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Autore: Glance    16/09/2009    13 recensioni
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente. La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente. Si perde di vista il senso di tutto,si riesce a fare a meno di quello che prima era necessario con una sorta di fatalismo che da al tempo un ritmo nuovo inaspettatamente sconosciuto. Nessuno conosce il proprio futuro. Il destino, avidamente cela i suoi disegni e nel suo gioco di numeri interseca rette. A noi è concessa l’aspettativa di grandi cose migliori certamente di quelle che abbiamo. Alcuni dicono che nulla è scritto e siamo noi a determinare il futuro con le nostre azioni. Il tempo che passa non sa lenire le ferite che continuano a sanguinare anche se pudicamente si tenta di tenerle nascoste. Occhi attenti sanno scrutare il dolore che l’anima cerca di celare. Succede però che anche nel buio più profondo si accenda all’improvviso una luce e una mano si tenda in aiuto. Allora, che le parole sgorgano spontanee bagnandosi di lacrime che si credeva perdute per sempre nell’indurimento di un cuore a cui si era rinunciato perché il dolore era troppo grande da sopportare. Siamo l’ineluttabilità del tempo che passa e lascia dietro di se una scia di momenti , istanti che non sempre riusciamo a fotografare , ma che sono la parte più preziosa la dimensione che quasi mai assaporiamo perché il resto ci travolge con l’enormità dei suoi avvenimenti. Eppure gli attimi che fuggono non ci abbandonano mai salutandoci da lontano, passano tra un battito di ciglia e del nostro cuore. Giorno dopo giorno nella somma di istanti che fanno la vita. Un mondo minuscolo che da senso alla nostra esistenza. Fatto di piccole cose che condividiamo con chi incontriamo sul nostro cammino e a cui chiediamo aiuto per ricordare. In questa storia i personaggi sono tutti umani pur mantenendo i loro caratteri ad eccezioni dei loro poteri e sono presi in prestito dalla superlativa Stephenie Meyer a cui va ogni esclusiva e diritto. Siamo nel 1918 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale. Bella è invitata al fidanzamento della sua migliore amica non che vicina di casa e compagna di scuola: Alice Masen. Ci saranno tutti i personaggi Edward in primo piano ed anche quelli solo accennati nei libri o marginali che comunque ricopriranno dei ruoli diversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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PARTENZA

Questa notte, io raccoglierò su di me il dolore e la sofferenza e tra le dita di luce del nuovo giorno che mi porterà lontano da te, strappandomi alle tue braccia e al tuo corpo caldo, ti osserverò sfiorando il tuo profilo, cercando d’imprimere ogni tratto.
Tra tutta l’incertezza che ti regalerò prendi il mio amore perché lui sarà con te sempre in ogni momento l’unica certezza, lo lascio qui con il mio cuore.
Tu sarai ogni suo respiro, ogni suo battito e ti parlerà di me.
Ascoltalo nelle notti in cui la mia assenza velerà i tuoi occhi impigliando la tristezza tra le tue ciglia e questa stanza ti sembrerà fredda; nel nostro letto, dove adesso dormi, lascerò la mia impronta a scaldarti se da sola tremerai.
Quando alla fine ti sveglierai, il tempo sembrerà non essere mai passato e allora penserai di avere solo sognato perché io sarò accanto a te e ti dirò che ci sono sempre stato.
Il tempo passerà accompagnato dal soffio di queste parole sulle tue labbra che ti diranno che ti ho amata nel medesimo istante in cui ti ho guardata e riconosciuta. Perdonami amore questo tempo fatto di dolore e attesa, ma tu non smettere di sperare che presto possa tornare da te, credilo possibile insieme a me.
Ti ho amata quando di te avevo solo una promessa, ti amo adesso che sei la mia certezza e ti amerò oltre il tempo che verrà.
Edward.





