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Autore: Elizabeth_3rd    01/11/2023    4 recensioni
[Tomarry - Sloooow burn - What if - Rewrite dal secondo libro in poi]
Per una serie casuale di eventi, Harry entra in possesso del diario di Tom Riddle prima che Ginny scopra di averlo ottenuto, e inizia a scrivere i suoi pensieri e i suoi sfoghi. Il Tom sedicenne, intrappolato nel diario da cinquant'anni senza sapere minimamente il tempo che è passato, pensa sia l'occasione perfetta per possedere l'ignaro ragazzino e concludere la sua missione di liberare Hogwarts dai nati babbani, ma qualcosa in Harry Potter lo colpisce più profondamente di quanto si sarebbe aspettato. Le loro due anime sembrano chiamarsi l'una all'altra, come se fossero connesse.
Insomma, praticamente il diario Tom diventa il confidente di Harry (e poi suo amico, e poi... ehhhh) e si affrontano tutti gli anni tranne il primo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Tom O. Riddle | Coppie: Harry/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Un piccola crepa sul mondo

 

-Che stai scrivendo che ti fa ridere così tanto?- chiese ad un certo punto Ron, lanciando un’occhiata verso di Harry e sollevando lo sguardo dalla scacchiera dove stava stravincendo su Neville.

Erano nel dormitorio prima di dormire, e Harry ne aveva approfittato per scrivere le ultime novità a Tom.

-Niente- rispose, alzando le spalle e chiudendo il diario, dove l’ultima risposta di Tom era già sparita dalle pagine.

Era strano per lui avere un segreto da non condividere con Ron e Hermione, ma gli piaceva l’idea che Tom fosse un amico tutto suo, un confidente personale che solo lui conosceva.

E poi Tom gli aveva chiesto di non parlarne troppo con altri, quindi non poteva certo tradire la sua fiducia.

Anche se Harry si sentiva un po’ in colpa a tenergli nascoste alcune informazioni, come il suo status di bambino sopravvissuto, i suoi trascorsi con Voldemort, e la sua famiglia.

C’erano state occasioni di parlarne, e di certo era una delle cose di cui voleva più sfogarsi, ma non riusciva proprio a raccontare niente a Tom.

Era davvero troppo piacevole scrivere costantemente a qualcuno che non aveva la minima idea di chi fosse davvero Harry Potter.

Ed era davvero felice di poterlo considerare un amico, anche se ammetteva pure lui di non conoscere abbastanza cose del ragazzo dietro le pagine per fidarsi del tutto, e a volte gli era sembrato che rispondesse in modo un po’ generico alle sue domande.

E temeva fosse perché lo annoiava, e si sentiva un po’ in colpa.

Ma poi Tom rispondeva in modo più leggero, sincero e rassicurante, e Harry si convinceva che forse se l’era solo immaginavo.

E continuava a scrivere.

E continuava a fare domande.

Perché Tom Riddle era una persona davvero, davvero interessante, così come era interessante scoprire cosa facessero i maghi cinquant’anni prima.

E ora Harry sapeva che era un secchione, che non giocava a Quidditch, il suo colore preferito era il verde, non aveva mai avuto né gufi, né gatti né rospi a Hogwarts, e non aveva mai avuto neanche molti amici né una ragazza.

Per qualche motivo, anche se Tom non gli aveva rivelato la sua casa, Harry aveva l’impressione che potesse essere un Corvonero, e nella sua mente Tom Riddle era un ragazzo molto sensibile e gentile che però veniva costantemente preso di mira dai suoi compagni di casa nonostante la sua bravura.

Harry, questa descrizione è più simile a Mirtilla Malcontenta che a Tom Riddle, ma vabbè… sappiamo che Harry non è la persona più analitica del mondo, ha altre qualità.

A prescindere da tutto, a Harry piaceva parlare con Tom, e sentiva un vero e proprio legame che iniziava a formarsi tra i due.

