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Autore: Mixxo    10/11/2023    2 recensioni
Hisako è una fan di maghette che sogna di diventare una di loro.
Lurue vorrebbe solo avere degli amici.
Un incontro fortuito esaudirà i desideri di entrambe, ma presto dovranno scontrarsi con le loro insicurezze ed emersioni da altri mondi che appaiono per distruggere la città.
...ma loro fanno meno paura, circa.
Genere: Azione, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lurue apre gli occhi, si stiracchia, lascia ricadere le braccia sulle coperte. Dall’altra parte della stanza il sacco a pelo vuoto di Lapis è stato piegato alla buona.

Dev’essere una persona mattiniera. Si stropiccia gli occhi, scende dal letto, infila i piedi nelle moppine a forma di pecora e si dirige in cucina. Mette una mano sulla bocca e sbadiglia. “Buongiorno.”

Roland ha già l’armatura addosso, sta mescolando una tazza di caffè nervosamente mentre fissa l’altro capo del tavolo dove Lapis ha chiuso uno spesso strato di burro in due fette di pancarré.

“Quindi la tizia che ha combinato quel casino vi è sparita dalla sede super sicura il giorno dopo che l’avete messa. Qualcuno si troverà col salario tagliato.” Morde il burro col panino, a Lurue si rigira lo stomaco.

Roland toglie il cucchiaino dalla tazza, lo lascia cadere sulla tovaglietta. “Sfortunatamente.”

“Uh, tu?”

Roland sposta lo sguardo verso sua figlia. Tira giù l’intera tazza in un sorso e si alza. “Buongiorno mio piccolo tarassaco. Possiamo parlare?”

Lurue annuisce, fa un passo indietro mentre l’uomo la raggiunge, si volta verso Lapis. “Arriviamo subito.”

“Certo! ‘Giorno raggio di sole!”

Roland chiude la porta quasi sbattendola, s’inginocchia per guardare negli occhi sua figlia. “La tua amica mi ha detto tutto.”

Lurue si gela. Tutto cosa!? Proprio da Lapis!? Cosa mi farà Hisako sapendo che un’altra persona sa della doppia identità!? “P-p-papà, p-posso spiegar-”

Le grosse braccia di suo padre la stringono, la mano le accarezza la testa. “È normale scappare in quelle situazioni. Se fossi rimasta lì anche tu saresti potuta diventare un’altra vittima.”

Lurue sbatte le palpebre. “Eh?”

“Eri lì quando quella donna vi ha attaccato, ha colpito la gabbia del dondolo e sei scappata senza guardarti indietro. Forse la tua amica si sarà arrabbiata perché l’hai lasciata lì, ma non avresti potuto fare nulla senza esporti o metterla ulteriormente a rischio.”

Lurue si appoggia con la fronte alla spalla di Roland. Fortuna che Lapis ha parlato con papà, anche se dovrò mentirgli spesso d’ora in poi. Le sfugge un singhiozzo, gli getta le braccia al collo. La sua mano si poggia contro la sua schiena.

“Su, su. Non è colpa tua.”

Lo è invece. Ma sto cercando di farmi perdonare. La aiuterò.

Si gode il calore di suo padre qualche istante in più prima di staccarsi. “Grazie, papà.”

Roland si rialza, apre la porta. Lapis sgattaiola di nuovo sulla sedia, poggia il bicchiere vuoto che aveva in mano sul tavolo e dà un altro morso al panino. Mugugna contenta. “Che buono!”

Lurue prende posto a tavola. A pensarci bene era da un anno che Lapis doveva vivere con quello che le davano. Forse il Gamble non è così buono con i suoi dipendenti, magari le hanno passato solo razioni rubate dai depositi militari. È così magra. E giustificherebbe una reazione simile a del semplice burro.

Lurue prende un’altra fetta di pane, la imburra e ci mette sopra della marmellata. La porge a Lapis. La ragazza ingoia l’ultimo boccone prima di notare il cibo offertole. Tira su col naso, gli occhi le tremano. “Per me?”

La affamavano per davvero. Annuisce.

Lapis si asciuga una lacrima. “Sei davvero la migliore amica che abbia mai avuto.” Apre la bocca e chiude i denti sulla fetta di pane recuperandola con la mano.

Lurue versa il latte nella sua tazza. “Non ho fatto niente di speciale. Avrai avuto amiche con un rapporto migliore.”

“Hm… con i miei amici non avevo chissà quale grande rapporto. ‘Taru non è una che parla tanto, Sunny è un hero starter pack quindi appariva e scompariva a fare chissà cosa. In generale passavamo del tempo assieme ma non so se potevamo considerarci amici.”

Lurue lascia cadere il cucchiaino. Non passo tanto tempo nemmeno con Hisako. Sento che dovrei sbrigarmi con la colazione.