*************************




Avevo trascorso quei pochi giorni che mi separavano dalla sua partenza in una sorta di ubriacatura. Tutto sembrava dilatato e muoversi con una lentezza irreale.
Dentro di me sapevo che stavo imprimendo in modo indelebile ogni istante insieme a lui.
Passavo la maggior parte della notte a guardarlo dormire.
Osservavo i suoi lineamenti distesi dall’incoscienza del sonno mostrare i tratti da fanciullo che ancora non erano del tutto scomparsi dal suo viso a dispetto di quella maturità che le circostanze gli attribuivano.
Lo guardavo pensando di essere riuscita nell’impresa più ardua per l’intera umanità: poter vivere il proprio sogno. Edward era tutto quello che si poteva desiderare dalla vita: la felicità, quella vera.
Sapevo anche che tutto si reggeva su la precarietà di infiniti equilibri ed era legato insieme da invisibili e fragilissimi fili.
Lo guardavo smettendo di respirare ogni volta che accennava un movimento. Le mie dita tra i suoi capelli nella speranza che quei sorrisi che si disegnavano sulle sue labbra fossero dovuti alla mia presenza nei suoi sogni. Dopo il nostro matrimonio avevo smesso di riservare al sonno le ore della notte per poter stare con lui il più possibile e avere per me quante più cose di lui da ricordare. Di conseguenza il mio aspetto non era sfuggito al mio attento e meraviglioso marito.
- C’è qualcosa che ti preoccupa Bella? Che forse faccio e non approvi? . Da quando siamo sposati sei pallida e con gli occhi segnati. Se è così ti pregherei di mettermene al corrente, non vorrei che qualcosa di cui non sono consapevole ti offendesse in qualche modo.- Mi sarebbe mancata tremendamente la sua voce, così calda e rassicurante. Le sue premure. Non facevo altro che tranquillizzarlo che stessi bene e che non potevo essere più felice.
La passione del suo amore, intenso e alle volte disperato mi colmava fino a togliermi il respiro. Sapevo che non era così, ma avevo la netta impressione che fossimo da soli al mondo al centro di un universo inaccessibile per gli altri, sconosciuto e perfetto, dove sia i nostri corpi che le nostre anime combaciavano alla perfezione. Tutto con Edward era luce e colori abbaglianti. Il destino sembrava suonare per noi la sua musica più bella.
Se avessi potuto governare il tempo avrei dato ad ogni nuovo giorno il medesimo scorrere del giorno precedente in una sorta di moto perpetuo dove tutto sarebbe rimasto immobile ed uguale, dove la polvere del tempo non ci avrebbe raggiunti mai.
Ero tremendamente felice e allo stesso tempo e con la stessa immensità spaventata.
Ero talmente felice da stare male e continuavo a sperare che potesse esserci un modo, qualcosa che potesse impedirgli di partire.
Per un breve momento avevo anche sperato che ciò che mi auguravo potesse essere possibile, quando con l’approssimarsi della data non era ancora giunta nessuna notizia dal suo comando in merito alla partenza.
Guardavo ogni mattina sulla consolle dell’ingresso, se vi fosse posta che fosse riconducibile ad una qualsiasi comunicazione di ordini e con mia insperata felicità continuavo a non scorgerla.
Avevo preso l’abitudine di alzarmi presto per anticipare Edward nel timore che volesse tenermi nascosto l’inevitabile fino all’ultimo.
- Ho parlato con Jasper, ha detto che ancora non si sa nulla.- Aveva detto e nei suoi occhi avevo visto balenare la stessa mia celata speranza. Quella mattina, decidemmo di andare a fare visita a zio Carlisle e zia Esme insieme ad Alice e suo marito.
Non li vedevamo da parecchio e sapevamo quanto la zia tenesse alla nostra compagnia.
Era la prima visita che ci concedevamo in qualità di signore e signora Masen. Non ne avevamo programmate altre data la precarietà del momento.