Era stato molto divertente vederlo agitarsi quando Harry lo aveva definito suo amico. Chissà quante poche persone glielo avevano detto.

Harry non era molto bravo ad analizzare gli altri, e non era un grande osservatore, ma compensava ciò con una forte empatia verso il prossimo, e una volta che si rendeva effettivamente conto di qualcosa, si immedesimava molto nelle emozioni che una persona poteva provare in determinate circostanze.

E gli sembrava di iniziare a capire davvero Tom, dal modo in cui rispondeva.

E lo sentiva come un’anima affine (eh eh, Harry, non hai idea di quanto affine).

-Di certo non è per il tema di trasfigurazione. Altro che ridere, quello ti fa piangere!- la frase seguente di Ron lo riscosse dai suoi pensieri.

-Il tema di trasfigurazione?- chiese Harry, cadendo dalle nuvole.

-C’era un tema di Trasfigurazione?!- anche Neville sembrava scioccato, e la sua distrazione non aiutò la sua situazione sulla scacchiera, permettendo a Ron di mangiargli un alfiere.

-Venti centimetri di pergamena, e Hermione ha già detto e ripetuto che non ha intenzione di aiutarci… e lei ne ha fatti quaranta, di centimetri. Quaranta! Non poteva darne dieci a noi e aiutarci un po’?- Ron iniziò a lamentarsi facendo scacco matto a Neville, che sospirò e recuperò i poveri resti dei suoi pezzi di scacchi, avviandosi al suo baule e prendendo il necessario per Trasfigurazione, che sicuramente avrebbe iniziato a fare.

-La cosa divertente è che per quanto scrive piccolo Hermione, avremmo potuto ricavare venti righe dalle sue dieci- ridacchiò Harry, facendo sbuffare Ron.

-Infatti! Pensavo fossimo amici!- si lamentò, melodrammatico.

Harry alzò gli occhi al cielo. 

-Siamo amici, Ron. E ci aiuta già tanto senza che le facciamo fare anche i nostri temi- gli fece presente.

Ogni tanto ci stava lamentarsi dei compiti, ma Hermione era veramente un angelo la maggior parte delle volte, e persino quando Harry era spacciato con i compiti non se la sentiva mai di dare la colpa a Hermione per la propria incompetenza.

-Lo so… lo so… comunque suppongo non stessi facendo il tema- Ron tornò al succo del discorso, indicando il diario chiuso tra le mani di Harry, che scosse la testa.

-Ad essere onesto… mi ero dimenticato che ci fosse un tema da fare- ammise, portandosi una mano tra i capelli a disagio.

-Vogliamo lavorarci insieme domani? Almeno falliamo in due- gli propose Ron, e Harry annuì, sollevato.

-Se Oliver non ci tiene troppo sul campo di Quidditch per gli allenamenti… ma domani dovremmo avere il campo solo la mattina, quindi possiamo lavorare sul tema il pomeriggio- propose Harry, che non sarebbe mai riuscito a fare quel tema da solo in così poco tempo.

-Okay, e io approfitto della mattinata per provare a convincere Hermione ad aiutarci- Ron sembrava determinato.

Harry lo trovava improbabile, ma non glielo disse, e tornò al suo diario, chiedendosi se Tom sarebbe stato in grado di aiutarlo con un tema di Trasfigurazione.

Non lo aveva mai interpellato per i compiti fino a quel momento perché non voleva dare l’impressione di non essere bravo a scuola, ma dato che il suo amico dietro le pagine era un secchione, ed era anche più grande, si sarebbe potuto rivelare molto utile, anche se trasfigurazione non era la sua materia preferita, da quanto aveva detto.

Non era sembrato molto felice di scoprire che Silente era preside, e questo era strano.

Ma forse Harry aveva solo frainteso.

Silente era un mago straordinario, dopotutto, solo i maghi oscuri potevano vederlo con cattivo occhio.

E Tom non poteva assolutamente essere una cattiva persona.