 

La navetta è gremita di persone, Lurue occupa uno dei posti più vicini all’uscita, accanto a lei Lapis si è voltata alle sue spalle dove Inui e Hisako occupano i posti dietro. In particolare la seconda è appoggiata con la testa contro il vetro, russando a bocca aperta, due spesse occhiaie sotto gli occhi. La prima ha gli occhi spalancati e fissa di fronte a sé, difficile dire se per il fastidio alle orecchie causato dai decibel della compagna di posto, o dal fatto che la suddetta avesse davvero sacrificato il sonno per rigenerarsi in modo da poter essere rilasciata per l’orario di pranzo. Ogni tanto sentiva un flebile “Non riesco a crederci,” uscire dalle sue labbra.

Lurue si tortura le mani. “Dovremmo farla vedere in questo stato?”

Lapis torna a sedere composta. “Che intendi?”

“Voglio dire. Guardala, è sfinita.”

“È sempre così. Ha una propensione per perdere ore di sonno inutilmente. Anche se stavolta aveva senso.” Inui si abbraccia i gomiti. “Non riesco a crederci.”

Inui si comporta in modo strano. Dovremmo chiedere alla Guardiana come farla stare meglio? Le fate sono anatomicamente diverse rispetto a noi? E se avesse mangiato del cioccolato?

Un paio di schiaffetti le fanno scuotere la testa. Lapis appoggia di nuovo la mano sul bracciolo. “Stavi andando in sovraccarico di nuovo, pera.”

“È che vorrei che tutto andasse per il meglio e…” Stringe le dita sulla gonna. “Non mi fido ancora di questo gruppo.”

Lapis allarga le labbra in un sorriso. “Danni emotivi inflitti con successo, ma ti capisco. Hisako è Hisako, io sono una criminale. Di Inui non sai niente.”

Lurue si mette le mani sul viso. “Scusa.”

“Non te lo farò dimenticare tanto presto, teheh.”

“Perdonami ti prego.”

“Già fatto” Una mano di Lapis si appoggia sulla sua spalla. “Ma mi diverto a vederti imbarazzata, sei adorabile.”

L’autobus rallenta. Inui si alza prima che si fermi del tutto, stringe le mani sul sedile. A mezzo fermo sta già varcando le porte d’uscita.

Lurue si alza, guarda alle sue spalle. Hisako dorme profondamente. Assottiglia le labbra.

“Faccio io.” Lapis si siede accanto alla bella addormentata, si avvicina con una mano vicino alla bocca.

“Myra.”

Hisako si alza di colpo e spalanca gli occhi. “DOVE!?”

Lapis scoppia a ridere. “Alla Liebe, alzati che la vediamo davvero.” Si fa da parte per non essere travolta dalla sua corsa maldestra.

Lurue inspira. Speriamo bene.

 

Lurue alza lo sguardo sul luogo: la libreria Liebe ha l’intera vetrina coperta da un telone nero, ci sarà stata una rissa tra bande lì dentro. L’insegna presenta una volpe azzurra.

Inui si volta di scatto verso un vicolo. “Emergenza, sparisco per un po’.”

Prima che possa reagire, Lurue vede la ragazza-canide sparire nella direzione puntata.

Ok. Ok. Ok. N-non sarà nulla di grave spero, possiamo cavar-

Hisako sta tremando. Occhi spalancati, un tic all’occhio destro che man mano diventa sempre più frequente mentre guarda l’insegna.

Lurue ha una realizzazione. “Questo posto è vicino a dove ci siamo incontrate per la prima volta.”

“PERCHÈ DI TUTTI I POSTI QUESTO!?”

Lapis ghigna. Le spalle le tremano, sta diventando rossa per asfissia. Non dovrebbe ridere, è una situazione critica! Alza una mano con un sacchetto di carta e glielo passa, Hisako glielo strappa dalle mani e inizia a soffiarci dentro.

Lurue trema. Non siamo nemmeno entrate. Faremo una brutta figura. Saremo costrette a lavorare da sole perché non si fideranno di noi, e Hisako sarà depressa perché non ha realizzato il suo sogno e sarà tutta colpa mia!

Si mette le mani tra i capelli, stringe le labbra, emette un urlo isterico soffocato.

Una giovane bionda esce dalla libreria. Agita il braccio per salutarle. “Ben arrivate. Sono Kaho.” Si blocca a fissarle. “State bene?”

Lurue prende un respiro. Lapis non sembra nelle condizioni di parlare, Hisako tanto meno. Fa un passo avanti. “È-è l’emozione!”

Kaho alza pericolosamente un sopracciglio “Myra arriverà tra un paio di minuti, parliamo dentro. La Kaiser ha orecchie ovunque.”

Spalanca gli occhi. Si guarda attorno circospetta. La strada è quasi deserta. Doveva sospettare dei lampioni? Segue la bionda dentro la libreria.

La luce che fuoriesce dagli spiragli del telone colpisce un paio di volpi di peluche nascoste tra le scaffalature centrali. Il bancone segue in parallelo i mobili. Tra vetrina e scaffali vi è un salotto con varie poltroncine e un tavolo centrale.