Per andare a casa Cullen fu Edward stesso a guidare dal momento che ancora non avevamo avuto notizie sulla disponibilità a lavorare per noi da parte del figlio di Billy.
Quando arrivammo a casa degli zii la loro felicità fu grande e la zia non mancò di rallegrarsi con Edward e Jasper e di ammirare noi ragazze. Ebbe parole tenere ed affettuose e riuscii a celare a malapena la commozione.
Continuava ad essere provata dalla gravidanza, ma a differenza delle volte precedenti questa volta sembrava procedere e il dottor Cullen aveva buone speranze di poter avere finalmente la gioia di un figlio anche se a detta di Edward che lo conosceva bene la preoccupazione lo stava lacerando.
Sapeva benissimo a quali rischi sua moglie si era volontariamente esposta per dare ad entrambi quella gioia.
Il pranzo fu all’insegna del racconto degli aneddoti sulle nostre nozze e Alice non mancò d’informare sua zia del comportamento poco virtuoso di Jessica. Più di qualche volta mi ero soffermata a guardare Edward ridere e tutto del suo viso, delle sue espressioni me lo rendeva caro.
Non c’era nulla al mondo che potesse eguagliare la luce che l’allegria di quei nostri giorni disseminati di momenti unici e irripetibili dava al suo bellissimo volto.
Avevo imparato che il colore dei suoi occhi cambiava in base all’umore e il verde brillante che li caratterizzava denotava la sua felicità .
A fine pranzo la dolcissima Esme gli chiese di suonare qualcosa per lei al piano come quando era bambino. C’era una ninnananna che lui per esercitarsi aveva imparato. Edward si alzò e venendomi vicino mi accarezzò il viso e poi in un soffio disse.- Per te amore mio.- E a quel tocco mi sentii tremare e un brivido di fredda consapevolezza mi percorse la schiena come una mano gelida.
Avevo avvertito qualcosa in lui, in quella carezza, qualcosa che mi fermò il cuore.
Carlisle aiutò sua moglie a prendere posto sulla poltrona vicino la finestra e le poggiò uno scialle sulle gambe.
Pur essendo la temperatura abbastanza calda Esme soffriva molto spesso di brividi di freddo.
Edward raggiunse il pianoforte e una melodia dolcissima si levò dai tasti di quello strumento. Suonò quel pezzo con struggente intensità. Poter suonare gli sarebbe mancato.
Non potevo pensare che quelle mani così gentili, capaci di carezze appassionate sarebbero state costrette alla ferocia e agli stenti della guerra. Immerse nel fango e sporcate dal sangue o spaccate dalla polvere. Mi faceva male pensare che i suoi bellissimi occhi sarebbero stati costretti a guardare atrocità che sarebbero rimaste indelebilmente scolpite nella sua memoria e nel suo cuore e ad un tratto l’immagine di lui esangue e privo di vita, colpito a morte mi scosse. Improvvisamente mi sentii mancare e solo la prontezza di zio Carlisle impedì che cadessi in terra.
Mi adagiarono sul divano mentre fluttuavo in una nebbia densa e fitta che mi aveva avvolta e non accennava a diradarsi.
Ero mortificata e preoccupata di aver fatto spaventare Esme, ma anche lei cercò come poteva di rassicurami di non preoccuparmi per lei.
Il dottor Cullen volle visitarmi e cercò di tranquillizzare Edward che pallido e con lo sguardo stravolto mi teneva la mano tremando d’apprensione.
- Come sta zio?- Ripeteva con un filo di voce trattenendo a stento l’angoscia che comunque percepivo.
- Non preoccuparti Edward, non è nulla. Solo che Bella ultimamente deve aver preteso troppo da se stessa. E’ solo molto provata evidentemente troppi cambiamenti in poco tempo e la storia della tua partenza non ha giovato.- Conoscevo Edward e come si poneva nei miei confronti, con quale timore e pur non vedendolo chiaramente ne percepii il pallore sul viso e la sua espressione seria e tirata. - E’ colpa mia ne sono consapevole. Sospirò affranto mentre suo zio cercava di rassicurarlo.- Potrai mai perdonarmi Bella, tesoro?- Non riuscivo a parlare e fui felice dell’intervento di zia Esme.