 

“Io non capisco come è possibile che Gazza lavori a Hogwarts!! Perché è stato assunto?! Lui odia profondamente gli studenti, cerca solo di punirci tutti quanti per ogni motivo, e a volte fa quasi paura! Persino il suo gatto è spaventoso. E a me fondamentalmente i gatti piacciono” 

Wow… era da un po’ che Harry non si sfogava. Era sempre interessante quando buttava i suoi pensieri così, senza freni.

Più cose da analizzare, per Tom.

Ma prima era meglio rispondere.

“Cosa è successo, Harry? Stai bene?” sempre meglio essere sempre gentili.

“Sì, ma ho rischiato una brutta punizione… per un attimo temevo che Gazza mi avrebbe torturato come minaccia sempre di fare, e per nulla! Non è giusto! Fortuna che Nick-quasi-senza-testa mi ha aiutato…”

“Calma, Harry, non ho capito molto bene la dinamica… cosa è successo?” provò a chiedere di nuovo Tom, iniziando a confondersi.

“Oggi l’allenamento di Quidditch è stato un disastro. Il tempo era orribile, ci sono stati altri problemi per la prenotazione del campo, e alla fine sono tornato di sera, sporco di fango e stanco morto! E come se non bastasse, Gazza mi ha portato nel suo ufficio per punirmi perché stavo sporcando i corridoi, e poi Nick lo ha distratto con Pix, e…” Harry esitò un attimo.

“Cosa?” Tom lo incoraggiò a continuare, iniziando ad interessarsi alla faccenda.

Non perché fosse interessante, ma gli dava sempre informazioni da poter usare contro Harry, e poi, anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, iniziava ad appassionarsi un po’ alle vicende di Harry Potter.

Forse a causa del collegamento tra i due che si stava rafforzando, forse perché quando Harry gli scriveva, Tom si sentiva meno un libro e più una persona, o forse solo perché non aveva assolutamente altro da poter fare in quel vuoto oltre a leggere le sue parole, ma ogni volta che sentiva la familiare sensazione della piuma che scriveva sulle pagine del diario, Tom si sentiva sempre un po’ più… vivo.

Anche se l’obiettivo era sempre e comunque manipolare Harry, possederlo, e fargli aprire la Camera dei Segreti.

Era quello il piano, e lo sarebbe rimasto finché tutti i sanguesporco non fossero stati eliminati.

“…ammetto che potevo evitare di leggere la sua corrispondenza, ma ero lì da solo e la lettera era lì, e mi è venuta la curiosità. Comunque Gazza è davvero impazzito, ma era solo un corso di magia per corrispondenza, non mi è sembrato niente di ché” alla fine Harry rispose, e se Tom avesse avuto gli occhi, li avrebbe roteati, scuotendo la testa.

Era proprio da Harry non farsi gli affari suoi, quel curioso ragazzo.

Ma una cosa del suo racconto colpì Tom.

…corso di magia per corrispondenza?

“In che senso un corso di magia?” provò a chiedere, confuso.

“Non lo so, dovrò chiederlo a Ron quando…” Harry smise di scrivere, e Tom fu troppo occupato a riflettere per accorgersi subito che si era interrotto bruscamente.

Un corso di magia… evidentemente Gazza era il custode e non un professore, dato che si era lamentato dello sporco e Harry gli aveva bene o male parlato di quasi tutti i suoi professori, fino a quel momento.

Ma se chiedeva un corso di magia, era possibile che non fosse… un mago? 

Poteva essere da Silente assumere un babbano, ma dubitava che fosse legale, dal punto di vista delle leggi per l’uso improprio delle arti magiche, che stabilivano che non si potesse praticare la magia davanti ai babbani a meno che non ci fossero delle circostanze straordinarie.

Quindi, forse… era un magonò?

Più probabile, ma comunque perché mai assumere un magonò come custode?!