Questo posto sembra più grande da dentro.

Kaho gira il cartello dell’entrata da “aperto” a “chiuso”. Indica il tavolo. “Mettetevi comode. Come potete immaginare io sono Chaser. Non sono davvero una volpe. La famiglia è fissata.” Indica con la mano gli scaffali.

Lurue si avvicina alle poltroncine, guarda il telo, sceglie quella più lontana dalla vetrina sfondata. Non si sa mai.

Hisako si avvicina al salotto a passi pesanti, guarda Kaho a occhi stretti, si siede nella poltrona accanto a lei. Sta provando a fare amicizia.

Lapis si siede di traverso sulla poltroncina accanto alla sua. “Figo sto posto, è tipo un negozio abbandonato?”

Kaho assottiglia le labbra. “È casa mia.”

“…Rustico.”

Lurue abbassa lo sguardo, arrossisce vistosamente. Ci caccerà di casa da un momento all’altro.

“La vetrina che manca è colpa dell’ultimo maleducato che è entrato in casa.”

Squittisce, dà una manata sulla spalla di Lapis che si raddrizza e annuisce. “Teheh?”

Hisako si sta comportando meglio di Lapis- Hisako fa scrocchiare le nocche, un tic all’occhio la coglie ogni volta che osserva Kaho. Hisako si comporterà peggio di Lapis.

Lurue singhiozza. Volevo solo fare del bene, non risolvere litigi.

Si volta verso Kaho che le guarda con occhi vacui, percepisce un lieve disgusto in quello sguardo.

Mi fanno paura tutti in questa stanza!

Kaho si siede su una delle poltroncine libere. “…Non so come iniziare il discorso. Siete sicure di quello che state facendo?”

NO, AFFATTO.

Guarda le sue compagne. Lapis alza un pollice da sotto il tavolino, Hisako sbuffa col naso.

“Ho fratelli della vostra età, non mi sentirei bene se rimaneste ferite.”

“Abbiamo tutte età diverse.”

Kaho si volta verso Hisako, la fissa in tralice. “Hanno quattordici anni.”

“Oh, la mia.”

Hisako è più grande di me! In qualche modo Lurue si sente sia sollevata che atterrita dalla rivelazione.

Kaho accavalla le gambe. “Potreste essere in classe insieme per quel che ne so. Il punto è che rischiate di morirci per davvero, ok? Polaris sta ancora recuperando dal suo ultimo scontro, a me hanno sfondato il petto sei mesi fa.”

Lurue deglutisce. Cerca con gli occhi il supporto delle altre.

Hisako si alza in piedi. “Stai approfittando dell’assenza di Myra per farci desistere?”

Kaho sospira. “Sta funzionando?”

“Per niente.”

In realtà sì!

Kaho porta una mano al colletto, sbottona i primi bottoni della camicia. Dopo il primo bottone si nota già la pelle cicatrizzata, allarga i lembi di tessuto: la ferita scende fino al seno.

“Io non posso farvi cambiare idea,” Si riabbottona la camicia. “Ma cose come queste possono succedere.”

“E quindi?” Hisako si avvicina a Lurue, le poggia una mano sulla spalla. "La guardiana ci ha scelto. Non ragazze a caso, non adulti, e probabilmente neanche te. Ha scelto noi. Questo vorrà dire qualcosa.”

Lurue rimane a fissarla. Hisako ha miglioramenti dell’autostima improvvisi, che sia perché non è da sola? Anche se si comporta in maniera strana da quando siamo qui.

“Siete delle incoscienti.” Kaho si alza. “Vado a preparare della camomilla in attesa di Myra. Voi cosa volet-?”

Il telone alle sue spalle si squarcia, una figura ci passa attraverso. Sferza l’aria con il braccio, una scia luminosa si abbatte a lato della testa di Kaho, questa barcolla, fissa Lurue prima di crollare di lato a peso morto.

 

Hisako fa un passo indietro, deglutisce. Oioioi, scherziamo?!

La libraia infame è a terra priva di sensi, una striscia di sangue parte dalla radice dei capelli e le cola sul viso, ma non è quella la cosa grave. Ha imparato a curare sé stessa in una notte partendo da una condizione peggiore, può sistemarla una volta affrontata la minaccia. Il problema è la minaccia stessa.

Il seme di Shinka torna gocciolante dalla sua padrona, rimane sospeso sopra il suo palmo, una goccia di sangue cade sul guanto. Un sorriso maligno sul viso di un’elfa slanciata, i lunghi capelli lilla da cui spuntano un paio di orecchie appuntite sono raccolti in una coda bassa.

Quella non può essere Myra.

Hisako la fissa negli occhi, il color galassia è offuscato da una sinistra energia rosata.

Lurue sussulta. “Ha gli occhi dello stesso colore della donna audace!”

Myra alza il braccio, il seme di Shinka vibra, quando lo riabbassa il globo scatta in sua direzione.

  
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