- Non è colpa di nessuno caro, la guerra è qualcosa che va oltre la volontà dei singoli individui a cui non resta che prenderne atto. Non dipende da te.-
- Sì invece, potevo scegliere di lasciarla fuori da tutto questo, di non legare la mia vita alla sua imponendole il mio stesso destino.- Lo sentii affranto e disperato e con uno sforzo cercai di prendere la sua mano.
- Non dire questo Edward, non pensarlo nemmeno…Tu…sei…la mia stessa vita, non potrei esistere senza di te.- Avrei voluto aggiungere dell’altro ma un nodo venne a serrami la gola con il suo sapore di lacrime che cercai di ricacciare indietro.
- Forse sarebbe meglio che tu ti sfogassi piangendo Bella: ti farebbe bene.- Disse il dottor Cullen. Non volevo, non potevo addolorare Edward con le mie lacrime.
Alice si teneva stretta a Jasper e per la prima volta da che la conoscevo non aveva pronunciato una parola. La vidi pallida in volto scambiare solo uno sguardo d’intesa con Jasper.
- Edward devi…non puoi non…- Lo vidi farle un cenno con la mano; un gesto impercettibile come per far capire di rimandare a dopo qualcosa.
Ad un tratto la mia mente fu attraversata da un lampo di consapevolezza. L’ordine era arrivato! La mia preghiera non era stata ascoltata e se non avevo visto nessun messaggio dipendeva semplicemente dal fatto che Edward me lo aveva nascosto e lo avrebbe fatto fino a che gli fosse stato possibile, ma come una sorta di presagio io lo avevo avvertito ugualmente e quella musica dolcissima era arrivata al mio cuore come un addio.
Involontariamente il senso di un’ineluttabilità senza scampo mi aveva raggiunta.
Loro sapevano, Alice sapeva, ma avevano voluto proteggermi tacendo il più possibile quello che conoscevo sin dall’inizio: Lui sarebbe partito e forse non lo avrei più rivisto.
- Quando?- Sentii la mia voce distorta dal dolore- Le sue mani prontamente tra le mie e le sue labbra morbide che ne baciavano i palmi.
- Presto amore mio.- Sentivo le mie lacrime scorrere senza controllo e le sue bruciare tra le mie dita.
- Quando?- Ripetei tra i singhiozzi.
- Domani.- Rispose affranto.
- Perché non me lo hai detto. Da quando ne sei a conoscenza?- Mi strinse a se non curante di non essere soli.
- Perché ho ricevuto il telegramma mentre andavo a prendere la macchina. Ho incontrato il postino sotto il portico e non ho avuto il coraggio di negarti quest’ultimo giorno di spensieratezza.- Continuava a baciare il mio viso cercando di calmarmi.
- Alice….- Quasi invocai. Alice mi guardò affranta. - Sono qui tesoro.- Rispose con un filo di voce e avvertii la sua mortificazione.
- Come fai a reagire con tanta calma?- Quasi urlai e la vidi impallidire e abbassare lo sguardo.
- Oh Bella! Tesoro, non so come fare a dirtelo. Ho il cuore in mille pezzi .- Non capivo.
- Cosa Alice? Cosa non riesci a dirmi?- Continuava a rimanere aggrappata a Jasper con il viso in lacrime. - Sto impazzendo di pena per mio fratello e di felicità per…- Forse stavo più male di quanto pensassi, perché proprio non riuscivo a capire a cosa si stesse riferendo. Era felice che Edward partisse o cosa?
- Jasper… partirà dopo Bella.- Sentimenti contrastanti si agitarono in me.
Ero felice per lei, perché a Jasper venisse evitata ancora per un po’ quell’immane follia, ma allo stesso tempo il fatto di saperli insieme che il mio Edward non sarebbe stato solo mitigava un po’ l’angoscia. Mi vergognai di invidiare Jasper ed Alice, del resto Edward era suo fratello e anche lei avrebbe avuto quel dolore nel cuore, ma d’altro canto non potevo non considerare il fatto che a loro veniva concesso quel tempo che a me era negato.