Ma quanto era crudele da parte di Silente assumere una persona per pulire l’intero immenso castello… senza che potesse farlo con la magia.

Disumano!

…non che Tom considerasse umani i magonò, i babbani o i sanguesporco, che meritavano anche peggio, ma comunque che stupida decisione! 

“Tom…”

Tom era così intento a riflettere sulla questione, rabbrividendo al pensiero di quanto fosse caduta in basso Hogwarts da quando Silente era preside, che in un primo momento non si rese conto che Harry aveva ricominciato a scrivergli.

“Tom… posso chiederti un favore?” ma queste parole lo riscossero.

Un favore? 

Harry voleva chiedergli un favore?

Poteva essere interessante.

Se si fidava abbastanza da chiedergli un favore, Tom poteva guadagnare ancora di più la sua fiducia, e magari anche iniziare a sperimentare con il controllo a distanza.

Certo, dipendeva dal favore.

Ma Tom era certo di essere in grado di fare qualsiasi cosa per Harry.

…qualsiasi cosa che potesse fare da dentro un diario, ma Harry sapeva che lui era un diario, non gli avrebbe chiesto niente di impossibile, giusto?

“Certo, Harry. Se posso farlo, qualsiasi cosa” diede la sua disponibilità, chiedendosi cosa mai un dodicenne potesse volere da un diario senziente.

“Allora… non è che mi sono tenuto all’ultimo, e di solito non ho problemi con i temi, li preparo in anticipo, ma oggi ho avuto degli imprevisti, come ti dicevo, e Ron mi ha appena detto che ha convinto Hermione ad aiutarlo e lo ha fatto con lei perché io non c’ero, e… si è proposto di farmi copiare ma penso che la McGranitt lo noterà se lo facciamo uguale, e ora Ron sta facendo una cosa con Fred e George, e Hermione sta già facendo i compiti di Pozioni e non voglio disturbarla, quindi, mi chiedevo…” Harry iniziò una premessa così lunga che se Tom avesse avuto un corpo si sarebbe addormentato nell’attesa.

E alla fine lo interruppe, capendo dove sarebbe voluto andare a parare.

“Vuoi che ti aiuti con dei compiti di Trasfigurazione?” chiese, andando al punto, supponendo con grande acume che volesse aiuto, e che la materia fosse Trasfigurazione perché aveva citato la McGranitt.

Harry ci mise qualche secondo a rispondere.

“Sì, abbiamo un tema di venti righe per domani, e sono alquanto disperato. So che Trasfigurazione non era la tua materia preferita, ma se mi puoi suggerire qualcosa mi aiuteresti comunque tantissimo” ammise, e si capiva dal tremore della scrittura che era molto a disagio nel chiederlo.

Tom sentì una stranissima sensazione fiorire leggermente in lui, delicata come una piccola carezza, che non riusciva del tutto a definire o a comprendere, e di cui a malapena si accorse, in generale. Un senso di tenerezza, forse divertimento… chissà.

Infatti non durò neanche un istante, e fu subito rimpiazzato dal fastidio.

Come si permetteva Harry Potter di supporre che Tom non fosse in grado di fare un semplicissimo tema di Trasfigurazione del secondo anno?!

Lui era in età da GUFO, e avrebbe preso Eccezionale a ogni singolo corso, pure Trasfigurazione! Lui era eccezionale come persona! 

Però si guardò bene da mostrare la sua indignazione.

“Certo che posso aiutarti, Harry. Su cosa è il tema?” avrebbe scritto un tema così spettacolare che Harry sarebbe diventato il più bravo della scuola!

…anche se forse questo avrebbe attirato l’attenzione dei professori, se Harry non era un grande studente, e non sembrava un grande studente.

Ma niente che uscisse dalle mani di Tom Orvoloson Riddle poteva essere altro che perfetto, quindi sarebbe stato davvero difficile non fare un tema altrettanto perfetto, anche se non si impegnava. 

