È tardi anche per te mister," disse Inghilterra, tirandolo dentro la villa prima di chiudere il cancello, "Sono stato in pensiero finché tu e Seborga non avete iniziato a fare i clown qua davanti! Hai un telefono, usalo!"

"I-I'm sorry-" pigolò, deglutendo quando dalla finestra vide la ramanzina che Seborga si stava prendendo dai suoi fratelli. Non sapeva chi dei due stesse peggio.




____________




Canada si tolse gli occhiali e si massaggiò gli occhi: "Mi hai fatto venire qua a casa tua in fretta e furia per questa stronza-"

"Non è una stronzata!" sbraitò America afferrando il fratello per le spalle e scuotendolo, "Come diavolo ti è venuto in mente di andare a letto con Russia!? Come hai potuto tradirmi così!?"

"E mollami!" Canada gli diede uno spintone per poi risistemarsi la giacca stropicciata, "È stata una sveltina America, niente di che."

"Una sveltina?!" America si mise le mani nei capelli, iniziando a camminare avanti e indietro nel salone, "Mio fratello, sangue del mio sangue, ha avuto una sveltina col mio peggior nemico e sarebbe nulla di che?!"

Canada sospirò, per poi ghignare malignamente: "Da che pulpito viene la predica, come dovrei prenderla il fatto che mio fratello si è scopato la nazione che ci ha cresciuto?"

"Smettetela di rinfacciarmelo!" urlò, rosso in volto, afferrando la sua fidata mazza chiodata "Questa me la paghi Canada, non ti permetterò di smerdarmi davanti a tutti ulteriormente!"

Con molta calma, la nazione canadese afferrò il bastone da hockey e si alzò in piedi, pronto a fronteggiare il fratello. Fu molto stupito quando America, invece di aggredirlo, si mise su un ginocchio e tirò fuori una scatola di velluto rosso dalla tasca della giacca.

"C-Che-"

"Republic of Canada," disse America aprendo la scatolina e rivelando un anello dorato con sopra una decorazione a forma di maglietta di hockey, "Se vuoi farti perdonare per avermi tradito con Russia, accetta di sposarmi!"

Canada rimase immobile, sbattendo le palpebre mentre focalizzava l'anello e le sue implicazioni, "W-What-"

"Me lo devi, è l'unico modo per farti perdonare," disse America mentre si alzava e prendeva il gioiello dalla scatolina, "Fatti mettere questo anello al dito e diventa un tutt'uno con me!"

Canada era senza parole: "Ti sei drogato prima di chiamarmi per caso?" disse indietreggiando quando l'altro gli si avvicinò armato di mazza e anello.

"Sono perfettamente lucido!" replicò, sorridendo in modo inquietante, "Me lo devi Canada, se mi hai mai voluto bene-"

"Ma chi ti caga?!" esclamò, correndo verso la porta ma America gli balzò addosso e lo atterrò, afferrandogli un braccio.

"Fatti sposare," disse America, cercando di infilare l'anello nel dito del fratello, "Se quel bastardo di France si è potuto fre un cazzo di harem posso anche io."

"M-Ma che stai blaterando?!" Canada riuscì a liberarsi con uno strattone e ad assestargli una ginocchiata sul fianco, "America levati!"

"Non capisci, si stanno sposando tutti in questo mondo, Nigeria lo ha chiesto ai suoi vicini e anche Brasil si sta preparando1, Mexico mi ha già detto di no, non posso rimanere indietro non dopo che ho scoperto che mio fratello se la fa col mio nemico."

"America-"

"Lorenz Williams, fatti sposare e basta dannazione."

"Non chiamarmi per nome!" urlò Canada, riuscendo infine a liberarsi spingendo via l'altro con un piede, per poi rimettersi in piedi, "Sei impazzito!?"

America scosse la testa, guardando l'anello caduto per terra con una mestizia che lo sorprese. Poi alzò lo sguardo e ghignò malignamente.

"Non dirmi che speri ancora che France ti adotti in qualche modo."

Canada strinse i pugni, emanando fuoco dagli occhi. Bingo.

"È dura essere una repubblica eh? Niente England da cui correre a piang-" fu interrotto da un diretto contro la bocca.

"Non. Nominare. England," ringhiò Canada, tenendo il fratello per il bavero della maglietta, digrignando i denti davanti al ghigno sanguinante di America.

"Touched a nerve uh?"

Canada prese un profondo respiro per poi lasciare America e rimettersi dritto, sistemandosi di nuovo la giacca. Prese da terra il bastone da hockey e si diresse verso la porta.

"Canada-"
"Se ti interessa tanto con chi vado a letto," disse, voltandosi verso il fratello con un finto sorriso allegro, "Mi sono scopato anche Netherland."

Il tempo che ci mise America a registrare nel cervello quella nuova informazione Canada lo usò per fuggire via da casa sua, ridendo quando lo sentì sbraitare ancora più forte.


 


1. Similmente a come da noi l'Unione europea ha fatto da ispirazione per progetti simili in America Latina e Africa, mi immagino che in questa tl, visto che la Federazione è resistita alla prova del tempo, più paesi vogliano fare la stessa cosa e quindi "sposarsi".
   
 
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