Ne avevamo avuto così poco per stare insieme.
Delusione, rabbia e paura s’impadronirono del mio cuore scuotendomi nel profondo. Ogni fibra di me aveva voglia di urlare quella disperazione che sentivo soffocarmi e cedetti allo sconforto.
- Quando?- Chiesi ormai al limite delle forze. - Tra circa un mese.- Rispose quasi in tono colpevole e sentii nella sua voce la volontà di scusarsi.
Scoppiai in un pianto disperato mentre le braccia di Edward mi afferravano sollevandomi per condurmi a casa nostra.
- Ti prego di perdonarmi zia,.- Sentii dire con preoccupazione ad Edward.- di averti esposta a questa tensione, ma non potevo immaginare che…-
Esme dolcemente e in lacrime lo interruppe: -Che fosse così parte di te da avvertire una tua pena pur non dicendole niente? Non devi stupirti, quando l’amore è vero e profondo si diventa un unico essere le nostre gioie sono quelle dell’altro così come i dolori e non preoccuparti per me sono più forte di quanto tu creda, ma la pena di saperti lontano e così esposto quella non so se riuscirò a sopportarla bambino mio.- Sua zia continuava a riservargli la stessa dolcezza di quando era piccolo. Si congedò da lei.
- Che Dio ti benedica Edward.- Lo salutò.
- Vado con loro, mia cara tu va a riposare.- Sentii dire a zio Carlisle.
Arrivati a casa mi portò nella nostra camera adagiandomi sul letto e tra le lacrime e un senso di stordimento percepii la voce dello zio che consigliava ad Edward di darmi qualcosa per calmarmi.
Non volevo dormire, non volevo mi venisse negato nulla di quegli ultimi istanti anche tutto quel dolore pur di continuare a sentirlo accanto a me.
- Così Bella rischi di stare veramente male tesoro, ti prego fa come dice lo zio.- La mia risposta fu un rantolo di dolore e le mie mani che si aggrappavano a lui.
- Prometti Edward…prometti che non mi lascerai…Tu non puoi, non devi io…- Le mie forze vacillarono.
- Bella amore adesso calmati, così mi uccidi. Disse e la sua voce era puro dolore.- Guardami, te ne prego…ti prometto…ti giuro che farò tutto quello che sarà in mio potere per tornare da te, ma tu non devi fare così.- Sorrise sforzandosi di trovarne la volontà e regalandomi quell’espressione che lo rendeva ai miei occhi così unico e speciale e piano disse:- dove vuoi che vada senza di te?- Gli buttai le braccia al collo e lo baciai.
Dovetti promettere al dottor Cullen di calmarmi e così tra le braccia di Edward che mi cullava teneramente sussurrandomi tutto il suo amore tra baci appassionati e calde lacrime trascorse la nostra ultima notte insieme.
La luce del giorno me lo avrebbe portato via. Lo sapevo, lo avevo sempre saputo, ma non serviva ad attenuare tutta quella sofferenza e quella disperazione. La sua assenza sarebbe stato il dolore più grande, la perdita di ogni significato.
Provavo vergogna per come avevo reagito avevo mandato a monte tutti i buoni propositi e la cosa che mi rendeva imperdonabile ai miei occhi, era che avevo dato ad Edarwd di me e delle nostre ultime ore insieme un ricordo disperato.
Forse se avessi avuto maggior tempo a disposizione…Il tempo nella storia tra me ed Edward sembrava essere l’unica costante. Il tempo con il suo trascorrere lento e inesorabile, che scivolava su tutto e su chiunque non risparmiando nessuno neanche me, regalandomi beffardo quel momento tanto temuto. Amavo Edward più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma questo non lo avrebbe protetto in caso di pericolo, ne ero disperatamente cosciente.