Ma soprattutto… forse poteva approfittare di quel momento per controllare davvero Harry.

Poteva ipnotizzarlo con le parole nel diario, prendere il suo controllo, scrivere personalmente il tema, e se Harry avesse avuto qualche sospetto, poteva dire che si era semplicemente distratto mentre faceva i compiti, su alcune persone avevano effetti stordenti.

Non su Tom, ovviamente, Tom si entusiasmava sempre a fare i compiti.

Cioè, non perché fosse un secchione che si entusiasmava nel fare delle cose così basilari, ma erano così semplici, per lui che era perfetto, che non aveva problemi a mettersi d’impegno e concentrazione.

…un momento.

Harry non stava rispondendo.

Perché non stava rispondendo?

Aveva cambiato idea? 

Ma come?! Proprio ora che Tom aveva l’occasione di possederlo e sperimentare i poteri del diario, Harry se ne andava così?

Che fosse stata tutta una prova per vedere se Tom era disposto a imbrogliare, e ora che aveva capito che Tom lo avrebbe fatto, voleva accantonarlo?!

Tom non avrebbe mai capito questa caratteristica Grifondoro!

E poi Tom gli aveva offerto aiuto, mica di scrivere il tema al posto di Harry… cosa che aveva intenzione di fare ma dettagli.

“Harry?” provò a chiamarlo, confuso che non gli stesse rispondendo, e anche piuttosto risentito.

Una parte di lui iniziò a considerare anche che… wow… si stava rendendo sempre più conto del tempo che passava. Probabilmente il collegamento con Harry lo rendeva più attivo anche sotto questo punto di vista, come svegliato dal suo lungo sonno.

“Il tema è sulla differenza tra le trasfigurazioni animali e quelle di oggetti inanimati” arrivò la risposta di Harry dopo un po’, scritta molto di fretta e piena di macchie di inchiostro.

…oh.

Fortuna che Tom non aveva un corpo, perché se l’avesse avuto gli sarebbe scappata una risatina.

“Non lo sapevi?” chiese, anche se era certo di sapere già la risposta.

Tsk, quello sciocco di Harry non aveva idea neanche del tema che voleva fare… Tom doveva assolutamente scrivere il tema più mediocre della sua vita, o Harry sarebbe stato scoperto subito. Era chiaramente poco studioso.

“Volevo solo essere sicuro, e ho chiesto a Hermione. Per fortuna era in sala comune e ho fatto subito” la risposta di Harry nascondeva la sua chiara ammissione. Tom non insistette, ma lo assalì un piccolo dubbio.

“Sei in sala comune adesso?” chiese, per avere un quadro della situazione dove Harry si trovava.

“No, sono in camera. Non vorrei che Hermione e Ron capissero che sei tu ad aiutarmi… circa. Non ti chiedo di scrivere il tema per me, solo di darmi dei consigli e…” Harry tornò a mettere delle mani avanti, e Tom sentì nuovamente quella flebile emozione di tenerezza e divertimento di prima, che però accantonò immediatamente.

Erano futili emozioni che non gli appartenevano davvero. Doveva lavorare, lui! E in quel momento in particolare doveva concentrarsi.

“Non preoccuparti, Harry, non c’è niente di male ad affidarsi a un tutor, ogni tanto. E mi fa piacere aiutarti. Sono qui anche per questo” rispose, molto affabile, pronto ad aiutarlo.

“Okay… come… come organizzeresti il lavoro?” Harry era chiaramente a disagio, si notava da come teneva la piuma in mano.

E Tom ne approfittò, senza esitare neanche un momento.

Iniziò a dare indicazioni, dividendo il lavoro, poi a suggerire introduzioni, e poi trascinò Harry nel cominciare a scrivere sotto dettatura, usando le sue parole scritte per abbassare la sua guardia, e la sua concentrazione.

E poi lo sentì.

Riuscì a percepire quasi fisicamente il filo che lo collegava a Harry.

