Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Mixxo    04/11/2023    2 recensioni
Hisako è una fan di maghette che sogna di diventare una di loro.
Lurue vorrebbe solo avere degli amici.
Un incontro fortuito esaudirà i desideri di entrambe, ma presto dovranno scontrarsi con le loro insicurezze ed emersioni da altri mondi che appaiono per distruggere la città.
...ma loro fanno meno paura, circa.
Genere: Azione, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hisako guarda le due infami ferme sulla porta della sua stanza. Parlano in maniera amabile per essere quella che l’ha quasi uccisa e quella che è scappata senza guardarsi indietro. Stringe le dita sulle coperte. Sii maghetta, sii superiore. Di ‘ste bastarde.

Ricaccia indietro la serie d’insulti che vorrebbe far piovere su di loro. “Sì, sono viva.” Non riesce a farlo uscire in maniera non piccata. “Grazie per l’interessamento.”

Lurue abbassa il capo, copre il guanto stellato con l’altra mano.

“Sei la protagonista, se morissi così la storia finirebbe subito.” Lapis entra nella stanza e si siede accanto al suo letto, gamba messa sopra l’altra, braccia dietro lo schienale. Sgraziata, e sfacciata.

“Mi prendi in giro?”

“Cerco di sintonizzarmi con il tuo modo di pensare.” Forma una cornice con le dita e la ‘inquadra’.

Hisako incrocia le braccia. Coda-laterale è ancora un mistero per lei; Lurue si trova ancora a metà della porta, la tiene come se fosse uno scudo. Sa di aver sbagliato.

Una gomitata la sbilancia. Inui tossicchia. “Cinquanta e cinquanta.”

Hisako mugola infastidita. “Entra dentro, non vogliamo far sapere i nostri segreti ad altri, no?”

Lurue si raddrizza, fa un passo in avanti e si chiude la porta alle spalle, appiattendosi contro di essa, l’espressione di chi sta per scoppiare a piangere.

Cosa sta facendo? Inui non sembra avere particolari reazioni alla sua futura partner, ha la solita espressione scazzata. Lapis sta fischiettando, si volta verso Lurue, alza un pollice. Hisako sospira. Devo davvero parlare con la pera? Posso mettermi d’accordo con Lapis dato che l’ha ammaestrata?

La traditrice poggia le mani al petto, inspira. Si china in avanti. “Mi dispiace per quello che ti ho fatto ma anche tu non sei stata carina!”

Hisako sbatte le palpebre un paio di volte. Le era capitato di doversi scusare con qualcuno per salvare la faccia, ma cielo. Lei è davvero scarsa a far finta di essere dispiaciuta. Sente di avere la situazione sotto controllo. Sarà stata irruenta, ma ha pensato ad entrambe quando l’ha… forse incalzata troppo nel farsi dire chi fosse la tipa che sa della loro vera identità. Esploderle in faccia non era la soluzione.

“Sì, dispiace anche a me che io ti sembra poco gentile quando hai tentato di uccidermi.”

Lurue sussulta. Lapis si tira uno schiaffo sulla faccia.

“Dai.” Hisako incrocia le braccia. “Spiegami perché lo hai fatto.”

“I-io, ecco-” Si allontana, si schiaccia di nuovo contro la parete.

Le dà il nervoso, vorrebbe alzarsi, ma tra la flebo ed il resto rischierebbe di farsi male, reprime la rabbia nell’unico modo che può permettersi. Poggia la mano al petto, regolarizza il respiro e lascia scorrere lo iuxx. Se mi riprendo adesso la appendo. Così smette di scappare dalla cosa.

Inui si stacca dalla parete, percorre la stanza e apre la porta. “Capelli blu, con me. Facciamo sbrigare questa cosa a loro due.”

Lapis sospira. “Ay.” Si alza e la segue verso la porta. Nell’uscire dà una pacca sulla spalla di Lurue.

La porta si chiude. Ora siamo sole.

Hisako prende un respiro, sa che aggredendola non otterrà nulla, per quanto sia furiosa nei suoi confronti deve mantenere la calma. “Non puoi esplodere per ogni cosa, prima o poi farai dei danni irreparabili.”

Lurue annuisce, stringe i pugni.

Dì qualcosa, mannaggia. “Io ne sono uscita bene perché non sono una persona normale, ma se ci fosse stato qualcun altro-” Calma, calma. “Le maghette salvano le persone.”

Le labbra di Lurue si muovono impercettibili. Hisako inspira. “Parla. Per pietà, parla.”

Fa un paio di passi verso di lei, le mani tremanti si stringono sulle braccia, non osa incrociare lo sguardo. “I-io ho salvato delle persone.”

Assottiglia gli occhi. Probabilmente anch’io se non mi avessi spedita all’ospedale. “Dove, quando e chi.”

“Al parco, ieri sera, da una donna audace.”

Ha letteralmente risposto con frasi brevi, ha dato il minimo d’informazioni possibile. Le deve strappare tutto dalla bocca. Inarca un sopracciglio “Elabora ‘audace’. Così non mi stai dicendo nulla.”