Grazie come sempre per voler preferire, seguire o comunque leggere questa storia.

A chi trova il tempo, la voglia e la pazienza di dire ciò che pensa un grazie di cuore.
Ogni commento anche il più piccolo serve ad incoraggiare chi scrive, e fa sapere che ci siete e che ogni storia non è solo delle semplici parole scaturite dalla fantasia o dalla necessità di chi le immagina, ma danno anche ad altri la possibilità di intraprendere il medesimo viaggio.
Scrivere e di contro raccontare ciò che la nostra fantasia ci regala è un dono che va condiviso e sapere di avere dei compagni di viaggio come voi riempie di gioia.
Ancora grazie di cuore, un bacio: Glance.











Recensione di arte [Contatta], del 15/09/2009 - 06:44PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Ciao, Anna non so da che parte iniziare. La tua recensione mi ha commossa. Sono felice che la storia ti abbia così favorevolmente colpito ed emozionato. L’arte dello scrivere come ogni sua forma è un dono e va condiviso e sapere che con il mio piccolo contributo sono riuscita a regalarti dei bei momenti per me è estremamente emozionante. Quando si scrive non si pensa mai che a qualcuno possa interessare quello che diciamo, lo si spera, ma quando diamo al giudizio degli altri qualcosa di nostro lo facciamo sempre con timore e riserve. Il fatto che ammiri e ti complimenti per il modo in cui scrivo mi fa sentire in dovere di porre sempre maggior cura e attenzione a quello che sottopongo alla vostra attenzione e spero di continuare ad essere all’altezza del vostro giudizio. Ancora grazie e spero a presto. Ciao.

Recensione di Shinalia [Contatta], del 15/09/2009 - 05:47PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Hai ragione , il bello sta nel sapere che alla fine dopo ogni notte buia senza luna ne stelle il nostro cielo possa ritornare ad essere attraversato da una meteora e tutto possa all’improvviso riprendere ad essere luminoso e bellissimo.

Recensione di beverlina [Contatta], del 14/09/2009 - 01:20AM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Amo leggere e i classici dell’800 sono tra i miei preferiti insieme a tanti altri generi . Da qui l’idea di far rivivere Edward nell’epoca da cui proviene. Un ringraziamento va a questa opera fantastica che è Twilight mi sono divertita a far vivere i personaggi che ci ha regalato la Meyer in una delle epoche del passato che mi hanno appassionato attraverso i libri. Grazie per le belle parole che mia hai voluto regalare. Un bacio e continua a farmi sapere se la storia riesce a rimanere interessante.

Recensione di LadySile [Contatta], del 13/09/2009 - 05:58PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Nel mio racconto Jacob non si metterà tra Bella ed Edward, ma sarà d’aiuto per farli tornare insieme. Segui e continua a farmi sapere cosa ne pensi. Bsaci.

Recensione di samy88 [Contatta], del 13/09/2009 - 04:57PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Grazie sam dopo tutto avere gli occhi a cuore potrebbe essere interessante da vedere. Non trovi? Allora purché farli ritornare normali. Approfittane perché con questo capitolo assumeranno un’altra espressione, ma non temere sarà temporanea anche se impegnativa. Ciao e spero di vederti scritta presto. Ciao.

Recensione di free09 [Contatta], del 13/09/2009 - 04:44PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Grazie di sapere che sono riuscita nell’intento non ero sicura di rendere al meglio il senso del pudore di quei tempi. Baci

Recensione di darks [Contatta], del 13/09/2009 - 04:42PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
Le farfalle nello stomaco!!!!!! Che bello sapere che la mia storia ti permette di assentarti per un po’ e ti emoziona. Io adoro quando qualcosa che leggo mi accompagna durante la giornata e mi fa compagnia. I complimenti che mi hai fatto le farfalle le hanno fatte venire a me. Ciao e spero di rileggerti presto.
Recensione di midnightsummerdreams [Contatta], del 13/09/2009 - 04:37PM sul capitolo 23: CAPITOLO XXII - Firmata
La dolcezza era quello che volevo si percepisse…del resto loro per come li conosciamo attraverso la saga della Meier lo sono…per Jacob non ti preoccupare si innamorerà, ma…non di Bella.
Un bacio e fammi sapere cosa ne pensi del prossimo.
  
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