Lo riuscì ad afferrare, e a muoverlo appena.

Vide una luce, lontana, all’orizzonte, la prima luce nel buio che sembrava sempre circondarlo.

E poi, avvicinandosi sempre di più a tale luce, finalmente raggiunse quello che si poteva definire una specie crepa, una crepa in un muro di oscurità, a forma di saetta.

E per la prima volta da quando Tom aveva iniziato a scrivere a Harry, gli sembrò di vedere qualcosa.

Era lontano, ma era sempre più vivido.

E lo inondò la familiare sensazione di controllo che provava quando lanciava la maledizione imperius, che aveva imparato l’anno prima, e si era rivelata davvero molto utile.

Non era esattamente uguale, ma era in controllo du Harry senza sentire fisicamente il corpo di Harry, o la sua mente.

Come se lo avesse ipnotizzato, in un certo modo, con una finestra 

Tom provò a guardarsi intorno, e identificò delle tende rosse e oro… il dormitorio di Grifondoro, chiaramente.

Non c’era nessuno nella stanza oltre a lui… beh… Harry, e la luce delle candele illuminava a malapena la pergamena con il tema, e il diario.

Il diario.

Tom doveva accertarsi di avere davvero il controllo, e che non fosse solo la sua sensazione, e ordinò a Harry di prendere la piuma, e scrivere qualcosa.

Qualcosa di semplice e che non destasse sospetti nel caso che Harry fosse stato cosciente, ma comunque qualcosa che sicuramente Harry non avrebbe scritto.

“Silente non è un bravo insegnante” 

Le parole gli arrivarono, e Tom si affrettò a cancellarle dal diario, estasiato dal controllo che era riuscito a stabilire.

Non era ancora totale, e non poteva mantenerlo a lungo, ma era qualcosa.

Un ottimo inizio.

E la scrittura era anche quella di Harry, non quella di Tom, quindi poteva scrivere il tema senza preoccuparsi che qualcuno riconoscesse la sua scrittura.

Ottimo anche quello.

Probabilmente Tom avrebbe potuto approfittarne per uscire dalla sala comune ed esplorare un po’ in giro, ma se voleva che Harry si fidasse sempre di più di lui, doveva effettivamente fare cose degne di fiducia, e finire il tema iniziato insieme sembrava una buona cosa.

Allora, aveva detto venti righe, giusto?

E Tom non poteva farlo troppo più lungo.

Doveva pensare come Harry, e Harry non era un bravo studente.

…ma c’era così tanto da dire su quegli incantesimi! Venti righe erano troppo poche.

E alla fine… Tom si fece prendere un po’ la mano.

Pur mantenendosi il più simile possibile ad un dodicenne, ed evitando accuratamente di copiare lo stile dei suoi precedenti temi, per non essere riconosciuto.

Ma c’era qualcosa che Tom decisamente non aveva valutato, in quel controllo.

Ovvero… quanto fosse bello essere tornato a fare i compiti! Wow!

Tom sperò che Harry gli chiedesse aiuto più spesso, perché era davvero entusiasmante.

…CONCENTRATI, VOLDEMORT!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Angolo autrice)

Tom: Questo ragazzino mi aiuterà a commettere un genocidio! Sono il più figo del mondo e un grandissimo manipolatore muahahhaaha

Harry: Awww, questo tizio è un asociale senza amici e bullizzato, devo prenderlo sotto la mia ala protettiva

Plot twist… ha più ragione Harry rispetto a Tom.

Questo capitolo è stato un po’ meh da scrivere, perché non sapevo bene cosa metterci ed è un po’ di passaggio, anche se c’è la prima possessione di Harry, ed è un passo non indifferente nel piano di Tom, ma dal prossimo, che sarà sulla notte di Halloween, finalmente iniziano le cose veramente serie.

Peccato perché avrei voluto far uscire il capitolo di Halloween a Halloween, ma non ho avuto molto tempo di scrivere.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! 

   
 
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