Le orecchie di Lurue diventano rosse, poco a poco anche il resto del viso si scalda. “E-era v-vestita di nero. Era m-m-molto… attillata.”

Ah perfetto, ha pure beccato la villain prima di lei. Le sta rubando tutta l’esperienza da maghetta. “Il parco è ancora in piedi?”

Annuisce. “L’attacco ha distrutto quasi tutti gli alberi, ma si.”

“Quindi non te la sei cavata da sola. O avresti fatto esplodere tutt-”

Sente un brivido, lo sguardo corre alla porta. Da uno spiraglio gli occhi stretti di Inui la scrutano. Deglutisce.

“Almeno, con tutti quegli emersi contro di te un parchetto come quello sarebbe diventato terra bruciata.”

Effettivamente la guardiana potrebbe pensare ad avere una sorta di luce purificatrice che ripara tutto dopo gli scontri, è un trope classico.

“S-Sono stata aiutata.”

Hisako si solleva a sedere. A quella frase vi erano quattro diverse opzioni: la Kaiser, nuove compagne, Inui, oppure…

“Da Myra?”

Lurue alza lo sguardo. “La conosci?”

Il cuore le si spezza. Come se qualcuno potesse non conoscerla. Inspira profondamente. Ha lavorato con lei prima di me, e probabilmente non sa nemmeno chi sia. “Tutti sanno chi è.”

Lurue si tortura le mani. “I-io non sapevo chi fosse. Di preciso… L’avevo vista-”

Hisako singhiozza, si dà una manata sulla bocca, si lascia cadere sul letto. Non sa nemmeno chi è, e ci ha lavorato assieme.

“S-sembra gentile, s-si è offerta di aiutarmi ogni tanto, quando può.”

E la vuole reincontrare, le è pure andata bene. Sposta il braccio su gli occhi. “Lei è gentile.” Io becco le hater, lei la dea. Io non ho fatto esplodere niente. Dove sarebbe giusto questo?

Stringe i denti, i tremiti le scuotono le spalle. “Senti, vattene. Abbiamo finito. Fai quel che vuoi, continua, smetti di fare la maghetta, non mi importa. Fallo lontano da me. Esci.”

Lacrime le bagnano la pelle, non osa spostare il braccio; fingere di non star piangendo è il barlume di dignità che le è rimasto. Magari non sa come funzionano queste cose e non l’ha capito.

Passi si allontanano verso la porta, si fermano, non sente lo scatto.

“No.”

I passi si avvicinano, alza il braccio. Gli occhi verdi di Lurue la fissano pieni di lacrime, le guance arrossate, le sopracciglia aggrottate. Smettila di essere carina anche quando ti arrabbi, che cappio.

“Ora mi dici perché stai piangendo.”

Hisako si passa il braccio sugli occhi. “Non sto piangendo.”
Lurue gonfia le guance. “Sì invece.”

Singhiozza un paio di volte, trattiene il respiro. “Come potresti capirlo? A te va tutto bene.”

“Ti escono lacrime dagli occhi.”

U don’t say. Non ha voglia o forza di stare a sentirla. Si volta di spalle. “È solo frustrazione. Lasciami in pace.”

La sedia alle sue spalle sfrega sulle mattonelle.

“Vattene.”

“Non finché non mi dici perché sei frustrata.”

Bionda cocciuta. Hisako lancia un’occhiata al riflesso della finestra, Lurue si è seduta accanto a lei, i pugni stretti sulle ginocchia, l’espressione decisa da protagonista. Dovrei essere io al suo posto ad incoraggiare gli altri. Sospira. “Poi sparisci?”

Lurue sussulta, china il capo. “Dopo aver fatto ciò che posso per aiutarti, prometto che non mi vedrai più.”

Tira su col naso. Non è la prima volta che finisce per umiliarsi davanti ad una sconosciuta. Almeno questa non la incontrerà più. Strappiamoci questo dente.

“Le maghette mi sono piaciute fin da piccola. L’idea che qualcuno di così piccolo potesse prevalere su enormi mostri mi ha fatto credere che anch’io potessi fare lo stesso con i miei problemi. Ho cercato di trovare qualcosa che facesse per me per tutto il periodo delle elementari. Ho provato con lo sport, con l’arte, non sono mai riuscita a fare nulla che non mi facesse sentire mediocre. Era frustrante... non riuscirci.”

Hisako osserva il riflesso, Lurue ha gli occhi spalancati, è immobile sembra neanche respirare.

“Molte delle eroine dei cartoni animati sono persone senza un vero talento che le fa spiccare dalla massa. Qualche qualità forse, ma spesso sono ragazze maldestre, non particolarmente brillanti a scuola e neanche popolari. Eppure riescono a fare cose che altri non penserebbero mai di riuscire a fare. Quando Myra è apparsa ho pensato che un miracolo avrebbe potuto rendermi speciale… almeno degna di starle affianco. Non essere… solo me.”

Si rannicchia nelle coperte. “Ho davvero scommesso la mia vita inseguendo creaturine che potessero sembrare delle fatine nella speranza che mi potessero dare dei poteri. Gli altri della mia età… Meglio non parlarne. Ho inseguito questa speranza per tutto il tempo, pensavo che ciò che mi mancava era solo un’occasione per dimostrare di non essere solo la scema emarginata spiaggiata in fondo alla classe.” Affossa la testa nel cuscino, stringe le dita sulle lenzuola. “Ora che l’occasione l’ho avuta mi rendo conto che quelle come me non possono essere speciali. Ho combinato solo casini, non riesco a farmi capire da quella che dovrebbe essere la mia compagna, la gente dice che dovrei ritirarmi, persino la mia fata lo pensa… Poi arrivi tu e riesci a far funzionare tutto senza fatica.”

 

Lurue ascolta in silenzio. Non riesce a capacitarsi come Hisako sia ingabbiata da simili pensieri. Lei può andare dove vuole, non ha le sue limitazioni. L’idea che si sia cacciata nei guai di proposito è assurda, però capisce come si sente. Le persone fanno paura. Se trovare un posto tra le maghette può liberarla dalle sue insicurezze, la aiuterà.

Si porta in avanti con la sedia, appoggia una mano sulla spalla.

“Evita di compatirmi,” singhiozza Hisako.

Lurue stringe la mano. “Io voglio aiutarti ad avere un’occasione.”

“Come?”

Esita. Chaser non era favorevole a fare continuare lei, come potrebbe accettare l’idea che un’altra ragazza si metta nella stessa situazione?

“Parlando con Myra.” Tira fuori il telefono dalla tasca. Apre lo schermo. Fissa lo schermo nero, poi i tasti.

…Come funziona? Lo sapevo che dovevo studiare quella guida su come usare dei telefoni portatili!

Alza lo sguardo. Hisako si è voltata, gli occhi gonfi per le lacrime la fissano con luce speranzosa. Le tremano le mani. Che faccio chefaccio chefaccio?

Lapis le strappa il telefono dalle mani. “Permetti.” Digita il numero e porta il telefono all’orecchio.

“Yooo Myr-!” Tace per un istante, rilassa le spalle. “Yo Chaser.”

Hisako emette un gemito strozzato.

“Sssi, tutto bene. Myra sta bene, o le hai messo il telefono sotto controllo?”

Lapis stacca il telefono dall’orecchio e preme un pulsante. Fischi di proiettili causano interferenze, suoni cristallini si alternano con le urla in mezzo agli scoppi. “Myra non ha le tasche. Dovrebbe cambiarsi gli shorts.”

Il lavoro di una maghetta non ha orari. Lurue annuisce piano.

Hisako scatta su a sedere, ha una faccia spaventosa. “Smetti di essere uno stereotipo di albina edgy prima di criticare lo stile di Myra.”

Devo ricordarmi che Hisako ha molte energie quando si tratta di Myra.

Lapis la fulmina con lo sguardo.  “Quindi per ora siete impegnate. Sarò breve. Abbiamo trovato un’altra collega, la possiamo far venire al prossimo incontro con voi che è…”

“Per quello che mi riguarda, dea o no, mai.”

“Andiamo, non vorrai che Myra pensi di non avere il rispetto delle sue apprendiste e che preferiscano ignorarla.”

“Tu che c’entri?”

“Autoproclamata sixth ranger.”

“La Guardiana ci risparmi.”

Lapis ridacchia, le porge il telefono. Lurue si indica. Vuoi che ci parli io?

“Chiamala sorellona.”

Chaser geme infastidita.

Afferra il telefono con le mani. “P-per favore Chaser. Abbiamo bisogno della vostra guida.”

Lapis si avvicina al microfono. “E lo faremmo lo stesso anche senza il vostro aiuto, quindi tanto vale non averci sulla coscienza.”

Suono di metallo che cigola, un urlo di agonia. La voce di Chaser è piatta. “Domani alle quattro. Alla Liebe.”

“Grazie sorellona. Non spezzarli troppo!” Lapis chiude il telefono. “Abbiamo una data ed un luogo!”

Lurue si volta verso Hisako, le smorfie che sta facendo sembrano quelle di qualcuno che sta prendendo in giro un’altra persona. Solo con più cattiveria.

“Si fa pure chiamare sorellona. Il prossimo è ‘Mommy’. Partner degenerata che ha Myra.”

“Disse il fiore geloso.” Ribatte Lapis appoggiando le mani dietro lo schienale della sedia di Lurue. “Ora rimane solo come farla dimettere entro domani, idee?”

“Se si impegnasse potrebbe rimettersi in piedi con lo iuxx.” Inui entra nella stanza e si richiude la porta alle spalle.

“Ce la farò.” Hisako gonfia il petto, guarda Lurue. “Non sprecherò l’occasione che mi hai dato.”

Sentirsi dire queste parole da lei le scalda il petto. Squittisce quando si sente prendere per mano.

“Ecco.” Hisako abbassa lo sguardo, ciondola la testa. “Grazie. Mi dispiace per come mi sono comportata.”

Sposta lo sguardo verso Lapis, che la guarda sorpresa. “Wow.”

“OH INSOMMA NON SONO UN’IRRICONOSCENTE!”

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Mixxo